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sollevazione2

Le tenebre del Transumano

di Eos

E' fresco di stampa: L'ultimo uomo di E. Pennetta, GOG Edizioni 2017 —casa editrice degli amici de L'Intellettuale Dissidente.

Soggetto del libro è la critica del Transumanesimo.

Wikipedia da una definizione forse minimalista del transumanesimo:

«Il transumanesimo (o transumanismo, a volte abbreviato con >H o H+o H-plus) è un movimento culturale che sostiene l'uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l'invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana».

I teorici del transumanismo —il più importante Julian Huxley — esibiscono un umanesimo radicale e progressista, in verità si tratta del folle sogno nichilista di ascendenza nicciana di creare, grazie alle tecnoscienze, un'élite di super-uomini destinata ad esercitare dominio e oppressione. Questa setta —di cui non a caso fan parte Zuckenberg, Jeff Bezos e i giganti della Silicon Valley— camuffa la sua ideologia tossica dietro le vesti del miracolismo terapeutico. Il demonio, si sa, si camuffa spesso come il Cristo.

Sui pericoli insiti nello strapotere della tecnica e del mito della scienza Eos era già intervenuto mesi addietro. Gli ridiamo la parola.

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Lo studio e la ricerca si caratterizzano in quanto mostrano – o tentano di mostrare – la quintessenza totalitaria ed oligarchica della imperante ideologia scientifica quale sintesi operativa sociale (o anti-sociale) dell’antropologia capitalista. Nella “Prefazione”, Lorenzo Vitelli ben evidenzia il retroterra baconiano (il Vitelli cita vari passi de la “Nuova Atlantide” di Francis Bacon) di tale modello e citando Sanguineti spiega che “l’immagine dello scienziato chiuso in laboratorio che fa grande la scoperta è un po’ comica. A promuovere la scienza sono i gruppi interessati a usarne le ricadute: l’università, l’industria sempre più immateriale, i grandi centri medici e farmacologici. La portata ideologica della scienza lievita dentro questi interessi”.

Il Nostro, anzitutto, rileva una forte coincidenza tra la concezione scientifica e scientista del mondo di estrazione giacobina lamarckiana e quella di radice anglosassone darwinista; per quanto la prima voglia ispirarsi ad una concezione un po’ più morale della natura, l’unica vera differenza potrebbe risiedere nella tendenza innata al progresso, che in Darwin diventa il “meccanismo della selezione naturale”, mentre nel lamarckismo tutto è sottoposto all’incessante cambiamento; la svolta segnata dalla teoria di Darwin oltrepasserebbe perciò la fase filosofica comtiana, destituendo il principio finalistico in natura ed elevando il modello socio-economico liberal-capitalista a legge di natura assolutista.

Per quanto il regime sovietico perseguiterà gli scienziati darwiniani, il Nostro considera lo stesso marxismo originario (riporta al riguardo taluni passaggi) immanente al meccanicismo naturalistico darwiniano. Fabianesimo anglosassone – una sorta di socialcapitalismo il cui fine è l’addormentamento spirituale e politico delle masse e dei diseredati - e razzismo eugenetico sarebbero perciò due metamorfosi di declinazione darwinista della medesima rivoluzione borghese baconiana che, nel XX secolo, punterà poi ad annichilire alla radice l’idea spirituale di Occidente e di Stato nazionale; riguardo un documento del Pease (autore di un noto testo sul fabianesimo) che individua uno stretto legame tra politica sociale e teoria dell’evoluzione, il Pennetta (pp. 39, 44) scrive che “da questo documento si rende chiaro quanto la Fabian Society ….assuma come riferimento lo stesso paradigma darwiniano a cui Spencer è ricorso per scagionare il capitalismo da qualsiasi critica di fondo. Ma come abbiamo visto, le tesi marxiane coincidono con i presupposti darwiniani, e così la Fabian Society propone la soppressione dai suoi programmi dell’ingegneria sociale d’ispirazione malthusiana e spenseriana…L’utopia fabiana, dunque, si impegna nel recupero dello scientismo baconiano in una versione socialisteggiante e internazionalista”; riguardo la politica eugenetica americana, viceversa, si nota con attenzione come l’unica decisa opposizione all’eugenetica sia provenuta dai cattolici statunitensi (p. 48), non dai “socialisti” o dai democratici, che hanno sostenuto il darwinismo, come concezione laicista e progressista ed “antioscurantista”.

L’autore entra poi nel vivo dello studio in relazione al contesto odierno affrontando la visione di Julian Huxley, che sottoscriverà il “Secondo Manifesto della società umanista” del 1973; manifesto nel quale è ribadita la necessità di porre fine alle confessioni monoteistiche, insieme alla critica e al rifiuto delle diverse ideologie politiche, proprio come sostenuto nel documento programmatico dell’UNESCO, per il quale il potere non è del popolo ma delle “oligarchie democratiche” (le menti migliori). Basandosi proprio sul Focault e non, ad esempio, sulla teologia morale tomistica cattolica, il Nostro, in pagine veramente interessanti (pp. 83 e sgg), ben sottolinea come l’autentica oppressione e repressione sessuale inizi con l’affermazione della classe borghese e del capitalismo nella storia occidentale; come il clima di totalitarismo che incombe, oggi, quotidianamente sulle nostre anime sia frutto di una pianificazione “ideologica” della Scienza medica e psicanalitica, il cui fine è quello di sessualizzare l’intera società per regolare le popolazioni indebolendone, controllandole e pervertendole nella sostanza organica, disincentivare malthusianamente la riproduzione, isterizzare la donna, annientare l’etica religiosa in vista dell’assoluto trionfo sociale dell’etica laicista, per la quale l’autorità suprema è l’ideologia scientista e massonica e la Tradizione spirituale o religiosa è, schmittianamente, il “Nemico”; sottolinea poi come la prassi psicanalitica freudiana che mira all’abbattimento della norma e dell’autorità abbia reso in sostanza “la rivoluzione sessuale” una mera metamorfosi della originaria rivoluzione borghese-capitalista: il mysterium Amoris non esiste, la pratica si riduce proprio al tentativo di “uccidere il tabù”.

Della stretta connessione tra capitalismo borghese e psicanalisi, ne farebbe testimonianza il successo di Freud negli Stati Uniti. Riprendendo proprio un acuto pensiero del Focault, il Nostro specifica (p. 92) che dalle tradizionali società di sangue o sanguineità - ove il mito del sangue non si identifica con la razza o l’etnia ma con la sacralizzazione dell’amore e della morte- si è pervenuti grazie alla rivoluzione capitalista edonista sessual-borghese, alla società del sesso. Medesimo il discorso per la cosiddetta “rivoluzione psichedelica”, originariamente un fenomeno minoritario di “profetismo” nichilista e pagano di minoranze di hippie, che vogliono superare il capitale borghese con un culto ultra desiderante intimistico e non politico, con il loro culto dell’LSD e del “paradiso artificiale”; tale fenomeno poi si diffonderà invece capillarmente nelle varie società civili, grazie alla vittoria della Sinistra liberal del “partito radicale di massa” sulla Sinistra collettivista e totalitaria.

Taluni teorici della via della trascendenza mediante la mescalina, li ritroviamo a capo di quotate banche d’affari e multinazionali. Altri teorizzeranno una Nuova Sinistra antistalinista. Al riguardo, il Nostro si sofferma nell’analisi del pensiero del benthamiano e darwinista Singer, il quale da teorico del libertarismo di estrema sinistra si farà infine interprete del più radicale animalismo. Va comunque precisato che la visione epistemologica di Singer deriva da quella di G. Israel, come opportunamente precisa il Pennetta. Per abbattere i corpi solidi che ancora in Europa paiono resistere, seppure in parte, le forze della plutocrazia oligarchica mettono in moto varie linee di faglia come i matrimoni omosessuali; anche questo, naturalmente, è un attacco nichilista alla tradizione civile e religiosa dei popoli.

Scrive l’Autore:

Una volta stabilito che il matrimonio omosessuale è un “diritto” universale, la questione delle nozze gay si presenta come un perfetto mezzo per eliminare dalla scena pubblica chiunque si professi fedele ad una qualsiasi delle tre religioni monoteistiche” (p. 149).

La teorizzazione del New Age si avvale del fattivo apporto di Greenpeace (con l’arcobaleno dei Rainbow Warrior usato abitualmente negli ambienti pacifisti e nel primo Gay Pride del 1978); dell’abbattimento neo-capitalista dei corpi solidi (p. 143); delle nuove tecniche di manipolazione degli embrioni (p. 163); della teoria dei diritti, tema di grande potenza evocativa a cui non corrisponde un chiaro concetto sociale, in quanto si giustificherebbe con la teoria del diritto una pericolosissima “sacralizzazione” del desiderio individuale, anche del più pernicioso. Pennetta definisce “postumana” questa antropologia capitalista ideologicamente sostenuta dal totalitarismo scientifico. La pedagogia scientista per le nuove generazioni per la quale caratteri, identità, percorsi ideali e di pensiero sarebbero liquidi e passeggeri e per la quale l’unica evoluzione concepibile sarebbe nel successo economico, verrebbe così mobilitata al fine.

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Infine, gli ultimi due capitoli: “Il Transumanesimo” e “La corda sull’abisso”, lasciano ipotizzare il “Nuovo Mondo” che sarà nel 2045 con l’avvento della Singolarità profetizzato dalla Associazione Italiana Transumanisti. L’Autore riprende il passo “profetico” dei transumanisti, notando che se l’idea di una coscienza digitalizzata pare assurda, almeno nella sua totalità, molto più realistica è la considerazione che rivendica la trasformazione della specie finchè l’umanità del 2011 non sia riconoscibile a quella del 2045. In ultima analis, il Pennetta riprende le geniali tesi del Samizdat russo (cita un testo del Safarevic del 1977, dunque veramente anticipatore) secondo le quali non solo il totalitarismo comunista era strategicamente fondato sul transumanesimo materialista e macchinico ma anche il totalitarismo “liberaldemocratico”capitalista.

Il Pennetta cita in proposito quale esempio di “totalitarismo dolce” democratico il Festival del Burnin Man che si tiene a partire dal 1991 nel deserto del Nevada a fine agosto. L’esperienza – alla quale partecipano grandi nomi della Silicon Valley come Zuckerberg, fondatore di Facebook, il capo di Amazon Jeff Bezos e l’ideatore di Google Sergey Brin, al punto che E. Musk, cofondatore di PayPal dice che “Burning Man è la Silicon Valley” - somiglia molto a un happening hippie dove il nudismo, l’uso di sostanze stupefacenti, le orge e gli scambi di partner sarebbero il rito “iniziatico”. Alla base di tale prassi vi è la filosofia Oggettivista fondata nel 1943 da Any Rand, teorica della differenza antropologica, tra gli “imprenditori illuminati” e una massa patibolante e infinita di oppressi e diseredati , personaggi parassitari di cui lo Stato sociale non dovrebbe più occuparsi; principio ontologico della differenza antropologica che ricorre anche nel movimento transumanista che tramite Julian Huxley teorizza nel 1957 il superomismo scientifico che ritiene di avere a disposizione i mezzi per una trasformazione evolutiva artificiale, completando ciò che solo parzialmente è riuscita a fare la natura. In sostanza; la teoria di una elite o capitalista o scientista, o meglio sintesi di Scienza e Capitalismo.

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