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sinistra

Per un’opposizione di classe alla gestione autoritaria della pandemia

di Assemblea militante

dhl set2Quello che segue è un testo frutto dell’elaborazione collettiva e condivisa di un gruppo di compagni, provenienti da diverse realtà territoriali e da diverse esperienze politiche pregresse, sebbene tutte riconducibili alla sinistra classista. Nel corso di questi mesi siamo stati attivi nelle mobilitazioni contro la gestione autoritaria della pandemia e abbiamo promosso proprie iniziative per estendere e qualificare in senso classista il movimento in corso.

Dallo scambio iniziale di materiali e di esperienze si è creato un circuito di confronto che ha cercato di mettere a fattor comune le pratiche e le riflessioni maturate nel corso di quest’attività. Il testo vuole essere un contributo per estendere ancora di più questo confronto ad altri compagni che in questi mesi hanno maturato un giudizio simile al nostro sulla vicenda della pandemia e un invito a unirsi a noi (nel caso si riconoscano in esso) in questo circuito che abbiamo chiamato Assemblea Militante, per sottolineare che il nostro non vuole essere un consesso di pura discussione ma di impegno attivo e possibilmente coordinato e condiviso.

Siamo convinti che, anche se il movimento dei mesi scorsi vive una fase di difficoltà, esso sia un interessante banco di prova per le caratteristiche con cui si ripresenterà lo scontro tra le classi e la lotta anticapitalistica nel prossimo futuro. Inoltre riteniamo che il movimento stesso non abbia esaurito tutte le sue potenzialità e che nei prossimi mesi, anche per la pervicacia e la manifesta irrazionalità delle misure imposte dal governo, esso sarà costretto a ritornare in campo.

Siamo altresì convinti che la vicenda della pandemia abbia rappresentato uno spartiacque per tanti compagni che hanno dovuto assistere al fallimento delle varie sigle della cosiddetta sinistra antagonista sindacale e politica che nella stragrande maggioranza si sono adeguate alla narrazione dominante sul tema della pandemia diffusa dalle istituzioni e dai mass media, assumendo posizioni politiche di piena subalternità alla suddetta narrazione.

Tale fragoroso naufragio ha lasciato tanti compagni disorientati e scoraggiati ed è a essi che intendiamo prioritariamente rivolgerci per segnalare che non sono soli, che ci sono altri militanti che non hanno portato al macero il proprio cervello e la propria opposizione al capitalismo e intendono continuare a contrastarlo in tutte le sue manifestazioni, di cui la gestione pandemica è oggi uno degli snodi principali che anticipa il futuro che ci aspetta.

Non siamo diventati degli specialisti della lotta alla gestione della pandemia, e intendiamo coniugare il nostro impegno su questo terreno con quello per sostenere tutti i momenti di resistenza contro le conseguenze dello sfruttamento e del dominio capitalistico, ma riteniamo che ciò sarà possibile se tutti ci rendiamo conto del grande salto in avanti che oggi stanno compiendo i nostri avversari di classe in termini di disciplinamento e controllo sociale proprio per rafforzare il suddetto sfruttamento e dominio.

Invitiamo pertanto i lettori del nostro testo a farci pervenire i loro commenti e le loro osservazioni all’indirizzo mail in calce al documento ma soprattutto a segnalarci la loro disponibilità a far parte di questa piccola rete per ritrovare e rafforzare le ragioni di un impegno militante comune.

Buona lettura a tutti.

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A due anni dalla diffusione del virus SARS-CoV-2, risulta sempre più manifesto l’utilizzo politico dell'epidemia da parte dei governi della maggior parte dei Paesi del mondo e soprattutto del grande capitale, in particolare nei paesi imperialisti come l’Italia.

Sin dall'inizio si è dato vita ad una campagna d’informazione terroristica che ne esagerava i pericoli, tesa ad alimentare angosce e paure tra la popolazione.

Se la stragrande maggioranza dei contagiati sono asintomatici o con sintomi lievi, è vero che nella parte restante la malattia può avere un decorso anche grave, con conseguenze polmonari e cardio-vascolari che possono portare ad esiti letali; ma ciò vale principalmente per le persone molto anziane e/o con diverse patologie pregresse, e soprattutto in assenza di terapie adeguate e tempestive. Se in alcuni Paesi, come l’Italia, si sono raggiunte percentuali maggiori di morti e di decorsi gravi della malattia, ciò è dipeso dalla sciagurata strategia seguita dai governi che si sono succeduti. Mentre in un primo momento non si è fatto che accentrare l'intervento terapeutico negli ospedali, mandati velocemente in affanno e trasformati nei principali focolai di contagio – attraverso l'allarme mediatico che ha spinto chiunque avesse sintomi anche lievi a precipitarsi nei pronti soccorsi, e la disattivazione di ogni intervento domiciliare da parte dei medici di base, minacciati di ritorsioni legali qualora contribuissero a diffondere l'infezione -, in una seconda fase è stata impedita qualsiasi terapia efficace o anche solo promettente nell'affrontare il morbo, attraverso il noto protocollo basato sulla somministrazione di paracetamolo (tachipirina) e sulla “vigile attesa”. Strategia due volte sbagliata, innanzitutto perché la tachipirina favorisce in chi è contagiato la creazione di trombi polmonari, aggravando le conseguenze prodotte dal virus, e poi perché il contagio, in chi è sintomatico, avviene in genere in forma molto lieve all’inizio, per aggravarsi pericolosamente nei giorni successivi, quando diventa più complicato intervenire efficacemente con i farmaci disponibili. Il protocollo imposto dalle istituzioni, insieme alla paura e al terrore seminato nella prima fase della pandemia, hanno provocato una crescita esponenziale dei ricoveri, portando al collasso le strutture ospedaliere già in grave affanno per i tagli subiti dalla sanità pubblica negli scorsi anni. Se non bastasse questo, per i malati che giungevano in condizioni gravi in ospedale si è proceduto per tanti mesi con il protocollo della intubazione ed ossigenazione forzata che, a sua volta, rafforzava i fenomeni di trombosi, causa di tanti decessi per Covid. A ciò vanno aggiunti tutti i morti provocati dalla sciagurata prassi, assai diffusa ad inizio pandemia, di collocare molti malati contagiati nelle RSA dove risiedevano anziani (cioè la popolazione più a rischio di conseguenze pericolose dovute al contagio). Intanto si sparava ad alzo zero contro i tanti medici che, utilizzando farmaci da prontuario, curavano i propri pazienti intervenendo tempestivamente presso i loro domicili ed evitando ricoveri e morti maggiori. Si è trattato di scelte intenzionali e assolutamente dolose: ammettere l’esistenza di terapie efficaci non avrebbe permesso, successivamente, la somministrazione di un vaccino sperimentale che la normativa internazionale, recepita dalla gran parte degli Stati, consente se (e solo se) non vi siano altre cure disponibili.

Tutti questi morti, e sono la stragrande maggioranza, non hanno niente a che vedere con la diffusione del virus, ma con la strategia di “contrasto” (per non dire di aggravamento) messa in atto dal governo e dai suoi “esperti” selezionati. Si è trattato di una vera e propria strage di Stato di cui forse nessuno renderà mai conto, realizzata proprio in nome della difesa della salute pubblica.

 

Una svolta autoritaria in nome della tutela della salute dei cittadini

La campagna allarmistica e terroristica scatenata dal governo, dai mass media e dagli “scienziati” di regime, aveva lo scopo di legittimare e far accettare in maniera indolore l’instaurazione dello stato di emergenza, che ha dato mano libera a governo ed istituzioni per realizzare una serie di misure da vero e proprio stato di eccezione. I vari, immotivati lockdown succedutisi con il confinamento in casa della stragrande maggioranza della popolazione, il divieto di circolazione e di socializzazione se non per andare a lavorare e produrre profitto, l’obbligo di usare la mascherina anche in situazioni in cui il contagio era ed è impossibile, sono stati permessi solo dalla diffusione di ansia e paura dispensate a piene mani tra la popolazione. Oramai siamo alla dichiarazione del quarto stato di emergenza, giustificato dalla presenza dell’ennesima variante del virus (omicron) che al momento attuale ha prodotto solo pochissimi decessi nel mondo, confermando la pretestuosità delle misure varate con l’alibi di tutelare la salute dei cittadini. Se nella prima fase di diffusione dell’epidemia il comportamento delle istituzioni poteva essere attribuito anche a panico, inesperienza ed incompetenza, con il passare dei mesi è diventato sempre più evidente che era in atto un disegno politico perseguito con determinazione nel quale l’Italia giocava un ruolo di battistrada rispetto agli altri Paesi, soprattutto delle potenze occidentali. In realtà lo scopo era creare le condizioni per un’ulteriore militarizzazione della società attraverso la presenza di polizie ed esercito nella normale vita quotidiana, per imporre all’intera popolazione misure restrittive dell’agibilità politica, sindacale e di socialità che mai si sarebbero sognati di poter attuare in condizioni normali e senza diffondere artatamente angosce e paure collettive, in assoluta continuità (ed un'ulteriore accelerazione terroristica) con le varie Emergenze precedenti (mafia, “terrorismo”, “microcriminalità”, terremoti, rifiuti, ecc.)

Si è cominciato ad invocare la creazione di nuovi vaccini indicati come unica soluzione possibile e salvifica per contrastare l’epidemia in atto, nel mentre si continuava ad agire con i precedenti protocolli, tanto domiciliari che ospedalieri, rivelatisi del tutto fallimentari e dannosi. Una volta che i vaccini sono stati resi disponibili, si è passati all’introduzione del green pass, imposto ancora una volta con la scusa di prevenire la diffusione del contagio e come forma di persuasione soft alla vaccinazione. Siamo in realtà di fronte a uno strumento di discriminazione e repressione sociale, finalizzato a dividere e contrapporre i lavoratori e le masse popolari, così da permettere un balzo incredibile nel controllo delle persone, e a un dispositivo che rende discrezionale l’accesso a quelli che dovrebbero essere diritti fondamentali anche da un punto di vista borghese.

Si tratta di un grandioso esperimento di disciplinamento e controllo sociale, per imporre una torsione autoritaria delle istituzioni e del potere politico. Una tendenza già in atto da diversi anni, ma che con la gestione pandemica ha subito un’accelerazione eccezionale ed inaudita. Le trasformazioni imposte sull’onda della campagna emozionale scatenata dai mass media e dal governo non sono misure provvisorie, dovute ad una situazione eccezionale (ripetiamo, artatamente esagerata), ma disegnano la realtà con cui dovremo confrontarci nel prossimo futuro e da cui non si intende più retrocedere.

La gestione autoritaria della pandemia è propedeutica e condizione preliminare per blindare l’intera società, per creare una nuova cornice istituzionale e da unità nazionale, in nome della difesa del bene collettivo della salute. L’obiettivo reale è quello di spostare ulteriormente i rapporti di forza a favore del grande capitale nazionale ed internazionale, per difendere i profitti, criminalizzando ed impedendo qualsiasi reazione di lotte sociali che intendano opporvisi.

Una strategia che ha come scopo di rafforzare brutalmente ed ulteriormente lo sfruttamento sui posti di lavoro, ma anche di funzionalizzare all’accumulazione capitalistica tutti gli aspetti della riproduzione sociale. Sono proprio le esplosive contraddizioni economiche, politiche e sociali del capitalismo a spingere verso un dispotismo in cui non ci sono assolutamente margini per una soluzione welfaristica, come sognano con gli occhi rivolti al passato anche tanti antagonisti, e nemmeno per una liberista, com’è stato nei decenni recenti. La gestione della pandemia è servita proprio a creare le condizioni affinché tale gestione autoritaria passasse in maniera indolore o addirittura con il consenso delle sue vittime predestinate, ma anche nel silenzio (solo distratto?) di chi si propone come alternativo alle relazioni sociali dominanti.

 

Vaccini per tutti e obbligatori come unica soluzione salvifica

La campagna vaccinale di massa, oltre a rappresentare un’eccezionale occasione per rilanciare i profitti delle grandi aziende farmaceutiche, tutte partecipate da centri finanziari, è stata uno dei tasselli principali per dare credibilità alle misure emergenziali ed imporre un regime di disciplinamento generalizzato. I cosiddetti nuovi vaccini anti-Covid non sono dei veri vaccini (che dovrebbero essere definiti tali dalla loro capacità di indurre una reale e duratura immunità dal contagio e dagli effetti della malattia, diversamente dai preparati che si vogliono imporre): viceversa si tratta, per la prima volta nella storia, di trattamenti biotecnologici imposti a livello di massa, che vanno ad alterare i delicatissimi equilibri di trasmissione dell'informazione genetica a livello cellulare. Dei farmaci che non hanno potuto essere testati, come avviene con tutti i medicinali, per poterne valutare non solo la reale efficacia, ma soprattutto gli effetti collaterali, mentre la sperimentazione vera e propria viene eseguita attraverso la loro inoculazione di massa. Nel frattempo, sulle migliaia di casi di patologie, anche letali, manifestatesi dopo la vaccinazione, è scesa una cappa di piombo: parlarne è proibito, la narrazione sul “vaccino magico” non deve esserne incrinata. Quando si è costretti a citare qualche caso clamoroso, si precisa immediatamente che non c’è relazione di causa-effetto tra vaccino ed insorgere di disturbi anche gravi. Così, mentre nella fase pre-vaccino ogni morto che risultasse positivo al virus veniva conteggiato tra i decessi per Covid, con i decessi da vaccino succede l’esatto contrario: ogni scusa è buona per escludere la correlazione. Intanto, giusto per far comprendere cosa sta veramente a cuore allo Stato in questa campagna, si è affidata la gestione della vaccinazione ad un generale, Figliuolo, distintosi per il comando delle missioni in Afghanistan ed in Kosovo, con tutto l’apparato militare e poliziesco a suo supporto, e adesso promosso pure Comandante del Comando Operativo di vertice interforze (coordinamento e direzione delle operazioni militari in Italia e all’estero) .

Tutto il clamore sollevato circa gli alti tassi di mortalità e di letalità del virus, il boicottaggio delle cure domiciliari precoci per gli ammalati, che potrebbero evitare ospedalizzazioni di massa, così come l'occultamento del carattere sperimentale dei sieri, è servito a giustificare la necessità di una vaccinazione pressoché totale della popolazione, presentandola come unica soluzione praticabile per affrontare la pandemia.

Gli scienziati, specialisti e medici in grado di curare tranquillamente i propri pazienti a casa, che esprimevano riserve e critiche crescenti tanto alla gestione della pandemia quanto alla politica della vaccinazione di massa, sono stati puntualmente denigrati e sbeffeggiati dalla stampa asservita al potere, con un unanimismo degno dei regimi esplicitamente autoritari contro cui veniamo quotidianamente sollecitati a schierarci in nome dei “nostri” valori democratici da quegli stessi media che si comportano da veri professionisti della disinformazione e della censura. Per raggiungere una fantasmagorica immunità di gregge, impossibile con questi vaccini e con questo virus, si è continuato ossessivamente a spingere le persone, con le buone e le cattive, a farsi inoculare questi farmaci, nonostante non fosse più possibile nascondere che anche i vaccinati si contagiano e sono a loro volta contagiosi, che il loro grado di presunta copertura decade dopo pochissimi mesi, e che sono sempre più diffuse le reazioni avverse anche gravi. Anzi, l’immunità di gregge è stata rilanciata come obiettivo mondiale, col tentativo di estendere la somministrazione alla popolazione di tutto il mondo. Eppure, se si vanno a guardare le statistiche (non quelle dei “complottisti”, ma dell’OMS...), si scopre che c’è una relazione inversa tra casi di contagio e diffusione di vaccini. Sappiamo che in questi casi ci si appiglia all’argomento della scarsa diffusione dei cosiddetti “tamponi” nei Paesi dove si rilevano pochi contagi, ma questa obiezione si scontra col numero di decessi per Covid, che sono molto inferiori proprio nei Paesi in cui ci sono meno vaccinati. Stessa argomentazione viene utilizzata per spingere sempre oltre la vaccinazione di massa, fino ad arrivare ai bambini dai 5 anni in su (per ora…), anche se è risaputo che tali fasce di età, se contagiate, risultano quasi completamente asintomatiche. Nella sua totale insensatezza in termini di salute individuale e collettiva, la vaccinazione dei bambini non fa che mostrare fin dove può spingersi il sadismo del potere pur di difendere gli interessi delle classi dominanti.

 

Lasciapassare obbligatorio: un dispositivo per il controllo ed il disciplinamento sociale

L’istituzione del lasciapassare obbligatorio è la misura principe di questo esperimento di disciplinamento e di controllo sociale. Se non sapremo respingerlo al mittente, questo odioso dispositivo sarà reso permanente con nuove e cangianti motivazioni, e progressivamente esteso ad altri campi ed applicazioni nel futuro che ci aspetta.

Oggi lo Stato, attraverso la gestione autoritaria della pandemia ed il green pass, sta facendo un ulteriore salto in avanti nella funzione di difensore del dominio capitalistico, gonfiando enormemente la propria presenza nella vita dei cittadini, addirittura intervenendo sulla loro libertà di circolazione nei propri stessi luoghi di residenza e imponendo un certificato per poter accedere a svariate attività normali, ludiche o lavorative, che in precedenza nessun regime aveva mai osato negare alla popolazione. Lo Stato ha dimostrato nell’ultimo anno e mezzo di poter fare e disfare, vietare e consentire, punire e perdonare ogni cittadino secondo il proprio arbitrio. Chiudere in casa l’intera popolazione, controllarne potenzialmente ogni passo della vita privata, imporgli il coprifuoco, vietarle di assembrarsi o imporre il distanziamento di un metro, contribuisce a rafforzare il potere dello Stato di imporre qualunque cosa ai propri sudditi, compresi i peggiori sacrifici. Si delinea così una situazione in cui il diritto a lavorare, ad avere agibilità politica e sindacale, e persino ad avere relazioni sociali degne di questo nome (in breve, di vivere), sarà concesso solo a chi si sottometterà docilmente ai voleri dello Stato e delle sue istituzioni, a chi ne accetterà il controllo rinunciando alla propria libertà.

Nonostante sia evidente che il green pass non ha nulla a che vedere con la tutela della salute pubblica (ammesso e non concesso che si possa accreditare questo o altri governi borghesi di avere tale obiettivo), si continua a sostenerne la necessità e l’utilità. Le palesi e strumentali misure di utilizzo di questo certificato testimoniano della sua vera funzione. Le esplicite dichiarazioni di ministri, rappresentanti politici ed “esperti”, circa l’utilizzo dell’obbligo del green pass quale misura per costringere tutti alla vaccinazione, confermano il suo ruolo di strumento per estendere il controllo capillare delle persone e rendere discrezionale la possibilità di soddisfare i più elementari bisogni umani. L’estensione dell’obbligo vaccinale ad una platea sempre più ampia di lavoratori e il varo del super green pass dimostrano la natura vessatoria di tutta la gestione della pandemia e la progressione con cui è destinata ad avanzare.

 

Questa gestione della pandemia ha ragioni profonde… e non sono sanitarie

Di fronte alla criminale gestione della pandemia, scattano spesso due reazioni opposte: per alcuni un moto di incredulità, per altri il rifugiarsi in spiegazioni complottiste. Queste, però, rimandano in fondo ad un giudizio morale ed etico sulla classe dirigente economica e politica. Anche tra coloro che denunciano pezzi di verità circa le azioni e la pianificazione di questa gestione pandemica, si finisce per indicare categorie come la sete di potere, la pura volontà di dominio, fino ad arrivare, nelle forme più estreme, al complotto satanista. Come è possibile giustificare, infatti, le incredibili azioni messe in atto in completa malafede dai nostri governanti con la scusa di tutelare la salute collettiva, mentre si opera in direzione esattamente opposta? Quali sono le ragioni che li spingono ad agire in maniera apparentemente nefasta per le stesse sorti dell'economia, che pure dicono di avere tanto a cuore?

L’accanimento nella vaccinazione totale e l’imposizione del lasciapassare si comprendono meglio se si cerca di andare un poco oltre il grande can can mediatico e si guarda al reale stato di salute dell'economia capitalistica, alle sue oramai croniche difficoltà ad alimentare i profitti e alle sue insanabili contraddizioni, che ogni tanto esplodono violente senza che le toppe utilizzate riescano a superarle stabilmente, ed agendo anzi da ulteriori amplificatori.

Senza andare troppo indietro nel tempo, tali contraddizioni si sono manifestate recentemente con la profonda crisi generale del 2007/2008. Una crisi da cui non si è mai realmente usciti, anzi, essa è stata affrontata creando nuovo debito e alimentando ulteriormente le gigantesche bolle finanziarie. Contemporaneamente si è proseguito nell'attacco alle conquiste sociali come le pensioni e la sanità pubblica, si è definitivamente smantellata la rigidità del mercato del lavoro attraverso la precarizzazione diffusa e l'incremento dello sfruttamento operaio, mentre i salari reali regredivano. Ma tutti questi provvedimenti non sono stati sufficienti a dare un vero nuovo slancio all'economia e a rimpinguare di profitti la mostruosa massa di capitale finanziario esistente. Da anni, negli organismi che raccolgono rappresentanti del grande capitale e think tank al loro servizio, si discute e si pianificano scenari adeguati ad affrontare questa situazione di crisi semi-permanente per superare gli affanni cronici dell'economia, ma soprattutto per controllare le possibili conseguenze sociali, dovute tanto al pieno dispiegarsi di una nuova crisi, quanto alle misure previste per ridare fiato alla ripresa economica. Il rapido processo della digitalizzazione, insieme alle applicazioni dell'Intelligenza Artificiale e della robotica, sono destinati a realizzare un sistema sociale assolutamente inedito in cui la schiavizzazione dell'uomo (proletari, sottoproletari, ampie stratificazioni della piccola borghesia) raggiungerà livelli del tutto nuovi. Tutto ciò, attraverso gli incredibili aumenti di produttività ottenibili, provocherà e già sta provocando una enorme massa di disoccupati, determinando un'ulteriore frantumazione del mercato del lavoro e la diffusione di condizioni lavorative ancora più precarie, consentendo un'intensificazione nell'uso della forza-lavoro senza precedenti.

Non ci troviamo perciò di fronte a uno dei tanti processi di ristrutturazione del capitalismo, ma ad una vera e propria profonda trasformazione volta a creare un controllo centralizzato della ricchezza e del potere politico del tutto inaudito. Nei progetti di alcuni dei più influenti analisti e sostenitori di tale trasformazione ci si spinge fino a mettere in discussione lo stesso concetto di essere umano, non più concepito come lo conosciamo, ma come un ibrido uomo-macchina che viene visto come il fulcro dell'avvento di un'era nuova, in cui l'umanità supererebbe i limiti fisici dettati dalla sua natura vivente.

Tali necessità e progetti capitalistici hanno subito una rapida accelerazione per il prospettarsi di una nuova grande recessione. Nelle seconda metà del 2019, infatti, tutti i principali indicatori economici segnalavano una recessione industriale in alcuni dei principali Paesi occidentali, la caduta del commercio internazionale e l'esplosione del debito, sia pubblico che privato, a livelli superiori a quelli raggiunti nel 2008, con la possibilità di una nuova implosione a breve tempo.

Alle classi dirigenti delle potenze imperialiste del pianeta era chiaro che si stava entrando in una recessione ancora peggiore di quella del 2008, e pertanto serviva innanzitutto un colpevole su cui far ricadere la responsabilità della crisi economica: se nella crisi precedente la popolazione trovò il colpevole nelle banche, negli speculatori malvagi, ecc., oggi questa crisi economica potrà diventare, grazie a questa abile manovra internazionale, la “crisi economica causata dal coronavirus”. Da questo punto di vista diventa secondario, anche se non irrilevante, stabilire le origini e le cause del nuovo virus. Quello che conta è l'utilizzo che ne è stato fatto, che ha prodotto un salto di qualità nel controllo sociale da parte del potere, da ottenere, appunto, attraverso la gestione autoritaria dell’emergenza, per abituare fin da ora lavoratori e masse popolari a comportamenti caratterizzati dall’obbedienza, pena l’emarginazione. Il dominio del capitale sulla forza-lavoro, che storicamente si è espresso essenzialmente nei luoghi di produzione, oggi deve estendersi ad ogni aspetto della vita dei salariati (e non solo).

In nome dell'emergenza pandemica, non solo si affinano i dispositivi per rendere stabili e permanenti il disciplinamento ed il controllo sociale, ma si predispongono anche i mezzi economici e finanziari per implementare, accelerandone i tempi, la nuova ristrutturazione economica e sociale con l’iniezione di nuovi capitali (attraverso il Recovery Fund europeo, in Italia declinato nel PNRR) per aumentare la produttività (Industria 4.0, robotizzazione, telemedicina, ecc.) e tagliare ulteriormente i settori non produttivi di profitto (si veda ad esempio la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione). Da tale ristrutturazione saranno ulteriormente e violentemente investiti anche i settori artigianali e del piccolo commercio, attraverso la digitalizzazione spinta destinata a rendere proibitivi i costi per stare sul mercato, favorendo in questo modo una ulteriore centralizzazione del capitale e una massiccia proletarizzazione e impoverimento di ampi strati della piccola borghesia.

Lo scenario appena descritto non prefigura però un futuro guidato in maniera concorde da parte delle maggiori potenze mondiali. Anche se in questa fase vi è stata una sostanziale convergenza circa la gestione della pandemia, dettata dai rischi imminenti di una crisi di dimensioni eccezionali, permangono divisioni ed interessi divaricati tra varie fazioni di capitale e tra i diversi capitali nazionali. La natura caotica del capitalismo comporta fisiologicamente situazioni in cui alla collaborazione occasionale si alternano o si accompagnano forti elementi di competizione, destinati potenzialmente a deflagrare anche in scontri per affermare la supremazia di una fazione rispetto ad altre, a tentativi di scaricare i costi della crisi sui propri concorrenti e persino ad annichilire le capacità industriali dei propri rivali attraverso conflitti militari. Pur senza immaginare la meccanica riproposizione di dinamiche già verificatesi nel corso del secolo passato, si tratta di essere consapevoli della permanenza ineliminabile dell'aspetto competitivo tra diversi settori economici e diversi interessi geopolitici, che già oggi è possibile vedere in atto.

 

Un importante movimento di massa contro la gestione autoritaria della pandemia

All’inizio della diffusione dell’epidemia ha prevalso un senso di smarrimento e di angoscia collettiva dovuto alla scarsa informazione, ma soprattutto alla disinformazione ed al terrorismo mediatico sparso a piene mani. Tutto ciò ha portato la stragrande maggioranza della popolazione ad accettare i vari provvedimenti di confinamento e di distanziamento sociale come male necessario per la difesa della salute propria e dell’intera comunità sociale, persino con un certo grado di fiducia e di reciproca solidarietà (ce la faremo, andrà tutto bene, ecc., ecc.). Mano a mano che si evidenziavano le misure arbitrarie ed ingiustificate prese dal governo e gli effetti sociali in termini di posti di lavoro, di fallimento di piccole aziende artigianali e commerciali, l’accettazione passiva della narrazione dominante ha cominciato a subire notevoli incrinature facendo aumentare le voci di dissenso. I primi movimenti anche di piazza hanno coinvolto principalmente proprio i settori sociali più immediatamente colpiti sul piano economico (ristoratori, commercianti, ecc.) dalle misure restrittive, che rivendicavano il risarcimento per le perdite subite. Gran parte di essi individuavano come propri interlocutori privilegiati sul piano istituzionale i partiti della destra, in particolare la Lega e Fratelli d’Italia, che sia pure con atteggiamenti ondivaghi, sembravano voler dare voce al malessere espresso da questi settori. Quando si è capito che, sia pure in maniera inadeguata, il governo avrebbe provveduto a compensare almeno una parte dei mancati incassi, questo tipo di proteste si sono drasticamente ridimensionate. Ma già in questa fase si delineava un altro tipo di dissenso che contestava le misure arbitrarie del governo, in particolare per le scuole, con la generalizzazione della didattica a distanza e contro le forme più estreme di lockdown, come il divieto di circolazione tranne che per recarsi al lavoro. La misura che però ha acceso la miccia di metà estate del ’21, con proteste di piazza in tutte le grandi e medie città, è stata l’introduzione del green pass obbligatorio per poter accedere a tutta una serie di attività lavorative e di socialità.

È stato subito evidente che la gran parte dei partecipanti alle mobilitazioni del sabato erano di estrazione sociale essenzialmente diversa dalle manifestazioni del precedente ciclo. Soprattutto esse erano molto più partecipate e vedevano attivizzarsi lavoratori dipendenti del pubblico impiego e del settore privato con una forte prevalenza di proletari, sia pure come individui piuttosto che come classe consapevole di avere interessi distinti e contrapposti a quelli della classe dominante e dallo Stato. In particolare il dissenso era concentrato sul carattere manifestamente vessatorio dell’obbligo del green pass, come misura subdola per costringere le persone a vaccinarsi e più in generale come strumento di controllo sociale e tecnologico. Contemporaneamente cominciava ad essere messa in discussione tutta la narrativa predominante costruita intorno alla pandemia e, pur restando spesso confinata in una denuncia generica dei poteri forti nazionali ed internazionali, oppure delle multinazionali di Big Pharma e Big Tech, maturava una ostilità contro i poteri dello Stato e contro le istituzioni.

Anche in questo ciclo di lotte la destra estrema ha provato a giocare un ruolo significativo ma, per conoscenza diretta, possiamo affermare che, tranne in alcune mobilitazioni romane, i fascisti di tutte le tendenze sono praticamente assenti o del tutto marginali in queste piazze. Certo, vi prevale un sentimento genericamente sovranista e cittadinista, ma pensiamo che ciò sia praticamente inevitabile nella fase iniziale di un movimento nato nel deserto più totale di ogni tradizione del movimento operaio organizzato e nella latitanza, quando non nell’aperta ostilità, di quasi tutte le forze sindacali e politiche della sinistra antagonista. Del resto non ci pare che nei luoghi di lavoro e persino nelle sempre più rare mobilitazioni di lotta prevalgano sentimenti diversi. Noi continuiamo a ritenere che non è importante cosa pensa nella sua testa ogni singolo proletario che si mette in movimento, ma quello che sarà costretto a fare qualora voglia reagire con determinazione e con il proprio protagonismo contro una palese ingiustizia e contro l’oppressione ritenuta intollerabile. Se lo scontro intercapitalistico che raggiunge anche i piani alti del capitale (con il conflitto sempre più aperto tra settori più arretrati e altri tecnologicamenti più avanzati e dipinti di verde), non fa che rafforzare le tendenze populiste, sovraniste e di destra, i militanti anticapitalisti e i proletari coscienti hanno oggi il compito di riorientare questa rabbia in un senso di classe, strappandola il più possibile alle sirene della Reazione.

Quello che d’importante è emerso in queste mobilitazioni è il bisogno di comunità e partecipazione, la riconquista di spazi di socialità con persone che condividono la stessa voglia di opporsi alle misure governative e alla narrazione dominante, ma soprattutto la convinzione di doverlo fare con un’attivizzazione in prima persona, con il proprio protagonismo, e la ferma intenzione di praticarlo. Non è questa la sede per approfondire ulteriormente le caratteristiche del movimento in corso. Chi abbia anche solo marginalmente frequentato queste piazze senza pregiudizi ideologici, dovrebbe riconoscere che esse contengono enormi potenzialità, e che possono essere la premessa per una importante ripresa della lotta di massa contro gli effetti del dominio capitalistico e le sue espressioni politiche.

 

Il completo naufragio delle tendenze della sinistra antagonista e di classe

Quello che invece si è dovuto registrare in questa vicenda della pandemia è stato il completo naufragio della stragrande maggioranza delle tendenze politiche e sindacali della sinistra che si autodefinisce di classe ed antagonista. In primo luogo vi è stata la sostanziale adesione alla narrazione dominante sulla gravità dell'epidemia e quindi l’accettazione acritica di tutte le misure restrittive messe in campo dal governo. In molti casi si è arrivati a richiedere misure ancora più draconiane, accusando il governo di non fare conseguentemente il proprio dovere per proteggere la salute e la vita dei propri cittadini. Il massimo di azione politica espresso nella prima fase della pandemia da parte di tanti attivisti e centri sociali è stata quella di mettere in piedi iniziative di sostegno per chi era rinchiuso in casa senza possibilità di procurarsi i beni essenziali. Una attività tipica della protezione civile e delle istituzioni civili e religiose di carità, che ha fatto da prodromo all’accettazione altrettanto acritica della scelta della vaccinazione di massa come unica soluzione possibile per contrastare il contagio, con la più bieca subordinazione, al limite della venerazione, per la scienza in generale e in particolare per quella medica dispensata dagli “esperti” sponsorizzati dal governo e dai media mainstream.

Avendo accettato ed introiettato in precedenza tutta la narrativa istituzionale su Covid e vaccini, tutta questa (presunta) sinistra si è trovata spiazzata di fronte alle mobilitazioni contro l’obbligo vaccinale ed il rifiuto del green pass. Invece di ripensare alle stupidaggini che si era bevuta e riconsiderarle, almeno alla luce degli ulteriori sviluppi della gestione della pandemia, si è scatenata una vera e propria campagna di ostilità e denigrazione contro le piazze, senza mai avere nemmeno la curiosità di andare a verificare di persona che cosa stesse realmente avvenendo. Si è dato vita ad un festival di motivazioni ed argomentazioni che avrebbero dovuto legittimare la propria assenza dalle mobilitazioni in corso. Prima c’è stato l’alibi che le mobilitazioni fossero gestite dai fascisti, poi quello secondo cui in piazza scendeva la piccola borghesia che inneggiava alla libertà, sottintendendo che si invocava la libertà di poter sfruttare e di poter fare egoisticamente ed individualisticamente i propri comodi in contrasto con gli interessi collettivi e di classe che, evidentemente, si presumeva fossero invece rappresentati dai provvedimenti presi dallo Stato borghese. Il tutto si alternava alle accuse verso i partecipanti alle manifestazioni di essere “complottisti” e “No vax”, non solo ripetendo pappagallescamente gli epiteti branditi dalla stampa borghese, ma usandoli come il massimo di dispregio possibile e con una virulenza degna di ben altra causa. Che si trattasse della stessa narrativa proposta dal governo e dai mass media borghesi non creava nessun imbarazzo a questi tristi figuri, al massimo si riteneva di potersene distinguere mettendo in evidenza le responsabilità dei governi che si sono succeduti nello smantellare la sanità pubblica nel corso degli anni precedenti. Quando era oramai riconosciuto dalla stessa informazione di Stato che in piazza vi fosse una consistente presenza di proletari, come nel caso di Trieste, Genova, Milano, Torino ecc., si è dato cenno di un tenue ripensamento, ma si è insistito a raccontarsi la stessa favola secondo cui i portuali sarebbero stati dei fascisti mascherati o, in alternativa, si sarebbero fatti strumentalizzare dai soliti “complottisti e No Vax”. Senza provare vergogna nel trovarsi in compagnia dei rappresentanti del grande capitale e dei sindacati istituzionali, molti sinistrorsi si sono espressi esplicitamente per l’obbligo vaccinale, mentre i più cauti continuavano a ribadire la loro fede nel vaccino salvifico e parlavano di convincere con le buone i proletari della necessità e dell’utilità di farsi inoculare dei farmaci biotecnologici.

Stesso atteggiamento si è avuto di fronte all’obbligo del green pass e la costrizione per chi non era vaccinato a doversi sottoporre ad un trattamento sanitario obbligatorio ogni due giorni, con tamponi che certificassero la propria non contagiosità persino per poter andare a lavorare. In questo caso, soprattutto tra le file del sindacalismo alternativo, spesso su sollecitazione dei propri iscritti, sono cominciate ad emergere le prime timide prese di posizione che in ogni caso non mettevano in discussione l’utilizzo della certificazione verde, ma al massimo richiedevano la gratuità dei tamponi. Infatti, fatta salva l’eccezione del SOL Cobas e di qualche sezione territoriale o aziendale degli altri sindacati, in nessuno testo o presa di posizione ufficiale diffusa in questi mesi dai vertici delle organizzazioni, anche quando si esordiva con il NO al green pass, è possibile trovare una sola parola che ne rivendicasse il ritiro puro e semplice.

 

Rafforziamo una presenza classista nella lotta contro la gestione autoritaria della pandemia

Fortunatamente, organizzazioni ufficiali a parte, non tutti gli attivisti hanno avuto questo rigurgito di adesione ed immedesimazione nella politica statale e con la sua propaganda. Molti compagni, spinti sia dalla rabbia contro quello che stava accadendo, sia per curiosità, nelle piazze ci sono andati ed hanno potuto verificare quanto fosse falsa la narrazione dominante, pur trovandosi di fronte a delle mobilitazioni del tutto atipiche rispetto a quelle, rituali ma spente, che erano abituati a frequentare. Si è scoperto così che la stessa rabbia e curiosità animava anche altri compagni ed è scattata la molla di voler essere presenti in quelle piazze ed in quel movimento non come osservatori passivi, ma come protagonisti, portando il proprio contributo di esperienza e di militanza per far emergere un punto di vista classista in tema di denuncia e di opposizione alla gestione della pandemia. In tal modo sono nati comitati e gruppi di intervento in tutte le principali città, soprattutto del nord, dove erano più consistenti sia la dimensione delle mobilitazioni, sia la presenza del proletariato di fabbrica. Le esperienze più significative sono quelle che hanno cercato di legare le rivendicazioni dei lavoratori a quelle contro la gestione autoritaria della pandemia, nella consapevolezza che solo la mobilitazione dei lavoratori stessi, che sono quelli che creano la ricchezza, può contribuire a cambiare i rapporti di forza in campo; si sono così costituite assemblee di lavoratori contro il green pass e l’obbligo vaccinale che, in alcune città, sono diventati punti di riferimento delle manifestazioni e oggi costituiscono ambiti di organizzazione di proletari che restano attivi al di là degli alti e bassi delle specifiche mobilitazioni. Ma si è anche avvertita la necessità di verificare cosa avveniva in altri territori e la possibilità di stabilire contatti e relazioni per provare a scambiarsi le reciproche esperienze e riflessioni. Da questi contatti ha preso avvio la piccola rete di realtà locali che abbiamo denominato Assemblea militante, con compagni provenienti dalle più diverse esperienze politiche, anche se tutti afferenti al movimento di classe anticapitalista.

Ci muove la consapevolezza di trovarci di fronte ad un attacco incredibile da parte capitalistica, di cui la gestione della pandemia è solo uno dei passaggi che dovremo affrontare.

Ci muove la convinzione che il movimento (internazionale!) contro la gestione della pandemia, l’obbligo vaccinale, l’imposizione dei passaporti per ogni attività vitale con il correlato controllo dello Stato sulla vita lavorativa, politica, sindacale, affettiva, ludica, ecc. di ognuno, sia un primo significativo momento di resistenza (nonostante i suoi evidenti e comprensibili limiti) a un nuovo profondo attacco del capitale al proletariato, ai ceti medi impoveriti, ai popoli oppressi del mondo, per cercare di scuotersi dalla crisi che lo attanaglia da decenni.

Ci muove il convincimento che si apre un terreno di scontro che mette alla prova la capacità di resistenza del proletariato, ma schiude anche la porta alla possibilità che assuma su di sé il compito storico di liberare se stesso dall’oppressione e dallo sfruttamento per liberare, insieme, tutta l’umanità dalla schiavitù del capitale.

Ci muove l'intenzione di contribuire a dare continuità a questo movimento anche se esso oggi è in difficoltà e le mobilitazioni non hanno fermato la corsa del governo all’obbligo vaccinale, all’estensione del green pass, ai divieti e ai controlli generalizzati. Tuttavia i semi gettati possono fiorire e far riprendere la mobilitazione con nuova e maggiore forza contro i nuovi obblighi vaccinali, le nuove dosi verso cui cresce la diffidenza, e, soprattutto, contro la vaccinazione del bambini, la più inutile di tutte (visti gli scarsissimi danni che il virus procura a quelle età). Provvedimenti che vengono imposti per obiettivi esclusivamente politici: accrescere la platea di sperimentazione per Big Pharma, aumentare la platea del controllo digitale della popolazione, nell’interesse di Big Tech e dello Stato, abituare tutti a conformarsi alle sue imposizioni, sottomettendovi anche la salute dei figli, in cambio della sua benevolenza e amorevole assistenza.

Ci muove la certezza che quanto più sarà data battaglia, soprattutto dal proletariato, contro gestione pandemica, “vaccini”, green pass, ecc. tanto più si sarà pronti a contrastare anche i nuovi drammatici passaggi che si preparano (non solo in Italia...) al fine di salvare il capitale dalla sua irrisolta crisi, e i cui primi effetti già sono già visibili (aumento delle bollette, libertà di licenziare, ulteriore estensione della precarietà, ecc.). Non abbiamo alcuna intenzione di fomentare a nostra volta una contrapposizione tra vaccinati e non, ma di sostenere le mobilitazioni di tutti i lavoratori contro le conseguenze del dominio del capitale in tutte le sue manifestazioni, sottolineando la centralità della svolta autoritaria in corso e la necessità dell'opposizione politica ad essa per potersi difendere adeguatamente anche sul terreno delle condizioni immediate di vita e di lavoro.

Invitiamo pertanto tutti gli attivisti, sia collocati in gruppi sindacali o organismi territoriali, sia i singoli compagni, che condividono le valutazioni espresse in questo testo, a collegarsi alla nostra rete, non per dare vita all'ennesimo gruppo politico e sindacale in cerca di un proprio spazio politico o rinunciando alle attuali collocazioni, ma per avere uno spazio di condivisione e di azione che ci consenta di relazionarci meglio alle reazioni presenti e future contro il complessivo attacco capitalistico. Così potremo insieme dare maggiore forza ad una prospettiva classista ed anticapitalista alle mobilitazioni in corso e ai futuri tornanti dello scontro di classe che necessariamente vedranno tornare al centro lo scontro capitale-lavoro, sia pure sotto le nuove condizioni imposte dall'attacco capitalistico, che pone oggettivamente le basi per rendere più urgente ed attuale che mai la secca alternativa tra capitalismo e comunismo.

Dicembre 2021
Assemblea militante 
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Comments

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Andrea
Saturday, 08 January 2022 09:58
Buongiorno, ho trovato l’articolo interessante, a tratti molto condivisibile nei contenuti. Non altrettanto nel linguaggio che viene adoperato, nel linguaggio per esempio utilizzato nella introduzione a questo articolo. Ora leggerò qualche altro articolo per capire meglio se tutto il blog ha questo impostazione oppure no.
Mi spiego meglio. Dipende dall’obiettivo che vi proponete.
A mio parere l’obiettivo dovrebbe essere quello di diffondere queste idee e trovare adesioni in un numero maggiore possibile di persone. Obiettivo semplice e chiaro. I contenuti, ripeto, ci sono. In qualche passaggio il ragionamento appare un po’ frettoloso, come se si dovesse per forza arrivare ad una conclusione già predefinita, ma nella sostanza io ritengo condivisibili gli argomenti. Ma il linguaggio a mio parere non consentirà sicuramente il raggiungimento dell’obiettivo. Perché presuppone una cultura, una preparazione troppo specifica…. È un linguaggio quasi autoreferenziale. Va bene per una ristrettissima cerchia di persone.
Abbiamo invece bisogno di un approccio diverso, a mio parere, che dia una possibilità concreta di riportare in superficie concetti ormai dimenticati ma sempre più che mai attuali…..
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Aniello
Tuesday, 04 January 2022 20:41
Sono d'accordo la scintilla di questa protesta e` pronta a riemergere in tutta la sua dirompenza; perché chi ha frequentato le piazze non può
non essersi accorto della varietà di partecipazione, d'altronde parliamo
di un attacco a quasi ogni ordine sociale (ovviamente una persona ricca
lo rintuzza meglio ma se un calciatore si fa il vaccino si trova nella stessa
situazione...).Personalmente mi ero anche accorto della presa di posizione
di ambienti distanti politicamente ma che convergevano in quanto a
critica sulla pandemia ( sinistrainrete, Maurizio Blondet, la nuova bussola quotidiana, la cruna dell'ago ecc) quindi con tutto il popolo unito e solidale
si vince questa guerra! Per quanto riguarda i presunti " terrapiattisti "
vorrei stimolare la vostra curiosità: la Treccani parla di territorio oltre il
ghiaccio grande tre volte la Francia, mi sembra un buon punto di partenza.
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Kautsky???
Tuesday, 04 January 2022 17:01
«Il problema, cari riduttori del marxismo al kaustkismo, che il modo in cui il capitale provvede al suo bisogno immediato di forza lavoro, dunque a prevedere per esempio un modello di SSN che tuteli la salute dell'operaio, questo metodo rafforza la sottomissione della vita operaia alla mera necessità di produzione del valore. Questo è il punto.» (Cit.)

Il problema, al di là della tua evidente inimicizia nei confronti della sintassi, è che certamente la riproduzione della forza-lavoro ne riproduce anche la sottomissione: è una banalità di base (Marx, Capitale, Libro I); ma questo non significa che la forza-lavoro debba abdicare alla propria riproduzione rinunciando ad usufruire di un sistema sanitario pubblico o ad altre componenti del suo "salario indiretto"; tanto varrebbe allora chiedere ai proletari, o a quelli almeno che hanno la dubbia fortuna di possedere un impiego, di rinunciare al proprio salario, ti pare? Allora perché non suicidarci tutti, o andare a vivere in mezzo ai boschi cibandoci di pigne secche, per sottrarci alla "mera produzione di valore" - altrimenti detta sfruttamento [che è per l'appunto la definizione di base del proletariato, anche se non coincide pienamente con esso, essendo il proletariato la classe dei "senza riserve"]?!? O pensiamo davvero che ci possa essere altro per i proletari in questa società di merda - per esempio la possibilità di costituirsi in "comunità alternativa al capitale e allo stato", o consimili amenità?!

Kautsky votò i crediti di guerra perché - ahimè! - in quel dato momento storico, il grosso della classe operaia tedesca era con lui - come del resto la maggior parte delle "classi operaie", a quell'epoca, si accodarono ai rispettivi capitali nazionali, e non perché improvvisamente inebetite dalla propaganda imperialista, ma sulla base di precise condizioni materiali. La collocazione del proletariato all'interno della società del capitale è contraddittoria - e dunque foriera di un potenziale rovesciamento rivoluzionario - proprio in virtù del fatto che non si pone in un rapporto di mera opposizione o antagonismo rispetto al capitale, ma anche in un rapporto di unità o implicazione reciproca: la riproduzione dell'uno non va senza la riproduzione dell'altro - e viceversa. Il voto dei crediti di guerra, in Germania, nell'agosto del 1914, sfociò nel macello proletario della Prima Guerra Mondiale. Oggi, paradossalmente, è proprio chi pretende opporsi al capitale e al suo stato, e si atteggia ad "eretico" o a "sovversivo", perché rifiuta la vaccinazione o contesta l'introduzione del Green Pass, che implicitamente auspica il massacro del proletariato in nome di una petizione di principio.

Come si vede, il paragone tra i DPCM e i "crediti di guerra" di kautskiana memoria, non regge nemmeno per un istante. E rende difficile distinguere chi lo sostiene, dagli industriali e dal personale politico di ogni colore, che all'inizio della pandemia fecero di tutto per impedire qualunque tipo di restrizione e misura anti-contagio. Ci si è già dimenticati di quando, tra febbraio e marzo 2020, con mirabile sintonia bipartisan, Salvini e Zingaretti, Gori e Fontana, e altri loro colleghi di ogni colore, invitavano la popolazione a "non chiudersi in casa", a comprare nei negozi, e a continuare ad affollare i bar all'ora dell'aperitivo come se nulla fosse? O quando Confindustria fece di tutto per impedire l'istituzione della "zona rossa" nella bergamasca, dove già si moriva come mosche? O di come i "nostri" imprenditori usarono ogni mezzo (dalle pressioni sul governo fino alla modifica fraudolenta dei codici Ateco) per non dover chiudere le loro aziende.

Se è vero - come è vero - che esiste una contraddizione tra l'esigenza dello stato, in quanto "capitalista ideale collettivo", di garantire la riproduzione (allargata) della forza-lavoro come condizione necessaria all'accumulazione del capitale, da un lato, e quella di garantire la redditività del capitale privato sul breve/medio periodo, dall'altro, è evidente che - come ho già scritto - chi esprime certe posizioni "negazioniste" o "relativiste" rispetto alla pandemia, non fa che sposare, e sublimare ideologicamente, uno dei due corni del dilemma: quello, precisamente, più esiziale per i proletari.
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Post Scriptum
Tuesday, 04 January 2022 17:45
Aggiungo che, se è vero che la guerra è storicamente uno dei mezzi attraverso i quali il "capitale sociale complessivo" distrugge le forze produttive in eccesso (ivi inclusa la forza-lavoro), creando in tal modo le condizioni per rilanciare l'accumulazione, non si è mai dato che un singolo stato - in quanto rappresentante del capitale facente base in una data area geografica - abbia distrutto LE SUE PROPRIE forze produttive. La guerra è sempre il risultato della concorrenza intercapitalistica / interimperialistica tra capitali e tra stati, e non di una qualche cospirazione capitalistica globale. Vedere nella gestione statale della pandemia, nei paesi capitalisticamente avanzati, il deliberato tentativo di eliminare una parte della popolazione proletaria eccedente, va ben oltre il limite del grottesco. Che dire, allora, di quei paesi in cui, vuoi per mancanza di risorse economiche, vuoi per i limiti strutturali dei sistemi sanitari pubblici (talvolta pressoché inesistenti), vuoi per le resistenze dei rispettivi governi (leggi: Trump, Bolsonaro etc.), le campagne vaccinali hanno proceduto a rilento, o non sono addirittura mai partite, e le misure anti-contagio sono state adottate - quando sono state adottate - in maniera a dir poco lasca? In questi paesi, non sono forse soprattutto i proletari e le fasce più povere della popolazione - per ovvie ragioni legate alle loro condizioni di vita e di lavoro - ad essersi ammalate e ad essere morte in maggior numero?
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P. P. S.
Tuesday, 04 January 2022 18:13
Il "Post Scriptum" che precede, si riferisce evidentemente a chi pretende tenere insieme l'ipotesi fantapolitica della pandemia come strumento di gestione della popolazione proletaria eccedente, e la critica delle vaccinazioni e delle altre misure anti-contagio in quanto tali.
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cheperditaditempo
Tuesday, 04 January 2022 20:13
"ma questo non significa che la forza-lavoro debba abdicare alla propria riproduzione rinunciando ad usufruire di un sistema sanitario pubblico o ad altre componenti del suo "salario indiretto"; tanto varrebbe allora chiedere ai proletari, o a quelli almeno che hanno la dubbia fortuna di possedere un impiego, di rinunciare al proprio salario, ti pare? Allora perché non suicidarci tutti, o andare a vivere in mezzo ai boschi cibandoci di pigne secche, per sottrarci alla "mera produzione di valore" - altrimenti detta sfruttamento [che è per l'appunto la definizione di base del proletariato, anche se non coincide pienamente con esso, essendo il proletariato la classe dei "senza riserve"]?!? O pensiamo davvero che ci possa essere altro per i proletari in questa società di merda - per esempio la possibilità di costituirsi in "comunità alternativa al capitale e allo stato", o consimili amenità?!"

Infatti, ma la un conto è che il proletariato lotta per la difesa delle proprie condizioni di vita, un'altra che lo si voglia consegnato mani e piedi allo stato. Davvero la sintassi non sarà il mio forte, ma per te la dialettica è quella della piccola bottega di lotta comunista. Te salut!
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Jateve a cucca'!
Tuesday, 04 January 2022 23:29
Hai ragione: solo due anni fa il proletariato rivoluzionario mondiale era pronto ad insorgere! Questa dannata pandemia proprio non ci voleva! È solo grazie a essa, debitamente ingigantita dal terrorismo mediatico, che lo Stato e il Capitale hanno potuto imporre la loro disciplina di ferro e instaurare il loro terribile controllo sociale sui proletari attraverso vaccini e green pass! E quegli stolti ci sono cascati! Mannaggia! A 'sto giro eravamo proprio lì lì per farcela! Vabbe', sarà per il prossimo film... di fantascienza. Ma jateve a cucca'!
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AlsOb
Tuesday, 04 January 2022 16:33
Lo scritto, al di la di circostanziali critiche che eventualmente possono sollevarsi, sulla base di sensibilità soggettive, in merito a alcune scelte di usi terminologici e di rilievo gerarchico concessso a determinati aspetti, per concentrarsi principalmente sulla specificità della gestione della pandemia, definita autoritaria, si presenta come sufficientemente logicamente congetturato.
Anche la tesi centrale della marcata accentuazione degli elementi di dispotismo viene sostenuta con uno sforzo di manifestare un atteggiamento e giudizio di documentata oggettività e equilibrio, nonostante magari qualche ingenuità.
È incontrovertibile il fatto che la modesta classe dirigente italiana attuale sia passata da una iniziale esitazione e sottovalutazione del virus a una totale e acritica adesione al modello Trump, che ponendo in primo piano l'attenzione sui costi economici e finanziari capitalistici e sulla necessità di difendere i consumi e una forza lavoro che non si ammali o muoia troppo presto, ha puntato esclusivamente sui massicci investimenti sulla terapia sperimentale detta vaccinale.
Sono pertanto pretestuose e infondate le critiche che riflettono o il sistematico pregiudizio o il triviale ricorso all'applicazione del logoro straw man argument.
Una nota in merito al riferimento alla crisi del 2007-08, che simbolicamente e praticamente segna il passaggio al capitalismo della autonomizzazione del capitale fittizio e della moneta fittizia, caratterizzato da una struttura organizzativa e di potere dispotico neofeudale: la mancanza di risposte keynesiane e di welfare non è conseguenza di una incontrastabile e immanente essenza del capitalismo finanziario schiavistico ma della situazione a cui sono giunti i rapporti di forza, la classe dominante ha approffittato della crisi per accentuare gli aspetti sistemici neoliberali e di globalizzazione finanziaria. Non è un caso che l'amministratore di patrimoni di una decina di trilioni di dollari funga allo stesso tempo da gestore di acquisti azionari e affini per conto della FED, fornisca all'amministrazione americana almeno tre specialisti in economia in posti chiave e che su invito della famigerata commissione europea si occupi delle politiche verdi o di decarbonizzazione. Dovrebbe essere evidente che quanto più salgono i trilioni per i gestori di patrimoni, tanto più diminuiscono il ruolo e i soldi dello stato sociale per le classi sociali inferiori. Accanto quindi alla disanima della gestione della pandemia, che suggerisce una propedeutici hità a consolidate pratiche dispotiche, le classi inferiori, lasciando da parte credenze in velleitarie rivoluzioni o catartiche crisi, dovrebbero pure occuparsi più incisivamente e prima che sia troppo tardi, della gestione finanziaria, che costruisce la robusta intelaiatura del capitalismo finanziario medievale contemporaneo e suo potere dispotico.

Per quanto riguarda il contributo o regalo greco, con un pizzico di esagerazione e ingenerosità, forse, verrebbe da dire che si tratta di una barzelletta.
Sulla base di tre apodittici sacri assiomi, della conoscenza che i capitalisti vogliono gli sfruttati vivi (meglio non oltre i sessanta), della esclusiva conoscenza della comunità vera reale contro quella fittizia e della conoscenza privilegiata del vuoto dell'autonomia individuale davanti alla minaccia collettiva, gli esimi con qualche illogicità e contraddizione riescono a compilare quello che appare un volantino di propaganda del consorzio di capitalisti della terra martoriata greca, alla quale Mario Draghi tolse i rifinanziamenti per ragioni disciplinari e nella quale il primo ministro indisse un referendum convinto di perderlo, per vincerlo suo malgrado e successivamente negarlo, per la serie della effettiva dimostrazione della realtà della negazione e della negazione della realtà.
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L'IGNORANTE
Tuesday, 04 January 2022 11:58
Della negazione della reale negazione della negazione del reale.

Ho letto, da grave ignorante quale sono, il documento dei greci (?) tradotto e condiviso da

infoaut e... che dire: a parte che la preoccupazione principale (o forse esclusiva) degli autori

mi sembra sia quella di proporsi come unici rappresentanti legittimi di una “chiesa

dell’autonomia” (di stato) a gruppi e soggettività della loro “area storica” che hanno deciso di

ricominciare a “pensare con la propria testa” (combattere l’eresia!), nel merito, a parte una

indecorosa e prolissa esibizione di strabilianti esercizi di logica del concetto (dialettica

ideale) della reale negazione della negazione del reale legata ad imprecisati “dati di realtà”

(quali?) degna del peggior soggettivismo parassitario, si riduce alle seguenti affermazioni di

principio:

“Come abbiamo dimostrato qui, la nostra posizione nei confronti delle misure e dei vaccini

non è il risultato dell’essere diventati improvvisamente esperti di epidemiologia – anche se

questo non significa non essere in grado di comprendere i risultati di questa disciplina. Essa

deriva essenzialmente dallo studio del ruolo storico del meccanismo statale, dal punto di

vista di un approccio complesso alla scienza all’interno di una società capitalista e da una

posizione comunista rispetto alla questione dell’esistenza collettiva”.

Quindi comunista è: 1) la lotta per vaccinare anche tutti i “negretti e morti di fame” di tutto il

villaggio globale “che il capitale tratta come surplus”; 2) la lotta per vaccinare tutti i proletari

delle metropoli “alla luce delle disposizioni statali atte a garantire la riproduzione allargata e

a buon mercato di una forza lavoro sana e produttiva”!

Nunv’arripijatepiù!
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Delirium Tremens
Tuesday, 04 January 2022 12:26
A tutti coloro che si beano della loro immagine narcisistica di supposti "eretici", ma che si limitano, in realtà, a sposare e sublimare uno dei due corni del dilemma capitalistico (riproduzione allargata della forza-lavoro, condizione necessaria all'accumulazione del capitale, O interessi immediati del capitale privato), trovandosi così in eletta compagnia con bottegai, imprenditori, fricchettoni new-age, accademici alla Agamben, neofascisti ed (ex) capi di Stato come Trump o Bolsonaro:

«È evidente che la scienza moderna in generale, e quella medica in particolare, sono informate fin dentro i loro princìpi epistemologici dalle relazioni sociali all'interno delle quali sono nate e si sono sviluppate, ergo, rispondono a bisogni strettamente capitalistici. Ma, puta caso, tra i bisogni capitaistici c'è anche la riproduzione di una forza-lavoro sana e produttiva ("bisogni proletari"). Per quanto essa possa essere contraddittoria, non esiste, e non può esistere, all'interno dell'attuale modo di produzione - data l'implicazione reciproca delle sue due classi fondamentali - un'alternativa a questa riproduzione e alle sue modalità capitalistiche, ivi inclusi gli aspetti sanitari che ne sono parte integrante. Salvo ricadere nella visione gradualista, più o meno apertamente riformistica - vecchio vizio della sinistra cosiddetta rivoluzionaria e/o antagonista - per cui sarebbe possibile la costituzione di rapporti sociali "altri" (e quindi anche di una scienza e di una medicina "altre") all'interno della società capitalistica. Dicesi: "ideologia dell'alternativa".»
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Mario Galati
Tuesday, 04 January 2022 16:01
Se ne deduce, perciò, che i capitalisti sono prodighi di cure amorevoli per i lavoratori. Possiamo stare tranquilli, essi organizzano il sistema sanitario migliore per i lavoratori e predispongono le più efficaci misure di sicurezza contro gli infortuni sul lavoro.
Engels e Marx non se ne erano accorti. Marx aveva compreso che, per es., le leggi dello stato capitalistico per ridurre entro certi limiti la giornata lavorativa e migliorare le condizioni di lavoro erano dettate dalla necessità di garantire la produzione e la riproduzione della forza lavoro. Ma per Marx questa necessità è in dialettica contraddizione con l'oggettiva "brama" dei capitalisti, personificazione del capitale, di estorcere quanto più plusvalore possibile, con tutti i mezzi.
Questa contraddizione scompare dal ragionamento di delirium tremens e ci appare la tendenza capitalistica a prendersi senz'altro cura dei lavoratori. Mi sento tranquillo e rincuorato per la mia salute: i capitalisti vegliano su di noi.
E lasciamo perdere le conseguenze legate a condizioni di sovrappopolazione relativa della forza lavoro.
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Noi non abbiamo patria
Tuesday, 04 January 2022 15:43
e quindi? A Bernstein, "il movimento è tutto" - ossia il movimento progressivo del modo di produzione capitalistico, mentre "il fine è nulla" - ossia la rivoluzione sociale antagonista alla società capitalista ed ai suoi rapporti di produzione, proponi appunto, l'ortodossia di Kaustky che fedele a Marx nel frattempo seguì disciplinatamente il corso del capitale in attesa della maturità della condizione e votò i crediti di guerra?
Per Kausty, inizialmente oppositore di Bernstein, il problema era "tattico" considerando il "fine" la mera presa del potere politico da parte del proletariato. Ma per entrambi, per gli interessi / bisogni immediati del proletariato, il "movimento" era è rimase il "tutto". Ebbene, è certamente vero che l'accumulazione capitalistica necessita di una quantità di forza lavoro sana. Tant'è che per talune circostanze, e vista la tecnica produttiva dell'epoca, trovò difficile da estendere alla fabbrica il regime della schiavitù dove la durata media della forza lavoro era di 7 anni e l'uso della catena poco utile per la produttività dell'uomo dietro il ritmo della macchina. Quindi è pur vero che se gli operai muoiano in gran numero debba correre ai ripari. Il problema, cari riduttori del marxismo al kaustysmo, che il modo in cui il capitale provvede al suo bisogno immediato di forza lavoro, dunque a prevedere per esempio un modello di SSN che tuteli la salute dell'operaio, questo metodo rafforza la sottomissione della vita operaia alla mera necessità di produzione del valore. Questo è il punto. Prima ancora di pascolare nel mondo ideale di una rivoluzione proletaria immaginata - per esempio vaneggiando fantasiose lotte per "il vaccino per tutti" e per "tutti i popoli dominati dall'imperialismo" che al momento non se ne scorgono spuntare - che facciamo gli struzzi e come Kaustky votiamo i crediti di guerra, ossia non ostacoliamo i DPCM nella loro interezza e generalità? Ah già, non sia mai, perchè comunque il vaccino risponde al bisogno operaio di tutela della sua salute immediata, benché non risponda alla necessità della cura dell'ambiente sociale e naturale dove questa meschina vita è costretta a riprodursi. Per il fine, che a questo punto diventa "il nulla", aspettiamo il metaverso marxista kaustkyano. E allora perché no, visto che se il virus circola nel mondo, per esempio in Africa, e lì per ovvi motivi logistico-finanziari gli Stati Africani non sono in grado di apportare una efficacie vaccinazione di massa, e dunque il virus continuerà a mutare e a ricadere sulla salute operaia, allora perché dovremmo ostacolare la spedizione militare dei caschi blu magari ONU, o magari tricolori (bianco-rosso-verde o bianco-rosso-blu alleati) col fucile al braccio e la siringa in mano ad occupare i poveri paesi africani? Anche questo sarebbe in risposta per la protezione del bisogno immediato del capitale e dell'operaio circa la salute della forza lavoro. E allora che facciamo, sponsorizziamo l'export della vaccinazione di massa in Africa tramite le ONG? Beh sempre i caschi blu a protezione servirebbero. Ah dimenticavo, per favore non parlatemi della battaglia contro la proprietà privata sui brevetti, perchè qui non solo siete zappe in fatto di Marxismo, ma zappe in fatto di economia semplice e su cosa significa ricerca e sviluppo e di quali capitali finanziari ed organizzazione logistica essa richiede.

Al di là che condivido davvero poco la ricostruzione pandemica e la finalità di questo documento politico proposto da "Assemblea Militante", di certo la critica che vedo muoversi nei suoi confronti tra i commenti è davvero peggio. Quindi:
ve salut!
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Noi non abbiamo patria
Tuesday, 04 January 2022 11:48
Io sto con Einstein quando scrive che “dovremmo stare in guardia dal sopravvalutare la scienza ed i metodi scientifici quando si tratta di problemi umani..”
Non cito Marx perchè di fatto il dibattito a sinistra è tristemente schiacciato sotto l’evidenza scientifica e della moderna statistica, come se queste, entrambi borghesi (sia quella mainstream in Europa o dell’OMS, così come quella alternativa che negli USA trova il sostegno e finanziamento di grandi forze economiche), fossero in grado di descrivere fenomeni complessi della società umana. Il rivoluzionario semmai usa i risultati della scienza borghese per rafforzare la sua critica rivoluzionaria dello stato di cose presente. Per descrivere la realtà capitalistica analizza la struttura e le relazioni tra le classi determinate e la funzione dello Stato. Per esempio negli Stati Uniti, che per la sua collocazione storica nella fase imperialista del capitalismo è il focolaio principale per l’emergere dei nuovi virus - come del passato, le classi sociali sono attraversate da una non fiducia nello stato che produce anche riluttanza alla vaccinazione capitalistica di massa. Ovvio che il ricco bianco della Florida che è contro l’obbligo del vaccino e contro il lockdown lo è per motivi contrapposti al proletario nero che non intende vaccinarsi. Così come il proletario latino che lavora negli impianti di macellazione e attraverso la lotta richiede una protezione sanitaria deve guardare con sospetto il democratico liberale che propone vaccino per tutti e aumento della produttività resiliente. Per esempio quando questi lavoratori si ammalarono negli impianti nel 2020 e scioperarono perchè mandati a lavorare senza protezione, e furono sostituiti su ordine federale e su ordine dei governatori con il lavoro carcerario, nessun liberale democratico protestó, perchè la soluzione antiproletaria imposta riportava la carne sui bancali dei supermercati e nelle catene dei restaurants.
Negli USA, la risposta fu la sollevazione e la ribellione nel nome di George Floyd, una mobilitazione del proletariato black e multirazziale che di fatto rappresentó una via di diserzione a comr il capitalismo stava gestendo la pandemia, ladciar fare al libero mercato in attesa di una cura miracolosa finanziata dallo stato federale (da quella farmacologica alla finanziamento federale per la ricerca e sviluppo dei nuovi vaccini).
Oggi, dopo quella sollevazione che ha ulteriormente polarizzato le classi, di fatto c’è oggi anche una forte riluttanza al vaccino nel proletariato black e latino, così come tra i bianchi lo è più forte tra chi ha redditi bassi. Ora la realtà ci dice che vi è una diffusa non fiducia proletaria alla terapia capitalistica. E dovremo domandarci se nel contesto del conflitto riapertosi appena un paio di anni fa e poi temporaneamente rifluito che connotato abbia questa riluttanza e come il rivoluzionario debba rapportarvisi come elemento naturalmente collegato e facente parte della comunità proletaria.
I punti sono i seguenti.
Siccome a) il vaccino imposto non risolve l’origine del problema che sta a monte della pandemia, b) che non c’è un proletariato internazionale che attraverso la sua scesa in campo rivoluzionaria organizza la sua auto organizzata sanità comunitaria, c) che mettere i panni dell’oggettivo prete scienziato che vuol convincere il proletario nero a vaccinarsi implica consegnare la tutela della salute delle comunità proletarie dei neri sotto la tutela ed alla coda politica dello stato borghese e di Biden.
Se questa è la realtà, e se i neri americani hanno giusta ragione storica a ritenere che loro, come i popoli africani, abbiano fatto da cavie per la ricerca medica negli ultimi 60 anni, addirittura il proselitismo dei neri alla vaccinazione è razzismo. Ora che cosa dovrebbe fare il comunista rivoluzionario? Se lo stato avvia una campagna vaccinale di massa obbligatoria, dovrebbe sostenere quei proletari che intendono disertarla, e magari evitando una azione settaria? Sicuramente si!
Su come farlo è una altra questione della discussione che a me pare è fuori dalla capoccia del comunista pro vaccino. Non si tratta di fare una campagna contro il vaccino, ma vedere all’interno di una campagna capitalistica che non possiamo evitare come il proletariato si disloca, in una direzione che ne potrebbe rafforzare la sua autonomia - o addirittura porla a germogliare dopo decenni di esserne totalmente privo - oppure no. Come esso determina il proprio dislocamento non dipende dal comunista nè da una avanguardia, è il corso del capitalismo che lo costringe a posizionarsi o sotto la sua ala o ponendosi quelle domande alternative per necessità.
Ma se non si comprende questo e si ritiene che la difesa immediata del proletariato passa attraverso la adesione alla campagna vaccinale non si va da alcuna parte.
Non significa inneggiare alla obiezione vaccinale ma di rapportarsi ad un dato oggettivo.
In realtà come non vedere che in Belgio, Olanda, Australia e Gran Bretagna l’opposizione alla vaccinazione risiede nella insopportabilità proletaria dell’intera terapia fatta dinlockdown e riduzione della vita a mera macchina produttrice di plusvalore. Chi è stato al caldo del proprio smart working pagato non se ne rende conto per collocazione materiale.
Ora la George Floyd Rebellion offre insegnamenti su cosa questo voglia dire, prima di tutto di sottrarsi dalle risposte fornite dal capitale e dalle forze che lo rappresentano, e che si tratta di porsi le domande in maniera antagonista al capitale. Idris Robinson nella tesi numero 7 sulle lezioni della sollevazione del 2020 scrive: Nel migliore libro del Partito Immaginario, titolato Ai nostri amici [11], gli autori menzionano un pamphlet pubblicato dal CDC (Center for Disease Control and Prevention, NdT) nel 2012 sulla prevenzione dei disastri. [12] È una parte che i Tiqqunisti americani tendono a non menzionare. Per rendere la prevenzione dei disastri opportuna e appetibile per i giovani, il CDC invoca l’esempio della preparazione a un’apocalisse zombie. Il loro argomento di base era che se la gente può prepararsi a un’apocalisse zombie, sarà capace di prepararsi per un disastro naturale come un’alluvione, un uragano, una pandemia, o anche un’insurrezione.… Quel che sto sostenendo per il caso nostro è qualcosa di molto simile. Sappiamo tutti che la persone Nere ed ispaniche sono state affette in misura sproporzionata alla pandemia del COVID. Questo è un problema medico. Ma è molto più che un mero problema medico-scientifico, è un problema politico. Dobbiamo rigettare il tipo di politica liberale sanitarizzata di sicurezza che è impaurita dalla pandemia che è in larga parte un discorso sanitario su maschere, distanziamento, ecc. So che ora è una questione politica. Non sto difendendo le teorie cospirazioniste secondo le quali la pandemia non esiste, o è solo un’influenza, ecc. Quello che sto proponendo qui è lo sviluppo di una forma di sapere partigiano – o il nostro sapere sulla pandemia – che sfrutti la pandemia per il nostro bene, e usi la conoscenza della pandemia come un’arma contro i nostri nemici.… (vedi su https://vitalista.in/2020/09/11/idris-robinson-trascrizione-dellintervento-del/).
E sulla preparazione alle catastrofi suggerisco leggere http://noinonabbiamopatria.blog/2021/12/16/luragano-il-tornado-il-virus-e-il-superdome/

Ora non possiamo escludere, come per gli OGM degli anni ‘50 e ‘60, che quanto appare oggi funzionare all’immediato non possa determinare una catastrofe nel futuro. Se la stessa scienza borghese stabilì per buon senso una fase sperimentale realizzata con i criteri della valutazione paritetica dei risultati, ed oggi si fa carta straccia di un metodo che rivoluzionó la scienza, per commercializzare subito gli attuali vaccini, non è un buon senso sanitario a dirigerlo, bensì è la forza del capitalismo che impone il suo placebo alla natura che sta distruggendo, piuttosto che curare le cause a monte pena se stesso. Qui non agisce la razionalità, ma il moto anarchico del capitalismo che deve far ripartire l’economia costi quel che costi. Chi lo ritiene farlo attraverso i coprifuoco sociali sanitari e la sperimentazione vaccinale (che culo se funziona all’immediato, ma nel medio e lungo periodo chi lo sa? Manco si sa se seti protegge 2 mesi, 3 mesi o 6 mesi). E chi lo pretende in libero tutti, libera selezione naturale vis imkunità di gregge naturale e libera scelta del vaccino sul mercato delle merci.
Meno male che negli Stati Uniti il dibattito è meno scientifico.
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ottobre 17
Tuesday, 04 January 2022 10:01
È triste vedere come, mascherandosi dietro una pseudo dialettica, si negano evidenze (mostrando anche una profonda ignoranza in materia medica, che se anche di matrice borghese, per un comunista è doveroso studiare), per sostenere posizioni che sono chiaramente proprie della classe dominante, d’altronde non vi è da stupirsi, vista la cantonata presa da altrettanti compagni di merende agli albori dello scoppio del primo conflitto mondiale.
La prima obiezione al documento dei compagni di Assemblea Militante, è sull’aver definito strage di stato, l’alto numero di decessi, ebbene vorrei chiedere a questi “critici” se sono al corrente della circolare del ministero della salute che “sconsigliava” di eseguire autopsie, senza apportare alcuna argomentazione di carattere scientifico accettabile, lasciando, con questo subdolo invito, degno dei metodi mafiosi, tutta la responsabilità ai medici (che si ricorda, ai compagni di merende, che operanti in strutture ospedaliere, come dipendenti, sono da considerarsi lavoratori salariati a tutti gli effetti, peccato che la redazione del capitale si interruppe proprio su questo dettaglio al capitolo 52) un consiglio poi divenuto obbligo, in Lombardia, grazie alla circolare del procuratore Greco.
https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/03/30/news/coronavirus_milano_ospedale_sacco_stop_autopsie-252690297/
Non sanno forse questi “critici” che fu impedito ai medici di base di fare visitare a domicilio e che l’imposizione del protocollo paracetamolo e vigile attesa, non faceva che aggravare la malattia costringendo quindi i pazienti al ricovero in situazioni ormai disperate?
Sarebbero bastate solo poche autopsie per scoprire la vera causa che portava la malattia a degenerare, una microtrombosi disseminata, che sarebbe stata arrestata con l’assunzione di antinfiammatori e altri farmaci a copertura di ulteriori infezioni (come han dimostrato le decine di migliaia di persone curate e guarite a domicilio), ma che invece veniva aggravata proprio dall’assunzione di paracetamolo, che essendo un blando antinfiammatorio, ma soprattutto un antipiretico, non ostacolava, ma favoriva il processo infettivo.
Tutto questo a prescindere dalla carenza delle strutture sanitarie dovute ai tagli degli anni precedenti, probabilmente anche questi dovuto all’opera dello spirito santo e non dello stato borghese come sostengono i deliranti critici.
In merito ai “compagni” anarchici greci, bene che abbiano iniziato a studiare un po’ di economia politica, ma forse non si sono resi conto che siamo in piena crisi di sovrapproduzione e della salute della forza lavoro in eccesso, soprattutto della disponibilità al lavoro, al capitale gliene frega assai, tanto meno alla borghesia.
Gli stessi economisti non sono forse al corrente dell’aumento di capitale di alcune multinazionali durante il periodo dell’emergenza? sono consapevoli che una sola mascherina chirurgica dal costo di 12 cent e venduta a 50 cent rende il 300% di profitto, SENZA ALCUN RISCHIO DI INVESTIMENTO? Non a caso la Fiat si è messa a fare mascherine al posto di automobili…
Passiamo all’altro merendiere: 2) Su quali dati ti basi per affermare che l'epidemia da Covid avrebbe "ucciso individui in maggior parte ultraottantenni con patologie e individui cui sono state negate le cure" https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
Ma la lista è troppo lunga, meglio fermarsi qui, magari ripassando alcune considerazioni fatte da compagni di altra stoffa prima di parlare ancora di scienza https://www.internationalcommunistparty.org/index.php/it/archivio-2/raccolte-tematiche-99650?catid=73:il-programma-comunista-1960-1970&id=1122:marxismo-e-scienza-borghese-il-programma-comunista-nd2122-1968
Pandemia una patologia che in due anni ha fatto, in tutto il mondo, poco più di 5 milioni di morti, tra l'altro contati in eccesso, anziani già malati e mal curati? MOLLATE IL FIASCO! Covid-19 non è una malattia pericolosa se viene curata adeguatamente, come avviene con tutte le altre malattie.
I decessi hanno colpito mediamente 80enni con da una a tre malattie gravi pregresse, solo l'uno per cento sotto i cinquant'anni. E solo lo 0,8 senza malattie pregresse, senza però contare gli obesi, i tabagisti, gli etilisti o altri intossicati, quindi con infiammazione in corso, che comunque non sono considerati malati.
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia

Il numero dei decessi è stato conteggiato in forte eccesso.
https://www.primocanale.it/notizie/polemica-sui-numeri-del-coronavirus-bonsignore-non-ci-sono-pi-morti-per-altre-patologie--218746.html
https://www.youtube.com/watch?v=OwzYRm4mtzE
https://www.facebook.com/watch/?v=468689844248212
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
https://www.istat.it/it/files//2020/03/Covid_Indicazioni_scheda_morte.pdf

Terapie intensive-tutti gli anni vengono intasate, non solo con covid-19
2018 http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_gennaio_10/milano-terapie-intensive-collasso-l-influenza-gia-48-malati-gravi-molte-operazioni-rinviate-c9dc43a6-f5d1-11e7-9b06-fe054c3be5b2.shtml
2017 https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/sanita_al_collasso_tornano_le_barelle_all_ospedale_cardarelli-2213653.html
2016 https://www.lastampa.it/torino/2016/10/09/news/medicina-d-urgenza-sull-orlo-del-collasso-infermieri-in-rivolta-1.34784397
2015
https://www.google.com/amp/s/www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/24/influenza-ospedali-in-tilt-tagli-psicosi-vaccino-lorenzin-arrivata-tardi/1367547/amp/
2014 https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=null&id=1408


Non è una malattia pandemica e neanche epidemica, i numeri e le modalità di diffusione e aggravamento, non soddisfano le caratteristiche che dovrebbe avere da definizioni OMS.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pandemia questo nonostante la modifica, molto criticata, fatta dall’OMS alla definizione nel 2009 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21734768/

Le mascherine non proteggono dal virus. Il virus è talmente piccolo che passa le maglie di qualsiasi tessuto, una vera protezione la si avrebbe solo con tute integrali e respiratori come si usa nei laboratori di ricerca. La stessa OMS ha dato spesso versione contrastanti e cambiato indirizzi come per l’uso di guanti
https://www.ilsole24ore.com/art/dalle-mascherine-guanti-giravolte-oms-questa-pandemia-ADg1tMY
https://www.la7.it/dimartedi/video/coronavirus-ricciardi-oms-le-mascherine-chirurgiche-non-servono-il-virus-penetra-attraverso-la-garza-10-03-2020-312511
https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/advice-for-public/when-and-how-to-use-masks
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1034_allegato.pdf
https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-ecco-mascherine-che-proteggono-davvero-rischio-contagio-ACI56zIB

Gli asintomatici non sono contagiosi. È stato assodato che il virus si trasmette attraverso le goccioline prodotte da tosse e starnuti che sono sintomi.
È potenzialmente infettivo in quanto ha una carica virale pari a quella di un ammalato lieve sintomatico, che è infettivo in quanto tale, ma se trasmette la malattia, lo fa in forma lieve data la bassa carica virale.
https://youtu.be/wL_JDROCQLo
https://youtu.be/WLO_z_K3M14
Ci sono altre malattie infettive e non, molto più pericolose di covid-19. Come l'AIDS ad esempio che ancora fa numerose vittime, la meningite, l'epatite C, Ebola e altre con le quali si convive e per le quali non si è trovato un vaccino, dopo anni di ricerche.
https://www.msn.com/it-it/salute/medicina/le-20-malattie-che-hanno-fatto-pi%c3%b9-morti-nella-storia-dell%e2%80%99umanit%c3%a0/ss-BB93N0D#image=13
https://icd.who.int/browse10/2019/en#/I




Perché ci sono stati tanti decessi.
Le ragioni sono varie, all'inizio, quando non se ne conosceva bene l'attività (così dichiararono, ma falsamente), si pensava che le cause di morte dipendessero da una polmonite interstiziale e quindi ci sono state anche terapie inadeguate. Una seconda ragione è stata la carenza di strutture per via dei pesanti tagli economici fatti nella sanità nei dieci anni precedenti. Terza ragione la mancanza di una medicina territoriale adeguata. Quarta, inadeguatezza logistica, determinata dall’ impreparazione del personale, pertanto i pazienti arrivavano negli ospedali in condizioni già molto gravi.Quinta, un interferenza virale dovuta a vaccinazioni massive fatte in un periodo immediatamente precedente, soprattutto nelle zone di Bergamo e Brescia dove vi è anche una elevata presenza di antenne 5G è stato il doppio dei decessi di tutto il resto del paese. Sesto, condizioni ambientali.
https://www.scienzainrete.it/articolo/walter-ricciardi-ancora-due-settimane-dure-possibile-catastrofe-negli-usa/luca-carra/2020

I tamponi non sono attendibili.
Lo stesso inventore ha dichiarato che non possono essere strumenti diagnostici e l'OMS lo ha ribadito sostenendo che hai tamponi vanno comunque affiancate le osservazioni cliniche.
In Italia sono stati fatti con un numero di amplificazioni molto superiore al criterio di attenibilità
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/10/tamponi-falsi-positivi.html
Come prevenire l'infezione.
Infezione si può prevenire mantenendo in buone condizioni e sistema immunitario con una buona dieta alimentare integrata da vitamine e una sana attività fisica.
Covid-19 si può curare
Per i farmaci si sono rivelati efficaci nelle varie fasi della malattia, a partire dagli antinfiammatori, all'occorrenza antibiotici, per prevenire infezioni batteriche, antivirali e cortisone. Anche in fase avanzata sono risultati efficaci anche cure con la plasmaferesi e l'ozono.
I vaccini o pseudotali non danno alcuna garanzia di efficacia e sicurezza.
Per quanto riguarda gli sviluppati, questi si dividono in due quelli proteici di realizzazione classica, quindi vaccini, e cosiddetti nuovi farmaci transgenici. Di entrambi non si conosce l'efficacia come espresso nelle informazioni allegate e soprattutto per i secondi non si conoscono le eventuali reazioni avverse a media e lunga scadenze. Sono entrambi in fase di sperimentazione dichiarata in quanto la raccolta dati finirà nel 1923.
Questi sono tutti dati e fatti accertati, le direttive del governo sono state fin dall'inizio inadeguate e contraddittorie.

Stare all'aria aperta fa bene. lo stato di salute si mantiene migliorando le condizioni di vita e di lavoro, COMPAGNI! non con farmaci e vaccini e iperproduzione!
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Who knows?
Tuesday, 04 January 2022 05:01
Che perle:
"Tutti questi morti, e sono la stragrande maggioranza, non hanno niente a che vedere con la diffusione del virus, ma con la strategia di “contrasto” (per non dire di aggravamento) messa in atto dal governo e dai suoi “esperti” selezionati. Si è trattato di una vera e propria strage di Stato di cui forse nessuno renderà mai conto, realizzata proprio in nome della difesa della salute pubblica."

Sul piano teorico uno potrebbe pure ragionare, col senno di poi, di scelte sub ottimali, assunte in carenza di informazioni... mosse da urgenza... prese da persone giudicate meno competenti di quanto si sarebbe auspicato... piegate al tentativo di bilanciare tutela della salute e interessi economici... etc etc

Ma quando si usano termini come "strage di stato" e si parla di scelte governative "dolose" si entra nel puro delirio.
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Arripih Jateveh
Monday, 03 January 2022 14:20
Criptonegazionismo in salsa pseudo-classista. Decisamente meglio questo testo dei compagni greci Antithesi /cognord, pubblicato da Infoaut:

https://www.infoaut.org/precariato-sociale/la-realta-della-negazione-e-la-negazione-della-realta-pt-1

https://www.infoaut.org/precariato-sociale/la-realta-della-negazione-e-la-negazione-della-realta-pt-2
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Paolo
Monday, 03 January 2022 16:02
Il solito covidiota a difesa della cosiddetta sinistra di governo e antagonista non manca mai. Basta leggere l'ecumenica analisi di Ferrero che vola talmente alto che non tocca mai terra. Ottima analisi dei compagni.
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Arripijateh Purethu
Monday, 03 January 2022 17:28
Il solito pirla negazionista che pensa che chiunque critica le amenità che sostengono quelli come lui - stupidaggini che non resistono un solo istante ad un'analisi materialistica un minimo seria (vedi il testo dei compagni greci, che immagino il compagno Paolo non si sia nemmeno preso la briga di leggere) - stia con il governo e con lo stato. Quello che manca, come sempre, è una critica di merito. Quello che manca sono logica, senso della realtà e dati oggettivi/empirici su cui fondare le proprie tesi. Quello che manca, soprattutto, è un comprensione di cosa siano e come funzionino i rapporti sociali capitalistici e lo stato che ne rappresenta la formalizzazione politica. Cosa c'entri Ferrero, poi, resta un mistero...

Un solo esempio:

«Disciplinare i proletari non è, né mai è stato, un fine in sé. Si svolge nel contesto della riproduzione della classe operaia e tende a perdere il suo significato quando i proletari si ammalano e muoiono in massa. Stupefatto da alcune letture mal digerite di Foucault, più di qualche radicale è arrivato ad intendere la disciplina come autonoma dalla creazione di valore, vedendola come un fine senza nessun altro obiettivo o scopo particolare oltre a se stessa. Per dirla in altre parole: un proletariato malato in fila fuori da un luogo di lavoro chiuso non è un modello per l'accumulazione capitalista, per quanto "disciplinato" possa essere. Inoltre, l'approccio che vede l'attuazione di misure così drastiche, ad esempio la chiusura dell'economia globale, come strumento per "disciplinare" i proletari, dovrebbe dimostrare, in modo concreto, la precedente esistenza di una classe operaia indisciplinata a livello mondiale. Un'argomentazione simile potrebbe valere anche per il tropo, costantemente evocato, di una deliberata diffusione di "panico e paura ossessiva" nella società, al fine di instaurare un "governo attraverso la paura" (M. Amiech, "Ceci n'est pas une crise sanitaire...", 2021). Non riusciamo a cogliere come esattamente le relazioni capitaliste traggano vantaggio dalla paura diffusa di stare chiusi nella stessa stanza con altre persone.»

(Antithesi / Cognord, "La realtà della negazione e la negazione della realtà")
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Paolo
Monday, 03 January 2022 18:55
Per rispondere più seriamente in merito hai documenti linkati, li avevo già letti, e non mi hanno convinto in nulla per diverse ragioni. Ecco le principali:

1) si storcono le posizioni altrui per farne un obiettivo e poterlo colpire meglio. Nessuno (se non sparuti individui) ha mai negato l'esistenza del virus, dare del negazionista invece di contestare argomenti è appunto storcere le posizioni altrui, i compagni dell'appello qui sopra non negano il virus, affermano altro.

2) La pandemia in quanto tale, cioè una malattia che colpisce la società e uccide percentuali elevate di suoi componenti non c'è mai stata (tanto che hanno modificato le definizioni di pandemia per poter includere questa malattia).

3) La distinzione diritti individuali e collettività e tirata a forza dentro le proprie argomentazioni per giustificarle. La collettività prevale sull'individuo se questo pericolo è reale, qui si è trattato di una gestione politica di un problema sanitario che ha ucciso individui in maggior parte ultraottantenni con patologie e individui cui sono state negate le cure. Non ripercorro la vigile attesa,il divieto di autopsie, la gestione sanitaria in Lombardia.

4) Gli enti preposti al controllo delle malattie e dei farmaci/vaccini sono enti amministrativi (FDA ed EMA) che basano le loro decisioni sulla documentazione fornita dalle case farmaceutiche che poi sono le stesse che finanziano questi enti diretti da dirigenti che passano dai consigli di amministrazione alla direzione degli stessi e viceversa secondo il noto principio dinamico delle porte girevoli. C'è qualcuno che pensa che effettivamente questi enti agiscano per il bene comune?
La documentazione stessa fornita dagli enti sui vaccini è secretata per un considerevole numero di anni.

5) Le statistiche dall'ISS sono fornite in modalità aggregata e sintetica e non anche grezza, cioè come immesse dagli ospedali e dai medici, per cui risulta impossibile stabilire in modo preciso a organismi indipendenti di controllare i dati. Questo nonostante da più parti questi dati vengano richiesti. Anche la negazione dei dati fa parte di questa gestione pandemica.

6) per il resto: le motivazioni delle decisioni politiche sono argomento di discussione: per il grande reset (non è la mia opinione); per riorentare l'economia, per sostenere il profitto che langue, per sostenere la finanza, etc.
Ma per favore la si smetta di dare del negazionista e degli individualisti insensibili alla collettività agli avversari (Ho visto anzi una collettività nascere da queste manifestazioni del sabato, senso di collettività e dello stare insieme che manca alla sinistra) perché poi vi ritroverete ad essere etichettati come covidioti.

...e mi fermo li perché non voglio passare il tempo scrivendo...
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Noi non abbiamo patria
Monday, 03 January 2022 18:38
Il problema è semmai che i compagni anarchici greci fanno un corretto riferimento a quanto Wu Ming chiarisce circa la teoria del Q(c)omplotto contemporaneo, ma non ne hanno tratto la convergenza pratica che ha portato Wu Ming a sostenere le mobilitazioni contro il Green Pass. L’altro aspetto che l’evidenza empirica del progresso scientifico va contestualizzata nel capitalismo reale. Per esempio i genetisti dei primi trentanni del xx secolo ebbero ragione contro la teoria “anti scientifica” di Lysenko
in agronomia. Entrambe erano determinate da necessità dello sviluppo della accumulazione nelle campagne. L’applicazione di Lysenko fu un tragedia in carestie nella URSS degli anni ‘30 e ‘40 ma vantaggiosa per lo spopolamemto della campagna a favore dell’industrialismo capital sovietico. I genetisti occidentali realizzarono viceversa quella innovazione tecnologica, quindi scientifica, che aumentó la produttività della terra agricola. Messico e India si sollevarono dalla fame nelle campagne (dovuta allo sfacelo del colonialismo imperialista), furono gli anni della “rivoluzione verde” in India, ma fu l’impadronimento delle terre via le sementi OGM. Ora il cosiddetto progresso scientifico “oggettivo” va misurato su un lungo corso, e le sementi OGM salvifiche sono causa netta della perdita di fertilità crescente delle terre agricole e della salubrità dei suoi prodotti. Quindi di che progresso parliamo, della accumulazione capitalistica o del benessere dell’ecosistema naturale, perchè ad un certo punto le due cose si biforcano terribilmente, e la scienza ne è al servizio sulla grande scala. Tant’è che non è semplicemente un idiota quel tal Sileri che indica come storicamente la scienza fa proprio quei balzi in avanti nei periodi di massima crisi, portando ad esempio la scoperta dell’arma nucleare durante il secondo conflitto mondiale!!!

La stessa cosa dicasi sulle moderne tecnologie dei vaccini a base mRNA, ma anche di quelli genici. È miope basarsi sulla conta dei morti da covid19 quando a Singapore (lockdown razionale che ha tenuto la mortalità da covid allo 0,2%, l’87% della popolazione è vaccinata con doppia dose, più del 40% ha ricevuto la terza) la mortalità per tutte le cause è cresciuta nell’ultimo biennio sopra del 23% rispetto al 2015-2019. La stessa cosa è registrabile a Cuba. Allora la conta dei morti “covid” o la loro diminuzione (per effetto dei vaccini o per la naturale attenuazione di questo virus via circolazione e mutazione) ha nessun senso scientifico e soprattutto dalla critica rivoluzionaria al capitalismo. Si muore di più e la terapia capitalista (lockdown, coprifuoco relativo o assoluto, vaccinazione obbligatoria o lasciar andare alle cure alternative) se non è un placebo già ora incrudisce la resilienza nella vita dei proletari. Albert Einstein nel 1949 scrisse parlando del socialismo “… La scienza, però, non può creare fini e tanto meno instillarli negli esseri umani; la scienza, al massimo, può fornire i mezzi per raggiungere certi fini. Ma i fini stessi sono concepiti da personalità con alti ideali etici e, se questi fini non sono nati morti, ma vitali e vigorosi, sono adottati e portati avanti da quei tanti esseri umani che, quasi inconsapevolmente, determinano la lenta evoluzione della società. Per queste ragioni, dovremmo stare in guardia dal sopravvalutare la scienza ed i metodi scientifici quando si tratta di problemi umani; e non dobbiamo presumere che gli esperti siano gli unici ad avere il diritto di esprimersi su questioni che riguardano l’organizzazione della società.“. Basta chiacchiere su base “scientifica” please.
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Paolo
Monday, 03 January 2022 17:44
Ottimo: scambiamoci pure i pirla. Ciascuno rimanga nella sua posizione: io nel mio negazionismo di una pandemia inventata. Tu nel tuo scientismo, che non è scienza. Forse se avessi ascoltato il convegno di oggi avrebbe potuto sorgerti qualche dubbio. Avrebbe potuto, ma contro la fede nulla può. https://youtu.be/tfok1wVK4QE
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A' Paole'!
Monday, 03 January 2022 20:51
1) Come scrivono i compagni greci, "NEGAZIONISTI" non sono soltanto coloro che negano l'esistenza del virus, ma ANCHE coloro che ne mettono in dubbio la pericolosità e la portata!

2) Su quali dati ti basi per affermare che l'epidemia da Covid avrebbe "ucciso individui in maggior parte ultraottantenni con patologie e individui cui sono state negate le cure" (cit.), dal momento che affermi, contestualmente, che non esistono dati statistici attendibili sulla diffusione e gli effetti dell'epidemia? D'altronde, la portata e la pericolosità di una malattia non si misurano solo col numero dei morti: non so cosa ne pensi tu, ma non credo sia tanto piacevole finire intubati in una terapia intensiva o ricoverati in un reparto-Covid, anche se alla fine si porta a casa la pellaccia. Per tacere delle conseguenze che la malattia può determinare sul lungo periodo (leggi problemi respiratori e sindrome da "Long Covid"). Infine, la pressione sui sistemi sanitari ha provocato non pochi "effetti collaterali": ad esempio, persone con altre patologie che si sono viste precluse la possibilità di curarsi e magari, per questa ragione, hanno perso la vita.

4) Spiacente, ma "scientista" proprio non sono: per quel che mi riguarda, la scienza moderna in generale, e quella medica in particolare, sono informate fin dentro i loro princìpi epistemologici dalle relazioni sociali all'interno delle quali sono nate e si sono sviluppate; ergo, rispondono a bisogni strettamente capitalistici. Ma, puta caso, tra i bisogni capitaistici - come argomentano molto bene i compagni greci - c'è anche la riproduzione di una forza-lavoro sana e produttiva. Non esiste, e non può esistere, all'interno dell'attuale formazione sociale, un'alternativa a questa riproduzione e alle sue modalità capitalistiche (inclusa la scienza medica). Salvo ricadere nella visione gradualista, più o meno apertamente riformistica - vecchio vizio della sinistra cosiddetta rivoluzionaria - per cui sarebbe possibile la costituzione di rapporti sociali "altri" (e quindi anche di una scienza e di una medicina "altre") all'interno della società capitalistica.

5) Come si possa rilanciare il saggio di profitto che langue, bloccando e poi rallentando l'economia mondiale per mesi e provocando una recessione senza precedenti nel secondo dopoguerra, resta un mistero. O vogliamo sostenere che si sia orchestrata una gigantesca pantomima su scala mondiale, solo per gonfiare i fatturati di "Big Pharma", che coprono forse l'1-2 % del PIL mondiale?! (Per non dire del fatto che la produzione di vaccini rappresenta una percentuale infima di questi stessi fatturati).

6) Quanto al richiamo al "Grande Reset", esso la dice lunga sulla tendenza di tanta sinistra "antagonista" e/o "di classe" a personificare il Capitale (che diventa sinonimo di Potere o di Dominio), traendone una visione sostanzialmente politicistica, quando non cospirazionista, dei rapporti sociali. (Cfr. https://www.sinistrainrete.info/societa/17394-il-lato-cattivo-covid-19-e-oltre.html)
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