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Piersanti Mattarella, Ustica, stazione di Bologna… “Ha stato Gheddafi!”

di Sergio Scorza

Sono letteralmente scioccato. Ho appena finito di ascoltare su Radio Popolare di Milano una buona ora di sconcertante monologo di Miguel Gotor in cui lo “storico”, nonché esponente del Partito Democratico, ha illustrato le funamboliche teorie complottiste contenute nel suo ultimo libro intitolato “L’omicidio di Piersanti Mattarella. L’Italia nel mirino: Palermo, Ustica, Bologna (1979-1980)“.

Peraltro, il giornalista in studio non lo ha mai interrotto con delle domande in grado di chiarire i tanti salti logici del discorso di Gotor, che ha esposto il suo teorema senza mai essere disturbato.

In breve, Gotor, partendo dall’assassinio del presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella (che indica come “l’erede politico di Aldo Moro“), traccia una linea tra le “stratificazioni del potere italiano” soffermandosi sugli «ibridi connubi» tra neofascismo, massoneria occulta, mafia, “apparati deviati dello Stato” e…. udite, udite, la Libia di Gheddafi!

Gotor indica delle relazioni organiche tra l’omicidio Mattarella e le stragi di Ustica e di Bologna e mette tutto in relazione alla decisione degli Stati Uniti e della NATO di installare in Sicilia i missili Cruise contro la Libia e contro l’Unione Sovietica.

Non che non vi possa essere stata qualche relazione tra queste cose, ma la spiegazione che da Gotor è rigorosamente (e paradossalmente) monocausale: Gelli ha organizzato tutto ma su mandato di Gheddafi che era in combutta con i neofascisti italiani per via del comune “antisemistismo” e del suo peso specifico, politico e finanziario, nel quadro della così detta “prima Repubblica”.

Ovviamente sui rapporti di Gelli con gli USA e i milioni di dollari affluiti sul suo conto svizzero nemmeno una parola. Eppure è ormai di pubblico dominio il fatto che Licio Gelli fosse di casa negli Stati Uniti. Come è stradocumentato che, tra gli iscritti alla P2 c’era il capo della stazione CIA di Roma, Randolph Stone, ai cui ordini era il capo servizi segreti italiani.

Altrettanto acclarato il rapporto tra il servizio segreto USA e quello militare italiano (prima Sifar, poi Sid) nel quadro della pianificazione segreta “Stay Behind” (Gladio) che era nata, in funzione anticomunista, nel 1956, da un accordo tra CIA e SIFAR.

Anche il servizio segreto civile italiano (l’Ufficio affari riservati) aveva stretti legami con gli amerikani. A capo di quell’ufficio era Federico Umberto D’Amato che, nelle sentenze di primo grado e d’appello della Corte d’Assise di Bologna, confermate poi dalla Corte di Cassazione, è indicato come uno dei 4 mandanti, organizzatori o finanziatori della strage alla stazione di Bologna del 1980 insieme a Licio Gelli, Umberto Ortolani e Mario Tedeschi iscritto alla P2. D’Amato era in costanti rapporti con Gelli ma, sopratutto, era un uomo della CIA e aveva anche un filo diretto con l’FBI.

Ma di tutto ciò, nel teorema nuovo di zecca di Gotor, non c’è alcun accenno perché il collante che terrebbe tutto insieme – assassinio di Piersanti Mattarella, strage di Ustica, strage di Bologna – è soltanto Gheddafi, “antisemita“, “salvatore della Fiat” e “finanziatore dei neofascisti italiani“.

Mohammar Gheddafi, il quale, ovviamente, non potrà replicare alcunché né difendersi perché, dopo essere scampato miracolosamente alla morte in seguito al bombardamento USA del 1986 – che ne uccise la figlia di soli 15 mesi – è stato poi assassinato brutalmente nel 2011 dai “ribelli” finanziati da Francia e Stati Uniti.

Ci sarebbe da ridere se non fosse che stiamo parlando di due stragi che hanno causato 166 morti (più oltre 200 feriti) e dell’assassinio dell’allora Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella. Insomma, se credevate che il repertorio dietrologico e complottardo sulla recente storia d’Italia ne avesse già sparate di tutti i colori, sappiate che è un filone che non finirà mai di stupirci.

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