Sembra che il modulo di iscrizione alla newsletter non funzioni su Chrome e derivate (Brave, Vivaldi, ecc.). Chi voglia iscriversi avendo a disposizione soltanto uno di questi programmi può farlo utilizzando il cellulare, oppure spedire una email all'indirizzo tonino1@sinistrainrete.info specificando:
1) nome utente,
2) indirizzo email,
3) se si vuole ricevere la Newsletter in formato html o testo semplice,
4) se interessano tutti gli articoli o solo quelli in evidenza.
Ci scusiamo per l'inconveniente.
Notizie sull'operazione speciale condotta dall'esercito russo in Ucraina
Ieri è giunta l'attesa risposta iraniana al bombardamento israeliano del consolato iraniano di Damasco, che aveva ucciso tra gli altri il generale Haj Zahedi. L'Iran ha effettuato un attacco simultaneo con droni e missili in modo da saturare la poderosa difesa antiaerea israeliana. Missili hanno colpito due basi militari israeliane (monte Hermon e Novatim). Oggi l'autorità iraniana rivendica quei due obiettivi come primari, ma è abbastanza ovvio come questa rivendicazione abbia semplicemente la funzione di far coincidere gli obiettivi...
Per capire cosa succede a Gaza è necessario guardare cosa accade in Ucraina. Per quanto i politici italiani “autorevoli” ripetano i loro “atti di fede”, e ugualmente gli altri leader “nani” europei e i giornalisti a loro legati (ed entrambi proni esecutori dei loro padroni yankee), le loro dichiarazioni stizzite e altisonanti sono solo il riflesso della vittoria strategica del governo russo nel confronto con la NATO. Ancora non c’è la vittoria palese sul campo della Russia, ma quella strategica è già stata ottenuta, perché da più di venti...
B. Stiegler, filosofa politica francese, conduce in questa ricerca una genealogia del neoliberismo americano, sincronico all’ordoliberismo tedesco e quello poi più idealista di Hayek, versione americana meno conosciuto ma forse anche più influente. L’eroe negativo della storia è il mitico Walter Lippmann. Solo un “giornalista” come alcuni lo ritennero, in realtà politologo pieno e poi politico dietro le quinte, stratega di pratiche e pensiero, inventore di una versione americana della propaganda più sofisticata, delle pubbliche relazioni,...
Qual’è il rimedio delle classi dirigenti, politiche ed economiche (nel capitalismo liberista, tutt’uno) quando la crisi gli morde i calcagni? Il fugone nel fascismo, in qualsiasi nuova forma ritenuta adatta ai tempi. Oggi si presenta in veste psicomanipolatoria-tecnologica, ma senza mai rinunciare alla violenza fisica, a seconda dei casi pestaggi o mattanze. Ecco cosa hanno in comune i massacri dei nostri fratelli in lotta a Gaza e in Cisgiordania e le teste spaccate dai gendarmi agli studenti delle università italiane – vera eccellenza del...
Nell’analizzare gli ultimi sviluppi del conflitto mediorientale sono molti i rischi, o le tentazioni, che possono portare fuori bersaglio. Anche l’analisi di classe mostra qualche limite, se si fa attenzione al concreto della struttura sociale israeliana – quanto meno – dove ai “cittadini a pieno titolo dello Stato ebraico” (la definizione è stata assunta nella “legge fondamentale”, para-costituzionale) sono riservati tutta una serie di diritti e privilegi, anche in termini di posizioni lavorative, mentre il “lavoro bruto” o lo sfruttamento...
Il mondo intero è di nuovo con il fiato sospeso, per il terrore di una grande guerra che infiammi il Medio Oriente. L’attacco di ritorsione lanciato dall’Iran, nella lunga notte tra sabato e domenica, ha lasciato senza sonno Israele. Per cinque ore oltre 300 munizioni sono state scagliate contro il territorio israeliano. La rappresaglia per l’attacco dell’1 aprile a Damasco è arrivata dopo quasi due settimane, ampiamente annunciata, lenta ma imponente. Secondo le stime ufficiali riportate dal New York Times, l’Iran ha utilizzato 185 droni...
Molti neuroscienziati notano come il nostro cervello-mente si sia lungamente evoluto, quindi formato, alle prese con problemi vicini (fame, sete, sicurezza), immediati (giorno per giorno, ogni giorno) relativamente semplici (amico/nemico, sesso, utile/inutile), in gruppi piccoli tendenzialmente egalitari, relativamente isolati tra loro, in cui ognuno conosceva ogni altro. Oggi ci troviamo associati in gruppi enormi, di una certa densità territoriale che si estende ormai alla dimensione planetaria, in cui i più ci sono sconosciuti, dentro...
Nonostante sia palese che la guerra ucraina è persa, l’Occidente resta aggrappato ai dogmi neocon, incapace non solo di trovare, ma anche solo di pensare una exit strategy da una guerra disastrosa per Kiev e per l’Europa, che il conflitto sta degradando sia a livello economico che politico. Quest’ultimo aspetto inquieta e interpella sia perché denota un asservimento della Politica europea ai circoli neocon, dipendenza mai registrata in tale misura in precedenza, sia perché evidenzia il degrado delle dinamiche democratiche, dal momento che...
Le parole dovrebbero essere annoverate nell’elenco delle droghe pesanti, e purtroppo a chiunque può capitare di farsi ogni tanto una “pera” eccessiva. Il quotidiano neocon “il Foglio” si è approfittato del “trip” di uno dei padri costituenti, Umberto Terracini, per fargli fare una figuraccia postuma mettendo in evidenza alcune sue frasi poco felici in sostegno di Israele. Dopo averci ammonito sul fatto che anche Terracini considerava l’antisionismo una forma di antisemitismo, ci viene proposta una citazione nella quale il vecchio comunista...
Da questa parte del "mondo democratico occidentale", molti di noi si dibattono tra rabbia e la sensazione drammatica di impotenza nell'assistere allo sterminio in diretta di un intero popolo. A volte questo senso di frustrazione si trasforma in disagio somatizzato, in depressione (parlo per me e per gli amici e compagni con cui mi confronto ogni giorno). In altri casi, invece, rischia di generare reazioni di autoconservazione fatalista, ricerca del deus ex machina, rimozione. Eppure qualcosa si muove. Qualcosa possiamo fare. Una piccola...
1. Seguendo un copione creato a tavolino per ingannare la mente di chi si abbevera ai telegiornali della sera, gli Stati Uniti continuano a tirare il guinzaglio legato al collo del cagnolino d’oltremanica. Quel cagnolino era un tempo l’Impero britannico’, oggi solo un maggiordomo che esegue gli ordini dell’Impero Atlantico: tenere Julian Assange in prigione fino alla morte. Per la più grande democrazia al mondo – da esportare, se del caso, a suon di bombe e che ormai solo i politici europei (e italiani) credono sia tale – il rischio più...
Qualcuno parla di rischio di terza guerra mondiale davanti alla rappresaglia dell’Iran verso Israele, ma cari miei, una terza guerra mondiale sarebbe solo nucleare. Perciò, definitivamente distruttiva dell’umanità. Avete presente l’anime e il manga “Ken il Guerriero”? Lì, almeno, le armi nucleari sono state relativamente innocue: hanno distrutto il mondo, ma non hanno lasciato radiazioni. Ma nella realtà, una guerra di tale portata, ridurrebbe il mondo a una landa desolata radioattiva, invivibile. E per quanto noi siamo governati dai...
Il Governo è in difficoltà, è debole. Questo è il precipitato politico di un ragionamento che prende le mosse dalla scelta del Governo di approvare un Documento di economia e finanza (DEF) privo delle principali informazioni sulle tendenze della finanza pubblica e dei conseguenti effetti macroeconomici. Il DEF è il principale strumento di programmazione economica del Governo, serve a definire il quadro della finanza pubblica per l’anno in corso e per il successivo triennio. In pratica, con il DEF il Governo è chiamato a mettere nero su bianco...
Dopo l’oblio dell’attacco al Crocus da parte dei media d’Occidente, preoccupati solo di discolpare l’Ucraina dalle evidenti responsabilità, come peraltro accaduto varie volte in passato – a parte eccezioni che confermano la regola – per altre azioni oscure di Kiev, anche l’attacco di droni alla centrale atomica di Zaporizhzhia è passato sottotraccia, come qualcosa di marginale. L’attacco alla centrale di Zaporizhzhia e i topos delle guerre infinite E ciò nonostante la gravità dell’accaduto: se l’attacco fosse riuscito al 100% poteva creare...
Il senso di colpa domina incontrastato nella multiforme platea dei sentimenti umani. Senso di colpa per non essere abbastanza, per non aver superato l’esame, per non aver performato quanto desideravamo, per aver disatteso le aspettative, per non aver concluso un lavoro, per aver trascurato passioni e interessi, per aver manifestato rabbia, tristezza e paura, per gli errori commessi, per le azioni compiute, per una parola fuori posto, per non esserci stata, per aver mangiato, per aver risposto nervosamente, per quella carezza non data, quei...
Immancabili, come ogni anno, i dati Istat sull’andamento demografico del paese registrano un deciso segno meno”. Che non è grave soltanto in sé, ma soprattutto perché conferma una tendenza di lunghissimo periodo. Dal 1964 a oggi sono stati pochissimi gli anni in cui le nuove nascite sono state più numerose dell’anno precedente, ma anche a uno sguardo disattento balza agli occhi che la dimensione delle diminuzioni è sempre alta, mente i “rimbalzi” sono sempre appena percettibili. Il risultato finale, al 2023, non lascia dubbi: i nuovi nati...
‘Essere democratici è una fatica immane. Allora perché continuiamo a esserlo quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura?’. Così Michela Murgia, la scrittrice sarda recentemente scomparsa, nel suo pamphlet del 2018 dal titolo provocatorio: ‘Istruzioni per diventare fascisti’. Con una originale sapienza dialettica, com’era suo stile di comunicazione in ogni dibattito pubblico e nel relazionare sulle grandi ingiustizie e ineguaglianze che affliggono le società odierne, Michela Murgia, nel suo saggio, ci invita a sottoporci a...
I due anni della pestilenza da Covid-19 si sono rivelati una grande imprevedibile opportunità per testare il livello di ubbidienza che, si può ottenere applicando un regime disciplinare come lo è stato l’obbligo di vaccinarsi, appunto. La narrativa secondo la quale il barbaro no-vax e chi lo sostiene rappresentano il Male, e quindi vanno denigrati, censurati, emarginati, criminalizzati ha funzionato. Pertanto, lo stesso identico canone è stato applicato su una nuova dicotomia buono-cattivo nella politica internazionale. Stesso manicheismo,...
L’avesse compiuto, per dire, il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, un gesto come quello del suo omologo britannico David Cameron, recatosi in “visita di lavoro” da Donald Trump in USA, intrattenendosi – magari – in Germania, con Sahra Wagenknecht, per di più alla vigilia delle elezioni, il coro liberal avrebbe subitamente gridato alle «interferenze russe nei processi democratici dei paesi liberi». Ma fatto tra “alleati”, per di più di estrazione anglosassone, la cosa rientra nella normalità e, trattandosi della “democratica Ucraina...
Un’analisi di cosa succede e di cosa si prospetta in Medioriente, a partire dal genocidio in atto a Gaza, dalla rivolta generale palestinese, dallo scontro tra Stato Sionista e Asse della Resistenza in Libano, Siria, Iraq, Yemen, all’indomani dell’attacco israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco. Una panoramica che parte dalla ritirata della FOI (Forza di Offesa Israeliana) dalla metà sud di Gaza, dopo sei mesi di offensiva del presunto “esercito più potente del Medioriente” che non è riuscito a controllare la Striscia, annientare Hamas e...
In vista della settimana di mobilitazione dei lavoratori all’interno dell’accademia italiana, proponiamo qui un resoconto delle linee d’intervento del movimento negli ultimi mesi, mettendo al centro i punti politici principali che stanno caratterizzando le proteste dei lavoratori e delle lavoratrici dell’università di concerto con i movimenti studenteschi. Si tratta di una riflessione che vuole essere un punto di partenza che ci porti allo sciopero del 9 aprile di tutto il mondo universitario, una data che deve essere un punto di partenza per...
Trent’anni dopo il genocidio in Ruanda, innescato dall’abbattimento dell’aereo privato su cui viaggiavano il presidente del Paese e il suo omologo del Burundi, e spacciato per l’esplosione di un conflitto etnico tra Hutu e Tutsi, si continua a discutere sulle cause del massacro di quasi un milione di persone. Dopo tre decenni, si evidenziano implicazioni che gettano una luce meno semplificata su quegli eventi drammatici: a cominciare dal ruolo delle grandi potenze che cercavano di accaparrarsi le enormi risorse strategiche nella regione dei...
È certamente corretto sostenere che le motivazioni che stanno spingendo Washington a mettere sotto assedio Pechino sono di natura economica. Paradossalmente questa tesi è stata infatti espressa indirettamente dalla stessa Segretario al Tesoro Yellen, in una intervista della settimana scorsa che non ha avuto la risonanza che avrebbe meritato nonostante anticipasse i temi che la stessa Yellen sta trattando con l'élite politica cinese nel suo viaggio diplomatico in corso in questi giorni. Di importanza capitale per comprendere la situazione a...
Pubblichiamo un estratto della prefazione del libro “Ucraina, Europa, mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale” di Giorgio Monestarolo (Asterios, Trieste, pp.106, euro 13). L’autore è ricercatore presso il Laboratorio di Storia delle Alpi dell’Università della Svizzera italiana e docente di Storia e Filosofia al liceo Vittorio Alfieri di Torino. La prefazione è del generale Fabio Mini, che tra le altre cose è stato generale di Corpo d’Armata, Capo di Stato Maggiore del Comando NATO del Sud Europa e comandante della missione...
Volete uscire dal dominio neoliberista, volete allentare la morsa della gabbia d’acciaio capitalista, volete invertire l’allungamento in corso da decenni della scala sociale di cui tra l’altro vi è vietato l’uso per provare a scalarla. Avete idee di mondo migliore, più giusto, qualsiasi sia la vostra idea di “giusto”. Tutto ciò è politico. Ma la vostra società non è ordinata dal politico, è ordinata dall’economico. È l’economico il regolamento del gioco sociale, è lui a dettare scala di valori, premi, punizioni, mentalità e cultura comune. E...
Nelle Conferenze di La Paz, nel 1995, il teologo e filosofo argentino, tra i pionieri della Teologia della Liberazione e in esilio dalla sua patria durante il regime fascista sviluppa la sua attentissima lettura di Marx dal punto di vista rivendicato dell’esternità e del lavoro ‘vivo’; ovvero della persona effettiva, reale, completa. Questo, declinato nelle sue diverse forme, marginali e ‘poveri’, stati subalterni e periferici, è il tema centrale della filosofia e della prassi politico-culturale ed etica di Dussel. Proviamo, dunque, a...
Come ha potuto succedere? Che mostruosità! Tutte quelle armi che circolano! Ma in che tempi viviamo! Colpa dei genitori….Colpa della scuola…. Sono le esclamazioni dei manigoldi ipocriti che tendono a ottunderci il cervello mentre cerchiamo di farci capaci dell’enormità di un bambino di dodici anni che entra in classe con una pistola e spara e uccide suoi compagni. Si assembrano sugli schermi e nelle paginate psicologi, sociologi, esperti di ogni risma da un euro all’etto a disquisire sul fattaccio. E tutti, indistintamente, a mancare...
L’apparente moderazione dell’Iran di fronte all’aggressione israeliana non dovrebbe essere confusa con la debolezza. Teheran esercita costantemente pressioni su Tel Aviv attraverso i propri metodi, preparando attentamente il terreno per il disfacimento di Israele. «La leggenda narra che una rana posta in una pentola poco profonda piena d’acqua riscaldata su un fornello rimarrà felicemente nella pentola d’acqua mentre la temperatura continua a salire, e non salterà fuori anche se l’acqua raggiunge lentamente il punto di ebollizione e uccide la...
Più passano i giorni, più Israele procede nella sua campagna di sterminio, più si isola dal resto del mondo, più comprendo che il pogrom del 7 ottobre, pur essendo, come non può che essere un pogrom, un’azione atroce moralmente inaccettabile, è stato un atto politico capace di cambiare la direzione del processo storico. La conseguenza immediata di quell’azione è stata lo scatenamento di un vero e proprio genocidio contro la popolazione di Gaza, ma il genocidio era in corso in modo strisciante da settantacinque anni, nei territori occupati, in...
Marx era consapevole della difficoltà che l’idea di classe poneva come categoria che rappresenta un insieme eterogeneo di lavoratori, perché sapeva che il proletariato era composto non solo dagli operai di fabbrica ma da tanti altri lavoratori che, al pari di oggi, avevano in comune il fatto di trovarsi nella stessa posizione nei rapporti di potere. Tuttavia, nel pieno del capitalismo industriale, la classe in termini marxiani ha rappresentato una categoria utile a descrivere l’asimmetria dei rapporti di produzione e come questi fossero...
Premettendo che l'uscita di CS dai social ebbe molte ragioni circostanziate e che continuo a pensare che i social network siano già da tempo "territorio nemico", cominciamo mettendo in rilievo l'annuncio nell'articolo: Sabato 11 Maggio alle ore 10 presso il Centro Congressi Cavour sito a Roma in Via Cavour 50/a, ci riuniremo per il decennale de L’Interferenza e sarà l’occasione, oltre che per un dibattito politico sui vari temi di politica e di politica internazionale, anche per lanciare una battaglia per la libertà di informazione, per...
I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sono sempre più poveri. Alla base del divario, tra gli altri fattori, anche le eredità che in molti Paesi passano di mano senza essere tassate, o quasi. Così per la prima volta in 15 anni, secondo i dati di Forbes, tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato la loro ricchezza. Detto in altri termini: nessuno di loro ha un’estrazione socio-economica familiare differente e si è “fatto da solo”. Addio ascensore sociale: il “grande trasferimento di ricchezza” – 84.000 miliardi di dollari nei...
Il giornale statunitense Politico ha intervistato alcuni ufficiali militari ucraini di alto rango che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny silurato a febbraio da Zelenski. Le conclusioni sono che per l’Ucraina “il quadro militare è cupo”. Gli ufficiali ucraini affermano che c’è un grande rischio che le linee del fronte crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva. Inoltre, grazie a un peso numerico molto maggiore e alle bombe aeree guidate che stanno distruggendo le posizioni ucraine ormai...
L’assassinio del generale Reza Zahedi in un edificio dell’ambasciata iraniana di Damasco, assassinato insieme ad altri membri delle guardie rivoluzionarie, supera un’altra delle linee rosse che normalmente hanno limitato la portata dei conflitti del Secondo dopoguerra, evitando al mondo escalation ingestibili (il mondo guidato da regole esisteva prima dell’89; dopo il crollo del Muro, le regole sono state riscritte a uso e consumo degli Usa…). Anzitutto perché Israele ha colpito un alto ufficiale di una nazione non ufficialmente in guerra....
Sul quotidiano La Stampa di ieri è stata pubblicata una significativa intervista al fisico Carlo Rovelli che ha preso posizione a sostegno delle mobilitazioni degli studenti che chiedono la sospensione della collaborazione tra le università italiane e le istituzioni israeliane. Qui di seguito il testo dell’intervista Carlo Rovelli, fisico teorico, autore dei bestseller di divulgazione scientifica “Sette brevi lezioni di fisica” e “L’ordine del tempo”, non è uno da giri di parole. Nemmeno quando le idee rischiano di essere impopolari. Di...
Riporto questo articolo di Xi Jinping uscito ieri sul L’Antiplomatico, che conferma quanto ho avuto modo di analizzare in un mio contributo apparso si Carmilla e ripreso da Sinistrainrete poche settimane or sono. Non starò a ripetermi in queste sede e in estrema sintesi, mi limito a ribadire che quello cinese non è socialismo, ma nell’ambito di un processo internazionale multipolare occorre sostenere tutte le forze e i paesi che vanno in quella direzione e che di fatto contribuiscono al declino storico e generale dell’imperialismo atlantista,...
Mi scuso con chi legge questo articolo perché era mia intenzione aprire alla grande con una congrua citazione marxiana dai Grundrisse, quella che si avvia con: «Der Krieg ist daher eine…». Poi ho assistito in TV a una pensosa trasmissione condotta dal noto filosofo con nome primaverile, Fiorello, e ho cambiato idea. Il pensatore ha introdotto la categoria post-postmoderna di Ignoranza Artificiale. A questo punto ho meditato. Grande LLM di GPR-3! Grandissimo PaLM-2 che è addestrato da 340 miliardi di parametri! Grandioso GPT-4 addestrato da un...
Terminata la lettura delle scarse 150 pp. del volume di Stefano Isola, A fin di bene: il nuovo potere della ragione artificiale (Asterios, 2023), la sensazione è di inquietudine. Il dibattito sulle potenzialità della cosiddetta “intelligenza artificiale” (AI) è salito al punto da echeggiare i temi della fantascienza sulla “rivolta delle macchine”. Impressiona il fatto che la denuncia dei rischi venga non da qualche sorta di “primitivista”, ma da imprenditori del settore e da ricercatori. “Il 49% dei ricercatori di intelligenza artificiale ha...
Aleksandr Herzen diceva che il nichilismo non è il voler ridurre le cose a nulla, bensì riconoscere il nulla quando lo si incontra. La nulliloquenza non sarebbe difficile da individuare, dato che consiste nel muoversi costantemente su categorie astratte senza mai scendere nel dettaglio concreto. Purtroppo a volte è sufficiente drammatizzare la mistificazione nel modo giusto per far cascare l’uditorio nell’illusione. Nel gennaio scorso ci hanno raccontato la fiaba sul liberista, “libertario” e “anarco-capitalista” Xavier Milei, neo-presidente...
1. Crisi della sinistra. Secondo me, andrebbe retrodatata a ben prima del ‘68, perché la sua sottomissione alle pratiche e all’ideologia del neocapitalismo è molto più vecchia ed era, infatti, già oggetto agli inizi degli anni Sessanta di un lavorio critico che con Marx pur qualcosa aveva a che fare, malgrado la sua “torsione operaista” (Panzieri e «Quaderni rossi») oggi a te appare risibile.
2. «Programma di liberazione nazionale e sociale». Al momento non esiste. E i tentativi di pensarlo (le pratiche mi paiono di là da venire…) corrono, secondo me, un grave rischio: usare le “rovine” di un pensiero nazionale (risorgimentale?) troppo inquinato, e già dall’inizio del Novecento, da imponenti e non casuali venature nazionaliste e poi apertamente fasciste. Per quanti si sono formati su un pensiero classista, ma ammettono il suo indebolimento (qualcuno, come La Grassa, parla addirittura di una sua inconsistenza), non è facile un “buon uso” (nel senso fortiniano del «proteggete le nostre verità» intendo io) di questo tipo di “rovine” (intendo quelle del pensiero nazionale). Anche per la semplice ragione che in passato l’abbiamo sempre guardato con distacco o sufficienza o ostilità. Anche se venissero fugate le obiezioni più serie (accuse di populismo e di connivenza con la «destra eterna»), un’ “acculturazione nazionale” resterebbe un bel problema: non è facile innestarla sulla base culturale sia pur vagamente marxiana delle vecchie generazioni, non si sa che accoglienza troverebbe tra le nuove generazioni formatesi nel disfacimento della sinistra e nel populismo berlusconiano.
3. Badiou. Non so quanto sia determinante in questo autore la distinzione tra “imprese criminali” del comunismo storico (cattivo) e bontà o innocenza dei “movimenti” o dei “gruppi in fusione” sartriani (o del “comunismo buono”).
Anche se accettassimo il suo ”essenzialismo” (inteso come «potenzialità da attualizzare») o la tua «teoria normativa della natura umana» (aristotelica invece che platonica) o l’Umanesimo o il Marx filosofo della storia, a me pare che l’idea di comunismo, che tu vuoi salvare in contrasto con il comunismo (realmente o apparentemente) movimentista e buono di Badiou, resta il fatto che entrambe queste forme di comunismo siano soltanto idee (e quindi accettate o più accettabili proprio nei tanto da te disprezzati ambienti universitari o accademici e non negli ambiti sociali meno “intellettualizzati” o legati alle dimensioni più “quotidiane” della vita, per quanto sia i primi che i secondi oggi siano sottoposti a sussulti e trasformazioni poco decifrabili). Se poi si avesse il coraggio di ritenere (sempre da parte di minoranze però) che le “imprese” del comunismo storico non siano affatto riducibili a “criminali”, resta comunque il fatto che quel comunismo è stato sconfitto. Come resta il fatto che con l’Idea di comunismo (intesa come mera «potenzialità da attualizzare») non si ha (in partenza) alcuna garanzia di una più alta “bontà” (diciamo così) del nuovo comunismo rispetto al vecchio e sconfitto. Ma io, guardando un po’ alla storia, ho un dubbio ben più atroce e non facile da allontanare: e se l’elemento che chiamiamo “criminale” fosse presente anche nella «natura umana»? Allora, ci vorrebbe ancora più coraggio o un’audacia da eroi del mito e arrivare a pensare persino a un comunismo propriamente criminale (idea davvero impopolare, che sarebbe respinta non solo dai circoli accademici ma passerebbe difficilmente tra la cosiddetta gente comune). Perché delle due l’una: o accettiamo che certi comportamenti o atti per costruire il comunismo furono davvero criminali (e cioè, nell’accezione comune del termine, da condannare); oppure erano inevitabili o addirittura necessari; e allora non possono essere qualificati come criminali e sono così designati, per malafede, soltanto dai nemici del comunismo. Ma, pur se riuscissimo a togliere a quei fatti l’etichetta della criminalità, dobbiamo però ammettere che sono risultati inefficaci, non hanno cioè realizzato nessun comunismo e che, alla fine, quel sistema indicato con il termine ‘comunista’ (o “socialismo reale”) è imploso anche per una sua intrinseca debolezza e non solo per la pressione esterna del sistema capitalistico. Dunque, in ogni caso - criminali o semplicemente inevitabili - le imprese per costruire l’«Uomo nuovo di Stalin» sono fallite. (Tra parentesi. Per me resta incomprensibile la reticenza a qualificare come criminali le imprese staliniane da parte di chi non ha tentennamenti a definire criminali quelle degli Usa. O la dimensione criminale è nelle cose umane, dato inevitabile della storia umana e il buono che possiamo ritrovare nelle forme di civiltà va misurato prescindendo dai crimini in essa compiuti o la dimensione criminale può essere tenuta a bada o osteggiata (se non abolita) e allora una forma di civiltà che la ridimensioni va nettamente preferita e giudicata migliore di un’altra che invece l’incentiva o se ne serve arbitrariamente.Venne o no violentata l’”essenza dell’Uomo” ai tempi di Stalin? Su questo punto non capisco come fai ad opporti ad Hard che, in base alla biopolitica, vuole la «creazione di una nuova umanità» e non a Stalin che cercò davvero di costruirla…). Tu aggiungi poi: «un certo “marxismo” è certamente finito, ma il comunismo no». Mi chiedo: ma cos’è il comunismo rimasto, se togli un certo “marxismo”? Se non è quello “buono” di Badiou, allora bisogna pensare a quello qualificato di solito come “cattivo” o “criminale”. O a un altro ancora a metà strada? Se, appunto come dici, «nella storia umana, a differenza che nella natura, non esistono futuri prevedibili e processi ineluttabili» e sostieni che bisogna disfarsi del determinismo presente nel«marxismo engelsiano [e nel] materialismo dialettico leniniano, staliniano e maoista», dobbiamo aggiungere però che l’idea di comunismo sopravvissuta a un “certo marxismo” non ha alcuna garanzia di non diventare (o addirittura dover essere) criminale. Possiamo solo auspicare o scommettere che, sviluppando le sue potenzialità, quell’Uomo (o quell’ “essenzialismo”) non sveli aspetti criminali. (Badiou accortamente o da opportunista si ferma sulla soglia di questo arduo problema e accoglie un’idea della natura umana e del comunismo come buona. Ma allora perché ironizzi sulle scommesse altrui (di Badiou in questo caso), dicendo che «si tratta di una nuova “fede per intellettuali”, di una scommessa pascaliana senza Dio, di una sorta di anarchismo universitario per colti», se , anche quella tua, in fondo, solo una scommessa è?).
4. Hardt e Negri. Ne fai una critica troppo di pelle. Ma da quale pulpito? Dici: «queste moltitudini, a mio avviso, non esistono». Va bene. Ma non esiste neppure il comunismo (o al momento il “tuo” comunismo). Se è Idea il comunismo, perché non accettare almeno che sia Idea pure quella della moltitudine? Se uno ti dicesse: mostrami il tuo comunismo, tu potresti mostrargli solo un’idea. E anche Negri e Hard potrebbero (e infatti mi pare che dicano) che la moltitudine non esiste adesso, ma deve essere costruita. Né capisco perché, se in Negri e Hard «il comunismo può essere così integralmente “pensato” come il rovescio (non dialettico, of course) del capitalismo», il “tuo” comunismo non dovrebbe, sia pur attraverso un processo dialettico, essere il rovescio del capitalismo. O si ridurrebbe, se non capisco male, solo al predominio del pubblico rispetto al privato? Ma allora l’accusa che «il “comune” di Negri ed Hardt è curiosamente molto simile alla comunanza delle merci omogeneizzata del capitalismo di oggi» potrebbe valere anche per il “tuo” comunismo, il cui ‘pubblico’ somiglierebbe troppo al ‘pubblico statale’ del capitalismo. Né mi pare che il neoliberismo economico abbia così «paura del “pubblico” (scuola pubblica sanità pubblica, edilizia pubblica, eccetera», almeno nelle fasi di crescita economica. Ha paura forse di un predominio assoluto del pubblico sul privato. Ma allora l’ideale comunista non tornerebbe ad identificarsi con lo Stato (cioè con il “pubblico”)? Quando perciò scrivi:«il comunismo storico novecentesco, particolarmente nella forma staliniana, è stato effettivamente un dispotismo del lavoro fondato sulla statalizzazione integrale del “pubblico” e del “privato”, e per questa ragione è caduto tanto facilmente, in quanto per far crollare l'intero edificio è bastato picconare la struttura portante del partito-stato », mi viene il dubbio che la tua idea di comunismo come azione di mera opposizione «alla privatizzazione del welfare (dove c'è ancora), alla privatizzazione dell'educazione, alla privatizzazione dell'assistenza sanitaria, eccetera» finisca nuovamente per confondersi con la tradizionale, “democratica” e non per questo comunista, lotta in favore del pubblico contro il privato? Ma forse questo pubblico è già di per sé il comunismo? Dici di non voler by-passare «le comunità reali nazionali e religiose, le uniche realmente esistenti», ma non si capisce come in esse “penetrerà” mai l’idea di comunismo, come si possano trasformare in comunità comuniste (a meno che non lo siano già e si tratta solo - scusa la battuta - di farglielo riconoscere o di identificare comunismo e comunitarismo).
5. Su La Grassa. Per quel che so, la distinzione Marx filosofo/Marx scienziato è vecchia ed è stata a lungo contestata (da Lukács ad es.). Il crollo storico di certe speranze rende chissà per quanto tempo irricomponibili le due letture. E oggi tu e La Grassa mi sembrate due rassegnati a guardare la stessa cosa da due buchi di serratura diversi. Io che sono vecchio e ho seguito tutto il complicato e contorto dibattito sulla «crisi del marxismo» degli anni Settanta-Ottanta non mi sento di schierarmi (da tifoso) né con te né con La Grassa. Posso solo rammaricarmi della rottura del vostro sodalizio precedente e prendere atto di una separazione irrimediabile. In una poesia mi capitò di scrivere, proprio a proposito di una separazione (di coppia): «In sogni separati, anzitempo, si è dovuto morire, fissando invano il giusto, che diviso traspare appena». Insomma, quello che prima, in tempi di vacche grasse, sembrava un discorso tendenzialmente unitario su Marx, oggi in tempi di vacche magre s’è spezzato in due discorsi. Una pacata valutazione delle analisi tue e di La Grassa sarà possibile forse solo più avanti. Quello che, secondo me, si potrebbe però già da subito evitare sono gli insulti o le caricature delle posizioni da parte dell’uno e da parte dell’altro (o, soprattutto, dei rispettivi seguaci), che a me sembrano controllabili. Si spazzerebbe via una coltre di chiacchiera e di commenti spazzatura (ripeto specie dei rispettivi “tifosi”) e le “travi” delle rispettive ricerche - tue e di La Grassa - potrebbero essere viste e analizzate meglio, senza fastidiose e sterili distrazioni. E forse si vedrà meglio il buono dell’una e il buono dell’altra, anche se i due buoni non potessero più essere sommati. (Non è detto, cioè, che, se Marx o Lenin eccedettero in insulti pesanti contro o loro avversari, ricevendone altrettanti, si debba imitarli. Non ho mai pensato che le loro teorie siano state migliorate grazie a questi insulti). Tu poi, pur accusando La Grassa di riduzionismo, gli riconosci che ha fatto «scoperte preziose». Anzi gli dai persino ragione su punti importanti e su altri, dove io ad esempio ho più incertezze o rifiuti ( il giudizio su Tien An Men ad es.). Che egli non metta nulla al posto del marxismo, demolito al 90%, o metta qualcosa («il sistema di strategie di “lotta per la supremazia” fra agenti strategici»), che a te non pare «credibile», non dimostra di per sé che quella demolizione sia ingiustificata. Ma il punto decisivo della discordia è proprio sulla morte o meno del comunismo assieme al marxismo. Toccherebbe dire se questo è vero o falso in modi convincenti e argomentati. Invece, almeno in questo scritto, ti accontenti di prendere La Grassa in castagna: «l'odiatore althusseriano della dialettica GLG accetta integralmente l'argomento iperdialettico di Marx, per cui il comunismo, per non essere una fanfaluca umanistica, deve risultare da un processo dialettico interno al modo di produzione capitalistico stesso». O ricorri all’accusa che egli non s’intenda di Hegel o della sua «Scienza della Logica». Ora, secondo me, La Grassa potrebbe erroneamente non tener conto del primo Marx, quello umanistico, del secondo, quello hegeliano, e ritenere valido solo il terzo (lo scienziato, l’epistemologo del modi di produzione capitalistico), ma, se usando anche soltanto questo Marx, dicesse qualcosa di vero o di credibilmente vero o d’interessante, che tu non puoi confutare, mi pare debole e troppo soggettivo sostenere che tu non ti accontenti del «sostituto» del marxismo che La Grassa indica. Il “tuo” non gradimento della pars costruens di La Grassa, non nega valore di (possibile) verità alla sua pars destruens o a porzioni di essa. A meno che tu non possa ribaltare o negare quello che egli dice e mostrare a lui o a noi che egli si sbaglia. (Bisognerebbe, cioè, provare che quel lavoratore collettivo s’è formato, etc.). Altrettanto debole mi pare l’argomento antiautoritario: «Chi scrive non accetta che GLG gli dica, anzi gli imponga, “da quale porta” si deve uscire per prendere congedo da un marxismo effettivamente sclerotizzato e da un comunismo effettivamente onirico». Il problema per me è vedere se uno ha ragione o torto (o magari se ha parzialmente ragione). Mi scuso di eventuali forzature e sottovalutazioni. Ma ci tengo a farti sapere un’opinione che trova concordi anche altri amici che non hanno smesso di interrogarsi su questi temi.
Enrico Grazzini è giornalista economico, autore di saggi di economia, già consulente strategico di impresa. Collabora e ha collaborato per molti anni a diverse testate, tra cui il Corriere della Sera, MicroMega, il Fatto Quotidiano, Social Europe, le newsletter del Financial Times sulle comunicazioni, il Mondo, Prima Comunicazione. Come consulente aziendale ha operato con primarie società internazionali e nazionali.
Ha pubblicato con Fazi Editore "Il fallimento della Moneta. Banche, Debito e Crisi. Perché bisogna emettere una Moneta Pubblica libera dal debito" (2023). Ha curato ed è co-autore dell'eBook edito da MicroMega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro" ” , 2015. Ha scritto "Manifesto per la Democrazia Economica", Castelvecchi Editore, 2014; “Il bene di tutti. L'economia della condivisione per uscire dalla crisi”, Editori Riuniti, 2011; e “L'economia della conoscenza oltre il capitalismo". Codice Edizione, 2008
Salvatore Minolfi: Le origini della guerra russo-ucraina
Add comment