
UCRAINA: accordo o ripida discesa agli inferi, per tutti
di Vittorio Stano
...la PACE non può essere mantenuta con la forza. Può essere raggiunta solo con la comprensione (ALBERT EINSTEIN).
…Le vittime di una guerra, qualsiasi guerra, sono sempre i civili che non hanno colpe. Ecco perché la guerra è sbagliata in sé (GINO STRADA).
Nessuno può essere così folle da preferire la guerra alla PACE: con la PACE i figli seppelliscono i padri, con la guerra i padri seppelliscono i figli (CRESO, re della Lidia, 560-546 a.C.).
Il modesto attore ucraino giurò al suo popolo di voler ricucire i rapporti con la Russia e porre fine alla guerra nel Donbass, applicando quanto stabilito negli Accordi di Minsk.
Questo gli consentì un tondo 73% di preferenze alle elezioni presidenziali del 2019. Ma farà il contrario ! Dopo pochi mesi al potere, essendo finanziato da oligarchi del peso di Kolomojskyj *(1), si compatta sulle posizioni di estrema destra. Il suo governo premerà di nuovo sull’acceleratore dell’integrazione atlantica e della contrapposizione frontale alla Russia, irrigidendo ulteriormente la politica linguistica.
Oggi la maggioranza degli ucraini è convinta che il governo stia andando nella direzione sbagliata. Il limite di sopportazione del popolo ucraino sarà presto raggiunto. I russi continuano ad avanzare sui campi di battaglia, distruggendo le risorse energetiche dell’Ucraina, mettendo sotto pressione la popolazione di quel paese. Molti, nelle stanze del potere, temono un cedimento interno del paese più povero d’ Europa.
La “spensierata” classe dirigente ucraina sarà costretta, a breve, a capire l’ effetto delle proprie scelte e dei propri errori sulla trama degli accadimenti umani. Intanto , il “bel” risultato accumulato in due anni di guerra è la distruzione del paese, con le sue perdite umane e territoriali e il peggioramento della sua posizione al tavolo negoziale.
Dopo due anni di miraggi paghiamo tutti, e alto, il prezzo della verità: gli ucraini sono stati immolati sull’altare di una guerra invincibile che verrà ricordata da loro come catastrofe nazionale.
Il cinismo metodico della classe politica euroatlantica ha condotto l’incosciente leadership ucraina *(2) in un vicolo cieco. Lo sgomento ha preso Zelenskyj e i suoi vertici militari quando hanno dovuto prendere atto che i russi continuavano ad avanzare anche dopo aver ottenuto gli ambiti moderni sistemi d’arma occidentali. Chi ha soffiato sul fuoco dello scontro militare, boicottando nell’aprile 2022 ogni accordo diplomatico tra russi e ucraini nell’illusione di poter infliggere a Mosca una sconfitta strategica, ha condannato l’Ucraina a una tragica fine.
Ora, non solo l’Ucraina perderà la guerra, ma cesserà anche d’esistere nella sua forma pre-2022. Territorialmente smembrata, economicamente frantumata e umanamente prosciugata. Una generazione di giovani viene decimata al fronte.Come avrebbe potuto lo Stato più povero d’Europa, con meno di 31 milioni di abitanti in diminuzione *(3), vincere contro l’impero di cui ha fatto parte fino al 1991, una potenza nucleare di oltre 144 milioni di abitanti e 5 secoli di storia, non si può capire !
Il dramma continua anche contro gli interessi degli stessi paesi europei che hanno minato la salute e la prosperità delle proprie economie, specialmente di quelle manifatturiere, come quella tedesca e italiana: l’una dipendente dall’altra ed entrambe dipendenti dalle forniture a basso costo del gas russo.*(4)
Hanno ridotto l’arte della politica e della diplomazia a una crociata, anziché cercare inesauribilmente il compromesso tra interessi confliggenti. Capire il mondo oggi può essere difficile. Ma negarne ancora le cause che hanno scatenato l’incendio, equivale a non volerlo spegnere.
Noi Occidentali dobbiamo accettare l’esistenza di Paesi con ambizioni con interessi diversi da quelli contemplati dal punto di vista nordatlantico. Gli Stati Uniti non sono così forti da permettersi di ignorare le conseguenze che le loro azioni causano sulle altre nazioni. Come invece hanno potuto fare impunemente negli ultimi 30anni.
Gli Stati Uniti combattono contro i Russi per procura sulla pelle degli ucraini. Dopo l’eclissi dell’Unione Sovietica gli americani pensarono di plasmare lo spazio post-sovietico a immagine e somiglianza della visione americana dell’ordine, modellato sull’idealtipo della “città sulla collina” *(5) inglobando nei territori controllati dalla NATO l’ex Impero del Male. Praticamente la Russia doveva essere cooptata nel nuovo ordina a guida americana in analogia a quanto accaduto dopo la seconda guerra mondiale, quando la Germania sconfitta fu cooptata all’interno della neo-costituita Alleanza Atlantica per impedire che risorgesse come una minaccia alla stabilità europea.
Dopo 2 anni di conflitto sostenuto artificialmente in vita, l’Europa è al bivio. La strategia occidentale – puntare sulla vittoria militare sul campo, rifiutando qualsiasi negoziato, cioè compromesso, con la Russia – si è rivelata miope e irrealizzabile. Due strade si parano ora davanti:
1 accordo
2 ripida discesa agli inferi, per tutti.
Se alla fine prevarrà la ragione, la guerra d’Ucraina sarà per l’Occidente il risveglio traumatico al principio di realtà. La Russia è violentemente avversa a seguire la linea d’azione occidentale che la induce a seguire questa linea con la forza. L’alternativa è l’arte della diplomazia, da cui l’America da oltre 30anni cerca inutilmente e dispendiosamente di fuggire. La Storia ci insegna che questa fuga è impossibile. Gli USA saranno costretti a relazionarsi ai Russi sedendosi al tavolo negoziale.
Note :
*(1) Kolomojskyj: imprenditore e politico ucraino con passaporto israeliano e cipriota. È uno degli oligarchi più ricchi del paese. Accusato di frode multimiliardaria ai danni del fisco ucraino. Nel 2019 il potere dei suoi media, oltre che i finanziamenti diretti nella campagna presidenziale, fecero la fortuna del modesto e corrotto attore comico Zelenskyj. I Pandora Papers documentano che Zelenskyj è stato azionista di una rete di società offshore con srde nelle Isole Vergini Britanniche, Belize e Cipro, aveva ricevuto 41 milioni di dollari dalla Privatbank di Kolomoijskyj.
*(2)Incosciente leadership ucraina: non tutti i politici ucraini sono incoscienti. Oleksij Arestovic è un politico ucraino. È stato consulente personale indipendente del Capo di gabinetto dell’Ufficio di presidenza dell’Ucraina dall’1.12.2020 al 17.1.2023 e portavoce della delegazione ucraina nel Gruppo di contatto trilaterale sul Donbass dal 28.10.2020 al 22.2.2022. Nel 2022 dopo l’invasione russa si è fatto conoscere nel mondo per la sua previsione del 2019 di una guerra diretta con la Russia nel 2022. Il 17.1.2023 ha dato le dimissioni da consigliere esterno dell’Ufficio di presidenza dopo le polemiche seguite alle sue dichiarazioni, secondo cui un edificio di Dnipro crollato il 14.1.2023, sarebbe stato colpito da un razzo della contraerea ucraina, anziché da un missile russo. Il 15.10.2023 ha affermato che la controffensiva ucraina del 2023 è stata un disastro. Ha accusato Zelenskyj e i suoi comandanti militari di aver commesso errori strategici e di non essere riuscito a rompere le linee russe. Qualche giorno più tardi annuncia la candidatura alla presidenza ucraina. Ha preso posizione in sostegno della lingua russa in Ucraina. Arestovic è del parere che l’Ucraina è semplicemente un campo di battaglia e che si sta combattendo , nel suo paese, una guerra per procura a spese dei suoi connazionali. La guerra deve finire e alle prossime elezioni sarà un candidato alla presidenza del paese. Se viene eletto sosterrà la necessità di un negoziato tra Kiev e Mosca. Dialogare con Putin per lui è possibile e funzionerebbe. Putin vuole raggiungere obiettivi totalmente razionali, dunque è possibile fare dei compromessi altrettanto razionali.
*(3) abitanti in diminuzione: la popolazione ucraina nel 2024 si è ridotta a poco più di 37 mln. Nel 2023, dopo un anno di guerra i dati riportano che 8 milioni di persone avevano lasciato l’Ucraina per cercare protezione in Europa. In maggioranza donne e minori.
*(4) gas russo: Malgrado la retorica, la guerra ucraina finirà con un compromesso in quanto nessuno può vincerla davvero. Una volta sedato il conflitto, i tedeschi premeranno sui loro politici affinchè riallaccino i rapporti politici ed economici con la Russia. Specialmente in un mondo in cui l’America non è più arbitro indiscusso. La Germania ha sempre perseguito una relazione strategica con la Russia dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Il cancelliere Scholz ha annunciato una <<svolta epocale>>. Sarà il ritorno alla politica tedesca del “Wandel durch Handel”, il cambiamento attraverso il commercio? L’Occidente spera in un cambio di regime che rimuova Putin e porti al potere membri dell’élite moscovita filo-occidentale. L’Occidente dovrà chiedersi seriamente cosa succederà dopo questa guerra. La guerra in Ucraina è sintomo di una ampia riorganizzazione dell’ordine mondiale. Molti di noi speravano che la transizione da un ordine americanocentrico a un assetto multipolare avvenisse in modo pacifico e secondo i valori liberali, mediante modifiche consensuali. Non è stato così, purtroppo. Ora abbiamo Kiev che si sta dissanguando, milioni di cittadini sono emigrati, l’esercito manca di soldati e armi, l’arruolamento è imposto a forza, capacità e morale delle truppe sono logori. La controffensiva è fallita. Quella del presidente ucraino è già una guerra persa. Dovrà, a breve, farsi da parte. Zelenskyj è in rotta anche con il suo popolo: gli ucraini criticano l’autoritarismo della sua leadership. Aumenta la pressione popolare affinchè ponga fine alla guerra per via diplomatica, pressione che sarà avvertita anche da noi. La sconfitta di Kiev è anche una sconfitta per la NATO. La tattica di logorare l’esercito ucraino lasciandolo scontrarsi per mesi contro le posizioni di difesa russe ha dato i suoi frutti. L’obiettivo dei russi è decimare le truppe ucraine per costringerli a capitolare. Questa catastrofe porterebbe, probabilmente, a un esodo di massa dall’Ucraina che metterebbe a serio rischio i sistemi sociali europei. Questo porterebbe la NATO ad intervenire. Ci sarà quindi una escalation? Parigi già parla di inviare soldati in Ucraina, non a combattere i russi, ma a evitare una guerra civile. I francesi temono il buco nero ucraino che già sta causando a tutti notevoli sacrifici. È il momento quindi di congelare il conflitto. Conviene a tutti. Si porrebbe fine alla guerra. Si darebbe inizio alla ricostruzione di un’Ucraina devastata. Toccherebbe ai politici, non ai militari, lottare per il futuro dell’Ucraina. È da Putin e da Zelenskyj che dipende la fine della guerra. L’Europa è di fronte a una nuova sfida, caratterizzata da una militarizzazione ai fini di deterrenza. La globalizzazione cede il passo alla frammentazione. Molti paesi nel mondo vedono in questo l’emergere di un mondo multipolare, ma la politica occidentale non è al passo con questi eventi. La fine del conflitto in Ucraina dipenderà in ultima analisi dagli sviluppi di questo sconvolgimento. Infine, l’Occidente non avrà altra scelta che negoziare con Putin una soluzione condivisa per l’Ucraina e una nuova architettura di sicurezza europea. La politica dei paesi occidentali non deve concentrarsi sulla corsa agli armamenti e sulla deterrenza. Prima o poi l’Occidente dovrà riprendere i colloqui sul disarmo e i negoziati per la coesistenza con la Russia. Inoltre dovrà farsi garante , Germania in testa, della ricostruzione e della stabilità ucraine. In prospettiva l’UE riprenderà il commercio di materie prime con la Russia per mancanza di alternative. Già adesso è necessaria più pressione delle popolazioni europee affinchè ci si riavvicini al Cremlino. Le sfide del futuro, dal cambiamento climatico alle migrazioni, dalla crisi energetica alle epidemie, possono essere risolte INSIEME.
*(5) città sulla collina: è il mito politico delle origini inventato da storici statunitensi che vantano l’eccezionalismo americano, cioè un nazionalismo convinto della unicità della esperienza e della speciale missione “civilizzatrice” americana nel mondo, voluta addirittuara dal loro dio. Dio ama gli americani come se stesso. È l’idea della violenza redentrice, evocata da Truman per giustificare le bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki.
Comments
Non ne sono cosi sicuro. Secondo me gli Usa piuttosto mollano gli ucraini a ... Borrell..
Ci pensera' lui a mettere a posto Putin
A parte gli scherzi ho gia detto come la penso. I russi detteranno le condizioni e se gli ucraini insistono li metteranno in una condizione territoriale tale che la miseria senza speranza sara' la loro condizione per decenni. Siccome gli amici si vedono nel momento del bisogno l'europa trovera' il modo di evitare di legarsi al collo la pietra dell' ucraina residua e da ricostruire.
Pero'
Mi stavo giusto facendo un film.
I have a dream .... pardon, lo ha gia ' detto un'altro.
Ma questo non mi impedisce di avere incubi e sogni.
Non so se sia fattibile, a me non piacciono i popoli in miseria e sono convinto che neanche ai popoli piace vivere in miseria. Se i russi cominciassero a rivolgersi agli ucraini, alle persone ucraine, non al loro falso governo? Non a Eu o Usa, ma agli ucraini di se medesimi, la pelle e' la loro.
Stavo ricordando con amici che i nonni parlavano di volantini che buttavano dagli aerei alleati e tedeschi per opposti scopi.
Dire agli ucraini +/- ci rivolgiamo a voi visto che il vostro governo non e' piu legale (il comico e' in carica solo perche' lo ha deciso via condizione di guerra), volete davvero (voi, non gli Usa, l'Ue, gli azov ecc) che questa guerra sia portata ad estreme conseguenze? Parlatene tra voi e trovate definite interlocutori con cui sia possibile trattare, noi vogliamo le cose che sapete e possiamo offrire ... qui si possono sbizarrire tra gas a basso costo e altre condizioni commerciali di favore. Non l'elemosina, ma un aiuto che l'occidente non sara' mai in grado di dare.
Si capisce che non sono diplomatico o psicologo, c'e' gente che queste cose le studia e valuta se il potere politico ha intenzione di bypassare il comico, i suoi sponsor e i suoi scherani.
Oggi butta cosi, se fossi ucraino comincerei a pensare che oltre a non voler vedere crepare il figlio in guerra (e tenerlo in cantina come disertore) e' anche ora di pensare al prossimo inverno e a un futuro di decente sopravvivenza (anche per quello in cantina).
Se qualcuno cominciasse a seminare il seme di una possibilita' non e' detto che non germogli. Potrebbe anche non germogliare, ma una prova ... almeno.
Saluti