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acacciadiguai

“Aiutiamoci a casa nostra”

Migranti, ipocrisie e contraddizioni

di Giovanni Dall'Orto

aquariusvalenciaDubito fortemente che le Potenze del Mondo chiederanno mai a me il parere sul problema migratorio, tuttavia se sei di sinistra ed hai amici di sinistra e pubblichi, come ho fatto io, un post Facebook sul tema, rischi di trovarti poi senza amici se appena appena sgarri dalla narrazione comune dei “poveri profughi politici che annegano per l’egoismo degli italiani che non li vogliono salvare“.

Allora, alcune note per chiarire.

Salvini, a differenza dei suoi partner dei Cinque Stelle, è un politico esperto, e sta muovendosi con notevole abilità. E come al solito, il diavolo sta nei dettagli. Ai più è infatti sfuggito il senso di permettere l’attracco a una nave militare italiana con un numero di profughi ben superiore a quello dell’Aquarius nel momento stesso in cui veniva negato l’attracco a questa nave.

Tale “dettaglio” mostra che Salvini è stato ben consigliato, perché la Lex maritima prevede che mentre una nave militare sia territorio italiano anche in acque internazionali e nelle acque territoriali di un altro Stato, una nave civile (peschereccio, yacht, nave mercantile…) costituisce territorio dello Stato di cui batte bandiera nelle acque internazionali, laddove entrando nelle acque territoriali di uno Stato, cessa di essere un “pezzo navigante” di un altro Stato, e sottostà alla legislazione di quello Stato.

Ciò comporta che se Salvini avesse respinto i naufraghi sulla nave militare, li avrebbe respinti dal territorio italiano, violando non solo gli accordi internazionali da noi sottoscritti per il pattugliamento, ma anche il diritto alla richiesta di asilo politico ad eventuali profughi.

Invece, respingendo la Aquarius, che batte bandiera di Gibilterra, ha semplicemente sottolineato che essa, al di fuori dalle acque territoriali altrui, è territorio britannico, non italiano (Regola che ovviamente sarebbe valida in senso inverso anche per le navi non militari italiane in acque internazionali, come sancito dall’articolo quattro del Codice italiano della navigazione).

Caso simile quello delle navi battenti bandiera olandese Lifeline e Seefuchs, che però sono operate da una ong tedesca.

Quanto ho appena scritto era stato confermato un anno fa dalla ex ministro degli esteri, Emma Bonino, che in un’intervista aveva ribadito che i naufraghi raccolti in acque internazionali da una nave spagnola hanno la Spagna come “luogo di primo approdo” nell’Unione Europa. Il che vuol dire che se un domani si trovassero in Polonia o Olanda e questi Paesi volessero espellerli, sarebbe la Spagna la nazione verso cui andrebbero espulsi, e non l’Italia, anche se la nave avesse fatto inizialmente approdo in un porto italiano e avesse “scaricato” il suo carico umano da noi.

Bonino ha anche “rivelato”, e confermato successivamente, l’esistenza di un accordo fra i governi di centrosinistra e lEuropa, in base al quale (in cambio di “indulgenza” nell’applicazione delle regole sul Fiscal Compact… ma questo lei non lo dice), l’Italia si sarebbe fatta carico di tutti i naufraghi delle acque territoriali tunisine, libiche e maltesi nonché delle acque internazionali.

Ciò che Salvini sta facendo (e tralasciamo per un attimo le intenzioni, su cui se vogliamo possiamo fare un ragionamento a parte, mentre questo mio ragionamento è sulle sue mosse politiche) è muoversi con il massimo clamore possibile all’interno di quanto stabilito dalle leggi.

Del resto, è l’articolo 10 della nostra Costituzione a stabilire che: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge“. E la legge stabilisce che una nave olandese che soccorre naufraghi in acque internazionali conferisce all’Olanda il dovere di offrire loro accoglienza. Anche nel caso in cui, per ragioni logistiche, siano stati sbarcati nel porto più vicino (che nel nostro caso era in Tunisia, oppure a Malta, quindi non in Italia, ma lasciamo correre).

Addirittura Salvini ha proposto che i naufraghi siano in futuro aiutati nella loro eventuale richiesta d’asilo politico, dando loro la possibilità di farlo direttamente sulla nave che li ha raccolti. Ciò mira da un lato a inchiodare alle loro ipocrisie tutti gli Stati dell’UE che sono venuti meno al loro dovere di soccorrere in prima persona i naufraghi, e dall’altro a permetterne una prima selezione (triage) già a bordo della nave.

Fra questi Stati venuti meno al loro dovere troviamo la Spagna, che difende la sua frontiera col Marocco nelle exclavi di Ceuta e Melilla con tre barriere di filo spinato (costruite coi fondi UE) e le mitragliatrici puntate contro chi fosse riuscito a superarle. Ossia dello Stato che ha ridotto l’afflusso di profughi subappaltando al Marocco l’incarico di tenere chiuse le propri frontiere. Sarebbe poi la stessa nazione che ci sta oggi dando lezione su come si gestisce il flusso migratorio, sì, proprio quella: splendida lezione.

Lezione del resto degna di quella dataci dal portavoce di “En marche”, il partito del presidente Macron, che condanna come “cinica e vomitevole” l’Italia, quando poi Macron fa sconfinare la sua guardia di frontiera in territorio italiano a Bardonecchia pur di impedire ai migranti di mettere piede sul suolo francese. O chiude tutti porti francesi alle stesse ong che non per caso oggi si ammassano in Italia. Quello stesso che respinge alla frontiera donne incinte e bambini. Sì, proprio quello lì.

In questo concerto d’ipocriti, Salvini ha fatto la figura del superfigo limitandosi ad applicare puntigliosamente le leggi (ma non gli accordi con lEuropa), e questo gli è valso l’approvazione dell’80% degli italiani. Solo il 20% è favorevole alla politica del “lasciamoli entrare tutti”. E non si tratta di razzismo: lo dimostra il fatto che la percentuale inversa, l’80% degli italiani, è favorevole a garantire le cure sanitarie gratuite anche ai cosiddetti “immigrati clandestini”. Quindi gli italiani sono ancora capaci di tenere conto del cuore, quando ragionano.

Con questa manovra chiaramente preparata a tavolino da tempo, Salvini ha messo a segno molti gol.

Il primo dimostrando la profonda ipocrisia dell’Unione Europea in materia d’immigrazione. Gli Stati che sparano con le mitragliatrici contro i migranti quando cercano di varcare le loro frontiere, sono poi gli stessi che fanno la lezione all’Italia sul dovere che avrebbe di accoglierli tutti lei (e questo allo scopo non di aiutare i migranti, bensì di evitare di doverli aiutare: non scordiamo mai questo aspetto!). Dimenticando che siccome siamo in una Unione, le nostre frontiere con la Libia sono “nostre” solo nel senso che sono quella della Ue con la Libia. Ovviamente questa è solo una barzelletta per “anime belle” euriste, come dimostra la sospensione (forse per sempre) della Convenzione di Schengen da parte dei nostri amati consoci pur di impedire ai migranti di varcare le loro frontiere. Purtuttavia è pur sempre la barzelletta che regola lo status della frontiera fra Area Schengen e Libia.

Secondo, ha dimostrato nei fatti che i suoi predecessori si comportavano come una “élite compradora” al servizio degli interessi stranieri anziché dei propri cittadini, a cui Salvini si contrappone oggi rivendicando per il suo partito il ruolo dell’eroico difensore di quella “burguesía nacional” che nelle realtà coloniali e neocoloniali è nemica della “burguesía compradora“. Renzi aveva del resto ammesso pubblicamente nell’ormai celebre tweet del 27 giugno 2016: “Nostre battaglie in Ue non erano per l’interesse dell’Italia, ma perché ritenevamo fossero interesse dell’Europa“. Reo, e pure confesso.

tweet renzi

Terzo, Salvini ha (per ora) oscurato i suoi partner dei Cinque Stelle, che son spariti dai radar non avendo né un progetto né un programma né una posizione coerente sull’argomento di cui parlare con i media. Se qualcuno atterrasse da Marte oggi e leggesse i giornali crederebbe che Salvini fosse il capo del governo, e non “solo” il ministro degli Interni.

(Mi aspetto peraltro che i Cinque stelle abbiano ancora ampie possibilità di brillare sul tema che sta a cuore al loro elettorato quanto l’immigrazione sta a cuore all’elettorato leghista, ossia la lotta al lavoro precario. Speriamo].

Quarto, e non ultimo, Salvini s’è posto come il punto di riferimento per la massa sempre crescente degli italiani (diciamo l’80%) escluso dai vantaggi che quel 20% che costituisce la burguesía compradora si è garantita nel ventennio passato attraverso la svendita delle loro risorse e delle loro conquiste politiche. Sorprende vedere come la sinistra, più abituata a colloquiare coi suoi padroni a Bruxelles e Washington che col Paese che ha la presunzione di rappresentare, sembri non capire neppure cosa stia succedendo. La versione ultrabuonista del “facciamoli entrare tutti” è palesemente folle: la sola Nigeria ha duecento milioni di abitanti e fare entrare qualcuno a cui non si è poi in grado di garantire un lavoro significa solo creare un mercato degli schiavi, a tre euro all’ora (o addirittura gratis del tutto, cosa che è l’esatto significato della parola schiavitù).

La borghesia compradora lo ammette peraltro senza nessuna remora: Te piacciono i pomodori? Le verdure? Le fragole? Il vino? Senza immigrati scòrdateli.

Siamo arrivati al punto che, come ha notato qualcuno, oggi essere di sinistra significa preoccuparsi che l’Italia resti senza più neri curvi a lavorare nei campi, come lo si era in Alabama nel 1859…

Le mie conclusioni?

 

* La questione dei migranti è stata fino ad oggi gestita col gioco dello scaricabarile. Alla Spagna o alla Polonia, per dire, le frontiere sigillate tanto che non ci passi neppure uno spillo vanno benissimo, purché si tratti esclusivamente delle proprie.

I paesi più ricchi e prepotenti hanno scaricato il peso su nazioni come la Grecia, che sono stati usati come recinti d’allevamento della manodopera servile da usare quando serve, e rispedire al mittente (al Paese di prima accoglienza) quando non servirà più. L’uscita demenziale del portavoce del partito di Macron ha dimostrato quale fosse il ruolo che la Francia si attendeva da noi: “Aiutiamolo a casa vostra”.

Regolamentare l’immigrazione non è una cosa sbagliata, e neppure “leghista” (anzi, semmai abrograre la legge Bossi-Fini sarebbe un ottimo passo in tal senso…). Dare certezze a chi arriva, imporre obblighi a chi ha bisogno di quella manodopera, significa combattere e stroncare alla radice la nuova tratta negriera, che è gestita dalla mafia e da varie milizie più o meno islamiste… quando va bene. O forse voi, anime belle, davvero credete che le donne nigeriane che battono i marciapiedi in Italia lo facciano perché sono venute da noi con l’intenzione di fare quello? Se sì, sappiate che non c’è nulla di più ripugnante di un negriero di sinistra, che difende la tratta per motivi “umanitari”, perché, tanto “stanno comunque meglio da noi che al Paese loro“.

 

* Manca una politica europea comune sul problema, e non manca per un caso ma per espressa volontà di farlo. Non facendo nulla, il peso ricade sui tre Paesi che si protendono nel Mediterraneo. Facendo qualcosa, il peso andrebbe invece redistribuito fra tutte le nazioni che condividono, tutte assieme, la frontiera comune dell’Ue sul Mediterraneo e sui Balcani. E queste nazioni rifiutano di fare il loro dovere, evitando di soccorrere queste persone (i più Caìni in ciò sono i Paesi ex sovietici del “gruppo di Visegrad”). C’è voluta la Lega, un partito fascistoide, perché il tema diventasse argomento di dibattito. Io chiedo quanto ci abbiano guadagnato i migranti dal pluriennale silenzio delle sinistre sulla mancanza di aiuto da parte dei nostri “soci” europei. E soprattutto, cosa cavolo ci abbia guadagnato la sinistra stessa.

 

* Manca (a parte qualche sito di presunte “fake news” che la compagna Boldrini vorrebbe veder chiuso) un’analisi sulle cause dell’ondata migratoria, che le politiche neocoloniali e neoliberiste (che hanno devastato le economie dei paesi “emergenti”) hanno reso di anno in anno più necessaria per sopravvivere. Quest’analisi toccherebbe tradizionalmente alla sinistra, visto che la destra (essendone autrice) non ha interesse a farla, ma essendo la sinistra complice del neoliberismo tace, e quindi quest’analisi manca e basta.

 

* Manca parimenti (a parte i suddetti siti di presunte fake news e di “troll di Putin”) un’analisi di come la politica di aggressione militare occidentale abbia in molti casi creato i flussi migratori, come in Siria, Libia, Ciad. Anzi, peggio ancora: la sinistra italiana, lungi dal proporre tale analisi, queste crisi ha contribuito a crearle: si pensi solo a D’Alema e alla sua aggressione militare contro la Serbia, o si pensi all’attuale vile adesione dell’Italia alle sanzioni che strangolano il popolo siriano (che comprendono medicinali e viveri per la popolazione civile, non solo le armi) e alle recenti segnalazioni sulla presenza di truppe italiane, contro quanto previsto dalla Costituzione italiana, in Siria, al solo scopo di prolungare ulteriormente il conflitto.

Forse, piuttosto che fare i “buonisti” dopo aver distrutto intere nazioni, sarebbe meglio fare i “cattivisti” prima, contro quanti, in Italia e all’estero, lavorano per demolirle. Ma su questi temi, la sinistra “buonista” tace. Ci si sente più buoni a salvare dal mare un singolo naufrago che dal fare in modo che un intero popolo non debba fuggire dalla propria casa e cercare scampo in mare.

 

* In margine, un tema che interessa solo ai miei tre lettori che sono anche marxisti. La non-gestione dei flussi migratori serve alla creazione di un “esercito industriale di riserva” che non avendo nessun diritto, a partire da quelli di cittadinanza, è costretto ad accettare lavori al puro livello di sussistenza o in alternativa a morire di fame, spingendo così il proletariato “nazionale” ad abbassare le proprie pretese troppo “choosy“. I marxisti italiani che sento invocare porti aperti per tutti, sono protetti da tale concorrenza lavorativa dalla cittadinanza e dal fatto che svolgono lavori (in genere pubblici e burocratico-amministrativi) in cui la madrelingua italiana e la cittadinanza è necessaria. Non è quindi per un caso se oggi gli operai votano Lega e la sinistra “fa il pieno” nei quartieri ricchi delle grandi città.

È in atto uno scontro di classe che non riusciamo a percepire come tale in quanto non si presenta più come nei bigini di teoria marxista del 1918. Questo perché il mondo è cambiato (ma che strano!), e la super-classe globalizzata (i marxisti di antan dicevano: “cosmopolita“) di ogni nazione è in lotta contro i lavoratori del proprio Paese ed alleata con i membri della super-classe di tutti gli altri Paesi. L’introduzione di cunei e rivalità etniche fra i lavoratori non è certo perseguito nel modo teorizzato dai “complottisti” neonazisti (che delirano d’un complotto contro la “razza europea” organizzato dal giudeo Soros), tuttavia non è neppure malvisto, se succede. Dopotutto, qualcuno deve pure andare a raccogliere le fragole per tre euro all’ora, no?

Ma “deve” davvero? Se nessuno vuole andare a raccogliere fragole a quel prezzo si può sempre aumentare la paga fino a che il “qualcuno” si trovi (si chiama: legge della domanda e dell’offerta). Purtroppo quest’idea non passa neppure per la testa ai mangiatori di fragole nostrani. Eppure per il consumatore non cambierebbe nulla se nel prezzo al dettaglio fossero compresi dieci centesimi di più al chilo per triplicare il salario ai raccoglitori. Giusto un arrotondamento.

Il che dimostra quale sia il profondo senso classista della posizione: “tutti i porti aperti a chiunque”.

Alla fine, i soli che ci guadagnano dal “buonismo” senza regole e senza controlli sui negrieri, siamo noi italiani, che letteralmente banchettiamo grazie alla mano d’opera degli schiavi.

Altro che buoni: “Aiutiamoci a casa nostra” è il nostro slogan!

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