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huffington post

Draghi metafisico e il nuovo favore alle banche

Luigi Pandolfi

La prima asta di rifinanziamento "mirato" delle banche nell'ambito del programma Tltro (Targeted long term refinancing operation), misura adottata dalla Bce "per migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, sostenendo l'attività di prestito delle banche all'economia reale", si è rivelato un mezzo flop, o un flop e mezzo con trucco, che forse è più vicino alla realtà. Contrariamente alle stime della vigilia, infatti, che avevano stabilito in un range compreso tra 130 e 150 miliardi di euro il controvalore complessivo dell'operazione, la richiesta delle banche si è fermata a 82,6 miliardi di euro. Decisamente poco. Ma questo dato numerico, da solo, non dice tutto. Anzi, potrebbe addirittura condurre fuori strada.

Com'è noto, questa nuova iniezione di liquidità nel sistema bancario dell'Eurozona era stata presentata come la leva giusta per rivitalizzare il settore del credito dopo il crollo dei prestiti alle imprese ed alle famiglie seguito alla catastrofe finanziaria del 2007-2008. L'idea, o l'illusione, era quella che le banche, nonostante il perdurare della crisi, avrebbero accettato su larga scala una nuova forma di rifinanziamento, condizionato all'erogazione di prestiti al settore privato, giovandosi in questo modo dei tassi agevolati (0,15%) garantiti da Eurotower.

Un grossolano errore di valutazione, si direbbe, a conferma di tutti i limiti dell'attuale approccio delle istituzioni europee alla crisi in atto. Un approccio che potremmo definire "metafisico", avulso dal quadro economico e sociale esistente, dove disoccupazione, bassa domanda e forte indebitamento delle imprese la fanno da padrone. Lettura plausibile.

Ma c'è un altro corno del problema, quello che riguarda l'uso effettivo che le banche intendono fare del denaro ricevuto. Per come il meccanismo di erogazione del finanziamento è stato concepito, i soggetti beneficiari saranno tenuti a rispettare la clausola della concessione di nuovi prestiti ad imprese e famiglie solo dopo le prime due tranche (la prossima è prevista a dicembre), il cui limite - e non poteva essere diversamente - sarà calcolato sulla base dello stock di crediti già concessi (il 7%) negli anni passati. Per le tranche future si terrà conto invece dell'incremento o meno dell'attività di credito delle banche, ma questa è un'altra storia ...chi vivrà vedrà.

Ricapitolando, allora, ci troviamo in questa situazione: quantunque l'intero ammontare del finanziamento alle banche si traducesse in prestiti ad imprese e famiglie, stando ai livelli di questa prima asta, gli effetti sull'economia reale sarebbero impercettibili. Non è escluso, nondimeno, che le banche che hanno aderito a questa prima asta utilizzino il denaro ricevuto a tasso molto agevolato per ripagare una parte del finanziamento avuto con il precedente Ltro, oppure per acquistare nuovi titoli di stato o buttarsi in nuove avventure speculative, senza pagare pegno alcuno all'economia reale.

Ad ogni buon conto c'è una certezza: l'asimmetria tra lo stato di salute dell'economia europea ed i rimedi che le sue istituzioni stanno adottando. In ciò l'inadeguatezza di Draghi e della Bce è pari a quella dei governanti.

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