Crosetto e il Totalitarismo di Guerra: chi non pensa come la NATO è un nemico della Nazione
di Clara Statello
"5000 hacker contro la disinformazione". L'annuncio shock di Crosetto e il drammatico salto di qualità del totalitarismo di guerra
Il nuovo millennio iniziava con una grande promessa per noi della generazione Erasmus: Internet. La connessione ci avrebbe garantito libertà e democrazia, conoscenza e condivisione. A tutelare il web affinché si mantenesse uno spazio libero, a combattere contro i potenti, c’erano loro, gli hacker.
Figure leggendarie della nuova era postmoderna, avevano addirittura messo su un nuovo partito, il partito dei Pirati. E noi, che pensavamo ancora alla rivoluzione, eravamo bollati come “novecenteschi”. Peccato che i nuovi partigiani ci hanno messo davvero poco a genuflettersi davanti a quello stesso potere che promettevano di voler combattere.
In fondo Google, Meta, il governo israeliano o il Pentagono, pagano bene. Alcuni episodi emblematici: Anounymous Italia, anziché colpire simboli di potere e oppressione, la scorsa primavera ha lanciato attacchi DDos contro testate, giornalisti e media indipendenti, come OttolinaTV, Pressenza e Marx21. Il pretesto: le fantomatiche ingerenze russe nel voto per Bruxelles.
Insomma, da paladini della libertà, i pirati del web si sono trasformati in cyber fascisti, esperti in incursioni criminali contro chi esercita il diritto alla libertà di espressione sancito dall’articolo 21 della Costituzione.
Adesso avranno la possibilità di essere direttamente reclutati nelle cyber brigate che il ministro della Difesa Crosetto intende schierare sul fronte della guerra cognitiva. Il capo di Palazzo Baracchini chiede 5000 hacker contro la guerra ibrida e la disinformazione.
Lo si apprende nel dossier di 119 pagine presentato al presidente Mattarella lunedì alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa, intitolato: Il contrasto alla Guerra Ibrida, una strategia attiva.
Il titolo rivela la postura che assumerà il governo nei confronti di quelle che sono considerate “interferenze di Mosca”: persecuzione, prevenzione. O meglio: persecuzione preventiva.
“Bisogna agire adesso”
Crosetto utilizza toni allarmistici: “È in atto una guerra continua che ci minaccia senza sosta, giorno e notte. Gli obiettivi sono le nostre infrastrutture critiche, i centri decisionali, i servizi essenziali, le strutture commerciali, le nostre industrie, le catene di approvvigionamento, il patrimonio cognitivo delle nostre popolazioni e, in ultima analisi, la tenuta complessiva del Paese”, si legge nel documento riportato oggi sul Fatto Quotidiano.
Tra le minacce alla sicurezza dell’Unione Europea, è citata persino la fantomatica interferenza al GPS dell’aereo che trasportava la signora Ursula von der Leyen in Bulgaria, provocando ben 10 minuti di ritardo. Interferenza smentita immediatamente dalla principale piattaforma di monitoraggio aereo, Flight Radar.
Né i leader europei né Crosetto evidentemente ne hanno preso atto e utilizzano questa bufala (e non solo questa) per generare un clima propedeutico alla guerra e alla riduzione degli spazi di libertà.
Se è giusto tutelare da attacchi hacker lo Stato, le istituzioni, le imprese e i privati cittadini (incluse le vittime degli attacchi criminali di Anonimous Italia), è preoccupante l’utilizzo di cyber-unità che rispondano al ministero della Difesa per monitorare l’informazione, le attività culturali e in generale ciò che pensa (o dovrebbe pensare) l’opinione pubblica.
La disinformazione russa, secondo Crosetto, agirebbe “indirettamente sulle convinzioni, sulla capacità di resistenza, sulla sovranità decisionale e sulla stabilità politica degli Stati”, con l’obiettivo di creare “crepe all’interno dei Paesi e tra di loro”, arrivando addirittura a mettere in discussione le politiche governative e sovranazionali”.
Insomma, il Cremlino riuscirebbe addirittura in ciò che il centrosinistra non sa fare: opposizione al governo Meloni e alle guerre della NATO. Dunque secondo i nostri rappresentanti, non pensarla come Kaja Kallas o Carlo Calenda, costituisce un’enorme Minaccia alla sicurezza nazionale. Democrazia è uniformità.
Altrimenti per Crosetto il rischio è quello di “svegliarci un giorno, di fronte a un danno catastrofico e ci chiederemo, sorpresi, cosa sia avvenuto”. Per ciò, intende agire su due direttive:
- Istituire un Centro per il contrasto alla Guerra Ibrida, che tra l’altro si occupi del “con trasto alla propaganda disinformativa”, dunque alle “fake news ”.
- Istituire un’Arma cyber civile e militare, una forza “realmente congrua e rassicurante”.
Insomma, i fact-checker indipendenti, le squadracce di NAFO, gli hacker che colpiscono stampa e giornalisti indipendenti, saranno irreggimentati e risponderanno ai comandi del Ministero della Difesa. La libertà di espressione diventa una questione strategica.
La guerra è già iniziata
Quello che è avvenuto nelle ultime settimane ha segnato un salto di qualità nella repressione preventiva, avviato con l’annullamento della conferenza organizzata dal prof. Angelo d’Orsi al Polo ‘900 di Torino. Oltre alle pressioni della signora Pina Picierno e di Carlo Calenda, lo storico e massimo studioso di Antonio Gramsci è stato vittima di un attacco hacker generale, come dichiarato durante la diretta della conferenza, poi svolta al circolo Arci “La Poderosa”.
Successivamente il marito della vicepresidente dell’Europarlamento ha messo alla gogna mediatica una professoressa dell’Università di Torino, esponendola a cyber-linciaggio e minacce che l’hanno costretta a disattivare il proprio account social. Contemporaneamente l’ex deputato, attivista e saggista Pino Cabras è stato preso di mira per la presentazione del suo ultimo libro “Il sionismo reale” e accusato indirettamente di nazismo, oltre a essere minacciato di morte da un sostenitore italiano dell’esercito ucraino. Persino il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, è stato “messo in guarda” da Michele Magno che sulle di Italia Oggi gli ha praticamente consigliato di cambiare linea editoriale per non rischiare di essere considerato un agente del Cremlino.
Questi episodi sono il chiaro segnale che l’Italia e l’UE sono passati definitivamente a un regime di “Totalitarismo di Guerra”, pur non essendo sotto attacco di nessuno né avendo “Annibale alle porte”. La promessa del mondo globale dell’umanità in rete senza confini né nazioni si è trasformata in un incubo distopico in cui hacker e fact checker difenderanno la “verità di stato” investiti del ruolo di centurie nere del ministero della Difesa. Saranno ufficialmente tallone di ferro del partito trasversale della guerra.
“Si vuole formattare l'opinione pubblica in funzione della guerra alla Russia e alla distruzione dello Stato sociale, distruggendo preventivamente qualsiasi gesto che sfugga alla polarizzazione amico-nemico, qualsiasi spiraglio nel muro della guerra totale”, dichiara Cabras interpellato da L’Antidiplomatico.
“Crosetto – spiega Cabras - oggi propone in realtà un modello repressivo: la libertà di voto e d’opinione diventano sospette se non allineate alla NATO e perciò da far ‘attenzionare’ da gente in divisa. Chi dissente è un bersaglio da neutralizzare, non tanto con il confronto, bensì con filtri istituzionali e bavagli. In nome della libertà, la nuova punta di lancia dell’atlantismo sogna di imbavagliarla. Lungo il Palazzo corre la paura che la gente pensi con la propria testa”.
“E allora avanti con i rimedi – prosegue - gli stessi preparati per anni con una campagna ossessiva e maccartista che ha snaturato e rivoltato le politiche europee nonché le parole d’ordine di interi partiti. Strumenti culturali, normativi, giudiziari. Tradotto: censura, controllo ideologico, repressione mascherata da tutela. C’è il rischio che qualcuno voti il partito sbagliato? La colpa è del Cremlino. Qualcuno dubita delle narrazioni NATO? È disinformazione sistemica. Se neghi, confermi. Se critichi, sei complice. Non te la scampi comunque. Una versione aggiornata della caccia alle streghe, travestita (malissimo) da pseudo-buonsenso liberale”.
Per Giorgio Cremaschi, sindacalista e membro dell’esecutivo naz. di Potere al Popolo, le dichiarazioni di Crosetto sulla “guerra ibrida” contro la Russia richiamano i “periodi più neri” della storia della Repubblica.
“Guerra ibrida in Italia – dice all’Antidiplomatico - la fecero Gladio e le organizzazioni di spionaggio e provocazione degli Stati Uniti. Guerra ibrida fu la strategia della tensione autoritaria e golpista degli apparati dello Stato negli anni sessanta e settanta . Guerra ibrida furono le bombe fasciste con mandanti nella NATO.
Se poi si vuol fare guerra ibrida nell’informazione, allora la volontà censoria e di caccia alle streghe è sfacciata. In Italia il 98% della carta stampata ed il 100% delle TV sono guerrafondaie contro la Russia e complici del genocidio israeliano in Palestina. Se questa ” informazione” è fallita, vuol dire che le sue bugie non hanno funzionato. Ora vogliono proibire e punire il dissenso sperando di fermare così la verità. Ma non ci riusciranno. “
Il presupposto da cui prende forma la ratio di questi provvedimenti è che gli italiani siano incapaci di decidere per se stessi, ovvero cade il principio di “individuo miglior arbitro per se stesso”, che sta alla base della stessa democrazia liberale. Se smettiamo di essere considerati individui razionali da Stato e UE, smetteremo di soggetti liberi e di diritto. Siamo davanti a un cambiamento di regime.
Chi in passato ha applaudito alla caduta del muro di Berlino, ha guardato con commozione le “Vite degli Altri”, adesso rischia di ritrovarsi con la Gestapo che lo spia dal suo stesso smartphone. Esattamente come avviene in Ucraina e come abbiamo denunciato più volte sulle pagine de l’AntiDiplomatico.







































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