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lantidiplomatico

Rutte ha chiarito chi vuole la guerra (e chi si adopra per mettervi fine)

di Fabrizio Poggi

«Anche se l’Ucraina ricevesse garanzie di sicurezza, senza concessioni da Mosca avremmo altre guerre»: precetti della fede, quelli snocciolati dall'estone Kaja Kallas per il rosario del Corriere della Sera, secondo cui «l’ostacolo alla pace è solo la Russia». Dunque, starnazza la “ministra” degli esteri UE, se «non ci fossero concessioni da parte russa, avremmo altre guerre, magari non in Ucraina ma altrove» e lacrima poi sulla corona di spine del catechismo liberale, secondo cui «C’è un aggressore e c’è una vittima» e dimentichiamoci pure dei trent'anni di politiche USA-NATO-UE che hanno portato al 2022. È questa la catechesi del liberalismo: “c'è un aggredito e c'è un aggressore”; tutto il resto non esiste. Clausewitz, ricordava Lenin, si batteva contro il pregiudizio per cui sia possibile «separare la guerra dalla politica dei relativi governi, classi, come se sia possibile guardare alla guerra semplicemente come a un attacco che viola la pace, dopo di che si ripristina quella pace interrotta dalla guerra. Si sono azzuffati e poi hanno fatto pace... Ogni guerra è indissolubilmente legata a quell'ordine politico da cui è scaturita». E, nel caso specifico, in occidente se ne sono individuati gli strumenti ben consapevoli nei nazi-nazionalisti ucraini, la cui centuria di comando, come ha dichiarato il Ministro degli esteri russo Serghej Lavròv, da gruppo combattente «ideologicamente carico e alimentato dall'ideologia nazista, si è oggi trasformato in un'organizzazione criminale, impantanata nella corruzione, che sta trascinando con sé i propri sponsor» euro-atlantisti; e anche, guarda un po', i loro megafoni acquartierati nei media e nei vari cosiddetti Istituti di politica.

Ma, schiamazza la signora Kallas, «l’ostacolo alla pace è solo la Russia» e dunque, sembra farle eco la signora Nathalie Tocci su La Stampa, oggi sono USA e Russia che ambiscono a spartirsi l'Europa e «non è un caso che a Mosca piaccia la strategia americana: la condivide e la persegue da anni... L’obiettivo è chiaro: disgregare e indebolire l’Europa. I mezzi lo sono altrettanto. Da un lato, la capitolazione dell’Ucraina. Per la Russia rappresenterebbe l’apripista per ricostituire il proprio impero nell’Europa orientale». Dalla vulgata liberale agli schiamazzi “geo-storicistici” il passo è breve per gli “euro-politologi”.

Avanti quindi con i preparativi volti a rafforzare militarmente la cosiddetta “Europa”, portatrice di quei “valori occidentali” di cui stanno sempre più beneficiando le masse popolari dei paesi europei, tra salari e pensioni di fame, disoccupazione, tagli micidiali ai servizi sociali e sanitari, dittature mediatiche e censure squadristiche.
Ma è la Russia che ostacola la pace, mentre all'Alleanza atlantica si pensa solo a difendere la “libertà dell'Ucraina”. Cosa che, con ogni evidenza, erano impegnati a fare gli alti ufficiali NATO fatti prigionieri dai reparti speciali russi a Guljajpole, cento anni fa, patria dell'anarchico antibolscevico Nestor Makhnò. Secondo quanto rivelato Nikolai Sorokin, direttore dell'Istituto per lo Studio delle crisi, si tratterebbe di alti ufficiali dello SM della NATO, tra cui colonnelli e forse un generale. Pare che all'operazione di cattura degli ufficiali NATO, abbiano preso parte anche uomini dell'unità “Alpha” del FSB, che, dice Sorokin, «come sappiamo, non si presenta mai per niente e non se ne va mai senza trofei».

Ma, è tempo di agire. Non sono solo gli starnazzamenti delle signore Kallas o Tocci a invocare l'azione. Bisogna prendere molto sul serio le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin, dice il ministro degli esteri tedesco Johann Wadephul, gemendo che «le operazioni ibride russe ci stanno già prendendo di mira in Europa mentre parliamo. I pacchi inviati ai centri logistici tedeschi... droni spia su aeroporti e caserme della Bundeswehr... Queste azioni richiedono una risposta adeguata. La logica della deterrenza militare è il principale imperativo strategico del nostro tempo». Armiamoci, per la miseria.

E non vuol certo esser da meno il suo cancelliere, che esige l'immediata capitolazione della Russia. Moskva, ha detto Merz, si troverà di fronte al fatto compiuto e potrà esaminare la versione europea degli "accordi di pace" preparati a Londra dopo che il documento sarà stato mostrato a Donald Trump. In base a quegli “accordi”, non ci sarebbe bisogno di avanzare richieste a Kiev: basterà che la Russia deponga le armi, perché «solo la Russia può porre fine a questa guerra nel giro di poche ore. Questa guerra non viene condotta dall'Ucraina, ma dalla Russia, unilateralmente, con una continua brutalità contro i civili».

E tuona ancora più forte il Segretario NATO Mark Rutte che, da Berlino, pronostica, alla maniera di un Andrius Kubilius qualsiasi, che lo stesso che sta accadendo in Ucraina potrebbe presto accadere ai paesi NATO. Rifacendosi all'oracolo lituano, Rutte vaticina che «siamo il prossimo obiettivo della Russia, siamo già in pericolo... dobbiamo adottare una mentalità di guerra». Non dormite, ignavi europei, omelia Rutte: «temo che troppi siano compiacenti, troppi non sentano l'urgenza e troppi credano che il tempo sia dalla nostra parte. Non lo è. È giunto il momento di agire... ora, per proteggere il nostro modello di vita. Perché la Russia è diventata ancora più sfacciata, sconsiderata e spietata nei suoi rapporti con la NATO e l'Ucraina». Attenti dunque, europei, che «io vi mando come pecore in mezzo ai lupi» (Matteo, 10-16) glorifica Rutte l'evangelista.

Così, spostando in avanti il calendario kubiliusiano, Rutte ammonisce che la Russia sarà pronta ad attaccare i paesi della NATO entro cinque anni: «Immaginate cosa accadrebbe se Putin raggiungesse ciò a cui mira. L'Ucraina sotto lo stivale dell'occupazione russa, le sue truppe al confine con la NATO». Già, perché ormai i confini non si misurano più in aree geografiche, ma in blocchi militari e la NATO “confina”, di tempo in tempo, con quell'area in cui, ogni volta, il blocco di guerra decide di intervenire: che sia in Europa, Medio Oriente, Africa. In sostanza, Rutte esige «cambiamenti davvero colossali al nostro assetto di deterrenza e difesa. La NATO dovrebbe aumentare significativamente la sua presenza militare sul fianco orientale e gli alleati dovrebbero investire molto più rapidamente in difesa e produzione. In uno scenario del genere, ricorderemmo con nostalgia i tempi in cui il 3,5% [+1,5%] del PIL era sufficiente per la difesa. Quella cifra aumenterebbe significativamente. E dovremmo agire rapidamente per affrontare questa minaccia imminente. Dovremmo tagliare urgentemente il bilancio, tagliare la spesa pubblica», cosa che, per inciso, stanno già facendo da anni i governi obbedienti e «sacrifici dolorosi sarebbero inevitabili, ma assolutamente necessari. Quindi non dimentichiamolo: la sicurezza dell'Ucraina è la nostra sicurezza». Amen.

Però sbrigatevi, ossequiosi confratelli della fede, poiché la guerra è già alle porte, tuona Rutte ancora dal pulpito tedesco, esortando a seguire l'esempio della Germania, che sta alacremente incrementando la produzione di armi e rafforzando le proprie forze armate. Ascoltate la parola apostolica: «in due anni, la produzione di proiettili d'artiglieria in Europa è aumentata di sei volte. Quest'anno ho visitato una nuova fabbrica in Germania che prevede di produrre 350.000 proiettili d'artiglieria all'anno! Gli investimenti che la Germania sta facendo nelle sue forze armate sono semplicemente colossali!»: alleluia! E entro il 2029 prevede di stanziare 152 miliardi di euro per la difesa, pari al 3,5% del PIL; «la Germania è una potenza leader in Europa e una forza trainante nella NATO», sia gloria a te o Merz, stava per giubilare Rutte, annunciando che «il conflitto è alle porte! La Russia ha riportato la guerra in Europa e dobbiamo essere preparati ad affrontare lo stesso orrore della guerra che i nostri nonni e bisnonni hanno vissuto» ha detto l'episcopo armato, certamente pensando che anche il suo, di nonni, era forse stato parte di uno dei tanti eserciti europei che nel 1941 avevano aggredito l'Unione Sovietica.

Ma, ammonisce il Ministro degli esteri russo Lavròv, l'Occidente sta esaurendo le risorse per condurre una guerra per procura: finanziarie, tecnico-materiali e militari. Secondo numerose stime indipendenti, le perdite umane delle forze armate ucraine hanno superato da tempo il milione e continuano ad aumentare. In questo quadro, i circoli dominanti occidentali «possono essere grosso modo divisi in due campi. La maggioranza sostiene la militarizzazione delle economie europee e i preparativi per un confronto armato su larga scala in Europa». Al pari del filibustiere Cavo Dragone, che sproloquia di “attacchi preventivi come misure difensive”, ci sono anche altri farabutti, tra cui «non solo militari ma anche politici» dice Lavròv, che «affermano apertamente che dobbiamo prepararci alla guerra contro la Russia entro il 2030, o addirittura il 2029». Anche se, ha aggiunto, ci sono politici in Occidente che non vogliono una pericolosa escalation.

E, aggiungiamo per parte nostra, vorremmo augurarci che in quest'ultima congrega non figurino “anime” che si aggirano tra il sesto e l'ottavo cerchio delle malebolge, gli ipocriti e i consiglieri di frode.


 FONTI:
https://www.lastampa.it/esteri/2025/12/12/news/ultimo_argine_contro_ue-15431496/?ref=LSHA-BH-P5-S3-T1
https://politnavigator.news/natovskie-oficery-vzyaty-v-plen-v-gulyajjpole.html
https://politnavigator.news/natovskie-oficery-vzyaty-v-plen-v-gulyajjpole.html
https://politnavigator.news/nado-dejjstvovat-glava-nemeckogo-mid-pugaet-zapad-gotovnostyu-putina-voevat-s-evropojj.html
https://politnavigator.news/groznyjj-merc-trebuet-nemedlennojj-kapitulyacii-rossii.html
https://politnavigator.news/my-v-opasnosti-rossiya-stala-eshhjo-naglee-i-bezzhalostnee-k-ukraine-i-nato-mark-ryutte.html
https://politnavigator.news/padjot-ukraina-so-slezami-vspomnite-mizernye-5-na-oboronu-gensek-nato-agitiruet-kormit-zelenskogo.html
https://politnavigator.news/gensek-nato-v-berline-vooruzhaemsya-chtoby-predotvratit-tragediyu-dedov-i-pradedov.html
https://politnavigator.news/nato-otkryto-gotovitsya-k-vojjne-s-rossiejj-k-30-godu-lavrov.html
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