Continua la "campagna mediterranea" della Meloni. Dopo Tunisia, Libia, Algeria, è ora la volta dell'Egitto. Sfrutta il marchio Ue, portandosi la von der Leyen e mettendo in pasto all'opinione pubblica la faccenda dei migranti, ma il suo scopo è un altro. L'Italia ha perso il Mediterraneo nel 2011, con la scomparsa di Gheddafi, voluta da Obama, Sarkozy e Napolitano, con Berlusconi, minacciato, costretto a mandare i caccia. Morì quel che definì "un suo amico". Poi ci fu il golpe di Monti e i governi piddini o gialloverdi, tutti incentrati verso...
Il giorno che il presidente Zelensky dichiarò a una giornalista italiana che in Europa c’era troppo filo-putinismo e che i suoi servizi di intelligence erano intenti a preparare delle liste di persone “da mettere a tacere” (più o meno testuale)1, l’inviata non trovò nulla da eccepire. Né hanno avuto da ridire altri capi di stato rispetto al fatto che dei servizi di intelligence di un paese terzo stessero stilando delle liste di proscrizione, con quali criteri poi non è dato sapere, sui propri cittadini. Qualcuno, guarda caso in Italia, non...
Le reazioni scomposte e piagnucolose di Repubblica, dopo le contestazioni di Napoli al direttore Molinari, descrivono in modo chiaro e inequivocabile la discesa negativa del giornale, da tempo ridotto a fogliaccio di propaganda, a rubrica di invettive e schiamazzi (come quelli quotidiani di Cappellini e oggi persino di Augias) contro chi si azzarda ad avere un pensiero differente, soprattutto sulla guerra in Ucraina e su quella in Palestina. La regressione di Repubblica descrive però anche il tracollo morale e culturale di quella borghesia...
Scrive un editoriale di Le Monde: “In verità, la possibilità di una guerra tra Europa e Russia tormenta le menti delle persone. La Svezia, il Regno Unito, la Finlandia, la Polonia e gli Stati baltici stanno discutendo di questa prospettiva. Non senza una buona ragione. Perché la Francia dovrebbe ignorarlo? Perché aver paura delle parole e non dare per scontata l’alleanza con l’Ucraina? Volens nolens, siamo in conflitto con la Russia da due anni ormai”. “Siamo vicini e fermi al fianco dell’Ucraina”, ha dichiarato il cancelliere tedesco Scholz...
L’opera di Carlo Formenti cominciata con il primo volume ‘guerra e rivoluzione. Le macerie dell’Impero‘ si conclude con questo secondo libro, che unisce alla pars destruens che caratterizzava il precedente testo la pars costruens. Il sottotitolo ‘elogio dei socialismi imperfetti’ è significativo della posizione dell’Autore, che si discosta dalle narrazioni che gettano alle ortiche tutto quello che il movimento comunista è riuscito a costruire dal Novecento. Il socialismo con caratteristiche cinesi è quindi centrale, Formenti riprende le...
Stavolta vi sparo dal lanciarazzi multiplo, tipo batteria Katiusha. Tanta roba, visto che tante cose succedono che uno deve fare salti mortali con doppio avvitamento per starci dietro. Così ecco, insieme alla nuova puntata di Mondocane un programma curato da Miriam Gualandi e che ci pone davanti all’orrore di cosa stiamo inventando tra un Crosetto, lobbista degli armieri e, dunque, ministro dell’Offesa e del primato nazionale, europeo e mondiale dei conflitti d’interesse, e una Meloni che, lingua in bocca con l’altro Arlecchino ucraino, gli...
Come "buttare" equipaggiamenti obsoleti e costringere le nazioni europee a spendere - per lo più negli Usa - per acquistarne di nuovi. Il tutto sulla pelle dell'Ucraina “Uno dei miti più ricorrenti nella stampa occidentale e [nei discorsi dei] leader della NATO è che l’equipaggiamento che stanno inviando all’Ucraina li aiuterà a proseguire la guerra contro la Russia. In realtà, la maggior parte delle attrezzature fornite all’Ucraina sono poco più che spazzatura”. Così Brandon Weichert sul National Interest. L’analisi di Weichert è impietosa,...
Nel passato mese di agosto il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che il processo di de-dollarizzazione dei legami economici tra i Paesi BRICS è irreversibile. “Il processo oggettivo e irreversibile di de-dollarizzazione dei nostri legami economici sta acquistando slancio, si stanno compiendo sforzi per elaborare meccanismi efficaci di regolamento reciproco e di controllo valutario e finanziario”, queste le parole pronunciate dal leader russo in occasione di un forum economico in Russia tenutosi alla vigilia del vertice BRICS in...
I primi scricchioli si vedono già. Ma è davvero inutile aspettarsi che il prevedibile aumento della conflittualità all’interno del governo possa produrre un qualsiasi “cambiamento” degno di nota. Al massimo, come in tutte le legislature precedenti, potrebbe avvenire un rimescolamento che lascia le cose come stanno; una diversa maggioranza, insomma, ma non una diversa stagione politica. Come sempre, un cambiamento reale richiede che si faccia avanti e si affermi un soggetto diverso, una presenza di massa – nelle piazze, nei luoghi di lavoro e...
Ieri è stato il grande giorno delle comunicazioni al popolo francese di Emmanuel Macron sulla crisi ucraina. Non si è trattato del solito importante discorso dai toni retorici e roboanti tipici degli eventi bellici, ma di una più “confidenziale” intervista condotta da due giornalisti, ovviamente nel rispetto della parità di genere. Lo sottolineo perché purtroppo nell'occidente dell'ipocrisia farisaica woke gli elementi formalistici legati alla inclusività sono più importanti – evidentemente - della sostanza del rischio di far scoppiare una...
Perché fa così paura Jorit? Perché questa campagna di odio e persecuzione nei confronti dell'artista napoletano? A Roma è stata vandalizzata la sua gigantografia dedicata a Luana D'Orazio, la ragazza di 22 anni morta sul lavoro, anzi di lavoro, a Prato, per l'assenza di elementari norme di protezione. Un ennesimo omicidio sul lavoro che sintetizza il dramma dei morti di lavoro in Italia: pochi giorni fa, ad esempio, a Terlizzi è precipitato nel vano ascensore un capocantiere di 79 anni. Sono stati 585.356 gli infortuni sul lavoro nel 2023...
Stanno preparando la guerra e stanno approntando le condizioni interne per portarci in guerra. Ormai non è più, purtroppo, un modo di dire e lo dimostrano sia le sparate esterne su “aggressione russa”, “guerra nucleare russa”, “necessità di armare l’Ucraina per difendere il mondo libero dalla Russia”, sia le crociate democristian-fasciste per “serrare il fronte interno” contro le “interferenze russe”, e l’ostracismo contro chi venga accusato di essere «al servizio del Cremlino e della sua propaganda». Dunque, all’esterno. Dopo lo “scandalo”...
Le vicende finanziarie dovrebbero essere valutate per quello che sottendono, a volte situazioni negative. Attualmente sono gli Usa che preoccupano perché dal giugno 2023 ogni cento giorni il debito pubblico aumenta di ben mille miliardi di dollari. I dati sono eloquenti. Anzitutto va rimarcato che in dieci anni, dal 2014 a oggi, il debito americano è raddoppiato, passando da 17.000 miliardi all’attuale cifra di 34.500 miliardi. Molti ritengono che il modello “mille miliardi ogni 100 giorni” continuerà in futuro. Il Congressional Budget...
Il mio contributo a questa trasmissione di Francesco Capo riguarda la situazione geopolitica di Africa e dintorni, con i suoi primattori, i suoi figuranti, i suoi complici. Il dato certo è che l’Africa è una volta di più il continente giovane e nuovo, in attesa che riprenda e completi il suo percorso di liberazione, tra andate e ritorni, anche l’America Latina da Haiti in giù. I punti cruciali sono noti: Il Sahel glorioso che si è liberato dalla manomorta colonialista e predatrice francese basata sul pericolo jihadista dallo stesso Occidente...
Ormai da anni andiamo spiegando che, purtroppo, non vi è alcuna possibilità che il conflitto nell'est europeo si concluda con l'eventuale capitolazione del regime di Kiev. Questo può essere affermato con ragionevole certezza in considerazione di innumerevoli ragioni. Innanzitutto i motivi di fondo che hanno fatto deflagrare il conflitto – sarebbe forse più corretto dire, che hanno spinto Washington a farlo deflagrare – sono ancora tutte irrisolte. Mi riferisco, chiaramente, al profondo squilibrio commerciale tra l'Europa e gli USA che vedono...
La locuzione “ha stato Putin” è diventata popolare, addirittura proverbiale, e indica il vezzo occidentalista di ritrovarsi un colpevole già pronto per l’uso, in modo da coprire le proprie responsabilità. Sarà difficile però spiegare la quasi unanime adesione del parlamento italiano alla missione navale “Aspides” nel Mar Rosso con un “ha stato Biden”, cioè nascondendosi dietro la consueta denuncia della servile fedeltà italica all’alleato americano. Una linea politica può non essere nelle condizioni di prevalere, ma deve comunque reggere sul...
Io sono contrario a tutte le guerre, ma questo è un difetto mio. Le guerre a cui io sono contrario si dividono in due tipi: le guerre sbagliate e le guerre giuste. 1940, ascolti alla radio la voce del Duce che annuncia “l’ora delle decisioni irrevocabili è arrivata!” Poi un figlio lo perdi in Africa, un altro in Russia, gli statunitensi ti bombardano casa e tuo fratello finisce deportato in Germania. Ecco, era proprio una guerra sbagliata, non ci piove. Purtroppo da allora in Italia la parola guerra si porta dietro una cattiva nomea spesso...
Il territorio corrispondente all’attuale Moldavia, una superficie di poco superiore a un decimo di quella italiana, già facente parte dell’impero Ottomano, dopo alterne vicende seguite alla fine del primo conflitto mondiale, divenne nel giugno 1940 – per effetto del patto Molotov-von Ribbentrop e dell’ingresso dell'Armata Rossa in Bessarabia - parte integrante dell'Unione Sovietica, andando a costituire, assieme ad altri territori (compresa la Transnistria), la nuova Repubblica Socialista Sovietica di Moldova, una delle quindici entità...
In un mondo di diseguali che sprofonda nell’orrore di guerre, prevaricazioni, discriminazioni e violenze di ogni tipo, una certa “sinistra” borghese e benestante, spesso di valida provenienza militante, si fa compiaciuta portatrice di effimeri rammendi a una struttura irreparabilmente guasta. Lo fa da privilegiata, totalmente alienata da chi queste ingiustizie e questi orrori li subisce sulla propria pelle. Lo fa perché le è stata amputata la coscienza di classe. Come è avvenuta questa mutilazione e che cosa la alimenta e diffonde? Come...
Il ponderoso libro di Alessandro Pascale è una lettura stimolante che chiunque può leggere, è però pensato innanzitutto per formare i futuri militanti e quadri comunisti. La formazione è stata, dalla nascita di Rifondazione Comunista in poi, la grande assente nella prassi delle organizzazioni comuniste. Ci si avvicina e si entra in un Partito senza essere comunisti formati, il compito del Partito è costruire i futuri quadri dirigenti. Lenin diceva che dopo una sconfitta i comunisti sono quelli che resistono meglio, perché sanno ritirarsi in...
Le reazioni dei media e dell’establishment all’appello che il Papa ha fatto al governo ucraino di arrendersi per porre termine e quello che è un insensato macello sono emblematici della follia che caratterizza il mondo occidentale. Da un lato, i “cani da guardia” con l’elmetto che, in piena sintonia con il governo ucraino, considerano il Papa un traditore, un amico di Putin e così via. Dall’altra la tendenza “riformista”, di chi cerca di ingabbiare quanto detto da Francesco per ricondurlo alla normale amministrazione, all’inefficacia. Il...
Scelta obbligata, almeno per me. Piccola città. Deindustrializzata. Invecchiata. Come molti altri paesoni in Piemonte. La politica? Si vota ogni cinque anni, e tanto basta. Alle urne ci va metà, o poco più, degli aventi diritto. Il volontariato è, in piccola parte, impegnato sul piano culturale. Molto di più nell'assistenza. Attività meritorie. Però non mi sembrano bastanti a porre (se non in piccola parte) rimedio alle deficienze di questo modo di vivere. E alle relative conseguenze... Vorrei incidere, concretamente, sulle cause. Per questo,...
Sindaci del PD che proibiscono film prodotti in Russia, episodi di russofobia da parte di istituzioni di vario genere, Pina Picerno, PD, vicepresidente del Parlamento Europeo che chiede alla Commissione Europea e al Consiglio dell’Unione Europea di inserire il writer napoletano Jorit nella lista delle persone sottoposte a sanzioni, sono solo alcuni esempi del clima che il nostro, come altri paesi atlantisti, respira in un’escalation ossessiva e fanatica propria delle borghesie nazionaliste (in questo caso europeiste) che si preparano alla...
Il Macron-gate (è un termine stupido, scusatemi) si arricchisce di nuovi particolari. I rappresentanti dei partiti d’opposizione sono stati convocati all’Eliseo e ne sono usciti, come diciamo noi qui nell’Iperborea, “carichi di meraviglie“. Secondo Fabien Roussel, il segretario del Partito Comunista francese, Macron ha dichiarato che “non ci sono più linee rosse, non ci sono più limiti” all’impegno francese, il tutto mentre Macron mostrava su una carta dei freccioni che rappresentavano le truppe russe in marcia verso Kiev e Odessa, ossia uno...
La prima cosa che ho visto è stato un mucchietto di persone che usciva dalla sala con gli occhi sbarrati e le teste infastidite dal rumore che si sentiva forte anche da fuori. Come se fossero state costrette a uscire per via del frastuono assordante. Ho avuto paura ma mi sono fatta coraggio. Sapevo almeno come sarebbe finita. Il film è pieno di paesaggio. Inizia anche con un paesaggio. Un fiume, un prato che declina, alberi, lo schermo pieno di verde, foglie, e una famiglia in gita con cestini di cibo e bambini al seguito. E anche durante il...
Se non capisci la storia sei destinato a non capire nulla della filosofia di Karl Marx: tutto parte da lì. Isaiah Berlin, in questa sua “biografia intellettuale” (stando alle stesse parole di Henry Hardy, il quale ha curato il volume – che reca nel suo titolo il nome e il cognome del grande pensatore comunista – per la casa editrice milanese Adelphi, uscito nella traduzione fatta da Paolo Battino Vittorelli dall’originale inglese), non fa che porre l’accento e “specificare” proprio quanto la “storia” – che è sempre in Karl Marx storia di una...
La relazione dell’intelligence italiana al Parlamento illustrata dalla direttrice del Dis Elisabetta Belloni e dal sottosegretario Alfredo Mantovano è purtroppo un riepilogo di luoghi comuni della propaganda Nato senza alcun approfondimento o dato di rilievo. Il ministro Antonio Tajani se ne renderà forse conto. È preoccupante che le competenze dell’intelligence siano, volutamente o meno, incapaci di una visione strategica fondata sulla conoscenza reale degli scacchieri internazionali nei quali si opera. Ci uniamo a Emmanuel Todd che nel suo...
L’associazione nazionale funzionari di polizia ha ritenuto doveroso inviare una lettera aperta alla professoressa Donatella di Cesare, docente di filosofia teoretica presso l’università di Roma La Sapienza, dopo le polemiche scatenate da un suo tweet di cordoglio per la morte della ex dirigente delle Brigate Rosse Barbara Balzerani, scomparsa domenica 3 marzo 2024. Nel suo breve messaggio la professoressa Di Cesare aveva scritto: «La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla...
L’Unione Europea deve fronteggiare, in questo momento, le due più gravi sconfitte storiche subite da quando esiste. Due disfatte in parte intrecciate e che si condizionano a vicenda. La prima è in conseguenza dello scacco inflitto dalla Russia alla Nato in Ucraina, la seconda si racchiude nel bilancio fallimentare delle politiche economiche ordoliberistiche su cui l’Unione è nata, che continuano a ispirare la condotta degli Stati membri. Negli ultimi due anni quasi tutti i governi europei si sono messi a servizio degli USA e della Nato per...
In questa puntata si parla e straparla di un sacco di cose, a partire dell’inesorabile genocidio dei palestinesi, allo sghignazzo tonitruante dedicato alla signora Pina Picierno (PD, ovviamente), vicepresidente – nientemeno – del parlamento UE. Guardatasi in giro e visto come si è bravi a discriminare tra buoni e cattivi, bastonando i primi ed embeddando nell’impunità i secondi, ha scoperto su chi esercitare il suo di ruolo vicepresidenziale della brigata che a forza di cazzotti fa valere i valori dell’Occidente su chi non li trova. Ha...
I numeri sono la chiave di tutto. Semplicemente perché la guerra, questa maledetta guerra a Gaza, si legge anche attraverso queste lenti che spiegano che il tempo è scaduto. Senza il cessate il fuoco, il bollettino attuale di morti e feriti sarà nulla a confronto dell’impatto che avranno le epidemie. Partiamo dal disastro del sistema sanitario, ormai totalmente saltato in aria: 342 i medici feriti o addirittura uccisi, 100 quelli arrestati o fermati, 106 le ambulanze distrutte o danneggiate, il 16% per cento dei bambini soffre di grave...
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, spendere qualche parola sullo stato della parità di genere in Italia è quantomeno necessario. Oggi, in particolare, giornali, riviste e trasmissioni televisive presenteranno i loro contributi sulla questione di genere, spesso fornendo dati incompleti e soluzioni inefficaci. Un prima, spesso sottovalutata, questione riguarda il modo in cui misuriamo, e quindi identifichiamo, le discriminazioni di genere. Un primo indicatore, molto in voga, è il cosiddetto gender wage gap. Questo...
La guerra ha molti volti, e l’uso dell’intelligence è sempre un aspetto fondamentale di qualsiasi strategia politica e militare. Ma può sempre capitare di fare autogol, ossia di mettere in circolo una informazione che alla lunga rivela un po’ troppo su di te… Stamattina tutte le agenzie riportano – molto in breve, per carità – che l’Ambasciata statunitense in Russia ha pubblicato un’allerta sul proprio sito web, consigliando ai cittadini americani di evitare i grandi raduni a Mosca, inclusi i concerti, nelle prossime 48 ore a causa di...
La società è molto più pacifica e armoniosa della nostra. Quando viaggi in Occidente spesso la tensione è palpabile (caso estremo, la Turchia), lì non esiste. Anche il ruolo della polizia sembra completamente diverso dal nostro: lì le forze dell’ordine sono una presenza spesso presente sulle strade, ma sono privi di pistole, manganelli o qualsiasi altro strumento intimidatorio. Gli unici momenti in cui li ho visti in azione sono stati a Wuhan, quando hanno bloccato il traffico per fare uscire i bambini da scuola, e alla stazione di Shanghai,...
Secondo lo stracitato aforisma di Carl von Clausewitz, la guerra sarebbe la continuazione della politica con altri mezzi. Grazie all’intervento di Ursula von der Leyen del 28 febbraio scorso, quella concezione un po’ naif del vecchio generale prussiano è stata finalmente superata e aggiornata. Secondo la presidente della Commissione Europea la guerra infatti non è altro che continuare a derubare i contribuenti con tutti i mezzi. Non sono stati i soliti complottisti, ma la von der Leyen in persona a richiamare l’affinità con quanto accaduto...
Eric Eustace Williams (Trinidad, 25 settembre 1911 – Trinidad, 29 marzo 1981) è stato professore di Scienze politiche e sociali presso l’Howard University di Washington D.C. Fondatore nel 1956 del partito “People’s National Movement” di Trinidad e Tobago, è considerato da alcuni come il “padre della nazione” dopo aver portato la colonia britannica all’indipendenza il 31 agosto 1962 e allo status di repubblica il 1º agosto 1976, divenendone anche Primo ministro, carica che ricoprì fino alla sua morte. E’ considerato come uno dei più noti...
Nel febbraio 2022 (lo scrissi già all’epoca) Vladimir Putin assunse forzatamente l’iniziativa, reputando un azzardato salto nel buio meno pericoloso della supina accettazione dell’imminente insediamento di truppe e missili NATO a un tiro di schioppo da Mosca. La dimostrazione di forza avrebbe dovuto convincere gli ucraini a scendere a più miti consigli, ma i conti non vanno mai fatti senza l’oste, in veste stavolta di sponsor e “suggeritore”. Alla luce degli avvenimenti successivi direi che, dopo il sabotaggio angloamericano dei colloqui di...
Con queste parole, William Shakespeare, l'immortale bardo, cattura la psicologia degli uomini che, credendo di trovarsi di fronte a una situazione per la quale non c'è speranza di risoluzione, intraprendono azioni che inevitabilmente li condurranno alla morte. Anche se ambientata nella Mantova del XIV secolo, in Italia, la tragedia di Shakespeare potrebbe facilmente essere trasportata nel tempo fino alla Francia di oggi, dove il presidente francese Emmanuel Macron, nel ruolo di un moderno Romeo, dopo aver appreso della scomparsa del suo vero...
Con il genocidio palestinese in corso da quasi cinque mesi, la gravissima crisi nella striscia di Gaza e i crimini di Israele sono al centro della campagna elettorale anche negli Stati Uniti. L’opposizione alle politiche di totale complicità dell’amministrazione Biden si sta rapidamente allargando, fino a includere un certo numero di membri del Congresso, in buona parte riconducibili all’ala “progressista” del Partito Democratico. Quest’ultima fazione non avrà però vita facile alle urne, nonostante il largo consenso che trova tra gli elettori...
La guerra d’ucraina compie due anni. Due anni di massacri, morti, distruzioni e dissesti economici che avrebbero potuto essere facilmente evitati. La verità è venuta a galla: questa è una guerra causata da un cinico sforzo trentennale degli Stati Uniti per mantenere la Russia debole, anche attraverso l’espansione della Nato in Ucraina. L’Europa, purtroppo, è uno dei due grandi sconfitti della politica statunitense, il più grande dei quali è naturalmente l’ucraina. Non ci sarebbe stata nessuna guerra se gli Usa non avessero spinto per...
Il piccolo Paese dei Cedri, situato sulla riva orientale del mediterraneo, confinante con la Siria a nord e a est, con la Palestina occupata dall’Entità israeliana a sud e col Mediterraneo a ovest, il Libano, sta affrontando la peggiore crisi economica, politica e sociale degli ultimi cento anni, dopo la nascita dell'attuale repubblica e dopo la grande carestia del 1933 che colpì la “Terra di Damasco”1 detta anche la Grande Siria.
Il paese è al collasso totale e la portavoce della banca mondiale ha classificato la crisi libanese come la peggiore crisi economica del mondo negli ultimi 150 anni. La banca centrale libanese e lo Stato hanno dichiarato bancarotta. Il fallimento è stato annunciato dal vice primo ministro durante un’intervista sulla tv locale New TV.
Il 17 ottobre del 2019 è scoppiata in Libano, la rivolta più massiccia che si ricordi dopo la cosiddetta rivoluzione contro il presidente Kamil Chamoun nel 1958. Una rivolta popolare estesa a tutto il paese che ha visto la mobilitazione della gente comune, dei partiti di sinistra, della società civile, dei movimenti e delle Ong.
Milioni di libanesi sono scesi nelle piazze contro la classe politica governativa e amministrativa, contro i poteri statali storicamente pervasi dal settarismo religioso. La rivolta è stata repressa con molta aggressività dalle autorità e dai miliziani2 dei partiti al governo, col sostegno spirituale e materiale non indifferente delle diverse autorità religiose del paese. Il sistema politico del Libano è una repubblica ibrida che prevede, secondo l'ordinamento costituzionale, quote di potere alle 18 fazioni religiose presenti nella società libanese oltre che ai partiti laici. La rivolta si è conclusa con un nulla di fatto alla comparsa della pandemia, senza ottenere alcun risultato relativamente ad un cambiamento del sistema.
Il 4 agosto del 2020 un'enorme esplosione al porto di Beirut ha devastato tutta la zona adiacente al porto: è stata il colpo di grazia che ha concluso la lunga agonia del paese, iniziata con la guerra civile del 1975, dopo alti e bassi e dopo l’accordo di Al Taaef nel 1992, che ha messo fine alla guerra civile. Seguì una tregua: chiusa la guerra civile il sistema di governo rimaneva però lo stesso: con a capo il primo ministro Rafiq Hariri, voluto e sostenuto dai paesi arabi, in primis dal regno saudita. Il 14 febbraio del 2005, l’uomo d’affari filo saudita, il primo ministro libanese Rafiq Hariri fu vittima di un attentato nella zona del porto di Beirut. Un’esplosione molto simile per le conseguenze sulla situazione generale del paese all'esplosione del porto nel 2020. Era finita la tregua Hariri (1992-2005) in cui il Libano, pure con tante difficoltà, aveva avviato un grande processo di ricostruzione, investimenti, commercio e turismo, grazie soprattutto ai capitali dei paesi del golfo, che gli avevano restituito il famoso ruolo nel sistema bancario, per il quale da sempre veniva chiamato la Svizzera d'Oriente del Medioriente. Nel 2006 Israele lanciò un feroce attacco durato 33 giorni che devastò completamente il paese. L'80% del paese fu raso al suolo: presi di mira da aerei israeliani superstrade, ponti, centrali elettriche, viadotti petroliferi arabi, raffinerie, depositi. L'aeroporto di Beirut subì gravi danni e perse tutta la sua nuova flotta aerea. Da allora il paese non si è più ripreso. È sopravvissuto con gravi problemi alla fornitura di energia elettrica. Attualmente l'erogazione funzione solo per un'ora al giorno, perché l'esplosione del porto ha devastato la sede della società elettrica libanese (Société Liban Electricité).
Una domanda è d’obbligo: chi ha interesse a far sparire il Libano dalla faccia della terra?!
Il paese dopo mille disgrazie, guerre, attentati, omicidi e disastri è al collasso totale, si vede costretto a riaprire il fascicolo dei giacimenti di gas naturale al largo della sua costa, nonostante sia chiaro a tutti che l'argomento può essere molto pericoloso.
Ogni volta che si è tentato di affrontare questo tema è arrivata la fine del mondo nel piccolo, debole, indifeso e diviso Paese dei Cedri. Dal 1920, epoca in cui Libano e Siria erano protettorato francese, fino ad oggi, il paese ha più volte tentato di attingere ai trilioni di metri cubi di gas naturale delle sue acque nazionali, sperando così di salvarsi da morte certa. Ma ecco tornare a galla il contenzioso sul confine sud con la Palestina occupata, dove l'Entità dell'occupazione sta già estraendo il gas da giacimenti più estesi di quello libanese, con impianti e commercializzazione a partire dal porto di Jaffa.
Jaffa ha sostituito Beirut come porto strategico per il commercio con i paesi arabi del golfo, dopo la costituzione dell’Unione delle religioni abramitiche3 cui aderiscono ufficialmente Emirati Arabi Uniti (capofila), Israele, Bahrein, Marocco, Sudan e tacitamente i paesi legati da accordi con Israele, come Egitto, Giordania, oltre ad altri paesi filo americani dell'area.
Nel 2016 il Libano ha avviato una trattativa con Israele con la mediazione statunitense nella sede dei Caschi Blu sul confine sud del paese. La delegazione libanese era costituita da ufficiali dell'esercito libanese e guidata dal colonnello Yassin. Durante le trattative i libanesi si sono resi conto che la linea di trattativa numero 23, chiamata Hof (dal nome del mediatore americano Frederic C. Hof), non era conforme alla mappa dei confini marittimi e alla mappa delle acque economiche (zona economica esclusiva) del Libano realizzate poco tempo prima dai tecnici dell’esercito libanese e successivamente confermate con rilevamento satellitare da un'azienda privata inglese. La delegazione libanese ha bloccato perciò le trattative e ha presentato a Sanioura, allora capo del governo, un dossier chiedendo la formulazione di una comunicazione da parte del Libano che mettesse al corrente l'ONU della zona contesa: occorreva modificare la documentazione, per procedere con le trattative secondo mappe aggiornate; era necessario contemplare il diritto del Libano ad estendere il suo confine oltre la linea 23, disegnata dal mediatore americano Hof, fino a raggiungere la linea 29, evitando la linea 30 per evitare futuri contrasti con Israele. Da quel momento in avanti è stato un continuo mercanteggiare. Da una parte lo stato libanese, corrotto, diviso, con ognuna delle sue fazioni sottomessa al paese estero che la finanzia e che ovviamente anela alla propria fetta della torta; dall'altra il mediatore statunitense, interessato a garantire alla sua creatura, il regime sionista, il massimo guadagno (e non solo). L’occupante israeliano ha tutto l’interesse a mettere le mani sulle risorse del Libano, indebolirlo quanto più possibile e sostituirlo nel ruolo strategico/ commerciale del mediterraneo orientale.
Conclusione
Se verifichiamo i dati e la storia, assistiamo al susseguirsi di una serie di conflitti, disordini e sgretolamento di intere nazioni del medio oriente, dall'inizio del colonialismo inglese e francese fino alla creazione degli attuali confini. Dagli accordi all'epoca del primo conflitto mondiale (Accordi Sykes-Picot del 1916, dichiarazione di Balfour del 1917, Trattato di Sèvres del 1920) fino alla creazione degli stati attuali. Oggi le guerre per le risorse energetiche, per appropriarsi del petrolio e del gas naturale, mettono in luce i veri motivi delle guerre in Palestina, Libano, Siria, Yemen, Libia, Iraq, e dell'ultima ma non minore, più chiara e palese, guerra della Nato in Ucraina contro la Russia.
Raccolta dati e report di Mouna Fares
Elaborazione e montaggio di Gabriella Grasso
NOTE
1. “Terra di Damasco” è la Regione del levante storicamente chiamata mezzaluna fertile, o Grande Siria, precedente ai confini e agli stati attuali voluti dal colonialismo franco inglese. Il levante comprendeva: Siria, Giordania, Libano e Palestina.
2. Ogni partito al governo possiede una sua milizia armata e ogni fazione controlla un cantone dove la presenza dei suoi seguaci è più numerosa.
3. La neonata Unione delle religioni Abramitiche è costituita da ebrei, cristiani e mussulmani che condividono lo stesso patriarca Abramo. Per intendersi sono gli stessi paesi che si sono incontrati di recente nel deserto del Naqab autodefinendosi come "Nato del Medioriente".
APPROFONDIMENTI:
Mappe del conteso confine marittimo del Libano con israele e i giacimenti di gas naturale nel mare Mediterraneo
Finiranno i negoziati sulla demarcazione del confine e passerà il treno che il funzionario ha annunciato che "il Libano è un paese petrolifero", trasportando i libanesi a una vita migliore e salvandoli dalla loro situazione economica?
Il capo del Free Patriotic Movement in Libano, Gibran Bassil, ritiene che il leader del Libanese Forces Party, Samir Geagea, sia "parte del progetto israeliano in Libano" e afferma che "Israele, che ci ha portato in guerre ivili, è lei che ostacola la nostra estrazione di petrolio e gas".
L’accordo tra Israele e Libano sul gas è un altro episodio nel complesso movimento di stabilizzazione generale che sta interessando il Mediterraneo allargato e che viene visto molto positivmanete a Washington
17 gen 2022 — Libano: governo smentisce accordo con Israele per gas, , , Libano, Ansa. ... (ANSAMed) - BEIRUT, 17 GEN - Il governo libanese ha smentito ...
Il quotidianoJerusalem Postha citato una mappa ottenuta da Israele in cui si afferma che Israele intende rispondere alle richieste del Libano in merito al fascicolo di demarcazione del confine marittimo e alla sua adesione a più del doppio dell'area del Mar Mediterraneo conteso.
La mappa mostra quella che il ministero dell'Energia israeliano chiama "Linea 310", ovvero la linea rossa, che si estende a nord, e indica la volontà di Israele di fornire ulteriore spazio al Libano, per soddisfare il suo desiderio, secondo il quotidiano.
La questione del gas libanese va oltre l'aspetto puramente economico, e non può essere calcolata solo secondo il concetto di profitti e perdite e di fattibilità economica, in quanto la regione è una complessa rete di interessi internazionali e regionali. Di conseguenza, il Libano deve preparare in primo luogo uno studio geopolitico dettagliato, accompagnato da uno studio economico, per determinarne i punti di forza, e poi determinare i margini del grande conflitto entro cui può manovrare. Scopo è preservare i suoi diritti e sfruttare la sua ricchezza senza aprire una lotta su di essa che si trasformi in un punto di crisi a lungo termine.
Un unità greca delle forze antiterrorismo ha arrestato una nave che trasportava tre miliardi e seicento milioni di dollari, e questi fondi erano in "contanti", derubati ai correntisti libanesi
Il viaggio alla ricerca del petrolio in Libano iniziò nei primi anni del mandato francese, quando l'Alto Commissario francese Henri de Jouvenel emanò un decreto che autorizzava l'esplorazione, l'estrazione e l'investimento di miniere di petrolio e minerali
15 ago 2019 · Il gas naturale offshore del Libano non è facile da estrarre perché occorre perforare i fondali 'abissali' del Mediterraneo orientale, là dove ...
18 ago 2019 · Il confine con Israele è chiuso per vecchi e nuovi contenziosi ma il Libano ha altre opzioni per esportare il proprio gas. L'accordo sull'esportazioni di gas dall'Egitto al Libano presenta dei ...
12 apr 2019 — Recentemente il governo libanese ha autorizzato il secondo round di assegnazioni delle licenze di trivellamento ed esplorazione petrolifera ...
Libano, gas naturale e equilibri politici locali ... Il molto, moltissimo gas naturale che si va scoprendo in tutto il Mediterraneo orientale è destinato...
3.213 visualizzazioni 17 gen 2022 'What is being circulated about the fact that the gas will be Israeli gas is totally and completely untrue' Lebanon is denying a report that a US-brokered deal was struck for Israel to indirectly supply it with natural gas. Israel's northern neighbor is facing a fuel crisis so severe that on Sunday it knocked out internet service for tens of thousands of people.
270.586 visualizzazioni 10 feb 2022 On this episode of Insights Israel & the Middle East, host Mati Shoshani tours the Zion Oil and Gas drilling pad in Jerusalem, and gets an inside look at the Negev Energy plant in Israel. You will hear from: John Brown, Founder and CEO of Zion Oil and Gas, and Eran Agai, head of Engineering at Negev Energy in Israel. Yosef Abramowitz, President and CEO of Energiya Global Capital on how he began a solar project that provides energy for the first fully solar-powered region in the world. We’ll also meet Dr. Zvi Karkz, VP for Exploration, Delek Drilling as he provides the inside scoop on Israel’s ocean oil drilling system. Colonel (res.) Dr. Eran Lerman. Listen in as they discuss the connection between Biblical prophecies and Israel’s future in solar, oil, and gas energies. Join us, as we journey through Israel unpacking the oldest questions with modern insights, and the stories of the people behind it all. This video was brought to you by TBN Networks®. WATCH the full episode for free:https://watch.tbn.org/insights-israel...
22.344 visualizzazioni Trasmesso in anteprima il giorno 25 giu 2021 On this episode of Insights: Israel & the Middle East, host Mati Shoshani tours the Zion Oil and Gas drilling pad in Jerusalem, and gets an inside look at the Negev Energy plant in Israel. Listen in as he speaks with some of the key players in Israel’s energy harvesting: John Brown, Founder and CEO of Zion Oil and Gas, Jeff Moskowitz, Managing Director of Zion Oil and Gas, and Eran Agai, head of Engineering at Negev Energy in Israel.
364.595 visualizzazioni Trasmesso in anteprima il giorno 17 set 2021 I just got back to Lebanon where things have worsened, as many of the country is in in the dark with no power, and a massive gas shortage.
Nel 1982, Israele diede avvio all'Operazione Pace in Galilea con l'obiettivo di scacciare i membri dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina nei territori meridionali del Libano. L'operazione si svolse in pochi mesi, portando le truppe israeliane fino alla capitale del paese, Beirut, già distrutta da anni di guerra civile, e causando uno degli eventi più tristi del passato recente libanese: l'incursione israeliana nei campi di Sabra e Shatila. Scopriamo insieme la storia tormentata di una nazione e di un'area del mondo, il Medio Oriente, dove il termine "pace" non sembra essere mai esistito.
11.032.609 visualizzazioni 5 ott 2020 Two months ago, a massive explosion rocked Lebanon's capital, killing hundreds, injuring thousands, and sending a shock wave that damaged buildings across the city. As the explosion occurred, people around Beirut captured the moment, and its aftermath, on their phones. Four Corners pieces together the story of the blast, tracking down many of the people who filmed the disaster, as well as those who were dramatically shown on screen. In a city with so many connections to Australia, the pain and grief are immense
907 visualizzazioni 29 apr 2020 En Líbano se comprobó la presencia de gas en profundidades marinas, por lo que se ya se planifica su explotación y con ello eliminar su dependencia energética. Empresas de Rusia, Francia e Italiana ya participan en los trabajos de prospección. teleSUR
2.567 visualizzazioni 15 nov 2019 Lebanon, not usually associated with oil and gas, has made significant discoveries of offshore gas. If all goes well, the country could not only satisfy its own domestic energy needs, but become an exporter, transforming its economy forever.
133.815 visualizzazioni 25 dic 2019 People in south Lebanon fear another war between Israel and Hezbollah. In the last conflict in 2006, more than 1,000 Lebanese civilians had died compared with 23 on the Israeli side. But as Al Jazeera's Tony Birtley reports from southern Lebanon, the discovery of oil and gas reserves in waters disputed by Lebanon and Israel has raised the stakes.
La nostra storia è una gita in campagna, illegale e vietata dalla Turchia e dalla Francia. Le autorità del patto nazionale libanese e i capi hanno bevuto un sorso ... ad ogni pastore il suo gregge della sua religione. Invece di fondare una patria libera fortificata hanno piantato le tende del settarismo, e quando i piedi delle loro sedie han tremato, hanno chiesto aiuto a tutti gli stati feroci che hanno legato le loro sedie alla portaerei New Jersey e alle forze mulinazionali (Nato). Da questa opressione inaccettabile è scaturito un passato oscuro con in mano la spada. La nostra generazione è nata in questa era e non accetteremo che la storia si ripeta ...
Enrico Grazzini è giornalista economico, autore di saggi di economia, già consulente strategico di impresa. Collabora e ha collaborato per molti anni a diverse testate, tra cui il Corriere della Sera, MicroMega, il Fatto Quotidiano, Social Europe, le newsletter del Financial Times sulle comunicazioni, il Mondo, Prima Comunicazione. Come consulente aziendale ha operato con primarie società internazionali e nazionali.
Ha pubblicato con Fazi Editore "Il fallimento della Moneta. Banche, Debito e Crisi. Perché bisogna emettere una Moneta Pubblica libera dal debito" (2023). Ha curato ed è co-autore dell'eBook edito da MicroMega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro" ” , 2015. Ha scritto "Manifesto per la Democrazia Economica", Castelvecchi Editore, 2014; “Il bene di tutti. L'economia della condivisione per uscire dalla crisi”, Editori Riuniti, 2011; e “L'economia della conoscenza oltre il capitalismo". Codice Edizione, 2008
Salvatore Minolfi: Le origini della guerra russo-ucraina