Print Friendly, PDF & Email

sinistra

Commenti sulle elezioni amministrative

 

fattoquotidiano

Elezioni Amministrative 2016

Vinti, vincitori e zimbellati

di Andrea Scanzi

Raggi 675 675x275Previsioni. Sabato, in un video, ho detto: “Il Pd vince a Cagliari con Zedda, a Milano al ballottaggio su Parisi, a Torino al ballottaggio su Appendino, a Bologna al ballottaggio sul centrodestra. A Napoli vince De Magistris al ballottaggio su Lettieri, con idolo Valente fuori. E a Roma Raggi e Giachetti al ballottaggio, con Raggi favorita. Se ne sbaglio 1 su 6 vado a lavorare al Foglio, se ne sbaglio 2 faccio un duetto coi Modà a San Siro”. Al momento le ho prese tutte, compresi i secondi arrivati: fenomeni si nasce, e io modestamente lo nacqui (cit). Il ballottaggio di Milano, decisivo per capire chi ha vinto e perso, è però molto aperto. Teoricamente potrebbero esserci ribaltoni anche a Torino e Bologna. Faccio comunque presente che Cerasa mi ha già detto che non mi vuole, avendo già messo sotto contrario Scaramacai, quindi resterò al FattoFiuuuu. Il mio produttore teatrale mi ha poi fatto firmare uno strano contratto: “Se il Pd perderà a Milano e Torino, farai una data de Il sogno di un’Italia con Mariano Apicella al posto di Giulio Casale”. Altre considerazioni.

AffluenzaE’ calata di 5 punti rispetto al 2011, ma non è crollata. Il 62,14%, di questi tempi, non è poco. E a Roma si è votato più di tre anni fa, quando vinse Marino.

Leggi tutto

 

* * *

 

militant

Renzismo, è finita la luna di miele!

di Militant

ceravamo tanto amatiDicevano i vecchi comunisti che le analisi elettorali, quelle serie, si fanno basandosi sui voti assoluti. Fedeli a questo principio rimandiamo ogni ragionamento più complessivo a quando saranno termite le operazioni di scrutinio più lente del mondo e ci concentriamo su alcuni dati politici che ci sembrano particolarmente significativi, primo su tutti la crisi del renzismo. Al di là delle considerazioni sul numero di candidati sindaco arrivati al ballottaggio nei comuni più importanti, è infatti l’emorragia di voti che ha colpito il PD il dato su cui bisognerà aprire un ragionamento nelle settimane a venire, soprattutto nell’ottica del voto referendario di ottobre. Ma come direbbero alla neuro, visto che mancano una manciata di sezioni, diamo i numeri! A Milano il PD nel 2011 aveva preso 170.551 voti (28,64%), oggi si ferma a 144.329 (28,96%). A Torino è sceso da 138103 voti (34,5%) a 104.818 (29,81%). A Bologna da 72.335 voti (38,8) a 59.792 (35,43). A Napoli da 68.018 (16,59%) a 38.198 (11,77%). Nella capitale, dove si era votato nel 2013, il PD è invece passato da 267.605 (26,26%) a 190.737 (17,16%). Complessivamente parliamo di 178.738 voti in meno, non proprio bruscolini. Il dato però si fa più significativo se confrontiamo il voto di ieri con la performance renziana alle europee. Infatti, se è vero che le due tornate elettorali non sono propriamente sovrapponibili è anche vero che nel 2014 il premier si era appena insediato e le europee rappresentarono probabilmente l’apice della sua luna di miele con l’opinione pubblica nazionale.

Leggi tutto

 

* * *

 

contropiano2

Qualcosa si è rotto, picchiamo lì

di Redazione Contropiano

o RENZI DONNE facebook 720x300Nel caos post-primo turno, alcuni cose diventano chiarissime.

a) Renzi prende molte bastonate sui denti, ovunque;

b) Napoli diventa ufficialmente la prima “città derenzizzata”;

c) il Movimento Cinque Stelle sfonda a Roma e Torino;

d) esistono molte Italie, ma la differenza primaria è tra metropoli e provincia;

e) il sistema di potere allineato lungo la filiera Troika-Unione Europea-Renzi-clientele locali non riesce più a convogliare il consenso di una “maggioranza silenziosa”;

f) vere alternative di sistema per ora non ci sono, o possono trovare progressivamente forma solo a partire da quelle alleanze sociali, per quanto disomogenee e vaghe, che si sono chiaramente coagulate in un voto antigovernativo e antidestra.

Al vertice della banda renziana hanno decisamente ragione ad essere fortemente preoccupati. Si è rotto il presunto incantesimo che doveva elevare Matteo Renzi assolutamente al di sopra della scena politica nazionale.

Leggi tutto

 

* * *

aldogiannuli

Amministrative: il primo turno apre una transizione delicata

di Aldo Giannuli

pd m5s 940Ora possiamo tentare una riflessione più meditata e complessiva sul voto di domenica, con una premessa. In primo luogo, è bene chiarire che queste sono state elezioni amministrative ma solo di nome: è stato un voto altamente politico. Certamente, le elezioni amministrative hanno un valore politico ridotto dall’incidenza dei fattori locali, dalle singole candidature eccetera, ma questo non è sempre vero, non sempre si vota per il sindaco e basta.

Ci sono tornate che possono avere effetti politici complessivi: le comunali spagnole del 1931 fecero cadere la monarchia e proclamare la Repubblica, le regionali italiane del 1975 preannunciarono l’avanzata comunista di un anno dopo, le elezioni provinciali francesi del 1956-7 aprirono la strada a De Gaulle ed al crollo della Quarta repubblica.

La politica non è solo matematica ma anche chimica: gli effetti dipendono da come si combinano gli elementi e  se chiami la gente a votare per le comunali avendo già in prospettiva la riforma costituzionale del paese, non puoi pensare che il voto prescinda da questo.

Leggi tutto

 

* * *

 

altrenotizie

Renzi stai sereno

di Fabrizio Casari 

pd partito democratico 770x513Il dato emerso dalle urne è che nonostante una partecipazione superiore alle attese, il PD ha subito una severa sconfitta, certificazione di un indubbio ridimensionamento politico. A Roma è passato dal 26% del 2013 al 17 di oggi. A Torino ha perso 32.000 voti, a Bologna ne ha persi 60.000 e a Napoli 27.000. Salerno, Rimini e Cagliari sono i soli tre comuni dove il centrosinistra ha vinto al primo turno, ma nel caso di Cagliari va specificato che Zedda è espressione di ciò che resta di SEL ed è stato eletto da una lista arcobaleno, con la sinistra unita e senza verdiniani di contorno. Il risultato del Movimento 5 Stelle e la crisi del berlusconismo sono invece le due buone notizie di questa tornata.

Renzi sostiene che il voto era amministrativo e che non riguardava il suo governo, ma mente sapendo di mentire. L’elezione di 1342 sindaci è politica “senza se e senza ma”, perché nonostante l’abbondanza di maquillage rappresentato dalle Liste Civiche, sono i partiti che candidano consiglieri e sindaci e i leader o capetti dei partiti s’impegnano pancia a terra per i rispettivi candidati. Inoltre, sono 13 milioni gli elettori coinvolti, più del 30% del totale degli elettori italiani. Alla scienza statistica basta meno per determinare in maniera pressocché scientifica trand e proiezioni a dimensione generale e alla politica serve ancora meno per indicare aspettative e ripercussioni di un voto così ampio.

Leggi tutto

 

Add comment

Submit