Crisi istituzionale. Parla Potere al Popolo!
Il presidente Mattarella si è reso responsabile di una grave crisi istituzionale, pur di non accettare come Ministro dell’economia Paolo Savona, considerato “euroscettico” e dunque non compatibile con i diktat dell’Unione Europea.
Mattarella ha ammesso di non aver accettato Savona perché sgradito “ai mercati”, temendo “un segnale di allarme o di fiducia per i mercati”. La volontà dei mercati ha prevalso su quella dei cittadini.
Piegandosi ai diktat della Bce e del Fmi, Mattarella dà l’incarico a Cottarelli, diretto rappresentante dei poteri forti della finanza e noto “tagliatore di teste” del FMI, ex strapagato plenipotenziario per la spending review.
Un governo “tecnico” che si dà la priorità, dichiara Cottarelli, “Di far quadrare i conti”. Una replica del Governo Monti, che per far quadrare i conti ha aumentato l’età pensionabile, precarizzato il lavoro, tagliato i servizi pubblici.
Non ci interessa sapere se Salvini volesse davvero fare questo governo o no, nemmeno il dibattito su un eventuale impeachment di Mattarella: quello che è inaccettabile è la motivazione della sua scelta. Dire che si rifiuta la nomina di un ministro perché ha una visione della politica monetaria diverse da quelle della UE è inaccettabile. Così come è inaccettabile il ricatto dello spread, che la sovranità sia dei “mercati” e non del popolo che vota.
In questo modo il presidente Mattarella ha portato un attacco diretto alla democrazia ed alla Costituzione del nostro paese, facendo una scelta politica in continuità con lo sciagurato interventismo dell’ex presidente Giorgio Napolitano.
Grave ci sembra anche l’accodarsi di CGIL e ANPI a questa scelta. In questo modo la rabbia popolare, che ha radici giustissime, si rivolgerà non solo contro una parte politica, la sedicente “sinistra”, ma contro le stesse istituzioni nate dalla Resistenza.
Si regalerà a Di Maio e Salvini il ruolo di “vittime dei poteri forti”, di “antisistema”, di difensori degli interessi popolari, lasciando che la nostra gente sia sempre più fomentata dal razzismo e dalla xenofobia della Lega per nascondere la guerra ai poveri dichiarata anche da Salvini (voucher, flat tax, ecc) e farla diventare guerra tra poveri. Il nostro paese avrebbe invece bisogno di giustizia sociale, redistribuzione della ricchezza, diritti per tutte e tutti, di cooperazione e non di odio.
La mossa di Mattarella nasconderà agli occhi degli elettori le responsabilità e le colpe della Lega che ovunque governa, alleata di Berlusconi, persegue le stesse politiche neoliberiste di Monti e Renzi, volute dai mercati e da Confindustria, di cui Savona è stato un tempodirettore generale.
Ieri, 27 maggio, si è conclusa a Napoli l’entusiasmante assemblea nazionale di Potere al Popolo, con la partecipazione di più di un migliaio di persone: giovani, donne, lavoratori. L’impegno preso è stato quello di intraprendere tutte le mobilitazioni necessarie a contrastare l’ipotizzato governo M5S e Lega, che ritenevamo lontano dagli interessi popolari, a cominciare dalla proposta di flat tax a favore dei ricchi.
Potere al Popolo!, così come era pronto ad opporsi al governo Salvini/Di Maio per il suo programma e la linea politica anti-popolare, ora afferma con altrettanta determinazione che è contro il grave atto di Mattarella e contro il futuro governo Cottarelli.
Contro questo ora intende lottare per una democrazia senza sovranità limitata e senza presidenti della Repubblica che, invece essere garanti di una repubblica parlamentare, si ergano a difensori di banche e finanza.
Le mobilitazioni che avevamo in programma contro il governo Salvini-Di Maio ora saranno rivolte contro il governo Cottarelli, pura espressione dell’austerità autoritaria del mercato, della finanza multinazionale e dei diktat dell’UE.
Saremo l’unica forza politica impegnata fino a luglio a raccogliere le firme per la legge di iniziativa popolare he chiede di cancellare il pareggio di bilancio inserito in Costituzione da Monti, Berlusconi, Pd.
Sfideremo Lega e 5 Stelle a cancellare comunque la Legge Fornero proponendone la riforma in Parlamento, dove avrebbero da subito i numeri per approvarla.
Basta rivoluzionari a parole. Non faremo ancora una volta i sacrifici per garantire i vostri profitti!
Comments
E cosa pensi che abbia fatto Mattarella?
Per quanto riguarda la Corte Costituzionale ovviamente essa può solo determinare congruità tra promozione legislativa e carta costituzionale. Certo, l'interpretatività sta nelle cose. Ma è la carta ad essere il riferimento: la Corte non può definire articolati che so del diritto allo studio o come deve essere svolta una legge elettorale. E' nella congruità alla carta della promulgazione legislativa che interviene.Essendo istituzione "umana" anch'essa è sottoposta al dominio dell'opinione. Concordo che SEMPRE sono i rapporti di forza TRA LE CLASSI a determinare il DIRITTO REALE. Ma in un periodo storico in cui essi mi sono sfavorevoli, DIFENDO E DIFENDERO' TUTTI GLI ASPETTI FORMALI DELLA DEMOCRAZIA BORGHESE E OLTRE.
A parte i tecnicismi, una sinistra degna di questo nome non si affida certo ai custodi del sistema per formarsi un'opinione. Ci vuole conoscenza, sicuramente, ma più ampia di quella ufficiale accettata, e, soprattutto, autonomia.
A te risulta che l'attuale costituzione materiale prevede che i principi fondamentali della Costituzione lascino il passo all'UE e al mercato? E che ciò è avallato, spalleggiato direi, anche dalla falsa interpretazione della Costituzione?
Quanto all'esistenza o meno di un piano antieuro non sposta minimamente i termini della questione.
Sulla prevalenza della Costituzione "materiale" su quella della "Carta" vorrei ricordare che se così fosse avremmo una legislazione basata sulle sentenze e non una Corte Costituzionale. Risulta?
La discussione su ministri tecnici o politici non ha alcun senso.
Possiamo far finta di niente soltanto perché tutto ciò si è manifestato in occasione della formazione di un governo di destra?
Stare zitti significa far passare il concetto.
Non è abbastanza grave ed autoritario (di destra) tutto ciò?
Quanto costerebbe l'uscita dall'euro?
Chi la paggherebbe?
Savona è o non è colui che scrive da tempo per l'uscita dall'euro? Si ascolti il suo discorso a partire da 19.35: https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=BB3dABxNIPk
Lui stesso non afferma che non solo l'inflazione di una nuova sovranità monetaria costerebbe un'inflazione del 20/25% ma che sarebbe necessario il "blocco della progressività della imposizione fiscale", vale a dire che il sistema fiscale dovrebbe basarsi sulle imposte indirette (IVA ecc.) an[ziché su quelle dirette (IRPEF)?
Qui il "coraggio" sta nel pretendere un'imposizione fiscale progressiva ed una patrimoniale per il risanamento dei conti pubblici, invece di inseguire le destre sul loro terreno "sovranista", che è solo un azzardo.
Quanto costerebbe l'uscita dall'euro?
Chi la paggherebbe?
Savona è o non è colui che scrive da tempo per l'uscita dall'euro? Si ascolti il suo discorso a partire da 19.35: https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=BB3dABxNIPk
Lui stesso non afferma che non solo l'inflazione di una nuova sovranità monetaria costerebbe un'inflazione del 20/25% ma che sarebbe necessario il "blocco della progressività della imposizione fiscale", vale a dire che il sistema fiscale dovrebbe basarsi sulle imposte indirette (IVA ecc.) an
se vogliamo pensare che queste istituzioni sono quelle che ci rassicuano e che e' pericoloso contestarle e perderle (sia mai che riusciamo a fare di peggio), facciamo pure, bye
Voi volete il rovescaimento delle istituzioni, la rivoluzione popolare, quella di piazza, la conquista il Palazzo d'Inverno ! stiamo attenti ad abbattere l'establishment e la sua tradizione: non siamo in condizioni per permettercelo. In Democrazia bisogna avere non la voce più grossa, ma i piedi per terra. Flavia, con preoccupazione
Per i commenti a questo articolo dico solo quanto già citato altrove: a tutti quelli che si considerano di sinistra radicale (poi di fatto sono completamente allineati con le logiche dei poteri forti e del capitale) consiglio prima di farsi una conoscenza in ambito economico, cis sono tanti libri divulgativi, tra cui i testi di Brancaccio, Domenico Moro e del compianto Gallino... Capire come stanno le cose vi aiuterebbe a non dire castronerie...
Quindi di cosa si sta parlando? Solo l'Italia non deve avere un piano b (oppure c - z o )? La mia sensazione e' che l'euro implodera' e che tutte le elezioni nazionali stiano convergendo verso accettazione o critica di questo vincolo europeo. Sarebbe interessante avere delle persone competenti in merito (e savona, che pure non mi piace, lo e") in modo da capire cosa fare per attenuare le conseguenze peggiori quando, e non se, accadra' . Bye
Allo stesso modo, però, i "mercati" - cioè quelli che hanno i soldi (siano essi italiani o europei o di qualunque nazionalità), i soldi che a noi servono per sopravvivere (pagare stipendi pubblici, pensioni, sanità, opere pubbliche, ecc.: fanno circa 400 miliardi all'anno, 400 miliardi ogni anno !!!!!!) - hanno la piena facoltà e libertà di decidere - perché nessuno può obbligarli a fare diversamente, sono i loro stessi sottoscrittori che pretendono che così facciano - se concederci o no i prestiti (il rinnovo dei titoli di Stato in scadenza, non avendo esso la capacità economica di rimborsarli, o addirittura nuovi prestiti), e se sì a quali condizioni: nessun debitore può pensare di poter pretendere di essere lui a dettare le condizioni alle quali il potenziale prestatore di capitali può concedere prestiti, dovrebbe essere di banale evidenza. Come ho scritto ieri, nel primo caso (mancata sottoscrizione dei titoli in scadenza, cioè mancato rinnovo dei prestiti, o rifiuto di concedere nuovi e più ampi prestiti - come avviene per le spese in deficit: cosa che a molti non sembra essere chiara) siamo condannati alla catastrofe immediata (ricordiamo gli assalti agli sportelli bancari ed ai bancomat?), perché ben presto si cade nella mancanza di disponibilità finanziarie e nell'impossibilità di erogare prestazioni statali, sia economiche (stipendi, pensioni, pagamento dei fornitori, ecc.) che di servizi; nel secondo caso (aumento dei tassi di interesse, quindi aumento della quantità di soldi che lo Stato deve trovare ogni anno per pagare gli interessi sul debito - ai tassi correnti (che sono, da anni, molto bassi), lo Stato deve pagare 63 miliardi di interessi, ogni anno -, soldi che riducono le disponibilità dello Stato per altri impieghi, in primis quelli sociali) possiamo morire di morte lenta, con sempre meno "ossigeno" (misure sociali che non possono essere finanziate).
Si possono fare tutte le questioni di principio che ci pare, ma questa, solo questa, è la realtà. Bisogna conoscerla e farla conoscere, perché è da là che si parte. Non si tratta di rinunciare alla propria autonomia né a giusti princìpi, ma di capire quali sono le condizioni che ci affliggono (questa è la parola giusta) e cercare le vie - i tempi ed i modi - per uscirne senza danni; non serve perciò, ed è pericoloso - non a caso lo fanno le destre cosiddette "sovraniste" e populiste -, agitare parole d'ordine roboanti che illudono le masse spesso inconsapevoli dei margini reali di cui disponiamo. Purtroppo, la realtà - sicuramente triste: ma quella è - in cui ci muoviamo è quella di un Paese fortemente indebitato e che ha bisogno di chi continui a prestargli i soldi di cui ha bisogno per non collassare: e chi ha debiti - lo sappiamo tutti, dalla nostra vita quotidiana - non dispone interamente di sé stesso.
Bisogna allora rinunciare alla politica? No, ma bisogna cercare con prudenza le soluzioni di medio e lungo termine, per non adottare - e nemmeno far credere possibili - provvedimenti che si rivelerebbero inevitabilmente illusori, e per larghi strati sociali (soprattutto per quelli più deboli) sanguinosamente peggiori del male. Non si può, non si deve mai, prescindere dal principio di realtà: serve solo a farsi ancora più male.
Questo comunicato non mi sembra provenire da Potere al popolo che aveva esso un documento di altro tenore. La preoccupazione dei compagni per un governo di destra desta come M5s e Lega supera la questione dell'uscita dall'euro, da destra, che per noi non cambia nulla del modo di produzione e dell'a§setto delle classi.