Print Friendly, PDF & Email

gliocchidellaguerra

Trattamento Trump per Macron: quelle coincidenze fra gli scandali

di Davide Malacaria

Convergenze parallele tra Donald Trump e Emmanuel Macron, presidenti che hanno invero poche cose in comune. In questi giorni la Casa Bianca e l’Eliseo sono accomunati nella sfortuna: stanno subendo un bombardamento politico-mediatico che li sta mettendo in seria difficoltà.

Per Donald non è certo una novità, dati i suoi tanti antagonisti, ma il vento di contrasto non è mai arrivato al livello parossistico di questi ultimi giorni. Per Macron è un’altra storia: le critiche a lui indirizzate finora appartenevano alla normale dialettica politica. L’affaire Benalla, invece, lo ha trascinato nella polvere, dalla quale stenta a rialzarsi.

Una polemica, quest’ultima, esplosa peraltro in coincidenza con il momento (fin qui) più positivo del suo mandato, ovvero la vittoria della nazionale francese ai mondiali di calcio in Russia, dalla quale Macron sperava di ricavare un ritorno di immagine finora negato. Infatti, i festeggiamenti successivi alla conquista del titolo sono stati offuscati da violenze imprevedibili: tanti i feriti e due i morti per gli scontri che hanno incendiato Parigi e altre città transalpine.

Un presagio oscuro per Macron, che in qualche modo sembra aver anticipato l’odierna tempesta, ovvero l’affaire Benalla, che vede un suo bodyguard filmato mentre a picchiava selvaggiamente un manifestante lo scorso 1 maggio.

Un episodio che ha scoperchiato il vaso di Pandora: le accuse, più o meno esplicite, di aver protetto il suo uomo dagli accertamenti giudiziari – aggravate dal fatto che Benalla aveva indebitamente agito da funzionario di polizia senza esserlo – si sono intrecciate con indiscrezioni più intime.

La matura consorte, Brigitte, sarebbe infatti solo una copertura della sua omosessualità. Benalla, in realtà, sarebbe l’amante di Macron, come altri e altrettanto muscolosi prossimi al presidente. Intimità che spiegherebbe l’indebita copertura presidenziale. Inchieste giudiziarie che dunque si intrecciano con pettegolezzi, che Macron deve aver giudicato più che urticanti se ha ritenuto di dover negare pubblicamente la sua omosessualità.

Inchieste giudiziarie e pettegolezzi in questi giorni inseguono anche il presidente americano, accusato di aver pagato il silenzio di una modella di Playboy subito dopo le elezioni. Accusa grave, perché Trump ha sempre negato il fatto, noto alle cronache, derubricandolo a un’iniziativa del suo avvocato. Lo scandalo, anche in questo caso, tocca l’intimità dell’accusato, data l’insistenza con la quale i media sottolineano che il tradimento coniugale è aggravato dal fatto che si sarebbe consumato nel 2006, anno in cui la moglie Melania dava alla luce il piccolo Barron.

A intrecciare le disavventure presidenziali c’è anche un altro particolare. Entrambi gli scandali sono nati da video: quello di Benalla che picchia il manifestante e quello in cui Trump parla col suo avvocato Michael Cohen della vicenda Playboy. Video ovviamente diventati virali. E più o meno in contemporanea. È il 18 luglio quando Le Monde fa scoppiare l’affaire Benalla, dando un nome e un cognome al picchiatore del 1 maggio, il cui video circolava in rete da tempo ma con scarsa eco. Il video in cui Trump discute col suo avvocato viene rivelato dal New Yok Times due giorni dopo, il 20 luglio.

Destini incrociati dunque, accomunati anche da altro. La tempesta americana giunge all’attuale parossismo dopo l’incontro tra Trump e Putin avvenuto a Helsinki il 16 luglio, che ha suscitato feroci avversità politico-mediatiche. La tempesta transalpina investe Macron dopo un passo analogo. Infatti, Macron, complici le positive prestazioni della nazionale francese, è stato il leader occidentale più presente ai mondiali di calcio russi.

Una presenza che non si è limitata alla sola passerella calcistica. Con Putin, infatti, non ha parlato solo di pallone. Ne fa fede l’operazione congiunta franco-russa per portare massicci aiuti umanitari alla Ghouta orientale. Il primo carico, 50 tonnellate di beni assistenziali forniti dalla Francia e trasportati in Siria dai russi, è giunto sei giorni fa.

Dossier scottante e delicato, quello riguardante la Siria, al centro anche dell’incontro tra Trump e Putin, dal momento che la guerra siriana è l’epicentro dello scontro globale che si sta consumando tra Oriente e Occidente.

Non si tratta in questa sede di difendere Trump o Macron, né derubricare certe accuse (vedi il pestaggio di Benalla) a mere sciocchezze. Ma riteniamo interessante, per la cronaca, registrare certe coincidenze. Temporali e non. In Occidente soffia forte il vento maccartista, teso a fare di Putin un nemico esistenziale col quale sarebbe impossibile interloquire. Un vento diventato tempesta, che evidentemente non sta portando fortuna ai due presidenti.

Add comment

Submit