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contropiano2

Una botta di culo non fa primavera…

di Dante Barontini

Che culo! Alla parata decisiva di Donnarumma sull’ultimo rigore, il pensiero è esploso nella testa di tutti i membri dell’establishment italiano ed europeo.

Traspariva evidente nelle smorfie sorridenti di Mattarella, madame Cristillin e Valentina Vezzali, in tribuna d’onore. Ma era immaginabile anche sui volti di Mario Draghi e della stessa Ursula von der Leyen, che si era spinta qualche ora prima a tifare Italia contro quei dannati inglesi che avevano voluto e ottenuto la Brexit.

Che culo! Dopo due minuti sembrava tutto finito. Gli europei al potere demoralizzati nel vedere che il paese calcisticamente egemone nel Vecchio Continente era quello che se n’era andato fuori da un assetto istituzionale coercitivo e strampalato.

Gli italiani al potere in subappalto già preoccupati per il mancato “effetto cocaine” sulla popolazione che deve – e soprattutto dovrà – subire gli effetti delle scelte che stanno facendo. E di cui si cominciano a vedere i risultati, intanto come licenziamenti di massa.

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brancaccio

Superbo rosso antico

di Emiliano Brancaccio e Renato Brancaccio*

“Rosso antico”. Fu questo l’appellativo che accompagnò Luca (Luigi) Castellano nella sua lunga militanza di intellettuale e artista comunista. Lo pseudonimo gli venne attribuito dal compagno Ferraiulo, a seguito di un intervento che Castellano tenne in una gremita biblioteca della federazione napoletana del partito comunista italiano, in via dei Fiorentini.

Era il mese di maggio del 1968. Partecipavano al dibattito il segretario della federazione e la maggioranza dei dirigenti e degli intellettuali comunisti, “organici” e non. Ma ciò che dava carattere di straordinarietà all’incontro era la presenza di alcuni rappresentanti della “Primavera di Praga” inviati da Dubcek. Il segretario del partito comunista cecoslovacco era infatti a caccia di consensi, in tutta Europa, a sostegno della sollevazione in atto nel suo paese.

Dubcek aveva bisogno di raccogliere adesioni intorno alla possibilità, da lui evocata, di edificare un socialismo che, rispetto a quello sovietico, garantisse maggiormente le libertà economiche e civili.

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lantidiplomatico

Thomas Piketty, la Cina e Noi

di Bruno Guigue

La visione della Cina e dell'Occidente dell'economista Thomas Piketty è una sottile miscela di analisi obiettiva, ipotesi ideologiche e omissioni significative. Nel commentare alcune sue tesi, colgo l'occasione per fare alcune considerazioni utili.

"Il potere pubblico cinese detiene attualmente il 30% di tutto ciò che c'è da possedere nel Paese, mentre gli stati occidentali si trovano tutti con posizioni patrimoniali quasi nulle o negative".

Questo è perfettamente corretto: l'esempio cinese mostra la superiorità di un'economia mista pilotata da uno Stato sovrano dotato di una visione strategica.

In Europa non abbiamo né uno Stato sovrano né una strategia di sviluppo. Ma non ne abbiamo bisogno, dal momento che i mercati finanziari dettano la politica economica e il nostro meraviglioso sistema democratico lo accoglie.

Parlando di democrazia, è interessante notare che in Cina le banche obbediscono al governo, mentre in Francia il governo obbedisce alle banche. È vero che in Cina le banche sono pubbliche mentre in Francia sono private.

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contropiano2

Addio a concorsi e contratti stabili. La sanità polverizzata da Brunetta

di Redazione Contropiano

La notizia è stata scoperta da un sito specializzato (AssoCareNews), perché ormai l’informazione ufficiale (quella che pretende di essere l’unica “attendibile e certificata”) preferisce lasciare nell’ombra la tempesta sociale preparata dal governo Draghi.

In sintesi:

Il Ministro Brunetta ha presentato nei giorni scorsi davanti al Senato il DL 80/2021, con cui si appresta a fare una “piccola grande rivoluzione” nel mondo del lavoro pubblico.

Per quanto riguarda per il reclutamento di professionisti iscritti ad albi (come Infermieri, Medici e Professioni Sanitarie), le pubbliche amministrazioni potranno ricorrere più facilmente a tipologie di contratto quali:

  • Contratto di lavoro subordinato a tempo determinato;
  • Conferimento di incarichi di collaborazione con contratto di lavoro autonomo.

Si ufficializza dunque il precariato in un settore strategico devastato per 30 anni con i tagli di spesa e i regali alla sanità privata.

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lafionda

Traditori! Il decreto della dignità persa

di Savino Balzano

Era luglio 2018 quando Luigi Di Maio, mentendo come in tante altre circostanze ha saputo fare, affermava di aver «licenziato il Jobs Act».

In effetti non aveva licenziato un bel niente: restava e resta in piedi la normativa in materia di controllo a distanza, quella in materia di mansioni e soprattutto la disciplina dei licenziamenti illegittimi. I danni peggiori prodotti dai governi Monti e Renzi restavano al riparo dall’intervento voluto dai grillini, tuttavia era un inizio.

Il decreto dignità (d.l. 87/2018), infatti interveniva sui contratti a termine: ne riduceva la durata massima, ad esempio, ma soprattutto reintroduceva il meccanismo delle causali. Inoltre fece buone cose in materia di somministrazione, ma è un’altra storia.

Le causali hanno due funzioni essenziali: la prima, ovviamente, consiste nel fatto che un datore di lavoro non debba essere assolutamente libero di ricorrere a contratti precari. Per farvi ricorso, infatti, deve esserci una ragione fondata, una giusta causa (appunto), espressamente individuata dalla legge.

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kriticaeconomica

L’inganno della meritocrazia al tempo degli influencer

di Niccolò Biondi

La polemica che in questi giorni ha coinvolto l’influencer Imen Jane, rea di aver ricondiviso parole denigratorie nei confronti di una giovane barista, pare averne fatto nuovamente vacillare la reputazione a circa un anno dalla gaffe circa la sua millantata laurea in economia. La divulgatrice social si è scusata poco dopo l’accaduto alludendo a un errore di errata comunicazione e sottolineando che le parole ricondivise vanno contro i suoi principi e la sua storia.

Lo scivolone di Imen appare nient’altro che un naturale epifenomeno della mentalità individualista e competitiva che sottende la retorica di questi influencer economici coccolati dai media mainstream, che trovano in loro il grimaldello ideale per promuovere uno specifico modello sociale tra le fila dei più giovani.

In questo senso, l’ideologia della meritocrazia rappresenta uno dei più potenti fattori di legittimazione del sistema liberale e capitalistico. “Impegnati, e avrai ciò che meriti”: su questa semplice frase si regge la legittimazione del sistema socio-economico contemporaneo, nonché la giustificazione a posteriori dei risultati della competizione: i vincenti hanno meritato, i perdenti hanno demeritato.

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teleborsa

Un colpo al cerchio e cento alla botte

di Guido Salerno Aletta

Da Bruxelles arrivano apprezzamenti superlativi per il PNRR ma mazzate da orbi su debito e squilibri

Non ci siamo mai fatti illusioni: dietro il buonismo cartonato del NGUE, la Unione Europea non molla di un millimetro nelle critiche all'Italia.

Ci sarebbe stato da commuoversi, da rabbrividire per l'emozione, di fronte ai complimenti espressi dal Documento di lavoro che ha accompagnato la proposta favorevole della Commissione europea sul PNRR presentato dall'Italia: la valutazione è stata eccezionalmente lusinghiera, visto che ci hanno attribuito la "A" in ben dieci degli undici criteri analitici di giudizio che sono previsti. Solo per la "Definizione dei costi" il voto è stato meritevole di una "B".

Hanno messo su un teatrino entusiasmante, da levarsi in piedi per una interminabile òla collettiva.

E' tutto un compiacimento:

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sinistra

G8 a Genova, luglio 2001

di Francesco Giordano

In quei giorni non avevo nessuna intenzione di andarci a Genova, non mi piaceva il clima “pacifista” che si era creato, non mi ispirava quella protesta per me senza capo né coda. E se devo dirla tutta non mi piacevano le “tute bianche” e nemmeno gli intellettualini che spintonavano per avere qualche visibilità.

Nessuna voglia di andare a Genova in quei giorni.

Nessuna voglia di andarci, ma gli aggiornamenti su quanto stava succedendo in quella città e della morte di Carlo le sentivamo per Radio, o attraverso qualche compagno che era già partito e non era possibile restare inerti.

Era il 20 di luglio del 2001 e le notizie di aggressioni assolutamente gratuite da parte della polizia e di chi più ne ha più ne metta, ci spinsero a partire per Genova.

Come detto non mi piacevano i Farina, i Casarini, ma si stava consumando un crimine e volevo, volevamo, esserci per esprimere la nostra indignazione, per dire che erano dei torturatori criminali fascisti.

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sinistra

L’illusione del calcio

di Eros Barone

A prima vista, sembra semplice: un
gran prato rettangolare, ventidue giovanotti
in uniforme sommariamente
araldica, una palla di cuoio, due reti alle estremità del rettangolo;
la contesa riguarda chi e quante volte riesce a mandare
quella palla nell’una o nell’altra rete, superando, con l’astuzia
o la mera brutalità, la resistenza della banda avversa. È
domenica, dappertutto c’è gente che non sa cosa fare; pigramente
qualcuno “va alla partita”; paga il biglietto, si diverte
ammira, deplora, commenta, torna a casa. Oh no, non è così
semplice. Forse le cose stanno a quel modo nell’empireo, dove
è sempre domenica, e si è sempre pigri, felici e virtuosi. Ma
si veda, ad esempio, la partita da un punto di vista sociologico:

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andreazhok

Su scienza e morale

di Andrea Zhok

Una delle verità acclarate nel funzionamento della scienza è che nessuna 'verità scientifica' può venire alla luce in assenza della precedente formulazione di un'ipotesi adeguata.

Le 'verità scientifiche' emergono quando si mettono alla prova una o più ipotesi, ottenendone una smentita o conferma. L'intero contenuto della 'verità scientifica' dipende dall'ipotesi.

Molte sono le complicazioni ulteriori, perché non è mai semplice definire cosa conta come conferma e cosa come smentita, né se l'apparato sperimentale non sia pregiudicato da errori sistematici nella sua costruzione, ecc.

Però, rimanendo al punto più elementare e non controverso, il dato da tenere fermo è questo: nessuna verità scientifica, cioè nessuna delle asserzioni che rappresentano nella nostra cultura la base fondativa più autorevole, può nascere senza che essa sia preceduta dalla formulazione pubblica di un'ipotesi, che andrà poi verificata.

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lantidiplomatico

Non ci sarà mai rivoluzione (neanche gentile) senza egemonia culturale

di Agata Iacono

Smantellato il decreto dignità, messo in discussione il reddito di cittadinanza, sfasciata la riforma Bonafede sulla giustizia, regalati all'editoria, invece di tagliare, altri 30 milioni di euro ai giornali del mainstream, prorogata la norma salva-Mediaset, regalati 7,9 miliardi di euro ai Benetton (invece di revocare e penalizzare), ampliati i limiti di inquinamento elettromagnetico per la promozione del 5G, sbloccati i licenziamenti, introdotti nel PNRR emendamenti a favore delle banche (nessuna possibilità di diritto di ricorrere in giudizio per le famiglie sfrattate), insomma tutto quello per cui il Movimento 5 Stelle ha deciso di entrare nel governo Draghi per "difendere le conquiste" realizzate agli inizi della legislatura.

C'è un limite di dignità alla supina sopportazione?

Forse i parlamentari del Movimento 5 Stelle si stanno accorgendo che, Conte o Grillo, modifiche delle modifiche delle modifiche dello statuto, 7 saggi, piattaforme varie che in questo preciso momento stanno invadendo il box email degli iscritti, senza un'identità riconosciuta, senza una visione e con il taglio dei parlamentari, non ci sarà comunque un secondo, terzo o quarto mandato.

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effimera

Edgar Morin: Un pensiero democratico, fino in fondo

di Peppino Ortoleva

Edgar Morin, intellettuale europeo di fama mondiale, autore di opere tradotte in oltre 20 lingue diverse in 42 paesi, di cui oltre 100 edite in italiano, è nato a Parigi l’8 luglio 1921. Morin è il suo nome di battaglia da partigiano, che a guerra finita il figlio dalla diaspora degli ebrei sefarditi espulsi dalla Spagna dell’Inquisizione Edgar David Nahoum ha assunto ufficialmente nel cognome. Per celebrare il suo secolo di vita e di incessante impegno civile, e in particolare il legame speciale che egli ha da sempre con il nostro paese, ‘patria desiderata’ fin dal dopoguerra, 100 diverse voci italiane si sono raccolte in un omaggio corale, che per la cura di Mauro Ceruti si è tradotto nelle 444 pagine del volume Cento Edgar Morin. 100 firme italiane per i 100 anni dell’umanista planetario (Mimesis, 2021). Condividiamo uno degli scritti, di Peppino Ortoleva.

* * * *

Uno degli aspetti più importanti del pensiero di Edgar Morin, che appare troppo spesso sottovalutato, è l’avere accettato in piena coerenza e in tutte le sue conseguenze la sfida della democrazia: cosa che molti intellettuali dell’ultimo secolo non hanno saputo fare, presi tra le sirene delle ideologie totalitarie e il rinchiudersi nei confini professionali di un ceto ristretto o in quelli mentali delle discipline.

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ippocrate

Vaccino Covid ai bambini

di Mauro Rango

Stanno vaccinando adolescenti contro il Covid per proteggere adulti e anziani che sono già stati vaccinati.

Ma se sono vaccinati e protetti perché vacciniamo gli adolescenti, che di Covid non si ammalano (se non in forma lieve e senza conseguenze) ?

Ora si parla di vaccinare i bambini che non subiscono alcun danno dal Covid. Con un vaccino genomico sperimentale di cui non si conoscono gli effetti avversi sul medio e lungo periodo. Per quale ragione se tutte le altre fasce di età sono state vaccinate e messe al riparo?

È la prima volta, nella storia dell’umanità, che si mette a rischio il futuro delle giovani generazioni per proteggere quelle più vecchie che, ripetiamo, sono già state messe al riparo attraverso la vaccinazione. Un assurdo, un paradosso, una follia.

Non si conoscono gli effetti avversi di vaccini genici sul medio lungo periodo. Non vi sono dati di sicurezza.

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lordinenuovo

La minimum tax sulle multinazionali come elemento della lotta tra stati

di Domenico Moro

La proposta di riforma del sistema fiscale internazionale, basato sull’introduzione di una tassa minima globale (minimum tax), dopo essere stata approvata dal G7, è stata votata a grande maggioranza anche dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), con 130 Paesi favorevoli sui 139 che la compongono. La proposta di riforma fiscale consiste nell’introduzione a livello internazionale di una imposta minima del 15% sui profitti delle multinazionali e nell’obbligo a pagare le tasse lì dove la multinazionale realizza i propri guadagni. Le reazioni da parte dell’establishment internazionale sono state entusiastiche. Janet Yellen, segretaria al Tesoro statunitense, definisce quella della votazione dell’Ocse “una giornata storica per la diplomazia economica”, lo stesso presidente Joe Biden ha parlato di “un importante passo in avanti verso una economia più giusta”. In Europa il ministro delle finanze tedesco Scholz ha definito l’accordo un “colossale progresso” mentre il suo omologo francese, Le Maire, ha detto che “è il più importante accordo dell’ultimo secolo”. Infine, il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni ha affermato che è “un passo storico verso una tassazione più equa delle multinazionali”.

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machina

L’innocua tragedia dei messia laici

Uno sguardo su Judas and the Black Messiah

di Jack Orlando

A un anno di distanza dalla potente insorgenza afroamericana che ha messo radicalmente a critica il razzismo strutturale che governa gli Stati Uniti, Jack Orlando commenta uno dei film cult della stagione: Judas and the Black Messiah (Warner Bros. Picture, 2021), che ricostruisce la vicenda del tradimento e poi dell’uccisione da parte del FBI di Fred Hampton, leader della sezioni di Chicago delle Pantere Nere, artefice di quella straordinaria esperienza rivoluzionaria anticoloniale e antirazzista che è stata la Rainbow Coalition.

* * * *

Il nome di Fred Hampton ai più non dice nulla. Una delle tante vittime della violenza poliziesca in una stagione di profondi conflitti sociali, relegata a pagine ormai lontane di storia. 

Abbastanza lontane da poterle considerare ormai inoffensive, incapaci di allungare le loro mani fino al presente e contaminarne la materia. 

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cumpanis

Speciale: “L’essenza, per le fondamenta”

Alessandro Testa intervista Renato Caputo

Con questa prima intervista a Renato Caputo inauguriamo lo Speciale già annunciato, che prevede una serie di "incontri" tra "Cumpanis" e gli intellettuali e i dirigenti comunisti, marxisti, italiani

“Il partito di quadri, radicato e organizzato in cellule nei posti di lavoro, è la struttura indispensabile per la rivoluzione nei paesi capitalistici

Renato Caputo, nato a Roma nel 1971, dopo il liceo classico ha studiato all’università principalmente storia, economia e filosofia. Dopo una tesi di laurea sull’estetica di Bertolt Brecht, ha scritto due tesi di dottorato su Hegel, l’ultima sotto la guida del compianto prof. Domenico Losurdo. Dopo aver completato la sua formazione in Germania, si è dedicato all’attività di insegnamento di storia e filosofia in un liceo romano e all’Università popolare Antonio Gramsci. Negli ultimi anni ha scritto moltissimi articoli per il giornale comunista “La città futura”.

* * * *

Vorrei porti innanzitutto una domanda a nostro avviso assai importante per capire la genesi, l’evoluzione e probabilmente anche il futuro del comunismo in Italia, ovvero cosa pensi dell’attualità di Gramsci con particolare riferimento alla tematica della rivoluzione in occidente.

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lafionda

La Repubblica Popolare a cento anni dalla nascita del Partito Comunista Cinese

di Alberto Bradanini

Nel celebrare i cento anni di vita del Partito Comunista Cinese (Pcc), fondato a Shanghai nel luglio del 1921, va tenuto in conto che il Partito si trova alla guida del paese solo dal 1949, dunque 100 meno 28, 72 anni, una piccola ma significativa differenza, poiché sono soprattutto gli eventi del secondo dopoguerra quelli che ci aiutano a capire la storia della Cina contemporanea, gettando uno sguardo sul suo modello di comunismo, sulle eresie dottrinali rispetto all’Unione Sovietica, sulle scelte del Grande Timoniere Mao Zedong, sull’ascesa economica della Cina di Deng. In una scena affollata di quesiti, molti aspetti restano ancora tali, a dispetto del tempo trascorso. La Cina, infatti, non è ancora pronta ad aprire i suoi archivi, a rievocare i propri scheletri, a discutere per capire di più e meglio. Occorrerà aspettare che altra polvere si depositi sugli scaffali, che la dirigenza si convinca che l’emergere di qualche sgradevole verità non si rifletta in forma incresciosa sugli scenari politici attuali.

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sinistra

Biomercato

di Salvatore Bravo

Il biopotere è stato sostituito dal biomercato, il neoliberismo gestisce la vita umana, ne astrae l’essenza il DNA per immetterlo negli affari. La vita diminuita è in vendita, il mercato sembra sempre più simile alle anime morte di Gogol, tutto è in vendita i morti, i vivi ed i trapassati. Se il mercato è tutto, ogni forma di vita è assimilata ad essa al punto che siamo nella condizione di una notte tutte in cui tutte le vacche sono nere secondo la nota affermazione di Hegel. La notte che ci avvolge è il mercato, la privatizzazione della vita induce a trasformare ogni possibile espressione di essa in mercato. In un tale contesto la vita è niente e il plusvalore è tutto. Il tramonto della filosofia e degli studi classici impedisce che si abbiano strumenti per decodificare il sistema, sono sostituiti dagli studi specialistici e tecnici che formano alla parcellizzazione della vita.

L’incidente di Mottarone è stato abilmente isolato dal suo contesto, la verità è più terribile della già cruda cronaca. Il disprezzo per la vita è l’abitudine quotidiana del neoliberismo, la competizione e la riduzione di ogni vita alle sole potenzialità economiche ha contribuito ad indurre gli artefici al crimine.

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manifesto

La ripresa sulla pelle dei lavoratori

di Alfonso Gianni

Altro che boom. Le migliori previsioni si fondano sull’efficacia dell’intervento pubblico e non tanto sulla sbandierata capacità imprenditoriale privata

Le dichiarazioni fatte ieri mattina da Bruxelles dal commissario all’economia dell’Unione europea Paolo Gentiloni sono state assunte come un manifesto dell’ottimismo sulla ripresa economica del nostro paese. In realtà la sua valutazione su un «rimbalzo» del Pil del 5% a fine anno non sono diverse da quelle già fornite da Istat e Bankitalia. Si tratta di previsioni superiori a quelle della media europea, ove si prevede una crescita del 4,8% a fine anno, mentre sono uguali per il 2022 e peggiori per l’anno successivo. La stima di Bankitalia per il triennio 2021-23 è fortemente legata al successo del Pnrr, i cui effetti dovrebbero garantire almeno 2 punti percentuali, ovvero la metà della crescita prevista. Ma tutto ciò – si avverte prudentemente da palazzo Koch – se non ci saranno ritardi nell’implementazione dei progetti del Pnrr e degli investimenti pubblici.

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comidad

La peggiore cospirazione: quella contro se stessi

di comidad

Il giornalista Marco Travaglio viene spesso dileggiato a causa della sua ostinata difesa dell'esperienza dei governi Conte contro la corrente mitologia mediatica sull'attuale governo Draghi. La piaggeria e il servilismo dei media nei confronti di Mario Draghi si spiegano facilmente se si considera il suo spaventoso curriculum. Come cariche istituzionali Draghi ha ricoperto i ruoli di dirigente della Banca Mondiale, direttore generale del Tesoro, governatore della Banca d’Italia, presidente della Banca Centrale Europea. Neanche come lobbista Draghi ha scherzato, dato che oltre la sua carriera in Goldman Sachs, ora è membro della superlobby finanziaria che si fa chiamare Gruppo dei Trenta.

D’altra parte Travaglio ha pienamente ragione: Draghi sta campando di rendita sul lavoro di Giuseppe Conte; e tutti i disastri in cui è stata trascinata l’Italia in quest’ultimo anno e mezzo, dal lockdown al Recovery Fund, sino alla campagna vaccinale, sono tutti farina del sacco non del superlobbista internazionale, bensì dell’avvocaticchio di provincia.

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ilsimplicissimus

C’era una volta… ecco cosa scrivevano di Big Pharma gli adoratori di oggi

di ilsimplicissimus

Pare incredibile, ma Big Pharma e si suoi vaccini appaiono ormai come un mondo angelicato dove gli interessi, le combine, le truffe, le spartizioni, il lavoro di lobby che coinvolge la ricerca, i farmaci pericolosi, ma ugualmente distribuiti e venduti, le prebende date ai medici in cambio di prescrizioni, le false dichiarazioni sono stati cancellati dal ricordo tanta è la gratitudine per averci salvato dal raffreddore narrativo con vaccini totalmente sperimentali e aver proibito ogni cura perché non sufficientemente remunerativa. Eppure fino a qualche anno fa la sola idea di essere obbligati a fare da cavia avrebbe suscitato scandalo e disgusto, mentre ancora qualche tempo prima era scontato che Big Pharma facesse gli affari più sordidi del mondo perché condotti sulla salute delle persone. Così pubblico qui gli stralci di un articolo apparso su Repubblica nel 2014 e segnalatomi da un amico, sull’affare Novartis – La Roche per mostrare come in pochi anni l’atmosfera e la narrazione siano completamente cambiate e da notare non è tanto la notizia, ma il modo e il tono con cui viene data:

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doppiozero

David Harvey, L'accumulazione come spoliazione

di Roberta Carlini

“Viviamo tempi pericolosi, ma anche adatti a esplorare nuove possibilità”. Così scrive David Harvey, pensatore marxista che si fa fatica a etichettare in una disciplina (chi ci ha provato, misurandone il successo su Twitter, lo ha messo al quarto posto tra i sociologi più seguiti al mondo, e al quindicesimo tra gli economisti, per dire). Il suo ultimo libro tradotto per Feltrinelli da Virginio B. Sala, Cronache anticapitaliste, deriva dal lavoro fatto per le “Anti-Capitalist Chronicles”, un podcast quindicinale nel quale dal 2018 Harvey “guarda al capitalismo attraverso lenti marxiste”, come si legge nella presentazione del progetto prodotto da Democracy at work. Lo stile è un continuo e alterno mix tra ricerca e militanza: Harvey, come ricordano i curatori del libro, è stato ed è un innovatore, che ha riversato i suoi 40 anni di studi sul marxismo nello spazio online, diventandone una star – le sue letture del Capitale, videocorso gratuito, sono state viste da oltre 4,5 milioni di persone in 200 Paesi.

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sinistrach

Giovani imprenditrici liberali alla conquista della sinistra

Il caso dei Verdi tedeschi

di Sinistra.ch

“La politica ha bisogno del coraggio di fare le cose in modo diverso” ha dichiarato la leader dei Verdi tedeschi Annalena Baerbock annunciando la sua candidatura quale nuova Cancelliera della Repubblica Federale. Cosa significa? Assolutamente nulla! E’ la tipica retorica vuota, basata su slogan e frasi fatte, che gioca molto sul dato puramente emozionale e che ormai contraddistingue il modo di fare propaganda degli ecologisti e di una certa “sinistra” post-moderna europea che, sfruttando le legittime preoccupazioni dei cittadini per l’inquinamento (fra cui molti giovani affascinati da modelli “liquidi” e ultra-mediatizzati come Greta Thunberg) si fanno votare per poi accordarsi con le strutture di potere che necessitano di un maquillage “green” per sembrare diversi.

 

A comandare il partito verde sono gli “Young Global Leaders”

Queste frasi vuote sono tipiche in particolare fra i membri del “Young Global Leaders” (YGL), quella che il “Bloomberg Businessweek” definisce come la “rete sociale privata più esclusiva del mondo” e di cui la nuova donna forte dei Verdi tedeschi naturalmente appartiene.

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ilpungolorosso

Contro lo “smart working”, cioè contro il nuovo lavoro a domicilio

di effesse

Il libro di Savino Balzano, edito da Laterza, intitolato “Contro lo smart working” è un testo utile perché aiuta a demistificare la manipolazione ideologica che le classi dominanti occidentali, per il tramite di accademici, giornalisti e presunti “esperti”, hanno costruito, negli ultimi decenni, intorno al lavoro digitale in generale, e al “lavoro agile” in particolare. Come ricorda l’autore fin dalle prime pagine, tale narrazione tossica contiene la pretesa che queste nuove forme di organizzazione del lavoro sarebbero intrinsecamente connotate da un senso di libertà e favorirebbero la riconquista di tempi e spazi a favore dei lavoratori, nonché la diffusione di un nuovo paradigma di vita potenzialmente in grado di sanare importanti problemi sociali come il traffico urbano, il congestionamento delle grandi città e l’inquinamento1. Da queste trasformazioni, dunque, tutta l’umanità, inclusa l’umanità lavoratrice, avrebbe molto da guadagnare.

Contro questa rappresentazione deformata e deformante, Balzano, aiutato dalla sua esperienza di attivista sindacale, sviluppa un ragionamento che parte dalla presa d’atto di come “lo smart working non sia né l’innovazione del secolo, né una trasformazione inevitabile ed ineludibile nell’organizzazione del lavoro, né un’opportunità per tutti” (pag VIII).

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antropocene

Le “zero emissioni nette” sono una bufala pericolosa

di Brett Wilkins

Gli "impegni per il clima" delle aziende mascherano l'inerzia e sostengono lo status quo.

Un nuovo rapporto pubblicato mercoledì da tre gruppi di pressione progressisti solleva il velo sui cosiddetti impegni climatici a “zero emissioni nette”, che sono spesso propagandati da aziende e governi come soluzioni all'emergenza climatica, ma che secondo gli autori del documento sono solo una pericolosa forma di greenwashing (diffondere disinformazione in modo da fornire l'immagine pubblica di aziende ecologicamente responsabili), che dovrebbe essere evitata a favore di politiche a “reali zero emissioni”, basate su impegni significativi e a breve termine per ridurre le emissioni globali dei gas serra.

The Big Con: How Big Polluters Are Advancing a ‘Net Zero’ Climate Agenda to Delay, Deceive, and Deny (La grande truffa: come i grandi inquinatori stanno portando avanti un'agenda climatica a "zero emissioni nette" per ritardare, ingannare e negare) è stato pubblicato da Corporate Accountability, Global Forest Coalition e Friends of the Earth International, ed è stato approvato da oltre sessanta organizzazioni ambientaliste.

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lafionda

Cina. Lo sguardo di Nenni e le sfide di oggi

di Leandro Cossu

Sembrerebbe che il moto della translatio imperi, esaurita la supremazia politica, economica (e si spera presto militare) degli Stati Uniti d’America, sia in procinto di interrompersi per sempre, lasciando il posto a un mondo multipolare in cui più stati possano offrirsi virtuosamente come poli egemonici. In questo scenario trovano naturalmente un ruolo da protagonista Federazione Russa e, naturalmente, Repubblica Popolare Cinese. Proprio con quest’ultima è altamente probabile uno scenario di Guerra fredda tra Stati Uniti e Cina; le irriducibilità rispetto allo scorso conflitto sublimato tra USA e URSS richiederebbero quanto meno una riflessione sulle differenze storiche tra le due e sulle modalità con cui questo conflitto sarà esperito sia dalla Politica che nella quotidianità della popolazione. Fino a che punto può essere definito uno scontro ideologico, visto anche che a quarant’anni dalle riforme di Deng (di cui mancano in italiano biografie significative o raccolte di scritti e discorsi) la stragrande maggioranza di intellettuali e giornalisti nostrani continua a ignorare o a non aver capito la portata.

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sinistra

Due pilastri della teoria marxista

di Eros Barone

La critica marxiana della struttura capitalistica si basa su due pilastri: la teoria del valore e la teoria del plusvalore e dello sfruttamento. Le critiche, dirette o indirette, a questi due pilastri, in sostanza il loro disconoscimento, contraddistinguono una elaborazione teorica, in tutto o in parte, antimarxista, anche se questa avanza la pretesa di aggiornare o di completare il marxismo, mentre in realtà mira a distruggerne i concetti fondamentali. Sennonché, quali che possano essere i mutamenti all’interno della struttura capitalistica, la teoria del valore e la teoria del plusvalore e dello sfruttamento restano, dal punto di vista della critica dell’economia politica, due pilastri ineliminabili di tale critica.

Orbene, quando si affronta il problema cruciale del valore e del plusvalore, e quindi della trasformazione dei valori in prezzi, è necessario, per l’appunto, partire da questo punto di vista, che è poi quello con cui Marx intende il processo economico. La prima cosa da notare è che si tratta sempre di rapporti sociali e non di rapporti tra l’uomo, astrattamente inteso, e la natura.

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frontiere

La chiusura del tempo

di Pier Paolo Dal Monte

Dove si nasconde il tempo? Lo percepiamo perché lo concepiamo: la materia della quale è fatto, la continuità che ci appare, è un costrutto mentale nel quale il presente, attimo fugace e privo di essenza, incalza il futuro mentre si trasforma in passato.

In effetti una parte di esso è stata e non è, una parte sarà e non è ancora […] Ma che cosa sia il tempo e quale la sua natura, dalle dottrine tramandate, è oscuro, similmente a come sono oscure le proprietà intorno alle quali prima ci è capitato di discutere¹.

Il futuro non ha essenza, se non quella, priva di sostanza, della speranza o del timore; il passato è solo quel residuo che persiste nella memoria che, quando è condiviso, prende il nome di “storia”.

Entrambi, passato e futuro, sono sempre una proiezione del presente, della Weltanschauung che lo informa.

Il futuro è fatto di scopi, mete, prospettive, e tutto questo si appoggia sul passato, che è la materia di cui siamo fatti, ciò che conosciamo e sappiamo fare, il mondo nel quale viviamo.

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lantidiplomatico

Covid e vaccini. Lo scienziato Yaneer Bar-Yam ribalta tutto quello che vi hanno detto (e Ricciardi conferma!)

di Marinella Correggia

Dimenticate quello che avete sentito ripetere a iosa sull’imprescindibile utilità dei vaccini: ovvero che evitano sempre ai vaccinati di prendersi Covid in modo grave o mortale (anche se possono trasmettere il virus).

I tre attori di un carteggio che ribalta i tavoli sono:

- Walter Ricciardi, televisivamente a tutti noto dal 2020, Professore ordinario di Igiene e Medicina Preventiva presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, nominato di fresco membro del Comitato Scientifico del Sante Publique France, l'Istituto superiore di sanità francese,

- Yaneer Bar-Yam il quale, ci informa Wikipedia, è uno scienziato statunitense specializzato in sistemi complessi ed esperto nell’analisi quantitativa delle pandemie. Consigliere degli Stati ovest africani sull’Ebola, nel febbraio 2020 ha fondato EndCoronavirus.org per fornire informazioni, linee guida e analisi politiche sulla lotta alla pandemia.

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teleborsa

Senza salario minimo, senza contratti collettivi, ma col reddito di cittadinanza

di Guido Salerno Aletta

Dopo la Flessibilità e la Deflazione salariale, Sindacati impotenti e Governi inconcludenti

Bisogna fare un po' di chiarezza sull'assetto delle politiche attive per il lavoro, sulla contrattazione collettiva, sui livelli salariali dei lavoratori, precari e non, sugli interventi assistenziali pubblici.

Il mercato del lavoro si è fortemente polarizzato, che può essere rappresentato come una piramide che ha una base amplissima ed un vertice altissimo, ma fra uno scalino e l'altro della gerarchia, il lavoro si riduce in modo esponenziale.

In alto, al livello retributivo e sociale più elevato, ci sono pochi lavori, apparentemente stabili, ma soggetti ad un burn-out tecnologico e generazionale violentissimo: basta vedere che cosa succede nel mondo bancario, assicurativo e nel settore delle professioni consulenziali. Le innovazioni tecnologiche, incorporando capacità di elaborazione, di memoria e di interazione a distanza, rendono obsoleti lavori in passato molto ben retribuiti.