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marx xxi

L’economia di guerra parziale russa “tiene”, mentre l’Eurozona rallenta e la Germania scende in recessione

di Andrea Vento*

ucraina guerra.jpgNegli ultimi mesi Mosca sta evidenziando un ciclo economico in ripresa, ordinativi industriali in aumento e un regime di cambio controllato, al cospetto di una lieve ripresa dell’inflazione, un rialzo dei tassi e una riduzione del saldo commerciale.

* * * *

L’economia russa dopo la moderata, rispetto alle catastrofiche previsioni iniziali (-8,5%), recessione del -2,1% del 2022 e le prospettive di crescita per l’anno in corso dell’Outlook Fmi di luglio del 1,5% (tabella 1), grazie e non solo a un surplus commerciale positivo seppur in diminuzione (tabella 2), sembrerebbe evidenziare, benché non priva di criticità, una sostanziale tenuta, sia per l’anno in corso che nei due successivi.

Tabella 1: previsioni e dati definitivi in % anni 2022, 2023 e 2024 degli Word Economic Outlook Fmi

Tipologia di dati Previsioni 2022 Previsioni 2022 Definitivo 2022 Previsioni 2023 Previsioni 2023 Previsioni 2023 Previsioni 2024
Economic Outlook Fmi emesso a: Aprile 2022 Ottobre 2022 Luglio 2023 Gennaio 2023 Aprile 2023 Luglio 2023 Luglio 2023
Economia mondiale 3,6 3,2 3,5 2,9 2,8 3,0 3,0
Russia -8,5 -3,4 -2,1 0,3 0,7 1,5 1,3
Stati Uniti 3,7 1,6 2,1 1,4 1,6 1,8 1,0
Germania 2,1 1,5 1,8 0,1 -0,1 -0,3 1,3
Italia 2,3 3,2 3,7 0,6 0,7 1,1 0,9
Cina 4,4 3,2 3,0 5,2 5,2 5,2 4,5
India 8,2 6,8 7,2 6,1 5,7 6,1 6,3

 

Il deficit di bilancio e la strategia di ripianamento

Per Mosca, eventuali rischi potrebbero essere invece legati alla sostenibilità del deficit nel medio-lungo periodo, nell’eventualità in cui la solidità fiscale venga messa a rischio dalla riduzione delle entrate derivanti dal gas e dal petrolio nel caso dovessero scendere e permanere al di sotto della soglia di base fissata per la stabilità di bilancio. Situazione alquanto improbabile per il petrolio il cui prezzo, grazie alla convergenza strategica delineatasi in seno all’Opec+ sull’asse Mosca-Riyad, a seguito dei recenti tagli apportati alla produzione si mantiene da inizio luglio fra gli 80 e 100 $ al barile (grafico 1).

Stante la sostanziale solidità patrimoniale attuale della Federazione Russa, con riserve auree pari 2.330 tonnellate1 oltre a quelle monetarie, i deficit di bilancio, previsto dal ministro delle finanze per l’anno in corso al 2-2,5%2, vengono ripianati, come in passato, attingendo dal Fondo patrimoniale nazionale (NWF)3 senza particolari problematiche visto che il 1° aprile di quest’anno l’entità dello stesso ammontava a 154,5 miliardi di dollari, pari al 7,9% del PIL nazionale e, oltretutto, risultava in crescita di 7 miliardi, rispetto ai 147,2 del 1° marzo4.

Tabella 2: interscambio commerciale globale Russia anni 2020-23. Fonte: www.infomercatiesteri5

Interscambio commerciale Russia
  2020 Dati rilevati 2021 Dati rilevati 2022 Dati stimati 2023 Previsioni a maggio 2023 2023 Previsioni al 4/10/2023
Valore export totale (mld €) 301,1 431 495,4 418,9 386,7
Valore import totale (mld €) 206,9 257 228,8 236,5 279,1
Saldo bilancia commerciale (mld €) 94,2 174 266,6 182,4 99,2

Grafico 1: quotazione del Brent fra luglio e il 6 ottobre 2023.

grafico1 1uigv.png

Nonostante il rapporto deficit/Pil previsto per il 2023 risulti sostanzialmente in linea col 2,3% dello scorso anno, alla luce della ritorno alla crescita, il deficit di bilancio in valore assoluto, sulla spinta dell’aumento delle spese militari, registrerà a fine anno sicuramente un incremento, intorno ai 55 miliardi di $ (tabella 3).

Tabella 3: le spese di bilancio dello Federazione Russa nel I semestre 2023 in miliardi di $

  Uscite di bilancio Spesa militare % di spesa pubblica Deficit di bilancio Rapporto Deficit/Pil
I semestre 2023 dati rilevati 162 60,5 37,3% 29,3 (gennaio-luglio6) 1,8% (gennaio-luglio)
Anno 2022 dati rilevati       477 2,3%

 

La fase espansiva dell’economia russa

A conferma della fase espansiva evidenziata dagli Outlook del Fmi per l’economia russa per l’anno in corso, sussiste il trend dell’indice Pmi manifatturiero8 a settembre salito a 54,59 nonché da gennaio stabilmente al di sopra della soglia dei 50 punti, lo spartiacque fra espansione e contrazione dell’attività economica (tabella 4),

Tabella 4: valori dell’indice Pmi manifatturiero gennaio-settembre 2023 di Russia, Eurozona, Germania e Italia.

2023 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre
Russia10 52,6 53,6 53,2 52,6 53,5 52,6 52,1 52,7 54,5
Eurozona11 48,4 48,5 47,3 45,8 44,8 43,4 42,7 43,5 43,4
Germania 47,3 46,3 44,4 44,5 42,9 40,6 38,8 39,1 39,6
Italia 48,8 48,5 51,1 46,8 45,9 44,5 45,4 45,8 46,8

La produzione industriale russa, sta decisamente procedendo a ritmo sostenuto con i nuovi ordinativi che hanno registrato il maggior incremento dal gennaio 2017. La fase industriale espansiva risulta sospinta dalla domanda interna, in particolare dagli ordinativi pubblici indotti dallo sforzo bellico e, seppur in minor misura, anche da parte della domanda privata, in crescita grazie all’aumento delle retribuzioni, mentre hanno registrato solo un modesto incremento gli ordinativi esteri a causa di un contesto geoecomico avverso sui mercati occidentali a seguito delle sanzioni. In Russia la domanda di input produttivi sta sensibilmente aumentando a seguito del ripristino delle scorte di armamenti necessari a garantire la difesa e a sostenere l’impegno militare sul fronte ucraino, oltre che a soddisfare la domanda privata. Conseguentemente negli ultimi trimestri sono aumentati sia l’occupazione, che ha raggiunto il valore più elevato dal novembre 2020 e registrato il più elevato tasso di crescita degli ultimi 23 anni12, sia i salari, sull’onda dell’incremento della domanda di lavoro13. In trend decrescente, il tasso di disoccupazione si è quindi attestato al 3,1% in estate.

L’andamento dell’economia russa per il 2023 è conseguentemente certificato in fase espansiva da tutti gli Outllook del Fmi: dal + 0,3% di gennaio, al + 0,7% di aprile fino all’1,5% di luglio (tabella 1) in attesa di quello in ulteriore crescita di ottobre, stimato intorno al 2%, con previsioni per il 2024 del 2,3%, secondo i dati del governo russo diramati a metà settembre14, mentre la Banca Centrale russa, confermando la sua tradizionale prudenza, indica un aumento del Pil fra 0,5% e 1,5%15.

 

Il rallentamento economico dell’Eurozona con recessione della “locomotiva tedesca”

L’andamento economico dell’Eurozona risulta invece in chiara fase di rallentamento a causa delle ricadute negative delle sanzioni alla Russia, del Piano REPowerEU, dell’aumento del costo dell’energia, dell’inflazione e, soprattutto, del rialzo dei tassi. La variazione del Pil è già risultata non positiva in Germania (0,0%) e Italia (-0,3%)16 nel secondo trimestre 2023, con aspettative analoghe per il terzo, le quali, nel caso fossero confermate, decreterebbero lo stato di recessione tecnica per le due principali manifatture europee. Inoltre, le previsioni della Commissione Europea di contrazione del Pil dello -0,4% per Berlino a fine anno, conclamerebbero lo stato di recessione della “locomotiva tedesca”, situazione che, sempre secondo la Commissione, produrrà inevitabili ripercussioni sull’intera economia dell’Eurozona, prevista in rallentamento a +0,8% a settembre dal precedente 1,1%17. Tendenza quest’ultima, in linea con le previsioni che scaturiscono dai valori del indice Pmi degli ordinativi della manifattura che nell’Eurozona risultano in chiara fase declinante con lo stesso indice sceso dal 48,5 di febbraio a 43,418 di settembre (tabella 4), il valore più basso dal 201219. Particolarmente critica la contrazione dell’industria tedesca, principalmente a causa della perdita di competitività prodotta dall’aumento del costo dell’energia, dopo la rinuncia al conveniente gas russo col piano REPowerEU e il sabotaggio dei gasdotti del Baltico, come certificato dalla contrazione dell’indice Pmi passato dal 47,3 di gennaio al 39,1 di agosto, poi leggermente risalito al 39,6 di settembre. Valori corrispondenti ad uno stato di recessione.

 

Inflazione, quotazione del rublo e manovra sui tassi

Il tasso di inflazione in Russia, dopo essere stato in doppia cifra dall’inizio dell’escalation militare fino a febbraio 2023, dal mese successivo ha registrato una marcata contrazione fino ad una media mensile intorno al 3%, addirittura 2,3% ad aprile, per poi risalire a luglio al 4,3%20, al 5,2%21 ad agosto e al 5,5% a settembre. Un valore non particolarmente elevato per un Paese sotto sanzioni e impegnato in un conflitto militare, nonché fino a due mesi or sono sostanzialmente in linea con quello dell’Eurozona, quest’ultimo attestatosi al 5,2% a luglio e al 5,3% ad agosto, per poi ripiegare sotto il rialzo dei tassi da parte della Bce, ormai giunti al 4,5%, ad un valore previsto del 4,3%-4,5%22 a settembre23.

A fine febbraio dello scorso anno l’avvio dell’operazione militare speciale russa e le prime tranche di sanzioni, comprendenti il congelamento delle riserve della Banca Centrale russa depositate presso Usa, Germania e Francia, hanno immediatamente creato un clima di sfiducia nei confronti anche della valuta russa, la quale ha inevitabilmente subito un rapido deprezzamento che l’ha portata a quasi dimezzare il suo valore in un mese, dai 77 rubli per 1 dollaro dell’11 febbraio ai 134 rubli dell’11 marzo, subendo addirittura una svalutazione del 30% il solo 28 febbraio (grafico 2).

Grafico 2: andamento cambio dollaro-rublo fra dicembre 2021 e 5 ottobre 2023

grafico2 1.png

Nell’intento di arginare la grave situazione finanziaria, la Banca Centrale di Russia (Bank of Russia) ha tempestivamente introdotto i seguenti provvedimenti straordinari: il raddoppio dei tassi dal 9,5% al 20% (grafico 3), il sostegno alla propria moneta tramite le non indifferenti riserve in valuta estera all’epoca ancora disponibili, visto il congelamento di circa la metà dei 642 miliardi di $, ma soprattutto, l’obbligo per i cosiddetti “paesi ostili” di provvedere al pagamento degli acquisti di materie prime e prodotti energetici in rubli. Quest’ultimo provvedimento, appurata la scarsità di rubli in circolazione sui mercati internazionali, è stato attuato imponendo agli operatori stranieri dei 37 Paesi che avevano comminato le sanzioni a Moca, di aprire un conto speciale nel quale versare il corrispettivo in dollari o euro, poi convertiti dalla Banca Centrale in rubli per procedere all’espletamento dei pagamenti. Nella sostanza, quest’ultima vende i rubli necessari ad onorare le transazioni, acquisendo preziosa valuta straniera.

Grafico 3: tassi d’interesse della Banca Centrale russa fra febbraio 2013 e settembre 202324

grafico3.png

Le misure adottate dalla Governatrice Elvira Nabiullina sono riuscite nel breve termine non solo ad evitare il collasso del rublo, ma anche a sospingerne il corso verso il rialzo, arrivando a toccare i 52 rubli per un dollaro il 30 giugno 2022. Rivalutazione trainata, oltre che dall’aumento della domanda di rubli indotta dalle nuove regole, anche dall’incremento delle entrate dell’export, sostenute dal forte rialzo delle quotazioni del petrolio e soprattutto del gas (grafico 4 – tabella 2).

L’assestamento dell’inflazione intorno al 12-15% e il cospicuo aumento del valore dell’export ha, quindi, indotto la Banca Centrale russa già a partire da aprile 2022 ad intraprendere una rapida riduzione dei tassi25 dal 9,5% di giugno, all’8% di luglio26 fino al 7,5% di settembre (grafico 2), nell’intento di ridare fiato agli investimenti. Conseguentemente, dall’estate 2022 il rublo ha subito un lento ma costante processo di svalutazione, favorito anche dalla riduzione del surplus commerciale (tabella 2), il quale, nonostante il rialzo dei tassi all’8,5% di luglio scorso, è arrivato ad cambio di 102 per dollaro il 10 agosto (grafico 2), data in cui, in base a quanto precedentemente comunicato, la Banca Centrale russa avrebbe cessato gli acquisti di valuta straniera a sostegno della propria divisa. A questo punto, il 15 agosto, la Governatrice Nabiullina è intervenuta con nuove misure di sostegno, le cui ricadute prevedevano orizzonti temporali diversificati: nell’immediato, un nuovo rialzo dei tassi al 12,0%27 (grafico 3) i cui effetti hanno rapidamente riportato il cambio col dollaro sotto quota 100 (grafico 2) e, in prospettiva, ha avviato il progetto del rublo digitale con l’obiettivo di effettuare transazioni internazionali aggirando le sanzioni contro il proprio sistema bancario. Alla riunione della Banca Centrale russa era presente anche il ministro delle finanze, nel cui ambito ha presentato un piano di misure indirizzate agli esportatori nazionali concernenti, fra le varie, l’obbligo di rimettere in circolazione all’interno del Paese fino all’80% dei guadagni ottenuti dalle vendite in valuta estera, al fine di evitarne la tesaurizzazione e l’impiego oltreconfine. In sostanza la ripresa, seppur non drammatica, dell’inflazione sommata al deprezzamento del rublo ha indotto la Banca centrale ad intervenire prontamente sin da agosto.

Grafico 4: andamento della quotazione del gas sul mercato TTF fra ottobre 2021 e 3 ottobre 2023

grafico4.png

Bank Rossii28, la Banca Centrale russa, nel suo comunicato al termine della riunione di Ferragosto ha specificato le finalità dei provvedimenti adottati: “La decisione della Banca di Russia è volta a plasmare le condizioni monetarie e la dinamica complessiva necessarie per riportare l’inflazione al 4% nel 2024. Andando avanti, nel suo processo decisionale sui tassi chiave, la Banca di Russia terrà conto delle dinamiche dell’inflazione effettiva e attesa relative all’obiettivo e ai processi di trasformazione economica, nonché dei rischi posti dalle condizioni interne ed esterne e dalla reazione dei mercati finanziari”29. Conseguentemente a tali linee di politica monetaria e di controllo dell’inflazione, la Banca Centrale russa ha apportato un ulteriore ritocco, innalzando il 15 settembre il tasso al 13% (grafico 3), sostenendo il corso della propria valuta, la quale infatti si è mantenuto sotto la soglia di conversione dei 100 rubli per dollaro (grafico 2).

Secondo l’analisi del sito specializzato teleborsa.it30, la Banca Centrale russa avrebbe adottato efficaci politiche di gestione della propria valuta tramite un regime di “cambio controllato” che ha generato un rafforzamento del rublo di fronte al clima di sfiducia creatosi a fine febbraio 2022. Le prime misure di emergenza adottate in quella fase, come visto, avevano scongiurato il crollo del rublo, mentre successivamente è stato necessario pilotarne il cambio al fine di stabilizzare il mercato, tramite un deprezzamento governato, in modo da farlo scendere a livelli tali da massimizzare i proventi in rubli derivanti dalle esportazioni, oltre a disincentivare le importazioni, le quali non casualmente nel corso del 2022 hanno registrato una diminuzione rispetto all’anno precedente (tabella 2).

La situazione economico-finanziaria della Russia, dal febbraio 2022 ad oggi, a nostro avviso è stata inquadrata efficacemente, e fuori da preconcetti ideologici, dall’economista Chris Weafer, profondo conoscitore della Russia dove ha lavorato per 15 anni anche in qualità di Chief Strategist alla Sberbank, la principale banca russa: “Mentre le sanzioni eroderanno la crescita economica a lungo termine, il rublo recentemente più debole non implica una crisi economica di fondo, non suggerisce che la Russia stia per cadere in un precipizio. Anzi, fino ad ora il declino del rublo ha soddisfatto il governo perché ha aumentato la quantità di rubli per ogni dollaro di entrate energetiche, aiutando il Cremlino a mantenere la spesa per i programmi militari e le agenzie governative. In generale possiamo dire che la debolezza generale era pianificata, ma è andata oltre le aspettative, e per questo la Banca Centrale è intervenuta per aumentare i tassi di interesse”31.

Sulla scorta della nostra analisi, sembrerebbero dunque piuttosto improbabili tracolli dell’economia, della valuta e del bilancio statale della Federazione Russa, la cui economia di guerra parziale, adottata gradualmente nell’ultimo anno e mezzo, sta facendo fronte sia allo sforzo bellico, con le spese militari che nel primo semestre di quest’anno sono salite al 37,3% delle uscite di bilancio, ma solo al 5% del Pil (grafico 5), sia alle undici tranche di sanzioni comminate dall’Occidente globale a partire dal 22 febbraio 2022, giorno successivo al riconoscimento delle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk da parte di Mosca. Draconiani provvedimenti restrittivi che sino ad oggi hanno tuttavia creato maggiori ripercussioni negative nei Paesi Ue di quanto non sia al momento avvenuto in Russia, come emerso anche dalle nostre analisi precedenti323334.

Grafico 5: l’incidenza percentuale delle spese per la difesa sul Pil in Russia dal 2000 ad oggi

grafico5 iuvbgy.jpg

 

Conclusioni

Di fronte al totale fallimento della controffensiva ucraina e alle pesanti ricadute sulle economie occidentali, europee in primis, anche il fronte del sostegno incondizionato alla guerra ad oltranza, iniziato già in estate a vacillare a seguito delle dichiarazioni del capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Statunitensi, Mark Milley, sulla tenuta delle linee difensive russe35, si è definitivamente incrinato in queste settimane, prima con la dichiarazione del governo polacco di cessazione degli aiuti all’Ucraina e poi con una serie di Paesi “sostenitori” che hanno iniziato a mostrare crescente insofferenza verso nuove forniture di armi a Kiev. In primis, l’accordo negli Usa fra democratici e repubblicani del 30 settembre che ha evitato lo shutdown, il blocco delle attività della Pubblica amministrazione, col quale questi ultimi, sempre più recalcitranti verso il proseguimento della guerra, hanno ottenuto lo stop a nuovi aiuti all’Ucraina. Oltre alla consolidata posizione avversa dell’Ungheria di Orban, la vittoria in Slovacchia alle presidenziali del 30 settembre dell’ex premier Robert Fico che in campagna elettorale aveva promesso la fine degli aiuti a Kiev, ha dato la stura a tutta una serie di dichiarazioni da parte di politici occidentali, fra cui quello del nostro ministro della difesa Crosetto, le quali indicano chiaramente che la stagione della guerra a oltranza è ormai in fase declinante sotto il peso dell’effetto boomerang delle sanzioni, le quali le stanno pagando i ceti popolari in Occidente, e della definitiva presa di coscienza in merito alla tenuta delle forze armate, dell’economia e del bilancio statale della Russia. Quest’ultimo, considerato in Occidente l’elemento di maggior debolezza di Mosca, in realtà nonostante l’incremento del deficit per l’anno in corso (tabella 2), verrà ripianato senza alcun problema sia quello relativo all’anno in corso, sia quelli dei due anni successivi, ricorrendo, come effettuato sino ad oggi, al Fondo patrimoniale nazionale (NWF).

La perversa strategia statunitense di fomentare e condurre guerre in giro per il Pianeta e poi di abbandonare il campo quando la situazione volge al peggio, lascandosi alle spalle Paesi disastrati, morti e instabilità politica, è evidentemente ancora la bussola alla quale si ispirano le amministrazioni di Washington nell’espletamento della loro politica di potenza. Per informazioni fresche in merito chiedere al popolo afghano, l’ultimo in ordine di tempo a subire il trattamento.

Il capolavoro statunitense è che nel caso della guerra incorso, il conto, oltre che il popolo ucraino, in termini economici lo pagano i ceti popolari europei al posto loro, come ha finalmente ammesso due giorni fa anche il nostro ministro dell’economia Giorgetti: “Il prezzo economicamente maggiore lo stiamo pagando noi. La guerra (evitando accuratamente di citare le sanzioni e il piano REPowerEU, ndr) ha generato un’esplosione di costi energetici che si è riflessa in un’inflazione trasferita poi su tutti i settori. Ciò ha generato una politica monetaria restrittiva per combattere l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse sta generando un processo recessivo”.

Il Re è finalmente nudo e sotto gli occhi di tutti.


* Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati

Note:
1 https://legrandcontinent.eu/it/2023/09/27/economia-russa-il-rublo-ai-livelli-piu-bassi-dallinizio-della-guerra/
2 https://interfax.com/newsroom/top-stories/93522/
3 NWF è un fondo sovrano controllato dal Ministero delle finanze fondato nel 2008 e composto dai proventi energetici accumulati negli anni.
4 https://it.marketscreener.com/quotazioni/azione/AEROFLOT-6494676/attualita/Il-Fondo-di-ricchezza-nazionale-della-Russia-e-aumentato-di-7-miliardi-di-dollari-a-154-5-miliardi-d-43436704/
5 https://www.infomercatiesteri.it/indicatori_macroeconomici.php?id_paesi=88#
6 https://www.reuters.com/article/russia-economy-budget-idUSL8N39O2TO
7 https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_10.01.2023_18.19_52610526
8 L’indice PMI (Purchasing Managers’ Index) è un indicatore macro-economico riferibile separatamente a 3 settori manifatturiero, dei servizi e delle costruzioni. Per risalire al PMI si svolge un’indagine su un campione di aziende alle quali vengono poste domande in relazione ai diversi aspetti come ad esempio l’andamento della produzione, gli ordinativi ricevuti, i prezzi, le aspettative future etc. Le risposte ottenute vengono poi riportate in forma statistica per cui l’indice PMI assumerà un valore compreso tra 0.0 e 100.0. I valori al di sopra del 50.0 indicano l’espansione del settore d’indagine, mentre i valori inferiori al 50.0 ne rivelano lo stato di contrazione. Gli indici PMI vengono  interpretati come indicatori dello stato di salute dell’economia, per questo hanno forte impatto sui mercati. 
9https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/pmi/2023/10/02/in-russia-migliora-il-manifatturiero-indice-pmi-a-545_a5ed57ae-7038-4dc0-a0c3-3c66ed2a8102.html
10 https://it.tradingeconomics.com/russia/manufacturing-pmi
11 https://lab24.ilsole24ore.com/recessione-dati-grafici/
12 https://it.marketscreener.com/notizie/ultimo/Russia-balzo-Pmi-industria-su-crescita-domanda-interna–44962823/
13https://www.milanofinanza.it/news/russia-l-indice-pmi-manifatturiero-sale-ai-massimi-dal-2017-202310021517082152
14 https://it.euronews.com/2023/09/16/leconomia-russa-e-sullorlo-dellabisso
15 https://www.veritaeaffari.it/economia/russia-banca-centrale-alza-tassi-dinteresse-al-13/
16 https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/economia/2023/07/31/nel-ii-trimestre-il-pil-italia-peggio-di-germania-e-francia_ada5fd26-cc27-4cae-a961-2c4842bf9f98.html
17 https://www.ilsole24ore.com/art/pil-ue-rivede-ribasso-stime-2023-europa-08percento-e-italia-09percento-AF2alXo
18https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/e20-a-settembre-indice-pmi-manifatturiero-in-lieve-calo-a-434-punti-rco-nRC_02102023_1026_224200049.html
19 https://borsaefinanza.it/pmi-crolla-la-manifattura-delleurozona-a-settembre/
20 https://it.tradingeconomics.com/russia/inflation-cpi
21 https://it.tradingeconomics.com/russia/inflation-cpi
22 oldionline.it/notizie/macroeconomia/inflazione-europa-2023#:~:text=Su%20base%20mensile%20i%20prezzi,aumento%20dello%200%2C3%25.
23 https://www.borse.it/articolo/ultime-notizie/inflazione-eurozona-invariata-ad-agosto-allarme-per-la-bce
24 https://it.tradingeconomics.com/russia/interest-rate
25 https://www.ilsole24ore.com/art/russia-banca-centrale-taglia-tassi-e-prevede-recessione-pil-dell-8-10percento-AE1NOHVB
26 https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/07/22/banca-centrale-russa-taglia-tassi-all8-nel-2022-pil-4/6_5e23f580-ca77-45dc-8ea6-b6a28547e073.html
27 https://www.global-rates.com/it/tassi-di-interesse/banche-centrali/4/interesse-russo-cbr-key-rate/
28 https://www.cbr.ru/eng/
29 https://www.milanofinanza.it/news/russia-la-banca-centrale-alza-i-tassi-al-12-per-salvare-il-rublo-pesano-l-inflazione-e-l-effetto-delle-202308151350496837?refresh_cens
30 https://www.teleborsa.it/Editoriali/2023/08/17/rublo-una-svalutazione-pilotata-1.html
31 https://www.quotidiano.net/cronaca/il-crollo-del-rublo-le-sanzioni-funzionano-e-ora-mosca-si-aggrappa-alla-moneta-digitale-28c20184
32 https://magazine.cisp.unipi.it/guerra-ucraina-un-primo-bilancio-delle-sanzioni-contro-la-russia/
33 https://cambiailmondo.org/2022/12/21/approvata-la-nona-tranche-di-sanzioni-alla-russia-nonostante-leconomia-italiana-vada-incontro-a-nuova-recessione-e-unulteriore-crisi-social/
34 https://codice-rosso.net/crisi-ucraina-solo-la-mobilitazione-popolare-puo-fermare-la-guerra/
35 https://strumentipolitici.it/americani-e-britannici-ammettono-le-capacita-dei-russi-e-limpasse-della-controffensiva-ucraina/

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