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linterferenza

Perchè l’Occidente odia e ha paura della Russia

di Fabrizio Marchi

Stavo riflettendo, giorni fa, sul fatto che la Russia è forse l’unico paese che non sia mai stato colonizzato e occupato militarmente – se non per brevi periodi ai quali hanno fatto seguito ritirate disastrose – dall’Occidente. Quest’ultimo ci ha provato a più riprese con aggressioni dirette (guerre napoleoniche, guerra di Crimea, guerra civile post rivoluzione del ’17, attacco nazista nella seconda guerra mondiale) e indirette (il tentativo degli USA di colonizzazione economica e politica subito dopo il crollo dell’URSS), ma tutti questi tentativi sono sempre clamorosamente e fragorosamente falliti (e negli ultimi vent’anni, naturalmente, l’espansione ad est della NATO e il colpo di stato in Ucraina nel 2014).

E’ questa forse una delle principali ragioni della atavica ostilità occidentale nei confronti di quel paese. Insieme probabilmente all’ incapacità di comprendere lo spirito di quel popolo che non c’è stato verso di addomesticare. Probabilmente è un’ostilità che ha radici ancora più antiche, essendo la Russia l’erede del grande scisma che ha dato vita alla chiesa ortodossa.

E poi naturalmente la prima grande rivoluzione socialista della storia con tutto quello che ne è conseguito. E ancora la sua estensione e la sua cultura, intrinsecamente irriducibile a quella anglosassone, dominante in Occidente.

Ed è forse proprio quella incapacità di comprensione che ha generato e continua a generare nel mondo occidentale quella sorta di mistero frammista a inquietudine che a sua volta genera inevitabilmente la paura. La Russia non ha mai attaccato l’Occidente – dal quale è stata invece ripetutamente aggredita, anche ferocemente, come nel caso dell’invasione nazifascista – eppure viene percepita da una gran parte della cosiddetta opinione pubblica occidentale come un pericolo costante, come una minaccia perennemente incombente, come una forza bruta pronta in qualsiasi momento a scatenarsi.

Al di là delle considerazioni di ordine politico e geopolitico che si sono verificate di volta in volta e che naturalmente hanno le loro cause e ragioni concrete, credo che sia questo sentimento – in larga parte alimentato ad arte ma comunque profondamente radicato – a generare quell’ostilità.

 

Commenti

23 gennaio 2023 at 1:27

Se guardiamo il cinema sovietico e quello americano della grande Hollywood sono molto simili (e di una bellezza grandiosa)… è una reciproca ostilità fra anglosassoni e russi che deriva da una notevole somiglianza nella tendenza al dominio. L’Europa dell’est e i baltici hanno ragione a temere la Russia perché con un vicino così assertivo è ovvio che non ti puoi fidare, ma è anche ovvio che vanno frenati perché se potessero cancellerebbero la Russia dalle carte geografiche anche con una guerra atomica. Infatti Biden chiama al telefono Duda e lui ubbidisce: “no, i missili arrivati in Polonia non sono russi, erano ucraini”. Nel resto dell’occidente, Francia Italia e Germania, questa paura della Russia non esiste infatti fra diversi è più facile instaurare amicizia pur essendoci state le tentate invasioni. La cosiddetta “russofobia” in sostanza non esiste, è un’invenzione della sofisticata disinformazia russa per fare la parte della vittima, e funziona sempre molto bene! La Russia è imperialista come gli USA ma riesce a presentarsi in modo molto efficace come un imprescindibile baluardo dell’antimperialismo. Molti ci cascano pensando che “il nemico del mio nemico è mio amico”. In ogni caso speriamo che questa orrenda guerra sia fermata al più presto e sostituita da un negoziato politico (complesso e delicato) come sostengono quei grandi satanisti del Pentagono!

* * * *

Fabrizio Marchi
23 gennaio 2023 at 14:22

E’ abbastanza desolante, devo dire, rispondere per l’ennesima volta ai soliti commenti dei soliti aderenti alla sinistra più o meno radicale che ripetono pedissequamente le stesse scontate litanie. Questo mio commento lo stampo e lo metto da parte così le prossime volte sarà sufficiente copia-incollarlo.
Caro Filippo B, il fatto di spiegare le ragioni per cui esiste nel mondo occidentale una diffidenza atavica, una ostilità nei confronti della Russia, non significa automaticamente simpatizzare per Putin. E fare un’analisi lucida del contesto geopolitico che porta a dire che è in atto da decenni una politica espansionistica e imperialista della NATO (la NATO ha sempre fatto politiche imperialiste) che punta ad accerchiare la Russia non significa automaticamente simpatizzare per Putin. E dire che la guerra non è iniziata con l’attacco russo all’Ucraina ma dieci anni fa quando gli USA, la NATO e l’UE al seguito hanno organizzato il colpo di stato nel 2014, non significa simpatizzare per Putin. Significa soltanto fare un’analisi lucida della realtà, a meno che non vogliamo berci le pappine raccontate dai media ufficiali.
Per quanto riguarda la questione dell’imperialismo, mi verrebbe da ripetere la battuta che il mitico Mario Brega rivolge al prete suo amico nel film “Un sacco bello”:”E che cazzo, Alfio, manco le basi del mestiere!”… La Russia è una potenza con vocazione imperiale ma non è imperialista. C’è una bella differenza, direi sostanziale, fra le due cose, do you know? Sembrerebbe di no. E allora, come diceva un tale “studiare, studiare e ancora studiare”, ma non venite a ripeterci balle sui due imperialismi perchè non regge. E anche in questo caso, ciò non significa simpatizzare per Putin ma, sempre per citare quel tale, fare “l’analisi concreta della situazione concreta”. E se la facessimo capiremmo che parlare di equidistanza in questo caso non ha senso, o meglio ha senso se si pensa che il mondo unipolare a trazione USA sia migliore di un mondo multipolare ancora da venire (ma forse è in corso d’opera, fermo restando, fra le altre cose, anche gli esiti del conflitto in corso…).
Per quanto riguarda la russofobia che alligna nel mondo occidentale pensare che questa sia soltanto una invenzione dei russi, come sostieni tu, è pura propaganda, speculare a quella dei russi che certamente hanno tutto l’interesse ad esaltare, in casa loro, questo aspetto. Non c’è altrettanto dubbio che questa ostilità atavica nei confronti della Russia sia stata in larghissima parte alimentata dalle elite occidentali dominanti e, per fortuna, in alcuni paesi europei, soprattutto dell’Europa meridionale, è assai attenuata rispetto a quelli nord europei e maggiormente condizionati dalla cultura anglosassone.
Per ciò che riguarda il “satanismo” invece sei proprio fuori strada. Capisco però che per il vostro limitato setaccio (il vostro è riferito alla brodaglia sinistrorsa piò o meno radicale o più o meno pseudo anarco trotzschista o “antagonista”) chiunque si discosti dalla narrazione neoliberale dominante (alla quale anche voi aderite, il più delle volte senza rendervene conto…) diventa automaticamente un “satanista”, quando va bene, o un “rossobruno (cioè un fascista…) quando va male. Ma contro la stupidità e il dogmatismo ideologico non c’è rimedio e bisogna rassegnarsi.

Comments

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Michele Castaldo
Sunday, 29 January 2023 09:49
Un vecchio adagio suona: « dimmi con chi te la fai e ti dirò chi sei ». Ora, l'Occidente ha costruito la sua democrazia in 500 anni di dominio coloniale e razzista, dunque è una democrazia colonialista e razzista. Questi sono solo i fatti della storia che stanno sotto gli occhi di chi con onestà vuole osservarli.
Ora, ripetere la storiella che l'Ucraina sarebbe un paese aggredito dalla Russia e perciò se non stare fino in fondo con l'Occidente che la difende quantomeno bisogna essere equidistanti è vergognoso perché nasconde il tipico atteggiamento dell'opportunismo di "sinistra" e "ultrasinistra".
Il punto in questione non è se condividiamo i valori che la Russia "di Putin" pone al cospetto di quelli delle democrazie occidentali, ma se sia possibile ritrovarsi insieme al banditismo occidentale che usa strumentalmente il popolo ucraino, mandandolo tra l'altro al massacro, per depredare e smantellare la Russia, mettere le mani - finalmente - sulle sue materie prime e tentare di rilanciarsi nel processo di accumulazione capitalistica.
Di conseguenza la questione non è se stiamo con Putin, ma se abbiamo solo il buon senso di stare contro l'Occidente e la democrazia rapinatrice. Senza girarci troppo attorno. Quelli che oggi fanno i signorini contro il puntinismo oligarca sono gli stessi che condannavano il popolo iracheno al martirio per il dittatore Saddam Hussein. Solo che allora, 1990/91 si trattava di un piccolo popolo, mentre la Russia è una noce fin troppo dura da schiacciare per denti ormai marci come quelli degli occidentali. Ecco perché schiumano rabbia, e per fortuna, una volta tanto nella storia.
Michele Castaldo
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Alfred
Friday, 27 January 2023 11:41
Non so su cosa sono d'accordo.
Dovete scusare, non mi trovo bene tra spirito russo o sovranita'westfaliana.
Immagino ci sia un po' di vero nel mezzo, ma non ho voglia di approfondire.
Posso pero' parlare di quello che ho vissuto per parecchi mesi quando parlavo dei russi e dicevo che non andavano sottovalutati, intendendo la cosa sia da un punto economico che militare (sull'umano niente da dire, perche' non vedo differenze, da sempre).
A parte gli idioti che mi danno del filo russo a prescindere, anche in persone di qualche senno i giudizi rimandavano a considerazioni dei russi come persone grezze, povere di intelletto, fragili nelle strutture economiche burocratiche militari.
Ero basito
Inutile citare le statistiche ocse su istruzione o altri dati sia industriali che militari.
La vulgata era che sarebbero caduti come birilli in poco tempo e che sarebbe stato anche bello vederli collassare, loro che avevano una economia di sole materie prime e non erano in grado di fare altro. Come se le miniere e le filiere minerarie fossero appaltate ai sette nani e certe eccellenze in vari campi derivate dal parente scemo di harry potter.
Non so da cosa dipenda questa cecita', ma senza arrivare agli estremi di universita' che hanno bandito scrittori russi mi aspettavo che altri bandissero la tavola degli elementi perche' ... di Mendeleev
Una miopia del genere non l'ho vista girare a sinistra o pseudo sinistra neanche sui talebani.
Capisco l'odio per Putin, non capisco come non si chiedano chi ha creato chi. Putin e' stato creato dai russi, non il contrario. Ed e' figlio del riscatto che hanno cercato dopo Eltisin e il sacco da occidente, ma guai a dirlo.
Sembravano invasati di anti-putin-russismo, forse un virus, ma sospetto che alcuni avessero bisogno di un esorcista.
Quando noi pensiamo malissimo di Putin (a ragione) stiamo anche dicendo a parecchi russi (quasi la totalita'di quella nazione) che non hanno il diritto di tenersi un politico che hanno eletto, su cui hanno forse molte riserve, ma che per loro simboleggia il riscatto della nazione post predazione occidentale.
Che ci piaccia o no e' cosi e non possiamo ignorare o minimizzare che dopo l'urss i nostri baldi politici e imprenditori occidentali hanno depredato o cercato di la Russia.
Certo, la Russia ha i suoi oligarchi, ma chi siamo noi occidente, dominati da un 1% che decide e ci manovra per fare qualsiasi lezione di diritto e morale?
Personalmenre mi taglio fuori da quasiasi guerra, compresa questa e condanno il coltello alla gola che la Nato (la mano armata del capitale occidentale) ha portato ai confini della Russia spingendo gli ucraini al suicidio e coprendoci di propaganda pseudo solidaristica.
Perche' non parlo della situazione russa, ma non sottovaluto i russi?
Perche' sono in un Paese Nato e credo che e' qui che si trova la mia battaglia e non e' certo quella di andare contro il capitalismo russo sotto la bandiera di quello Nato, ma contro l'1% di casa nostra, contro i capitalisti russi ... ci vadano i russi ... sono riusviti a farlo una volta, potrebbero ritentare con maggiore successo.
Sono andato fuori tema?
Scusate
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maria
Wednesday, 01 February 2023 14:49
Grazie, sono completamente d'accordo..
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Domenico
Friday, 27 January 2023 08:20
Caro Fabrizio, sono anche io d'accordo con te. Aggiungo che la russofobia ha origini ancora più antiche sulle quali regna la totale ignoranza in occidente. Mi riferisco alla crociata dei cavalieri teutonici alleati del regno di Livonia e degli estoni pagani, aizzati da Papa Innocenzo III che nei primi decenni del '200 avviarono una campagna di conquista in Russia finalizzata alla conversione delle popolazioni russe al cattolicesimo romano, che finì con la famosa battaglia del Lago Ghiacciato dell'aprile 1242 nella quale Aleksandr Neevskij portò alla vittoria le truppe del Principato di Novgorod. I Cavalieri Teutonici avevano un atteggiamento chiaramente razzista nei confronti dei russi e degli slavi in genere che erano considerati una razza inferiore. Non erano i soli, visto che contemporaneamente i Veneziani andavano a fare razzia di slavi in Dalmazia per rimpinguare le casse della Serenissima che languivano in attesa che Papa Innocenzo I versasse i 50.000 fiorini pattuiti per portare le truppe cristiane della IV crociata in terra santa. Innocenzo reagì scomunicando Dandolo e i veneziani, ma poi revocò la scomunica quando i Veneziani trovarono nel detronizzato imperatore di Bisanzio Alessio IV Angelo la promessa di pagamento dei costi di trasporto se i crociati l'avessero rimesso sul trono. Per poi scomunicare di nuovo Dandolo e i veneziani quando la spedizione a Bisanzio si concluse con il peggior saccheggio che subì Bisanzio in tutta la sua storia, così giusto per manifestare la reale essenza dello spirito cristiano in queste spedizioni. Resta il fatto che i cristianissimi veneziani trafficavano in schiavi slavi (al punto che il termine schiavo viene proprio dal veneto "sclavo" che sta ad indicare le popolazioni slave dell'est: i latini li chiamavano "servi"). La vittoria di Neevskij fu esaltata nei secoli successivi come la vittoria del popolo che vuole essere libero contro i conquistatori stranieri che vogliono soggiogarlo imponendogli la loro ideologia. Anche se in realtà lo scontro della battaglia fu un episodio tutto sommato modesto della guerra, la sua importanza simbolica fu enorme. Anche perché contemporaneamente i Tataro Mongoli avevano invaso la Russia da est arrivando a incendiare Kiev (che i riprese solo nel '600) e la lotta per l'indipendenza e l'identità nazionale assunse per i russi il significato di una lotta per la sopravvivenza. E dopo queste guerre, come non ricordare le quattro guerre del Nord, in cui i russi dovettero affrontare le invasioni di Svedesi, Estoni, Polacchi, principi germani, durante i due secoli dalla metà del '500 fino alla metà del '700. L'obiettivo dichiarato era il dominio del mar Baltico, ma quello perseguito era la distruzione dei regni russi e poi dell'impero fondato da Ivan. Il forte sentimento nazionale dei russi si è forgiato nell'assedio continuo che quelle terra hanno subito, da ovest come da est. Per i Russi il principio vitale si incarna nella potenza del regno che gli garantisce l'esistenza e la dignità di popolo. La fine degli Zar più che dalle nuove ideologie fu determinata dall'umiliazione che i russi provarono dopo la terribile sconfitta contro i giapponesi (che a loro volta i russi consideravano una razza inferiore, visto che il razzismo ha dominato il pensiero e la pratica dei popoli per secoli), e la distruzione della flotta del Baltico nella terribile battaglia di Tsushima del 1905 fu considerata dai russi un'umiliazione intollerabile causata dalla inettitudine dello Zar. I fermenti anti zaristi portarono l'anno successivo alla costituzione e alle prime elezioni della Duma, il parlamento russo. L'ulteriore umiliazione che su prospettava nella guerra contro la Prussia portò alla rivoluzione di febbraio e poi a ottobre alla conquista del potere da parte dei bolscevichi. Lo spirito di indipendenza delle popolazioni russe e il loro nazionalismo è sempre stato malvisto dai circoli di potere occidentali, soprattutto quelli di ispirazione teutonica e/o anglosassone, che non hanno perso un'occasione nella storia pere invadere e cercare di soggiogare i russi. D'altra parte da quasi mille anni li considerano una razza inferiore e continuano a farlo anche oggi. Dalo canto loro i russi hanno interiorizzato questo atteggiamento dell'occidente nei loro confronti manifestando sempre un'ammirazione profonda verso la cultura e le istituzioni del paesi europei. L'architettura, la musica, il teatro, la letteratura russe devono molto a quelle dell'Occidente, soprattutto al regno di Napoli dove Caterina andò a fare razzia dei migliori intellettuali dell'epoca. Questa ammirazione e desiderio di imitazione si manifestò in modo evidente dopo la caduta dell'URSS, ma invece di portare la democrazia, di cui si riempiva la bocca, l'Occidente portò in Russia il peggio del proprio spirito predatorio e colonialista. I russi si accorsero che il giardino del vicino non era poi così verde come sembrava e lo spirito di indipendenza e di unità nazionale riprese il sopravvento. Per i russi è stata una grande delusione scoprire che l'Occidente bello e forte è in realtà dominato da una banda di rapinatori e predatori senza scrupoli e senza alcun rispetto per la cultura, le tradizioni, l'identità e la dignità dei popoli, e tanto meno per le loro scelte. Capiscono che devono rivolgersi ad Oriente, abitato da popoli che essi stessi considerano inferiori a sé stessi e agli occidentali, ma tant'è, non ci sono alternative. Le ostilità degli occidentali sono troppe e le umiliazioni ai sacrifici e alla cultura dei russi, l'ultima la triste vicenda della mancata presenza dei russi ad Auschwitz nell'anniversario di oggi, intollerabili. Non è una bella idea fare a cornate con i russi, nei mille anni passati la storia ha dimostrato che chi ci ha provato ne ha sempre prese. Ma a parte questo, forse dobbiamo imparare a fare i conti con la scollatura che c'è tra le parole che diciamo e gli atti che facciamo. La pace e le armi sono sempre incompatibili, e questo lo capisce un bambino. E speriamo che gli Zhirkon continuino a portare testate convenzionali e non nucleari. Che quelli non li ferma nessuno.
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Anna
Thursday, 26 January 2023 16:59
Forse Fabrizio Marchi non se ne rende conto, ma la più perniciosa propaganda “occidentale” non è tanto quella rumorosa contro il “dittatore” dello “stato canaglia” di turno (PS anche qui Fabrizio Marchi a mio avviso si confonde: la propaganda non è contro i suoi abitanti, non è contro i “russi” in questo caso, se vogliamo escludere qualche becero e grossolano episodio iniziale, criticato subito dopo dalla stessa stampa “occidentale”); la propaganda “occidentale” più perniciosa è quella più sottile ma costante che si può leggere in questo stesso articolo di Fabrizio Marchi:

"lo spirito di quel popolo..", "la cultura russa", "la cultura anglosassone".... etc.etc.

Queste reificazioni, questi frame reazionari, questo “intelletto tabellesco”(Hegel), queste reductio ad unum, sono edificazioni di quella coazione all’ordine necessaria al mercato, al contratto sociale, e alla legittimazione delle guerre (dal “pro patria mori” in poi).

PS2 Ricordo infine che qualsiasi stato rivendichi una sovranità “westfaliana”, una sovranità esclusiva sul proprio “territorio”, è uno stato in nuce guerrafondaio che aspira ad essere “imperialista”.
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Anna
Thursday, 26 January 2023 16:42
Forse Fabrizio Marchi non se ne rende conto, ma la più perniciosa propaganda “occidentale” non è tanto quella rumorosa contro il “dittatore” dello “stato canaglia” di turno (PS anche qui Fabrizio Marchi a mio avviso si confonde: la propaganda non è contro i suoi abitanti, non è contro i “russi” in questo caso, se vogliamo escludere qualche becero e grossolano episodio iniziale, criticato subito dopo dalla stessa stampa “occidentale”); la propaganda “occidentale” più perniciosa è quella più sottile ma costante che si può leggere in questo stesso articolo di Fabrizio Marchi:

"lo spirito di quel popolo..", "la cultura russa", "la cultura anglosassone".... etc.etc.

Queste reificazioni, questi frame reazionari, questo “intelletto tabellesco”, queste "reductio ad unum", sono edificazioni di quella coazione all’ordine necessaria al mercato, al contratto sociale, e alla legittimazione delle guerre (dal “pro patria mori” in poi).

PS2 ricordo infine che qualsiasi stato rivendichi una sovranità "westfaliana", una sovranità esclusiva sul proprio "territorio" è in nuce uno stato guerrafondaio che aspira ad essere "imperialista"
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Luigi
Thursday, 26 January 2023 14:56
Caro Fabrizio, sono d'accordo con la tua analisi. Aggiungerei, dato che sto leggendo un bel libro sulla II Guerra Mondiale di Pauwels (Il mito della guerra buona), che l'occidente anglosassone fin da quegli anni e anche prima, ha sempre cercato di "fare il furbo" con l'Unione Sovietica. Da una parte faceva allenze con l'URSS e di nascosto faceva alleanze con nazisti (e fascisti) contro di l'URSS. Perfino 24 ore prima dell'ultima resa nazista stava pensando l'alternativa per allearsi con quello che rimaneva dell'esercito nazista per farla finita una volta per tutte con l'URSS (con Patton in testa...). Direi, che visto in prospettiva, URSS e Russia oggi hanno avuto anche troppa pazienza, pazienza che finora almeno ha potuto evitare cose ancora peggiori. Peró capisco che anche quella puó avere un limite.
Cari saluti.
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