Print Friendly, PDF & Email

Mescalina al Manifesto: si invoca il colpo di stato dei carabinieri

Red

Alla redazione del Manifesto, è cosa nota, la cultura psichedelica degli anni ’60 è in qualche modo preservata. Non sapevamo però che ultrasettantenni collaboratori dello storico giornale facessero uso smodato di mescalina. E neanche sospettavamo che le produzioni di questi collaboratori, scritte sotto l’ effetto conclamato di questo alcaloide, finissero non solo sul giornale ma anche sulla home page del Manifesto come proposta politica. E’ capitato all’ultima produzione, scritta sotto evidente effetto di agente allucinogeno, da Alberto Asor Rosa. Il quale, ispirato come in un rito sciamanico, ha così composto:

“Ciò cui io penso è invece una prova di forza che, con l'autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall'alto, instaura quello che io definirei un normale «stato d'emergenza», si avvale, più che di manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d'autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d'interessi, le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l'Italia alla sua più profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione elettorale. Insomma: la democrazia si salva, anche forzandone le regole."

In sintesi, Asor Rosa ha proposto il colpo di stato dei carabinieri come alternativa al golpe berlusconiano. Sarebbe stato come proporre, nella Germania dei primi anni ’30, le SA come alternativa alle SS. Nella visione di Asor Rosa, ardita come capita a qualsiasi ultrasettantenne che fa uso di alcaloidi, i carabinieri prima dovrebbero fare il colpo di stato e poi addirittura restituire la democrazia a chiunque ne faccia gentilmente richiesta. Insomma, dei Videla e dei Pinochet ma al servizio del cittadino in nome del buon cuore, si presuppone. Stupisce che al Manifesto non solo non abbiano consigliato un terapeuta bravo per Asor Rosa ma gli abbiano pubblicato anche l’intervento come quello principale sul sito. Perché chi ha un minimo di conoscenza degli effetti collaterali da allucinogeni sa che, se interviene la fase del delirio, colui che ha assunto la sostanza deve essere tenuto tranquillo, al fresco, in luogo possibilmente areato. Dargli invece protagonismo, vista anche l’età, potrebbe essergli fatale. Dopo il presidente del consiglio che si fa votare, in seduta solenne al parlamento, che Ruby era la nipote di Mubarak, dopo (e questo è sfuggito a molti) che il salumiere segretario del PD ha detto a Repubblica che il suo programma economico è il golpe della Ue sull’Italia, ecco un distinto scrittore di quasi 78 anni che invoca un colpo di stato militare in nome della democrazia. Il tutto mentre, dettaglio della cronaca, c’è una guerra ai confini del paese assieme ad una crisi economica grave.

“Non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo
” (Tocqueville, La democrazia in America).

Add comment

Submit