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ilpungolorosso

Risposta a Mario Draghi

di “Junior”

draghi e1585477421471Mario Draghi è Mario Draghi. Il banchiere dei banchieri. Anzi: il super-banchiere dei super-banchieri. L’Italiano più ascoltato nel mondo. Super-Mario, lo chiamano i direttori dei principali quotidiani, uno più lecchino degli altri verso di Lui. Tutti nelle alte sfere aspettavano che parlasse.

Lui, infine, ha parlato. Non in italiano, ovvio. In inglese sul Financial Times, l’organo europeo dei pescecani del capitale globale. Le sue parole, la prospettiva che traccia, non riguardano solo l’Italia. L’uomo non può abbassarsi al livello di un Salvini o di un Di Maio qualsiasi. È stato capo della BCE, e tra i super-boss di Goldman Sachs. Il suo cv mette in soggezione solo a scorrerlo sui giornali. Specie a un giovane come me.

Vediamo cos’ha detto per afferrare cosa si nasconde dietro la dichiarazione di “guerra contro il Covid-19”. Quale altro tipo di guerra sociale. E contro quale altro tipo di virus.

La partenza è secca: “È inevitabile una profonda recessione”. Inevitabile, come fosse un evento naturale. Una volta assunta questa “inevitabilità”, il problema è “evitare che la recessione si trasformi in una depressione prolungata, aggravata da un enorme numero di fallimenti che lasceranno danni irreparabili”. Per evitarlo, la sola politica praticabile è “un significativo aumento del debito pubblico”.

Questa scelta è presentata al modo della Thatcher: “Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e andranno di pari passo con misure di cancellazione del debito privato”. È inutile discuterne: diventeranno. Non c’è alternativa. Punto. E sarà un dato permanente. Azzeramento del debito delle imprese e delle banche – il “settore privato” -, che ricomparirà trasformato in debito pubblico. Naturale anche questo. Qual è infatti il ruolo dello stato? È “proprio quello” di “usare” il suo bilancio per “proteggere i cittadini [imprenditori] e l’economia dagli shock di cui il settore privato non è responsabile”.

Notevolissimo! Siamo in una crisi capitalistica colossale. Forse la più grande della storia del capitalismo. Ma di questo shock il “settore privato”, cioè l’insieme delle banche e delle imprese, “non è responsabile”. Allora chi è responsabile? Il Covid-19? L’invisibile, il subdolo nemico che ha colpito a tradimento gli innocentissimi padroni del mondo e dell’Italia? [Sembra qui che ci voglia prendere in giro.]

Ci torniamo. Intanto procediamo. E subito ci imbattiamo nella guerra. In questi giorni Draghi e quelli del suo rango ce l’hanno sulla punta della lingua questa parola infame: guerra. “Le guerre – ricorda Draghi – sono state finanziate con l’aumento del debito pubblico”. Nel mezzo di questa crisi sono “il precedente più rilevante” che gli corre alla mente. Accade lo stesso al suo grande amico/sodale Mattarella. La sola differenza è che l’uno si riferisce alla prima, l’altro alla seconda guerra mondiale. Sanno di essere nel mezzo di una catastrofe del loro sistema sociale. Sono borghesi coscienti di esserlo, direbbe Max Weber. E tracciano la via per far uscire indenne la loro classe e il loro sistema dalle macerie. Magari perfino rafforzato. La crisi come occasione di rigenerazione…

Dunque: lo stato. Da decenni è messo sul banco degli accusati per essere invadente, costoso, esoso, inefficiente, parassitario, corrotto. Ora diventa all’improvviso la forza salvifica. Deve spendere di più. Deve fare debito. Subito. Senza se e senza ma. Ben attento, però, a fare un “buon uso del suo bilancio”. Ok ai sussidi di occupazione e disoccupazione. Purché si tratti di briciole, come quelle stanziate ieri dal governo Conte. Sono passi immediati da fare per tamponare in qualche modo la crisi sociale. Tuttavia il “passo essenziale” da compiere è un altro: è il generale, massiccio, illimitato “sostegno immediato [alle imprese] in termini di liquidità”.

Come? Per i paesi europei, “l’unico modo per poter raggiungere ogni singola crepa nell’economia è quello di mobilitare la totalità dei loro sistemi finanziari”. Le banche possono creare denaro, sia “consentendo lo scoperto” alle imprese, sia “aprendo linee di credito” anche se mancano garanzie. Lo facciano subito. E lo facciano a costo zero. Il super-banchiere dei super-banchieri che suggerisce alle banche di rompersi l’osso del collo? Niente paura. Scendete appena di un paio di righe: “in questo modo [le banche] diventano di fatto veicolo di politiche pubbliche, il capitale di cui hanno bisogno per svolgere questa attività deve essere fornito dai governi, sotto forma di garanzie statali su ogni ulteriore concessione di linea di credito o di prestiti”.

Ah, ecco. Ora è tutto chiaro. Secondo Draghi si deve dare un credito illimitato alle imprese, alla classe capitalistica nel suo insieme, ma a rischio zero per le banche. Saranno i governi, gli stati a tutelare banche e imprese. Imprenditori e banchieri salveranno in ogni caso pelle, patrimoni e potere per opera del loro Lord protettore: lo stato.

Vado alle conclusioni, rassicuranti: “l’Europa è ben attrezzata”, quanto a struttura finanziaria. “Il settore pubblico è forte e in grado di dare una risposta rapida” (frase a doppio senso…). Purché si faccia presto. “Esitare adesso può avere conseguenze irreversibili”. Bisogna evitare una prolungata depressione e i suoi affanni. “Ci serva da monito la memoria delle sofferenze degli europei durante gli anni Venti”. Ci serva a chi? Ai banchieri che le hanno inflitte alle popolazioni di Europa e del mondo spingendo forsennatamente verso la guerra come soluzione alla grande crisi degli anni ’20 e ’30? No, serva di monito a voi che avete sofferto, se non volete ripetere quell’esperienza. Non mettetevi di traverso alla “nostra”, dei super-banchieri, via di salvezza. Altrimenti sapete cosa vi toccherà. Dietro la “guerra al Covid-19”, compare la vera guerra proclamata da Draghi&Co.: la guerra al lavoro, e – in un certo senso – all’umanità, alla specie.

Scontatissima la conclusione sulla “causa comune” degli europei. Infatti, ove dovesse naufragare l’Italia [la parola non c’è nel testo], naufragherebbe l’intera costruzione europea. Meno scontato è il ritorno di un’affermazione in tutto e per tutto ideologica, cioè falsificante, fatta all’inizio del testo: “La crisi che stiamo affrontando non è ciclica, la perdita di guadagni non è colpa di nessuno di coloro che ne stanno soffrendo”. Evidentemente Draghi sente il bisogno di ripetersi, intimando: non vi azzardate a dare la colpa ai capitalisti, o al capitale, al sistema del capitale. Tutto viene da un imprevedibile virus. E dunque uniti nella “guerra al virus”!

SuperMario! Un super-tutto come Lei ci vuol far bere una spiegazione così puerile? Mi sento provocato. Perché l’individuo puerile non è. Semmai ha rigidità di figura senile. La stessa del sistema che difende. Tuttavia sa quel che fa e quel che dice. Prova ne sia l’ovazione che ha raccolto. Da destra, pure ultradestra. E da manca, pure ultra-manca. Delle cause di questa crisi devastante è vietato discutere. In ogni caso va categoricamente escluso ogni tipo di responsabilità di imprenditori e banchieri. Ora bisogna essere operativi. Chi questiona sarà trattato da disertore, disfattista, terrorista, amico del nemico Covid-19.

Alzo la mano! Intendo questionare. Contesto l’Oracolo degli oracoli. Per prudenza mi firmerò Junior [più giovane]. La democrazia dell’emergenza è una brutta bestia. Guai se trasgredisci i suoi comandi. Se un costruttore di ventilatori polmonari moltiplica per 3, per 4, per 5, il costo della sua merce, è avvenuto in questi giorni, nessun problema: è il mercato, bellezza. Ma se ad un gruppo di noi venisse in mente, e ci è venuto in mente, ci avete messi in isolamento e obbligati a concepire pensieri mai avremmo immaginato di concepire. Dicevo: se ad un gruppo di noi giovani venisse in mente di manifestare solidarietà ai lavoratori in sciopero contro l’ordine confindustriale di tenere aperte le fabbriche, costi quel che costi agli operai, celere, manganellate e trasporto in questura (se va bene).

Quello che ho da dire, però, lo dico lo stesso. Cercherò ospitalità. E la troverò, spero.

Questa crisi è al 100% capitalistica. Prodotta da quel “settore privato” (banche-imprese) che gonfia i propri conti, i propri capitali succhiando il nostro lavoro. E che prospera anche sulla nostra disoccupazione. Esattamente quello che Lei difende, e arma alla guerra contro di noi, giovani, gente di mezza età, anziani che dobbiamo lavorare, e non è detto che riusciamo a trovare lavoro, per sopravvivere. Questo è il problema per molti di noi, che abbiamo perso anche i lavoretti di merda, al nero.

Il Covid-19? L’avete prodotto voi, “settore privato”. Sventrando terre e territori alla ricerca degli ultimi segreti che la natura ancora riesce a nascondere alla vostra avidità. Impiantando monoculture. Distruggendo l’eco-diversità. Creando l’agricoltura-business. E allevamenti mostruosi. Alterando forse in modo irreversibile il clima con la follia del trasporto privato, 1 miliardo duecento milioni di auto, e ne state progettando altre 800 milioni. Creando metropoli smisurate, fatte di baraccopoli e grattacieli, per profittare al massimo della rendita urbana. Lei di sicuro conosce di persona molti di questi privati cittadini, anzi: super-cittadini, autori delle memorabili imprese che hanno generato il Covid-19. Altrettanto bene conoscerà gli autorevoli super-cittadini che da decenni hanno demolito un pezzo dopo l’altro il sistema sanitario che i nostri padri e i nostri nonni hanno conquistato con le loro lotte. Non era il massimo. Anche negli anni migliori la prevenzione era scarsa e scadente, i diritti non erano per tutti e tutte allo stesso modo. Ma Lei e i suoi amici lo avete fatto a pezzi per quel tanto che ci garantiva. E ora ci fate assistere allo spettacolo che sarebbe grottesco se non fosse tragico di non avere letti, né medici, né infermieri, né ventilatori, né tamponi. Li cercate di corsa di qua e di là, dopo averli gettati via. E in questo Lei e il “settore privato” non c’entrate per niente? Tutta colpa dei coronavirus? Truccate perfino i dati dei morti per minimizzare il vostro crimine. Ma qualche anno fa, se lo ricorderà, il suo caro amico Giorgetti sostenne che non c’era più bisogno dei medici di base, e dei presidi sui territori, proprio quelli che servirebbero per la prevenzione. Ricorda quando un avvoltoio ridens del suo giro, Cottarelli, pontificava in tv sulla necessità di tagliare gli “sprechi” nella sanità pubblica?

Certo, certo, siete solo dei funzionari. Anche Lei che sta così in alto è un sottoposto. Questo l’ho capito. Infatti sembra un robot, una macchina programmata, un computer senza pensiero binario. Non siete voi a decidere liberamente. Siete vincolati dalle leggi folli e schiavistiche che servite. Ma alla guida della macchina che corre verso l’abisso c’eravate e ci siete voi. Chi altri, se no? Le vostre borse salgono e scendono come impazzite perché non siete più sicuri, come lo eravate fino di ieri, di poter conciare la pelle a noi e a quelli meno giovani di noi per altri decenni. Siete nudi davanti a noi. Responsabili di tutto ciò che sta avvenendo.

E ora dovremmo pagare noi, per generazioni, il costo immane di questa catastrofe con il debito di stato ingigantito al massimo dai soldi che volete catapultare con gli elicotteri sulle banche e sulle imprese? Questo no. Non bastano gli interessi usurari che gente come Lei ha lucrato in questi decenni? Solo l’anno scorso, 60 miliardi di euro di interessi! Metà del bilancio della sanità italiana. Basta così! Non pagheremo oltre. Non ci faremo mettere le catene ai piedi. Avete precipitato tutti noi, tutto il mondo del lavoro nell’incertezza e nel dolore. Vediamo gente come noi che muore negli ospedali. Gente che non riuscite a ricoverare. Altra che non riesce a pagarsi il cibo. Ci avete fatto crescere dentro una rabbia che ci divora. I pipistrelli portatori del Covid-19 sono incolpevoli. Anzi, nonostante tutto, sono amici perché ci avvertono delle vostre devastazioni. Ci hanno fatto aprire gli occhi. Tante cose non le sapevamo, ma ora ci sono chiare. I “pipistrelli” portatori di morte siete voi!

Ho visto un post, se non sbaglio è del SI Cobas, che propone una patrimoniale “di emergenza” del 10% sul 10% dei più ricchi d’Italia. 400 miliardi per fronteggiare l’emergenza sanitaria, sociale, economica che avete prodotto voi del “settore privato”. Voi capitalisti. Voi-capitale. Sono rimasto sorpreso. Vi sapevo ricchi. Ma non sapevo che il vostro patrimonio fosse gigantesco. Montagne su montagne di lavoro rubato e accumulato. Concordo con loro. Verremo a prendercene una parte. Per ora. Vi daremo battaglia. Vi piegheremo. Nel silenzio spettrale delle città matura la più grande ondata di lotta della storia. Ovunque. Il vecchio spettro ritorna.

Comments

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Francisco Scaramanga
Wednesday, 01 April 2020 17:51
La ricchezza finanziaria netta in Italia ammonta a circa 4300 miliardi di euro, non è molto lontana dal doppiare il nostro debito pubblico. È anche molto concentrata, infatti il 20% più ricco ne detiene circa il 70%. Le disuguaglianze all'interno del gruppo privilegiato sono ancora più estreme di quelle calcolate sull'intera società: il decile più ricco si pappa quasi il 50% della torta, il centile (1%) al vertice della piramide arraffa il 25% (dati Oxfam e Banca d'Italia). Senza contare quello che gli ultraricchi (in Italia saranno alcune migliaia in tutto) riescono ad occultare in modo più o meno lecito (conti offshore, fondazioni, tassazione agevolata nei paradisi fiscali ecc.). Ecco il risultato di trent'anni di austerità, avanzi primari, eurocrazia e politiche economiche neoliberiste scrupolosamente applicate dai governi che si sono succeduti in questo triste periodo. Un fenomeno che riguarda tutti i paesi capitalisti, Russia e Cina inclusi, ma che in Italia è particolarmente virulento.

Per uscire dall'impasse basterebbe invogliare, diciamo così, quel 10% di fortunati di cui sopra (non voglio qui sindacare le modalità con cui si sono arricchiti) ad acquistare titoli di Stato a dieci anni emessi appositamente per affrontare le conseguenze della crisi Coronavirus per una quota pari al 10% delle loro disponibilità finanziare. Se altri cittadini meno abbienti (magari gli altri appartenenti al gruppo del 20% più ricco) volessero partecipare non sarebbe male. Si riuscirebbe così in brevissimo tempo a raccogliere almeno 250 miliardi di euro, una bella cifra con cui superare la frase critica. Giudico non irrealistico l'obiettivo dei 350-400 miliardi. Ovviamente per raggiungere lo scopo i titoli emessi dovrebbero essere nominativi (come i vecchi buoni fruttiferi postali, che orrore!), non cedibili (altrimenti finirebbero fagocitati dal sistema finanziario globale con conseguenze potenzialmente destabilizzanti per lo spread), riservati a soli privati di nazionalità italiana (su questo punto i nostri "amici" dell'UME potrebbero crearci problemi), non incassabili prima della scadenza (pena la perdita di una percentuale elevata della somma investita). Il tasso di interesse sarà aggiornato ogni anno dallo stato italiano in base all'inflazione annuale misurata in modo che il capitale investito da lorsignori non si svaluti (ma che nemmeno cresca oltre misura). Per nessun motivo il tasso di interesse che remunera questa tipologia di titoli potrà superare il tasso di crescita del Pil reale. Si può discutere se scegliere o meno la soluzione "zero coupon" (in tal caso il capitale viene liquidato insieme agli interessi maturati in un'unica soluzione alla scadenza del titolo, altrimenti si prevederà la corresponsione di una cedola periodica, preferibilmente annuale).

Non è impossibile, non è un esproprio proletario, nemmeno una patrimoniale. È un prestito da ripagare con gli interessi. Basterebbero la volontà politica e la collaborazione del sistema bancario. Il paese ne uscirebbe risanato e in una certa misura pacificato. Nuovo debito pubblico, certo, ma acceso senza MES, senza BCE, senza Troika, senza il consenso tedesco. Una proposta del genere potrebbe essere davvero l'ultima carta da giocare per un M5S allo sbando e ormai prossimo all'estinzione. A mio giudizio l'idea dei Cobas di applicare un'imposta patrimoniale del 10% sulle grandi ricchezze, pur ricca di fascino rivoluzionario, non è praticabile visti gli attuali rapporti di forza tra le classi e il disorientamento di chi soffre maggiormente le conseguenze di questa crisi.

E soprattutto scongiurerebbe la calata di Draghi. A proposito dell'ex governatore della BCE, direi che non c'è molto da aggiungere a quanto scritto da Junior nel suo vigoroso intervento. Mi limito a segnalare che le apodittiche affermazioni di Draghi non sono nemmeno particolarmente innovative. Non è stata forse seguita la stessa ricetta dopo la crisi del 2007-8? In pochi anni furono spesi centinaia di miliardi di soldi pubblici per salvare le banche private: 300 miliardi dal Regno Unito, 350 dall'Irlanda, 259 dalla Germania, 156 dalla Francia, 95 dall'Olanda (tanto per citare gli espropri più importanti). Infatti il rapporto debito/pil nel periodo in questione peggiorò ovunque in Europa. In uno scenario già fortemente deteriorato Super Mario oggi ritiene che «livelli molto più alti di debito pubblico diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e dovranno essere accompagnati dalla cancellazione del debito privato». Proprio come dopo il 2008, quando bisognava camuffare la crisi dei debiti privati in crisi dei debiti sovrani. Cioè a privatizzare i guadagni e socializzare le perdite, tanto per cambiare.

A Draghi non interessa tanto tutelare il portafoglio dei ricchi italiani, quello è un target secondario, quanto rafforzare i vincoli che inchiodano i ceti subalterni alla loro condizione, ribadire la ferrea logica del TINA, professare la fede incondizionata nel mercato e nelle virtù della concorrenza spietata. Inoltre nella sua bella letterina si guarda bene dal menzionare sia il ruolo della BCE in questa partita sia le assurde condizionalità che da anni sequestrano l'economia europea. Nulla ci dice delle modalità di erogazione del nuovo credito (o debito, per chi si trova dalla parte sbagliata della barricata). Insomma, più che Super Mario mi ricorda Superciuk, il personaggio di Alan Ford che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Forze potentissime lo stanno spingendo verso Palazzo Chigi, riusciremo ad opporci?
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marku
Wednesday, 01 April 2020 09:25
il più bell'intervento
da quando leggo
sinistrainrete
era ovvio che solo
un giovane
poteva scriverlo
diretto e preciso
massiccio
e incazzato
alla faccia del vecchiume paternalistico
e delle iperbole
dell'analisi
fine a se stessa.

Ai vecchi la pensione
ai giovani
la rivoluzione
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