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giap3

Fanghi velenosi e narrazioni tossiche: sulle alluvioni in Emilia-Romagna

di Wu Ming

sillaro«Le acque stan via anni e mesi, poi tornano ai loro paesi.»
«L’acqua rosica anche il ferro.»
(Proverbi delle terre del Delta padano)

Mentre, dopo lo shock, ci si rende conto della gravità fuori scala di quel che è accaduto e sta accadendo in Emilia-Romagna, è necessario mettere in fila e smontare le retoriche a cui è ricorsa la classe dirigente della regione dai primi di maggio, fin dalle prime ore di alluvione.

Qui useremo l’espressione «classe dirigente» in un’accezione ristretta, per riferirci ad amministratori e amministratrici del PD.

Certo, in Emilia-Romagna non governa solo il PD, ci sono anche giunte di destra dichiarata, caratterizzate da politiche, superfluo dirlo, bieche. Nello specifico, spargono cemento quanto Bonaccini, Lepore o De Pascale. Del resto, basta vedere la situazione in Lombardia e Veneto, dove governano quasi ovunque. Su quel piano, la sola differenza è che la destra agisce con meno ipocrisia, meno lavaggi-in-verde.

Ad ogni modo, la destra dichiarata in Emilia-Romagna è ancora l’eccezione, mentre il PD è la regola. Oltre a essere forza di pregresso – discende in linea diretta dai partiti (PCI, PDS e DS) che hanno amministrato il territorio per una sessantina d’anni – il PD governa la Regione, il capoluogo di regione con la sua Città metropolitana, sette capoluoghi di provincia su nove con le relative Province, e la maggior parte dei più di trecento Comuni.

Il PD è dunque, senza alcun dubbio, il principale referente politico dell’economia reale emiliano-romagnola. Rappresenta precisi interessi economici, gli stessi che hanno devastato ambiente e territorio con le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi.

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lacausalitadelmoto

Lettera aperta a “Spirit of May 28th”

e al nuovo spirito rivoluzionario dei neri, meticci e bianchi che si sono sentiti parte della ribellione di George Floyd del 2020

vassily kandinsky 1913 composition 6Quella che segue è la traduzione in italiano della lettera aperta originale rivolta dal sottoscritto a questo gruppo o organizzazione informale degli Stati Uniti denominata Spirit of May 28 (SM28.org), un gruppo consolidatosi in conseguenza del movimento di ribellione generale del proletariato giovanile nero e di tanti proletari meticci e bianchi successivo all’assassinio di George Floyd. L’originale inglese della lettera aperta è già presente sul blog la causalità del moto qui.

Questo gruppo composito di militanti, già aveva prodotto diversi e preziosi contributi circa quegli avvenimenti durante quei mesi estivi ed immediatamente dopo, sia sotto forma di articoli pubblici che come contributi di anonimi (molti di questi tradotti in italiano sono presenti su questo blog, sul sito dell’Internazionale Vitalista, e recentemente anche raccolti nel libro “RIOT! George Floyd Rebellion 2020” curato da Calusca City Lights e Radiocane.info). Recentemente SM28.org ha pubblicato sul loro sito un bilancio della loro esperienza ed insieme a quello del movimento di George Floyd, nonché le ragioni per le quali hanno deciso il loro dissolvimento come gruppo organizzato informale. A breve verrà fornita la traduzione in italiano del loro bilancio proprio per l’importanza generale che il movimento spontaneo di George Floyd costituisce nonostante il suo inevitabile riflusso.

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Riconoscere che un movimento è nato, si è sviluppato e poi è rifluito è una grande saggezza, oltre che determinismo nel suo stato “latente” (avrebbe detto Lenin), cioè inconsapevole come concezione teorica ma corretto approccio ai fatti.

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operaviva

Riot. Una nuova epoca di rivolte

di Joshua Clover

Claire Fontaine STRIKE K. font V.III 2005 2007 2000x1500 1628x1221Nella collana «Culture radicali» (a cura del Gruppo Ippolita) delle edizioni Meltemi, è appena uscito il saggio «Riot Sciopero Riot. Una nuova epoca di rivolte» di Joshua Clover (traduzione di Lorenzo Mari e postfazione di Into the Black Box). Secondo l’autore la lotta del popolo contro lo stato è scesa in strada inaugurando una nuova epoca di rivolte. Queste sono state la principale forma di protesta nel XVII e XVIII secolo. Soppiantate dagli scioperi all’inizio del XIX secolo, sono prepotentemente tornate alla ribalta a partire dalla crisi economica globale del 1973. Il libro sarà presentato mercoledì 19 aprile alle 19.00 al CSOA Forte Prenestino (via Federico Delpino, Roma), con il Gruppo Ippolita e il Duka. Qui ne anticipiamo un estratto per i nostri lettori, ringraziando l’editore, l’autore e i curatori per la disponibilità.

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I riot stanno arrivando, alcuni sono già qui e altri sono in preparazione. Non c’è dubbio. Ci vuole una teoria adeguata. Una teoria del riot è una teoria della crisi. Questo è vero, in una dimensione locale e specifica, nel momento in cui i vetri vanno in frantumi e scoppiano gli incendi, quando il riot significa l’irruzione sulla scena, per la durata di poche ore o pochi giorni, di una situazione disperata, di un impoverimento estremo, della crisi di una certa comunità o amministrazione cittadina. Tuttavia, il riot può essere compreso soltanto se lo si considera dotato di valenze interne e strutturali e, per parafrasare Frantz Fanon, nella misura in cui possiamo discernere il movimento storico che gli dà forma e contenuto. A quel punto, ci si deve spostare su altri livelli nei quali la chiamata a raccolta tipica dei riot risulta inscindibile dall’attuale crisi sistemica del capitalismo.

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doppiozero

Chi è AI?

di Rocco Ronchi

ronchi 1 0Dark Star è un film di fantascienza del 1974 diretto da John Carpenter, suo esordio alla regia di un lungometraggio. Il film, racconta Wikipedia, riprenderebbe molti elementi di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, “in senso surreale e parodistico”. La scena clou del film, scritto da Carpenter insieme a Dan O’Bannon (che sceneggerà anche il primo Alien) è infatti il dialogo tra il tenente Doolittle e la bomba intelligente che minaccia di esplodere per una disattenzione di un membro dell’equipaggio (del film di Kubrick tutti ricordano il celebre dialogo degli astronauti di Discovery Uno con Hal 9000). Come arrestare quel processo automatico? Come interagire con la sua pura potenza di calcolo indifferente ai contesti vitali? Doolittle si rende conto che nella situazione di crisi estrema in cui si trova, non ha altra soluzione a disposizione che la più antica e, apparentemente, la più astratta tra le “tecniche” elaborate dall’uomo: la metafisica. È solo sul quel piano che si può sondare la possibilità di trovare un luogo comune tra la macchina e l’uomo.

Tutta la discussione sull’intelligenza artificiale è di natura metafisica e non semplicemente tecnica. Essa verte non tanto sul “come” e nemmeno sul “che cosa” dell’AI: a queste domande rispondono benissimo i tecnici dell’AI. La questione metafisica ultima concerne piuttosto il “chi” dell’AI. “Chi” è AI? Ha senso porre questa domanda oppure se ne deve concludere, come fa Stanislaw Lem, nel suo racconto del 1981 Golem XIV – straordinaria confessione autobiografica del più potente supercomputer mai realizzato – che non c’è nessun “chi” per quella intelligenza sovrumana, e che proprio in quell’impersonalità, in quel nessuno che(mi) parla, consiste il culmine dell’evoluzione intellettuale? Sono due opzioni metafisiche che si possono ricondurre ad alcuni momenti del dibattito filosofico.

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machina

Mutamento e continuità

di Massimo Ilardi

0e99dc 2639e2823e52455f98ae254db0fe422fmv2È di recente uscito il volume Anni Ottanta. La grande mutazione, curato da Emiliano Laurenzi e Fabrizio Violante (manifestolibri). Fin dal titolo e nei saggi raccolti, presenta varie analogie con il nostro progetto di cartografia dei decenni smarriti, a conferma dell’importanza di un ripensamento genealogico di questo periodo per impostare l’analisi del presente. Nel suo contributo al volume Massimo Ilardi afferma che, alla domanda se gli anni Ottanta rappresentino una continuità o una grande trasformazione, risponde che sono stati entrambe le cose. Da un lato, è avvenuta una forte mutazione antropologica, con il formarsi di nuovi attori sociali e nuove soggettività; dall’altro lato, sostiene l’autore, questa mutazione è stata possibile proprio perché figlia della «famigerata» e «vituperata» stagione di conflitti, di innovazioni culturali e dell’emergere di inconsuete soggettività degli anni Settanta del Novecento. L’incontro/scontro tra libertà e politica resta il nodo irrisolto che ci è consegnato in eredità dal decennio Ottanta.

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Apriamo il romanzo di Arthur Koestler Buio a mezzogiorno, pubblicato nel 1940 (trad.it. Mondadori 1946), alle pagine, forse le più drammatiche del romanzo, del dialogo tra Rubasciov, esponente della vecchia guardia rivoluzionaria sovietica che stava per essere liquidata dalle epurazioni staliniane del 1937, e il suo accusatore Ivanov, funzionario del partito: «In quel tempo, proseguì Rubasciov, eravamo chiamati il Partito della Plebe. Che sapevano gli altri della storia? Lievi increspature, vibrazioni fuggevoli, ondine rompentisi. Si soffermavano a guardare le forme mutevoli della superficie e non sapevano spiegarle.

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sinistra

Regressione narcisistica

di Salvatore Bravo

Introduzione al NarcisismoLa decadenza culturale, politica ed etica dell’Occidente non è scritta negli astri e non è un destino, è storicamente determinabile, ha un nome: il capitalismo nella sua espressione assoluta, ovvero è in atto un processo di abbattimento di ogni vincolo etico e di ogni katecon. La libertà delle merci e del valore di scambio è proporzionale alla libertà dei sudditi che servono il mercato e consentono al capitale di trasformarsi nel substrato che deforma la natura etica e solidale dell’essere umano. La verità della condizione del cliente-consumatore si svela nei gesti quotidiani. Non pochi sono stati i commenti e le polemiche sul selfie al funerale di Maurizio Costanzo della moglie con un fan. La morte sembra sia stata cancellata dal gesto del selfie che ha posto al centro lo spettacolo dei “narcisi” alla ricerca di un attimo di notorietà, mentre il mistero e la tragedia della morte sono state occultate dall’ego che ha invaso lo spazio pubblico cancellando ogni presenza altra. Il narcisismo è il sintomo della patologia del capitalismo, l’essere umano nella trappola del valore di scambio sviluppa una forma parossistica di narcisismo.

Cristopher Lasch ci è di ausilio per comprendere la genealogia del male di vivere. Smitizza il narcisismo al quale si associa l’ipertrofia dell’io sicuro di sé e dotato di un’armatura impenetrabile. Il sociologo americano dimostra che l’ipertrofia cela l’io minimo ridotto ad esoscheletro del logos. Il narcisismo non è affermazione dell’individuo, ma negazione della soggettività. Nel mondo delle ombre del capitale ciò che appare non è la verità, ma il traviamento della stessa.

La natura umana è etica e solidale, il soggetto si forma e si esprime nel riconoscimento dell’altro, nel disporsi verso l’alterità per ritornare su se stesso e conoscersi nella differenza vissuta e sperimentata. Il narcisista occupa lo spazio pubblico con i suoi bisogni immediati, non li media con il logos, pertanto è nella trappola dell’immaturità egoica.

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iltascabile

La signora delle merci

Breve storia della logistica

di Cesare Alemanni

Next City Storage City IV 2013Fino a marzo 2020 termini come “supply chain”, “filiere”, “catene del valore” circolavano solo tra specialisti. Negli ultimi tempi le cose sono cambiate. Il covid, la guerra in Ucraina e le tensioni sino-americane hanno messo alla prova i sistemi di produzione-distribuzione da cui dipende l’economia contemporanea. Gli effetti sono noti: l’inflazione che sta erodendo il nostro potere di acquisto ha origine dallo sfibrarsi delle catene di approvvigionamento, ancor prima che dalla crisi energetica.

Per questo motivo, ve ne sarete accorti, di recente si parla di supply chain anche al bar. Il dibattito, tuttavia, si è mantenuto sulla superficie delle cose. Non ci si è per esempio chiesti cosa, col tempo, abbia reso le filiere tanto fragili e conduttive per gli shock operativi ed economici. Quali siano i loro presupposti. Quali strumenti, in condizioni normali, ne garantiscano il funzionamento. L’interesse per i problemi delle “supply chain” non si è tradotto in pari curiosità per i temi della logistica. È curioso. La logistica non è solo responsabile del funzionamento delle filiere, è la ragione della loro stessa esistenza. Essa è molto più di un collante materiale delle supply chain e del loro modello socioeconomico (semplificando: la globalizzazione): è il loro orizzonte di possibilità, in senso materiale e concettuale. Già, ma cos’è la logistica?

Se ponessimo questa domanda a cento persone, otterremmo cento diverse risposte. La definizione che provo a fornire nel mio libro La signora delle merci (LUISS University Press, 2023), è che la logistica è una meta-disciplina che si occupa di progettare sistemi di distribuzione di cose – materiali e immateriali – nello spazio.

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intellettuale collettivo

Le menzogne sulla pandemia Covid

di Alessandro Pascale

Di seguito la relazione tenuta dal sottoscritto Alessandro Pascale, responsabile nazionale Formazione del Partito Comunista, nell’ambito della scuola popolare di formazione politica Antonio Gramsci. La presentazione è stata fatta a Milano il 16 aprile 2023 presso i locali della cooperativa Antonio Labriola di Milano. È disponibile la registrazione video caricata sulla pagina youtube del Partito Comunista Milano (@pcmilano). Segnaliamo anche, scaricabile in formato PDF, la relazione del prof. Marco Cosentino sugli aspetti medico-sanitari. Seguiranno in un secondo momento le pubblicazioni delle relazioni di Giuseppe Damiani e Andrea Zhok

9788899318154La relazione che andrò a esporvi è una sintesi del saggio Cause e conseguenze politiche della pandemia covid-19. L’opera, di una cinquantina di pagine è stata pubblicata dal sottoscritto in libera consultazione sul sito Intellettualecollettivo.it il 9 gennaio 2022 e il suo contenuto è stato assunto ufficialmente come punto di riferimento teorico dal Partito Comunista sulla questione pandemica nel IV Congresso, conclusosi lo scorso 26 marzo 2023.

Faccio presente che hanno collaborato in maniera significativa all’elaborazione del testo Alberto Lombardo, diventato recentemente Segretario Generale del Partito e Stefano Cipolloni. Hanno inoltre offerto spunti, pareri e indicazioni anche altri compagni noti per il proprio impegno politico-culturale e le proprie competenze scientifiche e sanitarie.

 

l Covid esiste? È una pandemia?

Il covid-19 è un virus mediamente più grave di una normale influenza, ma a distanza di 3 anni è lecito parlare di un’emergenza costruita politicamente da parte di un regime totalitario e spietato. Sono riusciti a terrorizzarci con un virus che lascia indenne il 40% degli infettati mentre oltre la metà dei casi ha presentato sintomi lievi che scompaiono dopo pochi giorni in soggetti dotati di un sistema immunitario sano. L‘indice di mortalità è stato particolarmente acuto per le fasce di età superiori ai 60 anni ma l’età media dei decessi riguarda persone di 80 anni circa con diverse patologie pregresse, il che accadeva anche con la vecchia influenza.

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paginauno

Il mondo di ChatGPT. La sparizione della realtà

di Giovanna Cracco

Cosa sarà reale nel mondo di ChatGPT? Per i tecnici di OpenAI, GPT-4 produce più false informazioni e manipolazione di GPT-3 ed è un problema comune a tutti gli LLM che saranno integrati nei motori di ricerca e nei browser; ci attendono l’“uomo disincarnato” di McLuhan e la “megamacchina” di Mumford

gabriella clare marino 2PV6wdWVAMM unsplash“Ricevendo continuamente tecnologie ci poniamo nei loro confronti come al­trettanti servomeccanismi. È per que­sto che per poterle usare dobbiamo servire questi oggetti, queste estensio­ni di noi stessi, come fossero dei.” Marshall McLuhan, Understanding me­dia. The Extensions of Man

Nel giro di breve tempo, la sfera digi­tale cambierà: l'intelligenza artificia­le che abbiamo conosciuto sotto la forma di ChatGPT sta per essere in­corporata nei motori di ricerca, nei browser e nei programmi di largo uti­lizzo come il pacchetto Office di Mi­crosoft. È facile prevedere che, pro­gressivamente, i ‘modelli linguistici di grandi dimensioni' (Large Language Model, LLM) (1) - ciò che tecnica­mente sono i chatbot AI - saranno in­seriti in tutte le applicazioni digitali.

Se questa tecnologia fosse rima­sta circoscritta a utilizzi specifici, l'a­nalisi del suo impatto avrebbe riguar­dato ambiti particolari, come quello del copyright, o la definizione del con­cetto di ‘creatività', o le conseguenze occupazionali in un settore del mer­cato del lavoro ecc.; ma la sua incor­porazione nell'intera area digitale in­veste ciascuno di noi. Quella con i chatbot AI sarà un'interazione uomo- macchina continua. Diventerà un'abi­tudine quotidiana. Una ‘relazione' quo­tidiana. Produrrà un cambiamento che avrà ripercussioni sociali e politi­che talmente estese, e a un tale livel­lo di profondità, da poterle probabil­mente definire antropologiche; an­dranno a colpire, intrecciandosi e in­teragendo fra loro, la sfera della di­sinformazione, quella della fiducia e la dinamica della dipendenza, fino a configurarsi in qualcosa che possia­mo chiamare la ‘sparizione della real­tà'. Perché gli LLM “inventano fatti”, favoriscono la propaganda, manipo­lano e traggono in inganno.

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sinistra

Covid-19: i conti cantano

di Luca Busca

eaef731ee45499f76b5cafbfcbd5e1ecMetodologia

Per l’acquisizione dei dati necessari allo studio è stata utilizzata una sola fonte, l’ISTAT, l’unica abilitata a elaborare questo tipo di informazioni. Sono stati acquisiti i numeri relativi ai decessi dall’anno 2017 al 2022 divisi per fasce di età di cinque anni ciascuna, come indicato nella tabella riassuntiva. Per il 2022 l’Istituto Nazionale di Statistica non ha ancora calcolato la suddivisione in fasce di età. Per tutti gli anni è stato riportato il totale dei decessi e la somma della divisione in fasce. Le due cifre non corrispondono ma dietro la discrepanza non si nasconde alcun complotto. La difformità, infatti, riguarda tutti i sei anni presi in considerazione ed è prodotta, probabilmente, da una diversa modalità di rilevamento dei dati.

Sulla base dei numeri raccolti è stata calcolata la media pre-pandemica (anni 2017, 2018 e 2019) sia delle singole fasce di età sia dei due totali e della differenza tra di essi. Per gli anni 2020, 2021 e 2022 è stato calcolato l’eccesso di mortalità per ogni singola fascia di età (escluso il 2022 di cui non ci sono ancora dati sufficienti), quello dei totali sia in numero di decessi sia in percentuale sull’anno precedente. È stato infine inserito il dato relativo alla popolazione residente, sempre da fonte ISTAT, che ha fatto registrare un calo costante in tutti gli anni presi in considerazione. La diminuzione è dovuta in gran parte alla drastica riduzione delle nascite, compensata solo parzialmente dall’immigrazione. Sulla decrescita della popolazione ha inciso anche l’aumento dei decessi che ha caratterizzato gli anni dal 2020 al 2022. Questo dato è stato utilizzato per calcolare il tasso di mortalità.

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rossellafidanza

Theaters of War: come la Cia e il Pentagono hanno conquistato Hollywood

di Rossella Fidanza

Il documentario Theaters of War mostra come il Pentagono detta le trame per adattarle a narrazioni, immagini e versioni alternative della storia che sono di suo gradimento

b1ee3d91 2d03 4047 be82 49575307f290 1280x720Il documentario del 2022 Theatres of War: how the Pentagon and Cia took Hollywood è un'agghiacciante esposizione della profonda collaborazione tra l'industria dell'intrattenimento americana e l'apparato statale statunitense. Dimostra come Hollywood e altri segmenti dell'industria glorifichino la macchina da guerra multimiliardaria, sbianchettino i suoi sanguinosi interventi globali e tentino di condizionare la popolazione a crimini ancora più gravi.

Uscito all'inizio del 2022 e disponibile su alcuni servizi di streaming (se cliccate il nome del documentario vi si apre un link dove potrete vederlo in lingua originale) il film, della durata di 87 minuti, è diretto, montato e narrato da Roger Stahl, professore di studi di comunicazione all'Università della Georgia.

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perunsocialismodelXXI

Si dice occhio ai rischi della IA ma si legge occhio alla minaccia cinese

2001Ricevo da Fosco Giannini (direttore della rivista "Cumpanis") questo articolo che riflette sugli obiettivi dell'appello di Elon Musk contro "i seri rischi per l'umanità" associati alla ricerca sull'Intelligenza Artificiale: il vero bersaglio del magnate americano, sostiene l'autore, non sono le minacce generate da una ricerca scientifica fuori controllo bensì il timore che i rapidi progressi della Cina in questo settore (che ha fondamentali ricadute sia in campo industriale che in campo militare) possano mettere in discussione l'egemonia americana sul piano tecnologico e scientifico [Carlo Formenti].

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Elon Musk e l’Appello del capitalismo contro la scienza e contro la Cina

di Fosco Giannini

Nel marzo 2023 il “Future of Life Institute” lancia un Appello attraverso il quale oltre mille accademici, intellettuali, tecnici e imprenditori delle tecnologie digitali, in buona parte nordamericani, denunciano, per ciò che specificamente riguarda l’Intelligenza Artificiale (Ai), “seri rischi per l’umanità”.

Innanzitutto: che cos’è il “Future of Life Institute”? È “un’associazione di volontariato impegnata a ridurre i rischi esistenziali che minacciano l’umanità, in particolare quelli che possono essere prodotti dall’Intelligenza Artificiale”. Un’associazione molto americana e con sede a Boston, e la doppia notazione potrà essere utile in sede di analisi dell’Appello che lo stesso “Future of Life Institute” ha lanciato.

L’Appello, all’interno della propria denuncia generale, chiede una moratoria di sei mesi per ciò che riguarda la ricerca relativa al sistema di Ai denominato Gpt4, un sistema ancor più sofisticato e potente rispetto al già rivoluzionario sistema ChatGpt.

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lacausadellecose

Il campo minato della fecondazione assistita

di Michele Castaldo

897239e2ecf08331b7e27606086b0e828987d9baSono obbligato a una dolorosa premessa: il compagno Luigi Garzone, che mi ha corretto per anni gli scritti, è stato ricoverato in ospedale e impossibilitato perciò a farlo. Pertanto il lettore dovrà sopportare qualche ridondanza o punteggiatura poco consona, nella speranza che risulti comunque chiaro il senso.

Si discute, e non da oggi, in modo particolare in Occidente, di fecondazione assistita con tutto ciò che intorno ad essa ruota in termini economici, etici, morali, culturali, religiosi ecc.

Ho premesso, nel titolo, che si tratta di un campo minato, cioè di una questione molto complicata e spinosa da affrontare e chi pretende di farlo sottovalutando tutti gli aspetti per estrarre dal cappello il cilindro l’et voilà come soluzione finisce per ridicolizzarsi.

Due errori da evitare: a) il ritenere l’uomo (specie), ancorché imperfetto, come parte separata e diversa della natura, in quanto bipede verticale, intelligente e dotato di parola; b) il ritenere che come specie, al cospetto di una natura, composta da infinite altre specie, da dominare.

Nel corso dei secoli, queste due convinzioni hanno costituito il motivo conduttore definito antropocentrico. Questa convinzione negli ultimi 500 anni ha raggiunto il suo apice in modo particolare in Occidente, dove il colonialismo e la rivoluzione industriale hanno esaltato in modo parossistico quei concetti fino elevare a l’individuo a capacità di libero arbitrio grazie ai risultati raggiunti.

Torniamo perciò sulla grigia terra e cerchiamo di ragionare come si conviene tra persone serie e non fra palloni gonfiati.

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lavoroesalute

‘La rivoluzione della cura’

La parola al filosofo

Alba Vastano intervista Marco Bersani

curanbvtg"Oggi le persone sono sole e isolate dentro una frammentazione sociale senza precedenti. Questo le fa scivolare nel panico e le fa sfociare nel rancore. Perché il panico diventi preoccupazione (ovvero la fase che precede l’occuparsi) e perché al rancore subentrino rabbia e speranza, il primo passo è ricostruire i luoghi della socialità, far incontrare le persone, permettere la socializzazione delle esperienze e dei saperi. Solo il sentirsi “parte” permette di iniziare a camminare” (M. Bersani)

Il capitalismo produce incuria. Affidando le leve della società alle logiche del mercato e prevedendo relazioni unicamente intermediate dalla compravendita di beni e servizi costringe l’esistenza delle persone dentro la dimensione della solitudine competititiva…” (Marco Bersani)

La soluzione c’è per uscire dal capitalismo che produce isolamento, noncuranza e fagocita le nostre esistenze trasformandoci in merce. La soluzione è fare la rivoluzione. Non quella di stampo bolscevico, ovviamente. Marco Bersani, la definisce ‘la Rivoluzione della cura’ descrivendone i vari aspetti nel suo ultimo saggio. Non è semplice da realizzare, ma si può fare. È una rivoluzione che prevede una profonda analisi politica e sociale riferita agli avvenimenti dell’ultimo trentennio. Soprattutto un’analisi che chiarisca le cause dei disastri in cui viviamo in full immersion. Disastri generati dalla continua serie di crisi concatenate, in cui stiamo navigando maldestramente, senza legarle l’una all’altra, prive del contesto che le accomuna. Occorrerebbe riappropriarci di un pensiero critico che ci consenta di uscire dal loop del pensiero unico, omologato, che fa tanto gioco al potere.

Marco Bersani, saggista, filosofo, nell’intervista che segue ci offre pillole di pensiero critico. Importante la lettura del suo ultimo saggio ‘La rivoluzione della cura- Uscire dal capitalismo per avere un futuro’ per comprendere le dinamiche e i contesti delle crisi attuali che hanno tutte una matrice comune: il capitalismo.

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sinistra

La società-fabbrica

di Lelio Demichelis

Demichelis20È in libreria e online (anche in e-book) il nuovo saggio del sociologo Lelio Demichelis. Titolo: La società-fabbrica. Digitalizzazione delle masse e human engineering (Luiss University Press, pag. 360). Ovvero, la fabbrica – e non l’impresa secondo l’ideologia neoliberale dominante – è il vero e reale modello di organizzazione del mondo e del nostro dover vivere. E a governare/ingegnerizzare la società trasformata in una fabbrica a ciclo continuo/h24 e a mobilitazione totale sono imprenditori e manager, finanza, marketing e tecnocrati e oggi soprattutto gli algoritmi e l’intelligenza artificiale, i nuovi meneur des foules con le loro tecniche sempre più raffinate di human engineering.

Perché il tecno-capitalismo ci vuole sempre più produttivi e consumativi e a pluslavoro crescente per la massimizzazione del profitto/plusvalore privato. Ma realizzare una società-fabbrica era l’obiettivo non tanto del capitale, quanto della razionalità strumentale/calcolante-industriale che predetermina e produce e incessantemente riproduce l’accrescimento tendenzialmente illimitato sia del capitalismo, sia il sistema tecnico. Ponendosi evidentemente in conflitto strutturale con la biosfera e la società e con il dovere di rispettare responsabilmente il concetto di limite. Il vero cambio di paradigma da realizzare è allora quello di uscire da questa (ir)razionalità strumentale/calcolante industriale e positivistica e costruire invece una ragione illuministica, ma umanistica ed ecologica. Un tema che riguarda soprattutto la sinistra, troppo positivista e industrialista nella sua storia.

Per gentile concessione dell’Editore, ne anticipiamo alcuni estratti.

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eticaeconomia

Merito e meritocrazia: proviamo a fare chiarezza

di Andrea Boitani, Elena Granaglia, Maurizio Franzini

Andrea Boitani, Maurizio Franzini e Elena Granaglia ricollegandosi ai diversi contributi sul tema del merito e della meritocrazia recentemente pubblicati sul Menabò tentano di portare chiarezza in un dibattito esposto al rischio di confusione anche per la complessità delle questioni da affrontare. I quattro autori ritengono che sia utile distinguere tra merito individuale e prestazione meritevole e illustrano le conclusioni alle quali giungono seguendo questa distinzione, anche in relazione al rapporto tra merito e mercato

Menabo 117 791x395.x17463“L’idea di meritocrazia può avere molte virtù, ma la chiarezza non è una di quelle virtù”. Così iniziava, nel 2000, Amartya Sen un suo breve saggio su “Merit and justice”. Dal 2000 i tentativi di definire, esaltare o criticare la meritocrazia sono stati numerosissimi, ma la chiarezza non è aumentata di molto. I contributi che abbiamo di recente pubblicato sul Menabò possono farci fare qualche passo avanti e con questo ambizioso obiettivo abbiamo discusso tra noi delle diverse questioni sollevate in quei contributi e l’esito (di certo non da approdo nella terra della massima chiarezza) è quello di cui diamo qui conto.

La considerazione di partenza è che affiancare la parola merito a “crazia” (dal greco, cioè forza, potere) implica che la meritocrazia sia da intendersi come sistema di potere fondato su una gerarchia tra persone definita dal merito di ciascuna di esse. “In effetti – come scrive Jo Litter (Culture, power and myths of mobility, 2018, p. 3) – il significato contemporaneo di meritocrazia è tale da supportare un sistema gerarchico lineare in cui, per definizione certe persone devono essere lasciate indietro. La cima non può esistere senza il fondo”.

Per prendere posizione sulla meritocrazia è, naturalmente, inevitabile chiarire cosa si intenda per merito.

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linterferenza

Il posto del padre e la deriva post–moderna

di Gerardo Lisco

336384738 165722869684489 8517136381636965251 nSu Il manifesto del 9 marzo, due pagine dedicate all’8 marzo festa della donna, titolo a carattere cubitale “Sciopero e cortei eco–trans femministi da Milano a Napoli. Manifestazioni in 38 città italiane indette dalla rete <<Non una di meno>>. Contro il “sistema patriarcale e il capitale”. Partendo dall’ultima affermazione ho provato ad analizzare la relazione esistente tra “patriarcato e capitalismo” soffermandomi sul posto del padre rispetto all’attuale deriva post–modernista. In un passaggio dell’articolo, a firma Giulia D’Aleo, leggo: <<Già dalla mattina, molte città avevano dato un’anticipazione dei cortei pomeridiani, con manifestazioni tematiche portatrici di una visione nuova della società, libera da un sistema patriarcale e capitalista basata sullo sfruttamento dei corpi, dell’ambiente, del sistema scolastico e di quello sanitario (…) oltre diecimila attiviste e attivisti hanno poi preso parte al ricordo delle vittime del naufragio di Cutro e assistito al flashmob finale, autodeterminazione della donna e la liberazione dallo sfruttamento del lavoro produttivo e riproduttivo>>. A mio parere, tutto ciò non è altro che un pout–porri senza né capo, né coda. Mi ha particolarmente colpito il riferimento critico al sistema patriarcale che, evinco dall’articolo, è per gli organizzatori delle numerose manifestazioni il principio di tutti i mali.

Insomma, Patria, Dio e famiglia sono stati sostituiti dai sinonimi: Patriarcato, Capitalismo, Maschio bianco eterosessuale.

Partendo dall’articolo, ho provato a ragionare sulla base del significato etimologico di “Padre”. Ai fini dell’economia del ragionamento che mi appresto a sviluppare, ritengo fondamentale prendere l’abbrivio dal significato etimologico del termine padre.

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neronot

La fine di internet

Il collasso sarà la nostra liberazione o la nostra rovina?

Alessandro Sbordoni intervista Geert Lovink

In questa intervista, ho parlato con Geert Lovink del suo ultimo saggio Extinction Internet, l’hauntologia di Mark Fisher, il ricordo di Bernard Stiegler, il movimento Extinction Rebellion e i fantasmi dell’accelerazionismo

LOVINK banner wordpressAlessandro Sbordoni: Oggi il realismo digitale ci fa sentire come se un altro Internet non fosse più possibile. In un tuo saggio intitolato Extinction Internet affermi che Internet sta volgendo al termine e che è tempo per teorici, artisti, attivisti, designer e sviluppatori di immaginare cosa resta dopo la fine di Internet per come l’abbiamo conosciuto. Che cosa possiamo fare come utenti di Internet?

Geert Lovink: In una situazione come la nostra, descritta da forme culturali ed economiche di stagnazione e recessione, la rivoluzione delle generazioni più giovani non è molto verosimile. Oggi, la sottocultura non può svilupparsi in opposizione alla cultura dominante. Questa è la ragione fondamentale per cui ci troviamo in questa situazione. Per quanto riguarda Internet, abbiamo visto la concentrazione del potere, la centralizzazione e la monopolizzazione che proviene sia dallo Stato che dalle aziende. Eppure, così come per il cambiamento climatico, tutti gli allarmi sono caduti nel vuoto. Internet è oggi caratterizzato da una strana sintesi di dipendenza digitale e sorveglianza statale. Tutto questo crea la sensazione che non ci sia via d’uscita; non sappiamo dove andare. Nel frattempo, siamo ancora impantanati nelle paludi della piattaforma.

 

La verità è che la capacità dell’individuo di impersonare il cambiamento è scomparsa. Mentre le forme avanzate della stagnazione si sono dimostrate molto pericolose.

 

AS: Mi ritorna alla mente ciò che diceva Mark Fisher riguardo la scomparsa di quei presupposti che hanno reso possibile il modernismo nel XX secolo.

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paginauno

Sui pericoli dei pappagalli stocastici: i modelli linguistici possono essere troppo grandi?

di Bender, Gebru, McMillan-Major, Shmitchell*

L’intelligenza artificiale è intelligente? L’analisi tecnica del funzionamento dei modelli linguistici svela cosa abbiamo davanti: nulla più di pappagalli stocastici. Uno studio dall’interno della Silicon Valley

drew dizzy graham s4dfrh7hdDU unsplash 750x375Lanciato a novembre 2022, la chatbot ChatGPT ha acceso il dibattito sul­le capacità raggiunte dall’intelligenza artificiale e sulle relative implica­zioni sociali e politiche. ChatGPT è di fatto un modello linguistico (LM) di grandi dimensioni, addestrato su set di dati raccolti nel web. Un aspetto ormai noto è la dinamica con cui la IA riproduce pregiudizi, stereotipi e narrazioni dominanti, meno diffusa è la consapevolezza di che cosa sia­no i modelli linguistici e se, e con quale significato, possano dirsi ‘intelli­genti’. È una questione fondamentale per comprendere cosa abbiamo davanti.

Lo studio di cui pubblichiamo qui un estratto esce nel marzo 2021 a firma, tra le altre, di Melanie Mitchell - accademica, si occupa di sistemi complessi, intelligenza artificiale e scienze cognitive (qui con lo pseudo­nimo Shmargaret Shmitchell), ha guidato il team di Google sull’etica nella IA, e la pubblicazione di questo paper le è valso il licenziamento -; lo studio ricostruisce tecnicamente i meccanismi per cui un LM può produrre un testo apparentemente fluido e coerente, ma la macchina che lo genera non ha alcun grado di comprensione: “La nostra percezione del testo in lin­guaggio naturale, indipendentemente da come è stato generato, è me­diata dalla nostra competenza linguistica, e dalla nostra predisposizione a interpretare gli atti comunicativi come veicolanti un significato e un intento coerenti, indipendentemente dal fatto che tali atti lo abbiano. Il problema è che se un lato della comunicazione non ha significato, allora la comprensione del significato implicito è una illusione derivante dalla nostra singolare umana comprensione del linguaggio. Contrariamente a quanto può sembrare quando osserviamo il suo output, un modello linguistico è un sistema per riassemblare insieme in modo casuale sequenze di forme linguistiche che ha osservato nei suoi vasti dati di addestramento, in base a informa­zioni probabilistiche su come si combinano, ma sen­za alcun riferimento al significato: un pappagallo sto­castico”.

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effettoseneca

Burioni ha ragione. Purtroppo per lui

di Ugo Bardi

BurioniScienzaIl tweet di Roberto Burioni riportato qui accanto è andato virale su molti social, dove è stato commentato con insulti e accidenti all'autore (C'è un altro tweet molto simile attribuito a Burioni che gira sul Web. Sembra che entrambi siano autentici, anche se non ne possiamo essere sicuri al 100%. In ogni caso, sono in linea con il pensiero e il modo di fare del personaggio e non sono stati smentiti). La reazione del pubblico è comprensibile di fronte a un'affermazione che contrasta così platealmente con la linea che Burioni e altri avevano sostenuto fino ad ora, ovvero "fidatevi della scienza, sappiamo noi cosa fare." Invece, questo tweet è una discreta zappata sui piedi (o lesione ad altre parti delicate del corpo) per tutti i televirologi che hanno imperversato negli ultimi 3 anni.

Burioni si trova in evidente difficoltà, costretto in difesa, cercando di giustificare i suoi molteplici errori e contraddizioni. Normalmente, lui usa la tecnica del "blastaggio," consapevole di generare una forte reazione negativa. La mette in conto: è un modo di far passare un certo messaggio generando polemiche. Ma è una tattica che si può usare soltanto in attacco, non in difesa.

Il tweet si limita a dire esplicitamente una cosa che è ben nota a tutti quelli che lavorano nel campo della ricerca, anche se risulta sorprendente per il pubblico in generale. Non c'è quasi nessun controllo sulla validità dei dati e dei risultati pubblicati su una rivista scientifica, anche fra quelle di "alto livello." Vi passo, più sotto, una discussione sull'argomento da parte di "Birbo Luddynski." Scusate il linguaggio scatologico, ma la sua descrizione di come funziona la scienza è valida, perlomeno nel complesso.

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altraparola

Sulla guerra

Editoriale del n.8 di Altraparola

di Mario Pezzella

Rembrandt2Introduciamo questo numero ricorrendo a un saggio di Simone Weil sull’Iliade, in cui lei riflette sulla negatività estrema della guerra, su una pulsione di morte, che non conosce limiti nel suo dispiegamento ed ha effetti devastanti sull’animo di chi è costretto a subirla. La guerra induce a perdere ogni nozione di limite e misura nell’uso della forza. La violenza segue in essa un percorso apparentemente inarrestabile: «La forza trasforma in una cosa chiunque le sia sottomesso. Quando è esercitata fino all’estremo, essa trasforma l’uomo in una cosa nel senso più letterale, perché lo trasforma in cadavere. C’era qualcuno, e, un attimo dopo, non c’è nessuno». È quasi fatale giungere a un punto in cui non è più in gioco la sottomissione dell’altro, ma la sua nientificazione.

Come nelle forme più estreme di schiavitù, viene tagliata alla radice la possibilità stessa della vita interiore: «Non si può perdere più di quanto perda lo schiavo; egli perde ogni vita interiore». Ma la guerra generalizza ed estende necessariamente la condizione di schiavitù, indipendentemente dalla volontà iniziale di chi si mette a combattere. Chi inizia una guerra commette perciò un male duplice: non solo è responsabile della violenza che fuoriesce direttamente dalle sue mani, ma suscita nel nemico una inevitabile reazione speculare e mimetica. Nell’ambito della guerra, la relazione con l’altro è caratterizzata dalla stessa assenza di pensiero e di reciprocità, che domina nella schiavitù.

La guerra è il dominio illimitato della forza: essa si manifesta allo stato puro nel potere di decidere sulla vita e la morte dell’altro, potere sulla sua nuda vita.

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megachip

Obbligo vaccini Covid: la Consulta ha tradito lo spirito dei Padri Costituenti

di Alessandra Chiavegatti*

Una lettura personale e approfondita delle sentenze della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'obbligo vaccinale anti-Covid e sulla realtà sovranazionale in cui si collocano

sentensiaPerplessità sulle sentenze della Corte Costituzionale n. 14 e 15/2023

Attraverso questo scritto si fornisce una personale lettura delle recenti sentenze della Corte Costituzionale che hanno riconosciuto la legittimità della normativa sull’imposizione della vaccinazione anti-Covid, contestualizzandola nel momento storico del tutto peculiare che stiamo vivendo. La prima perplessità sollevata dalle sentenze riguarda l’indipendenza della Corte, evidenziando come il sistema di nomina dei suoi componenti (espressi per un terzo dal Parlamento, per un terzo dal Presidente della Repubblica e per un terzo dalle magistrature superiori ordinarie e amministrative) rifletta anche su tale organismo la grave crisi democratica in cui versa la politica, a livello sia interno che internazionale.

A tal proposito, sul piano nazionale, si rammenta come la legge elettorale consenta di votare non tanto le persone quanto i partiti, i quali per anni hanno fatto ricorso a governi “tecnici” retti da non eletti per adottare scelte politiche su cui non vi è stato alcun consenso popolare e su cui, perlopiù, non è nemmeno consentito il dibattito, visto il ricorso al decreto-legge e alla fiducia, con buona pace della separazione dei poteri. A livello sovranazionale, invece, l’art. 11 Cost. prevede che la Repubblica consenta, a condizioni di parità con altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni, e ci si chiede se ad oggi queste finalità siano rispettate, visto che, ad esempio, nonostante la stessa norma affermi che “l’Italia ripudia la guerra”, siamo chiamati a concorrere con la NATO e l’Unione europea al finanziamento di Paesi in guerra estranei all’alleanza, rifiutando possibili trattative di pace.

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sinistra

Obsoleti nell’UE gli inceneritori per rifiuti solidi urbani (R.S.U.)

di Luca Benedini

inceneritore3Viene qui riprodotto in buona parte, e aggiornato, un intervento – apparso una decina d’anni fa in una rivista locale – che si muoveva tra il campo giuridico, quello tecnico e quello ecologico focalizzandosi sulle prescrizioni dell’UE nel campo dei rifiuti, sui modi di ottimizzarle e sulle possibilità di migliorare ulteriormente la loro capacità di incidere sulla realtà corrente della produzione e del consumo. Dal momento che la realizzazione di inceneritori (o, come è divenuto di modo definirli, “termovalorizzatori”) costituisce ancora oggi un argomento capace di scatenare grandissime discussioni e addirittura di far cadere in pratica un governo, appare essere il caso di puntualizzare la questione, nelle attuali circostanze, con la maggiore precisione e affidabilità possibile.

* * * *

Nell’esauriente articolo Gli inceneritori per R.S.U. sono ormai obsoleti e fuorilegge, redatto da Luca Benedini, Fausto Fraccalini e Caterina Di Francesco e pubblicato nel mensile locale lombardo La Civetta dell’ottobre 2011, si leggeva quanto segue (che è totalmente valido ancora oggi né se ne prevede alcuna significativa variazione nel breve e medio termine):

«La gestione dei rifiuti in Italia e negli altri paesi dell’UE è regolata dalla legislazione europea: precisamente, dalla Direttiva 2008/98/CE del 19 novembre 2008, alla quale tutti gli altri livelli di legge devono adeguarsi.

L’art. 4 di questa direttiva stabilisce una precisa “gerarchia dei rifiuti”, in base alla quale negli Stati membri dell’UE va fatto il possibile per:

    1. ridurre i rifiuti (ad esempio, abbandonando l’“usa e getta”, facilitando il riuso dei prodotti ed estendendo il loro ciclo di vita);

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perunsocialismodelXXI

Didattica russa

di Piero Pagliani

547114 cyber attack cyber warRicevo dall'amico Piero Pagliani questo bell'articolo che, prendendo le mosse dalle traiettorie divergenti che hanno imboccato i sistemi formativi russo e americano (il primo che si prepara a tornare al modello sovietico, il secondo allegramente in marcia verso il degrado), approfondisce le riflessioni geopolitiche che Piero ci aveva ha già regalato in precedenti occasioni sulle ragioni profonde del conflitto, vale a dire sull'incapacità/impossibilità della superpotenza statunitense di adattarsi a un mondo multipolare. PS. Ho lasciato il titolo dell'autore anche se io avrei preferito qualcosa come "Usa: il declino inizia sui banchi di scuola"[C.F.].

* * * *

Vorrei porre l'accento su un passaggio del recente discorso di Putin alla Duma che è stato trascurato dai nostri media e dai nostri “esperti” cavernicoli (cioè che pensano solo la clava, di cui parlerò solo dopo). Il passaggio riguarda la necessità di una riforma del sistema formativo russo:

«Il primo punto è tornare alla formazione di base di specialisti con istruzione superiore tradizionale per il nostro paese. Il periodo di studio può essere da quattro a sei anni. Allo stesso tempo, anche all'interno della stessa specialità e di un'università, possono essere offerti programmi che differiscono in termini di formazione, a seconda della specifica professione, e della richiesta dell'industria e del mercato del lavoro. In secondo luogo, se la professione richiede una formazione aggiuntiva, una specializzazione focalizzata, allora in questo caso il giovane potrà continuare la sua formazione in un corso magistrale o residenziale. In terzo luogo, gli studi post-laurea saranno assegnati come livello separato di istruzione professionale, il cui compito è formare il personale per le attività scientifiche e didattiche».

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gasparenevola

Una ‘guerra civile’ sottotraccia tra società dell’iper-fiducia e società dell’ipo-fiducia

Scienza, politica e media nella crisi covidiana

di Gaspare Nevola

Schermata del 2023 02 25 15 07 59Dietro alle spalle un pescatore
E la memoria è già dolore
E’ già il rimpianto d’un aprile
Giocato all’ombra di un cortile
(F. De André)

I

Lo scrivevo già tra l’inverno e la primavera del 2020. Quando stavamo entrando sotto il regno del Covid. Oggi ritorno su quella stagione, a proposito del ruolo della scienza e delle decisioni pubbliche, ammonendo gli esperti dei salotti televisivi, i politici alla “si salvi chi può” e i mass media all’arrembaggio. Ritorno su alcune delle considerazioni fatte all’epoca per due motivi principali: 1) perché tali considerazioni non erano (né sono) ispirate dalla fregola di partecipare alle contingenti polemiche di un momento, e tanto meno erano (e sono) il riflesso di una paura obnubilante o di una “crisi di nervi” dettate dal virus e foraggiatrici di negazionismi scientifici vari o complottismi improvvisati “per dirne quattro a quel farabutto di nemico”; 2) affinché tali considerazioni tengano viva nella memoria collettiva gli equivoci e le responsabilità di chi ha operato scelte che hanno avuto un impatto devastante su tutti coloro che le hanno subite, con accondiscendenza o meno, ma spesso senza interrogarsi su come funzionano di fatto scienza, politica e mass media e su come invece dovrebbero funzionare una scienza, una politica e una comunicazione matura, se non virtuosa.

Torniamo con la mente ai primissimi mesi del 2020. Ci si chiede, tutti, da chi occupa posizioni apicali negli apparati politici, scientifici e mediatici, fino al comune uomo della strada, compreso il “personale di servizio” a collegare gli uni agli altri: come si propaga il virus? come fermarlo? quando e come ne usciremo?