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Cosa sta facendo il covid, per colpa nostra. Una testimonianza dalla scuola

di Leonardo Lugaresi

Ho appena letto, sulla pagina Facebook dell’amico Domenico Fabio Tallarico, insegnante, un resoconto di quella che lui giustamente chiama una giornata di ordinaria follia nella scuola. Conoscendolo, so che la testimonianza è fededegna, e del resto credo che molti altri che lavorano nella scuola potrebbero portarne di simili. La riporto integralmente perché mi pare molto eloquente. Credo che documenti in modo impressionante uno dei tanti danni prodotti dall’avere – tutti quanti, perché in questo nessuno può chiamarsi fuori, ma le responsabilità non sono tutte uguali, e i conti prima o poi bisognerà farli – impostato l’intera gestione della pandemia su una politica della paura (e dell’ostilità, che ne è la figlia) e non della prudenza. L’ignoranza e il disprezzo delle virtù cardinali è un peccato che la nostra società sta scontando tragicamente.

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Giorni di ordinaria follia nella scuola

Quelli che stiamo vivendo sono ormai giorni di pura follia, che gli adulti hanno trasmesso (peggio del virus) ai nostri ragazzi. Un esempio…

Ore 8.00 – si va a scuola. Ore 8.50 – si scopre che un’alunna che ieri era a scuola, questa mattina è risultata positiva. Ore 8.55 – una storia Instagram condanna 2 alunne della classe che erano state in contatto nel pomeriggio precedente con quell’alunna. Ore 9.00 – suona la campanella del cambio dell’ora ed inizia il panico, il resto della classe inizia ad inveire contro le 2 alunne invitandole ad andare via da scuola, le 2 alunne iniziano a sentirsi pesantemente a disagio. Una delle 2 durante il cambio dell’ora tira fuori il cellulare e contatta la madre, “vienimi a prendere, qui non riesco a starci”. Ore 9.30 – la scuola parla con la mamma dicendo che non è il caso che esca e non c’è bisogno. Le alunne rimangono in classe con tutto il disagio e gli sguardi pesanti dei compagni. Ogni tanto mandano ancora i messaggi “mamma vienimi a prendere, ho paura! Probabilmente sono positiva, me lo sento!”. Alla fine vince il clima di accusa e le 2 ragazze decidono di andare via da scuola per non sentirsi come appestate e untrici. Una delle 2 ragazze è vaccinata con 2 dosi da meno di 120 giorni.Siamo al delirio. Non c’è più il tracciamento ma la caccia all’untore che rischia di imprigionarci in quarantena. Di chi è la responsabilità di un clima del genere? Non c’entra neanche più nulla se vax o no vax, è assurdo che la politica e i mass media abbiano creato un clima in cui alunne che hanno scelto di vaccinarsi (o non vaccinarsi) debbano sentirsi come lebbrose all’interno di una classe perchè hanno mangiato una pizzetta con un’amica il giorno prima.Aver ridotto la gestione della scuola ad una conta in piccolo del bollettino giornaliero dei contagi è vergognoso e segno di una vera incapacità politica che in questi 2 anni si è limitato a fornire gel e “mascherine mutandine”; vergogna soprattutto per ragazzi delle scuole superiori, che si sono fidati in massa del vaccino per poter tornare a stare insieme liberamente senza sentirsi in colpa per qualcosa. Se questo è quello che stiamo insegnando ai ragazzi, non ci vuole la Dad ma meglio chiudere la scuola fino alla fine delle pandemia. Fare la riunione del consiglio dei ministri la sera del 5 gennaio per decidere come aprire la scuola il 7 la dice lunga di come la scuola sia una priorità del Governo e del paese. Presidi e insegnanti in questa situazione stanno facendo miracoli nonostante il clima pesante che condiziona molti. Bisogna tornare a vivere serenamente e subito, soprattutto per i nostri ragazzi. Dobbiamo tutti tornare ad essere educatori al bene, al bello e al giusto anche e soprattutto nelle circostanze che stiamo vivendo. Altrimenti i dati che ci dicono che il 17% degli adolescenti vorrebbe morire o farsi male saranno inevitabilmente destinati a crescere. Per essere chiari sono genitore, insegnante, educatore, vaccinato e con virus preso (ma mi sono anche rotto di doverlo dire). (Domenico Fabio Tallarico).

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