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“Figuraccia Usa: mostrano a Putin di essere deboli e confusi”

Umberto De Giovannangeli intervista Lucio Caracciolo

Una figuraccia imbarazzante. Imbarazzante e preoccupante, se a confezionarla è il paese guida dell’Occidente: gli Stati Uniti d’America. Gli strateghi di Washington avevano anticipato l’invasione russa dell’Ucraina ma si erano spinti fino al punto di rivelare urbi et orbi la data: 16 febbraio 2022. Restava incerto solo il minuto secondo. E invece… Il Riformista ne discute con Lucio Caracciolo, direttore di Limes, la più autorevole rivista italiana di geopolitica.

* * * *

Il 16 febbraio doveva essere il D-day dell’invasione delle armate russe in Ucraina. Invece Putin ha stoppato il tutto mentre Biden si è trincerato in un imbarazzato: «Pronti a un accordo con la Russia, ma resta rischio invasione». Visto che l’invasione, almeno al momento, non c’è stata ma la crisi permane, ci aiuta a cogliere l’essenza nell’agire dei due attori principali? Qual è l’obiettivo strategico dei Russi?

Rientrare nel sistema di sicurezza europeo da protagonisti. Ciò che alla Russia è vietato di fatto dal 1917 in poi, salvo i quattro anni di cooperazione, 1941-’45, con l’Occidente nella Seconda guerra mondiale.

Putin vuole portare la Russia in un nuovo concerto europeo fondato sull’equilibrio delle potenze, sovvertendo il primato americano codificato nella Nato. È un obiettivo forse utopico ma che muove dalla considerazione che la Russia non può fare a meno, sotto ogni profilo, dell’Europa, checché se ne dica, e considera un proprio diritto avere comunque una sua sfera d’influenza: per capirci, di non avere la Nato alle sue frontiere, come una sorta di diritto ereditario inalienabile. Questo è l’obiettivo alto, essere parte integrante a tutti gli effetti di un concerto europeo di sicurezza. L’obiettivo più rapido e immediato, a mio avviso per ora raggiunto, è quello d’impedire che l’Ucraina venga integrata nello schieramento americano. Per quanto riguarda l’Ucraina, non dobbiamo mai dimenticare – ma invece vedo che molti se ne dimenticano, che l’Ucraina e la Russia oltre ad essere contigue territorialmente – sono intime dal punto di vista identitario, linguistico e quant’altro. Insomma, quella tra Russi ed Ucraini sarebbe una guerra civile. Tanto per dire: ci sono mamme russe con figli che militano nell’esercito ucraino e viceversa. E questo è un aspetto di fondo che al di là di ogni considerazione, a mio avviso impediva e osta quella che gli americani invece evocavano, mi riferisco all’invasione, come una possibilità concreta, arrivando addirittura a darci la data.

 

Lei ha citato gli Stati Uniti. C’è una logica nell’atteggiamento americano…

Temo di no. E se c’è è talmente fine che è impossibile, almeno per me, decifrarla. Tutto quello che hanno fatto finora gli Americani in Ucraina sembrerebbe paradossale. Cominciamo da quando, senza nessun motivo, necessità né prospettiva immediata, George W.Bush, nel 2008, cercò d’imporre ai soci Nato il meccanismo d’integrazione dell’Ucraina nella Nato, e l’opposizione francese e tedesca bloccò questa operazione ma non che si votasse un documento il quale apriva comunque, senza precisare né data né altro, le porte in futuro all’Ucraina come possibile membro dell’Alleanza Atlantica. Evidentemente gli Americani non ritenevano che questo non poteva che essere considerato come una dichiarazione di guerra da parte russa. Per le ragioni a cui accennavo prima. Per dirla in parole povere: questi c’entrano dentro casa. Ci sarebbe poi da parlare, ma sarebbe troppo lungo, della questione georgiana collegata a quella ucraina. Andiamo avanti nella cronologia: 2014, gli Americani e i Britannici sorprendono Putin con la guardia bassa a Kiev e gli sottraggono gran parte dell’Ucraina, salvo la Crimea e il Donbass. A quel punto la dichiarazione di guerra comincia ad essere, sempre visto da occhi russi, guerra, più che dichiarazione. Dal 2014 succede che di conseguenza la Russia si deve, e sottolineo deve, legare alla Cina, il che provoca dal punto di vista americano il paradosso che tu, numero 1, metti insieme il 2 e il 3. Siamo contro la logica, quanto meno aritmetica, della potenza. Compito di una potenza dominante è quello di dividere gli avversari non di unificarli. E arriviamo a oggi…

 

E che succede?

Succede che la Russia decide di tentare la prova di forza, fa delle proposte irricevibili agli Americani e ammassa truppe vicino all’Ucraina. Ragionando da americano medio, non da genio della strategia, vedo questo, capisco anche che si tratta di una forma di pressione ma che tutto pensano i Russi fuorché fare una invasione dell’Ucraina stile Praga o Budapest. Qualcosa nel frattempo hanno imparato. Non parliamo poi dell’Afghanistan. Cosa avrebbero dovuto fare, secondo me, logicamente gli Americani: prenderla molto con molta più calma sopra al tavolo, e sotto al tavolo minacciare ferro e fuoco ai Russi.

 

E invece?

Hanno fatto il contrario. Minacciato ferro e fuoco ai Russi però dicendo che comunque noi non è che andiamo a morire per Kiev. Vi diamo le armi, combattete. E già questo ha fatto girare un po’ gli Ucraini e ha fatto scappare un sacco di capitalisti (oligarchi) e capitali ucraini, cosa che ha molto irritato i capi dell’Ucraina. Hanno strepitato sopra al tavolo dicendo che comunque tanto non spareremo un colpo. Dall’altra parte, hanno diviso il proprio campo, perché le sanzioni enormi, addirittura preventive, indipendentemente dalle azioni russe, beh, agendo in questo modo gli Americani hanno lanciato un segnale agli Europei, specialmente ai Tedeschi e agli Italiani…

 

Di che segnale si tratta?

Sarete poi voi alla fine a pagare il prezzo di questa tensione. Invece sotto il tavolo, basta leggersi il documento, pubblico ormai, che gli Americani hanno mandato in risposta alla lettera provocatoria russa e confrontarlo con quello della Nato, che è pura retorica, per constatare come in realtà ci fossero una quantità di aperture e disponibilità. Hanno fatto l’inverso, dimostrando in questo modo ai Russi che sono in una condizione o di confusione o di debolezza, o tutte e due, che è un po’ anche questo abbastanza paradossale. Non basta. Poi annunciano luogo, data, ora dell’invasione russa. Qui veramente siamo oltre ogni immaginazione. I geniali strateghi di Washington offrono ai Russi la possibilità di decidere loro se smentire o meno gli Americani, quindi fagli perdere la faccia. È quello che i Russi sapevano già prima ma hanno colto al volo per far fare all’America una figura barbina, per usare un eufemismo. Mi pare qualcosa di francamente incomprensibile se non con un grado di confusione imbarazzante. Per dire: abbiamo intercettato comunicazioni militari. Ma le pare che un paese, non dico la Russia ma un paese qualsiasi, che deve invadere un altro, prima ammassa truppe per mesi e dice occhio, occhio, dopodiché addirittura manda via telefono, criptato o non so che, l’ordine alle truppe di attaccare. Queste cose non si fanno così. Nemmeno la Repubblica delle banane.

 

E questo, professor Caracciolo, a quali conclusioni porta?

Noi abbiamo un problema che si chiama America. Il nostro “principale” è in stato di confusione. E questo è un problema molto serio che ci deve preoccupare. Mettiamola così: Biden ha contribuito a destabilizzare l’Ucraina. Putin ha vinto un round di un match che durerà a lungo grazie soprattutto agli Americani. E mentre a Washington si sincronizzavano gli orologi per l’invasione dell’Ucraina, Mosca si è ripresa la Bielorussia, ha ordito un colpo di stato in Kazakistan e, visto che c’era, si è presa mezzo impero francese in Africa – Mali, Burkina Faso, Repubblica centroafricana -. Diciamo che Putin qualche motivo di soddisfazione ce l’ha. Quanto alla partita ucraina, nell’immediato l’obiettivo di Putin era neutralizzare Kiev nel cammino dell’integrazione nella Nato. Mi pare che, allo stato dell’arte, ci sia riuscito.

 

Ci si deve preoccupare anche per ciò che concerne il futuro della Nato?

La Nato, non dobbiamo mai dimenticarlo, non è una entità autonoma, soggettiva, ma è ciò che i suoi membri ne vogliono fare. E, in particolare, ciò che ne vogliono fare gli Americani. Ora, in una situazione in cui tu palesemente hai dimostrato che i Polacchi vogliono una cosa, gli Americani ne vogliono un’altra, gli Italiani e i Tedeschi un’altra ancora e via dicendo, beh, la credibilità della Nato ne esce alquanto scossa. Peraltro è noto che in America esiste una forte corrente di pensiero, sia ai vertici sia a livello più vasto, che dice: ma insomma questa Nato è più un problema che una risorsa. Non dobbiamo neanche dimenticare che dal punto di vista americano la Nato è sempre stata non un’alleanza ma un insieme di accordi bilaterali, altrimenti la Nato sarebbe potuta diventare uno strumento un po’ troppo vincolante per gli Stati Uniti.

Comments

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Enza
Tuesday, 22 February 2022 18:20
Penso a quanti disastri e lutti hanno causato psicopatici, cretini, dementi vari. E la paura fa 90.
Qui vi è un bell'assortimento.
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