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comidad

La sinergia tra finanza globale e mafie locali

di comidad

Uno dei generi giornalistici nostrani più fortunati è il “come sono bravi gli altri Paesi, come siamo stronzi e mafiosi noi”. I fenomeni narrati non vengono storicizzati ma falsati da un filtro moralistico. Le gerarchie morali tra i popoli diventano poi gerarchizzazioni antropologiche e, in definitiva, razziali. Il moralismo fa diventare razzististico persino l’antirazzismo, poiché si finisce invariabilmente per dividere l’umanità in gerarchie morali/antropologiche, cioè tra la razza superiore degli antirazzisti e la razza inferiore dei razzisti.

Il genere autorazzistico è tra i preferiti da “Report”, ma stavolta purtroppo c’è cascato anche Riccardo Iacona, di cui pur si ricorda l’impegno per la difesa di Julian Assange. A proposito di Assange, le rivelazioni di Wikileaks hanno messo in evidenza il fatto che i funzionari dell’imperialismo statunitense raccolgono le loro informazioni sulla stampa locale, quindi si alimentano di notizie inconsistenti, non basate sui dati di fatto ma sui soliti luoghi comuni. Ciò dimostra che non solo quei funzionari si rubano lo stipendio, ma soprattutto che l’imperialismo non procede per lucide strategie, bensì per schemi comportamentali, per riflessi condizionati.

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ilchimicoscettico

Il pensiero istituzionale esiste...

di Il Chimico Scettico

... e la comunicazione della scienza lotta assieme a lui.

Questa storia di dosi ennesime e ADE (Antibody-Dependent Enhancement https://it.wikipedia.org/.../Potenziamento_anticorpo...) ha fatto cadere sul prof. Broccolo un po' di tutto (https://www.startmag.it/.../luniversita-milano-bicocca.../). E' un'ipotesi improbabile? Ok.

Ma la reazione è quella di un monoteismo vaccinale che, come il Green Pass all'italiana, è diventato religione di stato ("Fake news", si urla dal ministero, e i "giusti" ripetono "Fake news!").

Non solo religione di stato, religione di stato e religione intollerante.

Che con un tasso di copertura vaccinale anticovid tra i più alti di Europa in Italia si continui su questa via è indicativo, ed è indicativo che, anche sotto le apparenze più rassicuranti, la "giusta comunicazione" in contesto pandemico sia solo quella che tratta i cittadini come funghi (leave them in the dark and feed them shit).

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blitzquotid

Ucraina e Russia, Putin aggressore?

Ricordate le balle su Saddam? E quelle sul Tonchino?

di Pino Nicotri

 

Ucraina e Russia. Certo che è strano. Perché nessuno prova a vedere quello che sta accadendo senza paraocchi?

Riguardo la pessima situazione tra Ucraina e Russia stiamo credendo tutti, giornalisti e politici, a quella stessa Cia, a quello stesso Pentagono e a quella stessa Casa Bianca e Downing Street con Tony Blair che nel 2003, appena 19 anni fa, hanno mentito allo stesso popolo degli USA e al resto del mondo.

Appena 19 anni fa per poter invadere militarmente l’Iraq, provocando poco meno di 200 mila morti iracheni, Cia, Pentagono, Casa Bianca e Tony Blair hanno inventato la colossale balla delle “bombe atomiche e altre armi di distruzione di massa prodotte dall’Iraq di Saddam Hussein”.

E oggi ci raccontano quello che vogliono loro riguardo le esercitazioni militari russe anche con missili “atomici” (?!) in località più o meno vicine al confine con l’Ucraina. E perfino riguardo “l’invasione russa fissata per mercoledì”, quello passato.

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riformista

“Figuraccia Usa: mostrano a Putin di essere deboli e confusi”

Umberto De Giovannangeli intervista Lucio Caracciolo

Una figuraccia imbarazzante. Imbarazzante e preoccupante, se a confezionarla è il paese guida dell’Occidente: gli Stati Uniti d’America. Gli strateghi di Washington avevano anticipato l’invasione russa dell’Ucraina ma si erano spinti fino al punto di rivelare urbi et orbi la data: 16 febbraio 2022. Restava incerto solo il minuto secondo. E invece… Il Riformista ne discute con Lucio Caracciolo, direttore di Limes, la più autorevole rivista italiana di geopolitica.

* * * *

Il 16 febbraio doveva essere il D-day dell’invasione delle armate russe in Ucraina. Invece Putin ha stoppato il tutto mentre Biden si è trincerato in un imbarazzato: «Pronti a un accordo con la Russia, ma resta rischio invasione». Visto che l’invasione, almeno al momento, non c’è stata ma la crisi permane, ci aiuta a cogliere l’essenza nell’agire dei due attori principali? Qual è l’obiettivo strategico dei Russi?

Rientrare nel sistema di sicurezza europeo da protagonisti. Ciò che alla Russia è vietato di fatto dal 1917 in poi, salvo i quattro anni di cooperazione, 1941-’45, con l’Occidente nella Seconda guerra mondiale.

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eticaeconomia

Il solito vecchio metaverso

di Marco Marucci

Adam Smith, che non era un socialista, già più di due secoli fa affermava che quando due uomini industriali si incontrano sicuramente stanno progettando qualcosa che per danneggiare l’interesse pubblico: “All for ourselves and nothing for other people sembra sia stato, in ogni epoca del mondo, la vile massima dei padroni dell’umanità” (La Ricchezza delle Nazioni, 1776). Oggi le cose non sono molto cambiate, gli industriali non portano più la bombetta ma ce li possiamo immaginare con camice hawaiane che bevono cocktails su un’isola di loro proprietà, parlando di cosa “lanciare” nei prossimi anni, che siano auto senza pilota, giochi 3D, monete digitali, navette spaziali, assistenza sanitaria a distanza o la creazione di un mondo virtuale dove dare sfogo a tutte queste fantasie. I Big Tech promuovono questo nuovo progetto come cyberspazio tridimensionale “empireo, trascendente ed immersivo” a cui si accede tramite visori 3D e guanti robotici tattili e lo presentano al mondo come Metaverso, riprendendo il nome del mondo virtuale ideato da Neal Stevenson nel suo libro cult “Snow Crash” (1992).

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gruppogocciagoccia

Il valore supremo della dignità umana al centro della nostra Costituzione

Riflessioni su Super Green Pass e obbligo vaccinale alla luce di tale principio

di Elena Dragagna, avvocato

Leggendo la Costituzione troviamo in più parti il richiamo, diretto o indiretto, alla dignità umana. È un concetto che pervade tutto il testo costituzionale e sul quale oggi, in un momento in cui la dignità umana risulta aggredita da norme che non ne tengono conto, è più che mai importante riflettere.

Ma passiamo al testo della nostra Costituzione.

Innanzitutto, all’art. 2 Cost. troviamo il riconoscimento – non l’attribuzione, trattandosi di diritti immanenti della persona di cui lo Stato può solo prendere atto e, appunto, “riconoscere” – dei diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.

Anche se all’art. 2 non troviamo un riferimento diretto alla dignità umana, è chiaro che questo c’è, seppur sottinteso: i diritti fondamentali e inviolabili riconosciuti dall’art. 2 sono propri dell’uomo in quanto tale, con il loro riconoscimento si dà valore, correlativamente, alla dignità umana.


ccc 3

 

Il concetto di dignità è presente espressamente nell’art. 3 Cost. che prevede che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ai sensi di questo articolo, dunque, la dignità viene riconosciuta a tutti i cittadini senza alcuna distinzione, in conformità del principio di non discriminazione.

L’art 4 Cost. prevede il riconoscimento a tutti i cittadini del diritto al lavoro e la promozione, da parte dello Stato, delle “condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Sempre all’art. 4 il lavoro è previsto non solo come diritto ma anche dovere, collegato al fatto che l’attività lavorativa concorre al progresso materiale o spirituale della società. Sicché si può dire che si ritrova nella Costituzione una sorta di equivalenza tra vita dignitosa e possibilità di lavorare; in particolare il vivere dignitosamente, corrispondente ad una vita in cui l’essere umano può lavorare per il sostentamento suo e dei suoi familiari (si vedrà poi l’art. 36 Cost) e concorrere al progresso della società, prevale sul vivere e basta.

La dignità è richiamata espressamente anche in altri punti della nostra Carta costituzionale.

L’art. 32, nel prevedere la tutela della salute sia come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” – e si noti che il riferimento, nel caso dell’individuo, è al suo diritto fondamentale, mentre nel caso di collettività si parla di interesse – stabilisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e, comunque, che la legge impositiva di un determinato trattamento sanitario “non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”, quindi della sua dignità.

L’art. 36 Cost. stabilisce poi il diritto del lavoratore ad una retribuzione non solo proporzionata all’attività svolta ma in ogni caso “sufficiente ad assicurare a lui ed alla sua famiglia una vita libera e dignitosa” – di nuovo troviamo il concetto di dignità, connesso con la vita umana, che la Costituzione celebra in quanto sia dignitosa, e con il lavoro, su cui (art. 1 Cost.) la nostra Repubblica è fondata.

L’41 Cost. indica inoltre il rispetto della dignità umana tra i limiti all’iniziativa economica privata.

Riflettere sul valore della dignità umana – che, in certo qual modo, riassume tutti gli altri valori contenuti nella nostra Costituzione – è più che mai importante oggi, in un momento in cui l’aggressione a tale dignità appare senza precedenti.

In particolare, dopo la previsione e l’utilizzo del Green Pass “base”, già di per sé strumento discriminatorio e censurabile in base ai valori costituzionali, è stato previsto il Green Pass rafforzato (o Super Green pass), certificazione che si ottiene solo da vaccinati o guariti da covid 19.

Questa certificazione, inizialmente richiesta per diverse attività al chiuso, con il d.l. 229 del 30 dicembre 2021 è stata estesa a praticamente tutti gli ambiti della vita umana.

A partire dai 12 anni di età, infatti, non si può praticare attività sportiva neanche all’aperto, prendere un bus o un treno, sedersi ad un tavolino di un bar o un ristorante, anche all’aperto. andare ad un museo o ad un teatro senza essere stati vaccinati ovvero essere guariti da covid 19.

Come queste disposizioni cozzino con il concetto di dignità umana e di vita dignitosa (la cui tutela nei confronti dei bambini e ragazzi dovrebbe tra l’altro essere ulteriormente rafforzata) dovrebbe essere assolutamente palese a tutti.

Ma c’è di più.

Il d.l. 1 del 7 gennaio 2022 oltre ad avere esteso l’obbligo del Green pass base per servizi alla persona (come parrucchieri), banche, poste, uffici pubblici, attività commerciali eccetto quelle essenziali (alimentari, farmacie, ecc..) ha introdotto l’obbligo vaccinale (già in precedenza previsto per alcune specifiche categorie di lavoratori, ad esempio in ambito sanitario) per chi abbia compiuto 50 anni di età (o anche per chi li compia successivamente) fino al 15 giugno 2022 prevedendo inoltre la necessità di Green Pass Rafforzato (Super Green Pass) per l’accesso a tutti i luoghi di lavoro dal 15 febbraio 2022 sempre fino al 15 giugno 2022 (e questo obbligo è stato esteso anche all’accesso in Parlamento; e questa gravissima previsione meriterebbe un contributo scritto a parte).

I lavoratori ultracinquantenni non in possesso di Super Green Pass rischiano dunque pesanti sanzioni pecuniarie ove vengano trovati sul posto di lavoro senza tale certificazione e, nel momento in cui non vi accedono per mancanza della certificazione stessa, sono considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro, fino alla presentazione delle certificazioni, e comunque non oltre il 15 giugno 2022. Per i giorni di assenza ingiustificata, questi lavoratori non hanno diritto alla retribuzione né ad altro compenso o emolumento.

Il tutto in aperta ed evidente violazione, solo per citare alcune delle norme costituzionali sopra ricordate, dell’art. 32 della Costituzione secondo cui una legge che prevede un trattamento sanitario obbligatorio non deve violare il rispetto della persona umana e dell’articolo 36 della Costituzione secondo cui i cittadini hanno diritto ad una retribuzione sufficiente per un’esistenza libera e dignitosa.

Timidamente qualche Giudice pare rendersi conto della palese violazione dei principi costituzionali fondanti del nostro ordinamento e, in particolare, del principio relativo alla tutela, sempre e comunque, della dignità umana.

Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Velletri ha, prima con provvedimento in fase cautelare nel novembre scorso e poi con successiva sentenza, riammesso al lavoro un’operatrice sanitaria sospesa in quanto non vaccinata “… considerata la rilevanza costituzionale dei diritti compromessi (dignità personale, dignità professionale, ruolo alimentare dello stipendio)”.

Il TAR del Lazio in composizione monocratica, con tre decreti appena depositati, ha annullato la sospensione dello stipendio per tre dipendenti del Ministero della Giustizia, ritenendo la necessità di valutare (cosa che avverrà a breve in sede collegiale) la costituzionalità della norma.

Nei decreti il TAR ha evidenziato che si prospettano “profili di illegittimità costituzionale della normativa concernente l’obbligo, per determinate categorie di personale in regime d’impiego di diritto pubblico, di certificazione vaccinale ai fini dell’ammissione allo svolgimento della prestazione lavorativa” e ha ritenuto in tutti i casi trattati “che, in relazione alla privazione della retribuzione e quindi alla fonte di sostegno delle esigenze fondamentali di vita, sussistono profili di pregiudizio grave e irreparabile, tali da non tollerare il differimento della misura cautelare sino all’esame collegiale”.

Né si può dimenticare l’articolata ordinanza con cui il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, giudice d’appello in materia amministrativa previsto dallo Statuto speciale della Regione Sicilia, nel caso di uno studente non vaccinato iscritto al terzo anno del corso di Laurea d’Infermieristica, ha disposto un’istruttoria, richiedendo a tal fine specifiche informazioni al Ministero della Sanità, per vagliare se le disposizioni inerenti l’obbligo vaccinale siano o meno conformi al dettato costituzionale.

In una recente intervista, il Prof. Alessandro Mangia, professore ordinario di diritto costituzionale nella facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano, evidenzia espressamente che “il green pass tocca il diritto alla retribuzione, la cui finalità – ci dice l’art. 36 Cost. – è quella di “garantire un’esistenza libera e dignitosa”. Il Prof. Mangia si chiede (e chiede all’intervistatore): “è libera e dignitosa la vita di chi si deve vaccinare per lavorare e arrivare a fine mese?”. La risposta è necessariamente NO. E, conclude il Prof. Mangia, è “Strano che nessuno se lo sia chiesto, e che nessuno si sia accorto che il limite espresso” ai trattamenti sanitari, quando resi obbligatori per legge ai sensi dell’art. 32 Cost., “è la dignità della persona”.


 

BIBLIOGRAFIA:
 https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione
 https://www.gazzettaufficiale.it/…/2021/12/30/21G00258/sg
https://www.gazzettaufficiale.it/…/01/07/22G00002/sg…)
 https://www.repubblica.it/…/camera_covid_super_green…/
 https://www.rainews.it/…/no-vax-covid-Infermiera-no-vax…
https://anief.org/…/38614-obbligo-vaccinale-%E2%80%93…
 https://anief.org/…/38292-vaccino-obbligatorio-%E2%80…
 https://www.ilfattoquotidiano.it/…/obbligo…/6484844/
 https://www.ilsussidiario.net/…/green-pass…/2289533/
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comuneinfo

I nostri salvatori?

di Enrico Euli

C’è una spinta dall’alto che devasta il clima e avvelena la terra, ci chiude nelle case per consumare energia sempre più costosa e digitalizza gusti, spostamenti e condizioni di salute di tutti. Non possiamo fare nulla per fermare quei processi, dicono quelli che sono in alto, nel migliore dei casi, chi sopravvive, può imparare a conviverci. L’ultima spinta, che in realtà in diversi angoli dimenticati del mondo è presente da tempo, è l’adattamento alla guerra quale condizione vicina nello spazio e permanente nel tempo. In questo scenario siamo in grado di abbandonare forme di lotta tradizionali, dall’organizzazione di cortei alla firma di petizioni, passando per le richieste al parlamento e le urne? Secondo Enrico Euli no, gli Stati sanno porsi sempre come i salvatori. Da una barchetta come Comune, la realtà, per dirla con Bloch, ci sembra però sempre dinamica, il “non-ancora” in qualche modo esiste già (si tratta di diventare ogni giorno, per quanto difficile, “consapevoli produttori della nostra storia”), ma di certo Euli ricorda un nodo cruciale: oggi affidarci agli Stati per trasformare il mondo finisce per rafforzare la spinta dall’alto.

* * * *

Dopo aver verificato, nell’esperimento Covid, la capacità di adattamento dei propri cittadini a regole, imposizioni e clima di terrore, gli Stati ora si avviano a nuovi esperimenti.

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theunconditional

Cui prodest?

di Andrea Zhok

La tecnica di governo delle moderne pseudodemocrazie è trasparente e rivela in controluce quali interessi in esse predominino e muovano le fila.

Non appena un’emergenza esaurisce la sua spinta ci si deve affrettare a riaccenderne un’altra, in modo da poter dettare la nuova agenda tecnocratica, che non ammette repliche.

Se non esistono emergenze esogene sufficientemente preoccupanti si può ricorrere all’evergreen dell’incombente crisi economica per indurre una situazione critica.

Così, l’arretramento della crisi pandemica riavvia la dinamica dei debiti pubblici. Con affidabilità cronometrica le banche centrali annunciano politiche più restrittive, i tassi d’interesse salgono, il credito e gli investimenti entrano in sofferenza. A breve avremo una magnifica riedizione della stagflazione degli anni ’70: economia in rallentamento in presenza di inflazione.

L’inflazione esogena (dovuta alla restrizione dei canali di approvvigionamento delle materie prime e del’energia) ridurrà ulteriormente i consumi.

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carmilla

Controinsurrezione e controllo sociale

di Nico Maccentelli

Le vicende canadesi (1), nelle quali il premier Trudeau ha decretato per la prima volta nella storia del Canada lo stato di emergenza in questi giorni, non sono solo un fatto circoscritto a quel paese per la sua eccezionalità, ma sono un esempio eloquente di controinsurrezione 4.0(2), tecnologica e digitale, che ci fa capire come il sistema di potere capitalista interverrebbe nel caso in cui una massa critica sociale mettesse in discussione il suo ordinamento costituito, fatto di biopolitiche del controllo, imposizioni e restrizioni oppressive che non possono in alcun modo essere discusse da una critica sociale e sindacale.

Se poi pensiamo alla situazione italiana, di graduale esautoramento del Parlamento, con esecutivi sempre più eterodiretti dalle forze dominanti del capitalismo, del grande capitale interno e sovranazionale. Se pensiamo alla chiusura di spazi di agibilità ed espressione politica giustificata dalla pandemia, questo combinato repressivo per noi sarebbe micidiale e tale da far impallidire le vecchie metodiche fasciste alla Pinochet.

Colpisce inoltre la perfetta linearità tra il pass introdotto dai vari governi nel mondo e l’utilizzo del medesimo mediante la digitalizzazione dei dati, la biometria, il tracciamento, in un passaggio che va da un usuale controllo individuale e sociale (a cui stanno cercando di assuefarci) a operazioni di intervento antisommossa o controinsurrezionali.

E a quegli “antagonisti” che continuano a banalizzare la questione con paragoni idioti come la tessera sanitaria, il bancomat e il fascicolo sanitario elettronico, va risposto che questo passaggio epocale, direi antropologico, nel rapporto cittadino/potere ci riguarda direttamente a partire dalla vita di tutti i giorni fino alle prospettive di un cambio sociale nella terra sempre più arida e barbara del neoliberismo.

Perché se non l’abbiamo ancora compreso, l’unico modo per uscire da questa condizione di totalitarismo, da questo golpe digitale e biopolitico non è certo la via parlamentare.

Ma vediamo i dettagli fondamentali dell’esperimento controinsurrezionale canadese (3), modello che poi sarà perfezionato ed esportato sicuramente in altre parti del mondo e che era già un’opzione in cantiere nei centri di potere che partono da Davos, Bilderberg e Trilateral.

Si legga qui:

Banks are moving to freeze accounts linked to convoy protests. Here’s what you need to know

Secondo la normativa, le banche canadesi hanno il “dovere di determinare” chi tra i propri clienti sia considerato una “persona designata” a cui dovrebbero essere negati i servizi finanziari. I regolamenti stabiliscono che spetta alle banche “determinare su base continuativa se sono in possesso o controllo di beni che sono posseduti, detenuti o controllati da o per conto di una persona designata…

Il governo esercita il controllo tramite le banche, che possono decidere della tua vita. I regolamenti definiscono una “persona designata” che può essere tagliata fuori dai servizi finanziari come qualcuno che “direttamente o indirettamente” partecipa a “un’assemblea pubblica che può ragionevolmente portare a una violazione della pace” o una persona impegnata in “gravi interferenze con il commercio” o “infrastrutture critiche”.

Nella definizione del regolamento di “persona designata” rientrano anche le persone che “forniscono beni per facilitare o partecipare a qualsiasi assemblea”. In altre parole, in base a questi regolamenti, chiunque invii fondi per sostenere queste proteste potrebbe trovarsi di fronte a un futuro finanziario traballante.

Poiché gli organizzatori di questa protesta hanno manifestato pubblicamente e sono apparsi sui social media, “le banche non avranno difficoltà a identificare chi sono queste persone”

Il pagamento delle bollette, dell’affitto e di qualsiasi tipo di transazione finanziaria quotidiana può essere interrotto per le persone che fanno parte del movimento di protesta.

Potrebbero esserci anche alcune “conseguenze indesiderate” come il congelamento dei conti, la sospensione degli alimenti e dei pagamenti di mantenimento dei figli: “Sarà molto difficile per loro” ha dichiarato Jessica Davis, esperta internazionale di terrorismo e finanziamento illecito e presidente e consulente principale di Insight Threat Intelligence, nonché presidente dell’Associazione canadese per gli studi di sicurezza e intelligence.

Alle banche è stata concessa l’immunità contro azioni legali in caso di controversie sull’opportunità di negare i servizi finanziari a qualcuno.

Nell’era del green pass e del credito sociale, le oligarchie rispondono esattamente con il green pass e il credito sociale: il tracciamento, la schedatura digitale e i dispositivi di disattivazione della vita civile, di qualsiasi più elementare diritto. E non lo fa nemmeno un giudice con un’istruttoria: basta una banca: un sistema di potere che esce da ogni diritto sancito dalle costituzioni borghesi in 250 anni di rivoluzioni moderne che configura un nuovo tipo di società, una sorta di capitalismo feudale. Questo controllo lede ogni forma di democrazia. È uno strumento di pressione e ricatto micidiale. Chi oserà discostarsi da ciò che decidono le oligarchie?

Vediamo il caso italiano. Le élite dominanti in Italia si sono fatte i loro partiti di governo e di opposizione… mi viene da dire che si sono fatte anche i loro antagonismi addomesticati… un ossimoro. Prima il capitalismo assimilava culturalmente le ondate protestatarie sociali come nel lungo Sessantotto, assorbendo e compatibilizzando la rivoluzione sessuale, il pacifismo, ecc. Ora le inglobano anche ideologicamente. Per esempio: in un paradigma marxista che parla di socialismo basta che recidi il filo giusto come in un apparecchio elettronico e innesti la narrazione del vaccinismo e della scienza di regime come necessità, che nel paradigma socialista sarà venduta con un associazione fuorviante, del tipo: “anche a Cuba si vaccinano” (4) e op-là, il gioco è fatto. Basta il terrorismo di un virus, basta infondere paura e anche i “duri e puri” nel nome di un collettivismo che qui esiste solo nella loro testa, crollano come un castello di carte, pur credendo di avere una linea politica antagonista. In questa operazione c’è cascato quasi tutto il sindacalismo di base. Non c’è stato bisogno di arruolare nessuno nel combinato virus-campagna mediatica-scienza di regime. Le pere mature cadono da sole.

Come vedete, tutto combacia: campagna terroristica, dispositivi di comando e discriminazione, frammentazione delle opposizioni e irregimentazione della politica, qualunque essa sia, dentro la narrazione di regime.

La shock economy (vedi Naomi Klein) diviene shock sociale, attraverso il quale passano i dispositivi di comando e il golpe strisciante nei confronti delle stesse democrazie borghesi si afferma rompendo la gradualità precedente e mettendo davanti al fatto compiuto milioni di persone la grande maggioranza della popolazione mondiale.

Siamo entrati in una nuova epoca, che qualcuno chiama “grande reset” rifacendosi al manuale di Kalus Schwab, ma che io molto più semplicemente colloco dentro le dinamiche e le contraddizioni interne al capitalismo e alle spinte verso una ristrutturazione economica e sociale da parte delle classi dirigenti che calpesta ogni diritto e conquista popolare dell’epoca precedente per affrontare una competizione globale sempre più selvaggia.

In questa forma di dominio capitalista condotto da oligarchie finanziarie sovranazionali e da gruppi di potere economico all’interno degli specifici contesti nazionali e geopolitici, finisce la democrazia borghese: sia dove si è più avanti come nel laboratorio Italia, sia dove una massa critica spinge il potere capitalista a soluzioni di regime estreme come in Canada, accelerando in questo caso i tempi di adozione di misure biopolitiche di controllo, già messe in conto dai think tank dei centri di potere nei casi di rivolte sociali.


Note
1) Il Freedom Convoy, ossia un lunghissimo convoglio di camionisti, con centinaia di migliaia di sostenitori, alla fine di gennaio ha invaso Ottawa e circondato il Parliament Hill per chiedere a Trudeau di revocare tutte le draconiane restrizioni COVID. Il convoglio nella sua marcia ha registrato il sostegno di città in città della popolazione, trasformandosi in una vera e propria rivolta sociale. Durante la protesta è stato bloccato il Key Bridge che collega il Canada agli USA. Il premier Trudeau è stato costretto a trasferirsi in una località segreta dichiarando di essersi preso il covid (sic!). Jason Kenney il governatore dell’Alberta ha annunciato la fine del passaporto vaccinale, ma Trudeau ha dichiarato lo stato di emergenza, la prima volta in Canada. La polizia ha iniziato ad arrestare gli organizzatori come Tamara Lich e Chris Barber e quindi il governo ha adottato le misure repressive sopra descritte ai danni dei partecipanti del Freedom Convoy. La protesta è stata emulata in varie parti del globo come negli USA, in Francia e in Australia.
2) L’industria 4.0 si caratterizza per l’uso di sistemi fisici-cibernetici che mettono insieme mondo reale e mondo virtuale: attrezzature, macchinari e impianti vengono messi in comunicazione tra loro, rendendo più efficiente tutto il processo produttivo. Se la terza rivoluzione industriale grazie alle tecnologie ICT aveva reso efficienti i sistemi in senso verticale migliorando singolarmente ciascun processo, le nuove tecnologie di industria 4.0 permettono di mettere in relazione i processi. Di conseguenza, il miglioramento dell’efficienza avviene in senso orizzontale, aumentando la sinergia tra tutti i processi.
3) Su facebook, è interessante vedere questo video: https://www.facebook.com/100000881683220/videos/261050702849155
4) Paragonare la scienza popolare a fini sociali come quella cubana alla scienza neoliberista basata su una ricerca finalizzata ai profitti, alle dipendenze farmacologiche, ecc. è l’errore di fondo in certa sinistra di classe che, al di là delle belle parole, ha una visione della scienza come un’attività neutra, quando neutra non è. Questa ibridazione ideologica per mezzo di una narrazione mediatica è il prodotto del vaccinismo che è stato fatto mediante i sieri genici, anch’esso non certo solo “scientifico” ma ideologico, che ha trovato terreno fertile nel paradigma del diamat, mai superato da gran parte dei comunisti nostrani.
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codicerosso

La vittoria di Putin e l’isteria della guerra

di Raffaele Crocco

La Russia esce rafforzata dal braccio di ferro sull’Ucraina da cui, ritirandosi, raccoglierà consensi dopo aver guadagnato un patto con la Cina. Mentre l’America sembra restare prigioniera dalla sindrome di gendarme del Mondo

Al netto di ogni considerazione, c’è che la guerra uno la fa se gli conviene. Altrimenti la evita, perché la guerra è una di quelle cose imprevedibili, in cui la garanzia di avere la superiorità militare, non è garanzia di vittoria. Almeno se parliamo di guerra convenzionale, non nucleare. Gli Stati Uniti lo hanno imparato in Vietnam, Afghanistan. I russi lo hanno appreso in Afghanistan e, in parte, in Cecenia. Se questo è vero – e lo è, in termini di analisi – la domanda è: perché Putin dovrebbe fare la guerra? Per quale ragione?Quello che voleva lo ha già ottenuto da tempo.

L’Ucraina per i prossimi vent’anni e sino a quando la guerra – quella sì che c’è – nel Donbass non sarà risolta, non potrà in ogni caso entrare nella Nato, per assenza di requisiti. La Georgia è nelle medesime condizioni.

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contropiano2

Cronache dalla “guerra a tutti i costi”

di Sergio Cararo

“Gli eventi degli ultimi giorni potrebbero capovolgere l’ordine internazionale”, ha avvertito il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo intervento all’annuale Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha descritto questa come “una nuova normalità, per la quale dobbiamo prepararci”.

La Russia sta preparando la più grande guerra europea dal 1945″: ad affermarlo con toni apocalittici è il primo ministro britannico Boris Johnson in un’intervista alla BBC. “Tutto prova che il piano e’ gia’ in qualche modo iniziato”. Secondo quanto risulta però dalla sua intelligence, l’intenzione della Russia, e’ di invadere il Paese per circondare la capitale Kiev. “La gente ha bisogno di capire quanto questo potrebbe costare in termini di vite umane”, ha detto Johnson .

Gli fa sponda dall’altra parte dell’Atlantico l’amministrazione Usa: “Vediamo ulteriori prove della disinformazione russa utilizzata per creare pretesti a un possibile attacco all’Ucraina”, le cosiddette “false flag” scrive su Twitter il portavoce del dipartimento di stato degli Stati Uniti Ned Price, arrivando poi a negare quello che i corrispondenti sul posto stanno documentando da giorni: “Oggi, la gente del posto a Donetsk ha testimoniato una situazione di calma, contraddicendo le notizie russe di un’autobomba”, ha scritto Price smentito però dai servizi che arrivano dal Donbass.

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doppiozero

L’Impero del carino

di Gianfranco Marrone

Viviamo in un’epoca di brutalità, reale e rappresentata, vissuta e raccontata, esperita e descritta. Lo sappiamo troppo bene, sembra non si parli d’altro. I media non fanno che rimandarci scene orribili, ci dicono di soggetti al di là del bene e del male, crudeli, spietati, inenarrabili; soggetti presenti, in angosciante prossimità, ora nell’angolo buio sotto casa ora nel display di una qualsiasi delle piattaforme – televisione, computer, smartphone etc. – che ci iniettano dosi sempre più massicce di audiovisivi sistematicamente splatter. La paura vige sovrana, mentre gli zombie ridacchiano nei nostri appartamenti insicuri.

Eppure, c’è qualcosa che non torna. Da quelle stesse piattaforme, in quel medesimo vissuto, nei medesimi angoli oscuri delle nostre esistenze è tutto un brulicare di sdolcinature e zuccherosità varie, tenerezze e smancerie, buonissimi sentimenti e cuoricini a tutta forza, ciglia che sbattono, unghie smaltate con fiorellini, vezzeggiativi, sdilinquimenti, affettuosità all’ennesima potenza. I peluche sono tra noi, in noi e per noi, facciamocene una ragione. Sarà il desiderio di restare bambini, l’incapacità di crescere, la voglia di fermare il tempo, chissà; quel che è certo che l’infanzia ci sovrasta, tutti cuccioli, tutti coccole e distintivo.

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marx xxi

Cosa c’entrano il gas e il gasdotto Nord Stream 2 con la crisi tra Russia e Ucraina

Intervista al Prof. Demostenes Floros

Cosa c’entra il gas con la crisi tra Russia e Ucraina, qual è il futuro del gasdotto Nord Stream 2 e qual è il ruolo degli Stati Uniti e della Nato. Lo spiega a Fanpage.it il professore Demostenes Floros, analista geopolitico ed economico.

Il professore Demostenes Floros, analista geopolitico ed economico e docente presso il Master in Relazioni Internazionali d’Impresa Italia-Russia, dell’Università di Bologna Alma Mater, ha spiegato a Fanpage.it la guerra della fornitura di gas naturale tra Russia e Stati Uniti, il ruolo del gasdotto Nord Stream 2 e cosa si nasconde dietro la crisi tra Russia e Ucraina, che “ormai non riguarda solo i due Paesi ma gran parte dei paesi Nato”, e soprattutto perché le tensioni non accennano a diminuire nonostante la minaccia di una guerra il cui prezzo più alto lo pagherebbe proprio l’Unione Europea.

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Professore cosa c’entra il gas naturale e i gasdotti con la crisi in corso tra Russia e Ucraina?

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contropiano2

Donbass: da che parte arrivano gli attacchi armati…

di Fabrizio Poggi

Dopo il puntuale e articolato editoriale di Sergio Cararo, del 18 febbraio, crediamo non ci sia bisogno di stare a inseguire questo o quell’altro servizio (al servizio di chi?) dei giornalacci nostrani, che fanno a gara a chi balza più in fretta giù dalla branda, al primo urlo del sergente di giornata Joe. Marmittoni sono e come tali si comportano.

Ora, il sergente ha annunciato i turni: chi di gamella, chi di guardia a poppa, chi di diana. E loro son lì che si preparano, perché, ha detto il graduato del Potomac, «abbiamo ragione di ritenere che le forze russe pianifichino di attaccare l’Ucraina nella settimana entrante. Riteniamo che pianifichino di attaccare la capitale Kiev, in cui vivono 2,8 milioni di persone innocenti».

Allora, ecco che va bene anche la parola dell’intelligence estone, notoriamente filo-russa (?!): l’attacco verrà portato dalla Bielorussia; così che ci si precipita in loco. A distanza di sicurezza, però; di qua dal confine della «innocente» Ucraina e che diamine!

Uno schifo, insomma.

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Sul filo del rasoio. La guerra sul fronte esterno e su quello interno

di Elisabetta Teghil

Gli Stati Uniti hanno intrapreso la via della guerra (veramente non l’avevano mai lasciata) in un’escalation di provocazioni nei confronti della Russia gratuite e dense di tremendi presagi. La Nato si palesa sempre di più, se mai ce ne fosse bisogno, come macchina di aggressione programmata. E gli alleati più fedeli fanno la loro parte, Italia compresa.

D’altra parte noi viviamo su una polveriera.

Sul nostro territorio le basi americane e la basi Nato sono una miriade e riguardano gli aspetti più svariati dell’organizzazione militare. Aviano in Friuli Venezia Giulia è una base aerea molto avanzata e un deposito nucleare come anche Ghedi in Lombardia che ha un deposito sempre di bombe nucleari, oppure Camp Ederle, dove si trova il quartier generale della Nato, per le forze di combattimento terrestri e importante centro di telecomunicazioni e poi Oderzo, famoso centro radar Usa. A La Spezia in Liguria è attivo il centro antisommergibili di Saclant e a San Bartolomeo c’è uno dei più grandi centri per le ricerche sulla guerra sottomarina. A Capo Teulada in Sardegna si trova il poligono di tiro per le esercitazioni aeronavali ed aeree della Sesta Flotta americana e della Nato.

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linterferenza

Virus debellato od ottimismo politico?

Raffronto tra la situazione odierna e quella di un anno fa

di Norberto Fragiacomo

Venerdì 11 febbraio 2022: il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro dichiara che in tutte le regioni (colorate o meno) “la curva continua a decrescere”. Le prime pagine dei giornali celebrano la Giornata del Ricordo e scordano il Covid, anche se il venir meno dell’obbligo della mascherina all’aperto e la riapertura parziale delle discoteche segnano un deciso cambio di passo nella strategia di contenimento. “Non c’è ragione per prorogare lo stato di emergenza” oltre il 31 marzo, annuncia un Pierpaolo Sileri meno imbronciato e livoroso del solito: insomma la crisi è in via di soluzione e con il 1° aprile (ma non potevano scegliere una data “più seria”?) si torna alla normalità, festeggiata in anticipo da Matteo Bassetti con il lancio di una mascherina. “Oggi finalmente lanciamo via l’obbligo delle mascherine all’aperto nell’attesa di poterlo fare anche al chiuso. Gli ospedali non sono più in affanno e si vede una luce all’orizzonte sempre più forte. Torniamo alla vita che abbiamo sempre fatto prima del Covid” esulta l’infettivologo secondo il Fatto Quotidiano. Siamo liberi, sani e forti: evviva!

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giubberosse

Destroy, erase, improve (*)

di Antonio Pecere

Perché le trasformazioni sociali cui stiamo assistendo avvengono proprio ora? In “Capitalismo, socialismo e democrazia” di Schumpeter troviamo la spiegazione per capire cosa intendeva esattamente Draghi quando ha parlato di Distruzione Creativa, le cui implicazioni sono foriere di grossi guai

Joseph A. Schumpeter: Capitalismo, socialismo e democrazia. Può il capitalismo sopravvivere? 1942

In questo caposaldo dell’analisi economica e politica, Schumpeter presenta il concetto di Distruzione Creativa, che formalizza un reiterato percorso evolutivo che il capitalismo adotta in risposta alle ricorrenti crisi, dovute alla ciclica caduta tendenziale del saggio di profitto prevista da Marx.

Come mostrato da Marx, nella sua evoluzione il sistema capitalista, per sua stessa composizione strutturale, è destinato a vedere una costante e inesorabile caduta tendenziale del saggio di profitto, benché con tassi diversi a seconda del settore merceologico. Quando questa caduta coinvolge i settori merceologici portanti di un sistema economico, quelli che con il loro indotto fungono da traino per l’intera economia del sistema, si arriva ad un punto di rottura che innesca dei cambiamenti sociali non più differibili, i cui esiti (socialismo o barbarie) dipendono dalla contrapposizione delle forze sociali in gioco, dove chi ha maggior potere di fatto conduce la partita.

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contropiano2

La guerra a tutti i costi è la “Caporetto” dei mass media

di Sergio Cararo

Questa mattina è addirittura il New York Times a scrivere che “Il presidente Biden e i suoi principali collaboratori riconoscono che stanno mettendo a rischio la credibilità americana mentre rinnovano costantemente l’allarme che alla Russia mancano solo ‘alcuni giorni’ per innescare una guerra non provocata in Europa, che potrebbe uccidere decine di migliaia di ucraini nella sua fase di inizio e far ripiombare il mondo in qualcosa che ricorda la Guerra Fredda”.

Nello stesso articolo il Nyt rileva che i collaboratori di Biden affermano di essere disposti a correre questo rischio. Preferirebbero essere accusati di iperbole e di spavalderia se “è quello che serve per scoraggiare il presidente russo Vladimir V. Putin dal perseguire un’invasione”.

Diversamente dal quotidiano statunitense, il giornale economico Financial Times titola nuovamente “La Russia pronta a invadere l’Ucraina entro pochi giorni”. A quanto pare i britannici intendono gareggiare con gli Usa sul piano del bellicismo. Si vede che l’orologio di Londra è tornato indietro di due secoli, ai tempi della russofobia inglese e del “Grande Gioco” che per tutto l’Ottocento vide contrapporsi il Regno Unito e la Russia zarista in tutta l’Asia centrale.

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laboratorio

La crisi in Ucraina e la tendenza alla guerra degli Stati Uniti e della NATO

di Domenico Moro

La crisi che si sta svolgendo in Ucraina non è un fatto isolato, ma va inquadrata nel contesto mondiale. Non si tratta, in effetti, che di un aspetto della tendenza alla guerra che caratterizza questa fase storica. Per questa ragione è necessario fare chiarezza su alcuni punti, anche perché bisogna evitare di fare di ogni erba un fascio, chiarendo gli interessi in gioco e le responsabilità dei singoli Stati.

Il problema di fondo è il modo di produzione capitalistico. Questo è caratterizzato dalla ricerca del più alto profitto possibile. Per questa ragione ogni frazione nazionale del capitale mondiale è caratterizzata da una tendenza continua all’espansione, cercando di estendere i mercati di sbocco delle merci e dei capitali in eccedenza e di controllare le aree di provenienza delle materie prime. Questo induce una competizione tra Stati che si fanno portatori degli interessi specifici del loro capitale. Uno degli strumenti di questa competizione è quello militare.

Una caratteristica decisiva del modo di produzione capitalistico è, da una parte, la crescita ineguale dei principali Stati ed economie capitalistiche.

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theunconditional

Italia fra austerità e leggende metropolitane

di Zory Petzova

Senza alcuna riserva possiamo dire che, attualmente nel mondo, non vi è un’elitè politico-oligarchica più avida e lugubre, nonché meno affascinante e priva di sexappeal, di quella italiana. Ipocrita e dissonante, essa è capace di escogitare e usare strumenti e metodi da far invidia alle organizzazioni mafioso-criminali. Con la pandemia, le oligarchie nazionali hanno avuto l’occasione di dimostrare che, anche se appartenenti a un territorio colonizzato, esse possono rilanciarsi ad alti livelli, facendo d’Italia un paese modello della gestione più estrema e repressiva dell’emergenza, con misure e tecniche da apprendere ed esportare nel resto del blocco occidentale. E questo avendo a capo un governo di competenti definito “il governo dei migliori”.

Immediatamente dopo la rielezione di Sergio Mattarella, la pubblica opinione è stata incantata con il ritornello che la sua riconferma fosse segno di stabilità, un argine al caos; lo stesso Mattarella, nel discorso d’inaugurazione, ha cercato di investire il rigore costituzionale di colui che conferisce identità unitaria agli italiani, ergendosi alla figura paterna che deve proteggere il popolo dalle sue pulsioni irrazionali e dal demagogo di turno che se ne potrebbe approfittare.

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carmilla

Il modello italiano (e noi)

di Giovanni Iozzoli

Diciamocelo: spesso tendiamo a sopravvalutare la forza e la lungimiranza dei nostri avversari. Ci figuriamo le classi dirigenti perennemente impegnate nell’elaborazione di piani raffinati e nella gestione di complessi processi sociali; scriviamo poemi sull’astuzia luciferina del nemico di classe; tentiamo di decifrare mappe e piani avversi, per anticiparne le mosse. Quando poi le cose evolvono in modo imprevisto – cioè, il Machiavelli capitalista si rivela un arruffone e un improvvisatore – allora operiamo un cambio di analisi in corsa, per rimettere tutte le variabili al loro posto e far quadrare l’equazione. Un esempio è la parabola di Draghi – la sua scesa in capo un anno fa e la sua mancata ascesa al Quirinale oggi. Il banchiere assiso a Palazzo Chigi, dava l’idea di un impudico disvelamento della governance capitalista, che ormai esercitava il comando facendo a meno del personale politico e piazzando al suo posto i propri uomini di punta. L’ipotesi di Draghi al Quirinale, largamente pronosticata nel nostro campo, rappresentava il completamento istituzionale di questa spregiudicato strapotere: la torsione presidenzialista, in cui le forze del Male avrebbero posto la società (e i brandelli di Costituzione residui) sotto la tutela del suo uomo forte. Le tessere del comando tutte al loro posto, ordinatamente.

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piccolenote

Pandemia: si allenta la presa e sorgono nuovi interrogativi

di Piccole Note

La pandemia molla la presa il mondo si sta preparando al nuovo. Dopo la Danimarca e Gran Bretagna, altri Paesi hanno iniziato ad allentare le restrizioni sociali, mentre la Svezia ha dichiarato “finita” la pandemia. Il nostro Paese, al soito, va a rimorchio e fatica a scrollarsi di dosso restrizioni ormai del tutto inutili come il green pass, semmai sia stato utile, nonostante siano state prese alcune decisioni in tal senso.

Ma al d là dell’italica tragedia, per capire che il mondo è ormai cambiato basta leggere la conferenza stampa della portavoce della Casa Bianca Jen Psaki: “Vorrei far notare che il Presidente è stato chiaro che non stiamo spingendo per i lockdown; non siamo mai stati pro-lockdown. Quella non era la sua agenda. La maggior parte dei lockdown, in realtà, sono stati decisi sotto il precedente presidente” (dal sito della Casa Bianca).

Cambia così la narrativa e ora l’amministrazione Biden tenta di svicolare anche a costo di usare palesi bugie, dal momento che tutti i media mainstream hanno criticato Trump per il suo approccio eccessivamente prudente verso le restrizioni chieste dagli “esperti”, i quali sono stati decisivi nell’affossarlo e aprire la via alla nuova amministrazione.

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offline

Scuola e controllo sociale ai tempi del Covid

di Sonia Bibbolino

Intervento letto ad un incontro contro il Green Pass a Firenze sabato 12/2/22

Nel mio intervento parlerò ovviamente di scuola, quella scuola pubblica e gratuita che è stata sicuramente una grande conquista, garanzia di formazione per tutti i ragazzi indipendentemente dalla loro condizione sociale ed economica. Una scuola pubblica che dovrebbe offrire un ambiente idoneo alla crescita personale e allo sviluppo di una coscienza critica ma soprattutto essere un luogo inclusivo e di sana socialità.

Bene che cosa è rimasto di questa scuola?

L’imposizione di questa “emergenza pandemica” non ha fatto altro che mettere a nudo le sue forti criticità e invece di cogliere l’occasione per eventuali miglioramenti si è dato l’affondo finale. Si sarebbe potuto per esempio risolvere il problema annoso delle classi sovraffollate riducendo il numero degli studenti per classe, invece si è optato per imporre la didattica a distanza con una accelerazione tale da rendere imprescindibile l’uso delle nuove tecnologie e procedere a una digitalizzazione forzata.

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italiaeilmondo

I nodi al pettine

di Roberto Buffagni

Crisi ucraina. È arrivato al pettine il nodo dell’espansione NATO verso Est.

È stato un errore strategico di prima grandezza che George Kennan, l’architetto della politica di contenimento dell’URSS nel secondo dopoguerra, definì “the most fateful error of American policy in the entire post-Cold War era.” La Russia potrebbe accettare la presenza di un’alleanza militare a guida USA ai propri confini solo se fosse una colonia americana, guidata da un governo fantoccio, e/o si disgregasse in entità politiche troppo deboli per opporsi alla volontà degli USA (è il caso dell’Europa dopo la IIGM). Ve ne fu la possibilità nel 1991, con l’implosione dell’URSS; ma dopo un periodo di terribile sfacelo, la Russia ha ritrovato una direzione politica capace di difendere la sovranità nazionale.

La situazione è molto semplice. Nel 1832, gli Stati Uniti pubblicano la Dottrina Monroe: il Nord e il Sud del continente americano non sono più aperti alla colonizzazione. Nessun paese del continente americano può stringere alleanze militari con potenze straniere.

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bastaconeurocrisi

Superbonus: Draghi e Franco in confusione

di Marco Cattaneo

Il tandem Mario Draghi / Daniele Franco è apparso parecchio stizzoso e parecchio confuso durante la conferenza stampa di ieri.

Mi riferisco alla reazione alla domanda finale (vedi qui video dal minuto 42 in poi) di una giornalista del Sole 24Ore (non di un giornale antigovernativo peraltro: del resto giornali antigovernativi in Italia ce ne sono ben pochi, e quei pochi chissà perché alle conferenze stampa del presidente del consiglio si vedono di rado, o forse mai…).

La domanda verteva sui possibili effettivi negativi del blocco alla circolazione dei crediti fiscali derivanti da ristrutturazioni immobiliari. Contestatissimo provvedimento introdotto con decreto legge circa una settimana fa.

Draghi prima ha cercato di minimizzare l’impatto dei crediti fiscali immobiliari sulla ripresa economica per poi ammettere che è rilevante, quindi ha parlato di carenze di controlli all’origine dovuta al fatto che la legge originaria sul Superbonus 110, di ispirazione M5S, è stata scritta male.

Ma Draghi su questo punto è smentito dai dati della stessa Agenzia delle Entrate, secondo i quali gli accertamenti per frodi, dell’importo totale di 4,4 miliardi di euro, sono imputabili solo per il 3% al Superbonus 110.

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nazioneindiana

Mordi e fuggi

Elisabetta Bucciarelli intervista Alessandro Bertante

Alessandro Bertante, Mordi e fuggi. il romanzo delle BR, Baldini+Castoldi, 208 pagine, 2022

EB. Partiamo dal titolo, “Mordi e fuggi”, con un sottotitolo: “Il romanzo delle BR”. Hai voluto evidenziare che fosse un romanzo o ci tenevi a specificare il tema delle Brigate Rosse?

AB. Entrambe le cose. “Mordi e fuggi” era la citazione del Presidente Mao scritta sul cartello appeso al collo dell’ingegnere Macchiarini durante il suo breve sequestro ed è una delle immagini più iconiche della lotta armata in Italia e forse ne rappresenta anche l’inizio. Ma oggi è uno slogan poco conosciuto, specie fra i giovani, e il sottotitolo serve a fare si che non sorgano equivoci sul contenuto. Mi piaceva però anche sottolineare la natura romanzesca del libro, per scartare ogni ipotesi saggistica o memorialistica.

 

Hai deciso di raccontare il mito fondativo delle BR, qual è il motivo? C’è forse qualcosa di eroico che nella ricostruzione di quegli anni si è perso?

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gocciaagoccia 

La Svezia ha avuto ragione riguardo al Covid fin dal principio?

di Fraser Nelson

La terra del buonsenso sembra prosperare mentre la Gran Bretagna sta pagando il costo di severi lockdown

Mentre la Gran Bretagna ha praticato i lockdown come il resto del mondo, la Svezia è diventata l’anomalia ribelle. Per comprendere la Svezia abbiamo bisogno di comprendere una parola che è difficile da spiegare, se non da tradurre: lagom. Essa significa, di fatto, “perfetto-semplice”: non troppo, non troppo poco. Le persone che sono lagom non si distinguono e non fanno rumore: si integrano alla perfezione – e ciò è visto come una virtù.

Sono stati scritti saggi sul perché lagom riassuma una certa mentalità svedese – che è male mettersi in mostra, considerarsi migliori o essere ribelli. Per questo motivo è davvero strano che, duranti i lockdown, la Svezia sia diventata l’anomalia ribelle del mondo.

Gli Svedesi hanno visto la cosa da un altro punto di vista. Loro andavano avanti a fare la loro vita con calma: il lockdown era un esperimento estremo, drastico e non sperimentato. Rinchiudere tutti, togliere i bambini da scuola, sospendere le libertà civili, mandare la polizia a controllare le persone che passeggiavano con il loro cane – e chiamare tutto ciò “cautela”?

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micromega

Brancaccio dimostra perché non ha più senso parlare di democrazia

di Daniele Nalbone

Con il suo ultimo libro, “Democrazia sotto assedio”, attraverso 50 brevi lezioni di politica economica, Emiliano Brancaccio mostra il vero volto del capitalismo di oggi, destinato a sopprimere la democrazia perché somiglia sempre più al vecchio feudalesimo

“La spaventosa concentrazione del potere economico nelle mani di una ristretta oligarchia plasma a suo immagine l’intero sistema dei rapporti in cui viviamo”. Questa frase, contenuta nell’introduzione e ripetuta – in diverse forme, come base o risultato di diverse analisi – un po’ in tutto il libro, è il cuore dell’ultimo lavoro dell’economista Emiliano Brancaccio, Democrazia sotto assedio – La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico (ed. Piemme). Una piccola enciclopedia della politica economica di oggi sotto forma di “50 brevi lezioni” che gettano luce sulle tendenze di fondo dell’epoca che stiamo vivendo, e subendo.

Dalla scienza all’informazione, fino al potere politico in senso stretto e le istituzioni che lo regolano – spiega perfettamente Brancaccio nel libro – sono ormai concentrati in poche mani.

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piccolenote

Crisi Ucraina: la guerra Usa al gas russo e all'Europa

di Piccole Note

La missione di Macron in Russia e Ucraina non è servita a nulla, nonostante le pretese del presidente francese e le dichiarazioni successive su un’asserito beneficio riguardo la crisi ucraina. Né la recalcitrante Germania può far granché per attutire le tensioni: chiamato a rapporto a Washington, Olaf Sholz si è messo sull’attenti come un obbediente soldatino, anche se la sua Germania continua a essere recalcitrante rispetto alla crociata anti-russa chiamata da Washington.

Il punto è che l’Europa da tempo ha perso la sua pregressa autorità, tanto da non avere più alcun potere neanche sul proprio territorio quando si tratta di geopolitica alta, quella che decide il destino delle nazioni.

Non che abbia dopo Yalta abbia mai avuto piena libertà di manovra, dati i vincoli dell’accordo Urss – Usa, ma nel post dopoguerra ha goduto di ampi margini di libertà, che si sono progressivamente ridotti quando, nel corso delle guerre infinite, i Paesi europei hanno assecondato le folli pulsioni di controllo globale di Washington (ultima follia, il tragico allineamento sul regime-change siriano).

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gruppogocciagoccia

Sulla vigilanza attiva

di Maurizio Matteoli

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo che parlava della necessità, per un basilare principio di precauzione, di mettere in atto, come è stato fatto in altri paesi, un sistema di vaccinovigilanza attiva almeno per la fascia di età che comprende bambini ed adolescenti, trattandosi di vaccini con trials effettuati su numeri esigui ed ancora in corso.

Oggi apprendiamo che la Società Italiana di Pediatria, che evidentemente non ritiene necessario un approccio di questo tipo per quanto riguarda le vaccinazioni, lo considera invece indispensabile per la ricerca e la diagnosi di una patologia, ancora non ben definita, quale è il Long-Covid pediatrico.

Un recente studio (1), molto esaustivo perché condotto su una coorte di 37.522 bambini affetti da Covid-19 confrontati con un gruppo di controllo di 78.037 bambini sani, riporta come frase conclusiva: “Il Long-Covid nei bambini è raro ed il più delle volte di breve durata”. Tra gli highlights di questo studio anche:” Sintomi come difficoltà di concentrazione, mal di testa, dolori muscolari e articolari e nausea non sono sintomi di Long-Covid”.