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sinistra

Russia: dalle sanzioni al crollo?

di Michael Roberts

art 377La guerra economica tra il gruppo di paesi della NATO guidato dagli Stati Uniti e la Russia si sta intensificando insieme alla vera guerra nella stessa Ucraina. In risposta all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, gli Stati Uniti e l'Europa hanno alzato la posta imponendo sanzioni economiche, in primo luogo la sospensione di qualsiasi relazione con le diverse importanti banche russe, comprese le due maggiori, Sberbank e VTB. Tuttavia, è significativo che le sanzioni escludano la Gazprombank, il principale finanziatore russo alle società che esportano energia. Chiaramente, l'Occidente non vuole interrompere le esportazioni di petrolio e gas a causa delle sanzioni, quando la sola Germania fa affidamento sul 40% della sua energia dalle importazioni russe.

Di conseguenza, il pacchetto di sanzioni della NATO prevede sostanziali eccezioni. In particolare, mentre sanziona le maggiori istituzioni finanziarie russe, esclude alcune transazioni con quelle istituzioni legate all'energia e alle materie prime agricole, che rappresentano quasi i due terzi delle esportazioni totali. Significativamente, l'Italia ha fatto pressioni con successo per esentare dal divieto di esportazione la vendita delle borse di Gucci ai ricchi russi! Pertanto ora la leader dell'UE Von der Leyen e Biden alla Casa Bianca hanno annunciato che "lavoreremo per vietare agli oligarchi russi di utilizzare le loro risorse finanziarie sui nostri mercati". Biden dichiara che gli Stati Uniti "limiteranno la vendita della cittadinanza - i cosiddetti passaporti d'oro - che consentiranno ai ricchi russi legati al governo di Mosca di diventare cittadini dei nostri paesi e di accedere ai nostri sistemi finanziari". L'UE e gli Stati Uniti stanno lanciando una task force per "identificare, dare la caccia e congelare i beni delle società e degli oligarchi russi sanzionati, i loro yacht, le loro ville e qualsiasi guadagno illecito che possiamo trovare e congelare".

La ridicolaggine e l'ipocrisia di queste misure proposte non dovrebbero mancare. Per decenni, i governi occidentali sono stati felici di ricevere questi "soldi sporchi" e persino di consentire agli oligarchi di ottenere la cittadinanza e privilegi speciali per esercitare un'influenza sulla politica nei loro paesi al fine di sostenere i partiti filo-capitalisti. Ora questi privilegi devono essere eliminati (anche se vedremo fino a che punto si arriverà). I super ricchi russi (incluso Putin) hanno accresciuto enormemente la loro ricchezza durante la pandemia da COVID. I miliardari russi (ci piace chiamarli "oligarchi" in Occidente) hanno la quota di ricchezza rispetto al PIL più elevata rispetto a tutte le principali economie capitaliste, seguiti da vicino dalla "socialdemocratica" Svezia e poi dagli Stati Uniti come mostra il grafico.

Ricchezza dei miliardari come % del PIL

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In azzurro la % del PIL nel 2020, in blu la % del PIL nel 2021

Come altri miliardari, quelli russi esportano e nascondono le proprie ricchezze nei paradisi fiscali, in obbligazioni delle banche svizzere e di altro genere ed acquistano anche proprietà e beni all'estero. La loro ricchezza "offshore" (in chiaro nel grafico sottostante) è molto più alta di quella di altri gruppi di miliardari.

La quota e la composizione della ricchezza del top 0,01% (2000-2009).

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Fonte: Journal of Public Economics 162 (2018) 89-100. Appendice Tables 8b e 11b. Scandinavia rappresenta la media di Norvegia, Svezia e Danimarca https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0047272718300082

I divieti all'esportazione e al commercio, la sospensione dei rapporti con banche selezionate e il ritiro di alcuni privilegi per gli oligarchi russi avranno effetti piuttosto scarsi sulla Russia. Il commercio di energia deve continuare, con la Russia che rifornisce ancora il 25-30% delle forniture energetiche europee, la Russia poi non dipende più da finanziamenti esteri. L'avanzo delle partite correnti della Russia è passato da meno del 2% del PIL nel 2014 a circa il 9% del PIL nel 2021, accumulando notevoli riserve di risparmio in eccesso che possono essere sfruttate in caso di necessità. Il settore pubblico in generale, compresa la Banca Centrale Russa (CBR), il settore delle imprese e il settore finanziario sono creditori esteri netti. La CBR ha oltre 630 miliardi di dollari di riserve, sufficienti per sostenere tre quarti dell'offerta di moneta interna, quindi non ci sarebbe bisogno di stampare rubli per finanziare l'attività economica. Inoltre, la Russia ha un fondo sovrano di 250 miliardi di dollari, che, sebbene relativamente illiquido, potrebbe essere ridotto per rafforzare i finanziamenti.

Le imprese russe e il governo si sono preparati ad eventuali shock futuri come la perdita dell'accesso al dollaro mentre è già fortemente diminuito l'uso del dollaro USA nelle transazioni commerciali e finanziarie. Il Ministero delle Finanze non detiene più asset denominati in dollari USA nel suo fondo petrolifero e la CBR ha anche ridotto della metà la quota di dollari USA nelle sue riserve, a circa il 20%, in quanto l'euro, e in misura minore il renminbi cinese, sono diventate alternative preferite. Molte società e banche russe ora includono regolarmente nei contratti delle clausole che prevedono l'uso di un'altra valuta per il regolamento dei conti nel caso in cui non sia possibile utilizzare il dollaro USA. La Russia ha anche accelerato l'utilizzo delle proprie carte di pagamento, come Mir1, così come il servizio di messaggistica simile allo SWIFT System for Transfer of Financial Messages (SPFS). Tuttavia, entrambi operano attualmente solo a livello nazionale, lasciando la vulnerabilità alle transazioni transnazionali in altre valute.

Ecco perché il governo degli Stati Uniti e i governi europei hanno deciso ora di introdurre sanzioni molto più pesanti, essi hanno in programma di bandire le banche russe dal sistema di transazioni internazionali SWIFT e di congelare gli asset della Banca centrale russa. La misura SWIFT complicherà notevolmente la capacità delle banche russe di portare avanti attività internazionali e saranno costrette ad effettuare accordi bilaterali con banche "amiche" o utilizzare vecchie tecnologie come il fax.

Schermata del 2022 03 02 14 39 17

Ma questo potrebbe danneggiare anche le banche e il commercio per l'Europa, in particolare, se venisse rimosso dallo SWIFT anche il finanziatore di energia russo Gazprombank (cosa improbabile). La misura più grave è la proposta di congelare gli asset in dollari della Banca centrale russa, cosa che prima d'ora non è mai avvenuta ad uno Stato membro del G20. Solo le banche centrali del Venezuela, Corea del Nord e dell'Iran hanno subito questo destino che, se risultasse efficace, significherebbe che le riserve valutarie russe in dollari non potrebbero essere assolutamente utilizzate per sostenere il rublo sui mercati valutari internazionali o sostenere il finanziamento in dollari delle banche commerciali nazionali. Il governo dovrebbe fare affidamento sul finanziamento del rublo (e il rublo sta precipitando sui mercati valutari mondiali) e su valute non a corso legale come l'oro.

Distribuzione geografica degli asset in valuta estera e in oro della Banca di Russia in %

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La maggior parte delle riserve valutarie della Russia sono detenute nelle banche centrali occidentali. La Russia ha circa il 23% delle sue riserve in oro, ma non è chiaro dove sia detenuto fisicamente, per cui se venisse applicata questa sanzione, potrebbe danneggiare gravemente i flussi monetari e il rublo russo, provocando un'accelerazione dell'inflazione e persino una corsa alle banche. Poi ci sono le sanzioni "a combustione lenta" sull'accesso della Russia alle tecnologie chiave. Gli Stati Uniti mirano a tagliare fuori la Russia dalle forniture globali di chip. La mossa interrompe l'offerta dai principali gruppi statunitensi come Intel e Nvidia. Anche la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, il più grande produttore di chip a contratto del mondo, che controlla più della metà del mercato globale dei chip su ordinazione, ha promesso il pieno rispetto di questi nuovi controlli sulle esportazioni. Alla Russia viene ora effettivamente negato l'accesso ai semiconduttori di fascia alta e ad altre importazioni tecnologiche fondamentali per il suo sviluppo militare. Tuttavia, è possibile che le società cinesi, in particolare quelle che sono state esse stesse bersaglio delle sanzioni statunitensi, possano aiutare la Russia ad eludere i controlli sulle esportazioni. Huawei potrebbe intervenire per estendere il mercato delle apparecchiature per telecomunicazioni verso la Russia.

Tutto sommato, l'invasione dell'Ucraina da parte di Putin è un'enorme scommessa che, se non riuscirà a "neutralizzare" l'Ucraina e costringere la NATO ad un accordo internazionale, indebolirà gravemente l'economia russa e la Russia non è una superpotenza, né economicamente né politicamente. La sua ricchezza totale (compresa la manodopera e le risorse naturali) è molto inferiore rispetto a quella degli Stati Uniti e del G7.

Ricchezza procapite ($ 2018 MER – valuta Mercury)

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World Bank Wealth Report

Al crollo dell'Unione Sovietica nel 1990 è seguito Eltsin e il governo filo-capitalista che ha accettato le politiche di "terapia d'urto" degli economisti occidentali per privatizzare i beni statali, smantellare i servizi pubblici e il sistema di welfare. Una piccola élite, principalmente ex funzionari del governo sovietico, è stata messa nelle condizioni di acquistare a buon mercato, attraverso la corruzione e metodi mafiosi, enormi risorse statali in energia e minerali, così sono affiorati gli oligarchi russi, insieme a un regime sempre più autocratico personificato da Putin. Il PIL della Russia è crollato e il tenore di vita medio è diminuito drasticamente. L'economia capitalista russa alla fine si è ripresa con il boom globale dei prezzi delle materie prime dopo il 1998, ma nel 2014 la crescita media annua del PIL russo era ancora solo dell'1,0%. L'aspettativa di vita nella Russia capitalista è stata ora superata dalla Cina.

Aspettativa di vita alla nascita (in anni)

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World Bank

E quando osserviamo l'Indice di Sviluppo Umano della Banca mondiale, che misura le dimensioni chiave dello sviluppo umano (una vita lunga e sana, essere consapevoli e avere un tenore di vita dignitoso), scopriamo che dal 1990 la Russia ha raggiunto risultati peggiori sia tra le principali economie emergenti sia rispetto alla media mondiale.

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L'economia russa è un "trucco unico", che si basa principalmente sulle esportazioni di energia e di risorse naturali e dopo un breve boom, dovuto all'aumento dei prezzi dell'energia dal 1998 al 2010, l'economia ha sostanzialmente ristagnato e sebbene l'economia russa in termini reali sia migliore di quanto non fosse nel 2014, la domanda interna finale è ancora ad un livello precedente al 2014. Inoltre la crescita cumulativa del PIL in questo periodo è stata sempre positiva perché le esportazioni sono state superiori del 17% in termini reali nel 2019 rispetto al 2014. Lo stock di capitale della Russia è ancora inferiore in termini reali rispetto al 1990, mentre la profittabilità media di tale capitale rimane molto bassa.

Russia. Stock di capitale a prezzi costanti (1990 = 100)

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La Banca Mondiale stima che il tasso di crescita potenziale del PIL reale a lungo termine della Russia sia solo dell'1,8% all'anno, e anche questo dato è migliore di quanto non abbia raggiunto nell'ultimo decennio. Questa guerra sarà costosa per la Russia e il suo popolo. Oxford Economics stima che nei prossimi anni colpirà almeno l'1% l'anno nella crescita del PIL reale. Se ciò accadrà, la Russia entrerà di fatto in una recessione economica che durerà diversi anni.

Stima dell’impatto della crisi ucraina sulla crescita economica mondiale

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Variazione % del prodotto interno lordo sulla base di assenza di conflitto

Naturalmente, molto dipende da come andrà a finire la guerra. Se Putin riesce ad avere il controllo dell'Ucraina, ciò apre notevoli ricchezze da sfruttare. L'Ucraina è ricca di risorse naturali, in particolare di giacimenti minerari, possiede le più grandi riserve mondiali di minerale di ferro di qualità commerciale: 30 miliardi di tonnellate di minerale o circa un quinto del totale globale. L'Ucraina è al secondo posto in termini di riserve di gas naturale conosciute in Europa, che oggi rimangono in gran parte non sfruttate. La geografia prevalentemente pianeggiante dell'Ucraina e la composizione del suolo di alta qualità rendono il paese un grande produttore agricolo regionale, infatti è il quinto esportatore mondiale di grano e il più grande esportatore mondiale di oli di semi di girasole e colza. Anche l'estrazione del carbone, i prodotti chimici, i prodotti meccanici (aerei, turbine, locomotive e trattori) e la cantieristica navale sono settori importanti dell'economia ucraina. Tutto questo resta da sfruttare appieno. Anche l'UE e gli Stati Uniti hanno bramato nella prospettiva di entrare in possesso di queste risorse. Come ho mostrato nel mio ultimo post2, il governo ucraino prevede di vendere enormi appezzamenti di terreno ad investitori stranieri e nazionali per lo sviluppo e ciò potrebbe garantire enormi dividendi a qualsiasi potenza riesca a controllare il paese. Ad ogni modo, una volta che la guerra sarà finita e dopo che migliaia di persone sono state uccise o ferite, il popolo ucraino vedrà ben pochi benefici.


Note

1 Si tratta di un sistema nazionale di pagamento istituito dalla Banca Centrale Russa attraverso la legge adottata il 1° maggio 2017. Attualmente viene accettato soprattutto dalle compagnie russe, come l'Aeroflot, anche se sta diventando sempre più popolare tra le compagnie straniere.

L'iniziativa di MIR mira a superare alcuni blocchi nei pagamenti elettronici, come quelli verificatisi, senza preavviso, nella primavera del 2014 con i sistemi Visa e MasterCard. Le prime carte che utilizzavano questo sistema sono state lanciate alla fine del 2015, nell'ambito di un progetto pilota.

Questo progetto finanziario accorpa tutte le tecnologie innovative oggi esistenti e consente alle banche emittenti di offrire una gamma molto ampia di servizi, come i pagamenti online.

2 Ucraina: intrappolata in una zona di guerra Inviato in precedenza.

Comments

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AlsOb
Thursday, 03 March 2022 16:24
Il prolifico autore dell'articolo è abbastanza noto per manifestare una sua professione di fede a quella che ritiene l'ortodossia marxiana e in ciò si distingue in un panorama piuttosto conformistico.
Tuttavia, nonostante l'impegno, alle volte mira troppo in alto e il difetto di risorse lo porta a mescolare confusamente malintese eteronome categorie e a produrre pasticci.
Questo è uno dei tipici casi in cui approda a inutili, superficiali e misguiding scritti.
Ciò senza nulla togliere al fatto che intraprendere un'azione militare ha i suoi costi economici, politici e soprattutto umani e che l'esito, dati i gradi di rischio, può essere lontano dalle attese e generare effetti destabilizzanti.
Al momento la Russia, che evita i pesanti bombardamentii aerei indiscriminati caratteristici delle potenze coloniali occidentali e dell'impero, sembra avanzare con una strategia di pianificazione, cautela e successo.
Per quanto riguarda l'aspetto dei costi economici della guerra è in grado di sostenerli
per un certo periodo, sia per essere di parecchio inferiori a quelli dell'impero e sia per disporre delle risorse necessarie.
Si noti che il sostegno dei costi economici della guerra è pure una ragione implicita della guerra stessa, dato che nel regime di imperialismo finanziario e del dollaro l'impero non solo usa mercenari e terroristi, ma fa pagare il costo agli altri. Non a caso tutte le potenze coloniali occidentali si sono rapidamente coalizzate per aggredire la Russia e rendere il più costoso possibile la guerra: per la prima volta si manifesta una reazione contro l'imperialismo finanziario e del dollaro da parte di Russia e Cina. Senza contare che l'uso dell'arma dell'imperialismo del dollaro e sanzioni varie connesse non solo è più devastante di cannoni, ma una esplicita dichiarazione di guerra.
I paesi intermedi tra cui in primis l'India, lo sanno, se la Russia viene travolta il loro destino è quello di essere assoggettati totalmente all'imperislismo finanziario occidentale e essere condannati all'eterna depredazione e povertà ( a esclusione delle oligarchie svolgenti il ruolo di proconsoli). La posta in gioco non è piccola. Nella pratica Russia, Cina e altri paesi a partire da una propria curva produttiva e di trasformazione maggiormente integrata possono o potrebbero tentare di definire un sistema di relazioni internazionali che limita parzialmente il modello di depredazione dell'imperialismo finanziario occidentale e che orienta gli scambi verso maggiore equilibrio, cooperazione e la reciproca crescita economica.
Il riferimento al pil e a categorie formali che rielaborate assumono una qualche valenza reale è limitativo, per essere la curva di trasformazione su cui si muove e potrebbe muoversi la Russia più importante, in rapporto alle proprie risorse e agli scambi reali con la Cina.
Infine, se si considera la seguente declamazione dell'autore, "La CBR ha oltre 630 miliardi di dollari di riserve, sufficienti per sostenere tre quarti dell'offerta di moneta interna, quindi non ci sarebbe bisogno di stampare rubli per finanziare l'attività economica." data la natura strampalata si può solo concludere che non vale la pena di perdere ulteriore tempo.
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Alfred*
Wednesday, 02 March 2022 20:20
Anche io non capisco molto di economia, ma credo sia un problema di come calcolano il pil. Se l Italia potesse inserire nel suo pil le bellezze e il patrimonio artistico storico credo sarebbe molto ricca. Se facciamo un confronto su beni culturali pochi paesi al mondo regono il confronto, eppure il nostro e' un piccolo pil, rispetto a Usa o Germania. Non so se nel pil russo entrino le sue dimnsioni (piu di due volte e mezzo l'AUstralia) e le sue risorse naturali (accertate, o probabili e sono molte, tanto da rendere problematico fermarne i commerci), ma di certo a parita di pil la spagna sparisce in una minuscola zona del gigante e il solo apparato militare sembra enorme e paragonabile a quello degli Usa, non a quelli nostrani. Dopo il 2014 hanno sviluppato molte attivita in casa per prodotti che prima importavano, noi pensiamo che siano isolati, ma sembra abbiano un mezzo continente a disposizione e stanno larghi e isolati da sempre. Vorrei ricordare, a proposito di isolamento internazionale che Cina India sommano circa tre miliardi di persone e non hanno preso posizioni nette. Detto questo amo la letteratura russa, ma non le oligarchie presenti e passate di qualsiasi parte. Sui pil molte considerazioni politico strategiche militari lasciano il tempo che trovano. Il pil dei viet cong non credo sia stato determinante nel cacciare la maggiore potenza mondiale. Nenache il pil Urss nel corso della seconda guerra mondiale credo fosse la parte dirimente del conflitto. Saluti
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Paolo
Wednesday, 02 March 2022 19:32
Di economia ci capisco poco, però: è possibile credere che la Russia abbia un PIL simile alla Spagna e inferiore all'Italia? Un paese immenso con 145 milioni di abitanti, polo di attrazione per l'immigrazione dai paesi ex URSS vive solo di export di materie prime come qualsiasi colonia occidentale? E come ha costruito la sua forza militare affidandosi alle forniture occidentali? Suvvia, qualcosa non torna nelle analisi economiche: dipende dal fatto che gli indicatori economici che si usano sono fallati, forse?
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Alfred
Wednesday, 02 March 2022 18:03
Di grazia, cosa se ne farebbe la Russia di una aggiunta di materie prime ucraine in assenza di un mercato? O meglio,
nell impossibilita di poterle vendere? Non e' certo per avere petrolio o ferro che la Russia ha preso la decisione di invadere, ma per la stupida arroganza della Nato e dei paesi accoliti (tra cui il nostro) di inglobare il pase nella Nato non solo per il grano o i metalli o le industrie ucraine (vabbe, anche quelle), ma per piazzare arsenali e missili in faccia Mosca. I russi la pagheranno cara? Sicuramente, ma noi rischiamo di pagarla carissima e non solo come bollette, ma anche come asservimento alle decisioni di una alleanza ex difensiva che fa i porci comodi dei nostri oligarchi. Usciamo fuori dalla Nato e facciamo uscire la Nato dall Italia, se gli ucraini hanno un presidente cosi stupido da insistere per entrarvi facciamo capire ai nostri governanti che vogliamo uscirne.
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