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Il sovranismo è di destra?

L'idea che il sovranismo sia uguale al nazionalismo
è un altro regalo della sinistra alla destra
".

Questa affermazione, che è uno dei capisaldi della sinistra patriottica, è da incorniciare visto chi l'ha pronunciata. E l'ha pronunciata Curzio Maltese sul Venerdì in edicola, supplemento di la repubblica.

Noto giornalista Maltese è anzitutto europarlamentare. Venne eletto con la lista ALTRA EUROPA CON TSIPRAS.

Le cose cambiano cari lettori.

Questo nuovo segno che c'è vita (e intelligenza) a sinistra, ci riporta alla mente la massima latina"numquam est nimis sero". Non è mai troppo tardi per dire la verità ai cittadini.

* * * *

Quando il sovranismo era di sinistra

di Curzio Maltese

L'idea che il sovranismo sia uguale al nazionalismo è un altro regalo della sinistra alla destra. Nel discorso pubblico improntato al presente perpetuo di Twitter probabilmente non serve ricordarlo, ma la sinistra italiana ha espresso per decenni un sovranismo, come lo si chiamerebbe oggi, fondato sui valori democratici della Costituzione e opposto a una costruzione oligarchica dell'Europa.

Nel 1978 il Pci berlingueriano si oppose con forza all'ingresso immediato nello Sme, padre dell'euro, per molte e buone ragioni. La principale, sostenuta con fierezza da Giorgio Napolitano nella vita precedente, era che partire dall'unione monetaria e non dall'unione politica comportava una scelta antipopolare e oligarchica, un'Europa di «finanzieri e burocrati» di segno liberista, che avrebbe allargato le differenze fra Stati ricchi e poveri, minacciato le politiche sociali e ridotto i diritti dei lavoratori al minimo.

Come si vede, c'è stato un tempo in cui la sinistra azzeccava le previsioni (e le elezioni). Negli anni di Maastricht, '92-'94, il Pds si converte all'unione monetaria, in nome di responsabilità, affidabilità eccetera, ma ancora con molti paletti. Avanti con l'euro, è la posizione dei socialisti europei, ma soltanto insieme a un bilancio comune e un'unione fiscale e politica, con tanto di eurobond, governo nominato dal Parlamento europeo e trasferimenti dalle nazioni ricche alle indebitate, sul modello federale degli Stati Uniti d'Europa.

Poi vince la Terza Via e allora la sinistra è per l'Europa liberista senza se e senza ma, pazienza per gli eurobond, la solidarietà, gli eletti che contano assai meno degli euroburocrati e Bruxelles che detta le politiche economiche mettendo in comune soltanto l'1 per cento del Pil per i trasferimenti interni, contro il 29 degli USA. In attesa delle magnifiche sorti e progressive dell'Unione, in Italia abbiamo perso un quarto dell'apparato produttivo in vent'anni e siamo diventati da euroentusiasti a euroscettici, chissà perché. Rimpiangiamo il lavoro non precario, le politiche sociali, le pensioni, i diritti.

Sono cose di destra? Il punto è che, giusto o sbagliato, di destra o di sinistra, il sovranismo è impossibile. Nel sistema euro gli Stati non possono stampare moneta, regolare i cambi, finanziare politiche sociali in deficit o con il fisco, perché i capitali da tassare scappano in un secondo. Se riescono a ottenere un piccolo sconto sui parametri di Bruxelles, sono comunque in balia dei rating e dello spread, e puoi sbattere i pugni quanto ti pare. Si può giusto rifilare qualche manganellata ai poveracci, che aumenteranno lo stesso e alla fine il poveraccio da manganellare sarai tu. Bisognerebbe azzerare Maastricht e ricominciare da capo, ma chi lo dice?

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