Marx era consapevole della difficoltà che l’idea di classe poneva come categoria che rappresenta un insieme eterogeneo di lavoratori, perché sapeva che il proletariato era composto non solo dagli operai di fabbrica ma da tanti altri lavoratori che, al pari di oggi, avevano in comune il fatto di trovarsi nella stessa posizione nei rapporti di potere. Tuttavia, nel pieno del capitalismo industriale, la classe in termini marxiani ha rappresentato una categoria utile a descrivere l’asimmetria dei rapporti di produzione e come questi fossero...
Premettendo che l'uscita di CS dai social ebbe molte ragioni circostanziate e che continuo a pensare che i social network siano già da tempo "territorio nemico", cominciamo mettendo in rilievo l'annuncio nell'articolo: Sabato 11 Maggio alle ore 10 presso il Centro Congressi Cavour sito a Roma in Via Cavour 50/a, ci riuniremo per il decennale de L’Interferenza e sarà l’occasione, oltre che per un dibattito politico sui vari temi di politica e di politica internazionale, anche per lanciare una battaglia per la libertà di informazione, per...
I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sono sempre più poveri. Alla base del divario, tra gli altri fattori, anche le eredità che in molti Paesi passano di mano senza essere tassate, o quasi. Così per la prima volta in 15 anni, secondo i dati di Forbes, tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato la loro ricchezza. Detto in altri termini: nessuno di loro ha un’estrazione socio-economica familiare differente e si è “fatto da solo”. Addio ascensore sociale: il “grande trasferimento di ricchezza” – 84.000 miliardi di dollari nei...
Il giornale statunitense Politico ha intervistato alcuni ufficiali militari ucraini di alto rango che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny silurato a febbraio da Zelenski. Le conclusioni sono che per l’Ucraina “il quadro militare è cupo”. Gli ufficiali ucraini affermano che c’è un grande rischio che le linee del fronte crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva. Inoltre, grazie a un peso numerico molto maggiore e alle bombe aeree guidate che stanno distruggendo le posizioni ucraine ormai...
L’assassinio del generale Reza Zahedi in un edificio dell’ambasciata iraniana di Damasco, assassinato insieme ad altri membri delle guardie rivoluzionarie, supera un’altra delle linee rosse che normalmente hanno limitato la portata dei conflitti del Secondo dopoguerra, evitando al mondo escalation ingestibili (il mondo guidato da regole esisteva prima dell’89; dopo il crollo del Muro, le regole sono state riscritte a uso e consumo degli Usa…). Anzitutto perché Israele ha colpito un alto ufficiale di una nazione non ufficialmente in guerra....
Sul quotidiano La Stampa di ieri è stata pubblicata una significativa intervista al fisico Carlo Rovelli che ha preso posizione a sostegno delle mobilitazioni degli studenti che chiedono la sospensione della collaborazione tra le università italiane e le istituzioni israeliane. Qui di seguito il testo dell’intervista Carlo Rovelli, fisico teorico, autore dei bestseller di divulgazione scientifica “Sette brevi lezioni di fisica” e “L’ordine del tempo”, non è uno da giri di parole. Nemmeno quando le idee rischiano di essere impopolari. Di...
Riporto questo articolo di Xi Jinping uscito ieri sul L’Antiplomatico, che conferma quanto ho avuto modo di analizzare in un mio contributo apparso si Carmilla e ripreso da Sinistrainrete poche settimane or sono. Non starò a ripetermi in queste sede e in estrema sintesi, mi limito a ribadire che quello cinese non è socialismo, ma nell’ambito di un processo internazionale multipolare occorre sostenere tutte le forze e i paesi che vanno in quella direzione e che di fatto contribuiscono al declino storico e generale dell’imperialismo atlantista,...
Mi scuso con chi legge questo articolo perché era mia intenzione aprire alla grande con una congrua citazione marxiana dai Grundrisse, quella che si avvia con: «Der Krieg ist daher eine…». Poi ho assistito in TV a una pensosa trasmissione condotta dal noto filosofo con nome primaverile, Fiorello, e ho cambiato idea. Il pensatore ha introdotto la categoria post-postmoderna di Ignoranza Artificiale. A questo punto ho meditato. Grande LLM di GPR-3! Grandissimo PaLM-2 che è addestrato da 340 miliardi di parametri! Grandioso GPT-4 addestrato da un...
Terminata la lettura delle scarse 150 pp. del volume di Stefano Isola, A fin di bene: il nuovo potere della ragione artificiale (Asterios, 2023), la sensazione è di inquietudine. Il dibattito sulle potenzialità della cosiddetta “intelligenza artificiale” (AI) è salito al punto da echeggiare i temi della fantascienza sulla “rivolta delle macchine”. Impressiona il fatto che la denuncia dei rischi venga non da qualche sorta di “primitivista”, ma da imprenditori del settore e da ricercatori. “Il 49% dei ricercatori di intelligenza artificiale ha...
Aleksandr Herzen diceva che il nichilismo non è il voler ridurre le cose a nulla, bensì riconoscere il nulla quando lo si incontra. La nulliloquenza non sarebbe difficile da individuare, dato che consiste nel muoversi costantemente su categorie astratte senza mai scendere nel dettaglio concreto. Purtroppo a volte è sufficiente drammatizzare la mistificazione nel modo giusto per far cascare l’uditorio nell’illusione. Nel gennaio scorso ci hanno raccontato la fiaba sul liberista, “libertario” e “anarco-capitalista” Xavier Milei, neo-presidente...
Ieri sera nel salotto di Floris il padre di Ilaria Salis ha pronunciato le seguenti parole: “Mia figlia è in carcere perché è una donna, perché è antifascista e perché non è ungherese”. Ora, un padre direbbe e farebbe di tutto pur di tirar fuori la propria figlia dalla galera, e questo ci sta tutto ed è ciò che lo nobilita. Dopo di che se crede o meno in ciò che dice o sia solo una escamotage per aiutare la figlia non lo sappiamo perché non siamo nella sua testa e, tutto sommato, è anche irrilevante saperlo. Chiarito questo, lo spropositato...
In prima serata per modo di dire, ovviamente. Come diceva qualcuno, se campi abbastanza ne vedi di tutte le specie. Aggiungerei che finisci per vedere tutto e il contrario di tutto. Esce su Netflix Il problema dei tre corpi e improvvisamente tutti parlano di caos deterministico, il che è molto curioso ai miei occhi. È molto curioso perché mi ricordo molto bene di quando iniziai a parlare di teorie del caos. Fu nel 2016 e il partito de lascienza ci mise poco a classificare la cosa: "le teorie del caos sono un marker dell'antivaccinismo". Mi...
Quattro autorevoli personalità tedesche – Peter Brandt, storico e figlio del cancelliere Willy Brandt, il politologo Hajo Funke, il generale in pensione Harald Kujat e Horst Teltschik, già consigliere del cancelliere Helmut Kohl – hanno presentato un piano di pace (qui il testo tradotto) altamente competente e realistico su come si potrebbe porre fine alla guerra in Ucraina attraverso un cessate il fuoco e successivi negoziati di pace. Si tratta probabilmente della proposta di pace più completa e innovativa che sia stata avanzata da un...
Quando il conflitto in Ucraina passerà alla storia, le passioni si placheranno e gli storici professionisti inizieranno ad analizzare gli eventi del recente passato, rimarremo tutti scioccati: come è potuto accadere che abbiamo accettato per oro colato un'ovvia menzogna? È consuetudine ironizzare sul passato di Vladimir Zelenskyj nel mondo dello spettacolo, ricordando come simulava suonare il pianoforte con i genitali per il divertimento del pubblico. C'erano altre battute di basso livello nel suo repertorio. Ma questo fu l’inizio, e...
Il libro di Giorgio Monasterolo, Ucraina, Europa mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale, pubblicato dalla casa editrice Asterios (2024), affronta l’argomento guerra in Ucraina e quella fra Israele e palestinesi della striscia di Gaza rispondendo contemporaneamente a due domande: come scoppiano i conflitti militari e perché. E’ opportuno, sostiene, spostare l’attenzione dal “come”, dalla logica aggressore-aggredito – secondo la quale la guerra ucraina è iniziata nel 2022, con l’attacco russo e quella di Gaza nell’ottobre 2023 con il...
«Indipendentemente dalla volontà degli uomini e delle autorità che li dirigono», scrive Fernand Braudel, i fenomeni collettivi si generano, accadono, tramontano, mutano (Civiltà materiale, economia e capitalismo (secoli XV-XVIII), vol. III, I tempi del mondo, trad. di C. Vivanti, Einaudi, Torino 1982, p. 65). Una volta avviate, le dinamiche sociali e politiche vivono di vita propria, seguendo regole certo non rigide come quelle che guidano il mondo fisico ma molto forti e a volte assai simili ai principi che sottendono le trasformazioni...
Dall’intelligenza artificiale allo sfruttamento dei satelliti. Dai dati sul traffico marittimo alle operazioni di compravendita che si chiudono in millesimi di secondo. Vale tutto sui mercati finanziari, pur di vincere la gara. Arrivare per primi, avere le informazioni una frazione di istante prima degli altri. Essere i più veloci a realizzare qualsiasi operazione di acquisto o vendita. Secondo un recente articolo di Les Echos alcuni fondi analizzano le foto satellitari dei porti per monitorare il numero di container in attesa. L’analisi di...
Dopo sole 24 ore dall’orribile eccidio del 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca, che ha provocato la morte di almeno 137 persone innocenti e il ferimento di altre 60, i funzionari statunitensi avevano attribuito la responsabilità del massacro all’ISIS-K, la branca di Daesh dell’Asia centro-meridionale. Per molti, la rapidità dell’attribuzione aveva sollevato il sospetto che Washington stesse attivamente cercando di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica occidentale e del governo russo dai veri colpevoli – l’Ucraina e/o la Gran...
Il deficit pubblico incrementa il risparmio privato, e il debito pubblico E’ risparmio privato. Queste affermazioni, che dovrebbero essere sostanzialmente ovvietà, se non tautologie, sono nondimeno fortemente avversate dagli euroausterici. Spesso il loro tentativo di confutazione s’impernia grosso modo su quanto segue. Sì certo, il deficit pubblico mette soldi a disposizione del settore privato. Ma questi soldi rimangono in tasca ad alcuni soggetti, non a tutti. C’è chi riesce a risparmiare, magari anche parecchio, e magari utilizza il...
Il mondo è in grande trasformazione, con cambiamenti mai visti prima, come scrivono da diverso tempo i compagni cinesi. Siamo entrati in una nuova fase della storia mondiale, una fase di guerre aperte – dalla proxy war di USA-NATO-UE contro la Russia in Ucraina, al Vicino Oriente, con la guerra genocida di Israele contro la resistenza palestinese. A differenza delle guerre del precedente trentennio post-sovietico – aggressioni unilaterali USA-NATO contro Paesi e popoli che in un modo o nell’altro erano di ostacolo alla marcia...
«Le Università non possono schierarsi o entrare in guerra», ha detto giorni fa la ministra Anna Maria Bernini. «Ritengo ogni forma di esclusione o boicottaggio sbagliata ed estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei da sempre ispirata all’apertura e all’inclusività». E’ questo il mantra ripetuto e declinato da tutti i difensori degli accordi esistenti tra università italiane e israeliane. Che non sempre si fermano sul limite segnato dalla Costituzione, ossia l’autonomia garantita degli atenei. Il loro obiettivo è stigmatizzare...
In una lunga intervista concessa alle Izvestija, il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov si è soffermato particolarmente sul piano di pace proposto dalla Cina per il conflitto in Ucraina, dandone un’altissima valutazione. Nonostante che tale proposta sia stata avanzata oltre un anno fa, a parere di Lavrov è tuttora attuale, proprio perché è inquadrata nel complesso della sicurezza collettiva mondiale, il cui rifiuto da parte occidentale, nel dicembre 2021, aveva condotto alla crisi attuale. Sul sito REX, il politologo Vladimir Pavlenko...
Qualche giorno fa, durante una protesta davanti all’ambasciata israeliana di Città del Messico, qualcuno ha gridato degli slogan antisemiti. Era un provocatore ed è stato subito isolato. Tuttavia, la questione è delicata perché lo Stato sionista sta sfruttando l’innegabile recrudescenza dell’antisemitismo dopo l’invasione di Gaza per giustificare i propri crimini. Tale narrazione è legittimata da un fatto storico: gli ebrei sono stati vittime di uno dei più grandi massacri della storia, l’Olocausto (Shoah in ebraico), compiuto dai nazisti nel...
“Ne abbiamo abbastanza dei diktat dell’UE”. A dirlo è la 41enne eurodeputata Kateřina Konečná, leader del Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSČM) che ha promosso una coalizione elettorale denominata “STAČILO!”, letteralmente “Basta!” con cui ricandidarsi al parlamento dell’Unione Europea in giugno. Definita come l’unica “opposizione rilevante”, la nuova coalizione ritiene che alla tradizionale divisione fra destra e sinistra occorra preferire oggi, in un’epoca storica nuova, un altro tipo di distinzione, basata su due priorità: quella...
Guardando i video provenienti da Gaza si rimane colpiti dalla ferocia dell’esercito israeliano; è percepibile in ogni gesto, persino nell’irrisione gratuita dei bambini. Non c’è alcuna giustizia in essa, alcuna coscienza etica o azione giustificata; c’è soltanto una gigantesca volontà di annichilire i palestinesi. Ferocia, crudeltà, terrore. Qualsiasi termine si usi per descrivere il comportamento dell’esercito israeliano, anche il più preciso, non sarà mai in grado di rappresentare compiutamente quello che sta accadendo realmente a Gaza. Che...
La Corte di Giustizia Internazionale dell’Aia ha ammonito Israele a permettere “senza indugio […] la fornitura… di servizi di base e di assistenza umanitaria urgentemente necessari”, cioè alimenti, medicine, carburante e altri beni essenziali. La Corte e il genocidio di Gaza È la seconda volta che la Corte, chiamata a vigilare sul crimine di genocidio, si pronuncia sulla guerra di Gaza. A gennaio emanò una sentenza nella quale richiamò Israele a prevenire il crimine di genocidio contro i palestinesi, imponendo, tra le altre cose, di cessare...
In un articolo del 23 febbraio dicevamo: «Ma il punto più interessante riguarda l’automotive (il Parlamento europeo ha bocciato la proposta sul regolamento “Euro 7”). Questa doveva essere la vera grande “rivoluzione” che avrebbe comportato, non solo il rinnovo dell’intero parco macchine, ma anche una svolta nelle abitudini quotidiane dei cittadini europei. Ebbene, che cosa è successo? Che la Cina si è lanciata prima e meglio dell’Europa sul settore, praticando con una accorta politica di programmazione a lungo periodo, che ha coinvolto le...
Alla fine degli anni ’90 scriveva il docente statunitense Mike Davis: “Se oggi Marx fosse vivo sottolineerebbe il carattere allucinatorio della visione che ha galvanizzato le masse durante le cosiddette rivoluzioni del 1989. Il miraggio verso cui milioni di persone marciavano era la cornucopia del fordismo: cioè la società dei consumi di massa, con alti livelli di salari e di consumi, tuttora identificata con lo stile di vita americano (e del Nord Europa). La sola emancipazione raggiunta dagli sfortunati cittadini dell’ex blocco di Varsavia è...
Il 24 marzo 1976 tre criminali scesero da un bel carro armato davanti alla Casa Rosada. Per iniziare le loro attività promulgarono la pena di morte per tutti coloro che conducessero attività sovversive, abolirono i diritti civili e sciolsero il parlamento. Comprensiva, la Corte Suprema stabilì che gli “atti sovversivi” sarebbero stati esclusi dalle competenze degli organi giudiziari regolari ma, per evitare eventuali perdite di tempo, vennero sospesi tutti i magistrati ritenuti non collaboranti. Nel pomeriggio furono vietati i partiti...
A sei mesi dall’inizio della guerra lampo di Israele su Gaza, l’intelligence militare dello stato occupante ha riconosciuto con riluttanza ciò che molti sospettavano: ottenere una vittoria decisiva su Hamas è un obiettivo irraggiungibile. Nonostante la retorica iniziale del primo ministro Benjamin Netanyahu di annientamento totale, la realtà sul campo racconta un’altra storia. Tzachi Hanegbi, capo della sicurezza nazionale israeliana, aveva precedentemente dichiarato che Israele si sarebbe accontentato solo della “vittoria totale”. Eppure,...
Il conflitto tra Russia e Ucraina pare impantanato in una sostanziale situazione di stallo che allontana sempre più l’ipotesi di una risoluzione militare degli eventi. I mesi passano, uno dopo l’altro e uno identico all’altro, con un portato di morte e distruzione che monta a dismisura. Nulla di tutto questo, però, pare scalfire la determinazione con cui le principali potenze occidentali perseverano nell’applicare all’Ucraina il principio del ‘vai avanti tu, che a me viene da ridere’, continuando a soffiare sulle braci di una guerra per...
Truppe, armi e propaganda, ma non solo. I soldi, non mancano mai i soldi. Quando si volesse cercare un elemento simbolico per descrivere la crisi d’identità politica e di prospettiva dell’Unione Europea, ormai estensione statunitense, c'è la vicenda del sequestro dei beni russi a seguito del conflitto in Ucraina. La vicenda in sé, infatti, presenta una miscela di subordinazione ideologica, illegittimità giuridica e incapacità politica facile da descrivere. Il Consiglio d’Europa, riunito la settimana scorsa a Bruxelles per affrontare la...
Il tentativo di ricondurre l’attentato di Mosca a una macchinazione del Cremlino, oltre che di buon gusto appare privo di fondamento logico, mancando di spiegare in modo credibile per quale ragione e con quale obiettivo il governo russo avrebbe dovuto organizzare un attentato di certe proporzioni colpendo la propria popolazione. Piaccia o non piaccia il consenso di Vladimir Putin è ai massimi storici, indipendentemente dal trascurabile e recente evento elettorale. Il quadro politico e militare non rende necessario alla dirigenza russa alcun...
Anche il più orribile dei crimini, come il genocidio a Gaza, può essere un espediente per distrarre da qualcos’altro, magari da qualche orribile segreto. Peccato che sia la stessa propaganda israeliana ad aver lasciato tracce di quel segreto. Dieci anni fa uno dei principali organi della lobby israeliana, la Anti-Defamation League, pubblicava un lungo articolo in cui ci si intratteneva con la descrizione della minaccia costituita dai tunnel di Hamas al confine tra Gaza e Israele. L’IDF (Israeli “Defense” Force; Israele si difende sempre,...
Nella visione comune educazione e violenza rappresentano i poli opposti di una questione le cui origini sono archetipiche. Il rapporto da esse intessuto può infatti essere ricondotto a quello tra civiltà e barbarie. L’educazione – si dice – è strumento della civiltà, educhiamo e siamo educati per essere civili. Già l’etimo lascia, apparentemente, pochi spazi ermeneutici, data l’origine dal latino educere, ex-ducere: condurre, tirare verso l’esterno, insomma strappare dall’ignoranza per condurre entro i sicuri confini della civiltà. La...
Sahra Wagenknecht: «Ue troppo centralista, l’Ucraina non può vincere. È vero che molti elettori della vecchia sinistra sono andati a destra, non perché razzisti o nazionalisti, bensì perché insoddisfatti» Ha fondato un partito che porta il suo nome, perché – sostiene – il principale problema dei progressisti europei è che «la loro clientela oggi è fatta di privilegiati». I detrattori la accusano di essere populista, ma il partito cresce e in alcune regioni dell’Est è la seconda o terza forza. Abbastanza da poter rompere gli equilibri della...
Alla vigilia della Prima guerra mondiale il sentimento dominante in Europa, il “topos”, era quello della improbabilità della guerra. Un sentiment che le spregiudicate prese di posizione di molti governanti europei tendono a riproporre In queste settimane si è tornati a parlare di un libro del 2013 di Christopher Clark sulla genesi della prima guerra mondiale, “I Sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande Guerra”, nel quale i leader che portarono i loro paesi in guerra vengono definiti sonnambuli. Cioè attori che incedevano irresistibilmente...
A Belgrado, quando l’Europa ha mutilato se stessa per la voglia USA di sfondare la porta jugoslava, e poi serba, verso l’Eurasia. All’ONU un voto che sembra per una tregua Gaza, ma è per salvare la pelle al mostro bellicista nelle elezioni che devono sancire la guerra degli isolani anglosassoni ai continenti-mondo. A Londra, magistrati di una corte che definiscono alta (High Court), ma che si sa popolata da cortigiani al servizio del sovrano, hanno ripetuto il rito col quale se l’erano cavata tempo fa: richiesta agli USA di fornire garanzie...
“Terza guerra mondiale?” è la domanda che ci stiamo facendo da diverse settimane e “Il fattore Malvinas” è la risposta, -anzi l’incognita- che si sono dati Daniele Burgio, Massimo Leoni, Roberto Sidoli (“Terza guerra mondiale? Il fattore Malvinas”, L’AD Edizioni 2024) in un’ordinata e dettagliatissima analisi sulla convivenza con la consapevolezza atomica dal 1945 a oggi; un libro francamente irrinunciabile se non si vuole rischiare di saltare in aria senza almeno aver compreso come siamo arrivati a questo punto. I fatti raccontati si sono...
Innanzitutto chiedo scusa alla persona che sta iniziando a leggere questo post. L’ho appena chiamata “deficiente”. Ciò è legato a ragioni di volgare promozione del post stesso: si istiga il lettore a leggere. Questa “rubrica” si dividerà in 3 parti. In ognuna delle 3 parti verranno smontate due bugie dei media dominanti sul M5S e una bugia di Grillo/Casaleggio sul M5S (questa disparità quantitativa è dovuta semplicemente al fatto che i media dominanti, essendo tali, hanno prodotto una quantità di menzogne maggiore). Naturalmente mi propongo soltanto di offrire piccole coordinate “pratiche” per cercare di capire meglio quest’incredibile accozzaglia di analfabeti e Premi Nobel che è il M5S, indubbiamente uno dei fenomeni politici più importanti dei nostri tempi, nel bene come nel male.
In questa prima parte smontiamo i miti del fascismo, del leaderismo e del cambiamento del M5S.
FASCISMO?
Il cittadino X legge su un sito di sinistra qualcosa del tipo: “Entrambi nascono da una crisi economica e politica; capacità di radunare folle e di eccitarle; fenomeno generazionale “giovani contro vecchi”; ibrido di destra e sinistra; votazioni plebiscitarie periodiche per simulare la democrazia…” Oh mio Dio! Il fascismo è alle porte! Sotto al letto, presto! Nel tragitto verso il letto, il cittadino X si imbatte nella sua tv. Non riesce a resistere e l’accende. Siamo su RaiNews24. Titolone: Grillo prepara la Marcia su Roma. Ecco, sta succedendo…poi altro titolone: Forza Nuova aderisce alla Marcia su Roma. No! E’ finita! Viva la Repubblica! Viva la Resistenza! Poi le telecamere della Rai si trovano costrette ad inquadrare la “Marcia su Roma”, una piazza con molte bandiere rosse in cui si passeggia cantando Bella Ciao sotto il sole…mmm, c’è qualcosa che non quadra. Come è possibile?
Mentre il cittadino X cerca di risolvere il suo rebus, per acquietare gli animi più turbati faccio un breve esempio. La prima volta che i fascisti entrarono in Parlamento, un anno prima della presa del potere, ottennero 35 seggi. Un giorno un deputato fascista tirò fuori tranquillamente la sua rivoltella, e con un lento giro del braccio la posò sul suo scranno, in segno di sfida, suscitando le grida di scandalo dei ministri liberali, dei cattolici e dei socialisti, e le risate dei fascisti. Alcuni mesi dopo furono una ventina i fascisti che, sempre “per scherzo” e senza mai premere il grilletto, presero le loro pistole e le posarono educatamente sui loro scranni, con la canna puntata verso la Presidenza (dove adesso siede la Boldrini). Un deputato cattolico, nelle sue memorie, scriverà che a differenza della prima volta nessuno si mise a protestare. Calò un silenzio tombale. Visualizzate questa scena, fissatela nella vostra mente. Ce l’avete? Ora visualizzate subito il faccione di Vito Crimi, con quella sua inconfondibile espressione da orso Yogi dopo un lauto pasto. Bene. Dopo questo esercizio visivo, forse abbiamo recuperato il senso delle proporzioni storiche.
Nel frattempo, il cittadino X ha risolto il suo rebus: allora si tratta di un fascismo più sottile, più pervasivo, un fascismo diabolico che si mostra talvolta vestito di rosso e pieno di “virtù civili”! E’ terribile! Ehm…in che senso? Calma. Facciamo un passo indietro. Dal piccolo dramma del cittadino X si evincono due cose: l’equazione grillismo=fascismo è stata propagata sia da una certa cultura di sinistra, sia dai media dominanti. La prima lo ha fatto in ossequio alla sua proverbiale ignoranza antifà quando si parla di fascismo, i secondi perché hanno molta paura del M5S. Questi sedicenti intellettuali “antifascisti” che vogliono, in quanto intellettuali, metterci al corrente del pericolo, utilizzano il termine “fascismo” come un vago contenitore linguistico, svuotando così di significato anche il termine “antifascismo”. Per riempire tale contenitore utilizzano la seguente logica: tutto ciò che gode di appoggio popolare e non è comunista, è fascista. Azz…un criterio rigoroso. Ricorda lo slogan di Berlusconi: tutto ciò che non è berlusconiano, è comunista (quindi Prodi è comunista); oppure: tutto ciò che non è cattolico, è satanista (quindi Harry Potter è satanista). Di conseguenza il M5S è fascista.
Qualcuno più informato obietterà: ma l’aspetto militare è quello più marginale nel fascismo, e poi sappiamo che non ci sono in giro “squadracce grilline”, però la caratteristica da tenere d’occhio è il consenso. Sì, ma il consenso sociale, non elettorale. Se c’è una cosa che Mussolini non avrebbe mai fatto in vita sua, è proprio il chiedere voti. Il grillismo è un fenomeno puramente elettoralistico, non sociale, non esiste un particolare collante che unisce il suo 25% di elettorato, non c’è un sistema di valori condiviso, ma nemmeno un caos informe pronto a prendere una forma. Se tale sistema è rintracciabile, esso è riconducibile al classico rigurgito morale-civile del popolame italico, il naturale prosieguo della mobilitazione anti-mafia, anti-tangentopoli, anti-bungabunga e ora anti-casta. Se tutte le volte che ci troviamo di fronte a un vasto consenso elettorale vogliamo parlare di fascismo, allora tanto vale che cominciamo a chiamare fascista ogni persona pelata che incontriamo.
Ma ormai la vulgata ha preso piede. Sentiremo sempre più spesso giornalisti e opinionisti esprimere acute analisi sulle “possibili derive fasciste” del M5S. Poco importa che Sergio Luzzatto ed Emilio Gentile, due dei massimi studiosi italiani del fascismo, interpellati sull’argomento abbiano risposto in maniera seccata che il grillismo non c’entra NULLA con il fascismo, neanche con i prodromi del fascismo. Ma ciò non conta se i media hanno deciso che si tratta di “nuovo fascismo”. Un esempio è quanto successo con il post di Grillo sul 25 aprile (condivisibile da qualsiasi antifascista), con un giornalista che va dal partigiano novantenne e gli dice: “Grillo ha detto che il 25 aprile è morto”; detta così, quello giustamente ha risposto: “Il morto è lui”. Il titolone è fatto (le tecniche dei media verranno approfondite nella parte 2). Questa disinformazione può risultare utile in molti modi: per esempio consente di affidare il Copasir ai fascisti della Lega o di FDI e non agli antifascisti del M5S, senza che la gran massa degli “antifascisti” ne faccia un problema. Facile, no?
Che altro dire? Possiamo elencare altre perle dei nostri eroi. Alle volte, citando addirittura Gramsci, giusto per dare l’aria del noi ve l’avevamo detto, si fa notare l’iniziale insofferenza verso i partiti tradizionali del movimento fascista. Si dimentica di dire che tale insofferenza era verso i partiti in quanto espressione di democrazia, in un originale miscuglio di Sorel e Blanqui (contro la democrazia “borghese”) e di Pareto e Nietzsche (contro la democrazia in quanto tale), mentre l’insofferenza del M5S è contro i partiti in quanto espressione di antidemocrazia. In breve, i primi contestavano i partiti e i secondi le partitocrazie (cioè la “forma partito” classica, ma senza una buona alternativa – proverò a smontare il mito della democrazia diretta nella parte 2). Solo un libero pensatore stupido (o un servo di partito intelligente) come Eugenio Scalfari può credere che il motto sansepolcrista “Abbasso il Parlamento” sia paragonabile al motto ”Parlamento Pulito” del M5S.
Insomma, bisogna rassegnarsi all’idea che il M5S è soltanto uncaotico amalgama, popolaresco e facilone, di verdi e radicali, destra sociale e sinistra anticapitalista, con il mito di Latouche e della e-democracy, e una confusa rivalsa anti-euro. Si va bene, dice il cittadino X dopo essersi tranquillizzato, sono interessanti tutte queste chiacchiere, ma che mi dici del rapporto diretto capo-massa? Dico che è ora di passare al secondo paragrafo.
LEADERISMO?
Che nel grillismo un rapporto capo-massa ci sia è innegabile. Ma bisogna precisare alcune cose. Il rapporto capo-massa non solo non è prerogativa del fascismo, ma non è neppure prerogativa del grillismo. Tale rapporto, che oggi prende il nome di leaderismo, è presente in tutte le democrazie occidentali contemporanee, in cui la figura del capo è stata soppiantata da quella del leader, nel senso che la sua influenza sulle masse si limita ad essere elettorale e demagogica (come dicevo prima), e non anche mitica, simbolica, religiosa, ideologica e “totalizzante” (come per Mussolini, Hitler o Stalin). Il leaderismo ha portato in questi anni, in Italia, alla formazione dei cosiddetti partiti personali e al prevalere, nelle campagne elettorali, della comunicazione emotiva su quella razionale. E’ curioso che un fenomeno come questo, che in Italia si registra da un ventennio, venga ascritto interamente a Beppe Grillo (e fino all’anno scorso interamente a Berlusconi).
Ad esempio: prima si diceva “io voto PCI” (o PSI, DC, MSI ecc). Oggi si dice: “io voto Ingroia” (o Renzi, Grillo, Berlusconi, Vendola ecc). Quindi osserverei due cose: il M5S è un partito leaderistico (come tutti); il M5S è un partito meno leaderistico degli altri. Sembra che io stia dicendo un’assurdità. Vediamo di chiarire. Il leader si identifica con il suo partito in due modi: con l’oratoria demagogica e con il rapporto di fiducia. Prendendo come esempio le ultime elezioni, tutti i partiti hanno affidato al loro leader l’oratoria demagogica (qui Fare si è alquanto distinta, bisogna dirlo, pochi slogan e molti contenuti): Vendola è stato un grillo romantico, Berlusconi un grillo sorridente, Bersani un grillo per bene ecc. Hanno tutti cercato di far credere che Grillo fosse l’unico demagogo, in realtà lo erano tutti, solo che Grillo è stato il più bravo. Sul campo della demagogia Grillo è imbattibile. Gli slanci poetici di Vendola, le barzellette di Berlusconi, gli spiritosi proverbi di Bersani non possono nulla di fronte al sudore e alle urla del comico genovese (per una attenta disamina delle tecniche di demagogia di Grillo vedi questo link).
Allora perché dico che Grillo è meno leader degli altri? Per il rapporto di fiducia. Ovvero. La logica dell’elettore emotivo è questa: guarda Bersani come è buono e pacioccone, io di lui mi fido e lo voto; guarda Berlusconi come è sicuro e sorridente, io di lui mi fido e lo voto; guarda Renzi come è nuovo e senza cravatta, io di lui mi fido e lo voto; guarda Grillo come è sudato e incazzato, io di lui mi fido e… non lo posso votare. Grillo non è candidato. Non si presenta come colui che risolve i problemi. Di lui resta soltanto la capacità di convincere le folle a votare il M5S, ma il rapporto fiduciario la folla è costretta ad instaurarlo con i candidati che Grillo presenta e fa parlare alla fine dei comizi. Ne consegue una cosa importante: mentre esistono berlusconiani, renziani, vendoliani ecc, i grillini non esistono. See vabbè…spiego il motivo.
In quel 25% di voti ci sono persone che non hanno mai sentito parlare Grillo, e che hanno votato il M5S solo per non votare i soliti partiti. Non possiamo quindi chiamarli “grillini”. Poi ci sono gli elettori che hanno sentito parlare Grillo e sono stati convinti dalla sua demagogia, ma alle prossime elezioni saranno convinti dalla demagogia di un altro. Neanche loro sono “grillini”. Gli unici che potrebbero avere questo nome sono i militanti del M5S (parlamentari inclusi). So che i media raccontano che costoro sono dei lobotomizzati, ma come osserva giustamente il sociologo Ricolfi, essi sono spinti a militare nel M5S dalla promessa di partecipare, dalla prospettiva della democrazia diretta. Per loro Grillo è un tipo simpatico, magari “un grande uomo”, ma se comincia a comandare fanno presto a organizzare un vaffa-day tutto per lui. Infatti la piattaforma online è richiesta a gran voce, addirittura si sta cercando di crearne una alternativa a quella di Casaleggio. Se l’iscritto M5S non avrà la sensazione di influenzare veramente la “linea” del movimento con il suo attivismo online, il M5S perderà la sua base.
Invece bisogna notare un fenomeno opposto e speculare: esistono gli antigrillini. Proprio perché l’elettore emotivo è più attratto dalle campagne personalistiche, i media hanno cominciato a diffondere l’immagine di un Beppe Grillo fascista, razzista, omofobo, pericoloso, miliardario, pluriomicida, stragista ecc. Naturalmente il povero Grillo non è nessuna di tutte queste brutte cose (di lui sappiamo che è un ex comico molto ricco amico di De Andrè, autodefinitosi “antifascista socialista”, responsabile di un incidente stradale mortale per alcune persone), ma per l’elettore emotivo così come il fatto che Bersani è una “persona per bene” (“il PD è il partito delle persone per bene” disse Bersani) è motivo sufficiente per votare PD, allo stesso modo il fatto che Grillo è brutto, sporco e cattivo è motivo sufficiente per non votare M5S. Naturalmente qui parlo di elettori emotivi. Ci sono poi elettori critici che hanno deciso di non votare il M5S per motivazioni politiche e ragionate. Cominciamo quindi a vedere cosa DAVVERO non va nel M5S.
CAMBIAMENTO?
Spero che man mano sarà più chiaro che questa “rubrica” non ha lo scopo di appoggiare il M5S. Sarei un idiota se facessi una cosa del genere, o se sostenessi che il M5S sia un’alternativa credibile. Il fatto è che in questi mesi abbiamo assistito da una parte a forme di isterismo collettivo nei confronti del M5S, normale quando succede qualcosa di nuovo, dall’altra a presunte analisi intellettuali stile Wu Ming sul fatto che il M5S non è rivoluzionario, non è il cambiamento ed è solo il classico ricostituente dello status quo. Ma ragazzi, tutto ciò è semplicemente scontato. Lo sappiamo dal 2007. E’ ovvio che le fesserie sugli stipendi, sui vitalizi e sulla “moralizzazione” della politica toccano solo increspature di superficie. Le analisi intellettuali dovrebbero andare in un’altra direzione. Cosa c’è di positivo in questo caos a cinque stelle? E cosa c’è di realmente negativo, di realmente pericoloso?
Di positivo, secondo me, c’è questo (e lo vado dicendo da mesi): il PD sarà sempre più “scavalcato a sinistra” dal M5S, sarà talmente strattonato, sia da sinistra che da destra, che si strapperà, dando vita ad un vero centrosinistra, e ponendo fine, nella visione più ottimistica, alla ventennale propaganda ingannevole che lo tiene in piedi (prendere voti di sinistra per fare politiche di destra). Il caso Rodotà è solo il primo di una lunga serie. Un secondo aspetto positivo è che la sinistra, non solo quella moderata ma soprattutto quella radicale, sarà chiamata a “scavalcare a sinistra” il M5S sul piano della democrazia interna, che è poi in fondo ciò che cerca di fare dal ’68. Finché ciò non avverrà, per molto elettorato di sinistra il M5S continuerà ad apparire come qualcosa di diverso e quindi preferibile, perché nonostante i dubbi sul “sistema Casaleggio” l’iscritto avrà sempre la sensazione di contare qualcosa, in prima persona e senza intermediari, sulle decisioni del M5S. Anche Fabrizio Barca ha capito che il suo nuovo soggetto politico dovrà dotarsi di una “nuova forma partito”.
Passiamo ora agli aspetti più negativi. Praticamente ci troviamo con 163 seggi ambientalisti, persone che non hanno la più pallida idea di come affrontare la questione economia e la questione lavoro. Il M5S non è costruito per governare, ma solo per “urlare” all’opposizione, almeno per ora. Avrebbe anche potuto governare con il PD, ma solo a patto che lasciasse perdere i Ministeri più importanti. Tutto ciò che sta a sinistra del PD è contrario ai diktat liberisti dell’Europa. Ma se ci si oppone bisogna offrire un programma alternativo valido, non mandare “tutti a casa” e poi vediamo che succede, magari chiamando all’ultimo qualche tecnico keynesiano. Infatti non sono in gioco soltanto l’euro o l’austerità, ma anche delicatissime variabili geopolitiche che richiedono lentezza, contrattazione, compromesso. Proprio per questo la Costituzione non prevede referendum per i trattati internazionali.
Questo comportamento di rottura del M5S e di scontro aperto, non farà che giustificare i governi tecnici liberisti dei prossimi 10 anni, che non saranno affatto “inciuci”, ma la necessaria conseguenza di un atteggiamento irresponsabile e fondamentalmente prepolitico (secondo me così andrebbe definito il grillismo, prepolitico e non “antipolitico”, termine giornalistico che non vuol dir assolutamente nulla). Inoltre questo atteggiamento faciliterà i media a creare una sorta di strategia della tensione, un mediatico e fasullo “pericolo Grillo” per giustificare misure antidemocratiche di “emergenza”. E questo è l’unico, vero pericolo del grillismo, cioè il pericolo che si presenta in Italia ogni volta che sorge una qualche opposizione democratica, soprattutto se non provvista dei necessari accorgimenti tattici.
Enrico Grazzini è giornalista economico, autore di saggi di economia, già consulente strategico di impresa. Collabora e ha collaborato per molti anni a diverse testate, tra cui il Corriere della Sera, MicroMega, il Fatto Quotidiano, Social Europe, le newsletter del Financial Times sulle comunicazioni, il Mondo, Prima Comunicazione. Come consulente aziendale ha operato con primarie società internazionali e nazionali.
Ha pubblicato con Fazi Editore "Il fallimento della Moneta. Banche, Debito e Crisi. Perché bisogna emettere una Moneta Pubblica libera dal debito" (2023). Ha curato ed è co-autore dell'eBook edito da MicroMega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro" ” , 2015. Ha scritto "Manifesto per la Democrazia Economica", Castelvecchi Editore, 2014; “Il bene di tutti. L'economia della condivisione per uscire dalla crisi”, Editori Riuniti, 2011; e “L'economia della conoscenza oltre il capitalismo". Codice Edizione, 2008
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