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La ricchezza improduttiva, l'"economia di carta" e la teoria del valore

di Andrea Pannone

images4erfvgbnjiPremessa

In un articolo su Bollettino Culturale del 2021 ho affrontato il problema della forma valore in Marx in modo esplicitamente non convenzionale rispetto a come il tema è stato affrontato nella letteratura economica marxista. La non convenzionalità, per essere chiari, è stata quella di raggiungere in modo formalmente rigoroso le stesse conclusioni raggiunte da Marx nel primo libro del Capitale - prima di tutto quella di ricondurre l’origine del profitto al pluslavoro, ossia a un rapporto di sfruttamento – facendo riferimento, però, a una rappresentazione dell’economia capitalistica piuttosto diversa da quella adottata dal filosofo di Treviri, almeno per ciò che attiene al modo di produrre e all’organizzazione dei mercati. Questi due aspetti, infatti, sono stati rappresentati nel nostro schema teorico in modo estremamente coerente ad un sistema economico moderno, anche ricorrendo, seppur solo parzialmente, ad alcune idee di autori molto distanti dal pensiero di Marx (in primo luogo Keynes). 

In questo scritto integrerò le assunzioni portanti del suddetto schema teorico con il meccanismo di circolazione monetaria proposto da Marx nel terzo libro del Capitale (vedi Marx 1894), opportunamente modificato per essere maggiormente coerente con la realtà de sistemi economici e finanziari moderni. Lo scopo è quello di spiegare – in modo fortemente compatibile con l’approccio da me seguito nel mio primo articolo su Bollettino - il fenomeno dell’enorme espansione dei guadagni (earnings) derivanti dal possesso di asset non riproducibili (come ad esempio titoli, azioni, beni immobili ecc.), che sta caratterizzando le economie capitalistiche da almeno 25 anni.

Tali guadagni consistono nello sfruttamento delle oscillazioni di prezzo degli assetti di ricchezza che vengono comprati e venduti a prezzi diversi in diversi momenti, lucrando i differenziali di prezzo attraverso una pluralità di contratti con caratteristiche temporali definite. L’incremento di guadagno che affluisce ai possessori di titoli e azioni contribuisce significativamente all’accentuazione delle diseguaglianze distributive in quasi tutti i paesi del mondo (vedi Piketty 2013)  ; e delinea i contorni di un irreversibile processo di trasformazione del capitalismo in un’economia di ‘carta’. n letteratura molti autori hanno usato il termine ‘finanziarizzazione’ per descrivere (almeno alcuni degli) aspetti descritti in questo articolo. Ad ogni modo i contributi sono piuttosto disomogenei e privi di una visione coerente di ciò che deve essere spiegato (Krippner 2005, p. 181). Infatti, come sostengono giustamente Carnevali et al. 2022), a distanza di molti anni – gli albori della ‘finanziarizzazione sono già riconoscibili a partire dalla fine degli anni ’70 - manca tutt’ora un’interpretazione univoca del concetto.

Il testo completo in formato PDF è accessibile qui.

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