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megasalex

La BCE segue la Fed sui tassi ed il “clan” di Draghi inizia a preoccuparsi….. per l’Euro naturalmente!

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Visco e Panetta cominciano a mostrare chiara insofferenza rispetto all'azione aggressiva sui tassi, che la BCE sta mettendo in atto con la scusa di dover combattere l'inflazione. Per i due "uomini" fedeli a Mario Draghi, seguire la FED ci porterà direttamente dentro il tunnel della recessione che farà deflagrare la moneta euro: vera ed unica preoccupazione dell'élite di comando nel nostro paese.

La cosa è certamente strana e forse qualche domanda dovremmo cominciare a porcela.

Pochi o forse nessuno hanno colto la “sfumatura”, secondo la quale fin da subito Mario Draghi, avrebbe mostrato forti perplessità verso l’aumento dei tassi, quale misura per combattere un’inflazione di chiara origine esogena, come quella che ha colpito l’intero continente europeo. Certo l’ex governatore della BCE, tutto avrebbe immaginato tranne che, chi campeggia oggi nelle sue vecchie stanze a Francoforte, mettesse in atto nei suoi confronti un così eclatante tradimento, seguendo la FED sulla strada di un aumento dei tassi così selvaggio e rinnegando quella politica monetaria estremamente accondiscendente, che ha caratterizzato il suo mandato.

E’ chiaro, per chi comprende la materia non è poi così difficile evidenziare come la posizione di Mr Britannia sia, sorprendentemente quella giusta, se parliamo di verità in materia economico-monetaria. Come è altrettanto chiaro che l’attuale politica monetaria della BCE – indirizzata verso un forte rialzo dei tassi, abbinato al restringimento dei massicci programmi di acquisto con i quali Draghi ha salvato la moneta unica e l’unità dell’Europa – se non è l’ultimo step del Grande Reset per condurci ad una schiavitù globale, non può che essere l’anticamera della fine dell’euro e di coloro che ancora oggi tentano con ogni loro forza di tenerlo in vita, nell’interesse di una ristretta élite.

Ricordo che le banche centrali per loro stessa natura, attraverso la politica monetaria, ben poco o forse niente possono fare nei confronti dell’inflazione, senza l’essenziale intervento della politica fiscale dei governi. Ed alzare i tassi di per se (e sottolineo “di per se”) è una misura strettamente inflattiva, stante il fatto che pagando maggiori interessi lo Stato, effettivamente aumenta la capacità di consumo per il settore privato.

Sarà mai, che Super Mario si sia redento?! e voglia finalmente mettere a servizio del popolo quella stessa competenza in materia, usata per tre decadi nell’interesse dei poteri profondi, ai quali ha devoluto la sua vita attraverso uno di quei patti sanguigni senza ritorno?

Mi spiace deludervi, non è così!!!

E la certezza che non lo sia, è frutto della presa di coscienza che, dal momento che si decide di servire certi poteri “profondi” e riceverne in cambio soldi, posizioni di potere e protezione, la via della redenzione non è più contemplabile ne percorribile, se non all’interno di accettare di vivere il resto della propria vita nello status di “un morto che cammina”.

Dal “banchiere di Dio” Roberto Calvi, trovato appeso sotto il ponte dei Frati Neri sul Tamigi a Londra per finire al responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena Davide Rossi volato giù dal terzo piano (o dal quarto, per chi pare saperne di più sulla misteriosa vicenda) di Rocca Salimbeni a Siena (sede di MPS), gli esempi nel nostro paese della fine che hanno fatto chi ha tradito o si apprestava a tradire certi ambianti, non mancano.

Quindi a cosa è dovuto questo ennesimo posizionamento di Draghi dalla parte della verità, tanto da porsi in forte contrasto con quanto viene deciso nella sua ex casa di Francoforte, sul tema innalzamento dei tassi?

A dire il vero, pur all’interno di un gioco di equilibrismo tra frodi e verità – rispetto a quanto la scienza economica comanda – la storia del nostro ex premier e le sue prese di posizioni più importanti, sono sempre state in linea con la dottrina. Basti pensare al significato che hanno avuto le famose parole del “whatever it takes” ed i conseguenti programmi di acquisto di titoli del debito pubblico che hanno di fatto trasformato la BCE nel prestatore di ultima istanza, elemento essenziale per il funzionamento dei sistemi monetari moderni.

E come dimenticarci del suo prontissimo ed immediato intervento, all’indomani dello scoppio della pandemia, con il quale, tempestivamente richiamò all’ordine Christine Lagarde, costringendola ad agire nella direzione di “chiudere gli spread”, cosa che lei stessa, solo poche ore prima, aveva dichiarato di non essere in grado di fare, nel rispetto dei trattati.

La storia che è seguita a tale intervento di Super Mario, la consociamo tutti: un’espansione dei bilanci della BCE senza precedenti, utilizzata per mettere in atto tutti quei programmi di politica monetaria (QE, PEPP, ecc.) e concedere prestiti al mondo bancario (LTRO) come se non ci fosse un domani, oltre a finanziare direttamente i deficit statali, in barba ad ogni trattato ed alla faccia dei poteri di stanza a Karlsruhe, da sempre contrari a questa misura che di fatto ripristina la dipendenza della banca centrale dai governi.

D’altro canto, sappiamo bene che il principale motivo per cui Mario Draghi si è adoperato in tal senso, non è stato certo per salvare l’economia del nostro paese, ma lo ha fatto unicamente per salvare la moneta euro, strumento essenziale per perseguire e proseguire, il piano elitario di saccheggio dei paesi e dei popoli europei.

Constatato il potere assoluto che Mario Draghi ha avuto negli ultimi 30 anni di pilotare a piacimento le idee e le decisioni all’interno delle istituzioni europee, se lo contrapponiamo alle attuali grosse difficoltà che lo stesso sta incontrando da mesi, nel far recepire a Madame Lagarde ed al board della BCE, quanto sia deleterio per il destino dell’euro seguire la Fed sulla strada del rialzo selvaggio dei tassi e del quantitative tightening (QT)…. beh, la domanda che dovremmo porci credo sia già abbastanza chiara nelle nostre menti:

“Siamo certi che all’interno dei vari poteri globali che ci comandano e che da sempre hanno sostenuto con ferma unità di intenti la moneta euro, tutti siano ancora perfettamente allineati nel sostenerla?”

stante a quello che stiamo vedendo, parrebbe di no!

ed ancora:

“Siamo altrettanto certi che la moneta euro sia un idea che fa più comodo ai tedeschi che ai poteri di casa nostra?”

anche in questo caso, alla luce di quello che sta avvenendo, la risposta pare scontata.

Per rispondere alla domanda, potrebbe essere sufficiente individuare dove è collocata l’ultima trincea a difesa della moneta unica.

E le parole degli avamposti di Draghi, in netto contrasto con quanto avviene a Francoforte, sono la testimonianza che molti dei “kamikaze”, ultimi paladini dell’euro, pare proprio siano schierati nel belpaese.

“Non credo che ci si debba aspettare una reazione simile a quella della Fed” [1], ha detto il Governatore di Banca d’Italia Vincenzo Visco durante un incontro presso il think-tank Omfif – seguito a ruota dal membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, Fabio Panetta: “Se questi aumenti più consistenti del previsto vengono interpretati come segnali di un tasso terminale più elevato, piuttosto che come una semplice anticipazione della normalizzazione, potremmo avere un impatto più forte sulle condizioni di finanziamento e, in ultima istanza, sull’attività economica”. [2]

Insomma, seppur criptici e con la dovuta devozione di chi si rivolge ai “fratelli”, i due “Mujaheddin” di Mario Draghi, non fanno certamente mistero nel ricordare a Francoforte che tassi più alti – all’interno della fraudolenta struttura del sistema-euro (da loro stessi ideata e voluta) – renderebbero debito privato e pubblico insostenibili. Tanto da provocare una crisi economica di dimensioni sociali tali da condurci, inevitabilmente, alla rottura dell’euro, con un conseguente ritorno alle monete nazionali.

Quindi è estremamente chiaro che nel nostro paese, a differenza che in Europa, si lotta esclusivamente per salvare l’euro e niente interessa, anche al nuovo governo, del destino delle famiglie e delle piccole imprese.

La cosa è estremamente chiara e dimostrata dalle parole di Visco e Panetta, i quali si rendono perfettamente conto di quale sia il problema, ma si guardano bene dall’indicarne la soluzione, limitandosi ad esporre la verità sul pericolo aumento tassi, solo e soltanto per la paura di perdere la moneta euro.

Del resto, come non capirli, dopo tutte le frodi messe in atto in questi anni, gli dei della scienza economica stanno presentando loro il conto: si sono infilati letteralmente in un “cul de sac” – ovvero, sono all’interno del drammatico dilemma (per loro, l’élite), che per salvare l’euro dovrebbero anche salvare i popoli.

E questo proprio non riescono a digerirlo!…. forse sarà proprio questa loro ferma avversione nei confronti del bene popolare che li porterà alla loro fine?

Saranno proprio la mediocrità, la stupidità e la menzogna, ossia le principali caratteristiche del diavolo a cui si ispira chi vuole assurgere al ruolo più alto per decidere il destino degli altri, che porterà loro al fallimento.

Chi ha già compreso, certamente spera, per il bene dell’umanità, che tutto questo avvenga il prima possibile.


Note:
[1] Visco: non ci si dovrebbe aspettare da Bce stessi rialzi di Fed Da Reuters (investing.com)
[2] Bce, Panetta mette in guardia su rialzi tassi maggiori del previsto Da Reuters (investing.com)

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