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A la guerre, “bisogna accettare di perdere i nostri figli”

di Dante Barontini

Nell’Europa guerrafondaia degli svalvolati – ignobile gara tuttora in sospeso tra uomini e donne di potere politico – fin qui si erano prudentemente “tenuti bassi” gli imprenditori e i generali.

I primi, in genere, capiscono al volo che nel produrre armi ci si guadagna molto, ma quando vengono usate ci si può rimettere tutto (la loro pelle magari no, in genere scappano via molto prima che il gioco diventi davvero rischioso, ma affari e fabbriche sì).

I generali, invece, perché cominciano a intuire che le forme della guerra sono così cambiate – negli ultimi quattro anni – che loro stessi sono ora un po’ “disarmati” culturalmente, dovendo ancora metabolizzare le novità. Le quali, quando si parla di sparare, hanno una certa importanza…

Ma quando c’è da mostrarsi fuori di testa la classe dirigente francese riesce sempre a dare il meglio di sé, o comunque sopra la media. Due sortite chiariscono il concetto meglio di un lungo discorso.

Il presidente del consiglio di amministrazione di Airbus (gruppo industriale europeo dell’aeronautica), René Obermann, infrangendo uno dei più grandi tabù della difesa in Europa, ha dichiarato mercoledì che nazioni europee dovrebbero sviluppare un deterrente nucleare tattico congiunto per contrastare l’arsenale in espansione della Russia.

Parlando alla Conferenza sulla Sicurezza di Berlino, Obermann ha affermato che l’attuale posizione dell’Europa lascia una pericolosa lacuna al di sotto della “soglia strategica” (le testate nucleari montate su missili in grado di colpire a grandi distanze), sottolineando come “oltre 500 testate nucleari tattiche” siano schierate dalla Russia lungo il fianco orientale della NATO e in Bielorussia.

Quale pensate sarebbe la nostra risposta a un attacco tattico russo limitato e con effetti limitati?“, ha chiesto al pubblico di funzionari della difesa, ufficiali militari e dirigenti del settore. “Io non ho la risposta, ma sono sicuro che voi sì“.

Regalare un nuovo giocattolo è sempre una mossa che raccoglie entusiasmi, anche tra i militari; il problema è però che una “testata nucleare tattica” non ha lo stesso peso – e le stesse conseguenze – di un nuovo aereo o carro armato. Una “tattica” è infatti un’”arma di teatro” caratterizzate da una potenza “relativamente” ridotta, in grado di poter essere utilizzate teoricamente anche sulla linea del fronte, con potenze dell’ordine di qualche decina di kilotoni (Nagasaki: “solo” 5 kiloton).

Piccola, quasi tascabile (alcuni tipi entrano in una valigetta), con affetti su un territorio limitato a poche decine di km2…

Ma sempre un’atomica è. Rende quel territorio inabitabile per decenni ameno, fa fuori indiscriminatamente amici-nemici-militari-civili, ha un fallout (ricaduta di radioattività) che dipende dai venti e non è governabile (pensate a Chernobyl, che pure era “poca roba” come potenza).

Il “teatro” in cui verrebbero utilizzate è casa nostra, il territorio europeo. Il quale, tra le altre cose, non è proprio grandissimo né poco popolato. Al contrario delle steppe russe. Insomma: in “pochi km2” ci sta un sacco di gente, case, fabbriche, vita.

L’idea di potersela giocare a “testatine nucleari” stando in casa è decisamente da dementi all’ultimo stadio. Anche perché tutte le dottrine strategiche del pianeta (statunitensi, russe, cinesi, indiane, pakistane, israeliane, inglesi, francesi, ecc) prevede il salto a quelle “strategiche” non appena ci si accorge di essere in “rischio esistenziale”. Già solo con l’utilizzo di armi convenzionali, figuriamoci con le “atomichette da cortile”…

Non a caso si è sempre parlato – tra superpotenze nucleari – di “mutua distruzione assicurata” (MAD, in inglese, che già dà il senso…). Perché se anche i tuoi nemici possiedono testate che stanno nei silos sotterranei, sui sommergibili, su bombardieri sempre pronti al decollo, ecc, è praticamente impossibile che un attacco di sorpresa (first strike) possa azzerare la capacità di risposta dell’avversario. Ergo: sei fregato comunque anche tu, non ci pensare nemmeno…

E invece questi “ci pensano”.

Le dichiarazioni dell’imprenditore Obermann arrivano mentre i governi europei aumentano la spesa, modernizzano i loro eserciti e affrontano le questioni relative alle garanzie di sicurezza statunitensi a lungo termine. E naturalmente la sua proposta è “integralmente europeista”, ci mancherebbe: Germania, Francia, Regno Unito e “altri stati membri europei disponibili” dovrebbero concordare un “programma comune e scaglionato di deterrenza nucleare“, includendo esplicitamente il livello tattico.

Insomma: “visto che avete intenzione di spendere centinaia di miliardi per il riarmo, tenete presente anche questo prodotto, che caso mai mi organizzo e ve lo fornisco io”. Imprenditoria cinica, come da manuale.

Il problema è che gli va dietro anche qualche generale. Preoccupato dal “bamboccismo” esasperato dei giovani europei – ridotti a sfogarsi nelle gang di quartiere anziché “virilmente” al fronte – il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Fabien Mandon, intervenendo al congresso dei sindaci ha spiegato che ormai “Bisogna accettare di perdere i nostri figli”.

Una persona appena razionale gli farebbe notare che il calo demografico è già così avanzato da non garantire più nemmeno il normale “ricambio organico” tra le generazioni di lavoratori, e quindi pensare di gettare centinaia di migliaia di vite in avventure militari è la via più rapida per portare un paese – e un Continente – al suicidio malamente assistito.

Le motivazioni sono del resto sempre le stesse, come se mai nulla fosse cambiato, decisamente da delirio: “il momento è particolarmente grave“, gli equilibri sono stati rovesciati (l’Occidente non comanda più), la Russia a un “confronto nel 2030” con diversi paesi europei (ma ci continuano a dire tutti i giorni che sta a pezzi e preso l’Ucraina vincerà…), e naturalmente bisognerà tornare nel Sahel, poiché “i principali leader terroristi si trovano ormai in Africa” (in realtà ci sono governi che hanno cacciato la Francia, ma sono alle prese con bande “terroriste”).

Ovvio che un militare non si curi degli aspetti economici o della tenuta del Paese (o della UE). Il suo è un discorso “motivazionale”, per reintrodurre la leva obbligatoria e sradicare appunto il “bamboccismo” imperante con un programma “educativo” in stile sergente di Full Metal Jacket (e sperabilmente con la stessa conclusione)…

Abbiamo tutto per dissuadere Mosca. Ciò che ci manca è la forza d’animo per accettare di farci male per difendere la nazione. Bisogna accettare di perdere i nostri figli, di soffrire economicamente. Se non siamo pronti a questo, allora siamo in pericolo. Bisogna parlarne nei vostri comuni“, ha spiegato Mandon a sindaci chiaramente gelati dal trovarsi davanti un demente di questa portata, ma con responsabilità così importanti come il guidare un esercito.

L’esecutivo sembra ben deciso a spaventare i cittadini francesi ‘preparandoli’ a un confronto diretto con la Russia entro tre o quattro anni“, ha dichiarato Georges Kuzmanovic, ex consigliere internazionale di Jean-Luc Mélenchon. “È abbastanza agghiacciante, tanto più che la Francia come la Russia sono nazioni nucleari e sono assicurate di una distruzione mutua totale o quasi totale in caso di confronto militare diretto“.

Per capirci: persino Florian Philippot, ex lepenista e presidente del partito Les Patriotes, ha annunciato una manifestazione “per dire STOP a questa folle e suicida corsa alla guerra“.

Il pericolo, diciamola semplice, non è la Russia né la Cina. E’ questa mandria di scervellati che non sa più neanche perché sta al mondo, oltre a servire le imprese multinazionali (quelle che, alle brutte, cambiano sede..)

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