L’inutile piano di Trump
di Enrico Tomaselli
Per quanto riguarda il piano appena presentato da parte dell’amministrazione Trump, e che – si dice – sarebbe stato elaborato da Rubio, Witkoff e Kushner, e poi discusso con Kirill Dmitriev, a mio avviso è abbastanza evidente che si tratta di un tentativo di evitare in extremis il tracollo delle forze armate ucraine, congelando la situazione sul campo almeno per il tempo necessario a discuterne i termini. Un gioco già provato più volte da Washington, e più volte respinto da Mosca. Per quanto – ovviamente – il piano contenga elementi sempre più vicini alle richieste russe, le intenzioni statunitensi sono chiarissime ai leader del Cremlino. E infatti i primi commenti indiretti di Putin – nonché il contesto in cui sono stati rilasciati – lo dice molto chiaramente. Il presidente russo, infatti, si è recato in visita sul fronte nord, indossando la divisa militare, dove il capo di stato maggiore Gerasimov ha annunciato la cattura della città di Kupyansk (nella cui sacca rimangono accerchiati migliaia di soldati ucraini). Putin ha colto l’occasione per dichiarare che la leadership ucraina è una “banda criminale” (un modo neanche tanto sottile per dire che non è gente con cui si possa trattare) e che gli obiettivi dell’Operazione Militare Speciale devono essere assolutamente raggiunti. Insomma, il tentativo statunitense di affrettare – as usual – le cose, verrà respinto.
Ma proviamo comunque a esaminare i punti più significativi del piano, quali sono emersi sino a ora.
▪️A. Sicurezza e status politico dell’Ucraina
- conferma della sovranità dell’Ucraina.
- L’Ucraina riceve garanzie di sicurezza dagli USA, ma con condizioni.
- L’Ucraina sancisce la non appartenenza a blocchi militari e il rifiuto della NATO nella Costituzione, la NATO conferma che l’Ucraina non sarà mai membro.
- Il numero delle Forze Armate ucraine è limitato. [si parla di 600.000 uomini; a mio avviso comunque troppi perché la Russia possa accettare]
- L’Ucraina rimane uno Stato denuclearizzato.
▪️B. Questioni territoriali
- Crimea, Donetsk e Lugansk sono riconosciuti de facto come russi. [la Russia vuole un riconoscimento de jure, altrimenti resta aperta la porta a successive rivendicazioni]
- Kherson e Zaporizhzhia sono “congelati” sulla linea di contatto. [la Russia rifiuta qualsiasi congelamento del fronte; inoltre, questi due oblast sono stati costituzionalmente aggiunti alla Federazione Russa, quindi lasciarne una parte sotto controllo ucraino sarebbe impossibile]
- Parte dei territori diventa una zona cuscinetto demilitarizzata sotto controllo de facto della Russia. [non è chiaro se la zona demilitarizzata debba essere tra quella sotto controllo ucraino e quella sotto controllo russo, oppure all’interno di questa; nel caso, inaccettabile per Mosca]
- Entrambe le parti si impegnano a non modificare i confini con la forza. [i russi difficilmente si fideranno di un pezzo di carta, vorranno condizioni materiali che lo rendano impossibile per gli ucraini e la NATO]
▪️C. Accordi militari
- La NATO non schiera truppe in Ucraina.
- I caccia della NATO sono schierati in Polonia.
- Dialogo sulla sicurezza tra USA-NATO-Russia, creazione di un gruppo di lavoro americano-russo.
- La Russia fissa giuridicamente la politica di non aggressione verso Ucraina ed Europa. [ammesso che abbia un qualche valore, la cosa dovrebbe essere reciproca, non unilaterale]
▪️D. Blocco economico e ricostruzione dell’Ucraina
- USA ed Europa lanciano un grande pacchetto di investimenti per la ricostruzione dell’Ucraina.
- 100 miliardi di dollari di attivi russi congelati destinati alla ricostruzione dell’Ucraina; gli USA ricevono il 50% dei ricavi. [siamo alle comiche; non solo il paese che ha vinto la guerra dovrebbe pagare la ricostruzione di quello che ha perso, ma addirittura gli utili andrebbero al paese che ha provocato la guerra!]
- L’Europa aggiunge altri 100 miliardi.
- Altri attivi russi congelati saranno destinati a progetti congiunti americano-russi. [vedi commento precedente]
- Creazione di un Fondo per lo sviluppo dell’Ucraina, investimenti in infrastrutture, risorse, tecnologie.
▪️E. La Russia nel sistema mondiale
- Progressiva rimozione delle sanzioni. [progressiva? l’impianto concettuale è che la Russia è colpevole, una cosa che Mosca non accetterà mai]
- Ritorno della Russia nel G8. [sai quanto gliene frega…]
- Cooperazione economica a lungo termine USA-Russia.
▪️F. Questioni umanitarie
- Scambio “tutti per tutti”, ritorno di civili e bambini.
- Programmi umanitari, ricongiungimento familiare.
- Programmi educativi sulla tolleranza.
- Rifiuto dell’ideologia nazista.
▪️G. Energia e siti speciali
- Avvio della centrale nucleare di Zaporozhie sotto supervisione IAEA, elettricità divisa 50/50 tra Ucraina e Russia. [improbabile che Mosca accetti questa condizione, che non ha motivo di esserci]
- Gli USA aiutano a ricostruire l’infrastruttura del gas ucraina.
▪️H. Processi politici interni in Ucraina
- Elezioni entro 100 giorni dalla firma dell’accordo.
- Amnistia totale per tutti i partecipanti alla guerra. [amnistia per chi/per cosa? per chi ha commesso crimini di guerra? per chi ha rubato?]
▪️I. Esecuzione e controllo
- L’accordo è legalmente vincolante.
- Il controllo è affidato al Consiglio della Pace guidato da Donald Trump. [ancora una volta, il delirio d’onnipotenza di quest’uomo raggiunge vette stratosferiche; Mosca non accetterà mai di essere sottoposta al controllo di Trump]
- Violazioni comportano sanzioni.
- Dopo la firma, cessate immediato del fuoco e ritiro alle posizioni concordate. [dopo quale firma? se l’accordo – quali che ne siano i termini – comprende tutto il pacchetto delle misure da adottare, e la firma è quella che lo sancisce, è ovvio che sia così; se, com’è invece probabilmente nelle intenzioni USA, si intende firmiamo che discutiamo su queste basi, e intanto tutto si ferma, per la Russia sarebbe inaccettabile]
Insomma, troppe cose in questo piano sono lontane da ciò che Mosca vuole, e che sa di poter ottenere pienamente “con altri mezzi” (clausewitzianamente parlando…), perché possa essere considerata seriamente una base di discussione. Ciò a cui assisteremo nei prossimi giorni, quindi, è assai probabilmente il balletto delle pressioni perché Zelensky e gli europei si dicano d’accordo (una sceneggiata dall’esito scontato) e poi le pressioni su Mosca perché accetti il piano, almeno come base di discussione. In ogni caso, non ci sarà alcun cessate il fuoco nei prossimi giorni o settimane, al contrario vedremo cadere anche Mirnograd dopo Pokrovsk, vedremo arrendersi gran parte degli uomini chiusi nella sacca di Kupyansk, vedremo le forze russe avanzare negli oblast di Donetsk, di Zaporozhie, di Dnipropetrovsk… E quando sarà chiaro che lo scopo principale del piano – fermare l’avanzata russa – è fallito, verrà lasciato cadere nel dimenticatoio.
Purtroppo, l’unico modo che resta, per evitare che la capitolazione di Kiev rappresenti simbolicamente la sconfitta militare della NATO e degli USA, è rinfocolare il clima di guerra, con la NATO europea a guida tedesco-polacca che accentua riarmo e revanscismo anti-russo, e si erge – fucile al piede – come baluardo contro le eterne orde cosacche che l’occidente agita come minaccia, quando è pervaso dalla brama di impadronirsi di quelle terre.
Nulla di buono, sul fronte orientale.







































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