L'Antropocene è stato cancellato?
di Ian Angus
Ian Angus fa luce sulle motivazioni politiche alla base della decisione dell' Unione Internazionale di Scienze Geologiche di non riconoscere l'Antropocene come epoca geologica ufficiale. Nel ripercorrere il dibattito, egli analizza come l'organizzazione abbia minato le conclusioni dei migliori scienziati, per opporsi all'istituzione dell'Antropocene come nuova epoca geologica e sminuire le sue implicazioni nel dibattito pubblico sulla crisi planetaria
Circa 2,8 milioni di anni fa, il livello di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre diminuì, dando inizio a un'era glaciale. Da allora, i cambiamenti a lungo termine nell'orbita e nell'inclinazione della Terra, chiamati cicli di Milankovitch, hanno prodotto oscillazioni della temperatura globale ogni 100.000 anni circa. Nelle fasi glaciali (fredde), calotte di ghiaccio spesse chilometri coprivano la maggior parte del pianeta; nei periodi interglaciali (caldi) più brevi, il ghiaccio si ritirava verso i poli. Negli ultimi 11.700 anni abbiamo vissuto in un periodo interglaciale che i geologi chiamano Epoca Olocenica.
In circostanze normali, i ghiacciai e le calotte polari starebbero ora crescendo lentamente. Come dimostrano recenti ricerche, «se non fosse per gli effetti dell'aumento di CO2, l'inizio della glaciazione raggiungerebbe il tasso massimo entro i prossimi 11.000 anni».[1] Invece del riscaldamento globale, il futuro della Terra sarebbe il congelamento globale, ma solo in un futuro lontano.
Tuttavia, come sa chiunque sia anche solo leggermente consapevole delle questioni ambientali, i ghiacciai e le calotte polari del mondo non si stanno espandendo, ma si stanno riducendo rapidamente. Tra il 1994 e il 2017, la Terra ha perso 28 trilioni di tonnellate di ghiaccio e il tasso di declino è aumentato del 57% dagli anni '90.[2] Anche se le emissioni di gas serra venissero rapidamente ridotte, le condizioni che impediscono il ritorno delle calotte glaciali continentali persisteranno probabilmente per almeno 50.000 anni. Se le emissioni non cessano, il ghiaccio non tornerà per almeno mezzo milione di anni.[3]
In breve, come conseguenza diretta delle emissioni di gas serra causate dall'attività umana, l'era glaciale è stata annullata.
Questa è la prova concreta di una delle conclusioni più radicali della scienza del XXI secolo: «La Terra ha ormai abbandonato la sua epoca geologica naturale, l'attuale stato interglaciale chiamato Olocene. Le attività umane sono diventate così pervasive e profonde da rivaleggiare con le grandi forze della natura e stanno spingendo la Terra verso una terra incognita».[4]
Gli scienziati che per primi sono giunti a questa conclusione hanno chiamato la nuova epoca Antropocene. Una quantità schiacciante di prove dimostra che è iniziata una nuova fase nella storia del sistema terrestre, caratterizzata da importanti cambiamenti in molti aspetti del mondo naturale, che sta portando a condizioni in cui gli esseri umani potrebbero non sopravvivere. Hanno dimostrato che molti dei cambiamenti più grandi sono irreversibili su qualsiasi scala temporale umana. Hanno datato l'inizio di questa trasformazione radicale alla metà del XX secolo. Hanno anche dimostrato che le tracce fisiche del cambiamento sono visibili negli strati geologici.
Per qualsiasi osservatore ragionevole, il caso è inconfutabile. Eppure, alcuni eminenti scienziati negano che si sia verificato un cambiamento qualitativo e una delle più grandi organizzazioni scientifiche del mondo ha votato contro il riconoscimento formale della nuova epoca. Le ricerche e i dibattiti che hanno portato a questo risultato perverso aiutano a mettere in luce le sfide che gli scienziati e gli ecosocialisti devono affrontare nel nostro tempo.
Scienze del sistema terrestre
Durante gli anni '70 e '80, un numero crescente di scienziati giunse alla conclusione che i metodi scientifici tradizionali incentrati su questioni locali o regionali erano insufficienti per comprendere i problemi ambientali, poiché la Terra nel suo complesso era entrata in un periodo di crisi estrema causata dall'attività umana.
Nel 1972, ad esempio, Barbara Ward e René Dubos scrissero che «i due mondi dell'uomo – la biosfera che ha ereditato e la tecnosfera che ha creato – sono sbilanciati e potenzialmente in profondo conflitto». La Terra affrontava «una crisi più improvvisa, più globale, più ineluttabile e più sconcertante di qualsiasi altra mai incontrata dalla specie umana, che assumerà una forma decisiva nel corso della vita dei bambini già nati».[5]
Diversi libri di successo di James Lovelock hanno promosso quella che lui ha definito “ipotesi Gaia”, secondo cui la materia vivente regola attivamente l'ambiente planetario per garantire condizioni ottimali che sostengano la vita. Le sue opinioni sono state respinte dalla maggior parte degli scienziati, ma la loro popolarità ha incoraggiato lo studio del pianeta nel suo insieme. Alcuni scienziati usano ancora la parola Gaia come sinonimo di Sistema Terra.[6]
Nel 1983 la NASA ha istituito un Comitato per le scienze del sistema terrestre, dichiarando che il suo obiettivo era quello di «ottenere una comprensione scientifica dell'intero sistema terrestre su scala globale, descrivendo come si sono evolute le sue parti componenti e le loro interazioni, come funzionano e come ci si può aspettare che continuino ad evolversi su tutte le scale temporali».[7] Milioni di immagini ad alta risoluzione della Terra ottenute dai satelliti Landsat, lanciati per la prima volta nel 1972, hanno contribuito a questo sforzo.
Nel 1986, il Consiglio Internazionale delle Unioni Scientifiche ha approvato la costituzione del Programma Internazionale Geosfera-Biosfera (IGBP) «per descrivere e comprendere i processi fisici, chimici e biologici interattivi che regolano l'intero sistema terrestre, l'ambiente unico che esso offre alla vita, i cambiamenti che stanno avvenendo in questo sistema e il modo in cui essi sono influenzati dalle attività umane».[8]
L'IGBP ha iniziato la sua attività nel 1990, con un segretariato a Stoccolma e una serie di gruppi di lavoro internazionali che coinvolgevano migliaia di scienziati. Sotto ogni punto di vista, si trattava del «programma di cooperazione scientifica internazionale più grande, complesso e ambizioso mai organizzato».[9] Nei venticinque anni successivi, il lavoro più importante nel campo della scienza del sistema terrestre è stato svolto sotto l'egida dell'IGBP.
Una delle dichiarazioni fondanti dell'IGBP recitava: «L'umanità si trova oggi in una situazione senza precedenti. Nell'arco di una sola generazione umana, l'ambiente che sostiene la vita sulla Terra è destinato a cambiare più rapidamente di quanto sia mai avvenuto in qualsiasi altro periodo comparabile della storia umana».[10] Quella dichiarazione si è rivelata più profonda di quanto chiunque potesse immaginare nel 1990. Nel 2000, in occasione di una riunione in cui i vari gruppi di lavoro hanno riferito sui risultati di un decennio di ricerche approfondite, il chimico atmosferico Paul Crutzen, vincitore del Premio Nobel, ha concluso che i cambiamenti accumulati avevano superato i limiti dell'attuale epoca geologica. «Non siamo più nell'Olocene», ha dichiarato,«Siamo nell'Antropocene!».[11]
L'importanza di questa intuizione non può essere sopravvalutata. Antropocene non era solo una nuova parola, era una nuova realtà e un nuovo modo di pensare alla crisi del sistema terrestre. Diversi partecipanti di spicco allo sviluppo della scienza del sistema terrestre hanno recentemente scritto:
L'ESS [Earth System Science], grazie ai suoi vari strumenti e approcci, ha introdotto nuovi concetti e teorie che hanno modificato la nostra comprensione del sistema terrestre, in particolare il ruolo sproporzionato dell'umanità come motore del cambiamento. Il concetto più influente è quello di Antropocene, introdotto da P.J. Crutzen per descrivere la nuova epoca geologica in cui gli esseri umani sono i principali determinanti dei cambiamenti biosferici e climatici. L'Antropocene è diventato un concetto unificante eccezionalmente potente che colloca il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l'inquinamento e altre questioni ambientali, nonché questioni sociali come l'alto consumo, le crescenti disuguaglianze e l'urbanizzazione, all'interno dello stesso quadro. È importante sottolineare che l'Antropocene sta gettando le basi per una più profonda integrazione delle scienze naturali, delle scienze sociali e delle discipline umanistiche, contribuendo allo sviluppo della scienza della sostenibilità attraverso la ricerca sulle origini dell'Antropocene e sulle sue potenziali traiettorie future.[12]
Crutzen inizialmente suggerì che l'Antropocene potesse essere iniziato con la rivoluzione industriale nel 1700, ma le ricerche successive hanno concentrato l'attenzione sulla metà del XX secolo.
Fondamentale per questa comprensione è stata la scoperta di un forte aumento di una moltitudine di indicatori socioeconomici globali e delle tendenze del sistema terrestre in quel periodo, un fenomeno denominato “Grande Accelerazione”. Esso coincide con un massiccio aumento dell'energia consumata dall'uomo a livello globale e mostra che il sistema terrestre si trova ora su una traiettoria che supera di gran lunga la precedente variabilità dell'epoca dell'Olocene e, per alcuni aspetti, dell'intero periodo Quaternario.[13]
Nel 2004, l'IGBP ha pubblicato Global Change and the Earth System: A Planet Under Pressure [Cambiamenti globali e Sistema terrestre: un pianeta sotto pressione], che sintetizzava i risultati delle loro ricerche sui cambiamenti globali e sosteneva che «il sistema terrestre si trova ora in una situazione senza precedenti, che può essere definita come una nuova era nella storia geologica della Terra, l'Antropocene».[14]
Dopo aver delineato ciò che i ricercatori dell'IGBP avevano appreso sulle complesse dinamiche del sistema terrestre, gli autori hanno descritto come le attività umane lo stiano ora modificando in modo fondamentale. Il loro resoconto includeva i famosi grafici della “Grande Accelerazione”, che mostrano gli aumenti senza precedenti dell'attività economica e della distruzione ambientale iniziati intorno al 1950. I grandi cicli metabolici che sostengono la vita sulla Terra – carbonio, azoto, acqua e altro – sono stati interrotti ed «è iniziato il cambiamento più rapido e pervasivo nel rapporto tra uomo e ambiente... Negli ultimi 50 anni, gli esseri umani hanno modificato gli ecosistemi mondiali in modo più rapido e esteso che in qualsiasi altro periodo comparabile della storia umana».[15]
Un nuovo regno di caos climatico?
Il Grafico 1, adattato da uno studio sui dati delle carote di ghiaccio condotto dagli scienziati del Potsdam Institute for Climate Impact Research, mostra la temperatura media annuale in Groenlandia negli ultimi 100.000 anni.[16] Il primo 90% di questo periodo corrisponde alla fine del Pleistocene, un'epoca durata 2,6 milioni di anni caratterizzata da ripetuti avanzamenti e ritiri glaciali. In questo periodo, il clima globale non solo era freddo, ma anche estremamente variabile.
Gli esseri umani moderni hanno popolato la Terra per tutto il periodo indicato in questo grafico, ma fino all'Olocene hanno vissuto in piccoli gruppi nomadi di cacciatori-raccoglitori. Lo storico del clima William J. Burroughs, che definisce il periodo precedente all'Olocene il «regno del caos», sostiene in modo convincente che finché sono continuati i cambiamenti climatici rapidi e caotici, l'agricoltura e la vita sedentaria erano impossibili. Per avere successo, l'agricoltura non ha bisogno solo di stagioni calde, ma anche di un clima stabile e prevedibile e, infatti, non molto tempo dopo l'inizio dell'Olocene, gli esseri umani dei cinque continenti hanno intrapreso indipendentemente l'agricoltura come stile di vita permanente. «Una volta che il clima si è stabilizzato in una forma che è per molti versi riconoscibile oggi, tutti gli aspetti del nostro sviluppo successivo (agricoltura, città, commercio, ecc.) hanno potuto prosperare».[17]
L'Olocene è stato uno dei periodi caldi più lunghi e stabili dell’ultimo mezzo milione di anni.[18] Da 11.700 anni fa fino al XX secolo, la temperatura media globale non ha subito variazioni superiori a un grado Celsius, con oscillazioni di mezzo grado in più o in meno. Ciò non significa che il clima dell'Olocene fosse privo di condizioni estreme: la variazione media di un grado comprendeva siccità, carestie, ondate di calore, ondate di freddo e tempeste intense. Ma nel complesso, è stato caratterizzato da un clima “Ricciolid’Oro” (Goldilocks), né troppo caldo né troppo freddo.
Grafico 1. Temperatura media annuale della Groenlandia, da 100.000 anni fa a oggi

Note e fonti: Registrazione delle temperature degli ultimi 100.000 anni che mostra drastici sbalzi tra periodi freddi (glaciali) e caldi, seguiti dall'epoca più calda dell'Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa. Andrey Ganopolski e Stefan Rahmstorf, Rapid Changes of Glacial Climate Simulatedin a Coupled Climate Model [Rapidi cambiamenti del clima glaciale simulati in un modello climatico accoppiato], «Nature» 409, n. 6817 (gennaio 2001): pp. 153-158.
Nel 2009, ventinove eminenti scienziati esperti del sistema terrestre hanno definito nove limiti planetari che, se superati, potrebbero destabilizzare il sistema terrestre. Rimanere entro questi limiti consentirebbe di mantenere condizioni simili a quelle dell'Olocene, l'unico ambiente che sappiamo con certezza essere in grado di sostenere società umane grandi e complesse. L'aggiornamento più recente, pubblicato nel 2023, ha rilevato che sei dei nove limiti sono stati superati. Il sistema terrestre ha abbandonato lo spazio operativo sicuro per il cambiamento climatico, l'integrità della biosfera, il cambiamento del sistema terrestre, il cambiamento delle risorse idriche, i flussi biogeochimici (azoto e fosforo) e le nuove entità, ed è vicino al limite per l'acidificazione degli oceani. Questi cambiamenti preannunciano un clima più caldo, più variabile e meno prevedibile di quanto qualsiasi società umana stabilizzata abbia mai sperimentato: un nuovo regno del caos.
Raramente un nuovo concetto scientifico ha ottenuto un ampio sostegno così rapidamente come l'Antropocene. Il decennio successivo alla dichiarazione spontanea di Crutzen ha prodotto un ampio corpus di ricerche sul sistema terrestre che esplorano gli aspetti del concetto. Un punto di svolta si è verificato nel 2012, quando l'IGBP e altre organizzazioni scientifiche che si occupano del sistema terrestre hanno tenuto una conferenza sui cambiamenti globali a Londra. Più di tremila persone hanno partecipato di persona e altre tremila online. La dichiarazione finale dell'incontro è stata inequivocabile:
La ricerca dimostra ora che il funzionamento continuo del sistema terrestre, che ha sostenuto il benessere della civiltà umana negli ultimi secoli, è a rischio. Senza un intervento urgente, potremmo trovarci di fronte a minacce all'acqua, al cibo, alla biodiversità e ad altre risorse fondamentali: queste minacce rischiano di intensificare le crisi economiche, ecologiche e sociali, creando il potenziale per un'emergenza umanitaria su scala globale....
L'impatto dell'umanità sul sistema terrestre è diventato paragonabile a processi geologici su scala planetaria come le età glaciali. È sempre più diffusa la convinzione che abbiamo portato il pianeta in una nuova epoca, l'Antropocene, in cui molti processi del sistema terrestre e il tessuto vivente degli ecosistemi sono ora dominati dalle attività umane. Il fatto che la Terra abbia subito cambiamenti improvvisi e su larga scala in passato indica che potrebbe subire cambiamenti simili in futuro. Questa consapevolezza ha portato i ricercatori a compiere il primo passo per identificare le soglie e i limiti planetari e regionali che, se superati, potrebbero generare cambiamenti ambientali e sociali inaccettabili.[19]
Ma la geologia...
Tuttavia, mancava ancora qualcosa. “Olocene” è un termine geologico: indica gli ultimi 11.700 anni, la fase più recente della storia geologica del pianeta. È un'epoca della Geological Time Scale [Scala del Tempo Geologico], creata per garantire che tutti i geologi abbiano una comprensione comune delle fasi della storia fisica della Terra e utilizzino gli stessi termini per descriverla. Qualsiasi modifica alla Scala del Tempo Geologico deve essere formalmente approvata dalla Commissione Internazionale di Stratigrafia (ICS) e dall'Unione Internazionale delle Scienze Geologiche (IUGS), entrambe notoriamente conservatrici e resistenti al cambiamento.
Solo nel 2009 l'ICS ha chiesto al paleobiologo JanZalasiewicz dell'Università di Leicester, nel Regno Unito, di presiedere un gruppo di lavoro incaricato di indagare e riferire se i geologi dovessero riconoscere formalmente l'Antropocene come una nuova epoca.
Il Gruppo di lavoro sull'Antropocene (AWG) ha dovuto partire da zero: i gruppi di lavoro precedenti potevano basare le loro deliberazioni su decenni di ricerche esistenti, ma nessuno aveva ancora cercato prove geologiche di una rottura tra l'Olocene e una possibile nuova epoca. Negli anni successivi alla formazione dell'AWG, i geologi di tutto il mondo hanno condotto decine di progetti di ricerca su questo argomento, i cui risultati sono stati pubblicati su riviste scientifiche e in libri curati dai membri dell'AWG.
C'era un'enorme quantità di dati e analisi da assimilare, soprattutto perché il gruppo era piccolo e i suoi membri erano volontari non retribuiti. Tuttavia, nel 2015 avevano accumulato e valutato una grande quantità di prove geologiche, indicatori fisici evidenti che stava avvenendo un cambiamento radicale. Un articolo che riassumeva tali prove è stato pubblicato sulla rivista Science nel gennaio 2016.
La comparsa di materiali di origine industriale nei sedimenti, tra cui alluminio, plastica e cemento, coincide con picchi globali di radionuclidi e particolati derivanti dalla combustione di combustibili fossili. I cicli del carbonio, dell'azoto e del fosforo sono stati sostanzialmente modificati nel corso dell'ultimo secolo. I tassi di innalzamento del livello del mare e l'entità della perturbazione umana del sistema climatico superano i cambiamenti dell'Olocene tardivo. I cambiamenti biotici includono invasioni di specie in tutto il mondo e tassi di estinzione in accelerazione. Questi segnali combinati rendono l'Antropocene stratigraficamente distinto dall'Olocene e dalle epoche precedenti...
Le caratteristiche stratigrafiche sopra descritte sono completamente nuove rispetto a quelle riscontrate nell'Olocene e nelle epoche precedenti, oppure quantitativamente al di fuori dell'intervallo di variazione delle suddivisioni dell'Olocene proposte. Inoltre, la maggior parte dei fattori determinanti più immediati di queste caratteristiche stanno attualmente accelerando. Questi attributi distintivi dei recenti dati geologici supportano la formalizzazione dell'Antropocene come entità stratigrafica equivalente ad altre epoche geologiche formalmente definite. Il confine dovrebbe quindi essere posto seguendo le procedure della Commissione Internazionale di Stratigrafia.[20]
Entro il 2023, l'AWG aveva deciso, a stragrande maggioranza, che una nuova epoca geologica era iniziata intorno al 1950 e che il miglior segnale stratigrafico per l'inizio della nuova epoca era la presenza di isotopi di plutonio, creati e diffusi dai test atmosferici con bombe all'idrogeno condotti dagli Stati Uniti e dall'Unione Sovietica tra il 1952 e il 1963.
Dodici località in cinque continenti sono state studiate in dettaglio per verificarne l'idoneità come siti di riferimento. L'inizio dell'Antropocene poteva essere chiaramente identificato in tutte e dodici, ma i ricercatori hanno selezionato il lago Crawford, nel sud-ovest dell'Ontario, come la località migliore per un “chiodo d'oro”. Per secoli, le condizioni uniche di quel luogo hanno conservato strati annuali di sedimenti, compresi strati indisturbati contenenti plutonio. Altre tre località, in Giappone, Cina e Polonia, sono state selezionate come siti ausiliari.
Opposizione
L'argomento più comune contro la nuova epoca era che gli esseri umani hanno sempre modificato l'ambiente, quindi l'Antropocene non è nulla di nuovo. Verso la fine del dibattito, questo argomento ha assunto la forma di una proposta secondo cui l'Antropocene dovrebbe essere considerato come un “evento” informale, che si estende su migliaia di anni. In tale contesto, la Grande Accelerazione era al massimo un'intensificazione di cambiamenti continui a lungo termine, non un cambiamento qualitativo.[21]
I membri dell'AWG hanno risposto: «L'Antropocene è de facto una nuova epoca, non una sintesi di tutti gli impatti antropogenici nella storia della Terra». In effetti, tale idea «è in contrasto con il significato centrale dell'Antropocene», estendendolo a tutti i cambiamenti indotti dall'uomo nel corso di migliaia di anni e ignorando «il brusco cambiamento causato dall'uomo, un nuovo stato del sistema terrestre che ha superato la variabilità naturale dell'Olocene».[22]
In breve, la proposta ha conservato la parola ma ne ha cancellato il significato fondamentale e il contenuto radicale.
Altre argomentazioni contro la formalizzazione dell'Antropocene andavano da quelle banali (il nome non è appropriato; l'idea proviene da fuori della geologia; altre epoche sono più lunghe) a quelle offensive (tutta questa faccenda è solo per ottenere pubblicità). Nel 2017, i membri dell'AWG hanno raccolto le argomentazioni pubblicate contro l'Antropocene e hanno preparato delle risposte a ciascuna di esse. L'articolo che ne è risultato era cortese e collegiale, ma comunque devastante. Non ha lasciato ai critici alcuna base scientifica per continuare la loro opposizione.[23]
Tuttavia, come scrisse in seguito Zalasiewicz: «Né questa base di prove rafforzata, né le ulteriori prove raccolte successivamente, contribuirono in alcun modo a diminuire la totale opposizione all'Antropocene da parte di una minoranza dei membri dell'AWG e dei loro colleghi». E, continuando:
Ciò suggeriva che questa opposizione e quella di altri membri dell'ICS – la forte opposizione dell'influente presidente dell'ICS, Stanley Finney, fu un fattore significativo – anche quando fu contestata e confutata, non era basata sulla quantità e sulla qualità delle prove stratigrafiche. Piuttosto, sembrava riflettere aspetti più profondi dell'Antropocene proposto dal punto di vista cronostratigrafico...
Le confutazioni basate sulle prove non hanno impedito ulteriori reiterazioni del suggerimento dell'“evento”, suggerendo ancora una volta che l'insieme delle prove stratigrafiche raccolte dall'AWG era di scarsa rilevanza per la questione centrale dell'esistenza stessa dell'epoca dell'Antropocene...
L'Antropocene tocca chiaramente nervi che gli strati più antichi non raggiungono.[24]
Nel novembre 2023, quando l'AWG ha presentato la sua proposta formale di riconoscere la nuova epoca, ha anche presentato una denuncia alla Commissione di Geoetica, accusando i dirigenti dell'ICS e dell'IUGS di aver deliberatamente ostacolato e compromesso il loro lavoro. Secondo quanto riferito, la Commissione ha sostenuto la denuncia e ha raccomandato di non procedere alla votazione. L'IUGS sembra aver ignorato la raccomandazione.
Se fossero state seguite le normali procedure, la proposta dell'AWG avrebbe dovuto dare il via a un periodo di discussione aperta. Invece, nel marzo 2024, la proposta dell'AWG è stata improvvisamente respinta dopo una breve discussione a porte chiuse. L'IUGS non ha risposto alla proposta dell'AWG, ma si è limitata ad annunciarne il rifiuto.
Possiamo solo speculare sui motivi che hanno portato a questa decisione assurda, ma come hanno sottolineato gli archeologi Todd Braje e JonErlandson, questo dibattito «ha il potenziale di influenzare l'opinione pubblica e le politiche relative a questioni critiche come il cambiamento climatico, le estinzioni, le interazioni moderne tra uomo e ambiente, la crescita demografica e la sostenibilità».[25] A questo proposito, è sicuramente rilevante il fatto che la geologia, una scienza profondamente implicata nella scoperta e nello sfruttamento dei combustibili fossili, sia stata, per così dire, conservatrice sulla questione del cambiamento climatico.
Nel 2016, il presidente dell'ICS ha affermato che «la spinta a riconoscere ufficialmente l'Antropocene potrebbe, in realtà, essere politica piuttosto che scientifica».[26] Sembra più probabile il contrario: l'opposizione all'idea dell'Antropocene è politica, non scientifica. Certamente, lui e i suoi colleghi hanno fatto in modo che nessuno potesse usare il prestigio dell'ICS e dell'IUGS a sostegno di azioni decisive per prevenire il caos climatico. Il prezzo pagato per questa vittoria politica è una sconfitta per la credibilità della geologia: la scala temporale geologica non riflette più accuratamente la storia della Terra.
L'AWG non è scomparso. Continua a operare come gruppo indipendente e ha pubblicato diversi articoli importanti dopo le decisioni dell'ICS e dell'IUGS.[27] Come Charles Darwin in un'altra epoca, stanno sfidando un establishment scientifico determinato a proteggere una visione del mondo non scientifica: un contributo difficile ma essenziale al progresso della scienza.
* * * *
Otto anni prima che i massimi funzionari della geologia organizzata prendessero la loro decisione, ho concluso una sintesi dei dibattiti sull'Antropocene con queste parole:
È ancora possibile che la Commissione Internazionale di Stratigrafia, solitamente conservatrice, respinga o decida di rinviare qualsiasi decisione sull'aggiunta dell'Antropocene alla scala temporale geologica, ma come scrive la maggioranza dell'AWG, «l'Antropocene ha già una solida base geologica, è ampiamente utilizzato e sta diventando un concetto centrale e integratore nella considerazione del cambiamento globale...».
In altre parole, il mancato ottenimento di un voto formale non farà scomparire l'Antropocene.[28]
Da quando ho scritto questo, la quantità e la persuasività delle prove sono solo aumentate. Le temperature più elevate nella storia dell'umanità, l'estinzione di specie su scala senza precedenti, un eccesso globale di plastica e sostanze chimiche sintetiche che la natura non è in grado di assorbire, molteplici pandemie di malattie precedentemente sconosciute e molte altre crisi confermano che è in atto un massiccio sconvolgimento dei sistemi di supporto vitale della Terra, in una nuova e più letale fase della storia del pianeta.
L'Antropocene potrà non essere ufficiale, ma è reale.







































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