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sinistra

La fine del 25 aprile

di Giuseppe Cantarelli

Insomma, alla fine è successo di nuovo: a distanza di circa 80 anni dagli eventi della seconda guerra mondiale, l’Italia si trova nuovamente dalla parte dei nazisti. Il Kurtz di Cuore di Tenebra, l’opera di Konrad, avrebbe buoni motivi per gridare all’Orrore! In effetti non esiste un termine più adatto per indicare ciò che sta succedendo in questi giorni. Difficile capacitarsi di un tale voltafaccia, anche se siamo abituati in questo paese ai frequenti cambi di casacca. Ma come è successo? Come è stato possibile? Sembra un cambio repentino, eppure, andando a cercare, ci sono elementi che ci permettono di capire che tutto questo si stava preparando da tempo.

Vediamo alcuni episodi.

Il primo risale al novembre 2014, ovvero la votazione all’ONU della mozione presentata dalla Russia, che proponeva di condannare la glorificazione del nazismo. Il risultato fu di 115 voti a favore, 55 astenuti e 3 contrari. I tre voti contrari furono quelli di Ucraina, Stati Uniti e Canada, mentre l’Italia si astenne insieme agli altri paesi europei e NATO. Naturalmente la notizia venne tenuta accuratamente nascosta dai media mainstream italiani, evidentemente per l’imbarazzo che avrebbe suscitato.

Col secondo episodio siamo nel novembre 2021 e, nuovamente, all’ONU si vota una mozione contro la glorificazione del nazismo. Stavolta abbiamo 125 voti a favore, sempre 53 astenuti, tra cui l’Italia, e due contrari, Ucraina e Stati Uniti. Anche stavolta silenzio dei mainstream occidentali.

Il terzo episodio è recente e riguarda la presenza del presidente/comico Zelensky presso la Knesset, ovvero il parlamento ebraico. Nel recitare il copione del giorno, Zelensky, anziché ricevere applausi come in Italia, è stato bacchettato per il suo riferimento a sproposito sulla Soluzione Finale. Qualcuno poi gli ha anche ricordato che i nazisti ucraini furono antisemiti addirittura più feroci di quelli tedeschi. Ovviamente, come sempre, il mainstream propagandistico non ha fatto cenni alla figuraccia in questione.

Questi tre episodi ci aiutano a comprendere meglio la situazione odierna. La macchina della propaganda (TV, stampa, social) sta costruendo il nuovo pensiero dominante, ovvero che il nazismo non è quel male di cui ci avevano parlato fino a pochi giorni fa.

E’ in atto quindi un vero e proprio revisionismo storico, teso a sdoganare il nazifascismo come male minore. A questo punto però, come insegnante da 35 anni nella scuola, non posso fare a meno di fare alcune considerazioni.

Penso all’istituzione del Giorno della Memoria, che si tiene il 27 gennaio, giorno in cui i sovietici liberarono Auschwitz (altro evento sempre più censurato dai media occidentali, per non dire poi del clamoroso falso storico del film di successo “La vita è bella”, in cui addirittura si vede entrare nel campo un carrarmato americano). In occasione di questa giornata, da anni nelle scuole si proiettano film, si tengono conferenze, si sono incontrati spesso testimoni sopravvissuti allo sterminio, vittime dell’antisemitismo nazista, si sono fatti lavori e mostre. Si è lavorato alacremente per tenere vivo il ricordo dell’orrore nazista, affinché le giovani generazioni sapessero cosa era successo. Quante volte ci si è chiesti come l’uomo potesse avere elaborato un tale orrore ai danni dei suoi simili! E quante volte ci si è ripetuti la frase “Mai più”.

Penso poi alla bellissima iniziativa del Treno della Memoria, che ogni anno porta tanti studenti a visitare i luoghi dello sterminio, in un viaggio che non è una semplice gita scolastica, ma l’occasione per approfondire ciò che ha prodotto l’odio nazifascista.

Non posso fare a meno di pensare, in particolare, alle tante opere letterarie sull’argomento, scritte da scrittori che sono stati anche testimoni di quell’orrore, opere che sono diventate dei classici della letteratura. Mi sembra di vederli, questi libri, in fila in un lungo scaffale di libreria, e mi sembra di vedere una mano che li prende e li getta in un rogo mediatico che ricorda quello in cui i nazisti bruciarono i libri sgraditi al regime.

Mi torna in mente anche l’uso strumentale che a volte si è fatto di nazismo e antisemitismo per puri scopi elettorali, come nelle ultime tre elezioni italiane, in cui per riportare ai seggi molti degli elettori ormai disgustati dalle politiche del partito unico neoliberista, qualcuno ha pensato bene di resuscitare un vero e proprio nazifascismo preelettorale, condito da episodi di intolleranza: episodi che sparivano come neve al sole il giorno dopo il voto.

L’ultima considerazione è una domanda e riguarda il prossimo 25 aprile. Che ne sarà di questa ricorrenza? Cosa si racconterà ai membri dell’ANPI, l’associazione dei partigiani, dopo che già gli si è detto, rovesciando la realtà,che i neonazisti ucraini sono i nuovi partigiani della Resistenza?

Ma, soprattutto, cosa diremo ai nostri studenti? Riscriveremo i manuali di storia accogliendo le tesi revisioniste sull’Olocausto di Irving e Nolte?

Assistiamo ad uno scontro di civiltà, fra chi vuole continuare a essere il padrone del mondo e chi invece vuole un mondo multipolare. Per fare questo i padroni del mondo non esitano ad allearsi con i nazisti, così come a suo tempo non hanno esitato a finanziare il terrorismo: per loro il fine giustifica sempre qualunque mezzo. Il potere USA non è nazista come quello ucraino, nazista semmai ne è l'ideologia, lo sono certi metodi. L'Ucraina al contrario si presenta come punto di riferimento del neonazismo internazionale, come vivaio. La ragione di stato impone quindi una nuova narrazione ed ecco che sembra di rivedere 1984 di Orwell, dove il nemico può essere cambiato a piacimento attraverso un’operazione di manipolazione mediatica come quella cui stiamo assistendo oggi e diventare il nuovo alleato.

In questo momento, la prima cosa da fare, come dico sempre ai miei studenti, è spegnere la propaganda, evitare TV, giornali e social schierati acriticamente a favore della guerra, continuare a difendere l’argomentazione logica, studiare e cercare di capire. Proprio quello che i tanti presstitute di casa nostra temono e cercano di evitare.

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Mario Galati
Monday, 11 April 2022 18:05
Il problema è che anche il Giorno della Memoria è una ricorrenza revisionista. Concentra tutta l'attenzione sullo sterminio degli ebrei e occulta la genesi, la natura e la finalità del progetto nazista, ossia la dittatura di classe capitalistica contro i lavoratori e la radicalizzazione nazifascista della tradizione coloniale liberale, da realizzarsi, però, sul suolo europeo.
Il razzismo, quindi, non solo la versione antisemita del razzismo, era la sua naturale ideologia, in quanto ideologia del colonialismo, dell'oppressione e dello sfruttamento.
Tutto questo sparisce nella memoria celebrata il 27 gennaio; e l'orribile sterminio dei ebrei, visto come l'incarnazione della malvagità assoluta che miete le sue vittime, il male che appare inspiegabilmente nella storia, viene decontestualizzato e depurato da tutto ciò che può richiamare la tradizione coloniale liberale e il capitalismo.
Sarebbe ora di opporsi a questa operazione di falsificazione revisionistica operata tramite la presentazione di un fatto verissimo, lo sterminio degli ebrei pianificato e attuato con organizzazione industriale, ma che viene presentato escludendo il contesto generale (e che viene presentato come unico. Il che è vero per le sue modalità, ma non per la sua sostanza. Per es., il black olocaust a danno dei neri africani, è stato ugualmente un crimine coloniale di una gravità inaudita).
Siccome, hegelianamente, la verità è l'intero, una verità parziale, un particolare verissimo e decontestualizzato, può benissimo fungere da veicolo di falsificazione.
Insomma, agli studenti va insegnata la storia, (quella vera, non ad uso e consumo liberal-capitalistico), non la precettistica morale normativa al fine di non fargliela capire.
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AlsOb
Wednesday, 13 April 2022 15:49
Osservazioni molto condivisibili e che dovrebbero essere comuni a sinistra.
Come dovrebbe essere scontata la consapevolezza che solo categorie mentali e analitiche proprie di sinistra evitano o riducono il rischio di cadere vittime delle false e fantasmagoriche narrazioni dei dominanti, che agevolmente controllano l'indottrinamento scolastico e l'insulso propagandismo di giornalj e televisioni.
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