Il non luogo della sinistra che non c’è
di Oronzo Mario Schena
Tratto da: Fausto Bertinotti “La sinistra che non c’è p. 89”:
“Di fronte all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin nel febbraio 2022, così come di fronte alla tremenda reazione militare che Israele, in risposta al vile atto terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, in termini intollerabili ha inflitto alla popolazione civile di Gaza, abbiamo assistito e continuiamo ad assistere a prese di posizione contraddittorie in tutto l’Occidente".
“A differenza di quanto accade in Ucraina, dove ci sono indiscutibilmente un Paese aggressore e un Paese aggredito.”
E qui il Bertinotti prova, a sciorinare il suo mantra apodittico “indiscutibilmente”. Ma di apodissi è purtroppo lastricata la via dell’inferno!
Le mappe dell’inferno sono ormai illeggibili e almeno secondo Piero Camporesi (La casa dell’eternità), l’inferno non solo non si sa come raggiungerlo, ma non è nemmeno più chiaro dove si trovi. Né se sia ancora aperto. Un prestigioso teologo, poco tempo fa ha affermato, non si sa sulla base di quali informazioni, che l’inferno esiste ma probabilmente è vuoto. Alcuni suppongono che si debba intendere l’inferno come un non-luogo, altri ne parlano malvolentieri, con qualche imbarazzo, come una logora metafora.
Dominatore della scena cristiana. Punto di riferimento indispensabile all’Europa medievale e moderna, protagonista ancor prima di Costantino il Grande d’innumerevoli drammi spirituali, potente macchina di condizionamento, continuamente perfezionata e aggiornata durante i secoli, questo grande collettore di terrori e di spasimi, inesauribile deposito di angosce e di incubi, si sta tranquillamente dissolvendo nella coscienza e nell’inconscio della gente.
Si può ormai, con qualche fondamento affermare, che l’inferno è finito, che il grande teatro dei tormenti è chiuso a tempo indeterminato che lo spettacolo dopo duemila anni di rappresentazioni agghiaccianti non si replica più. La lunga, trionfale stagione, è terminata. Sembra che rimanga il diavolo, signore della materia. Ma come un sovrano deposto, come un re in esilio, chiusa la porta del doloroso regno, non ha più né una reggia, né una corte, né città, né castelli. Campa stentatamente di rendita con i pochi spiccioli di quelle cattive azioni che la sua industria metallurgica, una volta fiorente gli aveva assicurato. Bancarottiere senza molto credito, fa ancora qualche affare in alcune tristi città, fiorenti nei tempi beati della meccanica pesante.
Il 5 febbraio 2003, Colin Powell, segretario di Stato degli USA, agitava una fialetta di polvere bianca, come prova delle armi irachene di distruzione di massa.
Già nei mesi successivi si scoprì che gran parte delle informazioni e delle ricostruzioni presentate da Powell davanti ai membri del Consiglio di sicurezza erano false. Non c’erano laboratori mobili né enormi arsenali di armi di distruzione di massa.
Chissà se Bertinotti e Powell si ritroveranno un giorno all’inferno o saranno assunti entrambi in cielo!
Non si comprende, comunque, perché Bertinotti abbia voluto definire “vile” l’atto di Hamas, che, invece, si è assunta la responsabilità della sua azione.
Ma voltiamo pagina. Appare chiaro che Bertinotti non ha mai sentito né letto del putsch di piazza Maidan (febbraio 2014)Carneade, che cosa diavolo sarà mai questa Maidan? Dunque, Bertinotti ignora l’ondata di terrore contro le sedi del partito comunista e di altri movimenti politici, devastate, con giornalisti seviziati e assassinati, con gli inermi abitanti dell’Ucraina orientale, massacrati a Mariupol, bombardati col fosforo bianco a Lugansk. Intanto l’Ucraina di Kiev diventava il vivaio del rinascente nazismo nel cuore dell’Europa e neonazisti arrivavano da tutta Europa (Italia compresa). E ville lussuose si moltiplicavano “miracolosamente” grazie all’intercessione dell’Altissimo, in Italia, in Israele, a Londra e in Grecia. Per avere informazioni bisognerebbe comunque chiedere a Zelensky.
l’Infausto Bertinotti nell’estate del 2025 tiene una delle sue lectio magistralis in una masseria del territorio fasanese, facendosi presentare dalla sig.ra De Mola nota attivista di Forza Italia (la qualcosa non costituisce certo reato e non è un peccato neppure veniale!). Non informarsi, però, costituisce un peccato mortale per l’uomo che ama ancora raccontarsi come un “luxemburghiano sconfitto”!
Si dà il caso che sulla rivista bimestrale Praxis, n. 37/38 del marzo giugno 2004 viene pubblicato un articolo del sottoscritto dal titolo “Osservazioni fuori moda sul Bertinotti-pensiero”. Era il tempo della guerra al mostro Saddam e forse alcuni ricorderanno, lo show tenuto all’ONU da Colin Powell che il 5/2/2003 agitava tra le mani una fialetta piena di polvere bianca (come prova delle armi irachene di distruzione di massa!). E così mi capita, di finire nella compagnia di persone cui ho tenuto molto per le loro qualità, come Maria Turchetto, o i compianti Gianfranco La Grassa, e Costanzo Preve. Insomma per un povero segretario di circolo d’un comune salentino era anche troppo! Il tempo passa, ma Bertinotti continua a soffrire di pericolose amnesie, infatti, non ha rimosso soltanto il film “La Battaglia di Algeri”, come già da me ricordato nell’articolo del 22/12/24!
Bertinotti ha rimosso una cosa che pare assai più grave, perché se tanti furono gli iscritti al PRC che firmarono l’appello “con il popolo iracheno che resiste, pochi sanno che la Direzione del PRC, con il silenzio-assenso di tutte le sue correnti interne intimò ai firmatari dell’appello di recedere (non è noto in base a quale articolo dello statuto), sancita l’incompatibilità tra l’adesione alla manifestazione del 13 dicembre 2004 e l’appartenenza a Rifondazione Comunista. Insomma, per chi avesse trasgredito l’ordine impartito da Bertinotti e dall’intera dirigenza di R.C. di non scendere in piazza a protestare contro la vergognosa guerra all’Iraq: si offriva un bel foglio di via dal partito!
La realtà è troppo spesso esattamente l’opposto di quella che ci raccontano i nostri amatissimi governanti, unitamente allo sciame dei mass-media, cartacei e televisivi i quali ci inondano con scilomi che sono addirittura più dozzinali dei discorsi sconclusionati sputati fuori ad altissimo volume dai venditori alle fiere di paese le cui urla sembrano fare a gara con quelle della nostra amatissima Presidente Meloni…
Manlio Dinucci è un geografo, nonché una delle firme “migliori” del quotidiano “il manifesto”, finché è uscito. Il Dinucci nel suo “le prove cancellate (sinistra in rete) così scrive: dal 1991 l’anno in cui l’Ucraina diviene repubblica indipendente dopo lo scioglimento dell’URSS, la Nato tesse una rete di legami all’interno delle forze armate ucraine. Contemporaneamente, attraverso la CIA e altri servizi segreti, vengono reclutati, finanziati, addestrati e armati militari neonazisti. Una documentazione fotografica mostra giovani militari neonazisti ucraini di Un-UNSO addestrati nl 2006 in Estonia da istruttori NATO che insegnano loro tecniche di combattimento urbano e uso di esplosivi per sabotaggi e attentati. È la struttura paramilitare neonazista che entra in azione il 20 febbraio 2014 in piazza Maidan a Kiev nel corso di una manifestazione politica in cui si confrontano fautori e oppositori dell’adesione dell’Ucraina alla UE.
Non c’è da stupirsi che, in tale situazione, la Russia stia producendo e testando vettori nucleari di nuova concezione: il missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik, in grado di colpire obiettivi altamente protetti a qualsiasi distanza, e il veicolo subacqueo a propulsione nucleare Poseidon, in grado di raggiungere autonomamente le coste nemiche e di provocare uno tsunami radioattivo con l’esplosione sottomarina di una testata nucleare di grande potenza. Un’arma analoga al Poseidon russo la sta producendo probabilmente anche la Cina.
E ora un paio ci cose da lasciare nel chiappolo.
P.S.: 17/12/25 -Mattarella, dunque, sarebbe stato durissimo: «Equilibri e confini in Europa» non si cambiano con la forza. Certo sarebbe stato molto meglio precisare che, se al potere però ci sono io, beh, allora i confini si possono cambiare anche con la forza. Giusto per tranquillizzare il popolo italiano e per il suo orgoglio in crisi!
Non tutti hanno la fortuna di avere un ministro dell’Università e della Ricerca come la Bernini, che si è rivolta agli studenti con le parole: “siete solo dei poveri comunisti, persone inutili”. La ministra dev’essere il sogno o l’incubo? di tutti gli studenti. Ma lei è soltanto una nipotina di Berlusconi, non sappiamo se povera o ricca, ma senz’altro sciocca quanto basta per entrare alla corte del re di Arcore Silvio Berlusconi!









































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