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sinistra

Popolare l'Unione

di Paolo Bartolini

Di rifondare la sinistra si parla da decenni. Ma questo interessa poco l'elettorato e gli italiani. I problemi sono ben altri, concretissimi, per i quali - paradosso nel paradosso - dobbiamo ringraziare anche e soprattutto chi si è appropriato del nome "sinistra" per poi mandare al macero ogni suo valore storico, ogni fiducia e prospettiva di cambiamento.

Non mi sono affatto pentito di aver votato Unione Popolare. Credo, tuttavia, che servano passi decisi verso una rigenerazione dell'intera area che definirei critica verso il tecno-capitalismo ed ecosocialista.

Con gratitudine per i partiti che si sono spesi, soprattutto nella raccolta firme improvvisata in piena estate, mi sembra sia giunto il momento di avere coraggio, pena il deperire e fossilizzarsi, mentre il mondo va (ed è già andato) da tutt'altra parte.

Questi i punti centrali da affrontare:

1) scioglimento dei partiti di sx esterni al PD in Unione Popolare (parlo ovviamente di quelli che hanno aderito alla sigla elettorale e di quelli che hanno simpatizzato in vista del voto).

Basta falci e martello, stop ai residui (non pochi) di settarismo, addio agli identitarismi rigidi, ma anche alle ambiguità intollerabili (penso a chi, puntualmente, in occasione delle elezioni finisce per fare da stampella al Partito Democratico in funzione "antifascista");

2) confronto serio e approfondito sugli errori (una marea) fatti da buona parte del mondo radicale e progressista in merito alla gestione autoritaria della pandemia/sindemia. Non capire nulla di come le emergenze vengono utilizzate per polarizzare l'opinione pubblica e difendere il potere, è un serio problema, sottovalutato con superficialità da compagni e compagne, con gran danno per tutte/i. Registro, con piacere, che qualcosa si muove in UP, serve però uno sforzo ulteriore (nella recente lettera aperta a De Magistris che abbiamo scritto insieme a Sara Gandini, ci sono alcuni punti chiari che, secondo me, dovrebbero far parte di un programma politico che tenga insieme cura, libertà e responsabilità, oltre i fanatismi e le rispettive incomprensioni);

3) dare priorità alle battaglie sui beni comuni e alla costruzione di reti di mutuo aiuto e solidarietà orizzontale, come fu in Grecia ai tempi di Syriza prima del massacro targato UE;

4) costruzione di proposte dettagliate di medio-lungo periodo per rivedere il posizionamento dell'Italia rispetto all'attuale architettura dell'Unione Europea. Sono dell'idea che l'orizzonte europeo sia fondamentale per il bene delle classi popolari, dei lavoratori, dei ceti medi, ma non dentro questa cornice di governance. Le sparate No euro/No UE sono roboanti e non attuabili. Però, va detto, l'europeismo generico è vago e dannoso. Sogni un'altra Europa? Spiega come arrivarci e a quali condizioni, con quali alleati, con che tempi, ecc. La questione è aperta e va posta esplicitamente;

5) costruire una proposta credibile di riforma radicale dei mass media: il filtro dei giornali mainstream e delle televisioni è ancora decisivo. I social e internet abbisognano, invece, di politiche (ancora tutte da pensare) finalizzate a mettere le piattaforme sotto controllo democratico;

6) abbracciare un pacifismo che consenta di toglierci gradualmente dall'orbita della NATO, con l'obiettivo di relazionarci in maniera paritaria e non subalterna con tutti gli attori globali;

7) smettere di agitare lo spauracchio del fascismo (per coagulare sentimenti identitari e null'altro) e agire politicamente per trasformare le condizioni sociali, economiche e culturali che permettono alle destre di prosperare. L'antifascismo deve andare alle radici e non titillare le paure e gli sdegni del popolo social che perde la propria vita tra un hashtag e l'altro;

8 ) va benissimo alzare il salario minimo e potenziare il reddito di cittadinanza, ma rimarcando sempre la necessità di diminuire l'orario di lavoro a parità di salario: abbiamo bisogno di un tempo liberato.

Questo e altro servirà per tenere insieme battaglie sociali e rappresentanza politica, moltiplicando il dialogo, applicando l'intersezionalità delle lotte, insomma: popolando l'unione che ancora non c'è e tenendola aperta, soprattutto all'incontro con le realtà che resistono al peggio nel nostro Paese, ma non si riconoscono nella sinistra.

Comments

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romke
Sunday, 02 October 2022 17:27
sciogliere i gruppini, ops i partiti di sx 😄esterni. e poi chi resta a raccattare i rimborsi elettorali ? proposta ingenua: respinta !!
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Luca
Thursday, 29 September 2022 11:23
Buongiorno, mi pongo qui come semplice giovane cittadino di orientamento progressista, osservatore e sostenitore dei piccoli partiti di sinistra esterni al PD. Al suo appello mi sorgono spontaneamente queste considerazioni:

1) "Basta falci e martello, stop ai residui (non pochi) di settarismo, addio agli identitarismi rigidi, ma anche alle ambiguità intollerabili": invito che ho capito essere stato discusso all'interno di una formazione politica come Italia Sovrana e Popolare e che la stessa ha cercato di applicare;

2) "Non capire nulla di come le emergenze vengono utilizzate per polarizzare l'opinione pubblica e difendere il potere, è un serio problema, sottovalutato con superficialità da compagni e compagne" : mi pare che questa considerazione sia il pilastro portante della proposta critica di Italia Sovrana e Popolare;

3) la battaglia sui beni comuni è un tema che accomuna non solo i piccoli paritti di sinistra esterni al PD ma una moltitudine di associazioni di cittadini di diversissime provevineze culturali;

4) "l'orizzonte europeo sia fondamentale per il bene delle classi popolari": questo è l'unico punto che, a mio modesto giudizio, può essere divisivo. Può essere. Ma allora perché non organizzare un convegno pubblico dove confrontare le due posizioni della sinistra, quella che ancora crede nella possibilità di una Europa democratica e non plutocratica e totalitaria e, quindi, nella possibilità di cambiare le norme giuridiche che sostengono l'impianto attuale di una UE ormai alla deriva, e chi, invece, ritiene che tale modifica delle istituzioni dell'Unione non posso essere un obbiettivo realistico. Se siete sicuri dei i vostri argomenti a favore dell'europeismo confrontatevi non solo tra di voi ma anche con chi non la pensa come voi, ma che con voi condivide gli stessi ideali democratici e sociali.

5)"costruire una proposta credibile di riforma radicale dei mass media": punto programmatico che sicuramente, sempre a mio giudizio da osservatore esterno, anche un partito come ISP condivide o può condividere;

6) anche uscire dalla NATO mi pare essere un punto programmatico di ISP;

7) e 8) anche queste ultime proposte politiche sono, mi pare, condivisibili nella politica di ISP (sia chiaro, ribadisco, io parlo per me, non faccio parte di nessun partito).

Ecco, io non sono nessuno, però ho capito una cosa: questa società non è democratica, perché non vi è più un legame tra Legislatore e volontà popolare che dovrebbe emergere dai programmi dei corpi intermedi come i partiti politici; questa società non è libera né uguale, perché la libertà e l'uguaglianza sono dichiarate sulla carta e quotidianamente violate ed oltraggiate. Mi pare di capire, ma potrei sbagliare, che tutto giri attorno alla valorizzazione capitalistica. Ed il denaro struttura l'etica, i rapporti umani, sopratutto quelli lavorativi, i pensieri e le azioni. E che, in definitiva, il problema sia proprio il sistema economico che, possiamo concordare, ha vinto la lotta di classe. Proprio in questi giorni sono stati rinviati a giudizio una decina di dirigenti di Fincantieri per sfruttamento del lavoro. Ammesso che si arrivi ad una condanna, possiamo dire che cambierà qualcosa? Cosa ci ha insegnato la de-industrializzazione del nostro territorio, degli Stati-nazione?

Abbondoniamo "falce e martello", ma abbandoniamo anche l'esperienza social-democratica che mediante il confronto elettorale e parlamentare avrebbe voluto superare progressivamente la proprietà privata e lo sfruttamento nonché l'emarginazione che tale concetto porta con sé. Questo metodo ha fallito perché ha sussunto, assimilato e digerito l'azione social-democratica. Il gioco è quello di dare e poi togliere ai lavoratori e alla società nel suo complesso. Decenni di lotte sindacali e sociali mi sembrano cancellate, inghiottite da un buco nero, che fagocita anche la luce di una speranza di un mondo diverso. Mi pare che il capitale si sia preso la libertà che spetta per natura all'uomo proprio mediante quegli ordinamenti statuali che noi consideriamo democratici.

Prendiamo atto, dunque, dei fallimenti del Novecento, abbandoniamo ciò che non ha funzionato e, però, recuperiamo ciò che è il motore del socialismo, recuperiamo lo spirito della Prima Internazionale. Perché è solo mediante l'utopia che si costruisce il futuro. La realpolitik non ha pagato. Quale prassi dunque? L'azione paradossale della rivoluzione non violenta. Contrastare il capitale mediante la contrapposizione netta di rapporti sociali di fatto opposti a quello intimato e ingiunto dal capitale medesimo. Melanchon si è anche ispirato a Louise Michel.

Con la speranza che l'utopia torni ancora a contagiare i cuori di tutti noi.
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Ambro
Thursday, 29 September 2022 10:08
<<3) dare priorità alle battaglie sui beni comuni e alla costruzione di reti di mutuo aiuto e solidarietà orizzontale, come fu in Grecia ai tempi di Syriza prima del massacro targato UE>>

Esatto. E potremmo trovare dei compagni di cammino inattesi (si pensi alle reti alternative legate alla produzione e consumo del cibo, permacultura ecc)

<<8 ) va benissimo alzare il salario minimo e potenziare il reddito di cittadinanza, ma rimarcando sempre la necessità di diminuire l'orario di lavoro a parità di salario: abbiamo bisogno di un tempo liberato.>>

Mi sembra che la questione tempo sia spesso sottovalutata: solo liberando il tempo creo le condizioni per "mettere la testa" sulle questioni che contano. Solo liberando il tempo si possono pensare sistemi in cui agire la democrazia dalla radice. Fintanto che il mio tempo è occupato in modo abnorme dal lavoro, anche se per ipotesi remunerato con un salario decente, i più riempiranno il tempo che rimane solo con distrazioni che diano solo un sollievo momentaneo all'alienazione.
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