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lacausadellecose

Sui fatti del 9 ottobre a Roma

Note a margine a Green Pass e libero arbitrio

di Michele Castaldo

51572427360 945f373142C’è un fatto nuovo che inquieta il mondo politico, in generale, ma quello di sinistra in particolare, che consiste nell’assalto alla sede nazionale e storica della Cgil di Corso d’Italia durante la manifestazione contro l’obbligatorietà del Green Pass, sabato 9 ottobre a Roma. Che si tratti di un fatto importante è fuori di dubbio. Un fatto che va inquadrato nella dinamica della nuova fase storica e non come codicillo del vecchio ciclo della storia d’Italia e con esso il processo di accumulazione capitalistica, altrimenti rischiamo di catalogare la storia come una coazione a ripetersi e sempre allo stesso modo. Anche perché – si noti il “paradosso” – i manifestanti di Roma hanno assalito la sede della Cgil di Roma mentre a Trieste e a Monfalcone i portuali hanno manifestato contro l’obbligatorietà del Green Pass con cortei e fumogeni, e notoriamente la Cgil è stato da sempre il sindacato con il maggior numero di portuali iscritti rispetto agli altri sindacati.

Sintetizziamo in poche parole gli assalti alle Camere del lavoro del periodo che avviò poi la presa del governo da parte del partito fascista nell’immediato primo dopoguerra del secolo scorso: la Cgil sosteneva le posizioni del Partito Socialista che appoggiava l’Urss contro l’isolamento internazionale che le forze imperialiste cercavano di attuare per strozzare sul nascere la rivoluzione in quel paese che poteva (secondo i migliori auspici degli ideali comunisti del momento) estendersi ad altri paesi. Sicché la lotta – una lotta vera – era tra due tendenze, una era quella che interpretava la necessità di una ripresa nazionale dell’accumulazione capitalistica con lo sguardo verso il nord Africa, mentre l’altra rivolgeva il proprio sguardo all’Internazionalismo proletario interpretato dal Partito socialista italiano che occhieggiava all’Urss e ai paesi rivieraschi del nord Africa ricchi di materie prime di cui l’Italia necessitava.

Un ex socialista, interpretando il malessere di precisi settori sociali si fece portatore dei valori del nazionalismo contro quelli dell’Internazionalismo. Che si può così tradurre: egoismo di classi nazionali contro solidarismo di classi internazionali.

Sicché gli assalti alle Camere del lavoro, degli anni che precedettero l’ottobre del 1922, avevano un significato, per così dire, ideologico, sostenuto però da necessità e ambizioni economiche, per un nuovo sviluppo a danno delle colonie, e al suo interno l’egoismo di un ceto medio che sostenendo la borghesia italica avrebbe tratto giovamento. Un movimento che addirittura si richiamava all’Impero romano e che spaventò il proletariato rendendolo impotente fino al punto da portare alla scissione il suo partito che lo rappresentava.

Possiamo oggi dire la stessa cosa per la manifestazione che ha assaltato la Cgil? Ecco come va posta la questione. Dunque il professor Luciano Canfora che appiattisce l’aspetto formale della violenza verbale, simbolica e fisica ai contenuti politici e di prospettiva della fase attuale, mette sullo stesso piano fatti che muovono dal sottofondo che non hanno niente in comune fra di loro, se non gli aspetti, ripeto, formali e simbolici. E se vogliamo essere chiari fino in fondo dobbiamo dire che se hanno un aspetto in comune consiste nel rivendicare il diritto del libero arbitrio individuale oltre quello della sovranità nazionale. E “stranamente” rivendicano la stessa libertà individuale che rivendicano anche settori di lavoratori, oltre alcuni ambienti liberali, anarchici e di sinistra. Tanto è vero che sotto la sede della Cgil prima dell’arrivo degli squadristi c’era chi invitava Landini a dimettersi. E allora c’è veramente qualcosa da capire più in profondità.

Come sostengo oramai da alcuni anni, viviamo una fase di interludio torbido (che l’indiano Prem Shankar Jha scrisse che sarebbe sfociata in Il caos prossimo venturo) dove gli schemi del ‘900 non sempre si possono applicare alla realtà della nuova fase. In Green Pass e libero arbitrio ho sostenuto che la lotta per la libertà individuale, in modo particolare se sostenuta da determinati settori sociali, come nel caso di Roma, composta a maggioranza da ceto medio, nutre in sé il principio dell’egoismo individuale, o, se si preferisce, dell’atomismo occidentale, e dunque eurocentrico, che viene da molto lontano, dal Rinascimento e che oggi, proprio perché viene da molto, è molto stanco e per di più viene messo in crisi da un certo olismo orientale che è stato assimilato e travolto dalle stesse leggi economiche che vigono in Occidente, e che, da Marx in poi, abbiamo definito modo di produzione capitalistico.

Parliamo dell’oggi cercando di inquadrare correttamente la questione. È vero, c’è una preoccupazione negli ambienti dell’establishment per il fatto che oltre il 50% non abbia votato in questa ultima tornata elettorale e per questa ragione si teme che ci sia brace sotto la cenere. Siamo seri però, egregio professor Canfora: quello che si teme non è la rivolta contro il Green Pass da parte di una estrema minoranza nostalgica che intende mestare nel torbido, quello che realmente si teme è che la crisi generale del modo di produzione capitalistico possa sfociare in “torbidi” veri e propri, ovvero in moti rivoluzionari dagli esiti sconvolgenti, come seppe dire correttamente David Harvei all’inizio della pandemia, suggerendo addirittura a Trump di elargire sussidi di povertà a piene mani e di rinviare le elezioni presidenziali. Ecco la vera questione, e gli assaltatori di Corso d’Italia hanno tutt’altre preoccupazioni che sognare la grande Italia alla ricerca di un posto al sole del bel tempo che fu, cioè come negli anni ’20 del secolo passato.

Veniamo perciò a toccare un nervo scoperto e di difficile comprensione, come quello dell’assalto alla Cgil di Corso d’Italia a Roma. Ma come, viene assalito un luogo sacro della democrazia costituzionale italiana senza che ci sia stata una immediata mobilitazione del proletariato italiano? Come mai, perché? Maurizio Landini si scandalizza e si sbraccia per l’accaduto, ma non è in grado di capire le difficoltà che non sono sue, che ne è il riflesso, ma del proletariato occidentale che, raggiunto in concorrenza da quello dell’Est europeo e da quello asiatico, si mostra frastornato e incapace di reagire. In parole povere, non vede più la Cgil come sua diretta espressione. È questa l’amara verità. E se Landini rivendica al proprio sindacato e alla classe di riferimento di essersi fatta Stato negli anni ’70 del secolo scorso per sconfiggere il terrorismo rosso, lo Stato, quello vero che non è retto da poveri sprovveduti, lo ha ricompensato con una dimostrazione storica, ha protetto le istituzioni democratiche forti, cioè quelle che devono difendere i grandi interessi e tentare di tenere in piedi il sistema e gli interessi ad esso connessi, lasciando scoperte quelle deboli, fra cui la sede nazionale e storica della Cgil, alla mercé degli assaltatori, di un manipolo di qualificati squadristi, che impossibilitati ad aggredire l’obiettivo forte, hanno scaricato la loro rabbia nei confronti di quello debole e indifeso, quel sindacato maggioritario che sostiene insieme al governo Draghi l’obbligatorietà del Green Pass. E il povero Landini sbraita, ma che pretendi? Che la moderna aristocrazia ti difenda come propria istituzione e classe di appartenenza? Sia detto en passant: non ci vuole uno speciale stratega per capire che c’è stato un atteggiamento cinico dall’interno delle istituzioni poliziesche per lasciar sfogare la rabbia degli squadristi fascisti verso una sede sprovvista di ogni vigilanza. Vale ancora una volta il principio: i servi servono finché servono, e solo gli ingenui, anche a sinistra, possono gioire per l’assalto alla Cgil, senza capire che si sta picchiando un cane bastonato e incapace di rialzarsi. La Confindustria, e per essa il governo Draghi, mira in alto, ma punta in basso, cioè a scoraggiare le mobilitazioni di un certo tipo, e dunque maggiore ordine nei cortei e servizi d’ordine istituzionali e costituzionali, e le manifestazioni non autorizzate non si possono più tenere. La crisi è seria, basta giocare.

Per sabato 16 ottobre la Cgil ha deciso di scendere in piazza per quanto accaduto il 9 ottobre a Roma. Non abbiamo nessun dubbio che sarà una “grande” manifestazione, ma abbiamo più di una perplessità sul fatto che la Cgil possa all’improvviso risvegliare le sopite coscienze proletarie e tornare alle “gloriose” giornate in cui utilizzava il proprio servizio d’ordine che si faceva “Stato” contro l’estremismo di sinistra. Molta, troppa acqua è passata sotto i ponti, anche perché lo Stato, quello vero, è preso da preoccupazioni molto più serie, perché c’è un ambito della sinistra liberal chic che è contraria al Green Pass e pur non condividendo le mobilitazioni come quelle di Roma e l’assalto alla sede nazionale della Cgil, spera però che riesca a frenare la forza dirompente del governo Draghi, sostenuto dalla Confindustria e dalla stessa Cgil, sulla obbligatorietà del Green Pass. Il dramma vero è questo.

Infine qualche parola va dedicata a chi cede sempre alla teoria semplicistica del complotto. Si tratta di interpretazioni superficiali circa il modo di analizzare i fenomeni sociali. In certi casi si scrivono montagne di sciocchezze addirittura con la pretesa di valorizzarle da un punto di vista scientifico e, gratta gratta, compare sempre lui, il divino, il moloch, l’onnipotente che dietro le quinte ha tramato. La ragione di questo comportamento teorico e politico è molto semplice: non si vuole in alcun modo capire che quello che si muove in superficie è causato da una tempesta sotterranea, cioè di forze compresse che sprigionano energia. Così facendo si finisce molto spesso col vedere la realtà secondo i propri desideri. C’è chi vaneggia, a sinistra e in estrema sinistra, di una possibile conversione proletaria di movimenti che si sviluppano da tutt’altre necessità. Pazienza.

Chiariamo un volta per tutte un concetto: nel popolo è presente e vive un egoismo sociale che nel rapporto con i mezzi di produzione ha prodotto il dominio esplicitandolo in razzismo nei confronti della sua stessa specie, e lo persegue ancora oggi, anche se in forme diverse. Si tratta di un dominio istintivo e proprio per questo non in grado di correggere le stesse leggi che lo hanno travolto. Pertanto chi si fa attrarre sempre dall’idea del complotto nega l’impersonalità delle leggi che regolano gli attuali rapporti sociali, che rischiano di essere messe in crisi – al momento attuale – non da una rivoluzione, ma dalle conseguenze cui sono giunti quei rapporti che avranno necessariamente come sbocco una rivoluzione, che solo dopo la chiameremo tale, come dovette sperimentare lo stesso Lenin. Sicché pensare che il capitalismo si sia inventato una pandemia per controllare l’umanità è una grossolana sciocchezza. Pensare che il vaccino rappresenti solo la potenza contrattuale delle case farmaceutiche è vedere solo un aspetto, certamente minoritario dell’insieme delle questioni che gravano sul modo di produzione capitalistico.

E allora mettiamo le carte in tavola e giochiamo a carte scoperte. Scrivere che il mondo del lavoro è stato assalito da un manipolo di squadristi fascisti e dell’estrema destra, è un falso storico, perché il mondo del lavoro, in Italia e nel resto d’Europa, dopo che ha vissuto una stagione di vacche grasse, è stato impoverito, frammentato e ridotto all’impotenza dalle forze capitalistiche di tutti i ranghi, compresi una parte di quelli che hanno manifestato a Roma il 9 ottobre. Le ragioni sono tutte interne alle logiche dell’accumulazione del capitale che non sono per niente estranee alla sinistra che è stata seduta al banchetto per molti decenni, fino a candidarsi come espressione dell’establishment, ovvero degli interessi del grande capitale. È inutile far finta di niente. Pertanto l’attacco alla Cgil è l’espressione di settori sociali di ceto medio più colpiti dalla obbligatorietà del Green Pass, nei confronti dei quali non nutriamo nessuna simpatia, ma cerchiamo solo di spiegare le ragioni oggettive che li portano all’astio e pur non agendo in prima persona, come le immagini televisive mostrano, concordano nel loro intimo con l’azione dei facinorosi squadristi, pur se dichiaratamente fascisti, secondo il principio: chiunque tu sia, sei il benvenuto se supporti la mia causa. Si tratta di una meccanica chiara e chi non la capisce è perché si sforza di non capirla, perché non la vuole capire e fa appello al ritorno del passato storico che di nuovo aleggia all’orizzonte. No, quel passato non potrà ripetersi allo stesso modo, perché mai la storia si ripete allo stesso modo, tanto è vero che il Movimento 5 Stelle, nato come sovranista e antieuropeista, dunque nazionalista, si sta sciogliendo dai suoi presupposti originari per accomodarsi nelle comode poltrone europeiste e atlantiste.

Quanto al « fascismo male assoluto » per le infami leggi razziali, e sia. Ma signori, provate a confrontare 400 anni di schiavismo razzista bianco ancora praticato a piene mani nei confronti di una parte dell’umanità, quella di colore. Stabilito perciò che la storia non si ripete mai uguale a sé stessa, i fatti di Roma del 9 ottobre, come dei vari movimenti contro il Green Pass o i No vax, sono fenomeni del tutto secondari rispetto alla crisi generale dell’insieme del modo di produzione capitalistico che li provoca..

Sicché il buco nero, che certi critici di sinistra non riescono a vedere, è che il modo di produzione capitalistico si regge sulla produzione di valore o non si regge, ed è la produzione di valore ad essere messa in crisi dalle sue stesse leggi. E uno – centrale e perciò fondamentale – di questa crisi è costituito dal fatto che quelle leggi esasperano sempre di più il divario fra le classi arricchendo sempre di più i più ricchi e impoverendo sempre di più i più poveri. A farne le spese sono, oltre ad alcuni settori di operai, quei settori di ceto medio i cui interessi vengono assorbiti da quella nuova Aristocrazia 2.0 che Abravanel richiama nel suo libro di recente pubblicazione, o che Massimo Gaggi, in Crack America, definisce come evaporazione dell’ascensore sociale negli Usa, e che il filosofo Michael J. Sandel in La tirannia del merito indica come pericolo per la democrazia. Questo è il quadro reale al di là delle chiacchiere di tanti ciarlatani.

Ora che si rincorra a tutti i costi una ripresa della produzione del valore per aumentare i consumi lo provano, da un lato, la Cina che in questo periodo tenta di aumentare la possibilità di più figli a coppia per aumentare i consumi e, dall’altro, di centralizzare al massimo le risorse. Nella stessa direzione vanno gli Usa, con la riduzione degli aborti, e l’Europa che cerca di affrontare una caduta demografica molto seria con gli immigrati che disperatamente arrivano e vengono fatti arrivare.

Pertanto al professor Canfora e a quanti istigano la Meloni a isolare e tenere lontani dal proprio partito e movimento i facinorosi squadristi, come seppe fare il Pci nei confronti degli autonomi, ovvero prosciugare l’acqua per non far nuotare i pesci, vogliamo solo ricordare che l’acqua fu prosciugata da una legge, la 285, che fece assumere nella pubblica Amministrazione ben 500 mila giovani o comunque disoccupati. È veramente complicato oggi riammettere nelle stesse condizioni i settori di ceto medio falcidiati dalla crisi. Questo vuol dire che le lacerazioni sociali, gli astii, gli odii, la rabbia sociale cresceranno sempre di più e avranno esplosioni improvvise e sempre più violente. Questo è il senso di quanto è successo il 9 ottobre a Roma.

Detto altrimenti: tutte le mobilitazioni di questa fase sono l’effetto di un capitalismo che si sta avvolgendo la corda al collo e c’è una parte che si dà da fare perché non imploda e crolli. Noi non siamo fra questi.

Comments

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Raul Schenardi
Friday, 15 October 2021 18:04
Segnalo all'autore di questo penoso articolo un tweet del Pedante:
"Quelli che chiamate novacse sono finora l’unico diaframma che separa il capitale dal suo ultimo bottino: i vostri organi. Se vi reputate troppo intelligenti per aiutarli, godetevi almeno la loro fatica senza sputargli addosso". (Il Pedante, tweet del 25 agosto 2019)
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Emma
Thursday, 14 October 2021 17:14
Quanta profondità nell'articolo ! Uno legge legge e poi arriva alla fine e scopre , pur condividendo alcuni passaggi, che alla fine, chi non ci sta più , ossia i lavoratori e non i quattro fascisti lasciati fare per assaltare sotto i riflettori la sede della Cgil, dopo avere subito di tutto e di più negli anni della demolizione dei diritti e delle tutele a rigore di legge, sarebbero di aiuto al capitalismo perché non crolli ?
Ho capito bene ? Complimenti al compagno che ancora vive nella sua torre di avorio, spreme le meningi e propone di continuare sulla stessa strada che ha portato all'estinzione di una sinistra seriamente in lotta contro il padronato.
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Niko Demo
Thursday, 14 October 2021 14:27
''Detto altrimenti: tutte le mobilitazioni di questa fase sono l’effetto di un capitalismo che si sta avvolgendo la corda al collo e c’è una parte che si dà da fare perché non imploda e crolli. Noi non siamo fra questi.''

Voi non siete fra questi che si dànno da fare perché non imploda e crolli il capitalismo. .Va bene,ma quali sono le vostre proposte?
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Nemesis
Thursday, 14 October 2021 17:19
Di sicuro i sindacati confederali maggiori sono sempre parte integrata e integrante di coloro che si danno da fare affinchè questo sistema non imploda.

Tuttavia attardarsi ancora sulle valutazioni morali quali ceto medio, egoismo e bottegai è fuorviante in partenza. A mio parere è grave non riuscire a capire che questa misura colpisce il proletario, che deve accettare e basta, mentre il bottegaio scarica tutti i costi (monetari e non monetari) su clienti e lavoratori.

L'azione contro la CGIL è stata tempestiva per evitare il dilagare della protesta fra i lavoratori coartati alla vacicnazione sperimentale. A una CGIL "martire" significa far corrispondere un movimento di protesta di infami fascisti, egoisti e via andare con le insulsaggini moralistiche e astratte.

La miopia più grande di queste centrali di moralismo di sinistra è non capire che già oggi è dilagante il sentimento di rifiuto dei lavoratori già inoculati con due dosi. Sarà dura convincere tutti i lavoratori a far da cavie continue ad libitum delle multinazionali.

E con il tempo verranno fuori ancora di più i contorni criminali e magabri di questa operazione sperimentale di massa. Vari scienziati e medici stanno mostrando sempre più evidenze degli effetti avversi e del loro carattere cumulativa nel tempo. Ti inoculano senza anamnesi e senza assistenza post inoculazione con adeguati test ematologici.

Lor hanno messo sotto i vetrini sia i tessuti dei deceduti post vaccinazione sia i preparati stessi e ci sono un mare di cose che non tornano. Non so fino a quando le storielle calate dall'alto reggeranno. Ma quardare dentro un vetrino è azione materialistica e scientifica. Sputare sentenze morali astratte è tutt'altro che materialistico, bensì attuiene al pensiero religioso.

Ma ve ne renderete conto sulla vostra pelle. Non so come reagirete poi.
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