Fai una donazione

Questo sito è autofinanziato. L'aumento dei costi ci costringe a chiedere un piccolo aiuto ai lettori. CHI NON HA O NON VUOLE USARE UNA CARTA DI CREDITO può comunque cliccare su "donate" e nella pagina successiva è presente (in alto) l'IBAN per un bonifico diretto________________________________

Amount
Print Friendly, PDF & Email

fuoricollana

Tutti a casa, è la guerra bellezza!

di Athanasia Andriopoulou

L’autrice di questa Lama è una cittadina greca e pensava di averle passate tutte al tempo della Troika, ai tempi in cui tutti erano in fila al bancomat per ritirare al massimo cinquanta euro. Ora vive e lavora da diversi anni con il suo compagno danese a Copenaghen. Una mattina di questa fine estate ha ricevuto un messaggio dell’Autorità Danese per la Gestione Crisi del paese che è stato trasmesso a tutti i residenti regolarmente registrati presso le autorità in Danimarca e tradotto in varie lingue (arabo, bosniaco, tedesco, turco, inglese, farsi, francese, russo, ucraino, urdu). Questo il “patriottico” e imperativo titolo del messaggio: «Preparati per una crisi. Preparati – per il tuo bene e per il bene della società. Sei parte della gestione delle crisi della Danimarca». Un hackeraggio, una fake news? No. Il messaggio è contenuto nella posta elettronica certificata riservata alle autorità cui devono in Danimarca registrarsi tutti, non appena ottengono carta d’identità e residenza nel territorio. Vi transitano periodicamente diversi messaggi che vanno dai reminder delle visite mediche alla compilazione delle schede contenenti le dichiarazioni del proprio reddito annuo. Durante l’epidemia COVID è stato – insieme alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio rese alla TV pubblica – il canale di informazione principale attraverso cui la popolazione sapeva come muoversi, dove vaccinarsi, come prendersi cura di sé.

L’incipit del messaggio vorrebbe essere rassicurante: «La Danimarca è fondamentalmente un paese sicuro e protetto. Viviamo in una delle società più avanzate e digitalizzate al mondo, con un’infrastruttura ben sviluppata e integrata, il che significa che abbiamo un accesso stabile a beni di prima necessità come elettricità, acqua, riscaldamento, comunicazioni e cibo. Ma la nostra società moderna è anche vulnerabile (…) Un’interruzione di corrente in un’area può avere conseguenze importanti in altre. Ciò include l’accesso a elettricità, acqua e beni di prima necessità (…). Qualunque sia la causa di una crisi, puoi svolgere un ruolo attivo (…)». La parte virtuale del messaggio finisce qui e ne inizia una assai inquietante e angosciante: «Le autorità raccomandano che tu e la tua famiglia siate in grado di sopravvivere per tre giorni in caso di crisi (…). Alcuni consigli ti aiuteranno a prenderti cura di te stesso: procurarsi il necessario per essere autosufficienti e capaci di sopravvivere per tre giorni, fare lo stoccaggio di acqua, di cibo a lunga conservazione, di candele, fiammiferi e batterie, assicurarsi di poter bollire l’acqua senza accedere alla corrente elettrica o al gas, di avere fatto la scorta di farmaci e di possedere un kit completo di pronto soccorso. E, infine, soprattutto, in caso di incidente nucleare assicurarsi di avere a disposizione delle compresse di iodio». Naturalmente «potresti non aver bisogno di mettere in pratica tutti i consigli. Ma è bene essere preparati (…). In Danimarca siamo bravi in questo». Bravi a fare cosa, Laila Reenberg, Direttrice della “Danish Emergency Management Agency” non lo dice espressamente, ma è del tutto chiaro. Bravi a restare a casa. Tutti a casa, è la guerra bellezza!

L’autrice greca di questa Lama ha imparato bene negli anni trascorsi in Danimarca che le autorità del Paese non mettono in guardia la popolazione con messaggi di massa se non esiste un rischio altamente probabile che possa verificarsi un evento dannoso. Un tono di allerta rafforzato dal riconoscimento che tali raccomandazioni e consigli sono state emanate sulla base delle valutazioni della “National Risk Assessment” e di altre valutazioni ufficiali in ordine alle minacce alla sicurezza e vulnerabilità. Anche nella imperturbabile Danimarca il mondo sembra, insomma, destinato a cambiare drasticamente nei prossimi mesi. La guerra è a casa nostra, ma siamo talmente assuefatti al “virtualismo” dei media che alla fine non riusciamo a prendere sul serio le notizie ufficiali. Mi auguro, come tutti i lettori delle Lame di fuoricollana, che l’allarmismo sia ingiustificato o, comunque, rientri al più presto. Non vorrei proprio che, finito il tempo per noi greci doloroso e umiliante delle file per il bancomat, si aprisse in Europa il tempo apocalittico delle file per le compresse allo iodio.

Pin It

Add comment

Submit