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Ucraina: la discarica dei residuati bellici d'Occidente

di Piccole Note

Come "buttare" equipaggiamenti obsoleti e costringere le nazioni europee a spendere - per lo più negli Usa - per acquistarne di nuovi. Il tutto sulla pelle dell'Ucraina

“Uno dei miti più ricorrenti nella stampa occidentale e [nei discorsi dei] leader della NATO è che l’equipaggiamento che stanno inviando all’Ucraina li aiuterà a proseguire la guerra contro la Russia. In realtà, la maggior parte delle attrezzature fornite all’Ucraina sono poco più che spazzatura”. Così Brandon Weichert sul National Interest.

L’analisi di Weichert è impietosa, a iniziare dai carri armati di fattura sovietica forniti all’inizio delle ostilità dai Paesi dell’Est, sui quali i russi hanno imperversato facilmente.

 

I carri armati Nato

Quindi, veniamo ai cosiddetti carri armati francesi, in realtà veicoli blindati dalla corazzatura leggera. Così Weichert : “L’AMC-10RC. L’AMC-10RC sono una rimanenza dei primi anni ’80. L’ultimo importante aggiornamento di questo carro è stato fatto nel 2000.

Per parte sua, l’esercito francese nel 2021 ha iniziato a eliminare gradualmente questi veicoli corazzati antiquati”. Inutile aggiungere che la loro sopravvivenza sul campo di battaglia ucraino è stata breve.

Insieme ai carri francesi, quelli del Regno Unito e americani: “Gli inglesi hanno inviato 14 MBT Challenger-2 ricondizionati che avrebbero dovuto essere smantellati. Nel frattempo, gli americani avevano promesso di inviare all’Ucraina ben trentuno MBT M1 Abrams”.

 

“Tra l’euforia delle capitali occidentali e il senso di sollievo che devono aver provato i militari ucraini, ben pochi si sono accorti del successivo annuncio del Pentagono, che avvertiva come i moderni e più aggiornati Abrams non fossero disponibili e che gli Stati Uniti stavano inviando Abrams obsoleti”.

Nella sua analisi, il cronista dimentica i precedenti Bradley, sempre made in Usa, veri e propri residuati bellici inviati in Ucraina ancora dipinti di un improbabile color avana, mimetizzazione studiata per il deserto iracheno, ma controproducente nelle verdi lande ucraine.

Uno degli esempi più fulgidi della dismissione di armamenti obsoleti per via ucraina resta quello delle micidiali bombe a grappolo da parte degli States, bombe che hanno disseminato l’Ucraina di ordigni inesplosi (infatti, non tutti gli ordigni innestati nel vettore principale esplodono nell’impatto, perdurando come pericolo per i decenni successivi, tanto che sono bandite da un’apposita convenzione internazionale).

L’onorevole Mike Rogers, esponente dei repubblicani della Camera, nel sollecitarne la fornitura, spiegava che gli Usa avevano 3 milioni di bombe a grappolo nei propri magazzini e che “inviarle in Ucraina consentirebbe di risparmiare sullo stoccaggio e di smaltire esplosivi dell’era della Guerra Fredda, che altrimenti dovrebbero essere distrutti con costi aggiuntivi”.

Ma proseguiamo nell’analisi di Weichert e arriviamo alla fornitura di carri armati più avanzati. Così Weichert: “Dopo molte esitazioni, la Germania ha acconsentito alla richiesta di inviare in Ucraina” i suoi prestigiosi Leopard 2. “Ne furono inviati circa 18. Nel gennaio 2024 l’Ucraina aveva già perso la maggior parte dei Leopard-2 ricevuta l’anno precedente. In realtà, a stare alle notizie circolate sul tema, sembra che in molti casi le forze ucraine non abbiano saputo usare in maniera adeguata i carri, da cui tutta una serie di problemi tecnici”.

“Come mi ha detto un carrista dell’esercito americano in pensione – prosegue Weichert, ‘Potremmo dare all’Ucraina i migliori carri armati del mondo e loro li perderebbero comunque, perché non sanno come usarli'”.

La discarica ucraina

Dai carri agli aerei. Weichert ironizza sulla promessa dell’Olanda di inviare a Kiev 12 F-16, osservando che difficilmente, per usare un eufemismo, 12 jet cambieranno le sorti del conflitto.

“Inoltre”, prosegue, “questi aerei sono di una generazione precedente. Si tratta di modelli alla fine del loro ciclo vitale”, facile preda della contraerea dei jet russi.

Inoltre, “necessitano di infrastrutture adeguate e personale specializzato in grado di assicurarne la manutenzione” e pilotarli è molto impegnativo.

“Un rapporto suggerisce che a luglio i piloti ucraini non saranno nemmeno in grado di manovrarli e che ne verranno schierati solo pochi alla volta. Inoltre, va ricordato che gli F-16 sono antiquati rispetto agli aerei da guerra di quinta generazione russi”.

 

“Gli aiuti della NATO all’Ucraina – prosegue Weichert – in realtà, non sono stati molto utili. La guerra non sta volgendo a favore di Kiev [anzi ndr]. I sistemi d’arma che vengono loro forniti sono troppo vecchi e troppo pochi per poter fare la differenza. Infine, questi – in particolare gli F-16 – richiedono così tanto addestramento che non è possibile dare un supporto tempestivo allo sforzo bellico dell’Ucraina”.

L’analisi porta il cronista a due considerazioni. Questa la prima: un cinico potrebbe concludere che l’invio di armamenti così inefficaci “fosse intenzionale, cioè parte di una macchinazione volta a prosciugare gli arsenali occidentali di armamenti obsoleti e costringere così i Paesi [che si sono privati di mezzi di difesa] ad acquistare sistemi più costosi e moderni dalle industrie della difesa dell’Occidente” (in particolare dagli Usa).

Molto più importante l’osservazione conclusiva: “Piuttosto che incoraggiare l’Ucraina a negoziare una soluzione pacifica dopo il successo conseguito nella difesa di Kiev di quasi due anni fa, i leader statunitensi e britannici hanno chiesto al governo di Kiev di continuare ad attaccare”.

“Dopo due anni il conflitto sembra essere ormai prossimo alla fine, con la sconfitta ucraina ormai in vista. L’Occidente sta solo prolungando l’inevitabile, scaricando in Ucraina il suo antiquato armamentario bellico”.

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