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lantidiplomatico

RecoveryMes, verrà la Troika e avrà i suoi occhi

di Gilberto Trombetta

Oggi l’Istituto Luce (la stampa dominate) esulta compatto per la grande vittoria di Conte dell’Italia.

Vediamola dati alla mano questa grande vittoria dell’Italia.

I sussidi sono scesi dai 500 miliardi iniziali a 390. Sostituiti, ovviamente, da un considerevole aumento della quota prestiti (a cui si potrà accedere solo dopo l’uso dei sussidi, quindi non prima del 2024).

Per quanto riguarda i sussidi, all’Italia ne dovrebbero arrivare una cifra compresa tra i 68 e gli 82 miliardi. Erogati tra il 2021 e il 2024, nella “migliore” delle ipotesi.

Cioè una somma equivalente circa all’1% del nostro PIL a fronte di un crollo, solo quest’anno, di almeno il 12%.

Sussidi che non sono a fondo perduto poiché a partire dal 2026 andranno restituiti.

O con l’aumento del contributo al bilancio europeo da parte dell’Italia o con una maggiore imposizione fiscale.

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albertomicalizzi

Quel BTP che non s'ha da fare

di Alberto Micalizzi

Come temevo, Il BTP Futura dedicato ai soli residenti ha raccolto poco più di 6 miliardi in 5 giorni – dal 6 al 10 Luglio -, meno della metà di quanto ha raccolto il BTP Italia lo scorso Maggio.

Un risultato estremamente deludente, che sembra cercato a tavolino dai responsabili del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Tra le cause tecniche, ne citerei due: sono stati abbassati i rendimenti base (a 5 anni si è passati da 1,4% a 1,3%) ed è stato tolto il premio per l’inflazione (tutt’altro che marginale alla luce di una ripresa post-Covid che prima o poi genererà inflazione).

Ma il dato più eclatante è il silenzio assordante che ancora una volta ha avvolto questa operazione. Nessuna presentazione al pubblico, nessun dibattito serale, nessun TG che abbia speso 2 minuti per intervistare un esperto che ne spiegasse i meccanismi. Tutto lasciato completamente in mano al solito “atto d’amore” da parte delle banche private, che ovviamente non hanno alcun interesse a collocare titoli a commissioni quasi zero e che per giunta le priverebbero della liquidità investita nelle redditizie gestioni patrimoniali interne.

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lafionda

Il vincolo esterno e la gabbia che ci siamo costruiti

di Giuseppe Matranga

Il vincolo esterno − espressione probabilmente coniata da Guido Carli, uno dei firmatari per l’Italia del trattato di Maastricht − definisce la logica per la quale il nostro Stato nazionale è così inetto e inefficace nel gestire le sue politiche interne da doversi quasi abbandonare ad una gestione superiore, più sapiente perché esterna e disinteressata, cioè quella degli stati esteri, o stati sovranazionali, espressione all’udir della quale qualsiasi dei grandi filosofi del passato rabbrividirebbe.

Non siamo qui a tediarvi tessendo le lodi del nostro paese, ma seppure fossimo l’ultimo tra i novelli paesi del terzo mondo, continueremmo a trovare ben poca giustificazione nell’ideologia dell’inettitudine autoreferenziale.

A chiunque dotato di intelletto e di senso di dignità apparirebbe assurdo il solo pensiero che un intero popolo, un’intera categoria politica, abbia potuto cedere al fascino dell’altrui benevolenza, considerando se stessa così incapace da non potersi autodeterminare.

E su questo slancio autodegenerativo si cedette la cosiddetta sovranità, si decise di sottostare a delle regole incontrovertibili (regole a cui potremmo porre obiezioni pesanti come macigni) decise da organismi esterni, lasciando, con la pantomima della coralità di fatto, qualsiasi imperio al nemico.

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ilsimplicissimus

Ricatto politico: quello che non volete sapere sul Mes

di ilsimplicissimus

Ormai la pressione interna ed esterna per spingere il governo a sottoscrivere il prestito da 35 miliardi del Mes si è fatta talmente continua e ossessiva da spingere chiunque abbia conservato un minimo sindacale di lucidità, a chiedersi da cosa derivi tanta insistenza nel farci scegliere uno strumento finanziario che nessun altro Paese vuole, che ci darebbe a prestito miliardi che abbiamo già a credito dal Meccanismo di stabilità e dai suoi predecessori ( vedi qui ) e che potrebbero essere benissimo raccolti attraverso l’emissione di normali buoni del tesoro. Ma d’altra parte siamo nel pieno di una campagna mediatica che a quanto a menzogne non è seconda a nessun altra: il livello delle omissioni e dei depistaggi rende arduo comprendere una questione in sé assolutamente chiara e semplice, ma che sembra divenuta un’inestricabile matassa che vorrei provare a sbrogliare. Le due argomentazioni principe dei “messianici” sono la prima un inganno prospettico e la seconda una squallida presa in giro: 1) L’interesse richiesto dal Mes è inferiore a quello di eventuali Bpt dunque tale prestito è conveniente; 2) tutti ci assicurano che i soldi del Meccanismo di stabilità non saranno soggetti a richieste di austerità e riforme sociali regressive, nonostante che il “contratto” che andremo a sotto scrivere contenga proprio queste clausole di condizionalità sulle quali dovrebbe vigilare la troika.

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manifesto

Sotto il tricolore che sventola a Camp Darby

di Manlio Dinucci

Mentre molte attività bloccate dal lockdown stentano a ripartire dopo l’allentamento delle restrizioni, ce n’è una che, non essendosi mai fermata, ora sta accelerando: quella di Camp Darby, il più grande arsenale Usa nel mondo fuori dalla madrepatria, situato tra Pisa e Livorno. Completato il taglio di circa 1.000 alberi nell’area naturale «protetta» del Parco Regionale di San Rossore, è iniziata la costruzione di un tronco ferroviario che collegherà la linea Pisa-Livorno a un nuovo terminal di carico e scarico, attraversando il Canale dei Navicelli su un nuovo ponte metallico girevole.

Il terminal, alto una ventina di metri, comprenderà quattro binari capaci di accogliere ciascuno nove vagoni. Per mezzo di carrelli movimentatori di container, le armi in arrivo verranno trasferite dai carri ferroviari a grandi autocarri e quelle in partenza dagli autocarri ai carri ferroviari. Il terminal permetterà il transito di due convogli ferroviari al giorno che, trasportando carichi esplosivi, collegheranno la base al porto di Livorno attraverso zone densamente popolate. In seguito all’accresciuta movimentazione di armi, non basta più il collegamento via canale e via strada di Camp Darby col porto di Livorno e l’aeroporto di Pisa.

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micromega

Autostrade, il governo inganna gli italiani e favorisce gli speculatori

di Paolo Maddalena*

La vicenda Autostrade si è risolta in un maggiore esborso a carico degli italiani, che sarà effettuato tramite la Cassa depositi e prestiti. Questa dovrà entrare nella costituenda società di autostrade aumentando il capitale sociale, fino a raggiungere il 51%, facendo in modo che la partecipazione azionaria dei Benetton, pur mantenendo il numero di azioni in suo possesso, non abbia più una posizione di maggioranza assoluta.

Insomma i Benetton, non solo non perdono nulla, ma guadagnano anche l’occasione di entrare in una società di maggior respiro.

Inoltre essi guadagnano altresì il fatto che la Cassa depositi e prestiti si accolla, con i soldi dei risparmiatori italiani, 10 miliardi di debiti da loro accumulati, assumendo addirittura anche l’onere di ristrutturare le autostrade lasciate cadere in rovina dagli stessi Benetton.

E non è tutto. Il governo ha avuto l’ardire di dare un altro colpo agli interessi italiani, favorendo l’ingresso nella costituenda società autostrade di società speculative straniere e, in particolare, associando alla Cassa depositi e prestiti la più nota delle società speculative americane: la Blackstone, definendola un “partner istituzionale”.

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volerelaluna

Conte e il “decreto semplificazioni”: il vecchio che avanza

di Tomaso Montanari

“Martedì 7 luglio il Consiglio dei ministri approva il Decreto Semplificazioni. Ancora ieri, gli uffici del Mibact (cui l’ho domandato come membro del Consiglio Superiore dei Beni Culturali) mi comunicavano che non ne esiste un testo definitivo, e che le bozze commentate negli scorsi giorni sui quotidiani sono tutte ampiamente superate in nodi cruciali. Mentre sembra evitato l’abisso di un nuovo condono edilizio, per di più delegato ai comuni, rimangono incerte le norme sulle autorizzazioni paesaggistiche, sulle valutazioni di impatto ambientale, su punti cruciali dell’edilizia (tra cui quello che concederebbe le mani libere sui centri storici, bomba libera tutti per la speculazione edilizia). E sulla testa del patrimonio culturale continua a incombere il silenzio assenso: che farebbe funzionare la burocrazia non nell’unico modo sano (assumendo le migliaia di storici dell’arte, archeologi e architetti che oggi consegnano le pizze), ma spianando la strada ai vandali.

Il senso del decreto è riassunto nell’elenco di 130 Grandi Opere strategiche che dovrebbero «portare l’Italia nel futuro», secondo il presidente del Consiglio Conte.

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filosofiainmov

Nancy Fraser: sulla politica socialista

di Lea Ypi

Vorrei iniziare sottolineando il mio accordo con l’analisi di Nancy Fraser che si propone di offrire una più ampia difesa del socialismo che non si riduca a un’alternativa “economica” al capitalismo. L’attenzione che pone Fraser alle “condizioni di possibilità nascoste” del sistema di produzione capitalistico (riproduzione sociale, espropriazione di terre e ricchezze ai popoli “razziati”, estrazione di risorse naturali, fornitura di beni pubblici da parte di Stati e organizzazioni internazionali) è fondamentale per segnalare un’alternativa alle attuali promesse social democratiche di emancipazione politica e per evitare il ripetersi degli errori del passato. Inoltre, il suo impegno per salvare il socialismo dal riduzionismo economico si aggiunge ad una considerevole parte della tradizione socialista, come hanno cercato di mostrare anche molti studi recenti in chiave femminista, ecologica e antimperialista sul Capitale di Marx. In quel che segue non metterò in discussione la novità dell’interpretazione di Fraser e darò per assodato ciò che lei ha da dire su come comprendere il socialismo. Ciò su cui vorrei concentrarmi invece è la questione del compito della politica: come realizzare il socialismo se ne accettiamo la giustificazione ideale.

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antiper

Persistenza storica del comunismo

di Antiper

L’idea di comunismo non nasce con Marx. Semmai, con Marx nasce una visione moderna di comunismo. Tracce dell’idea di comunismo nel pensiero e nella pratica degli uomini si possono trovare addirittura nell’antichità. Pensiamo solo al noto esempio del “comunismo aristocratico” di Platone che è, sì, un comunismo per le elìte, ma ciò nonostante capace di produrre un discorso politico molto interessante

«Le classi che devono guidare lo Stato sono, nell’ordine, i filosofi (coloro che posseggono più degli altri la verità) e i guerrieri (i militari che agiranno da garanti del volere dei filosofi e da difensori dai nemici esterni). Queste due classi governeranno le classi inferiori costituite dagli artigiani e dai contadini, le classi produttrici dei beni necessari alla comunità.

Le classi dominanti, tuttavia, non dovranno preoccuparsi solo del proprio bene, ma del bene comune a tutti, cosicché verranno abolite tutte quelle occasioni che potranno invogliare i reggenti alla cupidigia (prima fra tutte, verrà abolita la proprietà privata, quindi la famiglia, le donne saranno comuni a tutti gli uomini e l’educazione dei figli sarà pianificata dallo Stato secondo le diverse inclinazioni dei ragazzi)» [1].

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insideover

L’eredità della pandemia che può condannarci

di Andrea Muratore

La crisi del coronavirus ha impedito che il mondo della finanza e della sua governance avviasse una transizione oltre la fase del quantitative easing globale, che per un decennio ha garantito una vera e propria inondazione di liquidità alle borse e ai mercati di tutto il mondo. Quella che doveva essere una risposta emergenziale legata alle problematiche della Grande Recessione e al fallimento del dogma neoliberista dell’autoregolazione dei mercati si è trasformato in un new normal, in una tendenza consolidata.

Nel corso di dieci anni, da Bernake a Draghi, i banchieri centrali di tutto il mondo si sono mobilitati: dal Troubled Assets Relief Programm (Tarp) statunitense del 2008 al quantitative easing della Bce, passando per la Abenomics del governo conservatore giapponese, il solo trio costituito da Bce, Federal Reserve e Bank of Japan ha visto i suoi asset superare a fine 2018 i 15 trilioni di dollari, 3,5 volte la somma registrata nel 2008, come fatto notare in un rapporto della società di consulenza Yardeni Research.

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sinistra

Come mascherare un cedimento facendolo passare per un successo

La mancata revoca della concessione alla SA

di Eros Barone

Data la natura del governo, paragonabile socialmente, per la qualità della politica interna ed estera che conduce, a quella di una ‘putain respectueuse’, il problema di penalizzare in qualche modo e in qualche misura, senza procedere alla revoca della concessione, i proprietari della Società Autostrade, cioè i Benetton, per le loro criminali responsabilità nel crollo del ponte Morandi e nella strage di 43 persone che ne seguì, era certo un problema difficile ma tutto sommato risolvibile per una rabula 1 trasformista, scaltra e spregiudicata come Giuseppe Conte. 2

Un po’ di retorica su quei morti, una lunga trattativa notturna e alla fine, dopo essersi prodotto, da un lato, in reboanti e rodomonteschi proclami sulla necessità di rendere giustizia alle vittime della strage del 14 agosto 2018 e aver immiserito e bagatellizzato, dall’altro, la minaccia della revoca della concessione usandola come falso scopo a mo’ di semplice ricatto, ecco che la montagna ha prodotto il classico topolino di un compromesso talmente schifoso che a concluderlo non poteva essere se non la figura equivoca di un sensale rotto ad ogni transazione pur di salvaguardare gli interessi del capitale finanziario: l’impagabile Roberto Gualtieri. 3

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micromega

La tv pubblica, Berlinguer, Cacciari, Corona e i Signori delle Autostrade

di Luca Michelini

1. Per chi ha avuto l’avventura di conoscere come telespettatore gli ultimi 45 anni delle reti pubbliche e private italiane si tratta di aspettare il momento buono per capire la ragione di una scelta. Non ci vuole molto tempo, di solito. Esemplifico. Come mai tra i tanti filosofi italiani, è proprio e quasi soltanto Massimo Cacciari, bravissimo ovviamente (altrimenti come approdare in tv?), ad essere ospite quasi fisso di certe trasmissioni, naturalmente nella parte di “intellettuale dissenziente e indipendente da tutto e da tutti”? Come mai tra i tanti scrittori e scultori italiani, Mauro Corona è stato scelto come ospite quasi-fisso da Bianca Berlinguer, autorevole giornalista e conduttrice di Rai3? Il motivo è semplice. Bisogna solo avere pazienza.

2. La propaganda vera, quella che penetra e cucina le coscienze, quella che determina la scelta di voto, l’orientamento morale prim’ancora che politico, non è quella diretta, non è il comizio, non è il luogo dove lo spettatore rischia di sentirsi compartecipe di un’azione audace, di una presa di posizione, non è quella che ti coglie nella gesta del tifoso.

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coniarerivolta

Il teorema di Boeri: licenziare i vecchi per (non) dare lavoro ai giovani

di coniarerivolta

“Dobbiamo fare l’impossibile per permettere a queste generazioni sfortunate di recuperare.” L’ineffabile Tito Boeri lancia questo appello all’interno di uno dei suoi ultimi interventi che hanno a che vedere con le sorti del lavoro nei mesi a venire. Il buon Boeri si dice in pena per il destino dei giovani, cioè di quella fascia del mondo del lavoro che a causa della cronica mancanza di adeguate attenzioni rischia di vedersi penalizzata più delle altre per via delle disastrose condizioni economiche nelle quali verseremo a causa del lockdown resosi necessario per affrontare la pandemia da Covid-19.

L’ex presidente dell’INPS, a tal proposito, sostiene che il blocco dei licenziamenti deciso dal Governo, che arriverà almeno fino a metà agosto, “concentra le riduzioni dell’occupazione interamente sui più giovani. A maggio il numero di occupati con meno di 24 anni era diminuito dell’11% rispetto a un anno prima. Metà dei posti di lavoro distrutti da Covid 19 coinvolgeva persone con meno di 35 anni, nonostante gli occupati in quella fascia d’età siano appena un quarto del totale”.

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contropiano2

La fame del capitale reale

di Franco Ferlini

La formazione di capitali dipende dal saggio di profitto e dalla massa di profitto. Nello sviluppo capitalistico, mentre il saggio di profitto tende a diminuire, la massa di profitto tende a crescere con la accumulazione del capitale.

Se un capitale di 100 con un saggio di profitto del 20% produce una massa di profitto di 20, con la caduta del saggio di profitto al 10% per produrre la stessa massa di profitto deve essere investito un capitale di 200.

L’esistenza stessa del capitale è legata alla sua costante accumulazione.

E quando un saggio di accumulazione non è più sufficiente ad accrescere il capitale reale per fornire una massa di profitto uguale o maggiore della precedente composizione, allora il grande capitale si alimenta espropriando i capitali minori presenti sul mercato interno ed estero.

Questa legge della accumulazione riveste un grande ruolo nella situazione odierna e porta a una vera e propria guerra globale di capitali, resa necessaria dalla “rivoluzione” delle tecnologie della produzione e dai costi di produzione delle tecnologie stesse. La produzione di ricerca tecnologica impiega un vasto numero di operatori e l’impiego di considerevole capitale fisso.

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quodlibet

Due vocaboli infami

di Giorgio Agamben

Nelle polemiche durante l’emergenza sanitaria sono apparsi due vocaboli infami, che avevano secondo ogni evidenza il solo scopo di screditare coloro che, di fronte alla paura che aveva paralizzato le menti, si ostinavano ancora a pensare: «negazionista» e «complottismo».

Sul primo non vale la pena di spendere troppe parole, dal momento che, mettendo irresponsabilmente sullo stesso piano lo sterminio degli ebrei e l’epidemia, chi ne fa uso mostra di partecipare consapevolmente o inconsapevolmente di quell’antisemitismo tuttora così diffuso tanto a destra che a sinistra della nostra cultura. Come suggeriscono amici ebrei giustamente offesi, sarebbe opportuno che la comunità ebraica si pronunciasse su questo indegno abuso terminologico.

Vale invece la pena di soffermarsi sul secondo termine, che testimonia di un’ignoranza della storia davvero sorprendente. Chi ha familiarità con le ricerche degli storici, sa bene come le vicende che essi ricostruiscono e raccontano sono necessariamente il frutto di piani e azioni molto spesso concertati da individui, gruppi e fazioni che perseguono con ogni mezzo i loro scopi.

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ildubbio

«Condannate a morte Battisti, fate prima: in questo Stato di non-diritto fare l’avvocato è impossibile»

Simona Musco intervista Davide Steccanella

«Faccio questo lavoro perché pensavo di stare in uno Stato di diritto. Ma alla luce di tutto quello che accade, cosa dovrei dire, che aveva ragione Battisti a contrapporsi allo Stato?». Davide Steccanella di mestiere fa l’avvocato. E difende una persona scomoda, Cesare Battisti, da sempre personaggio controverso, che solletica i peggiori istinti forcaioli. L’ultimo scandalo che lo riguarda – perché tale è diventato – è quello relativo al cibo. Il fatto è semplice: essendo malato di epatite e prostatite, racconta Steccanella al Dubbio, il cibo del carcere fa male alla sua salute. Vorrebbe avere, come gli altri detenuti, la possibilità di cucinare da sé, con un fornelletto, il cibo più adatto alle sue condizioni. Ma la cosa si è trasformata subito in qualcos’altro. Ovvero nella richiesta di un privilegio, di un trattamento di favore, agli occhi di chi, il giorno del suo arrivo in Italia, sfilava all’aeroporto come sopra un palco. Il tutto nonostante Battisti, da un anno, viva una condizione di isolamento illegittima. Per i giudici di esecuzione, il suo ergastolo – da scontare per omicidio e rapina, commessi ai tempi della sua militanza fra i Proletari armati per il comunismo – è uguale a quello di altri detenuti comuni. Niente 41 bis, niente isolamento.

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teleborsa

UE, è meglio ognun per sé

di Guido Salerno Aletta

Il Fronte Mediterraneo si è dissolto, i Paesi frugali se la ridono, mentre la Germania riaggancia la Francia

E' durata davvero poco la solidarietà del Fronte Mediterraneo, manifestatosi con la lettera inviata il 25 marzo al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel dai Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e dai leader di Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna.

La richiesta di creare un debito comune a livello europeo, è rimbalzata contro la consueta ostilità della Germania e dei cosiddetti Paesi Frugali: si è formato un fronte invalicabile composto da Austria, Olanda, Irlanda e Svezia. Nella lettera si chiedeva di lavorare su "uno strumento di debito comune emesso da una Istituzione dell'UE per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati Membri, garantendo in questo modo il finanziamento stabile e a lungo termine delle politiche utili a contrastare i danni causati da questa pandemia. Vi sono valide ragioni per sostenere tale strumento comune, poiché stiamo tutti affrontando uno shock simmetrico esogeno, di cui non è responsabile alcun Paese, ma le cui conseguenze negative gravano su tutti.

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contropiano2

L’immondo pasticcio su Autostrade, per evitare la revoca

di Dante Barontini

I compromessi possono essere a volte necessari, e comunque si dividono sempre I buoni, pessimi o innumerevoli vie di mezzo.

Quello trovato dal governo su e con Atlanti per il futuro di Autostrade per l’Italia – Aspi, la società privata concessionaria di gran parte della rete autostradale di proprietà pubblica è un pasticcio immondo escogitato per salvare capra e cavoli: ossia la faccia della maggioranza di governo e i soldi dei Benetton.

Stando a quel che ha reso noto lo stesso governo, dopo una seduta fiume finita alla 5 di mattina, la concessione non viene revocata e resta ad Aspi. “In compenso” la quota azionaria in mano ai Benetton dovrà rapidamente scendere dall’88% attuale al 10% (che non dà diritto a un posto nel cda), al cui posto subentrerà prendendo il 51% Cassa Depositi e Prestiti, una società per azioni, controllata per circa l’83% da parte Ministero dell’economia e delle finanze e per circa il 16% da diverse fondazioni bancarie.

Sembra una semi-nazionalizzazione, ma non lo è affatto.

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lafionda

Il populismo ambientale dell’1%. Siamo tutti sulla stessa barca?

di Ruben Vezzoni

I have not been able to find a single source that is against ‘sustainability’. Greenpeace is in favour, George Bush Jr. and Sr. are, the World Bank and its chairman (a prime war monger in Iraq) are, the pope is, my son Arno is, the rubber tappers in the Brazilian Amazon are, Bill Gates is, the labour unions are.

Erik Swyngedow (in Gibbs and Krueger, 2007)

Lagarde mette in capo all’agenda politica della BCE l’acquisto di obbligazioni “green” e si dichiara pronta ad esplorare ogni opzione nella lotta al cambiamento climatico[i],[ii]. Ursula von der Leyen lancia il Green Deal europeo (guai a metterci un New di mezzo) per portare l’Europa verso “un impatto climatico zero” entro il 2050[iii]. Il World Economic Forum annuncia il suo programma in risposta alla recente pandemia, il Great Reset, per un nuovo contratto sociale per la gestione dei commons (beni comuni) globali e delle economie nazionali[iv]. E mentre le star di Hollywood si danno alla produzione di docufilm ambientali di grande spessore, Letizia di Spagna, la regina Maxima d’Olanda, Elisabetta II, Kate, Carlo d’Inghilterra e pure il principe Harry si impegnano in vario modo a diffondere il verbo della lotta al cambiamento climatico[v].

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soldiepotere

Il Recovery Fund e il pelo del lupo tedesco

di Carlo Clericetti

Angela Merkel ha inaugurato il semestre di presidenza tedesca del Consiglio europeo con un discorso al Parlamento che ha provocato l’entusiasmo di uno dei più autorevoli economisti italiani, Alberto Quadrio Curzio, che ne ha scritto nel suo blog sull’Huffington post. Titolo e sommario di solito sono a cura della redazione e non dell’autore, ma in questo caso esprimono bene il senso dell’intervento. “Non esistono soldi europei a fondo perduto”, è il titolo; e il sommario: “Merkel è stata chiara. Ma in vari Paesi europei questa impostazione del Recovery Fund con fondi comunitari connessi a riforme nazionali non piacerà per ragioni opposte”. Quali siano queste ragioni Quadrio Curzio lo spiega nell’ultimo paragrafo: “Ai “nazional-imbonitori” che agiteranno la paura dell’Europa che controlla con la sua burocrazia le sovranità nazionali e i diritti dei cittadini dei Singoli stati. Ai “nazional-frugali” per l’opposto timore che i controlli siano troppo leggeri e che i fondi vengano sprecati”.

Con tutto il rispetto dovuto a uno studioso di grande levatura, vorremmo far presente a Quadrio Curzio che ci possono essere motivi per non apprezzare l’impostazione della Cancelliera che non rientrano nelle due categorie da lui citate.

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marxismoggi

Dialettica e rivoluzione in Lenin. A proposito del volume di Costantino Avanzi

di Sabato Danzilli

Il volume di Costantino Avanzi Lenin e la dialettica. Teoria e prassi di un metodo rivoluzionario, recentemente pubblicato da Mimesis, ricostruisce in maniera analitica e rigorosa la centralità della dialettica materialistica nell’opera teorica e nella pratica politica di Lenin. Si tratta di un argomento già oggetto nell’ultimo secolo di una vasta mole di studi, volti a validare o confutare la “fedeltà” del rivoluzionario russo all’opera di Marx e al marxismo e a individuarne gli elementi di continuità o di novità.

Allo stesso tempo, tuttavia, anche da parte di studiosi interni al movimento comunista, molto spesso non si è riusciti a sfuggire a schematismi che hanno depotenziato la capacità euristica dell’opera leniniana. È pertanto importante la pubblicazione di un libro che, con la sua ricca documentazione bibliografica e con la sua chiarezza espositiva, può costituire una valida introduzione per navigare nel mare magnum della riflessione sui rapporti tra il marxismo e la dialettica.

È centrale nella ricostruzione del pensiero di Lenin compiuta da Avanzi la sottolineatura della continua presenza in Lenin del metodo dialettico, presente anche nella prassi politica concreta, la quale non è perciò mai scissa dall’analisi teorica.

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osservatorioglobalizzazione

Alle radici della società della sorveglianza

di Brian Cepparulo*

Come siamo arrivati ad accettare che lo stato ci imponesse la distanza fisica, la limitazione sociale, il controllo bio-politico, in nome della sicurezza? Come è possibile che una larga parte della popolazione giunga a legittimare tali misure draconiane anche quando queste, esaurita l’emergenza, vengano imposte come i principi del mondo post-covid?

La chiave di lettura che suggerisco è che l’esito “tecnico” verso cui ci stiamo indirizzando, sia in perfetta continuità con le tendenze economiche, sociali e psicologiche del capitalismo neoliberista (come già accennato qui). In tal senso la società neoliberista, fondata sul principio dell’utilitarismo economico, e composta da monadi consumiste aveva già sufficientemente indebolito i rapporti sociali e sfibrato il tessuto comunitario, offrendo le condizioni ideali per l’invasione delle “macchine” (della tecnologia) nelle nostre vite. La crisi del covid accelera queste tendenze preesistenti, e consente di istituzionalizzare il primato delle tecnologie come il mezzo di ogni fine, inclusi quelli sociali e personali.

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coniarerivolta

Con il MES, non un euro in più per la sanità, parola del Ministro Gualtieri

di coniarerivolta

L’aspetto più controverso del dibattito sul MES, l’istituzione europea che offre prestiti agli Stati in difficoltà, è il tema della condizionalità. Ogni giorno politici, giornalisti e professori provano a convincerci che non vi sarebbe alcuna condizionalità, mentre abbiamo avuto modo di mostrare come il meccanismo del MES sia interamente subordinato all’applicazione delle rigide politiche di austerità che hanno messo in ginocchio l’intera periferia europea. Accettando quei soldi, un Paese si condanna ad una nuova stagione di politiche lacrime e sangue, tagli alla spesa ed aumenti delle tasse che ricadono interamente sulle spalle di lavoratori, precari e disoccupati.

Per provare ad eludere questo tema evidentemente problematico, gli epigoni dell’europeismo di casa nostra sono soliti ricorrere ad un espediente argomentativo basato sostanzialmente su una menzogna: grazie al MES, pioverebbero sull’Italia soldi aggiuntivi, risorse in più con le quali finanziare ulteriori spese rispetto a quelle che ci possiamo permettere allo stato attuale.

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marx xxi

Karl Marx, Manoscritti matematici

di Francesco Galofaro*

Karl Marx, Manoscritti matematici, a cura di Agusto Ponzio, Milano, Pgreco, 2020

Al pensiero di star recensendo un libro di Carlo Marx non riesco a trattenere un sorriso. Come presentarlo? «Filosofo dalle solide radici hegeliane, autore di opere controverse, non si è affermato in accademia perché coinvolto in attività politiche sovversive»? «Talento poliedrico, che spazia dalla filosofia critica alla scienza politica, dalla sociologia all’economia»? Forse non sarebbe neppure il caso di presentare l’autore della filosofia politica più duratura della storia delle idee, non fosse che, non più tardi di quest’anno, un mio studente mi ha scritto ‘Marcs’ in una tesina…

 

L’edizione italiana

Certamente Marx è più noto come inventore del socialismo scientifico che per i propri contributi alla filosofia matematica. I manoscritti matematici sono stati pubblicati in Russia solo nel 1968, a cura di Sonia Janovskaja, ma erano già noti almeno a partire dagli anni ‘20.

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sovranitapopolare

Trovare i soldi per ripartire: una soluzione per l’Italia

di Jacopo Brogi, Francesco Chini, Giovanna Pagani

Migliaia di attività commerciali in tutto il Paese attendono risposte dallo Stato, milioni di cittadini si stanno chiedendo ciò che sarà, molto oltre la Fase 2: come ci potrà essere normalità senza un’economia che riprende davvero a vivere?

Questi i temi al centro di “Trovare i soldi per ripartire”, diretta video organizzata dall’associazione Sottosopra in collaborazione con il Centro Studi Economici per il Pieno Impiego, la rivista La Fionda e le associazioni MeMMT Lombardia, Network per il Socialismo e Nuova Direzione.

Docenti universitari, editorialisti, economisti e parlamentari (Pino Cabras, Marco Cattaneo, Andrea de Bertoldi, Stefano Fassina, Musso, Alessandro Somma) hanno dibattuto su scenari futuribili e possibilità immediate da attuare.

Quale conseguenza avrà la decisione della Corte Costituzionale della Repubblica Federale di Germania con cui i giudici tedeschi definiscono “tirannica” (“ultra vires”) l’azione della Banca Centrale Europea (BCE) e impongono a quest’ultima severe limitazioni sui programmi di acquisto di titoli pubblici?

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kriticaeconomica

Lavora, messaggia e muori: i padroni che la sinistra non vede

di Antonio Cerquitelli*

È la mezzanotte in una notte di spettri. No, non ci riferiamo a uno dei racconti del terrore di Edgar Allan Poe. Ci riferiamo a un pensiero e quindi a dei corpi, a un soggetto collettivo e quindi a dei rapporti sociali: parliamo, insomma, della sinistra, di questa categoria politica tanto citata quanto evanescente. Appena la nomini, il significato sfugge. La mezzanotte in una notte di spettri.

Perché la notte? Perché il presente è tinto di un’atmosfera notturna, in cui “tutte le vacche sono nere”. È diventato impossibile distinguere le soggettività politiche in campo, anzi, nessuna soggettività, perché tutto appare irriducibile ad un’oggettività auto-moventesi, in cui non c’è spazio per una reale trasformazione dello stato di cose presenti. Perché spettri? Perché la nostra è una realtà spettrale, il capitalismo è una visione del mondo in cui i morti (le merci, il lavoro morto) fagocitano i vivi (le persone, il lavoro vivo). Davanti a tutto ciò, la sinistra ha finito per riesumare in maniera losca la sua etimologia. Sinisteritas in latino indica qualcosa di goffo e inetto, dunque inservibile.

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marxdialectical

Controcorrente? Ideologia ed egemonia del capitale

Su Le origini della civiltà. Una controstoria di J. C. Scott

di Roberto Fineschi

Le origini della civiltà. Una controstoria è la traduzione poco efficace del titolo del recente libro di James C. Scott, Against the grain. A deep history of the earliest states. Mi spiegano che “against the grain”, oltre a significare letteralmente “contro il grano”, significa metaforicamente “controcorrente”; in inglese il gioco di parole è molto efficace, perché il libro, criticando il grano (e i cereali in genere) come coltura e cibo tipici delle prime formazioni statali, attacca l’idea di Stato in generale e va controcorrente rispetto alla tradizionale ricezione dell’origine della formazione statale in Mesopotamia. È un libro molto istruttivo per vari aspetti e mostra come l’ideologia più conservatrice americana vada a braccetto con varie forme di anarchismo, essendo queste posizioni alla fine accomunate dall’idea che il problema sia lo Stato oppressore dell’individuo. Ma procediamo con ordine.

Le novità archeologiche e documentarie sulla civiltà mesopotamica degli ultimi 20-30 anni hanno scosso le fondamenta di quello che la maggioranza di noi ha studiato a scuola: vita associata stanziale senza agricoltura in genere, stanzialità millenaria senza agricoltura programmata, insediamento in una Mesopotamia lussureggiante e nient’affatto arida, nascita dello Stato a valle di processi che già prevedevano agricoltura organizzata, irrigazione, ecc. ecc.

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lordinenuovo

Autostrade e profitto: una tragedia annunciata

di Giovanni Sestu

L’indiscrezione delle ultime ore, poi confermata dal ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, della concessione del nuovo viadotto sul fiume Polcevera ad Autostrade per l’Italia ha sicuramente riportato la questione della gestione delle autostrade italiane al centro del dibattito politico. Dopo il crollo del Ponte Morandi sull’A10 nell’estate del 2018, a partire dall’allora governo giallo-verde la politica si era sollevata contro la società dei Benetton che aveva in gestione il tratto interessato.

Fin da subito sia la Lega che il Pd si erano mobilitati con grandi proclami per togliere dalle mani di Aspi (Autostrade per l’Italia S.p.a) la gestione scellerata, diventata ormai evidente a tutto il Paese, di parte delle infrastrutture pubbliche; ma i più agguerriti in campo politico si erano dimostrati i 5stelle che per circa due anni hanno ripetuto di voler togliere in modo assoluto e definitivo la concessione al gestore. Oggi, dopo due anni passati al governo, l’indiscrezione de La Stampa e la successiva conferma della De Micheli, testimoniano come ancora una volta i grillini si siano stracciati le vesti da paladini del bene pubblico per poi rimangiarsi le promesse.

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appelloalpopolo2

Andrà male e saremo impotenti

di Riccardo Paccosi*

L’Istat fotografa l’accentuazione delle divisioni di classe nella società italiana, in seguito alla pandemia.

Eppure, siamo solo all’inizio. E questo per le seguenti ragioni:

a) a solo un mese dalla riapertura, non è possibile sapere quante attività imprenditoriali e quanti esercizi commerciali chiuderanno;

b) gli interventi cosmetici del governo, come quelli che hanno interessato noi Partite Iva, da agosto cesseranno;

c) secondo un sondaggio del Sole24Ore, un terzo di coloro che avevano risparmi e che vi hanno attinto per sopravvivere in questi mesi, si ritroveranno col conto corrente prosciugato.

Ma non ci sarà alcuna reazione popolare perché – a dispetto dei negazionisti della politica (prevalentemente di sinistra) che sostengono una lettura della presente fase in chiave esclusivamente tecnico-sanitaria – questi mesi hanno visto un immenso lavoro di irreggimentazione ideologica dell’opinione pubblica da parte di media mainstream, istituzioni nazionali e soggetti sovranazionali.

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lantidiplomatico

Dal Parlamento Europeo, un'aggressione senza precedenti al Venezuela bolivariano

di Geraldina Colotti

Il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione dal titolo “Situazione umanitaria in Venezuela e crisi migratoria e dei rifugiati”. Un documento in 19 punti in cui si articola il piano di ingerenza contro la Repubblica bolivariana. Una nuova aggressione che smentisce i propositi espressi dal comunicato congiunto tra il capo della diplomazia europea Joseph Borrell e il ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza che sembrava aprire la strada a un atteggiamento diverso da parte della UE.

La pressione delle lobby che agiscono all’interno dell’organismo ha però evidentemente preso il sopravvento. La risoluzione riprende quelle già approvate in precedenza in linea con le decisioni del Pentagono e con le richieste dell’estrema destra venezuelana, ben rappresentata dal padre del leader di Voluntad Popular, Leopoldo Lopez, l’eurodeputato Leopoldo Lopez Gil.

La UE ha cominciato a emettere “sanzioni” al Venezuela nel 2017. In quel solco continua ora a definire “illegali” le istituzioni bolivariane e insiste nell’emettere misure coercitive unilaterali anche contro i parlamentari dell’opposizione moderata che hanno accettato il dialogo con il governo Maduro e le elezioni parlamentari del prossimo 6 dicembre. Dopo gli 11 funzionari colpiti, ora si propone di ampliare la lista.