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ilsimplicissimus

Dalle Ong alla Nato per finire con Putin

di ilsimplicissimus

Trovo particolarmente irritante, ma anche caratteristica della contemporaneità, il dibattito sull’immigrazione e i rifugiati perché si svolge tutta su contrapposte petizioni di principio che se fregano dei dati reali e delle evidenze, come pure di un minimo di buon senso e di onestà. S’ode a destra lo squillo di tromba di una xenofobia strisciante se non apertamente conclamata che delle difficoltà poste dall’immigrazione fa un pretesto per liberare sentimenti arcaici e dall’altra quella dell’ipocrisia umanitaria, che vuole fare l’elemosina di un’ospitalità forzosa a carico in sostanza dei ceti popolari autoctoni, alla gente rovinata dalle guerre e depredata dalle multinazionali. Sembra quasi che non vi sia la capacità di collegare gli eventi tra di loro e molta gente che aborre i respingimenti poi si compiace dell’aumento delle spese militari o fa finta di credere alla sensatezza e persino all’umanitarismo degli interventi occidentali in Medio oriente e in Africa.

Alla fine è proprio il senso complessivo di questa tragedia che sfugge e tale vuoto spesso si riempe di complottismi di ogni genere che vorrebbero ridurre il disastro a pochi uomini e a poche centrali della vergogna.

Tuttavia non si può nemmeno far finta di non vedere collegamenti sottotraccia che pure vi sono e che stanno via via acquisendo contorni meno vaghi a partire dal sequestro a Malta di alcune navi gestite da Sea-Watch una ong sponsorizzata dalla Chiesa luterana tedesca grazie ai soldi pubblici, all’arresto, sempre nell’isola di Claus-Peter Reisch, comandante di un battello di Mission Lifeline e infine dalla denuncia in Germania di sette Ong (SOS Mediterranee, Sea-Watch, Medici senza frontiere Germania, Save The Children Germania, Jugend Rettet (Berlino), Mission Lifeline (Dresda) e Sea-Eye (Regensburg). accusate in base all’ Aufenthaltsgesetz di tratta di esseri umani per profitto. In effetti poco si sa e ancor meno si vuole approfondire in merito alle modalità con cui gli immigrati vengono “salvati” e se questo non sia in realtà un affare lucroso, l’ultima catena di una filiera che nasce in Africa e finisce sulle nostre coste. Tutte queste organizzazioni hanno qualcosa in comune, per esempio quella di ricevere qualche fondo dalla Open Society di Soros e di denunciare una raccolta di denaro complessiva difficilmente giustificabile con le piccole donazioni, tutte fanno parte di un mondo franco tedesco che per ragioni di geopolitica complessiva ha in un primo momento aperto le porte ai rifugiati dalle guerre africane e medio orientali, che in realtà hanno tra i protagonisti la Francia e i Paesi Nato, ben sapendo che grazie agli accordi di Dublino la maggior parte avrebbe investito l’Italia o comunque gli altri Paesi del mediterraneo. Casualmente alcune di queste ong, in particolare Medici senza frontiere e Save the Children (ci vuole un’ipocrisia da leoni per chiamarsi così) negli ultimi anni si sono spinte fino al collateralismo in occasione di manovre Nato.

E’possibile che in tutto questo mondo opaco e aggrovigliato, in cui non mancherebbe l’apporto dei servizi segreti come ha fatto indirettamente comprendere John Bolton nella sua recente visita in Italia, possano c’entrare le ambizioni della Francia in Libia o magari anche il tentativo della Merkel di destabilizzare un’Italia che è ormai una spina nel fianco del suo dominio continentale. Ed a questo che si dovrebbe il ridicolo fallimento di Frontex. Possibile, ma puramente ipotetico: di certo però l’orizzonte delle questioni in campo sarà definito entro una decina di giorni prima dal vertice Nato che comincia domani a Bruxelles e soprattutto dopo l’incontro tra Putin e Trump previsto per lunedì prossimo. Ciò che scaturirà da questi appuntamenti sarà assolutamente decisivo anche per le politiche sull’immigrazione perché cambierà inevitabilmente il panorama dei rapporti all’interno dei continente, delle sue aree e delle sue contrastanti ambizioni. Se per esempio gli Usa dovessero trovare un modus vivendi meno ostile con la Russia, magari mettendo il freno sull’Ucraina in cambio di un minore interventismo di Mosca in Siria, le carte verrebbero completamente rimescolate e le forze centrifughe già così potenti prenderebbero una direzione diversa e probabilmente accelerata.

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