Print Friendly, PDF & Email

lafionda

Varianti e inflazione: cronaca di una demolizione controllata

di Fabio Vighi

1540993247548.jpg una batosta da 625 euro a famiglia dall inflazioneDopo quasi due anni, eccoci di nuovo qua. Mascherine, distanziamenti, quarantene, restrizioni, lavoro a distanza (per chi ancora ce l’ha), bombardamenti mediatici a tappeto, assolutismo vaccinale e, immancabile, l’ombra lunga di devastanti lockdown – già caldamente sponsorizzati, tra gli altri, dal Fondo Monetario Internazionale. Ma questa volta con l’aggiunta di fiammate inflattive che svalutano il denaro e bruciano i risparmi, spingendo una parte sempre più ampia di popolazione nella spirale del debito e della povertà.

 

Iniezioni monetarie

A nostro avviso, la funzione profonda dell’emergenza sanitaria può essere compresa se inserita nel contesto macro di pertinenza, ovvero la crisi terminale del modo di produzione capitalistico. La sequenza causale ci pare la seguente: implosione economica – strumentalizzazione pandemica – emergenza democratica. Se dovesse andare a compimento, il cambio di paradigma in atto ci condurrebbe dritti a un modello apertamente autoritario di capitalismo implosivo, sostenuto da allarmi globali spesso sproporzionati rispetto alla minaccia reale. Come dimostrato dalla creazione del capro espiatorio ‘no vax’, il potenziale della propaganda è virtualmente illimitato. Per la prima volta nella storia dell’umanità, la colpa di un trattamento che non funziona nelle modalità millantate viene affibbiata a coloro che non lo usano.

Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli del fatto che l’attuale violenza ideologica è un riflesso quasi pavloviano rispetto all’incombere del collasso economico. Stiamo naufragando in una crisi di sistema che nel 2008 ha assunto per la prima volta un carattere terminale.

Allora, il salvataggio del settore finanziario portò alla crisi dei deficit sovrani nell’Unione Europea (2010-11), che resero ancor più imprescindibile il ricorso permanente ai programmi di Quantitative Easing delle banche centrali (iniezioni di denaro elettronico attraverso acquisti di asset finanziari). A partire dalla fine del 2008, queste politiche monetarie selvagge sono diventate la norma per la Federal Reserve[i], gonfiando enormi bolle finanziarie sfociate, nel settembre del 2019, nel congelamento del mercato interbancario (repo) a Wall Street. Quest’ultimo evento insieme alla logica perversa del ‘capitalismo pandemico’ ha permesso allo 0.1% di accrescere i propri profitti a velocità record, a scapito di tutti gli altri.

Come recentemente illustrato da Pam e Russ Martens, il 17 settembre 2019 la Federal Reserve iniziò un programma straordinario di prestiti ai suoi cosiddetti primary dealers di Wall Street (tra cui JP Morgan, Goldman Sachs, Barclays, BNP Paribas, Nomura, Deutsche Bank, Bank of America, Citibank, ecc). In data 2 luglio 2020 (ultima attualmente disponibile sul database della Fed) il valore cumulativo di questi prestiti, con collaterale in Treasuries e Mortgage-Backed Securities, ammontava a più di 11 mila miliardi di dollari. La dimensione assolutamente inaudita di questa massa creditizia passata dalla Fed ai principali operatori finanziari ci conferma senza ombra di dubbio che, a pochi mesi dall’arrivo di Virus, Wall Street era sull’orlo del baratro. A riprova della persistente fragilità del mercato dei prestiti interbancari, il 28 luglio 2021 la Fed ha annunciato la creazione di una Standing Repo Facility che mette a disposizione dei suoi 24 dealers primari (e, se necessario, di altre controparti) circa 500 miliardi di dollari di credito settimanale.

In un recente articolo ho sostenuto e documentato che le contromosse al potenziale tracollo erano state pianificate per tempo. I sacerdoti dell’alta finanza sapevano che l’espansione della massa monetaria post-2008 era divenuta ingestibile, specie quando accompagnata da un rallentamento economico globale che, proprio nel 2019, aveva spinto Germania, Italia e Giappone verso la recessione tecnica, mentre Gran Bretagna, Cina e altre potenze arrancavano pericolosamente. Di fronte al rischio di un crollo improvviso, non è azzardato ipotizzare che si sia preferito pilotare l’incidente e chiamare in anticipo l’ambulanza, che infatti arrivò puntuale: allo scoppio della trappola di liquidità nel mercato dei prestiti interbancari fu prescritta una dose più elevata della stessa medicina, ovvero un’espansione senza precedenti dello stimolo monetario. Ma questa volta sotto la protezione dello ‘scudo pandemico.’ E oggi le cose funzionano in modo sostanzialmente identico: l’emergenza sanitaria continua a operare anche come un’enorme coperta di Linus per un’economia globale che affonda sotto montagne di deficit fuori controllo e debiti insostenibili.

È importante fare chiarezza sulla tipologia di espansione monetaria in questione. Nell’agosto 2019 un documento di BlackRock (il fondo investimenti più potente al mondo)[ii] esplicitamente intitolato Dealing with the Next Downturn (‘Come affrontare la prossima recessione’), e redatto da banchieri del calibro di Stanley Fisher e Philipp Hildebrand, aveva indicato alla Federal Reserve la via da seguire per evitare brutte sorprese: una politica monetaria letteralmente “senza precedenti”, per cui enormi masse di denaro creato dal nulla dovevano finire direttamente in mani pubbliche e private, aggirando in questo modo i tassi di interesse. Questa operazione, denominata “going direct” da BlackRock, fu puntualmente messa in pratica un mese più tardi grazie appunto alla crisi dei repo. Da allora il bilancio della Fed è cresciuto di circa 5 mila miliardi di dollari, espansione assolutamente straordinaria anche rispetto ai QE attivati dal 2008 (senza aggiungere le decine di migliaia di miliardi creati dalle altre banche centrali, così come i programmi di stimolo fiscale tipo ‘helicopter money’).

Come argomenta con dovizia di particolari John Titus, la vera novità di questa accelerazione monetaria è in un certo senso qualitativa. In tutta la storia della Fed (fondata nel 1913) non vi era mai stata correlazione diretta tra la creazione di riserve e l’offerta monetaria nel circuito tradizionale delle banche commerciali. Come per incanto, invece, a partire dal settembre 2019 la corrispondenza diventa perfetta: il denaro creato dalla Fed viene replicato dollaro per dollaro nel circuito delle 4.336 banche commerciali statunitensi, che funge da catena di trasmissione all’economia reale. In altre parole, la curva dell’erogazione di denaro complessiva nell’economia reale viene a dipendere direttamente dall’espansione del bilancio della Fed – esattamente la medicina ordinata da BlackRock e legittimata da un’emergenza pandemica prorogata fino ai limiti del tragicomico (non a caso, BlackRock aveva chiesto che il cambio di policy fosse “permanente”). La ‘pandemia’, infatti, ha consentito di contenere il rischio iperinflazionistico connaturato nell’operazione “going direct”, che a differenza dei precedenti programmi di QE proponeva di iniettare la nuova massa monetaria direttamente nelle casse di chi l’avrebbe utilizzata. Come si legge nel documento di BlackRock, la messa in atto di questo “inusuale coordinamento monetario” necessitava di “inusuali circostanze” – evidentemente, proprio quelle sopraggiunte a inizio 2020.

In realtà, non importa stabilire in quale esatta misura la manovra going direct sia coincisa con il massiccio programma di prestiti repo. Piuttosto, dobbiamo tornare a sottolineare il punto essenziale: nel settembre 2019, prima che la crisi sanitaria giustificasse ulteriore diluvio monetario e relativo cambio di paradigma, il castello di carte finanziario era prossimo al collasso.

 

Virologi a Wall Street

Come si presenta oggi il contesto macroeconomico? Ne riassumo qui alcuni punti base:

  • Debito globale di 300 mila miliardi di dollari, in crescita esponenziale
  • Deficit statali in rapido aumento sia nella maggioranza delle economie avanzate che in quelle in via di sviluppo
  • Bolla epica di azioni, obbligazioni, immobiliare, e soprattutto derivati
  • Inflazione potenzialmente fuori controllo

Stabilito il contesto, non è difficile comprendere come il riferimento costante all’emergenza sia una narrazione di copertura che permette di governare un’implosione ormai ingestibile con i soli strumenti della policy economica. A nostro avviso, la crisi sanitaria consente ai funzionari del capitale di giocarsi l’ultimo asso nella manica: l’inflazione, con conseguente demolizione controllata di ciò che resta dell’economia produttiva di (plus)valore e corrispettiva infrastruttura democratica. Essenziale per la ‘nuova normalità’ è tanto la graduale rimozione di libertà individuali, quanto l’ulteriore erosione di redditi e risparmi, già considerati un lusso rispetto alle esigenze del neoliberismo. L’emergenza consente infatti la regimentazione di intere popolazioni mentre l’economia reale viene ulteriormente depressa. Nel momento in cui l’universo finanziario si consacra come centro assoluto di produzione di valore (con gli indici S&P 500, Nasdaq e Dow Jones che a fine 2021 segnano una serie di massimi storici), il mondo del lavoro ne risulta vieppiù ridimensionato, privato di diritti, e costretto al ricatto occupazionale. Ma le medie italiane di quattro morti sul lavoro al giorno interessano poco o nulla agli ansiogeni cantori del sistema. Perché è del tutto evidente che pilotare l’implosione attraverso la gestione autoritaria della crisi sanitaria è molto più conveniente che dover dar conto di una depressione socio-economica ormai inarrestabile.

D’altronde il collasso di sistema era nell’aria da tempo, e ai macchinisti dell’ormai logora locomotiva capitalista non restava altro che cercare di controllarlo, indirizzandolo a loro favore. Per questo il whatever it takes di Mario Draghi (luglio 2012) assume oggi connotazioni sempre più truci, specie alla luce della sua affermazione che, a differenza dei vaccinati che possono godersi la vita in piena libertà senza contagiare il prossimo, i non vaccinati muoiono e uccidono (luglio 2021) – parole di inaudita violenza discriminatoria oggi smentite dai fatti eppure ribadite dallo stesso Draghi. Peraltro è infantile pensare che governi, istituzioni, media, e autorità sanitarie agiscano in autonomia. Piuttosto, attraverso di loro parla sempre il Potere (economico-finanziario), quella Cosa che ci vogliono far credere non esista più, quasi si fosse improvvisamente estinta come i dinosauri. O trasformata in filantropia.

Vogliamo sapere come nasce l’uso politico-mediatico delle varianti? Basta chiedere ai mercati. Come ci ricorda Mauro Bottarelli, i virologi migliori operano a Wall Street. Sono quei traders che cinque settimane prima della comparsa di Omicron già sapevano che sarebbe riandato in onda il Covid horror-show, vista la prezzatura dei titoli azionari del cosiddetto paniere emergenziale. La sproporzione tra impatto sanitario e misure repressive si spiega dunque in termini economici. La strategia comunicativa legata all’irrompere della nuova variante diventa, nei fatti, uno strumento di leva finanziaria.

Cosa s’intende per leva finanziaria? S’intende che Omicron, variante nata assassina prima ancora di finire sotto il microscopio, aiuta innanzitutto a calmierare l’effetto inflattivo nel breve termine, poiché la rinnovata paura di Virus drena spese e consumi, impedendo all’enorme massa monetaria introdotta nel circuito finanziario di mettersi in moto come domanda reale dagli effetti iper-inflattivi. Ciò consente alle banche centrali di perseguire l’obiettivo ormai metafisico della stampa di denaro a getto continuo, necessaria a simulare la buona salute di un sistema finanziario in realtà zeppo di titoli tossici, aziende zombie, e detenzioni mostruose di debito pubblico. In estrema sintesi: le campagne acquisti delle banche centrali inondano i mercati di denaro fresco di stampa, tenendo i tassi di interesse inchiodati a zero e dintorni. Perché il solo pensiero di alzare seriamente i tassi farebbe brillare varie bombe a orologeria collocate nei suddetti mercati, dove tutto ruota attorno alla reperibilità di cheap cash.

In condizioni di capitalismo minimamente funzionale, l’inflazione si può combattere alzando il costo del denaro. Ma nell’attuale fragilissimo contesto iper-indebitato, guidato molto più da speculazioni a leva che dal PIL, questa operazione non s’ha da fare, perché i mercati dopati subirebbero conseguenze devastanti. Da una parte, quindi, il rubinetto del denaro allegro delle banche centrali deve rimanere aperto per gonfiare i mercati finanziari; dall’altra, l’inflazione dei prezzi nell’economia reale, dovuta in massima parte al rubinetto aperto, dev’essere maneggiata con cura per evitare il caos sociale. E, insieme, per governare il passaggio a un regime di accumulazione autoritario in cui la depressione socio-economica è giustificata dal mantra emergenziale.

Riassumiamo: l’uso politico-mediatico di varianti tipo Omicron sembra una mossa strategica atta a perpetuare politiche monetarie espansive e prevenire l’innalzamento del costo del denaro, che scatenerebbe il panico sui rendimenti finanziari, che a sua volta vaporizzerebbe i bilanci di più di un’istituzione finanziaria e manderebbe in orbita gli spread sovrani di paesi come l’Italia, con conseguente sanguinamento sui costi di finanziamento del debito. Una drammatica svalutazione della sovrastruttura finanziaria porterebbe alla rovina, in un modo o nell’altro, il debito pubblico, minando così la capacità dello Stato di finanziare le proprie operazioni. In questo senso, la narrazione emergenziale permette a paesi come l’Italia e la Grecia (che puntualmente hanno adottato le misure più draconiane rispetto a Omicron) di mendicare ulteriori stimoli: dal prolungamento degli aiuti statali e europei fino alla richiesta di revisione del Patto di Stabilità.

Ma siccome non esistono pasti gratis, questa folle fuga in avanti del capitale a leva finanziaria incontra per forza di cose la sua nemesi nel mondo reale: più povertà e regime per tutti (o quasi). Ovvero: l’inflazione viene tenuta sotto controllo grazie a politiche salariali restrittive e al contenimento dei consumi dovuto all’emergenza sanitaria. Se fino a qualche tempo fa la classe operaia poteva aspirare a diventare classe media, ora la classe media può solo aspirare a impoverirsi. È in questo senso che dobbiamo inquadrare le varianti come strumenti di ‘gestione sanitaria’ del passaggio epocale a un capitalismo senescente di tipo neo-feudale amministrato tramite signoraggio monetario, la cui longevità potrebbe superare qualsiasi ottimistica aspettativa di trasformazione radicale.

 

L’inciucio della lotta all’inflazione

Abbiamo osservato come il discorso sulla nuova variante Omicron facilita la gestione biopolitica di un’inflazione che, se lasciata al suo corso, rischia di sfuggire di mano. Al punto che anche Chairman Powell, capo della Fed, si è visto costretto a rinnegare la narrazione mitologica della transitorietà, che lui stesso aveva alimentato. Da notare che negli USA siamo a +6.8% su base annua, dato mai così elevato dal 1982 – e se aggiungiamo l’inflazione sui prezzi delle case arriviamo tranquillamente in doppia cifra. In più, si tratta di un dato ‘governativo’, quindi tipicamente inferiore a quello reale. La soluzione? Per il momento si procede a botte di variante deflattiva, con l’aggiunta di miseri trucchetti da mago Otelma: da gennaio 2022, per esempio, l’inflazione sui prezzi al consumo (CPI) statunitensi verrà calcolata in base ai dati del periodo 2019-2020, così da ridimensionarla artificialmente.

Al netto delle aggiustatine statistiche, l’attuale aumento dell’inflazione è da record non solo negli USA, ma anche in Gran Bretagna (+5.1% a novembre), presentandosi inoltre come il più veloce della storia dell’Euro. Cosa, quest’ultima, che provoca forte disagio a Madame Lagarde, che infatti non alza i tassi e interrompe il PEPP (programma emergenziale) solo per sostituirlo con strumenti di QE tradizionale, e eventualmente ripristinarlo se la ‘pandemia’ dovesse continuare a mordere – classico esempio del plus ça change, plus c’est la même chose. Ricordiamo che in Italia, a ottobre 2021, i prezzi alla produzione (PPI) sono lievitati oltre il 20% su base annua, un aumento che si trasmette su tutta la filiera produttivo-distributiva fino ai consumi. La situazione è dunque molto più delicata di quanto non ci raccontino. Per questo la gestione dell’inflazione è un tassello essenziale del palinsesto pandemico-emergenziale: se da una parte occorre evitare la deriva iperinflattiva, dall’altra un’inflazione governata oculatamente attraverso politiche emergenziali legittima l’ulteriore depressione dell’economia reale e il mantenimento dello status quo finanziario. Ricordate lo slogan del World Economic Forum? Non avremo nulla e saremo felici!

L’inflazione, dunque, torna utile alla gestione della transizione autoritaria verso una società globale a due livelli, in cui pochissimi detengono il controllo dell’offerta monetaria mentre le moltitudini vengono soggiogate tramite povertà, ricatto, e paura. Anche perché, dettaglio di non poco conto, l’inflazione sgonfia il debito pubblico, visto che le montagne di liquidità inflattiva delle banche centrali deprimono sia i tassi che i rendimenti obbligazionari, riducendo dunque il valore reale del debito. Qualora il taper della Fed (riduzione degli acquisti) dovesse invece diventare realtà, le quotazioni delle obbligazioni potrebbero rapidamente salire. Ripetiamo però il concetto centrale: un taper serio sarebbe catastrofico per quasi tutte le classi di attività finanziaria, e dunque avrebbe la durata del battito d’ali di un colibrì. Ecco perché oggi non ci viene detta la verità sulla riduzione degli stimoli, come dimostra il fatto incontestabile che, da quando Powell ha annunciato il graduale ritiro degli aiuti pandemici nel novembre 2021, il bilancio della Fed è in realtà aumentato. Ciò significa che l’unica strada percorribile, al netto della dipendenza ormai cronica dal metadone monetario, sembra essere quella dell’inciucio: fingere pubblicamente di combattere l’inflazione continuando invece ad alimentarla in privato.

Dopo due anni di assalti all’intelligenza media, anche i più fedeli alla linea dovrebbero trovare il coraggio di ammetterlo: la lotta al COVID-19 è soprattutto il nome della risposta, violenta e disperata, a un’implosione divenuta ingestibile; una sorta di assicurazione sulla vita dei mercati e, insieme, dei debiti sovrani che lì cercano finanziamento. Bisogna riconoscerlo con grande chiarezza: l’estremizzazione del paradigma emergenziale ci sta dicendo che intere società sono ostaggio della riproduzione di valore fittizio nel settore finanziario. Perché il prezzo di un mercato perennemente bullish (in rialzo) sono, nell’ordine, varianti a esaurimento d’alfabeto, raffiche vaccinali a scadenza ravvicinata per tutti senza valutazione del rischio, impietose ondate di terrore mediatico, e tutta una serie di normative kafkiane finalizzate a 1) ingessare e deprimere l’economia reale per tenere accesa la stampante di denaro; 2) abituarci a chinare la testa dinanzi all’uso politico-mediatico delle emergenze presunte o reali che siano; e 3) distrarci da quanto accade nell’iperuranio finanziario, dove si gioca la vera partita che decide dei nostri destini.

Come tutte le guerre, la ‘guerra al Covid’ legittima creazione di denaro dal nulla e abbattimento dei tassi, che causano inflazione. Ma questa logica, oggi, non può che risolversi nella centralizzazione assolutistica del controllo monetario. Non c’è altra via d’uscita. Perché l’inflazione che abbiamo di fronte non è semplice conseguenza di criticità nella catena delle forniture, come ci hanno raccontato. Piuttosto, è l’inevitabile risultato dell’eccessiva offerta di denaro fittizio, che ora scende a valle con la forza distruttiva di una valanga alpina. La logica spietata del doping monetario si traduce dunque nell’ulteriore impoverimento di popolazioni perlopiù ignare di ciò che accade, perché ipnotizzate da stucchevoli battibecchi su varianti assassine, super green pass, e altre amenità di ben poca rilevanza sanitaria.

Oltre a controllare la circolazione del denaro, l’uso politico-mediatico delle varianti gioca anche un ruolo ideologicamente aggressivo: creano l’humus ideale per ulteriori strette autoritarie. Se tutto andrà come programmato, buona parte dell’umanità, già nel medio termine, dovrà sottostare a una forma di schiavitù monetaria (oltre che biopolitica), imposta dai nostri munifici governanti come soluzione a quella Grande Svalutazione che non potrà più essere nascosta o esorcizzata. Per questo ci devono addestrare a vivere nella paura, costringendoci a interiorizzare la nuova normalità come condizione di totale precarietà esistenziale.

 

La gestione dell’ingestibile

Nel frattempo, Draghi ha rispolverato i manuali di economia asserendo che l’unico modo di contrastare l’indebitamento pubblico è far crescere il PIL. Bella scoperta. Lui per primo però dovrebbe sapere che nelle condizioni storiche di fine impero in cui ci troviamo, l’economia reale non potrà mai tornare a crescere ai livelli necessari alla riproduzione sociale – a meno che tale riproduzione non venga ridotta ai minimi termini attraverso, appunto, lo smantellamento pilotato della società del lavoro. Per anni abbiamo alimentato una falsa economia radicata in una spesa pubblica sostenuta dagli acquisti della banca centrale e dai tassi d’interesse in area zero. Duole dire che tutto ciò non ha nulla a che vedere con la crescita reale.

Ergo, scordiamoci il passato: la belle époque del capitalismo a base (o aspirazione) socialdemocratica è definitivamente tramontata. In un contesto liberale non può più esserci crescita sufficiente alla riproduzione capitalistica delle nostre società. Questo per una ragione immanente e oggettiva, tanto elementare quanto comprensibile solo allargando l’obiettivo sull’evoluzione storica del nostro modo di produzione: a partire dagli anni ’70, il lavoro produttivo di valore è stato gradualmente stritolato dal capitale stesso attraverso la sua santa alleanza con scienza & tecnologia, dettata dalla competizione. Un harakiri di cui i tristi burocrati del capitalismo emergenziale non vogliono proprio rendersi conto.

A causa di quella che già Keynes aveva correttamente fotografato come l’epoca della ‘disoccupazione [o sottoccupazione] tecnologica,’ il capitale a sempre più alta composizione organica non è in grado di spremere sufficiente plusvalore (sia relativo che assoluto) dal lavoro salariato, e per questo si butta a capofitto nel magico mondo della finanza, dove è il denaro stesso che viene messo al lavoro. Com’è noto, Marx aveva anticipato questa condizione con la teoria della ‘caduta tendenziale del saggio di profitto,’ esposta nel terzo volume del Capitale. Tuttavia, il Moro di Treviri non poteva prevedere gli effetti implosivi dell’aumento esponenziale dell’automazione, che oggi si manifestano appieno nella dipendenza (nel senso patologico del termine) di economie, stati e dunque intere società da montagne di denaro fittizio destinato a rovinosa svalutazione. Il collasso finanziario avverrà probabilmente con il crollo del mercato del debito (il motore dell’intero sistema), che alimenterebbe un picco incontrollabile dei tassi d’interesse e dunque l’evaporazione del dollaro e di molte altre valute fiat.

Per il momento, questo evento viene rimandato grazie a dinamiche di emergenzialismo autoritario. Come abbiamo visto, l’accelerazione monetaria della Fed, operativa già dall’autunno 2019, è stata possibile solo ingessando l’economia reale attraverso la simulazione pandemica. Frastornando le masse con dosi massicce di Virus-fobia, e mettendole ai domiciliari in attesa del siero miracoloso (che, come ampiamente previsto, si è rivelato miracoloso soprattutto per le case farmaceutiche), i nostri governanti, governati dalle élites finanziarie, hanno consentito alle banche centrali di rimpinguare il settore speculativo e gestire il mostro inflattivo.

Dopo i fallimenti neo-keynesiani (politiche di spesa pubblica) e neoliberisti (politiche di austerità e deregolamentazione dei mercati) siamo dunque giunti alla fase del ‘capitalismo pandemico,’ cui presto faranno seguito altri e altrettanto disperati tentativi di gestire l’ingestibile. In termini capitalistici, il gigantismo finanziario è inevitabile conseguenza della crescente incapacità del capitale di creare nuovo plusvalore, sintomo di un’impotenza talmente traumatica che si fa di tutto pur di non vederla. Ma il prolungamento dello stato di emergenza – ovvero il Covid lungo delle Banche Centrali – non ci salverà dal crollo, che probabilmente avverrà come incidente controllato dall’alto piuttosto che come evento inatteso. Perché le élites sanno che non si può arrivare d’emblèe a una situazione iperinflattiva, che porterebbe a disordini sociali di complicatissima gestione. Ma sanno anche che si può provare a governare la depressione attraverso narrazioni emergenziali e il graduale impoverimento e asservimento di moltitudini impaurite.

Conviene dunque prepararsi. Possibilmente, cominciando a riflettere su come istituire forme autonome di convivenza sociale che non siano dipendenti da un modello riproduttivo in piena decomposizione e, per questo, sempre più violento e criminoso. La politica, lo constatiamo ogni giorno, è ormai completamente collusa, schiava del dogma economico, e quindi esautorata da qualsivoglia impulso emancipatorio. Come riassunto icasticamente da Franco Berardi (Bifo), allo stato attuale la sinistra politica può solo offrire false prospettive: “Non c’è alcuna via d’uscita politica dall’apocalisse. La sinistra è stata per trent’anni lo strumento politico principale dell’offensiva ultracapitalista, chiunque investa le sue speranze nella sinistra è un imbecille che merita di essere tradito, dal momento che tradire è la sola attività che la sinistra è in grado di svolgere con competenza.” Ma quello del tradimento della sinistra è un tema che richiederebbe un’analisi ben più approfondita, che va oltre lo scopo di questo intervento.

Piuttosto, per salvare quel che rimane della nostra dignità e intelligenza critica, e la speranza di un mondo migliore per i nostri figli, dobbiamo liberarci almeno mentalmente dalla soggezione alla pseudo-pandemia sostenuta dalla pseudo-scienza assurta a nuova religione globale. E per comprendere le ragioni dell’attuale implosione socio-economica dobbiamo riabilitare quella filosofia che considera il capitalismo un rapporto sociale ontologico, una Weltanschauung, ovvero una visione del mondo incarnata nel rapporto dialettico tra denaro e lavoro, mirato alla creazione di plusvalore, merce, e profitto. Che piaccia o meno, questo mondo è già un morto che cammina. Per tenersi artificialmente in vita, sa di dover passare alle maniere forti. Il principale compito delle generazioni future non asservite sarà ridefinire il rapporto tra lavoro, comunità, e ricchezza sociale oltre la sua accezione capitalistica. Ma perché ciò accada, dovremo prima trovare il coraggio e la convinzione di resistere all’attuale deriva autoritaria legittimata dal ‘capitalismo emergenziale.’


Note
[i] La BCE operò tramite operazioni di rifinanziamento a lungo termine, dette LTRO, a partire dal 2011, per poi attivare il QE dal 2015.
[ii] Oltre a aver di fatto occupato l’amministrazione Biden, BlackRock è principale o grande azionista di migliaia di aziende e società finanziarie, tra cui Apple, Amazon, Google, Microsoft, Facebook, JP Morgan Chase, e, immancabilmente, Pfizer, insieme a una grossa fetta di Big Pharma.

Comments

Search Reset
0
Calcagno
Thursday, 20 January 2022 01:18
@francesco

Quote:
Fonte BCE?! Cos'è una barzelletta? Forse la confondi con la banca centrale di Marx nel Manifesto? La teoria marxiana della moneta va ripensata perché Marx non poteva anticipare quanto accaduto nel XX sec specie con l'abbandono della convertibilità in oro, finanziarizzazione dell'economia, ecc. E' cambiato il ruolo delle banche centrali rispetto ai tempi di Marx. Consiglio a calcagno di alzare gli occhi dal bignamino del perfetto socialista.
Eh c'hai ragggione! Ora mi ripasso il tuo beniamino Milton Friedman e la geniale teoria quantitativa, che invece continua a funzionare alla grandissima anche nel nostro tempo! :D

Ma il neoliberismo ti piace così tanto?
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaleone
Thursday, 20 January 2022 09:01
Il gold standard viene abolito proprio per evitare che i prezzi delle materie prime riflettano i loro valori.
Se non si vuole che i valori delle merci siano espressi nei loro prezzi in circolazione, il modo più semplice per farlo è semplicemente la fine del gold standard. Impedire alle merci di esprimere i loro valori nei loro prezzi può essere necessario una volta che i valori delle merci e i loro prezzi di produzione sono ormai inconciliabilmente in contrasto nel modo di produzione.
Marx chiama il valore di scambio "la forma fenomenica" del valore contenuto nel prodotto. Questa forma fenomenica è essenziale, perché non possiamo cogliere direttamente il valore contenuto nelle merci con nessun altro mezzo.



Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaleone
Thursday, 20 January 2022 18:00
@ Talon
Al posto della frase "tasso di interesse", sostituire la frase "tasso di profitto" con
quando il livello generale dei prezzi delle materie prime scende, il tasso di profitto scende e quando il livello generale dei prezzi sale, anche i profitti sono aumentati!
Quando il livello generale dei prezzi sale, i tassi d'interesse salgono; quando il livello generale dei prezzi scende, i tassi d'interesse scendono.
Poiché l'interesse è solo la quota di profitto del capitale finanziario, non è sorprendente che sia governato dalle stesse leggi del profitto.
Assorbiti dal QTM e incapaci di rinunciare all'idea che l'inflazione che legge i tassi di interesse non funziona e questo nonostante decenni di ricerche abbiano dimostrato che questa relazione non esiste

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Thursday, 20 January 2022 10:55
Ma forse la sua tesi è che la fine del gold standard significa la fine del marxismo, questa è tutta un'altra questione, che riguarda solo gli afficionados del capitale eternizzato, non è perché lei ha un malinteso strutturale che deve incolpare gli altri.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
AlsOb
Thursday, 20 January 2022 00:11
La superstizione che il rialzo dei tassi d'interesse sia la misura di sinistra per proteggere l'estesa classe inferiore di sfruttati è neoliberale, di destra e bislacca

La Fed può procedere a qualche rialzo, ma una delle maggiori preoccupazioni è ciò che può succedere sui mercati speculativi dei repo e dell'eurodollaro.

I future sull'eurodollaro non hanno segnalato una sensibile preoccupazione in merito all'inflazione.
J. Titus ricama sull'aumento della curva dei prestiti bancari, attribuendolo ai suggerimenti di BlackRock, ma potrebbe solo dipendere dalla fase di garanzie pubbliche offerte.
La Fed, che nel capitalismo finanziario ha assunto un potere notevole, ha operato con molta discrezione nel salvare parecchio capitale fittizio bruciato di grandi amici, l'indipendenza è soprattutto dalla politica e dai congressi o parlamenti.
Le classi inferiori avrebbero potuto rivendicare accrediti sui loro conti correnti, la loro spesa avrebbe sostenuto banche e imprese in difficoltà e deciso chi sopravvive.

BlackRock nel testo dei suoi autorevoli specialisti riconosce che in situazioni critiche deve essere sostenuta la domanda effettiva, l'incremento di riserve a banche, operatori finanziari e soprattutto speculatori non la sostiene necessariamente.
Ma il vangelo di BlackRock, che oltrepassa i dieci trilioni da amministrare e che praticamente con altri due possiede l'America intera, è rigorosamente neoliberale, con l'applicazione nella sostanza delle più radicali politiche neoliberali e di riduzione dello stato a comprimario privatizzatore.
È su quel terreno che si qualifica una risposta di sinistra, nel porre un freno alle derive neoliberali e nella riaffermazione del ruolo centrale dello stato nel definire le politiche fiscali adeguate e nell'inibire comportamenti e istituzioni che sono un grave virus, nocivi alla salute e bene collettivo.

BlackRock celebra le centinaia di trilioni di dollari che nel capitalismo finanziario neoliberale affluiscono agli amministratori di patrimoni, come segno di un fantasioso neocapitalismo privo di conflitti e contraddizioni, stakeholder capitalism (Stakeholder capitalism is not about politics. It is not a social or ideological agenda. It is not “woke.” It is capitalism, driven by mutually beneficial relationships between you and the employees, customers, suppliers, and communities your company relies on to prosper. This is the power of capitalism.).
Le centinaia di trilioni che affluiscono all'amministratore di patrimoni sono invece segno della guerra di classe, dello smantellamento dello stato, della compressione del welfare e salari.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Fabio
Thursday, 20 January 2022 11:05
AlsOb, d'accordo, mi sembra giusta ma un po' ingenua la speranza che riponi nello Stato:

"È su quel terreno che si qualifica una risposta di sinistra, nel porre un freno alle derive neoliberali e nella riaffermazione del ruolo centrale dello stato nel definire le politiche fiscali adeguate e nell'inibire comportamenti e istituzioni che sono un grave virus, nocivi alla salute e bene collettivo."

Il ruolo dello Stato è 'centrale' ormai solo per le politiche delle elites private, che lo hanno completamente 'occupato'. Essendo iper-indebitato ('debito INSOSTENIBILE' ha sentenziato Saint Jerome Powell), lo Stato ce l'hanno in tasca i grandi fondi d'investimento (BlackRock e Vanguard in primis - BlackRock ha pure messo radici in pianta stabile nell'amministrazione Biden) e i banchieri PRIVATI che dirigono le operazioni della Fed. Si tratta di porte girevoli. Lo Stato è mero esecutore della volontà di chi gli concede un po' di ossigeno nel finanziamento del debito. Perché siamo arrivati a questo punto? In estrema sintesi, e andando alla radice: perché da tempo non si riesce più a estrarre plusvalore sufficiente alla riproduzione sociale. Debito ontologico e vampirismo finanziario sono logiche conseguenze di questa impotenza storica e terminale della dialettica capitale-lavoro e conseguenti politiche fiscali, che spinge il capitalismo a derive finanziario-emergenziali sempre più distopiche e violente. Bisogna partire da questa analisi, non dalla nostalgia o idealizzazione dello Stato magari pure garantito dalla banca centrale.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
AlsOb
Thursday, 20 January 2022 18:52
La classe dominante esercita il suo potere soprattutto mediante il controllo dello stato, di cui mantiene una finzione democratica, per non avere (ancora) installato una esplicita dittatura. Se le classi sociali sfruttate inferiori, che sono l'assoluta maggioranza, vogliono modificare un poco i rapporti di forza e introdurre politiche anti neoliberali, da cui sono massacrate, dispongono di sole due opzioni, o la rivoluzione, che appare improbabile, o maggioranze parlamentari costituite da partiti effettivamente di sinistra, combattivi, che rappresentano gli interessi delle classi subalterne e che conoscono minimamente il modus operandi della classe dominante e la dinamica del capitalismo finanziario attuale.
Questo è il fatto politico concreto principale, non astrazioni sentimentalistiche che non portano da nessuna parte.

Indubbiamente un contributo alla comprensione del capitalismo finanziario ha il suo rilievo, nella misura in cui pone una narrazione scientifica e convincente per le classi inferiori, che magari così si allontanano un poco dalle mistificazioni delle fake news ufficiali propinate e conculcate dal potere e suoi ebeti propagandisti, e organizza la visione politica e il punto di vista dei pariti di sinistra.

La ristrettissima e ricchissima classe dominante è strutturalmente bene organizzata. Da un lato ha il controllo delle fake news e organi di disinformazione ufficiali, con i quali produce propagandismo e azioni di killeraggio politico contro partiti e politici che non sono allineati.
Dall'altro controlla tutta una serie di marionette e maggiordomi, che infila in tutti gli apparati oltre che nei partiti di riferimento. La loro inconsistente e falsa narrazione ha un certo successo, per il volume di risorse spese nello strutturare propaganda monopolizzata e garantire presenze nei posti che contano.

Quanto alla estrazione di plusvalore non si dovrebbe condiscendere a un eccessivo pessimismo, la massa di trilioni di dollari che affluiscono in pochissime mani e relativi gestori di patrimoni indica che su scala globale ne viene estratto ancora parecchio, ma in devastante regime neoliberale e di autonomizzazione del capitale fittizio, che genera contraddizioni e miseria per i più.
La classe dominante vuole tutto il potere e ricchezza per se e non vuole più la minima esperienza di capitalismo democratico (e di istruzione delle classi subalterne), contro di cui si scatenò violentemente negli anni 70.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Tuesday, 18 January 2022 23:50
@ Fabio

Ma in conclusione, la classe che ha vinto la lotta di classe per il momento non ha intenzione di tagliarsi le braccia, i tassi aumenteranno solo in modo residuale, il che significa che possiamo aspettarci una continua inflazione.
La Lagarde ha già annunciato che non farà nulla sui salari per compensare la perdita, il che significa che il peso dell'arricchimento dei super ricchi continuerà a ricadere sul proletariato, e allo stesso tempo il capitale avrà indirettamente una maggiore estrazione di valore.
E se i tassi d'interesse aumentano significativamente, il debito statale si gonfierà come un pallone, il che significa più tasse, meno servizi pubblici, ecc.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaleone
Tuesday, 18 January 2022 23:43
@ Fabio

Ma in conclusione, la classy che ha vinto la lotta di classe per il momento non ha intenzione di tagliarsi le braccia, i tassi aumenteranno solo in modo residuale, il che significa che possiamo aspettarci una continua inflazione.
La Lagarde ha già annunciato che non farà nulla sui salari per compensare la perdita, il che significa che il peso dell'arricchimento dei super ricchi continuerà a ricadere sul proletariato, e allo stesso tempo il capitale avrà indirettamente una maggiore estrazione di valore.
E se i tassi d'interesse aumentano significativamente, il debito statale si gonfierà come un pallone, il che significa più tasse, meno servizi pubblici, ecc.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Tuesday, 18 January 2022 23:41
@ Fabio
Ma in conclusione, la classe che ha vinto la lotta di classe per il momento non ha intenzione di tagliarsi le braccia, i tassi aumenteranno solo in modo residuale, il che significa che possiamo aspettarci una continua inflazione.
La Lagarde ha già annunciato che non farà nulla sui salari per compensare la perdita, il che significa che il peso dell'arricchimento dei super ricchi continuerà a ricadere sul proletariato, e allo stesso tempo il capitale avrà indirettamente una maggiore estrazione di valore.

E se i tassi d'interesse aumentano significativamente, il debito statale si gonfierà come un pallone, il che significa più tasse, meno servizi pubblici, ecc.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Monday, 17 January 2022 20:05
Verso un'inflazione fuori controllo.

Gli aumenti dei prezzi per la maggior parte dei beni e servizi di consumo sono stati moderati, negli Stati Uniti fino al 2021, poiché le merci provenienti dall'Asia hanno contribuito a prevenire i prezzi al consumo in modo molto sorprendente, ma certamente a causa del costo del lavoro a basso costo.
Vale a dire che la manodopera a basso costo rende i prezzi bassi (questo richiederebbe ulteriori analisi).
L'offerta di denaro dal 2008 al 2015 è andata avanti a gonfie vele, versando montagne di denaro in attività finanziarie e nel frattempo il consumatore medio è stato spremuto sul suo bilancio.
Arriviamo al Covidismo, alla fine del 2019, la Fed ha cercato di tirare giù il suo bilancio per sottovalutarlo.
Ma dopo che circa 700 miliardi di dollari, circa 3,8 trilioni di dollari, sono stati rimossi, si è scatenato l'inferno.
A settembre 2019, i tassi del mercato monetario erano al loro limite e la Fed, per sostenere il mercato dei pronti contro termine, ha creato ex nihilo più di 5 trilioni di dollari per comprare obbligazioni del Tesoro e titoli garantiti da ipoteca.
Sono quasi 6 miliardi di dollari di denaro creato dal nulla, fornito dalla Fed che ha comprato titoli del Tesoro, creati dal nulla, che sono stati spesi direttamente nell'economia in 24 mesi.
All'inizio del 2021, i prezzi al consumo hanno cominciato a salire in modo allarmante,
La Fed potrebbe anche iniziare a ridurre il suo bilancio e aumentare i tassi.
Se la Fed si muove verso la restrizione del credito, possiamo aspettarci di vedere i prezzi degli asset sui mercati cadere e sgonfiarsi.
Ma l'ironia è che l'aumento dei tassi non sta controllando l'inflazione delle prodotti di base per il momento.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Fabio
Tuesday, 18 January 2022 13:58
Grazie Pantaléone, sono d'accordo. Sull'ultima frase: credo che l'aumento dei tassi sia e continuerà a essere irrisorio rispetto all'inflazione. Insomma un'altra presa in giro, perché temo che l'inflazione abbia un ruolo distruttivo e destrutturante ben preciso. Torna a mente la sindrome della rana bollita a fuoco lento. In ogni modo non credo possano alzare i tassi in modo significativo perché crollerebbe il castello di carte e in questo momento l'infrastruttura autoritaria/totalitaria non è ancora pronta all'uso. Ma ci stanno senz'altro lavorando!
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Tuesday, 18 January 2022 19:46
Sì, sono d'accordo con te, da un lato l'aumento dei tassi, abbassa il prezzo delle attività, che mostrerebbe un gusto smodato per il rischio.
E d'altra parte farebbe saltare le cosiddette aziende zombie, il dipartimento del debito è già per queste aziende al limite.
Per queste ragioni i tassi non aumenteranno significativamente
Il controllo della moneta fiat, può essere efficace quando uno Stato nella sua periferia, può far sentire che la moneta che controlla è la moneta, che può essere shells può importare.
Ma per la valuta di riferimento $ sembra complicato senza un accordo internazionale.
Ma comunque,
Bastano pochi accordi perché la moneta diventi una frazione marginale dello standard di riferimento.
Ma resta il fatto che, a differenza degli economisti borghesi che considerano il denaro come una pedina, noi marxisti sappiamo che è una merce equivalente.
Per il momento, il mondo intero sta comprando il debito americano.
Di conseguenza, il rapporto di indebitamento della banca centrale americana è molto più basso di quello della BCE.
Dematerializzare il denaro pone grandi diificoltà, soprattutto per il lato illegale del capitalismo, che è veramente un produttore di valore di successo.
Torniamo a San Marx il Vecchio, solo il lavoro umano produce valore.
Ciao.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Tuesday, 18 January 2022 19:52
Per l'ultimo punto, il traffico può essere fatto attraverso la moneta digitale, lo Stato vedrebbe solo un vantaggio nel riscuotere la sua tassa.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaleone
Monday, 17 January 2022 20:03
@ Bastiano
Verso un'inflazione fuori controllo.

Gli aumenti dei prezzi per la maggior parte dei beni e servizi di consumo sono stati moderati, negli Stati Uniti fino al 2021, poiché le merci provenienti dall'Asia hanno contribuito a prevenire i prezzi al consumo in modo molto sorprendente, ma certamente a causa del costo del lavoro a basso costo.
Vale a dire che la manodopera a basso costo rende i prezzi bassi (questo richiederebbe ulteriori analisi).
L'offerta di denaro dal 2008 al 2015 è andata avanti a gonfie vele, versando montagne di denaro in attività finanziarie e nel frattempo il consumatore medio è stato spremuto sul suo bilancio.
Arriviamo al Covidismo, alla fine del 2019, la Fed ha cercato di tirare giù il suo bilancio per sottovalutarlo.
Ma dopo che circa 700 miliardi di dollari, circa 3,8 trilioni di dollari, sono stati rimossi, si è scatenato l'inferno.
A settembre 2019, i tassi del mercato monetario erano al loro limite e la Fed, per sostenere il mercato dei pronti contro termine, ha creato ex nihilo più di 5 trilioni di dollari per comprare obbligazioni del Tesoro e titoli garantiti da ipoteca.
Sono quasi 6 miliardi di dollari di denaro creato dal nulla, fornito dalla Fed che ha comprato titoli del Tesoro, creati dal nulla, che sono stati spesi direttamente nell'economia in 24 mesi.
All'inizio del 2021, i prezzi al consumo hanno cominciato a salire in modo allarmante,
La Fed potrebbe anche iniziare a ridurre il suo bilancio e aumentare i tassi.
Se la Fed si muove verso la restrizione del credito, possiamo aspettarci di vedere i prezzi degli asset sui mercati cadere e sgonfiarsi.
Ma l'ironia è che l'aumento dei tassi non sta controllando l'inflazione delle prodotti di base per il momento.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
AlsOb
Monday, 17 January 2022 15:29
L'articolo mette molta carne al fuoco, parte da tre premesse, che sono sostanzialmente condivisibili, il capitalismo finanziario sta progressivamente scivolando verso un regime fascista neofeudale e autoritario, a enorme concentrazione di redditi e ricchezza; il capitalismo di tipo keynesiano o socialdemocratico, che ha generato la grandiosa crescita postguerra e una rivoluzione culturale legata al diffuso aumento dei redditi e della classe media è stato negli anni settanta violentemente respinto e bloccato dalla classe dominante, spaventata dalle istanze di cambiamento politico che avanzavano (e perciò ha pure promosso un intenso programma di instupidimento di massa). E infine la sinistra è diventata l'autentica destra e si è fatta portavoce esplicita del modello neoliberale e degli interessi della classe dominante, che abilmente controlla due partiti di destra, quello verniciato di sinistra e quello storico di destra, che può pure permettersi di fingere di snobbare. In tal modo le classi sociali inferiori non hanno rappresentanza e non possono incidere sui processi e decisioni politiche.
Ls conclusione rivolta alle generazioni future è pure condivisibile, "l principale compito delle generazioni future non asservite sarà ridefinire il rapporto tra lavoro, comunità, e ricchezza sociale oltre la sua accezione capitalistica.", e ciò passa per la resistenza alle tendenze autoritarie e fasciste del capitalismo finanziario contemporaneo.

Tuttavia le varie considerazioni sviluppate presentano alcune fragilità e contraddizioni, come quelle fatte osservare da Calcagno, paradossalmente la critica si esaurisce o ribalta in alcuni punti nella inconsapevole e ingenua adesione a luoghi comuni neoliberali e monetaristi. Al contrario una critica, per essere produttiva e efficace, deve saper proporre con acume e fondatezza un punto di vista solidamente di sinistra. Altrimenti il risultato rischia di essere inutile o disastroso, per le classi inferiori, quanto quello apparecchiato della destra verniciata a sinistra.
Pertanto i fenomeni contemporanei vanno scientificamente e tecnicamente compresi correttamente e con intelligenza, in modo da saper individuare politiche alternative e ricostruire una autentica e convincente narrazione di sinistra, che effettivamente rappresenti gli interessi delle classi inferiori e che si esprima in movimenti e partiti adeguati, non drogati o da operetta. In caso contrario si affonda nei tipici slogan, nel sentimentalismo e nello sciagurato velleitarismo.
Ernesto Che Guevara fu anche un famoso banchiere centrale, un suo suggerimento resta valido, essere realisti e sognare l'impossibile.

Alcune brevi note tecniche.
L'inflazione ha tautologicamente sempre una manifestazione monetaria, ma le sue effettive cause vanno di volta in volta investigate, generalmente sono i costi a indurla e posizioni di potere monopolistico o oligopolistico che favoriscono aumenti di profitto. Sostenere che il suo controllo passa per politiche monetarie e il tasso d'interesse è un equivoco.
Di fatto tutta la retorica sulla banca centrale, sua indipendenza e separazione di strumenti è ideologica.

L'analisi degli (autorevoli) specialisti di BlackRock, per quanto astuta sia, presenta, oltre che uno scontato fondamento scientifico un opportuno e innovativo richiamo s superare il dualismo politica monetaria e politica fiscale. È su quel terreno che va confrontata, se vi fossero autentici partiti di sinistra la differenza la farebbe lo stato, che in modo attivo imposterebbe politiche e pianificazioni, mentre BlackRock esige marionette politiche che subordinate ai suoi interessi non fuoriescano dal modello neoliberale.

Nel capitalismo finanziario attuale la banca centrale ha acquisito un potere enorme e non sempre le sue operazioni sono state chiarite. Tuttavia sulla questione dei repo, su cui volenterosamente discetta tal John Titus, gli interventi sono logici e ormai attesi, nella prospettiva di stabilizzare, per quel che sia possibile, un fragile sistema neoliberale di capitalismo finanziario, la cui moneta è il repo, non quella tradizionale bancaria.

Principali cuse della inflazione sono la guerra imperialistica contro Cina e Russia (la classe dominante tedesca confermando la sua radice nazista non si fa scrupolo di moltiplicare di n volte i prezzi energetici per obbedire e far dispetto ai russi, quando intanto loro ricorrono a finanziamenti e al carbone); alcuni ritardi e restrizioni di approvigionamento per la pandemia, speculazione sui crediti di carbonio, il potere dei monopoli di alzare i profitti in certi settori, aumento salario minimo e sostegno ai redditi e spesa specie in USA, i soldi del qe e dei repo non vanno nelle tasche della maggioranza della popolazione.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Mario Galati
Sunday, 16 January 2022 21:07
"intere società sono ostaggio della riproduzione di valore fittizio nel settore finanziario" la tradurrei: "il capitale fittizio tiene in ostaggio il cosiddetto capitale produttivo". Ma è corretta e reale la contrapposizione tra capitale fittizio, credito, finanza e capitale direttamente produttivo di merci; tra produzione e circolazione? Non credo.
L'ipotesi di un cosciente disegno del capitale fittizio di autonomizzarsi definitivamente dalla produzione creatrice di valore, seppure costretto perché ormai il capitalismo è in un vicolo cieco, secondo l'ipotesi di Vighi, mi sembra infondata. Marx non avrebbe potuto prevedere questo fenomeno semplicemente perché è al di fuori della logica del modo di produzione capitalistico. Esso non può che rimanere una reazione alla caduta tendenziale del saggio di profitto. La sua autonomia non può che essere relativa. Così, relativa è l'autonomia del settore finanziario. Solo se si scinde il capitalismo in produttivo e fittizio, se si scinde la produzione e la circolazione, si può sostenere questa ipotesi.
Ma ammesso e non concesso che sia così, i signori del capitale fittizio sarebbero così folli da costruirsi un loro mondo di carta o di impulsi elettronici; così folli da stampare denaro che non rappresenta (in via definitiva, non semplicemente provvisoria) nulla? E quando la creazione di valore, di merci, (capitalismo tout court, non capitalismo socialdemocratico alternativo a quello neoliberista) sarà un ricordo del passato, giocheranno a Monopoli con i loro soldi?
P.S. Sembra che in questo passaggio i colossi della finanza stiano cercando di sfruttare gli ultimi respiri del capitale produttivo, visto che stanno facendo soldi attraverso imprese da loro controllate che producono vere e tangibili merci, valori di scambio veicolati da valori d'uso, come i vaccini.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Monday, 17 January 2022 13:58
L'automazione è il grande motore dell'aumento della ricchezza e del divario sociale degli ultimi 20 anni, e non mostra segni di fermarsi presto.

Questo è il problema fondamentale della tesi di Marx; quando un paese è al 90% della strada verso la robo-utopia, diventa un'oligarchia infernale.

K Marx nei Gundriss ha previsto l'automazione con 170 anni di anticipo.
.... Non appena il lavoro nella sua forma diretta (umana) ha cessato di essere la grande fonte di ricchezza, il tempo di lavoro cessa e deve cessare di essere la sua misura...

Il capitalismo lavora quindi verso la propria dissoluzione con questa forma che domina la produzione.
Marx pose i principi dell'automazione come una sorta di "fine della storia" in cui le merci sono diventate così economiche da produrre, e richiedono così poco lavoro, che l'attuale modello di capitalismo cade a pezzi (mettiamo da parte l'inflazione dei prezzi che è un effetto diretto della stampa di denaro ex nihilo, un problema supplementare)
Il capitale è esso stesso il movimento della contraddizione, nella misura in cui preme per ridurre al minimo il tempo di lavoro, mentre pone il tempo di lavoro, d'altra parte, come unica misura della ricchezza.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Bastiano
Monday, 17 January 2022 14:36
Gli studi recenti sull'automazione dicono che solo il 5% dei lavori correnti potrà essere completamente automatizzato. Scompariranno principalmente quei lavori manuali ripetitivi e razionalizzabili (principalmente nel settore della manifattura). Per il resto si parla di attività lavorative e non di posti di lavoro rimpiazzati. Quindi la strada per la robo-utopia è ancora lontanissima, perché un lavoro per essere automatizzato deve essere prima razionalizzabile (e l'uomo non è razionale, come ci ha mostrato Freud!). Sono proprio gli esperti di AI a smentire la tesi della fine del lavoro!

Marx parla del lavoro del suo tempo, che era principalmente lavoro manuale. Ma i lavori di oggi hanno una componente in gran parte non razionalizzabile, quindi non possono essere completamente rimpiazzati dalle macchine.

Fonti:
https://www.mckinsey.com/featured-insights/future-of-work/jobs-lost-jobs-gained-what-the-future-of-work-will-mean-for-jobs-skills-and-wages

https://ilbolive.unipd.it/it/news/stefano-quintarelli-lintelligenza-artificiale
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Monday, 17 January 2022 15:03
Ha se Mac Kinsey dice così allora possiamo credergli sulla parola, a condizione di negare la realtà.
Quando saremo fuori dall'economismo borghese forse potremo riparlarne seriamente.
L'unica fonte di ricchezza è l'estorsione del plusvalore al lavoratore, il capitalismo in questo senso non è una relazione tra cose, ma una relazione sociale.
[I capitalisti introducono una tecnologia migliorata per ridurre il tempo di lavoro richiesto per la produzione di beni.
Con la riduzione del tempo di lavoro necessario per produrre la merce al di sotto del tempo medio di lavoro socialmente necessario, il singolo capitalista può ottenere profitti aggiuntivi rispetto ai suoi concorrenti.
Spiegate, già che ci siete, l'ipertofia dei mercati finanziari?
Perché ricorrere a una valorizzazione fittizia, quando naturalmente con una bella tecnologia si potrebbe risolvere, è ovvio, la quadratura del cerchio.
Bene, fermiamoci qui, possiamo discutere contro un talebano del rinnovamento?
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Bastiano
Monday, 17 January 2022 15:53
Mi sa che non ci siamo capiti. Li hai letti gli articoli?

Quello che scrivi su plusvalore e caduta del saggio di profitto è corretto. Siamo d'accordo che la fonte di ricchezza è lo sfruttamento. Siamo anche d'accordo sul fatto che il capitalista tende a variare la composizione organica del capitale in favore del capitale costante.

Ma da lì a dire che tutti i lavori scompariranno e che la società verrà completamente robotizzata è tutta un'altra storia! Gli articoli che ho linkato saranno anche mainstream (o borghesi se preferisci), ma sono sostanzialmente corretti.

L'intelligenza artificiale non può sostituire (completamente) i lavori creativi, di ingegno, quelli dove bisogna interfacciarsi col cliente. Il problema è spiegare ad una macchina cosa sia un problema. Per questo verranno sostituite principalmente mansioni e non l'intera occupazione.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Monday, 17 January 2022 19:23
Naturalmente, il 90% è una metafora, perché se lo immaginiamo come una realtà, il tasso di profitto sarebbe quasi moribondo.
Tuttavia, la tendenza è quella di andare verso quello, non di raggiungere la meta.
Tuttavia, rimane il fatto che il danno all'occupazione è stato manifesto, e mentre la tecnologia richiede lavori qualificati e persino altamente qualificati, questo non compensa la perdita massiccia di posti di lavoro e dà invece origine a lavori poco qualificati e persino a bassi salari.
Non basta produrre valori d'uso, bisogna trasformarli in valori di scambio, attraverso l'intermediario del prezzo.
Da qui la possibilità emergente di un reddito di base universale, con tutte le contraddizioni che questo comporta.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Monday, 17 January 2022 19:05
Certo, il 90% della forza lavoro deve essere messo in prospettiva, ma si può dire che il lavoro precario è in aumento, e anche se la biopotenza sta aumentando i lavori qualificati e persino altamente qualificati, questo non compensa il calo generale del reddito.
E così il problema del consumo, non basta produrre valori d'uso, bisogna trasformarli in valori di scambio, cioè in prezzi di vendita. Un'ulteriore contraddizione è che il sistema prevederebbe un reddito di base universale, con tutti i problemi che questo genererebbe.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Monday, 17 January 2022 14:15
Per quanto riguarda i beni finanziari, questi non possono essere completamente smaterializzati dal valore del lavoro, anzi sono accompagnati da un'estorsione estremamente brutale del valore aggiunto, con il corollario del lavoro precario, del lavoro senza protezione, al di sotto del minimo di sussistenza.
Parlando del tasso di profitto nel 1850 era del 45% nel 2021 del 9,9%, non contiamo le anticipazioni del plusvalore.
Il captalismo nella dominazione formale cresce sulla valorizzazione CV del lavoratore.
Il capitalismo nel dominio reale cresce sulla svalorizzazione CC , l'informatica macchinari automatizatione ecc.

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Pantaléone
Monday, 17 January 2022 14:31
Il dominio formale il capitalismo cresce sulla valorizzazione. Capitale variabile il lavoratore.
Il capitalismo del dominio reale cresce sulla disvalorizzazione Capitale costante.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Calcagno
Sunday, 16 January 2022 18:43
Stampare moneta non causa inflazione.

Chi fissa i prezzi non conosce l'ammontare della massa monetaria. Ce lo vedete il gelataio che si informa su M3 prima di scrivere "Cono medio - 3€" sui cartelli? Anche volendo non potrebbe, perché gli aggregati monetari non sono aggiornati in tempo reale.

La cosa incredibile di questo (pessimo) articolo ė che critica il neoliberismo, ma contemporaneamente difende la tesi fondamentale della scuola monetarista: la teoria quantitativa della moneta. Lo spauracchio dell'inflazione serve solo a limitare l'intervento dello stato in economia, per lasciare spazio al settore privato.

É incredibile che questi discorsi vengano fatti da chi si propone guardare al mondo con spirito critico, ma finisce per diffondere e perpetuare luoghi comuni.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
francesco
Monday, 17 January 2022 00:05
Purtroppo c'è molta gente di sinistra come te che pensa che la soluzione sia stampare denaro e darlo allo stato. Calcagno forse sei seguace della MMT, che non è neppure una teoria ma una semplice sciocchezza. La soggettività non è quella del gelataio o dello stato, ma quella del capitale. Se aumenta la massa di denaro in modo così vertiginoso si creano ipso facto i presupposti per l'inflazione (anche iper), che impoverisce perché erode potere d'acquisto. Esattamente quanto succede oggi dopo le varie elargizioni delle banche centrali che sono l'unico modo per evitare il tracollo finanziario. Denaro che come scrive fabio vighi arriva poi a valle come credito non appena si riapre, creando appunto inflazione. E non è che succede per caso, chiaramente è stato pianificato per centralizzare il controllo della moneta.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Calcagno
Monday, 17 January 2022 10:34
Francesco, vai preso per mano e accompagnato verso la luce. Critichi il capitale e contemporaneamente difendi le tesi dei liberisti!

Non sono della MMT e non ho mai detto che stampare moneta sia la soluzione a tutti i problemi. Io ho detto solo che stampare moneta non causa inflazione.

Quello che scrivi è logicamente insensato. Non esiste il signor Capitale che va in giro a fissare i prezzi. La soggettività che scrive "Cono medio - 3€" è quella del gelataio. Il gelataio non conosce l'ammontare della massa monetaria (non può neanche volendo), quindi non può usarla come parametro per fissare i prezzi. Quello che guarderà sarà il costo delle materie prime, del lavoro, del locale, delle bollette, ecc... si farà due conti e stabilirà che deve vendere a quel prezzo per andarci (almeno in pari).

L'inflazione è storicamente causata dall'aumento del costo dei fattori produttivi (esempi: aumento del petrolio negli anni 70, aumento delle bollette oggi per via dell'aumento del costo dell'energia), MAI dall'aumento della massa monetaria.

Allego anche il grafico che compara la crescita di M3 e il tasso di inflazione nell'eurozona. Come puoi vedere non c'è nessuna correlazione.

Linko anche questa serie di lezioni di keynesblog che spiega più nel dettaglio:

https://keynesblog.com/2013/03/18/inflazione-e-moneta-endogena-1-la-teoria-quantitativa-della-moneta
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Calcagno
Monday, 17 January 2022 10:44 Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
francesco
Monday, 17 January 2022 12:49
Il grafico che hai messo conferma che dal post-2008 c'è correlazione eccome tra money supply e inflazione. E il grafico è parziale come cronologia. Da autunno 2019 aumento massiccio di creazione moneta, che a differenza di anni precedenti non è principalmente parcheggiata nel settore finanziario ma entra con forza nei circuiti economia reale, alimentando inflazione PPI e CPI (produzione e consumo). Monetaristi e neo-keynesiani hanno fallito, perché non hanno capito che il problema è a monte (incapacità del capitale di creare plusvalore sufficiente a riproduzione sociale, con inevitabile compensazione finanziaria). Non devi ragionare per categorie astratte, ma applicarle al divenire storico. Oggi il debito si moltiplica molto più velocemente del valore estratto dal plusvalore, che non copre neppure gli interessi sul debito. Per cui lasciamo stare Keynes, ha già dato.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Calcagno
Monday, 17 January 2022 13:31
Da autunno 2019 non è aumentato niente!

Serie storica inflazione dal 1956 al 2021:
https://www.rivaluta.it/serie-inflazione-media.asp

Ammontare M3 dal 1985 (sotto al grafico si può allargare il range con il mouse):
https://it.investing.com/economic-calendar/m3-money-supply-198

Si vede chiaramente che quando aumenta la massa monetaria (anche dopo il 2019) non aumenta l'inflazione! Se sostieni una tesi la devi anche dimostrare.

Puoi postare un grafico che mostra una correlazione tra inflazione e massa monetaria?

Quando la moneta entra nel circuito dell'economia reale, come fanno ad aumentare i prezzi se chi li fissa non conosce la quantità di moneta in circolazione? Puoi spiegare ogni passaggio nel dettaglio?

Dici che i monetaristi hanno fallito ma contemporaneamente difendi il monetarismo. Pazzesco!
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Fabio
Monday, 17 January 2022 16:26
Ringrazio Calcagno e Francesco per l'acceso dibattito.

L'inflazione area euro oggi è a 5%. Sapete benissimo che la BCE, seguendo la FED che aveva cominciato nel settembre 2019 (questo non viene quasi mai riconosciuto!), da inizio 2020 pompa enormi quantità di denaro fittizio nel sistema finanziario a ritmi crescenti (programma PEPP, che a fine marzo pare verrà sostituito da APP tradizionale). La correlazione fatela voi. Ma è ovvio che si crea un enorme potenziale inflattivo (e dunque di svalutazione del denaro). Se però il denaro rimane nella sovrastruttura finanziaria, o nei depositi della FED, la svalutazione inflattiva reale non c'è, o meglio viene rimandata. Non appena invece la massa di denaro creato al computer e immesso a badilate nel sistema finanziario si trasforma in domanda reale, come successo con le riaperture delle economie dopo i lockdown, parte l'inflazione. Negli USA a novembre 2020 l'inflazione era 1.2%, ora 7%. Al galoppo.

Ovvio dunque che non basta stampare denaro per creare inflazione! Se il denaro rimane nei depositi bancari o imprigionato nel settore finanziario, non crea inflazione, come invece pensano i monetaristi tipo Friedman. Però quando il denaro stampato dalle banche centrali prende a circolare a alta velocità nell'economia reale, determina il rialzo dei prezzi, dalla produzione fino al consumo. Ce ne accorgiamo oggi.

Io però nell'articolo volevo mettere l'accento su un punto specifico che credo corrobori la mia tesi: il "going direct" come cambio di strategia monetaria della Fed. Nel 2019 la Fed ha iniziato a dare denaro direttamente alle banche di riferimento, cambiando strategia rispetto ai precedenti QE che invece sono acquisti di asset. Questo cambio di strategia l'aveva ordinato BlackRock. Il bilancio della Fed è cresciuto di 4,5 trilioni di dollari nell'ultimo trimestre del 2019! Denaro che, come viene dimostrato in questi giorni, è andato direttamente nelle mani di JP Morgan, Goldman Sachs, Deutsche Bank, ecc, e da lì alle banche commerciali. Capite bene che a questo punto l'inflazione diventa inevitabile non appena si riapre l'economia e riparte la domanda reale.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Calcagno
Tuesday, 18 January 2022 20:35
Fabio,
continui a difendere il monetarismo anche quando critichi Friedman.

(ultimo tentativo, poi passo e chiudo perché sono già quattro commenti che scrivo le stesse cose)

"...Non appena invece la massa di denaro creato al computer e immesso a badilate nel sistema finanziario si trasforma in domanda reale, come successo con le riaperture delle economie dopo i lockdown, parte l'inflazione...".

Questa che descrivi è la teoria ESOGENA della moneta: l'offerta di moneta crea la domanda. Ma questo è come ragionano gli economisti neoclassici/liberisti! Invece è il contrario: la domanda di moneta genera l'offerta. La banca centrale non ha nessun potere di controllare la quantità di moneta, ma deve garantire la liquidità necessaria a non far collassare il sistema finanziario (teoria ENDOGENA).

L'inflazione non è MAI determinata dalla quantità di denaro circolante (né nell'economia reale, né da nessun'altra parte). I monetaristi insistono sul contrario invece, perché vogliono limitare l'intervento dello stato in economia (smantellare il welfare, ecc...) e lasciare spazio al settore privato.

Inflazione vuol dire che salgono i prezzi. Ma i prezzi non si scrivono da soli: c'è qualcuno che li fissa. Il problema è che chi scrive i prezzi (esempio: il gelataio) non conosce l'ammontare della massa monetaria (non ha l'informazione), quindi non può essere influenzato in nessun modo da questo fattore.

Altro dettaglio: la moneta oggi è totalmente fiduciaria. Non è più una risorsa scarsa (oro) e non è nemmeno più agganciata a una risorsa scarsa tramite un obbligo di conversione. Non so quindi cosa tu intenda per "denaro fittizio".

Negli USA l'inflazione negli ultimi anni è salita perché sono aumentati i costi di cibo, affitti ed energia.

Fonte: https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-01-12/inflation-in-u-s-registers-biggest-annual-gain-since-1982#:~:text=The%20consumer%20price%20index%20climbed,%25%20from%20November%2C%20exceeding%20forecasts.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Fabio
Wednesday, 19 January 2022 15:22
Ultimo tentativo anche da parte mia. Mi sembra tu non colga la differenza tra capitale 'fittizio' (Marx, fine terzo libro) e capitale generato attraverso investimento nel lavoro, ovvero l'astrazione sociale che da' origine e sostanza al capitalismo come modo di produzione. Oggi non ha piu' senso inscenare il dibattito tra monetaristi e neo-keynesiani perche' la base del valore prodotto dal lavoro (la sostanza del capitale) e' stata erosa a tal punto che l'unico esito possibile e' un'immensa e devastante svalutazione, ora posticipata/controllata proprio dall'emergenzialismo autoritario (covidiano) destinato a violento inasprimento. L'immensa e sempre crescente massa di valore fittizio creata e iniettata nel sistema - che sostiene tanto il settore finanziario a leva quanto il debito statale - non puo' che svilire ulteriormente la moneta. Per questo stanno preparando le CBDC (central bank digital currencies) come tantativo estremo (e totalitario) di controllare direttamente le valute.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Calcagno
Wednesday, 19 January 2022 20:56
Fabio,
hai tanta di quella confusione in testa che a caderci dentro si rischia di non uscirne più.

La teoria marxiana della moneta è endogena.

Un bel ripassino qui: https://www.okpedia.it/la-teoria-monetaria-di-marx#l'offerta_di_moneta_%C3%A8_endogena

Quello che scrivi su capitale fittizio ed inflazione non ha quindi alcun senso.

Ora, appurato il fatto che sei un neoliberista a tua insaputa, le CBDC non servono a controllare proprio niente (per l'ennesima volta, LE BANCHE CENTRALI NON HANNO IL POTERE DI CONTROLLARE L'OFFERTA DI MONETA). Nascono in risposta alle criptovalute private (come il bitcoin).

Fonte BCE: https://www.ecb.europa.eu/paym/digital_euro/html/index.it.html

Se la sinistra è questa, allora oggi la sinistra non esiste. L'apologia del neoliberismo oggi si presenta mascherata da critica del neoliberismo stesso.

Detto questo, veramente, passo e chiudo.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
francesco
Wednesday, 19 January 2022 23:55
Fonte BCE?! Cos'è una barzelletta? Forse la confondi con la banca centrale di Marx nel Manifesto? La teoria marxiana della moneta va ripensata perché Marx non poteva anticipare quanto accaduto nel XX sec specie con l'abbandono della convertibilità in oro, finanziarizzazione dell'economia, ecc. E' cambiato il ruolo delle banche centrali rispetto ai tempi di Marx. Consiglio a calcagno di alzare gli occhi dal bignamino del perfetto socialista.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Alfonso
Sunday, 16 January 2022 12:29
Bello. Dici: "Essenziale per la ‘nuova normalità’ è tanto la graduale rimozione di libertà individuali, quanto l’ulteriore erosione di redditi e risparmi, già considerati un lusso rispetto alle esigenze del neoliberismo." In Xijinpingland il problema è già risolto. Domanda, a te (e a Slavoj?): come vi smarcate da Wang Huning, e dagli altri movimenti apocalittici dei Neocon e dei Daesh?

Dici: "Conviene dunque prepararsi. Possibilmente, cominciando a riflettere su come istituire forme autonome di convivenza sociale che non siano dipendenti da un modello riproduttivo in piena decomposizione e, per questo, sempre più violento e criminoso." Domanda: come vi smarcate dai nazisti, dai comunitaristi, dai bitcoinisti?

Dici: "Piuttosto, per salvare quel che rimane della nostra dignità e intelligenza critica, e la speranza di un mondo migliore per i nostri figli, dobbiamo liberarci almeno mentalmente dalla soggezione alla pseudo-pandemia sostenuta dalla pseudo-scienza assurta a nuova religione globale." Domanda: se i reparti di uomini in armi sono già mentalmente scevri dalla soggezione di cui parli, perché non ti garbano? Non è che chiedi ulteriori caratteristiche? Grazie.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Fabio
Tuesday, 18 January 2022 14:25
In genere non rispondo alle provocazioni, ma faccio una piccola eccezione perché conosco lo spessore del provocatore. Lo smarcamento è fondamentale, ma in questo momento anche un po' vacuo e ipocrita se non abbinato alla consapevolezza che l'oppressore è chi ci sta dirigendo al macello nel nome della nostra salvezza, come un gregge di pecore che pensano di andare alla tosatura. Dunque smarcarsi sì, ma anche da settarismi sinistrorsi e narcisismi delle cause perse. Possiamo discettare da mane a sera di argomenti a noi cari - è molto divertente, oltre che un buon balsamo da spalmare sull'ego. Ma forse conviene anche pensare a come istituire grandi alleanze popolari prima che impazzi la guerra del tutti contro tutti, non credi? Quando saremo costretti a raccattar rifiuti nei bidoni di spazzatura (perché è inevitabile che ciò accada, vista la traiettoria) sarà troppo tardi, e ci divoreremo gli uni con gli altri.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Alfonso
Wednesday, 19 January 2022 15:51
@Fabio, lasciatelo dire da un provocatore: non stavo provocando. Il guaio con 'sto vizio di provocare rimane sempre uguale, anche quando non provoco la dramatis persona di provocateur non me la strappo di dosso. Ancor peggio in tempi nei quali devi presentare il pass....aporto "chi siete, che volete" prima di "tre scellini" e poi le argomentazioni. Slavoj potrebbe...solidarizzare, come mi accadde in una occasione con "who's on first". Comunque, sarei curioso di sapere cosa pensate voi due OGGI dei consigli dati a Nadia Maftouni. Riguardo "ci divoreremo gli uni con gli altri", mi hai fatto venire in mente il tweet favorito di Ricky Gervais, il fondamentalista cristiano che, quando Satan sodomizza Ricky, sicuro sicuro presenzia: I'll be laughing. Ah, se pensi che certi temi non siano pertinenti qui (abbiano significato ma non abbiano senso) uno di questi giorni ti mando una email. We will be laughing!
Like Like Reply | Reply with quote | Quote

Add comment

Submit