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sollevazione2

Referendum-farsa

Liberiamo l’Italia per l’astensione di massa

di LIt

Quello del 12 giugno non è un referendum, è una farsa. Una commedia dall’esito scontato che niente cambierà nel desolante panorama della “giustizia” italiana. Il quorum del 50% di partecipazione al voto verrà mancato alla grande e la consultazione sarà dichiarata nulla.

Tutti sanno che sarà così, a partire dagli stessi promotori (Lega e radicali) del referendum. Ma non sarà così solo perché i media non ne parlano, come dicono i sostenitori del “sì”. L’astensione sarà schiacciante per altri validissimi motivi.

Dopo due anni di dittatura pandemica, che ha portato all’annullamento dei diritti e delle libertà, negando ogni briciolo di giustizia a milioni di persone, adesso gli italiani si ritrovano davanti 5 stitici quesiti tecnici che parlano d’altro. Mai come in questo caso si avverte la frattura insanabile tra il Paese reale, che la giustizia se la vede negata ogni giorno, e quello “legale” di un regime che ne discute solo per regolare i conti al proprio interno.

Liberiamo l’Italia dice no a questa farsa. No a questo uso dei referendum popolari. No ad un gioco truccato che porterà solo a rafforzare il regime.

Giusto battersi per ridurre il potere della magistratura, ma questo è un obiettivo comunque irraggiungibile con i quesiti referendari del 12 giugno. Con la Seconda Repubblica, dunque da un trentennio, la magistratura si è consolidata come casta onnipotente al servizio della conservazione, oltre che come strumento di ultima istanza per la selezione di una classe dirigente che ha da essere la più servile del mondo.

Una grande riforma della giustizia, che ripristini i principi fondamentali della Costituzione repubblicana, riportando la magistratura al suo ruolo naturale, è certamente necessaria. Ma questo non può certo avvenire oggi, nell’epoca del potere tecnocratico, tantomeno con quesiti ispirati ad una logica di guerra per bande interna ad un regime che va invece rovesciato.

Per il voto del 12 giugno, Liberiamo l’Italia invita dunque all’astensione di massa.

In questo modo, non solo vogliamo esprimere il rifiuto di una consultazione referendaria che nulla ha a che vedere con il diritto alla giustizia delle persone comuni. Vogliamo anche dire basta ad un uso improprio dei referendum popolari.

Il referendum può essere un importante strumento democratico, spesso un momento di partecipazione attiva alla politica per tante persone. Al di là degli stravolgimenti successivi, così è stato anche in anni abbastanza recenti con i referendum sul nucleare e sull’acqua pubblica del 2011. Proprio per questo lo strumento referendario va difeso. Ma difenderlo significa proporre grandi questioni, grandi scelte che possano essere chiare al grosso degli elettori.

No, dunque, a quesiti troppo tecnici e troppo numerosi. No a referendum su questioni parzialissime e secondarie, spesso incomprensibili ai più. No a referendum già perdenti in partenza.

Uno dei principi della democrazia è che le scelte in campo debbano essere il più possibile chiare a chi è destinato a pronunciarsi. Lega e radicali hanno invece scelto la strada opposta. Ne pagheranno le conseguenze, come è giusto che sia.

Ma questa scelta colpisce al cuore lo stesso strumento referendario. Una responsabilità, quella che denunciamo con forza, che spetta in particolare ai radicali. Costoro, insuperabili nel porre le questioni secondarie, quanto abili a muoversi nei meandri di un regime che amano, sono i veri nemici del referendum popolare, che già in passato hanno contribuito a squalificare con delle lenzuolate di quesiti che hanno solo allontanato i cittadini dalle urne.

Stavolta la democrazia si difende non votando!

No alla farsa referendaria del 12 giugno!

Per il ripristino del diritto e dei principi della Costituzione del 1948!

La direzione nazionale di LiT

Comments

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Marco Baldini
Monday, 13 June 2022 12:26
Avete sbagliato entrambi.
Il compito dello Stato è quello di farsi capire da tutti gli aventi diritto al voto, soprattutto da quelli con cultura media e medio-bassa, non unicamente da politici e giurisprudenti.
I troppi e inutili referendum sono stati scelti male, esposti in modo tecnico, pubblicizzati frettolosamente in televisione e corredati da quella forma di stupidità abrogativa in base alla quale chi sceglie sì ad una legge deve votare no.
Perché privare le persone di un referendum p.es. sull'eutanasia e lasciar decidere
al popolo su questioni assolutamente formali e irrilevanti che potevano
essere discusse in Parlamento, dato che i parlamentari li paghiamo anche parecchio?
Ben venga l'astensione se serve a far capire ai piani alti che ci siamo stufati di questa situazione, ma purtroppo non servirà a nulla. Quello che otterremo sarà soltanto nuove spese per la carta dei referendum e per il lavoro degli scrutatori -
sempre se non avranno disertato anche loro per guardare la partita dell'Italia.
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Mario Paganini
Sunday, 12 June 2022 11:12
Concordo totalmente con quanto scritto da AlsOb
Il troppo cervellotico fa "fumare" il cervello ed annichilire il buon senso.
Oggi "spremi" le meningi per trovare un buon motivo per NON votare.
Domani ti "scoprirai allenato" per proseguire "nell'astensionismo responsabile".
Infatti, impegnandosi un pochetto, si trovano sempre dei buoni motivi per NON votare. Eh ... che dire ? Spiace per gli ingenui e per i sempliciotti che hanno pagato con lacrime e sangue conquistare il diritto di voto, sempre e comunque !
All'autore dello scritto è sfuggito un particolare, a mio modo di pensare, non marginale: per indire un referendum occorre raccogliere un "mucchio" di firme di cittadini, elettori. Quali consigli dare a costoro ? A chi chiedere la "patente" sull'opportunità di un referendum ?
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AlsOb
Tuesday, 14 June 2022 03:26
Non per deluderti ma è poco probabile che uno stato borghese classista si preoccupi di istruire e far capire certe cose alle classi inferiori.
Infatti per esempio in televisione passa solo quello che vogliono.
Se poi i rivoluzionari decidono per proteste più radicali posono proporre astensione sistematica da parte di quelli a cui lo stato non garantisce un buon reddito.
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Mario Paganini
Sunday, 12 June 2022 11:12
Concordo totalmente con quanto scritto da AlsOb
Il troppo cervellotico fa "fumare" il cervello ed annichilire il buon senso.
Oggi "spremi" le meningi per trovare un buon motivo per NON votare.
Domani ti "scoprirai allenato" per proseguire "nell'astensionismo responsabile".
Infatti, impegnandosi un pochetto, si trovano sempre dei buoni motivi per NON votare. Eh ... che dire ? Spiace per gli ingenui e per i sempliciotti che hanno pagato con lacrime e sangue conquistare il diritto di voto, sempre e comunque !
All'autore dello scritto è sfuggito un particolare, a mio modo di pensare, non marginale: per indire un referendum occorre raccogliere un "mucchio" di firme di cittadini, elettori. Quali consigli dare a costoro ? A chi chiedere la "patente" sull'opportunità di un referendum ?
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AlsOb
Thursday, 09 June 2022 05:53
Questa simpatica proclamazione suona come un giovanile ribellismo delle cause rivoluzionarie immaginative e oniriche di quattro amici disorientati al bar.
Tre sono le legittime opzioni comportamentali davanti ai referendum, ma giustificare la scelta dell'astensione sulla base della farsa dei referendum e della incapacità di intendere i quesiti abrogativi è patetico.
Per inciso la magistratura si è rafforzata come burocrazia di potere negli ultimi decenni perché è stata l'attore principale della rivoluzione colorata, che ha eliminato determinati partiti politici e introdotto una classe dirigente sostanzialmente incapace e adepta o prona al neoliberalismo fascista.
A ogni modo il giovanilistico proclama è irrilevante dato che non esiste né una sinistra significativa di massa a cui indirizzarsi , né soprattutto una volontà degli italiani, in particolare delle classi inferiori, di ascoltare e votare a sinistra, (eventualmente se ne andranno al mare o al parco di libera iniziativa), sia per le delusioni accumulate e sia per la non familiarità con una grammatica o ideologia distintamente e consapevolmente di classe.
Perciò i volenterosi ribelli autori del manifesto per l'astensione potrebbero estenderlo alle prossime elezioni, sulla base della stessa (s)logica, siccome non vi sarà alcuna affermazione di sinistra e le elezioni saranno una farsa borghese, meglio starsene a casa, in omaggio a tutti i lockdown.
(Non me ne voglia Marco Rizzo, che svolge un tentativo serio e ammirevole, ma in tempi difficili e pregiudicati da una poco onorevole storia recente dei partiti di sinistra, che indebolisce quella che sarebbe una necessità storica).
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