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contropiano2

Il documento degli ex M5S “L’ Alternativa c’è”

di *******

Primo manifesto di "L'alternativa c'è"

M5S exI nostri principi

● Ci sentiamo ancora collegati al programma elettorale col quale siamo stati eletti nel marzo 2018 nel M5S di allora e per il quale i cittadini ci hanno accordato la loro fiducia e riposto in noi la speranza di un cambiamento. Vogliamo restare fedeli a tutto questo e considerare il programma del 2018 come base di partenza per ogni ulteriore sviluppo.

● La nostra azione nasce in opposizione al governo Draghi, ma esprime una più generale opposizione ai governi ‘tecnici’ e al ‘vincolo esterno’ dietro cui si nascondono politiche neoliberiste che applicano il darwinismo sociale all’economia e alla vita delle persone.

● Mettiamo al centro della politica la persona, la comunità e l’ambiente, non il mero profitto. La politica, e dunque il controllo democratico, deve tornare a governare la cosa pubblica.

● La nostra collocazione è oltre gli schieramenti di destra e sinistra storicamente determinati, che non bastano più a interpretare la realtà, la cultura e i processi economici e sociali, né la geopolitica. Non ci interessano le vecchie etichette e le finte contrapposizioni che nascondono compromessi, interessi trasversali e grandi ammucchiate. Vale ancora il concetto: “Un’idea non è di destra né di sinistra. È un’idea, buona o cattiva”. Il nostro programma ha come riferimento il popolo sovrano – che è il primo attore dell’articolo 1 e dell’articolo 3 della Costituzione – e crede in un forte intervento dello Stato nella sfera economica e sociale.

La libera iniziativa economica è vitale per la nostra economia e va valorizzata, tutelata da monopoli ed eccessive concentrazioni di potere e sostenuta anche tramite il recupero della spesa per investimenti pubblici produttivi, così pesantemente ridotti dai pesanti tagli attuati dai vari governi.

● Nel volere fino in fondo che la nostra Repubblica rimuova gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana, intendiamo fare nostre le migliori acquisizioni culturali, politiche e giuridiche in tema di pari opportunità e di vita indipendente, dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità alle strategie che promuovono attivamente la parità di genere, fino alla solidarietà nel rapporto fra generazioni e fra territori.

● Vogliamo essere la sponda parlamentare di un più ampio movimento civile e sociale, per costituire un cantiere di discussione e azione con formazioni sociali, rappresentanti della società civile, corpi intermedi, associazioni di categoria del mondo del lavoro, dell’impresa, dei consumatori e del terzo settore. Un laboratorio di idee ed azioni che abbia sempre al centro l’essere umano quale entità civile e spirituale. Puntiamo a individuare, assieme ad altri soggetti, gruppi di persone autorevoli che compongano dei Comitati dei saggi sui temi chiave dell’opposizione. “L’Alternativa c’è” parte da punti fermi per aprirsi al dialogo libero anche con mondi lontani dal suo luogo di partenza, con chiunque voglia dare piena attuazione ai principi della Costituzione.

 

I nostri obiettivi

1. Vogliamo un’economia rinnovata, solidale e orientata al benessere umano, materiale, spirituale, e all’interesse pubblico così come a quello privato, purché questo non sia in contrasto con l’utilità sociale e non rechi danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

2. Chiediamo un piano straordinario di indennizzi, riqualificazione e defiscalizzazione in favore di tutte le piccole e medie imprese colpite dalle restrizioni Covid-19, il salario minimo garantito, la lotta al precariato e l’istituzione del reddito universale. Il traguardo è la crescita dell’occupazione, soprattutto giovanile, attraverso lo sviluppo di un servizio ambientale e della digitalizzazione. Particolare cura va rivolta al lavoro delle donne, particolarmente penalizzate dalla Crisi Covid.

3. Siamo per una politica ispirata a un genuino ambientalismo orientato all’armonia, fino a mettere in discussione i dominanti modelli di sviluppo. Il cosiddetto ‘New green deal’ tanto in voga è per molti un “green-washing” che perpetua l’approccio usa-e-getta e il consumo di risorse, la produzione di rifiuti, l’inquinamento e l’entropia dell’ecosistema. Inoltre: massimizzare l’efficientamento energetico, le comunità energetiche e l’indipendenza energetica, la decarbonizzazione, nonché l’economia circolare e gli investimenti per rendere i rifiuti una risorsa. Rilanciare l’impegno per l’acqua pubblica. Zero consumo di suolo e recupero degli edifici abbandonati in tutta Italia. Vivere in armonia con la natura vuol dire avere stili di vita più salutari. Va rispettata profondamente l’interdipendenza tra l’uomo e le altre componenti dell’ecosistema. poiché gli animali non sono oggetti, riconsiderando tutte quelle pratiche che causino sofferenze o pressioni ambientali non necessarie.

4. Il trend della privatizzazione dei servizi sanitari degli ultimi vent’anni va invertito con investimenti nelle 4P (1. Pubblico 2. Posti letto 3. Personale, 4. Prevenzione primaria). La fiducia verso le istituzioni sanitarie va ricostruita con la trasparenza, la digitalizzazione, la tutela della privacy dei pazienti e il benessere organizzativo per sostenere il merito e l’efficienza. Vanno ribilanciate le abnormi spese in marketing delle multinazionali del settore per favorire invece le spese in Ricerca e Sviluppo. Rispetto alla crisi Covid-19 va comparata la risposta del nostro sistema con i sistemi sanitari che hanno dato le migliori risposte nel mondo senza cadere in forme di “società del controllo” e hanno puntato su un’efficace rete di sanità di iniziativa, medicina territoriale e assistenza domiciliare. Va affrontato il tema dell’equilibrio fra competenza nazionale e regionale della Sanità. il PIL di spesa per la Sanità ‘pubblica dovrà essere elevato ai livelli di Francia e Germania.

5. Ribadiamo un “no” incondizionato alle politiche di austerity. Chiediamo la revisione dei vincoli di convergenza fiscale economici UE che da decenni concorrono a impedire la nostra crescita economica (dagli anacronistici parametri di Maastricht al loro sviluppo negli accordi successivi, quali quelli del Patto di Stabilità, del fiscal compact e dei regolamenti “six pack” e two pack” regola del 3%). Nel rifiutare strumenti dannosi ed inefficaci come il MES, ribadiamo la massima prudenza verso fonti di finanziamento gravate da condizionalità, specie in presenza di tassi di accesso al mercato particolarmente favorevoli. La Repubblica italiana deve riservarsi ogni mezzo occorrente per affermare senza interferenze la propria Costituzione a tutela dell’interesse pubblico e della collettività.

6. Affermiamo l’importanza del ruolo dello Stato nell’economia, nella tutela e nella promozione dei beni comuni, riportando nelle mani pubbliche tutti quegli asset strategici e i monopoli naturali che, attraverso le privatizzazioni, hanno arricchito pochi individui a discapito di tutti, a partire da Autostrade. Occorre rilanciare la funzione del credito con una banca pubblica degli investimenti e le banche del territorio. Serve garantire che al sistema bancario e finanziario italiano non sia impedita una funzione organica a questo fine, anche tutelando nelle sedi opportune il rilevante investimento che ha attuato in titoli di Stato italiani, difendendo questo interesse nelle riforme che potrebbero limitarlo o penalizzarlo (ad esempio, EDIS). Puntiamo a una piattaforma per far circolare le compensazioni fiscali e attivare nuova liquidità nell’economia reale.

7. Consideriamo della massima importanza il patrimonio culturale italiano, materiale e immateriale e del paesaggio italiani, di cui siamo eredi e custodi per le generazioni future, riconoscendo alla loro tutela il valore educativo e generativo che la Costituzione gli attribuisce espressamente.

8. Crediamo nella legalità e nell’onestà, anche intellettuale, da promuovere nelle istituzioni, nell’informazione e nella società, con un radicale contrasto alle rendite di posizione e ai legami d’interesse opachi, nonché alle mafie e al loro connubio con i poteri statali e sovrastatali. L’efficienza della Giustizia deve essere un obiettivo da perseguire senza però puntare alla privatizzazione della giustizia civile e della giustizia penale (mediante le depenalizzazioni). Va garantita la corretta gestione dei beni confiscati alla mafia e l’attribuzione a soggetti realmente capaci di renderli produttivi o che ne assicurino un uso destinato a finalità sociali. Rendere centrale nel paese la tutela dei diritti delle persone, siano essi diritti sociali, civili ed economici.

9. In campo Fiscale, vogliamo attuare una riforma fiscale che superi i salti troppo bruschi negli scaglioni delle aliquote per rendere il sistema più progressivo e neutrale. Bisogna migliorare il rapporto tra fisco e contribuente, dare la più alta protezione normativa allo statuto del contribuente, riformare la giustizia tributaria e perseguire la ‘tax compliance’.

10. Per la lotta alla burocrazia, intendiamo perseguire vere politiche di semplificazione amministrativa raggiungendo due obiettivi: ridurre gli oneri di natura burocratica per i cittadini e per le imprese; riorganizzare i procedimenti che conducono all’emanazione dei provvedimenti amministrativi. Occorre aumentare l’efficienza, l’efficacia e l’economicità della P.A. attraverso le prassi migliori e razionalizzando molte norme inutili e frammentate con testi unici comprensibili che diano certezze.

11. La collocazione geopolitica dell’Italia dovrà essere più aperta al multilateralismo. L’ombrello istituzionale che ci lega ai trattati e alle organizzazioni internazionali di cui siamo parte deve affidare più spazio a un ruolo del nostro Paese che preveda più indipendenza e autonomia per l’Italia e l’Europa, similmente ad altri grandi paesi che hanno già ritagliato per sé scelte in controtendenza. Il tema non è più un tabù nemmeno nelle principali cancellerie europee e l’Italia ha una tradizione di protagonismo mediterraneo che conquistò spazi perfino dentro il contesto difficile della Guerra Fredda. Vale ancora oggi.

12. Consideriamo centrali Scuola e Università, da sottrarre ad ogni forma di precarietà e privatizzazione e da adeguare alla media europea in termini di finanziamenti pubblici inclusa la ricerca, fino ad almeno il 6% del PIL. Va superato il modello aziendalistico e verticistico per uno autenticamente ispirato ai principi costituzionali. Tempo pieno, contrasto alle povertà educative e inclusione. Inoltre: contrasto al precariato e valorizzazione della professionalità dei docenti, tutela del diritto allo studio.

Vediamo tanti nipoti di Thatcher che dicono ancora che “non c’è alternativa”.

Abbiamo un’idea e una fede diversa.

L’Alternativa c’è!


I Componenti di "L’Alternativa c’è" alla Camera dei Deputati:
Massimo Enrico Baroni, Pino Cabras, Emanuela Corda, Andrea Colletti, Paolo Giuliodori, Alvise Maniero, Maria Laura Paxia, Paolo Nicolò Romano, Francesco Sapia, Arianna Spessotto, Rosa Alba Testamento, Raffaele Trano, Andrea Vallascas.

Comments

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Paolo Selmi
Monday, 15 March 2021 08:27
Grazie mille Elena per la tua testimonianza,
scusami se ti rispondo solo ora, ma tra lavoro, DAD e tempo per il ripristino di tutte le funzioni vitali dell'intera famiglia, rese ancora più difficili grazie a questa ennesima chiusura, in piena continuità fra ministra grillina all'Istruzione e attuale passacarte, ti leggo solo ora.
Testimonianza preziosa perché di prima mano e perché raccoglie e sintetizza molti elementi che altrimenti passerebbero nel dimenticatoio, ricostruendo fatti ed eventi in maniera estremamente rigorosa.
La manipolazione grillina come noti, dopo aver creato con voi la necessaria massa critica, il minimo indispensabile a esistere e a muoversi a livello nazionale, ha fatto leva, da un lato, sulla "fidelizzazione" dei propri militanti, manco fosse un marchio commerciale, e sull'arrivismo e opportunismo di chi ha intuito, sempre commercialmente parlando, il potenziale del marchingegno così configurato in termini di ascesa nella scala sociale.
Neppure io riesco a essere così lucido nell'analisi. Da un lato, infatti, l'ondata nasce inizialmente sfruttando un malcontento ESSENZIALMENTE di sinistra, nato nella sinistra, che covava nella sinistra. Grillo l'avrò visto almeno due volte al Palasharp a Milano in occasione di quelle feste dell'Unità (e di Liberazione) che duravano due o tre settimane. E il palazzetto era gremito, quando parlava ancora delle acque minerali e del branzino con dentro lo spazzolino.
Grillo non nasce dal nulla, ma da quel personaggio simpatico e affabulatore che in piena solitudine esortava il variegato popolo di sinistra ad "aprire gli occhi". Questo prima della mutazione, ovviamente. Secondo me dovresti essere MOLTO più indulgente con te stessa, la mutazione è avvenuta non tanto prima di quando hai deciso di andartene. Probabilmente il disegno c'era già mentre tu spendevi tempo ed energie pensando di servire un'altra, ben più alta, causa. E questo fa incazzare, lo so. Ma non era venuto ancora fuori, quanto meno nelle proporzioni che sarebbero divenute quelle attuali.
Il mix micidiale avvenne con l'incontro fra il comico ma politico e il visionario ma smanettone, ovvero Casaleggio padre. Il primo riportò il secondo coi piedi per terra e sfruttò le intuizioni in termini di potenzialità date da una piattaforma online (così come il secondo vide nel primo la possibilità concreta di dare forma ai propri castelli in aria) per creare quello che poi è diventato il mostro attuale.
Oggi persino la proloco del mio paese ha una pagina FB e un sito, all'epoca loro trovarono praterie. In più, penso che sia stata l'illusione di INTERAGIRE, di partecipare online al "cambiamento", ad affascinare, scavalcando DI FATTO quelli come te che prendevan freddo ai gazebi la domenica mattina.
Scappo al timbro, ma il vaso di Pandora che sollevi pone interrogativi validi tutt'ora.
Grazie ancora e
Un caro saluto
Paolo Selmi
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Paolo Selmi
Monday, 15 March 2021 11:34
PS volante, proprio da pausa sigaretta. Le provocazioni di Grillo, i suoi spettacoli, raccolti poi in libri pubblicati da Feltrinelli (me ne è capitato uno sotto mano recentemente...), persino le trascrizioni delle sue apparizioni Rai, pubblicate da Avvenimenti ("settimanale dell'Altritalia", quello di Fracassi, su carta riciclata, con le illustrazioni in acquerello, ti ricordi? Ragazzi, che flash... e come sto invecchiando!)... insomma, tutto parlava a noi! All'epoca mica diceva "né di destra né di sinistra"!
Non era comunista neppure allora, anzi! Ma quando tirava in ballo lo spazzolino, la diossina, il branzino ecc. e altri suoi cavalli di battaglia, non faceva solo cabaret, e dava anche a me, che all'epoca pensavo più alla controriforma delle pensioni, ai tagli all'università (e agli aumenti delle tasse universitarie), alla prima guerra in Iraq, all'offensiva padronale su tutti i fronti e alla resistenza di Rifondazione, FIOM e sindacati di base, modo di pensare anche ad altri problemi, al momento ancora fuori dal mirino.
Poi ha fatto quel che ha fatto, e che hai così bene ricostruito...
Ciao
Paolo
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Fabio
Monday, 15 March 2021 15:42
Caro Paolo,
a fine anni '90 e primi anni 2000 ero un giovane simpatizzante (direi militante senza tessera) di Rifondazione Comunista. Ricordo molto bene uno spettacolo di Grillo dell'ottobre 2005. Già allora era evidente che mischiasse temi di destra con altri di sinistra, una cosa che se la guardavi bene era esattamente quel "criptofascismo" che dice Elena: oltre l'ecologia, c'era il tema della giustizia sociale ma che Grillo declinava in senso quasi corporativo, una robaccia che sarebbe piaciuta un casino ad un militante di CasaPound, con tanto di "Italiani", richiami all'ordine e alla disciplina e l'immancabile complottismo. Pensai "ok, niente a che fare con la satira intelligente e di sinistra à la Guzzanti.. Grillo è solo un comico qualunquista" etc. Ma iniziai a preoccuparmi di fronte alle assordanti risate del pubblico in risposta al sarcasmo da estrema destra di Grillo contro gli immigrati e contro Federico Aldrovandi. Non ci credevo. Sapevo che non mi trovavo insieme a gente di sinistra in un centro sociale, sapevo che ero in un palasport in mezzo al "popolo italiano" qualunquista e conservatore. Ma lì era saltato un tappo. Da quel momento anche gente che fino al giorno prima o non votava o votava a destra poteva sentirsi Che Guevara. Da quel momento la mentalità piccolo borghese qualunquista e conservatrice poteva sentirsi rivoluzionaria. Chiaramente una rivoluzione conservatrice anche se loro non lo sapevano. Una pericolosa stronzata conservatrice che risucchiò anche un casino di gente di sinistra nel nome di "Onestà e Legalità" e nel nome di stronzate tipo "non esistono idee di destra o di sinistra, esistono solo idee buone o cattive". E mi ricordo che era inutile ribattere con risposte tipo: "ma guardate che non è vero! il "buono" e il "cattivo" non sono categorie oggettive". Inutile. Il virus qualunquista era ormai partito. E tutto il consenso che in quel periodo aveva la Sinistra (per Sinistra intendo ovviamente a sinistra dell'allora nascente PD), un consenso figlio di Seattle '99, Genova 2001, Movimento Altermondialista, Forum di Porto Alegre etc.etc., un consenso e una partecipazione di Sinistra sempre più crescente.. tutto questa partecipazione di Sinistra incominciò esattamente da allora ad essere risucchiata in tutta Europa verso movimento populisti e qualunquisti e in Italia dal blog di Beppe Grillo e dal nascente Movimento Cinque Stelle.
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Paolo Selmi
Monday, 15 March 2021 19:00
"Il virus qualunquista era ormai partito."

E' vero Fabio... è stata una specie di egemonia all'incontrario. Invece di farla l'abbiamo subita. E più che un riflusso è stato un risucchio, un vortice che ha travolto e fagocitato tutto. Cosa è successo a sinistra del PD (e nello stesso ex-PCI-PDS-DS) dal 2000 al 2004? E ha spianato la strada ai grillini?

Già il fatto che quel comico si POTESSE (ovvero fosse accettato tranquillamente dai più, da quelli che vedevi ridere ai suoi spettacoli di fronte a battute sempre più sguaiate, sempre più estranee al perimetro in cui ti continuavi a ritrovare) qualificare egli stesso come PERSONIFICAZIONE di un soggetto politico, la dice lunga su quel qualunquismo dilagante, su quel tirare i remi in barca che giustamente noti. A me di quell'epoca era rimasta impressa un'uscita di Bertinotti che parlava della fine della categoria storica di imperialismo, e io tra me e me... "ca##o sta dicendo???" In questo senso, la "lista arcobaleno" (che non ho votato) viene da lontano, è stato l'ultimo atto di un disconoscimento di un modo di leggere la realtà, interpretarla, sottoporla a critica, elaborare alternative, in favore... di cosa? DI COSA? Macerie in cambio di nulla.

E Grillo tra quelle macerie (che ha contribuito anch'egli a creare, ma non era tutta farina del suo sacco, anzi!) ha attinto a man bassa, ha fatto il pieno, tra i nostri e non solo. Il Grillo degli ultimi spettacoli al Palasharp non era già più quello di dieci anni prima, quello stenografato da Avvenimenti. Aveva alzato il tiro, aveva capito che poteva puntare a un bacino più ampio, confondendo la politica con l'etica, mescolando cliché come quello del "nuovo" contro "vecchio" e vecchi slogan populistici in una forma inedita e difficile da decodificare, facendo giochi delle tre carte impensabili anche solo dieci anni prima, facendo emergere quello che realmente era (ed è).

E hai ragione anche quando ricordi che era "inutile ribattere", che si sentivan tutti dei Che Guevara a dire "o-ne-stà", è vero... mah, "it's a long way to the top if you wanna rock'n roll"...

Teniam duro
Ciao
Paolo
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Elena Sargiotto
Wednesday, 10 March 2021 16:37
Non vorremo cascare di nuovo nell'errore di considerare i firmatari di questo "manifesto" gente di sinistra e progressista?
Si svegliano ora, queste persone di sinistra, dopo che hanno tranquillamente digerito un governo con Salvini (terminato per volontà dell'alleato, non per loro decisione) e un altro con il PD, che non ha sostanzialmente alterato le politiche del precedente?
Dopo che hanno tradito tutte le cause civili e ambientali (Acqua Pubblica, Rifiuti Zero-No Inceneritori, NO TAV, per citare soltanto le principali) che avevano parassitato in campagna elettorale?
Si scoprono progressisti dopo i due decreti sicurezza sostanzialmente conformi al programma elettorale del M5S in tema di immigrazione?
Dopo che gli esponenti di spicco del loro partito (Di Maio e Di Battista, con la loro utile fittizia contrapposizione) sono stati selezionati tra i figli di funzionari del MSI, Movimento Sociale Italiano?
Chi scrive è un ex grillina della prima ora, dell'epoca del MeetUp.
Desidero ricordare, a chi non lo sa, che i MeetUp nacquero nel 2005 come gruppi di cittadinanza attiva. Grillo all'epoca respingeva - a parole - qualsiasi esortazione a fondare partiti e a entrare in politica. L'idea era che attraverso il MeetUp i cittadini potessero tenere il fiato sul collo ai loro "dipendenti", i parlamentari. Non era necessario, e anzi sarebbe stato un grave errore, una pericolosa contaminazione, entrare nel "palazzo", nella "stanza dei bottoni". La famosa "scatoletta di tonno" all'epoca puzzava e non bisognava affatto aprirla. Bisognava invece coinvolgere altri cittadini, portarli nelle piazze, far loro spegnere i televisori, fare controinformazione. Convertire un popolo di zombie pantofolari in cittadini attivi, comtagiandoli con il nostro entusiasmo, questa era la sfida propagandata (ma falsa).
Passammo così due anni in attività che erano apparentemente di nostra libera iniziativa, investendovi enormi energie, tempo e risorse, ingenuamente ignari di essere usati e di stare finanziando la costruzione di una platea elettorale. Grillo proponeva dei temi, ma poi ogni gruppo organizzava eventi, manifestazioni e incontri collegati ai problemi locali. Ci si radunava periodicamente in grandi assemblee cui partecipava anche il comico, si presentavano video ai suoi spettacoli, ma per il resto credevamo di essere autonomi.
Poi improvvisamente a luglio 2007 arrivò l'annuncio che in autunno Grillo avrebbe organizzato un grosso evento nazionale. Poco per volta ci furono trasmesse le informazioni, sulla data (8 settembre), sul nome dell'evento (V-Day ossia Vaffanculo Day) e sul contenuto (raccolta firme per il referendum Parlamento Pulito).
Non fu data ai gruppi nessuna possibilità di modificare né le coordinate né la sostanza. Prendere o lasciare. Alcuni gruppi accettarono con entusiastica unanimità, in altri ci fu un po' discussione, ma la maggioranza decise di partecipare. Quindi l'8 settembre 2007, dopo mesi di faticosa organizzazione a nostre spese, eravamo in piazza in quasi tutte le città italiane.
L'8 settembre 2007 (giorno del RESET, in cui la storia italiana è stata risettata all'indietro... e, attenzione, il processo potrebbe non essere oggi ancora finito...) le piazze traboccarono di folle. Alle dieci di sera c'erano ancora code, e i moduli per raccogliere le firme non furono sufficienti.
Otto giorni dopo, prima che potessimo riprenderci da un evento che ci aveva travolti e stremati, il 16 settembre 2007, sul blog di Grillo uscì il post intitolato "I Comuni ai cittadini
che diceva: " Ogni MeetUp, ogni gruppo può, se vuole, trasformarsi in lista civica per le amministrazioni comunali. I cittadini devono entrare in politica direttamente. [...] Dai Comuni si deve ripartire a fare politica con le liste civiche."
https://www.ilblogdellestelle.it/2007/09/i_comuni_ai_cit.html
Il primo grande tradimento era compiuto.
I gruppi di quelli che si credevano cittadini attivi furono presi letteralmente d'assalto da persone che avevano compreso che Grillo stava offrendo la possibilità della scalata alla poltrona, a partire dai Comuni, ma di lì a poco anche alle Regioni e certamente poi anche più in alto. Gente che non aveva nessuna idea di bene comune assediò per mesi le sedi in cui i MeetUp si riunivano, e ancora di più le piattaforme virtuali, per accaparrarsi gli utenti. S'infiltrarono inoltre in tutti i comitati, le associazioni e i movimenti, a caccia di "roba da mettere nei programmi", notorietà e di futuri voti.
Tra i grillini della prima ora, pochissimi erano favorevoli alla metamorfosi o comunque a fornire sostegno a un progetto politico così imprevisto e campato in aria. Molti di noi, compresa la sottoscritta, cercarono di opporsi. Il MeetUp 13 di Torino di cui facevo parte dichiarò ai giornalisti, che di colpo erano passati dall'ignorarci totalmente al perseguitarci con domande di politica, che non intendevamo formare nessuna lista civica. Tentammo di continuare sul sentiero della cittadinanza attiva, ma era una lotta impari, anche perché alla raccolta firme del V-day si doveva dar seguito con il lungo lavoro della raccolta delle certificazioni. Così per un po' rimanemmo bloccati, senza forze per nuove iniziative. In ogni caso, era impossibile deviare un percorso evidentemente progettato e prestabilito dall'alto, non soltanto da Grillo, ma dalla Casaleggio, che da qual momento si palesò sempre più prepotentemente come deus ex machina, e dai suoi committenti, sui quali continuo a interrogarmi.
Io lasciai infine il MeetUp 13 a gennaio 2009, quando fu annunciata la nascita del sedicente movimento, in realtà partito aziendale, 5 stelle.
Tutto ciò che è avvenuto da allora non mi ha stupita. Ho cercato in varie occasioni di dissuadere militanti di sinistra o membri di veri movimenti, come i NO TAV, dal sostenere il Movimento 5 Stelle, senza successo. Non so quando arriverà il momento in cui tutti quanti saremo consapevoli di questo grande incantesimo, ma, sentendomi anche in colpa per la mia ingenuità della prima ora, continuo e continuerò sempre a mettere in guardia.
"Nè di destra né di sinistra", che è il motto grillino, significa "di destra". Nel migliore dei casi l'elettore del M5S è una persona tanto priva di cultura politica da non capire la differenza tra destra e sinistra, nel peggiore dei casi è un criptofascista, e nemmeno tanto cripto. In mezzo ci sono tante sfumature, ma non di rosso.

Elena Sargiotto
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Fabio
Monday, 15 March 2021 00:44
Pienamente d'accordo con te. Su tutto. Solo un suggerimento: non credere che vengano proposti su questo sito perchè considerati "di sinistra". Nonostante il nome di questo sito possa ingannare, in realtà vengono proposti qui appunto perché, come tu concludi, sono "di destra": una destra se vogliamo sociale, non liberista: alla fin fine "criptofascista" come giustamente sottolinei. Anche se non cosi esplicita, anche se in maniera sottile, la linea di questo sito è esattamente quella: complottismo, sovranismo etc.
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Elena Sargiotto
Wednesday, 10 March 2021 16:35
Non vorremo cascare di nuovo nell'errore di considerare i firmatari di questo "manifesto" gente di sinistra e progressista?
Si svegliano ora, queste persone di sinistra, dopo che hanno tranquillamente digerito un governo con Salvini (terminato per volontà dell'alleato, non per loro decisione) e un altro con il PD, che non ha sostanzialmente alterato le politiche del precedente?
Dopo che hanno tradito tutte le cause civili e ambientali (Acqua Pubblica, Rifiuti Zero-No Inceneritori, NO TAV, per citare soltanto le principali) che avevano parassitato in campagna elettorale?
Si scoprono progressisti dopo i due decreti sicurezza sostanzialmente conformi al programma elettorale del M5S in tema di immigrazione?
Dopo che gli esponenti di spicco del loro partito (Di Maio e Di Battista, con la loro utile fittizia contrapposizione) sono stati selezionati tra i figli di funzionari del MSI, Movimento Sociale Italiano?
Chi scrive è un ex grillina della prima ora, dell'epoca del MeetUp.
Desidero ricordare, a chi non lo sa, che i MeetUp nacquero nel 2005 come gruppi di cittadinanza attiva. Grillo all'epoca respingeva - a parole - qualsiasi esortazione a fondare partiti e a entrare in politica. L'idea era che attraverso il MeetUp i cittadini potessero tenere il fiato sul collo ai loro "dipendenti", i parlamentari. Non era necessario, e anzi sarebbe stato un grave errore, una pericolosa contaminazione, entrare nel "palazzo", nella "stanza dei bottoni". La famosa "scatoletta di tonno" all'epoca puzzava e non bisognava affatto aprirla. Bisognava invece coinvolgere altri cittadini, portarli nelle piazze, far loro spegnere i televisori, fare controinformazione. Convertire un popolo di zombie pantofolari in cittadini attivi, comtagiandoli con il nostro entusiasmo, questa era la sfida propagandata (ma falsa).
Passammo così due anni in attività che erano apparentemente di nostra libera iniziativa, investendovi enormi energie, tempo e risorse, ingenuamente ignari di essere usati e di stare finanziando la costruzione di una platea elettorale. Grillo proponeva dei temi, ma poi ogni gruppo organizzava eventi, manifestazioni e incontri collegati ai problemi locali. Ci si radunava periodicamente in grandi assemblee cui partecipava anche il comico, si presentavano video ai suoi spettacoli, ma per il resto credevamo di essere autonomi.
Poi improvvisamente a luglio 2007 arrivò l'annuncio che in autunno Grillo avrebbe organizzato un grosso evento nazionale. Poco per volta ci furono trasmesse le informazioni, sulla data (8 settembre), sul nome dell'evento (V-Day ossia Vaffanculo Day) e sul contenuto (raccolta firme per il referendum Parlamento Pulito).
Non fu data ai gruppi nessuna possibilità di modificare né le coordinate né la sostanza. Prendere o lasciare. Alcuni gruppi accettarono con entusiastica unanimità, in altri ci fu un po' discussione, ma la maggioranza decise di partecipare. Quindi l'8 settembre 2007, dopo mesi di faticosa organizzazione a nostre spese, eravamo in piazza in quasi tutte le città italiane.
L'8 settembre 2007 (giorno del RESET, in cui la storia italiana è stata risettata all'indietro... e, attenzione, il processo potrebbe non essere oggi ancora finito...) le piazze traboccarono di folle. Alle dieci di sera c'erano ancora code, e i moduli per raccogliere le firme non furono sufficienti.
Otto giorni dopo, prima che potessimo riprenderci da un evento che ci aveva travolti e stremati, il 16 settembre 2007, sul blog di Grillo uscì il post intitolato "I Comuni ai cittadini
che diceva: " Ogni MeetUp, ogni gruppo può, se vuole, trasformarsi in lista civica per le amministrazioni comunali. I cittadini devono entrare in politica direttamente. [...] Dai Comuni si deve ripartire a fare politica con le liste civiche."
https://www.ilblogdellestelle.it/2007/09/i_comuni_ai_cit.html
Il primo grande tradimento era compiuto.
I gruppi di quelli che si credevano cittadini attivi furono presi letteralmente d'assalto da persone che avevano compreso che Grillo stava offrendo la possibilità della scalata alla poltrona, a partire dai Comuni, ma di lì a poco anche alle Regioni e certamente poi anche più in alto. Gente che non aveva nessuna idea di bene comune assediò per mesi le sedi in cui i MeetUp si riunivano, e ancora di più le piattaforme virtuali, per accaparrarsi gli utenti. S'infiltrarono inoltre in tutti i comitati, le associazioni e i movimenti, a caccia di "roba da mettere nei programmi", notorietà e di futuri voti.
Tra i grillini della prima ora, pochissimi erano favorevoli alla metamorfosi o comunque a fornire sostegno a un progetto politico così imprevisto e campato in aria. Molti di noi, compresa la sottoscritta, cercarono di opporsi. Il MeetUp 13 di Torino di cui facevo parte dichiarò ai giornalisti, che di colpo erano passati dall'ignorarci totalmente al perseguitarci con domande di politica, che non intendevamo formare nessuna lista civica. Tentammo di continuare sul sentiero della cittadinanza attiva, ma era una lotta impari, anche perché alla raccolta firme del V-day si doveva dar seguito con il lungo lavoro della raccolta delle certificazioni. Così per un po' rimanemmo bloccati, senza forze per nuove iniziative. In ogni caso, era impossibile deviare un percorso evidentemente progettato e prestabilito dall'alto, non soltanto da Grillo, ma dalla Casaleggio, che da qual momento si palesò sempre più prepotentemente come deus ex machina, e dai suoi committenti, sui quali continuo a interrogarmi.
Io lasciai infine il MeetUp 13 a gennaio 2009, quando fu annunciata la nascita del sedicente movimento, in realtà partito aziendale, 5 stelle.
Tutto ciò che è avvenuto da allora non mi ha stupita. Ho cercato in varie occasioni di dissuadere militanti di sinistra o membri di veri movimenti, come i NO TAV, dal sostenere il Movimento 5 Stelle, senza successo. Non so quando arriverà il momento in cui tutti quanti saremo consapevoli di questo grande incantesimo, ma, sentendomi anche in colpa per la mia ingenuità della prima ora, continuo e continuerò sempre a mettere in guardia.
"Nè di destra né di sinistra", che è il motto grillino, significa "di destra". Nel migliore dei casi l'elettore del M5S è una persona tanto priva di cultura politica da non capire la differenza tra destra e sinistra, nel peggiore dei casi è un criptofascista, e nemmeno tanto cripto. In mezzo ci sono tante sfumature, ma non di rosso.

Elena Sargiotto
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