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linterferenza

Salvini, Equitalia e la Sinistra che non c’è

di Fabrizio Marchi

Ed ecco che Salvini si porterà a casa (in questo caso giustamente) un altro bel po’ di consensi con la proposta di rottamare le cartelle di Equitalia sotto i 100.000 euro

Magari il tetto è un po’ troppo elevato, poteva essere di 50.000 euro, ma il concetto resta. Sono milioni – fra queste anche il sottoscritto per delle banalissime e antichissime multe non pagate e ingigantitesi oltre ogni decenza in virtù degli interessi applicati (la maggior parte di queste perché circolavo con lo scooter nelle corsie riservate ai mezzi pubblici e chi conosce Roma sa che dovrebbero dare una medaglia a chi alleggerisce il traffico utilizzando i motocicli, oppure per infami autovelox opportunamente camuffati …) – le persone che sono rimaste stritolate dal cappio di questa associazione a delinquere chiamata Equitalia. Nella maggior parte dei casi non si tratta di ricchi e ricchissimi ma di persone normalissime, artigiani, piccoli commercianti, partite IVA e anche lavoratori dipendenti (per multe varie), che non ce l’hanno fatta ad assolvere ai loro obblighi fiscali e che si sono visti arrivare a casa le famigerate cartelle da parte di questa agenzia di usura di stato.

Perché nessuna forza politica, quelle di sinistra in primis, si è mobilitata contro questa ignobile forma di vessazione nei confronti di milioni di persone?

Pagare le tasse è un dovere civile e morale, ma pagare il giusto, non con l’aggravio di interessi da strozzini malavitosi. In un paese dove il senso civico è già scarso, non è certo con queste politiche vessatorie che si aumenterà il tasso etico e civico dei cittadini.

Una Sinistra autentica, se fosse esistita e se esistesse, avrebbe dovuto battersi contro questa iniqua politica di rapina che è la cartina al tornasole di una concezione fiscale in base alla quale i grandi evasori hanno fatto e continuano a fare il loro comodo (e tutt’al più se la cavano con i condoni) e i piccoli e i piccolissimi vengono stritolati nel tritacarne. Del resto – come noto – anche la burocrazia è perversa e sembra studiata per massacrare i piccoli e salvaguardare i grandi e i potenti.

Politicamente ovvia la doppia mossa di Salvini: flat tax per venire incontro alla media, medio alta e alta borghesia e chiusura delle cartelle Equitalia sotto i 100.000 euro per ingraziarsi la piccola e piccolissima borghesia (quest’ultima in larga parte ormai quasi indistinguibile dai ceti popolari e operai).  La Lega è un partito ideologicamente interclassista guidato da un leader intelligente che sa il fatto suo. Un colpo al cerchio e uno alla botte, come si suol dire, strizzando l’occhio agli uni e agli altri, facendogli credere che gli interessi degli uni (dei primi) siano anche quelli degli altri (i secondi).  Una bufala, ovviamente, che però in questa fase un po’ per assenza di coscienza di classe e un po’ per mancanza di alternative e per rassegnazione, risulta credibile

Una Sinistra seria, al contrario, se fosse esistita, avrebbe dovuto lavorare per creare un grande blocco sociale composto da lavoratori dipendenti (autoctoni o immigrati, sempre di lavoratori si tratta…), privati e pubblici, precari, e tutto quel variegato e vasto mondo fatto di artigiani, piccoli commercianti, piccolissimi imprenditori “fai da te”, gente che si inventa e si arrabatta cambiando molto spesso attività e lavori e che, guarda caso, costituisce una gran parte di quelli che si sono ritrovati nella maglie di Equitalia.

Nulla di tutto questo è stato fatto, per le ragioni che abbiamo spiegato mille volte. L’indifferenza, se non addirittura l’ostilità da parte della “sinistra” ad affrontare (anche) questa tematica specifica, dimostra la lontananza, la cesura che si è creata fra questa e i ceti popolari, l’incapacità/non volontà di sentire e leggere la realtà.

Del tutto ovvio, quindi, come poi la difesa dei legittimi diritti degli immigrati – scollegata e avulsa da tutto il resto – risulti agli occhi della maggioranza delle persone come un esercizio retorico, un artificio ideologico per camuffare la propria subalternità e organicità (della “sinistra”) al sistema dominante, lo stesso che impone le politiche di austerity, il fiscal compact e le vessazioni legalizzate (leggi Equitalia).  Il risultato è quello di accentuare ancora di più la distanza fra lavoratori autoctoni e immigrati e l’ostilità nei confronti di questi ultimi. Danni su danni, causati da questa “sinistra” politicamente corretta, liberal o radical che sia, e organica al capitale e alla UE della quale prima ci sbarazziamo e meglio sarà, anche e soprattutto al fine di combattere efficacemente la nuova destra “populista e di governo” che in Italia si incarna nella Lega di Salvini che, come è ormai evidente, è all’offensiva e sta anche mettendo nell’angolo un M5S in chiara difficoltà,  che non riesce a ritagliarsi un ruolo e a caratterizzarsi politicamente (ma su questo, a brevissimo, un articolo ad hoc).

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