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carmilla

Ma come si fa…

di Nico Maccentelli

Davide Grasso ha combattuto in Kurdistan con la Resistenza curda. Conosce molto bene la storia di quel popolo e della sua lotta contro il fascismo turco. Conosce altrettanto bene l’esperienza municipalista della regione autonoma del Rojava, la democrazia popolare antistatale e antipatriarcale che regge quell’esperienza. Ma un bel giorno di fine maggio Davide Grasso appare a Bologna, al Labàs in Vicolo Bolognetti (1), per annunciare che esiste la “resistenza ucraina”. Un’entità costituita non si sa da chi: da dei presunti anarchici? o da tutti coloro che sono definibili combattenti, ossia le forze militari ucraine? Chissà… Comunque una “resistenza” che non ha caratteristiche autonome, ma che è tutta interna alle unità di difesa territoriale, quindi allo stato ucraino, uno stato dove non vige una democrazia popolare, ma un dominio borghese, con un’oligarchia che arma e ha come braccio armato interno e nel conflitto con la Russia delle forze di stampo nazista.

Non si sono mai visti degli anarchici sostenere qualsiasi forma di statalismo, figuriamoci se questo è erede diretto del banderismo che è stato complice antisemita e forza organica della Germania nazista e artefice di eccidi sulla popolazione ebraica e non. In definitiva qualcosa che non solo non c’entra una mazza con l’esperienza del Rojava, con lo zapatismo… ma che non è neppure lontanamente accostabile, qualcosa che sta agli antipodi per scopi, valori, identità politica.

Ma allora, caro Grasso, se la nozione di “resistenza” per te era così larga ed elastica… perché non andavano bene quei comunisti e quei siriani in generale, che hanno preso le armi nell’esercito della Repubblica Araba di Siria per difendere il proprio paese dall’imperialismo USA, da Daesh e dall’invasione turca?

Un’incongruenza dietro l’altra accompagnano questa narrazione, che sarebbe derubricabile come bislacca se non creasse una confusione assoluta tra le fila dell’antagonismo di classe.

Infatti, nemmeno venti giorni prima, una strana anarchica ucraina, sempre al Labàs (2), facente parte di Operation Solidarity, parlava al pubblico “municipalista” della militanza di tali anarchici ucraini nelle unità di difesa territoriale, di “resistenza ucraina” e di necessità di una no fly zone, mentre la conduttrice labassina di detta iniziativa definiva “rivoluzione” il golpe nazista di piazza Maidan del 2014, preparato (e ci sono le prove) e orchestrato dal deep state statunitense.

Queste sono le basi politiche su cui è stata costruito l’attacco a quella parte di movimento antimilitarista che si è posto sul terreno della lotta contro la guerra e contro la NATO. Un regalo fatto al governo e al PD, soprattutto sul piano locale.

Ora, sappiamo bene che i debiti si pagano, e gli spazi dati da una giunta PD esigono che la politica di guerra, della armi agli ucraini trovino una sponda coerente in una narrazione ad hoc che soddisfi i “palati antagonisti”. E cosa c’è di meglio allora che inventarsi una “resistenza” laddove ci sono battaglioni nazisti che dominano lo scenario bellico, armi che finiscono al mercato nero, andando a implementare l’epica costruita a tavolino dal mainstream del “povero popolo ucraino aggredito”? Cosa c’è di meglio per oscurare la realtà dei fatti che vede il popolo ucraino usato come carne da macello per una guerra costruita negli anni dall’espansionismo USA-NATO, dalla sua minaccia nucleare ai confini della Russia, dall’uso dei nazi locali nella loro pulizia etnica antirussa? Una resistenza inventata, che oscuri l’ennesima guerra per procura dell’Occidente imperialista è proprio quello che ci vuole.

Solo che stavolta non ci sono la Siria, l’Irak, la Libia o la ex Yugoslavia. Oggi dall’altra parte c’è un’altra forza dotata di armi nucleari e la danza sul burrone di una guerra termonucleare (tattica in Europa se va bene) è una danza macabra, dove ballerini insensati non si rendono conto di scherzare col fuoco.

Cosa c’è nella testa di questi “antagonisti”, segatura? Perché il bello è che tutta questa narrazione, che di antifascista non ha neppure l’odore ed è indifferente rispetto agli ucro nazi, si riempie di parole come “internazionalismo” accostando l’ “Ucraina aggredita” al Kurdistan siriano.

Ma qui viene il bello. Se la narrazione dei nostri “antagonisti” è questa, chi si batte contro la politica di guerra della NATO e di conseguenza del governo Draghi, chi in tutti questi anni ha sostenuto e difeso la causa del Donbass e le due Repubbliche secessioniste di Donetsk e Lugansk, viene tacciato di “filoputinismo” e di essere “rossobruno”. Dimenticandosi con questo strano criterio contraddittorio che le YPG hanno avuto l’appoggio degli USA nello sconfiggere i tagliagole dell’ISIS. Un internazionalismo strano allora quello di questi “compagni”, con versioni pro domo loro a seconda della convenienza, sostenendo una cosa da una parte e l’opposto dall’altra. Una sorta di opportunismo da vulgata sinistrese che non tiene conto della complessità delle situazioni. Semplificare… come del resto fanno i principali media di regime con i loro salotti televisivi. E che dire allora della nostra Resistenza del ’43-45 contro il nazifascismo: gli Alleati USA e UK non erano forse (anche allora) imperialisti?

Quello che colpisce è la consonanza tra l’azione politica di regime nel criminalizzare ogni voce di dissenso sulla guerra in atto (vedi la lista di proscrizione del Corrierone e il rumor di sciabole dei servizi…), tacciandola di collaborazionismo con Putin e quella di detta compagneria: a ognuno le sue liste. Una consonanza che con gli “antagonisti” trova la sua massima espressione nel totale silenzio verso il fenomeno degli ucronazi, che il mese scorso a Bologna hanno attaccato una festa partigiana e cercato di stuprare una compagna qualche giorno dopo.

Nella storia dei movimenti sociali nel nostro paese e non solo nel nostro, alla voce “guerra imperialista” ci sono sempre stati storicamente due filoni contro la guerra: uno pacifista e non violento, proprio per esempio del cattolicesimo, come quello dei padri comboniani e che oggi vede alzarsi la voce del Papa (l’abbaiar della NATO). L’altro, marxista, o comunque antimilitarista anche nella sua variante libertaria, che si è mobilitato storicamente sulla parola d’ordine “guerra alla guerra”, ossia trasformare la guerra in rivoluzione sociale.

Ebbene, che cosa c’entri con questa storia di lotte pacifiste e antimilitariste questa strana vulgata su resistenza e ucro nazi, armi a Zelensky e no fly zone, è proprio un mistero. Ma il risultato per qualcuno, che evidentemente ha il suo tornaconto, è stato ottenuto: spaccare, dividere, creare confusione, perché da un’economia di guerra e dalla sua macelleria, dalla miseria e da un dominio che di pandemia in guerra cerca di ridisegnare un ordine totalitario unipolare, i servi devono stare zitti e seguire il pensiero unico. E c’è una campagna denigratoria per ogni focus target.

Per sgombrare il campo da queste scorie ideologiche, che sono poi quelle di chi ragionando per principio e non per analisi finisce per fare il gioco del re di prussia, ha parlato da posizioni di sincero e autentico antifascismo antimperialista e di classe il nostro direttore Valerio Evangelisti recentemente scomparso. E lo ha fatto con questo intervento del 2016, dove già coglieva i punti essenziali della questione ucraina:

e con altri due recenti interventi sulla guerra in Ucraina che potete vedere in questo sito

e qui a 11:25:

Quest’ultimo con tutta probabilità è proprio l’ultimo intervento fatto dal nostro.


Note:
1) Questo intervento di Davide Grasso lo trovate sul fb di Labàs
2) Vedere questo link (il video è stato tolto, ma il link resta

Comments

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Nico Maccentelli
Wednesday, 29 June 2022 16:41
Mirco, lei scrive:
>Se poi, oltre ad essere antifascista, uno è anche comunista o ambisce ad esserlo, sa perfettamente che senza guerra non può esserci rivoluzione sociale, o alcun tipo di rivoluzione. Ci vuole qualcuno che spieghi a Maccentelli che, per "trasformare la guerra in rivoluzione sociale" è necessario che la guerra ci sia, che arrivi qui a demolire la nostra pacificata, anestetizzata, suprematista, nazificata e ipnotica realtà, altrimenti non si fa altro che proseguire a chiacchierare per mantenere le proprie rendite di posizione a tutti i livelli.<

Sentiamo allora, cosa bisogna fare in una fase politica che non è né rivoluzionaria, né pre-rivoluzionaria? Se ha un minimo di dimestichezza con il leninismo comprenderà che ogni fase ha le sue forme di lotta e che gli intenti roboanti non servono a nulla se non si sa come realizzare organizzazione e conflitto. Oggi il passaggio politico è basato sulla costruzione di un fronte di forze contro la guerra imperialista e la NATO. Le condizioni per la guerra le costruisce l'avversario non noi. Noi dobbiamo lavorare politicamente in questo contesto: questo è il significato del concetto "trasformare la guerra in rivoluzione sociale".

Inoltre:
>... i Maccentelli di tutti i paesi, che intuiscono che qualcosa è cambiato, ma che hanno da tempo immemore rimosso dai loro ragionamenti la possibilità che una guerra di liberazione dal nazi-fascismo venga effettivamente combattuta, strada per strada e casa per casa<
Ma pensa di essere nell'Irlanda degli anni '60? Il problema vero è che dopo i nostri errori degli anni '70 o si ha gente imbelle, ai limiti del sardinismo, o massimalisti che non comprendono le fasi politiche e pensano che basti enunciare un passaggio, una forma di lotta per praticarla. Grazie, ho già dato.
E' dalla nostra debolezza politica, data da decenni di politica del riflusso, di inciucismo con la i dem, che dobbiamo partire. Non dalle velleità.
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Mirco
Thursday, 30 June 2022 00:53
Cerco di spiegarmi ancora più chiaramente, dato che sembrate duri di comprendonio: quello che non volete vedere e che secondo me rimuovete perchè vi terrorizza, consiste nel fatto che da 4 mesi a questa parte c'è qualcuno che finalmente la guerra alla NATO e al nazifascismo che ne consegue la fa, anzichè parlarne soltanto. Comprendo il trauma devastante causato dall'essere completamente surclassati dagli eventi e dal percepire, dall'intuire la profonda inadeguatezza di strumenti d'analisi che vanno bene solo per accreditarvi come "esperti" presso le istituzioni che frequentate (e che venerate), oltre al panico provocato dalla concreta eventualità di vedere andare in pezzi le consuetudini acquisite in tanti anni di assuefazione all'assenza di conflitto reale, ma le solite chiacchiere sulla "fase politica", sul "passaggio politico", sul sapere "realizzare organizzazione e conflitto" non hanno più alcun senso, perché il cambiamento epocale dato dal fatto che dopo 80 anni di predominio mondiale, l'occidente si trova ad essere minacciato concretamente, conduce ad un conflitto che avete accuratamente contribuito a cancellare dal novero delle possibilità, ovviamente per proteggere ciò che vi stava e vi sta a cuore, per conservare uno stato di cose rassicurante che vi ha consentito di prosperare a tutti i livelli. Abituati come siete a fare esperienza di una realtà definitivamente pacificata, in cui fascisti e cosiddetti antifascisti convivono e fanno solo finta di odiarsi, quando il conflitto vero irrompe cercate di esorcizzarlo con le solite formulette compiacenti che maneggiate come prestigiatori maldestri. La misura del vostro antifascismo si esaurisce in ciò che vi consente di continuare a percorrere la realtà che conoscete e che volete conservare, in cui il massimo dello scontro è una petizione, o un ordine del giorno. Per voi il "conflitto" si sublima nell'indignazione, nel corteo, nello sciopero, nel documento politico. Non travalica mai l'insieme di regole e di feticci formali che sono le architravi della vostra idea di politica.

Ti faccio una domanda, Maccentelli: metti il caso che ci sia un governo dichiaratamente nazifascista che da una decina d'anni opprime chi gli si oppone in tutti i modi immaginabili, causando sofferenze indicibili, e metti il caso che un paese confinante gli dichiari guerra col preciso obiettivo di denazificarlo e di disarmarlo, insomma di liberarlo. Davvero tu chiameresti antifascista chi si oppone a quella guerra? Come è possibile che, con tutti gli elementi a disposizione e ben visibili, chi si definisce antifascista o addirittura comunista si schieri per una pace che garantirebbe la permanenza al potere di nazifascisti dichiarati? Non riuscite più nemmeno a differenziarvi lessicalmente da quelli che dite essere i vostri avversari (già, voi non usate la parola "nemici" perché vi sbilancereste troppo): non c'è nessuno che non utilizzi pedissequamente la locuzione "guerra d'invasione", dalla meloni a rifondazione!!! Ma non vi viene neanche un dubbio?

Per questo penso ci sia un altro aspetto, ancora più orrendo, come ho già scritto: voi temete una guerra di liberazione dal nazifascismo che investa l'Europa, perché vi fa comodo che i fascisti esistano politicamente per continuare a far finta di combatterli, come avete fatto negli ultimi decenni, accreditandovi presso quelle stesse istituzioni che dite di voler mettere in discussione. Parlare di pace oggi significa stare dalla parte dei nazifascisti e di chi gli invia le armi, caro Maccentelli. Ecco dove sta la vostra debolezza, nell'ambiguità e nell'attitudine a generalizzare che avete fatto assurgere a valori esistenziali e a pratica politica, ma che altro non è che il paravento del vostro opportunismo. Ecco la misura della vostra credibilità.

Il fatto è che avete paura che la guerra arrivi a casa vostra e che siate costretti a combattere contro la NATO che vi ha portato la pace a cui tenete tanto, ma questo non significa, purtroppo per voi, che la guerra in corso non sia giusta o che si arresterà soltanto perché a voi non garba. Io auspico la denazificazione/defascistizzazione dell'Europa da quando ero adolescente e voi avete dimostrato lungo svariati decenni (e state dimostrando soprattutto oggi, che siamo finalmente al dunque) di non volervi battere sul serio in questo senso. Comunque, le vostre doti affabulatorie e l'abilità retorica che non mancate di sfoggiare non vi consentiranno più di attribuirvi meriti che non vi sono mai appartenuti, quando dovrete cimentarvi con un conflitto vero che non riuscirete a gestire perché l'avete rimosso.
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Nico Maccentelli
Sunday, 03 July 2022 13:37
Mirco, lei se le suona e se le canta senza avere la minima comprensione della posizione politica altrui (certamente non comprende la mia) e dell'esperienza (per esempio degli anni '70) da cui è uscito, come il sottoscritto.
Facile parlare quando non si è vissuta una stagione storica e politica stando sempre da una parte della barricata.
E oltretutto non sembra neppure aver letto ciò che ho scritto, che non sono stato certo tenero con chi sostiene che esiste una "resistenza" Ucraina. Considero positivo che qualcuno abbia dato un fermo alla NATO, ma questo non fa della Russia un paese rivoluzionario. Sto con la tendenza multipolare, sostengo il popolo del Donbass in lotta contro il nazismo ucraino e la NATO. E condivido la parola d'ordine guerra alla guerra del mio amico scomparso recentemente Valerio Evangelisti, poiché penso che l'unica risposta epocale alla guerra imperialista sia la rivoluzione proletaria per il socialismo. Se non capisce queste mie posizioni che traspaiono da una sbaraccata di miei scritti che può trovare in rete, non so che farci. E qui chiudo la questione.
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Mirco
Tuesday, 05 July 2022 21:58
Maccentelli, prima di tutto non puoi permetterti di chiudere proprio nulla, soprattutto se il tuo interlocutore sono io, cioè una persona che non accetta che qualcun altro le imponga di tacere su questioni che ritiene estremamente importanti. Secondo: quali sarebbero le posizioni politiche così astruse da non essere comprese? Le hai sintetizzate benissimo, ma il punto è un altro! C'è una contraddizione sostanziale nell'auspicare il “multipolarismo” senza la guerra, perché solo con la guerra alla NATO, non semplicemente con la contrarietà alle sue politiche, una geopolitica multipolare può essere possibile. Questa contraddizione ne innesca altre a cascata: come si fa a sostenere che il conflitto per la denazificazione dell'ucraina debba limitarsi all'ucraina, se ci si dichiara antifascisti in italia, un paese in cui i nipotini di almirante sono al 20%? Come si fa a dire “guerra alla guerra”, quando è dalla guerra che può scaturire un sommovimento rivoluzionario, come dovrebbe insegnarti il 1917 sovietico? Immagina se Nicola II Romanov e i suoi fantocci avessero detto: «Bene, cara Serbia: a noi dispiace molto, ma la Russia ha troppi problemi interni per impegnarsi in una guerra europea nella triplice intesa. Saremo neutrali». A quel punto, quali spazi di manovra sarebbero rimasti ai bolscevichi, o socialdemocratici, o comunisti, con le truppe zariste che anziché stare al fronte sarebbero state certamente impiegate per stroncare l'opposizione interna e tutti i soviet possibili o immaginabili? Viceversa, e per fortuna, dalle armate zariste che stavano al fronte e disertavano è nata l'Armata Rossa, così Lenin ha potuto tornare a Pietrogrado col famoso treno e dare il via alla fine dello zarismo. Hai mai visto “Uomini contro” con Volontè? Ti ha fatto sorgere il dubbio che se c'è la pace, non c'è il socialismo? Perché a me sì. O no? Mi sbaglio? La critica che ti rivolgo è una critica ad una posizione politica diffusa in occidente, che non vede, o non vuole vedere, la consequenzialità tra guerra e rivoluzione sul piano storico, perché utopisticamente e opportunisticamente incardina il cambiamento sul mantenimento della pace sociale, anziché sulla radicalizzazione del conflitto. È una posizione che si potrebbe definire “istituzionalista”, “socialista della cattedra”, “socialista reazionaria”, “socialconservatrice”, “socialista utopista”, da “veri” socialisti, tanto per riprendere il Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels. Si sentono da parte vostra le stesse parole del PD, di salvini, di berlusconi e della meloni, tranne che per l'invio di armi: negoziato, trattative, de-escalation, neutralità, no alla guerra d'invasione, pace. Il conflitto sociale, quello che le persone sane di mente intendono come potenzialmente rivoluzionario, non può essere demandato a soggetti che lavorano per evitare che diventi “lotta sanguinosa” (George Sand), e questo è esattamente ciò che siete: la dimostrazione sta nel tuo “ma non ci sono le condizioni!!!” che hai ribadito anche nell'ultimo post, come se ce ne fosse stato bisogno. Avete passato decenni a ripetere questo mantra, per poi tacciare di velleitarismo chi semplicemente diceva che, se le condizioni si fosse aspettato voi a crearle, si sarebbe morti tutti democratici-cristiani e liberali, se non addirittura in camicia nera. E oggi, che (ripeto) siamo al dunque perché le condizioni si creano indipendentemente dalle vostre litanie di ex e post qualsiasi cosa, siete lì a fare i pompieri per evitare che una guerra di liberazione dal nazifascismo arrivi a casa vostra, che è esattamente lo scopo della NATO e dei suoi amici. Non so, hai bisogno che chiarisca ancora dove stanno le tue/vostre contraddizioni? Perché io sono dispostissimo a farlo. Qui non si chiude niente, caro Maccentelli. Qui si sta riaprendo una pagina storica che avevate dato per chiusa e sembra che non ve ne accorgiate, o che facciate orecchie da mercante per le ragioni suddette. Comunque sia, siamo appena all'inizio, sai?
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Alfred*
Thursday, 30 June 2022 08:33
Per questo penso ci sia un altro aspetto, ancora più orrendo, come ho già scritto: voi temete una guerra di liberazione dal nazifascismo che investa l'Europa, perché vi fa comodo che i fascisti esistano politicamente per continuare a far finta di combatterli, come avete fatto negli ultimi decenni,


Sono disposto a seguirla solo se un sincero antinazista come lei prende il comando.
Ho molta simpatia per il Donbass e le sue lotte, ma francamente non mi fido (lei si, evidentemente) di Putin e del suo Dugin come denazificatori.
Quando riesce a mettersi a capo faccia un fischio.
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Mirco
Friday, 01 July 2022 21:34
Scusa se mi ripeto ma...
scrivi che non dovresti essere qui. Concordo. Il resto è chiacchiericcio.
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Mirco
Monday, 27 June 2022 22:57
I miei vecchi compagni chiamavano quelli come voi, in maniera eccessivamente gentile secondo me, "pompieri", ovvero gente che quando si trova di fronte ad uno scontro serio in cui il rischio è anche solo quello di doversi scoprire, di prendere una posizione inequivoca, di non potere più destreggiarsi e barcamenarsi come sempre nell'ambiguità, tende a gettare acqua sul fuoco e a far finta che lo scontro o non ci sia del tutto, o che sia gestibile secondo le consuete modalità. Questo succede perché vi sta più a cuore conservarlo l'esistente, che rovesciarlo. Però, la situazione che non riuscirete a gestire sta arrivando e temo vi troverà impreparati, abituati come siete da decenni alla pace a tutti i costi a casa vostra, alle pacche sulle spalle col fascistume più vario pur di non perdere quello per cui tanto faticosamente avete "lavorato", scenario questo che vi ha permesso di diventare uomini per tutte, o quasi, le stagioni.
In particolare per Francesco o come si chiama: essere presi in castagna non fa piacere, ma deve servire da lezione, sennò si cresce solo anagraficamente e politicamente si fanno dei danni enormi. Poi, a livello personale puoi continuare a raccontarti quello che vuoi; solo, non lamentarti se arriva un tempo in cui no c'è più spazio per stare un po' di qua e un po' di là. ;)
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Alfred*
Tuesday, 28 June 2022 22:21
se secondo lei si tratta ..
I miei vecchi compagni chiamavano quelli come voi, in maniera eccessivamente gentile secondo me, "pompieri", ovvero gente che quando si trova di fronte ad uno scontro serio in cui il rischio è anche solo quello di doversi scoprire, di prendere una posizione inequivoca, ...

Le vorrei dire che questi non sono tempi di speculazioni filosofiche o di prese di posizione su chi ha le palle e chi no in base a chi lo ha piu lungo, presto qui, volente o nolente la posizione rischia di essere in trincea e non alle condizioni che lei vorrebbe
Davvero riesce ad augurarsi un conflitto?
Un conflitto alle sue rosee immaginazioni?
la Nato da 40.000 effettivi sta posizionando ai confini russi 300.000 soldati e sicuramente altrettante armi. Ufficialmente.
Lei crede davvero che il conflitto sara' convenzionale e con vittoria di qualcuno?
No, non ideologia, qualcuno come essere vivente
Noi , in europa, saremo il campo di battaglia e se anche la Russia e altri dovranno leccarsi le ferite noi saremo morti, no, non ideologicamente, noi saremo vaporizzati e basta. Questo fanno non solo le bombe h, ma anche altre che uccidono in modo analogo.
Quando ho parlato di essere in prima linea ero ottimista.

Con questa smania di previsioni per un po" ho pensato di essere un pessimista calato nel ruolo del paragnosta, ma ogni notizia di giornata confuta quello che in realta' e' un velato ottimismo.
Abbiamo in pista tutte le personalita' piu ignobili e stupide e le dinamiche piu' assurde, se scampiamo l' incidente che mette fuoco alle polveri abbiamo culo. La progressione del peggioramento e' rapidissima.

qualcuno segue i deliri di Liz Truss? Fa apparire il suo capo Boris quasi moderato.... sono tutti fuori dalla realta'(e dal vecchio Impero anche se non se ne sono accorti), ma realmente pericolosi
lei spera che se il conflitto si diffonde soggetti alimentati da un narcisismo spietato non useranno nucleare tattico o strategico? Soprattutto se pensano che devastera' europa e russia e li fara' sentire e essere potenti?
O pensa che prima che questo accada riuscira' abilmente a eliminare i nazisti + i boris &c e a creare un paradiso comunista?
Come azione possibile e praticabile penso che dobbiamo continuare a chiedere di uscire dalla Nato e dalle loro dinamiche ..
Si, e' tardi e non e' abbastanza, ma e' una delle poche cose che possiamo tentare di fare, scalzare i nostri guerrafondai e chiedere che si tratti e si raggiungano accordi rispettando le repubbliche (accettando le loro decisioni su status futuro) e ritirando la Nato dai confini russi. Se accettiamo il conflitto siamo spacciati, altro che scelte di campo e possibili rivoluzioni.
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Mirco
Wednesday, 29 June 2022 00:27
Caro "non dovrei essere qui", io non auspico "un" conflitto, io auspico IL Conflitto, quello che tu e gli "antifascisti" tra virgolette temete tanto perché non rientra nei vostri schemi di interpretazione del mondo: io auspico una guerra di liberazione dal nazi-fascismo seria, questa volta, non come l'ultima, in cui alla fine se la sono cavata quasi tutti. Se permetti, mi ripeto: in un continente oggettivamente nazificato tramite la NATO come l'Europa di oggi, mi sembra strano che gli avversari della NATO non auspichino una guerra che de-nazifichi non solo l'ucraina, ma l'intero continente.
Vi consiglio di non credere alle cifre che spara Stoltenberg, che già dal cognome non rimanda ad una persona particolarmente intelligente e, d'altro canto, chi è il "noi" di cui scrivete? Cos'è questo cazzo di "noi"? Parlate per voi stessi, che siete amici dei G7, della NATO e dei difensori dei valori occidentali. Io non sono mai stato nessuna di queste tre cose, specialmente l'ultima. Siete voi che avete tutto da perdere nel caso in cui IL Conflitto con la "C" maiuscola si materializzasse, mica io, dato che lo auspico. Come ho già avuto modo di scrivere, capisco il vostro terrore ma, per quanto mi riguarda, come cantava Pietrangeli, se il prezzo è la coabitazione con tutto il fascistume che vi sta tanto a cuore, io voglio la guerra, io voglio vedervi finir sottoterra, se questo è il prezzo io l'ho già pagato, io voglio un mondo denazificato
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Alfred*
Wednesday, 29 June 2022 09:02
Non ho idea di quanto il mondo sia interessato a quello che lei vuole. Come non credo sia interessato a quello che posso volere io.

Sono pero' sicuro di alcune cose, materiali
- la Russia in Ucraina sta usando il suo vecchio arsenale e conducendo una guerra ' tradizionale', non sta dispiegando neanche le forze e i modi visti in Siria (non ancora)
- gli arsenali delle potenze (russia,nato, cina, india ecc) dall' ultima guerra al nazifascismo sono pieni di armi, non solo atomiche di una potenza distruttiva che il mondo prima del 45 non aveva neanche immaginato.
- gli eserciti in campo sono in maggior parte "professionisti'
- il mondo e' pieno di centrali nucleari e di folli, non solo governativi e, all' occorrenza, come qualcuno fa saltare le dighe ....

Ho sempre pensato che il ' materialismo' si basasse sulla realta' e sull' analisi dei rapporti di forza, non sui desideri.
Si faccia un giro per capire cosa fanno (se usate) le armi che sono negli arsenali delle diverse potenze e poi si immagini con un fucilino davanti ai missili che rischiano di arrivarle in testa o a certi droni che sono in campo anche senza andare a parare su bombe H. O lei ha armi e strateghi migliori? Quanti battaglioni?

Mi levi una curiosita' : per quanti anni e' rimasto in frigo?
O l' avevano sequestrato gli alieni?

Ps se cerca di provocare dicendo che gli altri sono pro nato pancemolli e quant'altro, si calmi, noi niente sappiamo di lei (potrebbe benissimo scrivere da bordo piscina) e niente lei sa di chi risponde. Si discute di una realta' in cui abbiamo sempre meno possibilita' di scelta e su sviluppi della guerra imminenti. Non ha nessun bisogno di augurarsela, la vedra' (forse giusto il tempo di percepire il fungo) e sicuramente non sara' un ballo di moschetti e mitragliatrici di bande partigiane contro il nazifascismo. non e' necessario un paragnosta per capirlo.
Prosit
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Francesco
Monday, 27 June 2022 18:17
Sì, il tuo. La figura del vigliacco che si riempe la bocca della gloriosa rivoluzione che non è che una sua sega mentale parlando delle sofferenze che scaturirebbero dalla guerra, e ogni rivoluzione è una guerra, non come di una tragica necessità, per chi la ritenga necessaria, ma auspicandole è la più patetica del bestiario della compagneria. Con la poca simpatia che ho per Nietzsche, non sei altro che un ultimo uomo. Non ti disturbare a rispondere, non non c'è altro da dirti, non a parole, "chiacchiericcio", coraggiosissimo guerriero da tastiera.
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Francesco
Monday, 27 June 2022 18:19
La risposta è per quella nullità di Mirco, possa la "sua" modalità di criticare (haha) l'esistente subire il risveglio che augura ad altri. Stronzetto.
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Mirco
Monday, 27 June 2022 23:05
I miei vecchi compagni chiamavano quelli come voi, in maniera eccessivamente gentile secondo me, "pompieri", ovvero gente che quando si trova di fronte ad uno scontro serio in cui il rischio è anche solo quello di doversi scoprire, di prendere una posizione inequivoca, di non potere più destreggiarsi e barcamenarsi come sempre, tende a gettare acqua sul fuoco e a far finta che lo scontro o non ci sia del tutto, o che sia gestibile secondo le consuete modalità. Questo succede perché vi sta più a cuore conservarlo l'esistente, che rovesciarlo. Però, la situazione che non riuscirete a gestire sta arrivando e temo vi troverà impreparati, abituati come siete da decenni alla pace a tutti i costi a casa vostra, alle pacche sulle spalle col fascistume più vario pur di non perdere quello per cui tanto faticosamente avete "lavorato", scenario questo che vi ha permesso di diventare uomini per tutte, o quasi, le stagioni.
In particolare per Francesco o come si chiama: essere presi in castagna non fa piacere, ma deve servire da lezione, sennò si cresce solo anagraficamente e politicamente si fanno dei danni enormi. Poi, a livello personale puoi continuare a raccontarti quello che vuoi; solo, non lamentarti se arriva un tempo in cui non c'è più spazio per stare un po' di qua e un po' di là. ;)
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Francesco
Tuesday, 28 June 2022 20:44
Temo ti sbagli. Puoi chiamarmi rossobruno, fascista, pompiere, non me ne frega nulla. Queste sono accuse che possono toccare chi ancora si sente "dalla tua parte". Il tuo mondo, di cui ho attraversato tutto il circo, deve sparire. Il nuovo deve nascere, forse nascerà forse no. Ma quelli come te sono un ostacolo le vostre idee sono putridume preconcetto ripetuto ad oltranza (questo sito è samsara, con qualche rara eccezione non sapete fare altro che guardare il vostro ombelico) i vostri campi ideologici cancerogeni. Quali strumenti sono validi e su quali basi lo siano va rivalutato senza pregiudizi. Quello che c'è di utile negli strumenti del marxismo è immobilizzato da mummie monologanti. Ho già sprecato troppe parole, ma attraverso uno schermo è ciò che si può fare. Pompiere? sì ma di Fahrenheit 451. Il tuo mondo deve bruciare e sono disposto a bruciarlo con te dentro. Non fisicamente, no, che importanza avrebbe? Ma spero brucerai presto chissà se le cose vanno male prorpio nella guerra che ti auguri e che ti farebbe piangere come la nullità che sei, fregandotene delle sofferenze altrui: combattere è necessario, certo, ma non capire che la guerra è una tragedia, anche quando è necessario combatterla, è da pazzi e tu lo sei; e come tutti i pazzi neanche sarai in grado di chiederti se le tue premesse siano sbagliate. Nè potrai capire una parola di questo senza riportarlo ai tuoi schemi preconcetti, quindi chiamami fascio, magari, o rinnegato ma non rossobruno che cromaticamente non si può tollerare. Ma mi rendo conto di come sia raro un po' di senso estetico nell'area. Temo che il vostro miasma impesterà ancora per un po' tempo questo mondo, speriamo non finchè sarà troppo tardi. Ma chissà, è la stagione giusta per gli incendi. E Francesco è il mio nome, che Mirco sia il tuo o meno non m'importa, manco esisti, sei un esempio di un bestiario divenuto patetico oltre il grottesco.
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Alfred*
Tuesday, 28 June 2022 23:11
non capire che la guerra è una tragedia, anche quando è necessario combatterla, è da pazzi

Che dire, grazie
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Mirco
Tuesday, 28 June 2022 23:52
;( ;( ;( ;( ;( Ma quanto siete petalosi...
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Mirco
Tuesday, 28 June 2022 23:07
Se permetti, Francesco o come ti chiami, io mi preoccupo delle sofferenze dei miei compagni e delle mie compagne in ucraina negli ultimi 8-10 anni, sofferenze che saranno lavate con il sangue, ci puoi contare, come puoi contare sul fatto che non hai ancora visto niente. Degli ukronazi e dei loro amici in Europa come te non me ne frega proprio nulla. Spesso al destreggiarsi si accompagna un'altra brutta abitudine, quella di generalizzare, ma ti mando la medicina. Ascoltala e che ti possa entrare dentro...in senso figurato, ovviamente...ma anche no :D

https://www.youtube.com/watch?v=mwAGw92RHQc
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Mirco
Monday, 27 June 2022 07:48
Le prime parole che hai scritto, Alfred, sono quelle serie: non dovresti essere qui. Il resto è chiacchiericcio.
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Alfred*
Monday, 27 June 2022 20:19
Mi inchino davanti ad argomentazioni tanto sottili e umane.
Mi chiedo solo se c'e' qualcuno qui o altrove che trova bella l' igiene della guerra, partecipata e in prima linea, sti cazzi. C'e' nessuno?
A volte, sa ( ma non e' certo il suo caso, lei e' troppo intelligente, furbo e strategico) pensare al tanto peggio tanto meglio e ad altre catastrofi puo' alleviare personali problemi che ... si spera sparirebbero con morte compassionevole sul campo, sia che si tratti dello zio rompicoglioni che di altre disumanita'.
Peccato che ci sia lo stesso numero di probabilita' che a sparire sia la parte dei guerrafondai igienisti. Ma vuoi mettere la bella morte? Il fascino di diventare eroi?
E vuoi mettere anche il fregarsene del sangue sudore, morte e parassiti per tutti quelli anche (soprattutto) proletari che preferirebbero di no?
Scusi, ancora, le sue argomentazioni sono troppo alte e troppo partecipate da tutto il mondo di chi e' vero antifascista e vera sinistra ( i criteri sul vero sono suoi) che ribadisco l' inchino.
Saluti
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Alfred*
Sunday, 26 June 2022 21:46
Non dovrei essere qui, ma davanti a questa affermazione, da antifascista (non so se tutti gli altri antifascisti sono come lei, io no e sono serio) volevo dire qualcosa

... Un antifascista serio, che sa che a Kiev c'è un governo di un certo tipo e che sa che il suo governo ha armato e sta armando dei nazi-fascisti, dovrebbe fare due cose, senza timore di essere ostracizzato dalle conventìcole social: primo, dovrebbe esprimere gratitudine verso i soldati russi, che stanno facendo quello che lei/lui non ha mai fatto a casa sua perché stava (e sta) troppo bene sotto l'ombrello della NATO; secondo, dovrebbe auspicare ad alta voce un allargamento del conflitto, perché le forze al potere a Kiev sono le stesse che stanno puntando al potere in tutto l'"occidente", se non ci sono già arrivate come nei paesi dell'ex-Patto di Varsavia o negli USA.

In primo luogo forse dimentica che Putin prima di prendere la decisone di riconoscere le repubbliche e difenderle ha cercato in tutti i modi di evitare l" invasione chiedendo neutralita' all ucraina e rispetto delle minoranze russe e delle autonomie e invitando i paesi Nato a incontri e valutazioni. Se avesse ottenuto una condizione austriaca in ucraina e autonomia per le republiche sarebbe stata una vittoria e non sarebbero intervenuti. Secondo me non sarebbero intervenuti per liberare gli ucraini dalle milizie nazi se queste si fossero spostate a ovest, tipo confini polacchi. O lei pensa che i ripetuti inviti a biden e europa per discutere l'avanzamento nato nascondesero altre cose? A me pare che gli oligarchi russi (quelli che comandano) fossero ben felici di spendere e spandere in europa e altrove e anche putin prima che gli piazzassero i missili in bagno coltivava ottimismo. In quei frangenti secondo lei gli oligarchi nascondevano la loro natura antifascista o l'hanno maturata dopo, quando hanno visto che le oligarchie occidentali speravano di potersi magnare la russia a colazione?
Questioni di geopolitica circonfuse di antifascismo in questo giro non ne vedo a parte nelle due repubbliche che hanno assaporato le milizie nazi per anni e che, giustamente, le hanno combattute e le combattono ( putin o non putin).
Questo fermo restando che l' Ucraina e' uno stato che glorifica apertamente e giuridicamente i nazisti (tutti li hanno in casa, ma solo loro li glorificano n quanto nazi) e mi sta bene che i russi li mettano tra i loro bersagli in forma ideale strumentale e/o opportunistica. Visti i soggetti mi sta bene che siano nel mirino, qualsiasi mirino.
Torniamo a noi che anziche'chiedere che la Nato sparisca dalla faccia della terra o quantoneno lasci alla potenza russa Stati cuscinetto (non occupati, stati neutrali senza basi Nato) per evitare attriti tipo questo ucraino dobbiamo sperare che il conflitto si allarghi cosi spariranno i nazisti da Ucraina e dappertutto e il futuro sara' roseo e socialista per tutti.
Non sto a chiedere che film vede o libri legge, ma, per curiosita', dove vede premesse per un futuro del genere?
Forse nelle folle oceaniche che ogni giorno in europa e russia protestano falce e martello in mano?
immagina un bel conflitto tradizionale con moschetto e molotov, fame, pidocchi e frattaglie umane/animali miste a poveri resti di corpi dilaniati dalle bombe?
E dove le prenderebbero le bombe le folle manifestanti?
Ah si, dai soldati che come in una replica della rivoluzione russa si uniscono al proletariato ....anche se ormai sono 'professionisti' sicuramente conservano lo spirito proletario... sia mai
Evidentemente si esclude la possibilita' che le masse ribelli (se esistessero) le prendano in testa le bombe... mai successo nella storia
Oppure lei vede un futuro di eliminazione dei regimi nazisti ucraini ed europei o altrove negli enormi arsenali di armi atomiche che nessuno esclude di usare?
Immagino che nel dopo bomba se qualcuno sopravvive avra' pensieri per la quotidianita' piuttosto che per il fascismo.
Una possibile soluzione, un po' drastica, ma possibile

comunque ... lei rinfaccia ad antifascisti poco seri l' inerzia rispetto a questa situazione. La mancanza di desiderio di una bella guerra come igiene contro le blatte fasciste...
Per accontentarla vorrei dirle che non vedo l' ora ...
..purtroppo devo deluderla, continuero' a contestare la Nato e i nostri governi con e senza serieta'.
Grazie al cielo a salvare imbelli come me ci sono quelli che armati di tutto punto come lei in questo momento stanno combattendo con le due repubbliche contro il nazifascismo.
Immagino abbia scritto in un momento di pausa tra un attacco all'arma bianca e l'altro
Saluti
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Alfred*
Sunday, 26 June 2022 21:46
Scusate
Rispondevo a Mirco
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Mirco
Saturday, 25 June 2022 16:26
Da una parte abbiamo i collaborazionisti di Kiev, i solidali con l'ucraina a tutte le latitudini, che sono il nemico; dall'altra abbiamo i Maccentelli di tutti i paesi, che intuiscono che qualcosa è cambiato, ma che hanno da tempo immemore rimosso dai loro ragionamenti la possibilità che una guerra di liberazione dal nazi-fascismo venga effettivamente combattuta, strada per strada e casa per casa, in Europa. E allora straparlano di "movimento antimilitarista contro la guerra e contro la NATO", come se fosse possibile sostenere rimanendo sani di mente che con i nazi-fascisti si deve fare la pace, o che la pace nella quale Maccentelli opera in sicurezza non sia pace organizzata e pianificata dalla NATO.

Un antifascista serio, che sa che a Kiev c'è un governo di un certo tipo e che sa che il suo governo ha armato e sta armando dei nazi-fascisti, dovrebbe fare due cose, senza timore di essere ostracizzato dalle conventìcole social: primo, dovrebbe esprimere gratitudine verso i soldati russi, che stanno facendo quello che lei/lui non ha mai fatto a casa sua perché stava (e sta) troppo bene sotto l'ombrello della NATO; secondo, dovrebbe auspicare ad alta voce un allargamento del conflitto, perché le forze al potere a Kiev sono le stesse che stanno puntando al potere in tutto l'"occidente", se non ci sono già arrivate come nei paesi dell'ex-Patto di Varsavia o negli USA.

Se poi, oltre ad essere antifascista, uno è anche comunista o ambisce ad esserlo, sa perfettamente che senza guerra non può esserci rivoluzione sociale, o alcun tipo di rivoluzione. Ci vuole qualcuno che spieghi a Maccentelli che, per "trasformare la guerra in rivoluzione sociale" è necessario che la guerra ci sia, che arrivi qui a demolire la nostra pacificata, anestetizzata, suprematista, nazificata e ipnotica realtà, altrimenti non si fa altro che proseguire a chiacchierare per mantenere le proprie rendite di posizione a tutti i livelli.

Capisco che molti abbiano paura della guerra, ma non capisco chi passa il tempo ad esaltare la guerra partigiana e poi ha paura di farla finita con una pace in cui ai nazi-fascisti è concessa qualsiasi cosa, è assicurato qualsiasi diritto, incluso quello di spacciarsi per difensori della democrazia. Sembra che certi "antifascisti" tendano più a mantenere uno stato di cose in cui continuare a propagandare slogan insensati come "nè con questo nè con quello", piuttosto che essere parte di un conflitto che li costringa a prendere una posizione. Se non s'è ancora capito, io spero che questa modalità troppo diffusa di criticare l'esistente senza criticarlo davvero stia finalmente giungendo al termine.
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Nico Maccentelli
Wednesday, 29 June 2022 16:41
Mirco, lei scrive:
>Se poi, oltre ad essere antifascista, uno è anche comunista o ambisce ad esserlo, sa perfettamente che senza guerra non può esserci rivoluzione sociale, o alcun tipo di rivoluzione. Ci vuole qualcuno che spieghi a Maccentelli che, per "trasformare la guerra in rivoluzione sociale" è necessario che la guerra ci sia, che arrivi qui a demolire la nostra pacificata, anestetizzata, suprematista, nazificata e ipnotica realtà, altrimenti non si fa altro che proseguire a chiacchierare per mantenere le proprie rendite di posizione a tutti i livelli.<

Sentiamo allora, cosa bisogna fare in una fase politica che non è né rivoluzionaria, né pre-rivoluzionaria? Se ha un minimo di dimestichezza con il leninismo comprenderà che ogni fase ha le sue forme di lotta e che gli intenti roboanti non servono a nulla se non si sa come realizzare organizzazione e conflitto. Oggi il passaggio politico è basato sulla costruzione di un fronte di forze contro la guerra imperialista e la NATO. Le condizioni per la guerra le costruisce l'avversario non noi. Noi dobbiamo lavorare politicamente in questo contesto: questo è il significato del concetto "trasformare la guerra in rivoluzione sociale".

Inoltre:
>... i Maccentelli di tutti i paesi, che intuiscono che qualcosa è cambiato, ma che hanno da tempo immemore rimosso dai loro ragionamenti la possibilità che una guerra di liberazione dal nazi-fascismo venga effettivamente combattuta, strada per strada e casa per casa<
Ma pensa di essere nell'Irlanda degli anni '60? Il problema vero è che dopo i nostri errori degli anni '70 o si ha gente imbelle, ai limiti del sardinismo, o massimalisti che non comprendono le fasi politiche e pensano che basti enunciare un passaggio, una forma di lotta per praticarla. Grazie, ho già dato.
E' dalla nostra debolezza politica, data da decenni di politica del riflusso, di inciucismo con la i dem, che dobbiamo partire. Non dalle velleità.
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baubaubaby
Saturday, 25 June 2022 07:57
Per mantenere sede in un chiostro storico e ben tenuto del vicolo Bolognetti, l'affitto costa caro. Comunque ignoravo bellamente chi fosse il "gruppo Labas". Dicono di sè che sono autogestiti: l'autogestione è comunque un concetto più o meno largo e complesso a seconda di chi la pratica e la intende, ma pur sempre dipende dall'autonomia in cui nasce e si sviluppa (o di eteronomia, di converso). A me qui sembra, a naso, un grado di autonomia da "avannotti",tipico dell'arte di oreficieria politica bolognese. Insomma, dopo le "sardine" del PD, questi mi sembrano gli avannotti della "Sinistra Industry", per dirla con il loro linguaggio proprio. Loro non so, ma me son anarchico. Ci si può fidare delle etichette?
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