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comedonchisciotte

Spostando i riflettori un po' più in là in questa lunga notte

di HS

i love papi maglietta 02Probabilmente quando che scorrerete queste righe con la tastiera del mouse avrete già per le mani i risultati delle ultime elezioni europee e amministrative. In ogni caso non una virgola in più muterebbe il quadro che si è venuto progressivamente a formare in queste ultime settimane, specie rispetto agli sviluppi della “storia infinita” che avvince e perseguita gli italiani tutti…
Nel mentre ci “godiamo” le attrazioni offerte dal Bengodi, dal Paese dei Balocchi edificato dal nostro Omino di Burro che, per l’occasione, si presta anche ad indossare spesso e volentieri i panni dell’allegro Pinocchio che mente a qualsiasi costo pur di non smentire sé stesso.

Candidature di veline, partecipazioni a feste di compleanno di ragazze fino ad allora sconosciute, le reazioni della moglie Veronica, le insinuazioni su presunti rapporti con minorenni, i pettegolezzi, la baldoria a Villa Certosa, gli aerei militari messi a disposizione di menestrelli e cantanti napoletani graditi al premier. Una carovana di nani, ballerine, veline, paparazzi, cantatorelli, pupazzi, pagliacci, buffoni di corte e altri freaks postmoderni… E si vuole far intendere che tutto ruoti attorno alla “privacy” del nostro Imperatore così felice ed intento a dare di sé un’immagine che ben risponde allo stereotipo della plebaglia più volgare, cialtrona e canagliesca.

Certo, molto di quel che viene contestato e tirato in ballo in merito all’onorabilità (??????) del premier è indubbiamente grave e ha rilevanza penale – vedi la questione dell’utilizzo privato di aerei adibiti ad uso militare -, ma rimane impressa nella mente degli osservatori più attenti e poco propensi a farsi ingabbiare nella trappola di un’informazione ora gossippara, ora superficiale o latitante una sensazione di incompiutezza e di irrisorietà che lascia in bocca un gusto assai amaro. Per chi voglia o possa mettere e mettersi a nudo… Per chi voglia sinceramente e senza remore fare a pezzi le proprie illusioni e mettersi a confronto con la realtà della nostra Repubblica (quale? La Prima, la Seconda o addirittura una Terza appena appena percepibile ?) è sufficiente spostare i riflettori un po’ più in là in questa lunga notte. A prima vista vi si ravvisano mille colori sgargianti e arlecchineschi, tinte di gusto riprovevole ma in fondo innocue, ma scostandosi un poco il buio riempie i nostri occhi e ci parla di noi… Il nostro è il paese dell’eterna corruzione, della degradazione ambientale e dell’incuria per il nostro patrimonio storico artistico.

E’ il paese dello strapotere mafioso e non solo sulle regioni meridionali, delle stragi impunite , dell’omertà diffusa, dell’onnipresente terrorismo mentale e reale che si dipinge di tutti i colori possibili, della quotidiana e diffusa violenza anche nelle forme dell’arroganza, dell’ignoranza e della becera volgarità.
E’ il paese di Berlusconi e del berlusconismo che vincono per quella lenta e sottile degradazione del senso civico di una cittadinanza che già prima non brillava per responsabilità e consapevolezza.

Anche nel caso dell’affaire Berlusconi – Letizia – Lario occorre puntare i riflettori altrove se si vuole comprenderne la portata più autentica e carpirne i risvolti più gravidi di perturbante significato. Lasciando da parte il conflitto massmediatico fra l’antiberlusconiana “Repubblica” e i quotidiani più vicini al Cavaliere come “Il Giornale” e “Libero” tutto incentrato sulla corte e sugli allegri baccanali dell’Imperatore abbiamo l’occasione di cogliere qualche perla. Fra tutte penso che l’articolo della giornalista Rosita Praga riportato dal periodico “La Voce delle Voci” e ripreso anche da comedonchisciotte con il titolo “Isso, Essa e… ‘a malavita” colga nel segno riportando il nostro sguardo su quello che, a tutti gli effetti, è il vero affaire… In qualche modo lo avevo trattato nell’articolo pubblicato da comedonchisciotte “La storia infinita” e dalla giornalista arriva almeno una conferma: non è vero che il capitolo sui presunti rapporti e relazioni parentali fra Benedetto Elio Letizia – il papà di Noemi ed amico di Berlusconi – e il clan Letizia di Casal di Principe legato alla fazione camorrista degli Scissionisti si sia chiuso definitivamente. Gli inquirenti si stanno occupando di verificare se esistono eventuali legami e, quindi, al momento attuale non si può neanche ammettere senza discussione che si tratta di una pura e semplice omonimia. Riprendendo un articolo di Enrico Fierro ne “L’Unità” la Praga avverte che a Casoria la verità è conosciuta e taciuta perché “scotta assai” e noi, comuni mortali poco avvezzi alle cose di mondo, almeno due fatti incontrovertibili li abbiamo appurati e cioè che:

a) Il Cavalier Silvio Berlusconi ha partecipato alla festicciola di Noemi, tenutasi in una zona soggetta al controllo camorrista e, quindi, comunque non passata inosservata agli occhi attenti dei boss o dei loro delegati. Nel migliore dei casi…
b) Fra il Cavalier Silvio Berlusconi e la famiglia Letizia – su cui sono in corso gli accertamenti per appurare eventuali legami con l’omonimo clan camorrista – sussistono rapporti di una qualche natura ancora non chiarita. Semplici rapporti di amicizia, oppure di politica e/ affari?

Ebbene su entrambe le questioni il Cavaliere non ha semplicemente glissato. Ha barato e mentito spudoratamente esponendosi all’accusa di intendersela con le minorenni. Ma cosa può indurre un uomo nella sua posizione ad accettare sostanzialmente – vedi il monologo a “Porta a porta” – il terreno della contesa lastricato da gravi insinuazioni sul “privato” se non la consapevolezza di poter essere attaccato su ben più gravi e gravosi fronti ? E se Noemi è veramente sua figlia, perché non dirlo subito mettendo a tacere le pretese accuse di pedofilia ? Certo, invece, se oltre alla paternità si venissero a scoprire, per chissà quali venture della vita, pericolose parentele da parte del padre – quello ancora “ufficiale” intendo - di Noemi sarebbe sicuramente più arduo fare una rivelazione del genere… Ma certo siamo ancora nel campo delle illazioni per cui conviene tornare ai fatti.

Rispetto ai punti di cui sopra il Cavaliere ha semplicemente stravolto i fatti dando adito a legittimi e giustificati sospetti perché sarebbe bastato veramente poco per fugare ogni dubbio se di circostanze innocenti si fosse veramente trattato. Sarebbe bastato dire la pura verità, ma noi sappiamo che con la verità il Cavaliere non ha molta dimestichezza se è così abituato a mentire sparando le balle più colossali. E chi molto mente molto ha da nascondere…
In tal modo:

1) Rispetto al punto a) di cui sopra, il Cavaliere ha requisito le foto della festa per cui noi effettivamente non sappiamo cosa ritraessero e ha fatto pubblicare su “Chi” della famiglia editoriale berlusconianmondadoriana della foto palesemente truccate e ritoccate. La domanda sorge quindi spontanea: chi e cosa ritraevano le foto autentiche della festa di Noemi ?
2) Per quanto riguarda il punto b) il Cavaliere ha mentito e smentito sé stesso, poiché non è emerso alcunché circa l’origine politica socialista e craxiana dell’amicizia con il padre di Noemi ed è pure inutile che adesso si affanni a cercare nuove “verità” da offrire in pasto al suo pubblico. Più passa il tempo più è evidente che siamo al cospetto di tentativi di aggiustare, ricamare e ritagliare su fatti ed episodi altrimenti imbarazzanti.

Se solo ci si ferma un attimo a riflettere, almeno dal punto di vista logico l’entrata in scena della camorra o “Sistema” contribuirebbe a comporre un mosaico finora incomprensibile mettendo ogni tassello al suo posto. Spiegherebbe la partecipazione del Cavaliere al compleanno di una ragazza sconosciuta al grande pubblico sulla base di un invito proveniente da taluni ambiente nei confronti dei quali neanche lui avrebbe potuto opporre un rifiuto esponendo la propria augusta persona al massimo rischio per quel che riguarda la credibilità e la rispettabilità. Spiegherebbe anche come la ragazza si sia trovata insospettabilmente in taluni luoghi e al fianco di taluni importanti personaggi targati Mediaset come alla festa del Milan di fine anno quando Noemi è stata ripresa seduta ad un tavolo con la madre proprio a fianco di Fedele Confalonieri. A tutte le aspiranti “veline” viene riservato un simile trattamento ? La presenza della ragazza, invece, servirebbe ad affermare il potere del clan camorristico e il suo ascendente su Berlusconi. Dimostrare ad alleati ed avversari che loro – parlando terra terra e con gergo delinquenziale – “Berlusconi lo tengono pe’ ‘e palle ! -. Per la camorra come per tutte le grandi organizzazioni criminali i simboli sono molto importanti, il linguaggio con cui affermare il proprio potere.
Nel citato articolo sulla “Voce” viene avanzata una tesi da tenere in giusta considerazione: Elio Benedetto Letizia, in quanto personaggio di modesta caratura e basso profilo, potrebbe essere stato delegato dai boss a tenere contatti “istituzionali”. In tal caso la partecipazione di Berlusconi alla festa di Noemi costituirebbe solo il pretesto per poter incontrare personaggi “inconfessabili” e relazionarsi su determinate questioni. Quali ?

Qui è opportuno introdurre un altro attore nella vicenda “Berlusconi – Letizia”, quello che probabilmente è il vero “uomo forte” dell’attuale governo, il Ministro degli Interni Roberto Maroni.
Tenuto conto dei problemi di salute che hanno fortemente limitato il leader carismatico Bossi, Maroni, oltre ad essere esponente di primo piano del governo Berlusconi, è anche da considerare il vero motore del Carroccio. L’esponente del movimento padano è un fiume in piena, incontenibile come non mai e come Ministro degli Interni, dal suo punto di vista, non si può negare il suo grande attivismo. Profilo sicuritario, pacchetto sicurezza, promozione delle ronde sul modello di quelle padane e leghiste, inflessibile politica anti immigrazione, ecc… Anche sul fronte anticamorra non si può certo affermare che sia rimasto con le mani in mano. La collaborazione con il capo della polizia Manganelli sta dando qualche frutto e la sintonia pare piena e totale.

Vediamo i successi colti dalle forze dell’ordine per qual che riguarda le operazioni messe a segno contro le varie fazioni dei Casalesi durante la “gestione Maroni”.

- 30 settembre 2008: i carabinieri del comando di Caserta arrestano il commando che ha massacrato sei nordafricani per ribadire il predominio sulla zona da parte del boss dei Casalesi Giuseppe Setola. I componenti sono Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia già ricercato per l’omicidio dell’imprenditore Michele Orsi il quale era in procinto di collaborare con la magistratura sulla connection politica – rifiuti.
- 14 gennaio 2009: finisce la latitanza del boss di grosso calibro Giuseppe Setola fermato con la moglie Stefania Martinelli.
- Fra il 9 e l’11 marzo 2009: la DDA partenopea infligge un altro duro colpo ai Casalesi con l’arresto di altri uomini legati al clan Letizia fra cui Vincenzo Letizia detto “o’schizzato”.
- 3 aprile 2009: la Mobile di Caserta arresta Armando Letizia zio di Giovanni Letizia considerato il reggente del clan e padre del latitante Franco.
- 29 aprile 2009: a tre giorni dall’arrivo di Berlusconi a Casoria la DDA di Napoli arresta Michele Bidognetti fratello del pezzo da Novanta Francesco Bidognetti , elemento di spicco degli Scissionisti e detenuto 41 bis e parente del collaboratore di giustizia Domenico Bidognetti.
- 19 maggio 2009: grandi manovre contro la camorra dei Casalesi con un gran numero di arresti. In Spagna viene catturato il boss Raffaele Amato. A Secondigliano un blitz consente l’arresto di quasi cento camorristi e a San Cipriano d’Aversa è il turno di Franco Letizia.
Per la prima volta il clan viene accostato alla famiglia di Noemi e non senza imbarazzo. Infatti giunge una smentita generica sui rapporti di parentela da parte di non identificati inquirenti. Puro caso di omonimia…

Il cognome dei Letizia ricorre spesso in questa epopea poliziesca. Il clan costituisce il gruppo di fuoco degli Scissionisti capeggiati da Giuseppe Setola, il boss che è subentrato a Francesco Bidognetti. Dovessero risultare rapporti di parentela o altra natura fra costoro e i Letizia conosciuti da Berlusconi ciò creerebbe non poco imbarazzo nel Cavaliere per tacere degli sviluppi giudiziari. Analogo imbarazzo promana dall’attivismo delle forze dell’ordine a cui il Ministro degli Interni non sarebbe certo estraneo. Quindi non possiamo che interrogarci sulle motivazioni dell’impegno del Ministro degli Interni. Autentico spirito anticamorrista ? O c’è dell’altro ?
Per ora torniamo all’ormai celebre festa e agli argomenti che possono essere stati presumibilmente oggetto della discussione fra Berlusconi, Benedetto Letizia ed eventuali “terze persone”.

Se si è svolto un consesso molto riservato con la presenza del Cavaliere possiamo immaginare che fosse dominato dalla logica del “do ut des”, della verifica degli accordi inconfessabili che stanno alla base di tali rapporti. Posso solo pensare che fra gli argomenti “all’ordine” fosse stata data priorità alle imminenti elezioni e alla questione dell’immondizia su cui è calato l’assoluto silenzio mediatico con l’avvento del nuovo governo di centrodestra. Ritengo che l’affare “mondezza” rappresenti ancora uno dei nodi cruciali se non il più importante della Campania e di Napoli. I più attenti fra voi avranno notato che se con il governo Prodi si è assistito all’intensificazione delle proteste fino a forme di guerriglia urbana mentre con Berlusconi l’inceneritore di Acerra ha potuto lavorare a pieno regime senza che si levasse gemito né lamento se non in forme trascurabili. Che è accaduto ? Non dovrebbe stupire se la camorra fosse in grado di controllare ed indirizzare proteste e tumulti secondo i tempi e le dinamiche giudicate più opportune. Berlusconi avrebbe quindi incassato un “assegno politico” dalla camorra potendosi presentare come l’uomo in grado di fronteggiare l’emergenza rifiuti ? Se così è, in cambio di cosa la criminalità campana avrebbe deciso di sostenere il premier ? Si potrebbe avanzare il sospetto che sia stato lasciato intendere ai clan campani che, in cambio di rinunce sul versante del business dei rifiuti, si sarebbero chiusi gli occhi sulle altre attività criminose. Invece il Ministro degli Interni ha cominciato a rompere il paniere irritando i maggiori esponenti dell’attuale assetto criminale di Napoli e dintorni. Compatibilmente a tale visione dei fatti, Berlusconi sarebbe stato costretto a presentarsi personalmente per rinnovare le rassicurazioni e le garanzie. D’altronde non credo che riscuota il massimo della credibilità e dell’attendibilità agli occhi degli esponenti delle mafie meridionali.

Si ricorderà come fin dagli inizi degli anni Novanta le cosche dei mafiosi corleonesi capeggiati da Riina e Provenzano si siano attivate per ottenere benefici dallo Stato dapprima nella forma di una sorta di amnistia e poi attraverso i tentativi di ottenere l’abolizione del 41 bis e della confisca dei beni mafiosi. Sappiamo che sono intercorse oscure trattative con organi dello Stato iniziate nello stesso periodo in cui perirono i giudici Falcone e Borsellino, vittime del tritolo mafioso. In un primo tempo i boss corleonesi tentarono di riavvicinare Berlusconi in quanto persona vicina a Craxi, ai tempi ancora uno degli uomini politici più potenti d’Italia, poi si inserirono nella compagine berlusconiana in Sicilia. I rapporti con la mafia siciliana coltivati da Berlusconi risalgono alla metà degli anni Settanta in tutta la vicenda dello “stalliere” Vittorio Mangano, picciotto della cosca di Porta Nuova, la stessa di Pippo Calò, “cassiere della mafia” e ambasciatore di Cosa Nostra a Roma e del “pentito” Tommaso Buscetta. Sicuramente il futuro presidente di Publitalia e attuale senatore della PDL Marcello Dell’Utri non ha avuto un ruolo di secondo piano nell’intrecciare queste relazioni pericolose. Tuttavia i picciotti devono essere rimasti delusi se qualche tempo fa il cognato di Riina Leoluca Bagarella ribadì dal carcere le promesse fatte e non mantenute. In quel periodo si temette per la vita – si fa per dire – di Marcello Dell’Utri e Cesare Previti che gli inquirenti indicarono come i più probabili bersagli di Cosa Nostra per punire le ”negligenze” del Cavaliere e il mancato rispetto di quei patti non sottoscritti. Qualcosa di paragonabile al contesto siciliano si sta ora verificando anche nella terra della camorra ?

In questo frangente che ruolo gioca, invece, il Ministro degli Interni ? Considerata la posizione privilegiata e ipotizzando le relazioni di cui sopra, dopo questa serie abbastanza lunga di operazioni di polizia portate contro la camorra, è difficile pensare che non ne sia informato. Al contrario è molto più probabile che le il Ministro Maroni sia in possesso di molte più informazioni di prima mano. Secondo una fonte anonima citata sulla “Voce” ci si appresterebbe ad abbandonare il Cavaliere al suo destino. A mio parere, invece, se da un lato il Ministro proseguirà sulla linea adottata di fermezza ed inflessibilità nei confronti del livello “delinquenziale” della camorra, dall’altro cercherà di trovare il modo di tutelare Berlusconi da scottanti rivelazioni senza rinunciare però a mantenere nei suoi confronti una costante pressione ricattatoria. Non sorprenderebbe… Da noi l’informazione viene più spesso occultata e utilizzata a scopo di ricatto. Berlusconi è ancora il leader politico più popolare e se da un lato può essere ridimensionato, dall’altro lo scontro frontale è sempre molto ma molto rischioso e gravido di conseguenze. Dal punto di vista di un alleato “minoritario” ma astuto e determinato paga senz’altro di più un gioco più sottile.

Come giustamente ha osservato il politologo Sartori, Berlusconi non è né un dittatore, né un premier autoritario bensì un sultano che nulla decide se non ciò che riguarda gli affari suoi che molto spesso guarda caso molto hanno a che vedere con la giustizia. Al contrario, come abbiamo visto, Maroni aspira ad essere “l’uomo forte” del governo, colui che incarna la linea politica della PDL seppure apparentemente all’ombra del Cavaliere. Avrete notato come le ultime dichiarazioni di Berlusconi siano molto in sintonia con quelle del Ministro degli Interni nella loro xenofobia dichiarata. Si direbbe che il Cavaliere si sia assimilato al leghismo. Insomma se Berlusconi è il sultano godereccio e crapulone, Maroni si imporrebbe come il reale “decisore” per rigore e determinazione politica.
Se realmente il Ministro degli Interni fosse stesse gestendo informazioni riservate sul Cavaliere, l’occasione per i leghisti sarebbe ghiotta… Il preteso federalismo accelererebbe la scissione e la disgregazione del paese lasciando il meridione al suo destino e ciò potrebbe avvenire solo allontanando progressivamente Berlusconi dal “delfino” Fini rappresentante dell’ala più nazionalista e statalista. In effetti pare che il Presidente della Camera non abbia poi tutto questo ascendente verso il premier e che attenda il momento in cui potrà succedergli. Ma nel frattempo che accadrà se la compagine di centrodestra si sbilancia verso il leghismo ? In aggiunta potendo infliggere colpi mortali al livello “delinquenziale” della camorra, il Ministro Maroni potrebbe anche gestire al meglio, nella maniera politicamente più proficua, le informazioni inerenti i rapporti della criminalità campana con la politica, l’imprenditoria e i più vasti rapporti finanziari ed internazionali. Come si ricorderà anche rispetto i rapporti intrattenuti da Cosa Nostra, organi dello Stato hanno praticamente occultato i rapporti con i politici e gli imprenditori. Una delle ragioni per cui Falcone e Borsellino furono assassinati risiede proprio nella loro volontà di andare fino in fondo e di perseguire le persone rispettabili che avevano fatto la fortuna di Cosa Nostra.
Anche in quel caso del livello delinquenziale, dei corleonesi e della loro brutalità tutto si sapeva mentre gli intrecci politico finanziari erano rimasti quasi tutti da svelare.
Informazione è ricatto e il tempo ci potrà forse renderci edotti sulla spregiudicatezza del Ministro leghista.
Non solo Berlusconi, quindi…

Nel frattempo il nostro sultano, il povero Silvio dovrebbe avere un gran mal di testa con tutte le rogne che gli passano per la mente, ma il prezzo che si paga quando si fonda il proprio potere sulla mancanza di scrupoli e sul difetto di prudenza è proprio la ricattabilità quotidiana da parte di svariati soggetti.

Nella lunga notte il Cavaliere è al centro ripreso da mille riflettori…

E quelle luci altro non sono
che il bagliore sinistro e disperato
di altre mille e più notti…

Alla prossima

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