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sinistra

Rinnovare la concessione ai Benetton: un premio ai principali responsabili del crollo del ponte Morandi

di Eros Barone

Quanti furono i morti causati dal crollo del ponte Morandi avvenuto il 14 agosto 2018? Come tutti sanno, essi furono quarantatré.

Può essere allora istruttivo ricordare il nome, il cognome e l’età delle vittime di quella strage. Gli ultimi ad essere riconosciuti furono, oltre a Mirko Vicini, 30 anni, di Genova, operaio Amiu, Cristian Cecala, la moglie Dawna e la figlia Kristal, di 9 anni, di Oleggio (Novara). Ed ecco gli altri: Marian Rosca, camionista romeno di 36 anni, che viaggiava col collega Anatoli Malai, di 44 anni. Una famiglia arrivava da Pinerolo: Andrea Vittone, nato a Venaria Reale, 50 anni, la moglie Claudia Possetti, nata a Pinerolo, 48 anni, i figli della donna Manuele e Camilla di 16 e 12 anni. Un'altra famiglia sterminata dal crollo è quella dei Robbiano che vivevano a Campomorone (Genova): il padre Roberto, 44 anni, nato a Genova, la madre Ersilia Piccinino, 41 anni, nata a Fersale (Catanzaro), il figlio Samuele, 8 anni. E ancora: Andrea Cerulli, 48 anni, di Genova; Elisa Bozzo, 34 anni, nata a Genova e residente a Busalla (Genova); Francesco Bello, 42 anni, di Serrà Riccò (Genova); Alberto Fanfani, 32 anni, nato a Firenze, fidanzato con Marta Danisi, 29 anni, nata a Sant'Agata di Militello (Messina); Stella Boccia, 24 anni, nata a Napoli e residente a Civitella Val di Chiana e il fidanzato Carlos Jesus Erazo Truji, 27 anni peruviano.

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pierluigifaganfacebook

Il grande studio

di Pierluigi Fagan

Nella sue Lezioni di Storia della Filosofia, Hegel sbriga la pratica Confucio così: “Non è plausibile attendersi da lui profonde ricognizioni filosofiche. Per noi, a questo proposito, non v’è niente da guadagnare. Probabilmente, il De Officiis di Cicerone è meglio di tutte le opere confuciane”. E quindi mentre in Cina fioriva l’altra grande civiltà planetaria nel mentre gli antenati di Hegel, coperti di pelli, saltellavano nei boschi a cercar di catturar marmotte finendo poi con l’accontentarsi di un brodo di radici, il tutto sarebbe avvenuto senza pensiero. O per lo meno senza pensiero di un qualche interesse per il culmine della riflessione occidentale incarnata dall’ambizioso e sprezzante professore di Stoccarda.

Cinque secoli prima di Cicerone, non molto dopo che Romolo aveva ammazzato il fratello Remo nelle insalubri paludi tiberine, in quel dello Shandong, visse il Maestro Kong. Confucio è al contempo il condensatore della tradizione di pensiero di lui ben più antica (anche se quanto “antica” non si sa, si suppone almeno di mille anni, ma forse anche di più) e la base di quel complesso di riflessioni che saranno la base di tutto lo sviluppo intellettuale cinese, ancora fino ad oggi.

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kriticaeconomica

L’essere-in-debito: un paradigma contemporaneo

di Edoardo Quercia

Nell’ultimo, doloroso film di Ken Loach Sorry we missed you il protagonista Ricky è un uomo di mezza età della working class britannica, sull’orlo della disoccupazione. Ricky decide di contrarre un debito per l’acquisto di un furgoncino con cui svolgere la professione di fattorino “collaborando”, ma di fatto trasformandosi in uno schiavo, con una ditta di consegne a domicilio che distribuisce per i grandi marchi della delivery economy – Amazon su tutti.

L’attività, manco a dirlo, è priva di garanzie sindacali. Sedotto dalla falsa narrazione del “self-employed driver”, del “tu non lavori per noi ma con noi”, Ricky arriverà a sacrificare tutto il suo tempo (15 ore giornaliere), le sue energie corporee finanche mentali ed il suo ruolo di padre e marito sull’altare di una produttività (s)misurata solo ed esclusivamente da algoritmi.

Il supervisore e “team leader” Maloney, patologico aguzzino e ingranaggio di un tanto verticale quanto virtuale rapporto di comando, arriva a decretare con tanto di sorriso che è l’algoritmo che “decide chi vive e chi muore”, tenendo in mano il palmare da cui dipende la vita lavorativa del lavoratore-collaboratore ma che per un isomorfismo neoliberista si può dire la sua vita tout-court.

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comidad

Falsi personaggi in cerca di demistificatore

di comidad

Alla fine di giugno la Commissione Europea ha promulgato un “regolamento” sull’installazione delle antenne 5G, nel quale si afferma che questo tipo di opere non necessita di autorizzazione. La Commissione si è quindi limitata ad avallare quanto già si stava facendo, dato che un po’ ovunque i governi hanno approfittato dei lockdown, con la conseguente impossibilità per le popolazioni di protestare, per installare tutto l’installabile.

I lockdown sono stati giustificati ufficialmente con esigenze di salute pubblica; d’altra parte le considerazioni di tutela della salute pubblica non hanno avuto alcun peso nella vicenda del 5G. Gli studi sulla pericolosità per l’incolumità delle persone esposte alle radiazioni, provengono da ambienti scientifici e medici come l’ISDE, un’ organizzazione internazionale con tanto di riconoscimento ufficiale da parte dell’ONU e dell’OMS; nell’ISDE si inserisce anche l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente. Eppure tutte le segnalazioni e le denunce a riguardo sono state classificate nelle fake news.

Salute e scienza possono essere invocate o liquidate a seconda delle esigenze del business e della potenza del lobbying che sta dietro il business.

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militant

Parlare ai nostri!

di Militant

Mentre la carica virale sembra progressivamente scemare – prova il verticale crollo dei contagi fuori da ogni ragionevole dubbio – quella padronale sembra seguire una traiettoria inversamente proporzionale. Anche se a pagarne le conseguenze rimangono sempre “i soliti”, la straordinarietà della crisi del Coronavirus è stata proprio nell’aver colpito trasversalmente, almeno in un primo momento, l’intera società. Accanendosi economicamente sui ceti popolari, aveva comunque aggredito politicamente chi in quel momento teneva le redini del gioco: padronato, nell’accezione più ampia del termine, in primo luogo. La tipica situazione in cui, aldilà di tutti i limiti soggettivi, il repentino mutamento delle condizione oggettive apre nuovi e inediti margini di movimento. Purtroppo, come sappiamo, questi margini non sono stati così ampi, almeno per la sinistra di classe. La sostanziale mancanza di reattività di questa stessa sinistra ha determinato infatti la momentanea assenza, non diciamo di conflitto, ma di resistenza attiva (aldilà di singole e importanti, ma non incisive, vertenze) ai tentativi di Governo e Confindustria di gestire la crisi a loro favore.

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sebastianoisaia

Sul TSO "pandemico"

di Sebastiano Isaia

«È apparsa negli scorsi giorni la possibilità di utilizzare il TSO (trattamento sanitario obbligatorio) per chi è restio ad accettare le cure anche se contagiato. Ne ha parlato il governatore veneto Luca Zaia, esasperato dall’aumento dell’indice di contagio in regione e dalla vicenda dell’imprenditore vicentino che si è ammalato ma ha rifiutato il ricovero, ma anche il governo che con il ministro della Salute Roberto Speranza avrebbe chiesto agli esperti giuridici del governo di studiare la possibilità di imporlo a chi ha sintomi da Covid ma sta in giro. L’obiettivo del governo è studiare un’eventuale norma più stringente per applicarlo ed estenderlo dalla psichiatria alla gestione dei casi di chi rifiuta le cure anche se contagiato dal Coronavirus. Pochi però hanno consapevolezza di cosa sia un TSO, come venga esercitato già oggi e quali conseguenze comporti per chi lo subisce. Questo strumento invasivo solitamente sconvolge le vite delle persone e può anche ucciderle» (Affaritaliani).

Franco Basaglia sosteneva che gli psicofarmaci servono a sedare, più che il malato, l’ansia dello psichiatra e della società.

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antiper

Una nota su composizione organica di capitale, saggio di pluvalore e caduta tendenziale del saggio di profitto

di Antiper

Una delle parti principali del III Libro del Capitale è costituita dall’esposizione della legge della caduta tendenziale di profitto (l’intera terza sezione prende questo nome). Durante la spiegazione della legge, mentre sta parlando degli effetti sul saggio di profitto dell’aumento della composizione organica di capitale, Marx propone il seguente ragionamento

“Se si suppone inoltre che questo progressivo mutamento della composizione del capitale non si verifichi solo in alcune sfere isolate di produzione ma, in misura maggiore o minore, in tutte o almeno in quelle di maggiore importanza; se tale cambiamento modifica quindi la composizione media organica [1] del capitale complessivo appartenente ad una determinata società, questo progressivo aumento del capitale costante in rapporto a quello variabile deve portare per forza di cose a una progressiva diminuzione del saggio generale del profitto, restando immutato il saggio del plusvalore o il grado di sfruttamento del lavoro da parte del capitale” [2] [3]

Il passaggio è tecnicamente ineccepibile nel senso che in effetti, se Splusvalore resta immutato, Sprofitto diminuisce con l’aumentare della composizione organica di capitale.

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sinistra

La terza età nel “covid-19”

di Giulio Save

La terza età, anziché momento naturale della vita e traguardo auspicabile per chiunque, dai governi viene perlopiù considerata una malattia costosa e contagiosa da combattere con terapie radicali. Ma anche insopportabile vizio di cui sbarazzarsi mortificandone in ogni modo i portatori.

A parte l’antica storia, dimenticata, della “saggezza” privilegio dell’età, si ignora volutamente l’enorme contributo, diciamo così, di assistenza-no-profit, soprattutto familiare, dato dagli anziani. Una nuova assunzione di responsabilità e una felice riscoperta della solidarietà. Un sostegno affettivo, operativo ed economico che può essere vitale. Un’attività di supplenza a coprire le enormi lacune nei servizi e nelle strutture sociali che la meticolosa distruzione del welfare da parte di una classe politica indecente mette in evidenza.

È un contributo concreto, importante, accertato, a parole anche riconosciuto, addirittura quantificabile in termini monetari, ma che non trova posto nei piani, nei progetti, nei programmi di alcun potere esecutivo.

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pierluigifaganfacebook

La storia mentre la vivi

di Pierluigi Fagan

Noi viviamo la cronaca, il fluire del tempo che è l’unità di misura del cambiamento alla misura dei giorni o delle settimane. Già i mesi fluiscono cancellando le memorie di quello che è successo appena poco prima, peggio per gli anni che finiscono in una nebulosa di fatti archiviati alla rinfusa. Ma se ci immaginiamo portati da una macchina del tempo ad un dopo tale che si possa guardare l’oggi come uno ieri passato e sedimentato, potremmo leggere quello che succede con occhio storico.

L’occhio storico ha bisogno di distanza per la messa a fuoco e la sua mente ha bisogno di esser fredda per leggere i fatti senza le turbolenze del giudizio troppo coinvolto. Si può fare allora un esercizio del tipo immaginativo, una simulazione ipotetica di come appariranno i fatti ed i cambiamenti del tempo in cui viviamo quando li potremo vedere ad una certa distanza e con mente un po’ meno calda. Noi o più probabilmente, quelli che verranno dopo di noi.

Il primo effetto che si otterrebbe è la prospettiva. Mesi ed anni verrebbero schiacciati nei decenni concatenati in processo.

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mondocane

Sinergie: Covid 19 - Semplificazioni

Disfatti gli italiani, si disfa l'Italia

di Fulvio Grimaldi

Uno che è nato quando il Futurismo insegnava al mondo come rinnovare la rappresentazione di cose, pensiero e azione; quando ancora c'erano Pirandello e il Vate e gli unici rapporti non corpo a corpo, non occhio nell'occhio, non mano nella mano, o lettera a lettera, erano per telefono e, raramente, per telegrafo; uno che ha avuto la fortuna di vivere quasi tutta la sua vita di scapestrato prima dell'apocalisse della smaterializzazione-digitalizzazione dell'umanità e perciò oggi si rifugia tra le zampe del suo bassotto a cui, come a tutti gli animali, questo abominio non può essere inflitto, costui può ben avere i titoli per dire una cosa incontrovertibile. 

Si perde nelle nebbie di una memoria a momenti centenaria, forse addirittura in evi lontani, l'esistenza di un regime più nefasto, infausto e letale di quello che, al servizio di orchi stranieri, globali e composto da sciagurati apprendisti orchi, sta cancellando il paese e il popolo di Virgilio, Dante, Michelangelo, Pisacane, Garibaldi, le sue camicie rosse e le bandiere rosse della sua Brigata. 

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volerelaluna

Economia, fisco, lavoro: nulla di nuovo sotto il sole

di Luigi Pandolfi

Come spesso accade in Italia per le cose che contano davvero, si sta parlando poco del cosiddetto “Piano nazionale di riforma” (PNR), una delle componenti fondamentali del Documento di Economia e Finanza (DEF), approvato in ritardo rispetto al calendario previsto dalle regole UE, ma importantissimo ai fini della definizione della strategia anti-crisi che il Governo dovrà presentare a settembre per accedere alle risorse finanziare che l’Europa dovrebbe mettere a disposizione.

Tutta l’attenzione mediatica, infatti, si sta concentrando in questi giorni sul cosiddetto “Decreto Semplificazioni” – il provvedimento con cui si dovrebbero sbloccare 130 opere di media e grande dimensione nel Paese –, che, nondimeno, costituisce una sorta di appendice del “Piano Nazionale di Riforma”, essendo la logica della liberalizzazione del sistema degli appalti (e di ciò che ne consegue per quanto riguarda l’ambiente e il lavoro) e quella delle grandi opere impattanti perfettamente in linea con la sua filosofia neoliberista e pro-business, solo goffamente camuffata con banali enunciazioni di principio sulla solidarietà, l’equità, l’inclusione sociale.

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bollettinoculturale

Risposta all'Istituto Liberale sul pensiero di Hayek

di Bollettino Culturale

Hayek assume una versione forte della razionalità che possiamo dividere in tre affermazioni: (1) agire razionalmente significa farlo cercando di massimizzare il raggiungimento dei nostri obiettivi, (2) gli agenti economici nel mercato agiscono razionalmente, quindi (3) comportarsi irrazionalmente è violare le regole del mercato.

Pertanto, ogni profonda rivoluzione strutturale è irrazionale, perché mira a cambiare radicalmente la società in cui il mercato è il luogo supremo della razionalità. Tuttavia, secondo Hayek, la caratteristica dell'essere umano non è di essere razionale, ma di essere sociale. Siamo esseri che hanno bisogno dei propri simili per sopravvivere. Diventiamo razionali, in un lungo processo di selezione storica attraverso il quale arriviamo all'attuale società di mercato. Tale razionalità è, quindi, il risultato di uno sviluppo che porta a un sistema di divisione del lavoro che richiede, per il suo miglior funzionamento, un'attività guidata dal tentativo di massimizzare il raggiungimento dei propri obiettivi.

Ecco perché per Hayek il mercato diventa il luogo della razionalità strumentale.

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contropiano2

Scuola. Il governo si fa beffe dei docenti e aumenta lo sfruttamento di tutto il personale

di Usb - Scuola

Basta classi pollaio, più insegnanti, più personale. Queste parole vengono continuamente ripetute da esponenti politici di ogni schieramento, ma non trovano mai un’effettiva realizzazione. Gli emendamenti al DL Rilancio sono vaghi, pericolosi, precarizzanti, non trovano alcun fondamento nelle regole contrattuali.

L’emendamento 231.011, a firma del M5S, prevede di abbassare il numero degli alunni per classe solamente se non si può fare altrimenti, nei limiti delle risorse stanziate. Include, in sostanza, l’impossibilità di avere classi meno numerose, misura strutturale essenziale, ancor più in tempi di emergenza sanitaria, in cui il distanziamento sociale viene considerato uno dei fattori principali per cautelare se stessi e il prossimo. Considerando il normale spazio disponibile nelle aule scolastiche, 15 alunni dovrebbe essere il massimo per ogni classe anche senza pandemie in corso.

Ancora più scellerata ci appare la lettera b dell’emendamento:

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teleborsa

L'Unione dei Fantastiliardi e le elezioni americane

di Guido Salerno Aletta

Ma dietro la muleta degli aiuti a costo zero c’è lo stocco delle riforme sotto dettatura

L'Europa è al bivio: cerca di rafforzarsi a tutti i costi, perché la crisi in atto può decretarne la fine, sospinta verso la dissoluzione dalla rielezione di Donald Trump.

Siamo ancora un campo di battaglia, un crocevia geopolitico cruciale per le strategie americane, che si ribaltano in continuazione, passando da una Presidenza all'altra.

Anche stavolta, c'è conflitto profondo che accompagna la campagna per le Presidenziali americane di novembre: la rielezione di Donald Trump è fortemente osteggiata da chi la considera un increscioso incidente della Storia, da chiudere al più presto possibile.

L'Unione europea è consapevole della necessità di usare la crisi sanitaria in corso per trasferire ancora una volta nuovi poteri straordinari a Bruxelles: tanto più sarà grave la situazione economica e finanziaria, tanto più saranno indispensabili gli aiuti europei.

A Bruxelles gongolano, ma forse si illudono. Con Trump rieletto alla Presidenza, la Storia dell'Unione non si ripeterebbe come è stato finora, perché gli equilibri globali sono cambiati: il nemico dell'Occidente non è più la Russia sovietica, ma l'espansionismo cinese.

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laboratorio

L'autunno caldo che si prospetta e le conseguenze politiche

di Domenico Moro

I dati macroeconomici ci mostrano, ogni giorno sempre più chiaramente, quanto sia profonda la crisi in atto. La crisi, inoltre, si manifesta in modo diverso nei vari Paesi dell’area euro, allargando il già esistente divario economico tra di essi, in particolare tra la Germania, da una parte, e Francia, Italia e Spagna, dall’altra parte. Nei prossimi mesi la crisi economica non mancherà di influenzare il quadro politico nazionale e europeo che appare già ora sufficientemente instabile. Ma cominciamo con il vedere i dati sulla crisi.

Recentemente la Commissione europea ha diffuso delle nuove previsioni economiche sul Pil che mostrano un quadro peggiorato rispetto alle precedenti previsioni di maggio. Il Pil dell’area euro nel 2020 dovrebbe contrarsi del -8,7%, contro il -7,7% stimato a maggio, mentre la ripresa nel 2021 dovrebbe essere del +6,1% contro il +6,3% previsto a maggio. Tra i vari Paesi dell’area euro quello messo peggio è l’Italia con una flessione del -11,2% nel 2020 e una ripresa nel 2021 del +6,1%. A maggio, per l’Italia, era stato previsto un calo del Pil nel 2020 del -9,5% e nel 2021 una ripresa del +6,5%.

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contropiano2

Basta con “Prima il Nord”. O l’Italia guarda a Mediterraneo e Asia o muore

di Kartana

Rendetevi conto che già a gennaio 2020 eravamo ancora sotto di 5.3% punti di Pil rispetto al 2008. In pratica, grazie ai vincoli europei e alle politiche di austerità, in dodici anni il Paese non era riuscito neanche a recuperare la posizione occupata al momento dell’esplosione della bolla speculativa poi ricordata come “fallimento di Lehmann Brothers” (la quarta banca d’affari del mondo).

Se davvero crolliamo quest’anno dell’11% ci metteremo, con lo stesso ritmo, almeno 15 anni per recuperare il 2008. Quindi, ben che vada, nel 2035 avremmo il Pil del 2008. Oltre un quarto di secolo buttato via, senza nemmeno la scusa di un forte contrasto da parte di lavoratori e sindacati…

Devono essere banditi i Bonomi, i Sala, i Bonaccini, gli Zaia, tutti i media ed è immediatamente necessario un ricambio radicale, dopo 26 anni, della classe dirigente.

Altrimenti non se ne esce.

Unica soluzione percorribile: riduzione dell’ orario di lavoro e reflazione salariale, diretta e indiretta. Devono essere colpiti i profitti che negli ultimi decenni si sono trasformati in rendita finanziaria – non in ivestimenti produttivi – parcheggiata in genere all’ estero, spesso nei paradisi fiscali (anche europei).

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manifesto

Siluro bipartisan contro l’accordo per l’Afghanistan

di Manlio Dinucci

Centinaia di migliaia di vittime civili, oltre 2.400 soldati Usa uccisi (più un numero imprecisato di feriti), circa 1.000 miliardi di dollari spesi: questo in sintesi il bilancio dei 19 anni di guerra Usa in Afghanistan, cui si aggiunge il costo per gli alleati Nato (Italia compresa) e altri che hanno affiancato gli Usa nella guerra. Bilancio fallimentare per gli Usa anche sotto il profilo politico-militare: la maggior parte del territorio è oggi controllata dai Talebani o contesa tra questi e le forze governative sostenute dalla Nato.

Su tale sfondo, dopo lunghe trattative, l’amministrazione Trump ha concluso lo scorso febbraio un accordo con i Talebani, che prevede, in cambio di una serie di garanzie, la riduzione del numero delle truppe Usa in Afghanistan da 8.600 a 4.500. Ciò non significa la fine dell’intervento militare Usa in Afghanistan, che continua con forze speciali, droni e bombardieri. L’accordo, comunque, aprirebbe la via a una de-escalation del conflitto armato. Pochi mesi dopo la firma, però, esso è stato rotto: non dai Talebani afghani ma dai Democratici statunitensi.

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scenarieconomici

MES e OSTI: quando il segretario del MES cerca di venderci il suo vino adulterato

di Leoniero Dertona

Oggi sull’ANSA si è letto il seguente comunicato del Segretario generale del MES Nicola Giammarioli:

Il Mes non è una trappola. Il segretario generale del Mes, il Fondo salva-Stati, Nicola Giammarioli, intervistato da Repubblica, fa presente che le linee di credito “non hanno nulla a che vedere con i prestiti del passato: non portano a condizionalità ex post, austerity, troika, o ristrutturazione del debito. Siamo in un altro campo da gioco rispetto al passato”. Inoltre “alle attuali condizioni di mercato, l’Italia si troverebbe a rimborsare una cifra inferiore a quella ricevuta”, con un risparmio di 500 milioni all’anno.

Lo sapete quello che mi dispiace? E’ il vedere che un italiano, pur di servire il suo padrone , sia in grado di dire un bel po’ di inesattezze, per usare un eufemismo:

a) Il MES E’ CONVENIENTISSIMO? NO, O ALMENO NON C’ È NESSUNA CERTEZZA. IL MES è un prestito a TASSO VARIABILE, perchè il tasso che si paga viene a dipendere dal costo medio di provvista dell’anno del MES stesso.

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micromega

Decreto semplificazioni, così riparte l’assalto ai centri storici

di Paolo Berdini

La lettura del provvedimento legislativo “Semplificazioni del sistema Italia” e del suo allegato sulle opere pubbliche che dovrebbero portare l’Italia nel futuro – parole del presidente del consiglio Giuseppe Conte – ci fa invece comprendere che torneremo ad un passato che credevamo superato per sempre. Con le norme sulla liberalizzazione dell’edilizia (art. 10) si torna agli anni della ricostruzione post bellica e all’attacco dei centri storici. Con la cancellazione delle regole di appalto delle opere pubbliche (art. 1) si fa tornare l’orologio della storia a prima di “Mani pulite”. Con lo sterminato elenco di grandi opere (130) si torna infine al 2001, facendo impallidire Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti.

Iniziamo con l’immediato dopoguerra, quando i piani regolatori furono accantonati e si applicarono le regole semplificate dei “piani di ricostruzione”. Non esiste forse nessun centro storico italiano che sia rimasto esente da scempi e volgari ricostruzioni che ne hanno alterato per sempre l’equilibrio. L’articolo 10 del provvedimento del governo introduce molte semplificazioni al testo di legge che regolava gli interventi edilizi (DPR 380/91) e tutte vanno nella direzione dell’attacco delle aree storiche delle città.

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il rasoio di occam

Žižek, pillola blu o pillola rossa: dopo il covid-19 il capitalismo è davanti a un bivio

di Elvis Zoppolato

Con l’arrivo della pandemia – è la tesi dell'ultimo libro di Slavoj Žižek, “Virus” – le nostre vite normali sono state messe in pausa e quello che ci viene offerto è la possibilità di ripensare il nostro rapporto con il mondo

Abbiamo visto tutti Matrix e conosciamo tutti la famosa scena in cui Morpheus dice a Neo di scegliere tra la pillola blu e la pillola rossa. La pillola blu significa continuare a vivere nella realtà di tutti i giorni, andando avanti come se nulla fosse; la pillola rossa significa invece ridestarsi al vero stato delle cose, e scoprire la menzogna che regna sulle nostre vite. È un’immagine che utilizza Žižek nel suo ultimo libro, “Virus”, scritto durante il lockdown e uscito in buona parte a puntate sulla rivista italiana Internazionale. C’è una verità che sta oltre tutto quello che crediamo essere vero e che pensiamo di conoscere, una verità che ci governa senza che ne siamo in alcun modo consapevoli. Viviamo nella convinzione che le cose siano esattamente come ci appaiono, certi di essere i protagonisti assoluti della nostra esistenza e sicuri di avere il pieno controllo sulle scelte che dipendono da noi; finché un giorno un evento, un incontro o una coincidenza inaspettati spezzano questo incantesimo alienato e la nostra grande libertà si mostra per ciò che essa era veramente: pura e semplice illusione.

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manifesto

Franco Piperno, la tecnoscienza

Il rapporto tra scienza, capitalismo e modernità alla luce della pandemia

Silvio Messinetti e Claudio Dionesalvi intervistano Franco Piperno

L’esplodere della pandemia ha trovato impreparato il mondo scientifico. L’OMS e i centri di ricerca faticano a fornire risposte alle tantissime domande che l’umanità pone sul virus Sars-Cov 2. La corsa al vaccino riapre il dibattito sulla ricerca scientifica e sull’innovazione tecnologica asservite al profitto. Franco Piperno, già leader di Potere Operaio, docente e studioso di fisica e astronomia, di solito ama contemplare il cielo notturno, amalgamando osservazione astronomica, narrazione mitologica, ironia politica, riflessione cosmologica. Abituato ad esplorare orizzonti immensamente estesi e corpi celesti di titanica grandezza, si sofferma qui sulla dimensione infinitamente piccola del coronavirus. Così insieme a noi rielabora, attualizzandole e rivitalizzandole alla luce del contesto mutato, alcune sue recenti tesi pubblicate da Commonware, sul rapporto tra scienza, ricerca, tecnologia e capitalismo.

* * * *

Ritiene che il ritardo nell’elaborare cure e antidoti contro la Covid 19 in fondo sia ineluttabile oppure dipenda anche da un approccio connaturato all’odierna matrice della ricerca scientifica?

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ilsimplicissimus

Lasciate ogni Speranza

di ilsimplicissimus

Carcere o manicomio per i positivi che non vogliono farsi curare o entrare in quarantena sulla scorta del solo tampone: forse qualcuno pensava che fossero battute di Zaia, dal quale ci si può aspettare di tutto, ma adesso le stesse cose vengono riprese dal ministro Speranza dal quale al contrario non ci si può aspettare nulla vista la totale inesistenza del personaggio, ma dal quale almeno ci si poteva aspettare di non vedere l’imitazione del folklore più squallido e la presa in giro della Costituzione. Invece è accaduto Non voglio nemmeno perdere tempo a commentare sui “nuovi focolai in Veneto” ( 5 contagiati, al di sotto della probabilità statistica) o sugli indici di diffusione la cui entità è tanto più grande quanto minori sono i casi, ormai non è nemmeno più il caso di far fronte alle menzogne numeriche che siamo costretti a sentire, né le idiozie sui tamponi e insomma su una epidemia a la carte che può essere modulata come si vuole, ma la banda del virus deve in qualche modo simulare la seconda ondata prevista che non c’è affatto stata e in prospettiva deve mantenere alti i livelli di allarme semplicemente perché non può arrivare all’autunno e al redde rationem disarmato del Covid.

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La favola del capitalismo finanziario

di Franco Ferlini

Siamo di fronte ad una crisi catastrofica del capitalismo finanziario che attualmente viene oscurata con la pandemia del covid. Senza voler dire che il covid-19, o quale altro numero abbia, non esista e che non sia in alcuni casi pernicioso, in realtà la grancassa della sistema comunicativo ha fatto sì che questa pandemia abbia coperto come un fumogeno la situazione di crisi generale verso cui si muove il sistema capitalistico basato sulla finanziarizzazione del profitto.

La finanziarizzazine del profitto, ovvero la ricerca del profitto speculativo tramite operazioni finanziarie, non è altro che il tentativo del capitale di sottrarsi allo scontro dI classe nei luoghi della produzione materiale.

Questo è quello che è avvenuto nel lontano 1973, ed è ben rappresentato dal grido di Gianni Agnelli, il più importante industriale italiano e personaggio di grande rilevo internazionale: “Profitto zero!”, cui segui lo spostamento del suo interesse alle speculazioni di Borsa.

Ma cosa stava all’origine del grande sommovimento sociale che sconvolse così radicalmente i rapporti tra capitale e lavoro in tutti i paesi capitalistici, dagli Stati Uniti all’Italia?

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lintellettualediss

Ritratto di un riformista

Il pensiero economico di Federico Caffè

di Claudio Freschi

Federico Caffè può essere definito in tanti modi, è stato un economista brillante, un intellettuale eclettico ed un attento osservatore della società italiana. Ma probabilmente lui si sarebbe descritto come un insegnante, o meglio un professore nella sua accezione più nobile ed al tempo stesso umile. Usando le sue stesse parole:

Un professore non è un conferenziere, non parla occasionalmente a degli sconosciuti che con tutta probabilità non rivedrà più. Un professore dialoga con gli studenti dei quali conosce spesso tutto o quasi tutto: problemi e speranze, capacità e lacune, ansie e incertezze. Li assiste nei loro bisogni.

Federico Caffè

Con questa vocazione ha formato generazioni di studenti ed a lui va il merito di aver diffuso in Italia il pensiero di Sir John Maynard Keynes, di cui è stato probabilmente il più importante studioso all’interno dei nostri confini, e di molti altri economisti internazionali.

 

La formazione e l’opera divulgativa

Nato nel 1914 a Castellammare Adriatico in Abruzzo da una famiglia modesta, Federico Caffè rimase sempre molto legato alla madre, che con grandi sacrifici gli permise di frequentare la facoltà di Economia e Commercio alla Sapienza di Roma.

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lordinenuovo

La spada di Damocle dei vincoli europei sulla ripresa economica

di Domenico Moro

La Ue, di fronte alla peggiore crisi del dopoguerra, ha deciso all’inizio della pandemia di attivare la clausola d’emergenza che nei fatti sospende il controllo sulla finanza pubblica dei paesi europei. In pratica è stato sospeso il Patto di stabilità per quel che concerne i vincoli del 3% al deficit e del 60% al debito.

Tuttavia, in questi giorni la Commissione europea sta già pensando a quando reintrodurre il Patto di stabilità e i relativi vincoli.

Il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche in un recente rapporto ha dichiarato che al momento dell’attivazione della clausola d’emergenza si sarebbero dovute fornire indicazioni sui tempi e sulle condizioni per la revisione della sospensione e che chiarimenti in merito dovrebbero essere forniti almeno entro la primavera del 2021. Il concetto è che la sospensione delle regole del Patto non può essere senza scadenza. Il vice-presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha preso spunto dal rapporto per dichiarare che

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comuneinfo

Sanità: dica trentasei miliardi

di Marco Bersani

Le pressioni affinché l’Italia acceda ai fondi del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) per ottenere finanziamenti per la sanità si moltiplicano, dentro e fuori il governo, sui media mainstream e da parte delle grandi imprese. Pare che tutti si siano accorti che i 36 miliardi di euro a cui si potrebbe accedere siano esiziali per il nostro sistema sanitario. Coincidenza vuole che sono proprio 36 i miliardi che i governi di differente colore hanno sottratto al servizio sanitario pubblico nel periodo 2010-2019. E su questo aspetto, dopo qualche accenno nel momento della grande paura, è invece calato il silenzio. Si dirà: giuste le critiche ai passati tagli, giusta l’indignazione verso l’ipocrisia delle forze politiche, sacrosante le critiche al Mes, ma al dunque dove troviamo allora i soldi per risanare il sistema? Le risposte, ovviamente, sarebbero diverse e piuttosto complesse, ma qui ci si limita a suggerirne soltanto una. Vale giusto 36 miliardi e riguarda i derivati, ovvero quei contratti sottoscritti da molti enti pubblici con le banche, conosciuti come “titoli tossici”, che una sentenza della Corte di Cassazione – sentenza che fa giurisprudenza per tutti – ha di recente dichiarato nulli

Dopo aver decantato per mesi la “svolta” dell’Unione Europea, che, attraverso il Recovery Fund, avrebbe abbandonato ogni relazione di tipo autoritativo nei confronti degli stati membri con un alto rapporto debito/pil per approdare a una “condivisione” dell’indebitamento, la contesa sembra essere approdata, come nel classico gioco dell’oca, al punto di partenza.

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osservatorioglobalizzazione

L’Occidente non esiste?

di Emanuel Pietrobon

Con questa approfondita riflessione di Emanuel Pietrobon l’Osservatorio prosegue oggi il suo dibattito sul concetto di Occidente: lo studioso di geopolitica, in questo articolo, pone di fronte la problematica natura duale dell’Occidente, concetto geopolitico che si è voluto ammantare con una sovrastruttura valoriale creata a posteriori. Ma nella sfera geopolitica statunitense molte tendenze innate permangono e continuano a manifestarsi, sotto diversi punti di vista, in vari Paesi: Pietrobon cita i casi di Turchia, Ungheria, Polonia e Germania

Quando si parla di Occidente ci si riferisce ad un preciso blocco del mondo caratterizzato da una serie di elementi comuni come le tradizioni culturali, la filosofia politica e religiosa, i valori sociali, il sistema economico e la cultura politica incardinata sul binomio stato di diritto – democrazia.

L’Occidente, più nel dettaglio, corrisponderebbe ad una precisa entità geopolitica incardinata sul ruolo centrale degli Stati Uniti e sulla presenza periferica di altre potenze, come il Canada, il Giappone, l’Unione Europea, l’Australia, la Nuova Zelanda e la Turchia.

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Gli squaletti ciechi dell’Eurozona

di Kartana

Qualcosa sta avvenendo. Giovedì negli Stati Uniti il dato di nuovi occupati nel mese di giugno, che sono stati 4,8 milioni. Se il trend continuasse a questo ritmo nei prossimi 7 mesi gli Usa potrebbero riprendersi dall’emorragia di lavoro da Covid.

Si tratta sopratutto dei “lavoretti” (ristorazione, tempo libero, commercio, ecc) che erano andati persi con il lockdown, gestito malissimo e chiuso troppo presto, come dimostrano i record di contagi. Ma sono un segnale di qualche vitalità…

Oggi un altro indicatore: l’indice cinese Caixin è salito a giugno da 55 di maggio a 58,4, il top da aprile 2010. Sembra che con l’affievolirsi del Covid, almeno in Cina, la domanda si stia riprendendo.

Certo hanno pesato le massicce misure fiscale degli scorsi mesi, con sospensioni tasse e prestiti a Pmi, defiscalizzazioni degli oneri sociali e un ombrello reddituale ai lavoratori cinesi.

Non sappiamo dire se le recenti riforme in tema sanitario stiano già avendo un effetto, lo sapremo nei prossimi mesi; certo è che le riforme fiscali e sanitarie offrono lo spunto per concentrarsi sulla domanda interna. Medesima cosa fanno gli Usa, con massicce misure monetarie e fiscali.

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perunaltracitta

#italiaveloce, verso il baratro finanziario causato delle Grandi Opere

di Tiziano Cardosi

Dopo la notte di travaglio tra il 6 e il 7 luglio, un Consiglio dei Ministri fatto di scontri e litigi ha partorito un decreto mostruoso, #italiaveloce come voluto marinettianamente dai renziani, che prevede di gettare 200 miliardi di europraticamente quelli previsti come contributi a fondo perduto dall’UE – in grandi opere sulla cui utilità non si è minimamente dibattuto. In contemporanea arriva una notizia spaventosa dalla Banca d’Italia secondo la quale il 40% delle famiglie italiane con un mutuo non riesce a pagarlo.

Trovo queste due notizie un chiaro segnale – che non so se sarà così interpretato dall’informazione mainstream – di come ormai la politica italiana, maggioranza e opposizioni unite in questo, assieme alla cricca più parassitaria che domina in Confindustria, sia totalmente slegata dalle sorti del paese.

Nei TG e GR del 7 luglio si è fatto un gran riferire delle prospettive magnifiche che seguiranno nella riapertura di alcuni cantieri, si è inneggiato alla sburocratizzazione delle norme che avrebbero rallentato il procedere di troppi progetti.

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sollevazione2

Zingaretti, l'indecente

di Leonardo Mazzei

Ma come, i soldi sono lì, già pronti ad involarsi per la penisola, e voi non li volete? Ma che italiani siete diventati? La pressione di Angela Merkel è forte: il Mes «non lo abbiamo attivato perché rimanga inutilizzato». Insomma, certi “regali” non si possono proprio rifiutare, chissà perché!

La cosa più penosa di questi giorni è l’insistenza dei media. “Mes subito!” è il loro grido quotidiano. Almeno formalmente la maggioranza del parlamento resta contraria? E chissenefrega! Pd e Forza Italia lo vogliono, i Cinque Stelle dovranno piegarsi: è solo questione di tempo. Ma il tempo stringe, a Bruxelles devono perfezionare il “pacchetto”, e l’Italia deve finire ben impacchettata.

Ovviamente i cosiddetti “democratici” (democratici? – è messa maluccio la democrazia…) sono i più scatenati. Lo vogliono subito, anche prima di stasera. Il più insipido di loro, che han fatto pure segretario, ha pensato bene di portare il suo contributo alla causa. «Il governo non può più tergiversare sul Mes, sul tavolo risorse mai viste per la sanità», questo il titolo del suo intervento sul Corriere della Sera.