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La nuova “banalità del male”: Stephen Miller, ideologo e burocrate del trumpismo

di Alessandro Scassellati

Stephen Miller è l’ideologo di Donald Trump, ma anche il più potente burocrate non eletto di Washington. Sta mettendo in atto il piano trumpiano per rimodellare gli Stati Uniti attraverso il taglio dell’immigrazione, le deportazioni e detenzioni di massa in campi di concentramento, l’esaltazione della crudeltà e denigrazione dell’empatia, il mancato rispetto di costituzione e leggi, la torsione autoritaria e la minaccia repressiva contro il dissenso e gli avversari politici interni. Un piano che sta portando all’istituzione di un distopico fascismo statunitense.

171222507 13a2c63b c746 4b85 848e 199236caef95.jpgIl 21 settembre, quando Stephen Miller è salito sul podio al memorial per la “santificazione” dell’attivista ultra-conservatore Charlie Kirk (su Kirk si veda il mio articolo) – in parte culto evangelico, in parte raduno MAGA – davanti a 60mila persone allo State Farm Stadium in Arizona, ha lanciato un duro avvertimento alle forze di sinistra (democratici, liberal e “radicali”) che ritiene responsabili dell’assassinio di Kirk. “Non avete idea del drago che avete risvegliato”, ha detto, rivolgendosi ai suoi nemici ideologici. “Non avete idea di quanto saremo determinati a salvare questa civiltà, a salvare l’Occidente, a salvare questa repubblica”. Il discorso di Miller, in puro stile retorico del nazista Paul Joseph Goebbels, è stato un grido di battaglia per la guerra sponsorizzata dallo Stato dell’amministrazione Trump contro i suoi presunti nemici. Una guerra manichea – il bene e la luce contro il male e l’oscurità – di cui Miller è il principale stratega.

Ciao Patrioti. Ciao al nostro impavido Presidente, Donald J. Trump. E ciao a milioni di americani in tutto il Paese che si sono riuniti con tristezza e dolore per piangere Charlie Kirk, ma anche per dedicarsi a portare a termine la sua missione e raggiungere la vittoria nel suo nome. Il giorno in cui Charlie morì, gli angeli piansero, ma quelle lacrime si sono trasformate in fuoco nei nostri cuori. E quel fuoco arde con una furia giusta che i nostri nemici non possono comprendere. Quando vedo Erica [la moglie di Charlie Kirk], la sua forza e il suo coraggio, mi viene in mente una famosa espressione. La tempesta sussurra al guerriero che non puoi resistere alla mia forza. E il guerriero sussurra a sua volta: “Io sono la tempesta”. Erica è la tempesta. Noi siamo la tempesta e i nostri nemici non possono comprendere la nostra forza, la nostra determinazione, la nostra risolutezza, la nostra passione. La nostra ascendenza e la nostra eredità risalgono ad Atene, a Roma, a Filadelfia, a Monticello. I nostri antenati costruirono le città. Produssero l’arte e l’architettura. Costruirono l’industria. Erica poggia sulle spalle di migliaia di anni di donne guerriere che hanno creato famiglie, costruito città, costruito industria, costruito civiltà, che ci hanno tirato fuori dalle caverne e dall’oscurità verso la luce.

La luce sconfiggerà l’oscurità. Prevarremo sulle forze della malvagità e del male. Non possono immaginare cosa hanno risvegliato. Non possono concepire l’esercito che hanno suscitato in tutti noi. Perché noi rappresentiamo ciò che è buono, ciò che è virtuoso, ciò che è nobile. E a coloro che cercano di incitare alla violenza contro di noi, a coloro che cercano di fomentare l’odio contro di noi, cosa avete? Non avete niente. Non siete niente. Siete malvagità. Siete gelosi. Siete invidia. Siete odio. Non siete niente. Non potete costruire nulla. Non potete produrre nulla. Non potete creare nulla. Siamo noi che costruiamo. Siamo noi che creiamo. Siamo noi che eleviamo l’umanità. Pensavate di poter uccidere Charlie Kirk. Lo avete reso immortale. Avete immortalato Charlie Kirk. E ora milioni di persone porteranno avanti la sua eredità. E dedicheremo il resto delle nostre vite a portare a termine le cause per le quali Charlie ha dato la sua ultima misura di devozione. Non potete sconfiggerci. Non potete rallentarci. Non potete fermarci. Non potete scoraggiarci. Porteremo Charlie ed Erica nei nostri cuori ogni singolo giorno e combatteremo ancora più duramente per quello che ci avete fatto. Non avete idea del drago che avete risvegliato. Non avete idea di quanto saremo determinati a salvare questa civiltà, a salvare l’Occidente, a salvare questa repubblica. Perché i nostri figli sono forti e i nostri nipoti saranno forti e i figli dei nostri figli saranno forti. E cosa lascerete dietro di voi? Niente. Niente. Ai nostri nemici. Non avete nulla da dare. Non avete nulla da offrire. Non avete nulla da condividere se non amarezza. Noi abbiamo la bellezza. Abbiamo la luce. Abbiamo la bontà. Abbiamo la determinazione. Abbiamo la visione. Abbiamo la forza. Abbiamo costruito il mondo in cui viviamo ora, generazione dopo generazione. E difenderemo questo mondo. Difenderemo la bontà. Difenderemo la luce. Difenderemo la virtù. Non potete terrorizzarci. Non potete spaventarci. Non potete minacciarci. Perché siamo dalla parte del bene. Siamo dalla parte di Dio. E al mio amico Charlie, a mio fratello Charlie, so che ci stai guardando in questo momento. So che stai guardando Erica in questo momento. So che stai guardando i tuoi figli in questo momento. E ti prometto, amico mio, ti prometto, fratello mio, che ci dimostreremo degni del tuo sacrificio. Ci dimostreremo degni del tuo tempo sulla Terra. Ti renderemo orgoglioso. Finiremo il lavoro. Sconfiggeremo le forze dell’oscurità e del male. E ci batteremo ogni giorno per ciò che è vero, ciò che è bello, ciò che è buono. E otterremo la vittoria per i nostri figli, per le nostre famiglie, per la nostra civiltà e per ogni patriota che sta con noi. Dio vi benedica. Dio benedica Turning Point [l’organizzazione politica di Kirk]. Dio benedica Erica. Dio benedica la famiglia Kirk. Dio benedica i nostri eroi. E Dio benedica gli Stati Uniti d’America. Grazie.

Anche altri elogi funebri quel giorno hanno attribuito la morte di Kirk agli oppositori politici dell’amministrazione Trump. Ma le parole di Miller hanno un peso reale. Forse più di chiunque altro, ha il potere di trasformare la rabbia conservatrice e suprematista per l’omicidio in quello che definisce “un giusto tuono d’azione”. La sinistra ha buone ragioni per temere la sua punizione. Miller, oltre a essere un ideologo del suprematismo bianco trumpiano, è anche il burocrate non eletto più potente degli Stati Uniti. In qualità di vice capo di gabinetto e consigliere per la sicurezza interna di Donald Trump, è l’architetto del piano del presidente per rimodellare l’America. “È il primo ministro”, ha detto Steve Bannon, capo stratega di Trump durante il suo primo mandato. “Non credo che ci sia un aspetto della politica interna – al di fuori di alcuni ambiti della sicurezza nazionale, delle funzioni del Tesoro, della finanza e cose del genere – in cui non sia intimamente coinvolto” (sembra che Miller sia anche il coordinatore del gruppo che scrive i tweet di Trump sul social Truth). Come riportato dal New York Times poco prima dell’insediamento di Trump, “Miller si occuperà del tema cardine di Trump e di quello su cui Miller è ossessionato fin dall’infanzia: l’immigrazione. E ha lavorato, in segreto, per supervisionare il team che sta redigendo le decine di ordini esecutivi che Trump firmerà dopo il suo insediamento il 20 gennaio.”

Miller è anche un uomo a lungo accusato dai critici di tendenze autocratiche, se non proprio apertamente fasciste. Ad agosto ha etichettato il Partito Democratico come “organizzazione estremista interna”. A maggio ha parlato di sospendere l’habeas corpus, il diritto costituzionale al giusto processo. Gli ex colleghi non sono sorpresi dalla sua influenza. “Ho sempre saputo che se Trump fosse tornato al potere sarebbe stato lo spettacolo di Stephen Miller, ed è esattamente quello che ci troviamo oggi”, ha detto Olivia Troye, ex funzionaria della sicurezza nazionale che ha interagito con Miller mentre lavorava nella prima Casa Bianca di Trump. “Non c’è nessuno che possa controbilanciarlo”, ha detto. “Ecco perché si vedono accadere molte delle cose più estreme”. Un focoso Miller si è scagliato contro il governatore democratico della California Gavin Newsom dopo che un post specifico dell’ufficio stampa del governatore lo ha etichettato come “fascista” (un post che ha totalizzato oltre 31 milioni di visualizzazioni).

Miller, l’unico membro di alto livello dello staff della Casa Bianca a essere rimasto vicino a Trump dopo il suo primo mandato e a seguirlo di nuovo nello Studio Ovale a gennaio, è diventato strettamente associato ad alcune delle politiche più controverse del presidente. Gli arresti di immigrati clandestini durante le udienze di routine in tribunale, la loro detenzione in campi di concentramento e la loro espulsione dal paese, la spinta ad abolire la cittadinanza per nascita e la decisione di schierare truppe della Guardia Nazionale (e Marines) armati nelle strade di Los Angeles, Washington, Memphis, Portland e Chicago – tutte città governate dal partito democratico e in gran parte da sindaci afro-americani – portano tutti il suo imprimatur. Incontrando 800 generali e ammiragli convocati da tutto il mondo (gli USA hanno circa 800 basi militari in 80 paesi) dal Segretario alla Guerra, Pete Hegseth, a Quantico, in Virginia, per inculcare l’”ethos guerriero” in versione MAGA, Trump ha affermato che “mettere in ordine” le città (a guida democratica) degli Stati Uniti sarà “una parte importante per alcune delle persone presenti in questa stanza. Anche questa è una guerra. È una guerra dall’interno. Sono posti molto pericolosi e li risolveremo uno per uno.” E ha suggerito che le “città pericolose” dovrebbero essere utilizzate “come campi di addestramento” per l’esercito e la Guardia Nazionale. Una retorica surreale e inquietante, da guerra civile.

Gli interessi di Miller vanno ben oltre l’immigrazione e la sicurezza. Lui è stato anche associato all’attacco di Trump a università, studi legali, istituzioni culturali e media. Miller ha anche teso a spingersi oltre i limiti, giustificando politiche radicali con deboli argomentazioni legali che alcuni giudici hanno condannato come illegali. “L’estremismo e l’eccesso di potere a cui abbiamo assistito, con insinuazioni secondo cui in qualche modo l’amministrazione non debba seguire gli ordini del tribunale, o che i diritti costituzionali delle persone possano essere usati contro di loro come armi, sono in gran parte riconducibili a Stephen Miller”, ha affermato Skye Perryman, responsabile di Democracy Forward, un gruppo che ha contestato sul piano legale centinaia di ordini esecutivi di Trump da quando è rientrato alla Casa Bianca.

Per i suoi alleati, Miller incarna un’amministrazione che sta esercitando l’intera gamma dei poteri presidenziali per attuare una serie di politiche che, a loro dire, la maggioranza degli americani sostiene. Miller ha una conoscenza e un controllo dell’apparato politico, non solo della Casa Bianca, ma dell’intero potere esecutivo. E ha dimostrato all’amministrazione come si possa usare ogni leva del potere per ottenere un risultato.

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, lo ha descritto in una dichiarazione come “uno dei consiglieri più longevi e fidati del Presidente Trump, da quasi un decennio”. “Posso personalmente attestare il rispetto che il Presidente Trump nutre per Stephen perché lo vedo ogni giorno”, ha detto. Trump ha “la massima fiducia in lui e nelle sue comprovate capacità di leadership”, ha aggiunto. Oltre a essere “estremamente efficace nel suo lavoro”, è un “collega e amico leale”.

I critici temono che Miller userà l’omicidio di Kirk come pretesto per reprimere la sinistra e soffocare il dissenso. Parlando in un podcast con il vicepresidente J.D. Vance, ha affermato che l’amministrazione avrebbe canalizzato la rabbia per la morte del giovane attivista conservatore per “sradicare e smantellare… le reti terroristiche”. Non ha specificato quali. Nel suo discorso al memoriale di Kirk, Miller ha usato parole dure per i nemici del movimento MAGA. “Non siete niente”, ha detto. “Siete malvagità. Siete gelosia. Siete invidia. Siete odio. Non siete niente”. La reazione della folla alla retorica di Miller è stata relativamente tiepida in confronto all’ovazione per Erika Kirk in lacrime, la vedova dell’attivista assassinato, quando ha dichiarato di aver perdonato l’assassino del marito. “La risposta all’odio non è l’odio”, ha detto, in quello che sembrava un rimprovero all’arringa piena di ira di Miller.

L’avvertimento più inquietante finora proveniente dalla penna di Miller è l’ultimo promemoria presidenziale, “Contrastare il terrorismo interno e la violenza politica organizzata”. Accusa chiunque critichi le forze dell’ordine, l’Immigration and Customs Enforcement (ICE), l’impero americano, il capitalismo, la destra nazionalista cristiana, la persecuzione degli immigrati e coloro che condannano la discriminazione basata su razza e genere, così come coloro che mettono in discussione il patriarcato bianco e maschile, descritto come “visioni tradizionali americane su famiglia, religione e moralità”, di fomentare una “rivoluzione violenta”. Si tratta di una dichiarazione di guerra alla cosiddetta “sinistra radicale”, quella che l’amministrazione Trump incolpa di “assassinii efferati e altri atti di violenza politica”, dall’omicidio di Charlie Kirk all'”assassinio di un alto dirigente del settore sanitario nel 2024 e al tentato omicidio del giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh nel 2022″. Il promemoria continua elencando i due tentati omicidi contro Trump. Questi “antifascisti”, avverte minacciosamente il promemoria della Casa Bianca, “hanno creato un movimento che abbraccia ed esalta la violenza per raggiungere risultati politici, tra cui la giustificazione di ulteriori omicidi”. La definizione di “nemici dello Stato” contenuta nel promemoria è per sua natura amorfa, fondata sulla finzione di organizzazioni fantasma dedite a omicidi e sovversione. Le accuse sono assurde. Non si basano su prove o fatti verificabili. Ma, come in tutti i regimi autoritari, la verità è ciò che chi detiene il potere dichiara che sia. Questa “verità” giustifica la crociata. Il promemoria ordina alle forze dell’ordine federali di detenere, “interrogare” gli individui sospettati o accusati di “violenza politica o illegalità”. Richiede all’Internal Revenue Service (IRS) di revocare l’esenzione fiscale alle organizzazioni che sono considerate dallo Stato come “finanziatrici dirette o indirette di violenza politica o terrorismo interno” e di segnalarle al “Dipartimento di Giustizia per indagini ed eventuali azioni penali”.

Miller appare quasi desideroso che ci sia violenza pubblica che giustificherebbe l’uso della forza armata – politicizzando così le forze militari – contro cittadini migranti e statunitensi. Gli obiettivi sono prevedibili: immigrati, neri, educatori, giornalisti, persone LGBTQ+ e chiunque osi sfidare la visione nazionalista cristiana bianca, neoliberista e suprematista bianca.

 

La storia di Stephen Miller

Fin da piccolo, Miller, figlio di ebrei che erano New Deal democratici con una visione conservatrice, cresciuto in un ricco quartiere di Santa Monica, in California, aveva idee molto forti sull’immigrazione. Jason Islas, suo amico alle medie, ha raccontato che condividevano l’interesse per i viaggi spaziali, la storia e Frank Sinatra. Poi, un giorno, in seconda media, Miller gli disse che l’amicizia era finita. “Mi fornì una lista di motivi”, ha raccontato Islas al Financial Times. “E la mia ascendenza latinoamericana era nella lista… Era un po’ sadico”.

Miller si interessò alla politica al liceo, diventando un fan del conduttore radiofonico di destra Rush Limbaugh e di Larry Elder, un conduttore nero di un programma radiofonico popolare tra i conservatori di Los Angeles. Divenne un ospite fisso del programma di Elder, apparendo 69 volte. Mentre era ancora alle superiori, si guadagnò la reputazione di provocatore, rimproverando gli studenti latinoamericani perché parlavano spagnolo invece che inglese. Nella sua biografia di Miller del 2020, “Hatemonger: Stephen Miller, Donald Trump, and the white nationalist agenda”, Jean Guerrero ha descritto come ordinasse ai suoi compagni di gettare deliberatamente la spazzatura per terra perché gli addetti alle pulizie la raccogliessero. “Sono l’unico qui che è stufo di sentirsi dire di raccogliere la spazzatura quando abbiamo un sacco di bidelli pagati per farlo al posto nostro?”, ha detto in un discorso a un evento scolastico.

Il suo momento di svolta sui media nazionali è arrivato mentre era ancora studente alla Duke University (a Durham, in Nord Carolina), apparendo su Fox News per difendere i giocatori bianchi di lacrosse del college che erano stati accusati – falsamente, come si è poi scoperto – di aver aggredito una donna nera. Negli anni 2010 ha lavorato come assistente di Jeff Sessions, il senatore repubblicano dell’Alabama, dedicando le sue energie a stroncare un tentativo bipartisan di riformare il sistema di immigrazione americano, ormai in crisi. “Era una voce solitaria nel deserto”, ha detto Matt Boyle, capo dell’ufficio di Washington del sito web di notizie di destra Breitbart. Ma l’approccio intransigente di Miller all’immigrazione è presto diventato un’ortodossia del partito repubblicano. “È stato all’avanguardia su ogni singola questione importante dell’epoca”, ha aggiunto. Miller ha acquisito visibilità politica apparendo regolarmente nel programma di Steve Bannon sul sito web Breitbart.

Verso la fine del 2015, Miller si è unito alla campagna di Trump part-time e, all’inizio del 2016, è diventato un membro a tempo pieno dello staff, entrando a far parte del team principale della campagna elettorale. Durante la prima presidenza di Trump, ha ricoperto il ruolo di direttore della redazione dei discorsi e di consulente senior per il reporting politico del genero di Trump, Jared Kushner. “Stephen e il presidente si sono trovati subito in sintonia”, ha detto Bannon, che ha supervisionato la campagna di Trump e in seguito è stato per un breve periodo capo del suo staff. “Voglio dire, è stata una fusione mentale”. Non appena Miller si unì a lui, la qualità dei discorsi di Trump migliorò, assumendo “un po’ più di autorevolezza e sostanza”, secondo Bannon. “Il carisma può arrivare solo fino a un certo punto”, ha detto. “Alla fine, bisogna avere una politica ben ponderata, e Stephen era la persona giusta per farlo”.

Assunto come consigliere nella prima Casa Bianca di Trump, Miller ha rapidamente lasciato il segno sulla politica migratoria. È stato uno dei principali autori del cosiddetto divieto di ingresso negli USA per i musulmani, che ha imposto restrizioni all’ingresso ai cittadini di diversi paesi a maggioranza musulmana, e ha sviluppato la politica di “tolleranza zero” che ha innescato le separazioni familiari al confine tra Stati Uniti e Messico nel 2018. Ma le sue iniziative sono state spesso bloccate dai tribunali e hanno incontrato una forte resistenza all’interno della stessa burocrazia federale. Lo zio di Miller ne è rimasto inorridito. David Glosser, neuropsicologo, ha definito suo nipote un “ipocrita dell’immigrazione”, affermando che la sua stessa famiglia sarebbe “salita nei camini dei forni crematori” se gli Stati Uniti avessero perseguito a metà del XX secolo le stesse politiche che suo nipote propone ora.

In un episodio ormai noto, nel 2017 a Miller fu chiesto dal giornalista Jim Acosta della CNN se le sue politiche di restrizione dell’immigrazione legale contraddicessero lo spirito della poesia «Dammi i tuoi stanchi, i tuoi poveri, le tue masse infreddolite desiderose di respirare libere, i rifiuti miserabili delle tue spiagge affollate. Mandami loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste a me, e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata.» incisa sul piedistallo della Statua della Libertà. Miller rispose che la poesia era stata “aggiunta in seguito” e che la statua in realtà non aveva nulla a che fare con l’immigrazione.

I funzionari che interagirono con Miller durante il primo mandato di Trump rimasero colpiti dal suo insolito modo di lavorare. Rifuggiva dal normale processo decisionale, in cui avvocati e stakeholder venivano reclutati per garantire che le proposte dell’amministrazione fossero legalmente ed eticamente ineccepibili, ha affermato un ex funzionario che ebbe a che fare con lui all’epoca. I suoi sostenitori la vedono diversamente. “Gli ci sono voluti quattro anni per capire come mettere KO i burocrati di carriera il cui lavoro è solo quello di partecipare alle riunioni e dirti: ‘No, no, non possiamo farlo per 10 motivi diversi'”, ha detto un ex collega di Miller. “Stephen era tipo, dimmi come possiamo arrivare a un ‘sì’ su questo.” Ma la sua ossessione per gli immigrati clandestini spesso creava inimicizia. “All’epoca si diceva ‘Trova storie di immigrati coinvolti in incidenti di guida in stato di ebbrezza, condannati o meno'”, ha detto un ex funzionario della Sicurezza Nazionale. “Diceva che dovevamo dipingere questo quadro, secondo cui gli immigrati sono pericolosi per gli americani.” L’agente si rifiutò di accogliere la richiesta e lasciò il dipartimento poco dopo.

 

Un guerriero di Trump

Il sostegno di Miller a Trump non sembra sia dovuto a opportunismo o autopromozione, ma al desiderio di essere un vero ideologo, un vero fanatico. Durante una riunione del team di Trump nel novembre 2019, Miller ha rilasciato un ultimo commento agli altri partecipanti: “Non volevo sembrare duro”, ha detto. “È solo che questo è tutto ciò che mi interessa. Non ho una famiglia. Non ho nient’altro. Questa è la mia vita”. Forse la cosa più significativa è che Kevin McCarthy, ex presidente della Camera, ha definito Miller “il cervello di Trump”.

Miller è rimasto fedele a Trump dopo la sconfitta alle elezioni del 2020 e trascorse gran parte dei quattro anni successivi a lavorare su politiche che avrebbero potuto essere implementate se Trump avesse riconquistato la Casa Bianca. Nonostante la sua mancanza di formazione giuridica, ha scoperto leggi oscure che potevano giustificare le sue proposte politiche draconiane. Nel 2023 ha raccontato ai conduttori conservatori di un podcast, Clay Travis e Buck Sexton, come l’Alien Enemies Act del 1798 avrebbe potuto essere utilizzato per effettuare deportazioni di massa senza un giusto processo in caso di “incursione predatoria” negli Stati Uniti – uno stratagemma che Trump ha utilizzato da quando ha ripreso il potere per inviare venezuelani a El Salvador.

Miller era diventato un frequente presentatore di Fox News, promuovendo spesso l’agenda di Trump. Ha sfruttato i suoi legami con Trump per ottenere lucrosi contratti di consulenza. Pur non essendo un avvocato, ha fondato (insieme ad altri ex funzionari dell’amministrazione Trump come Mark Meadows, Matt Whitaker e Russ Vought) un’organizzazione no-profit conservatrice, l’America First Legal Foundation (AFLF), che – come riportato dal New York Times – “Nel 2022, l’ultima dichiarazione dei redditi disponibile al pubblico, America First Legal ha versato 1,7 milioni di dollari del suo budget di 44 milioni di dollari ad avvocati, destinando 29,6 milioni di dollari a promozione e pubblicità”. Si legge che l’AFLF ha intentato più di 100 cause legali e ha contribuito a bloccare un piano dell’amministrazione Biden per offrire una riduzione del debito agli agricoltori neri, che ha ritenuto discriminatorio. Alcune delle sue pubblicità accusavano l’amministrazione Biden di “intolleranza anti-bianchi”. L’AFLF ha pagato la trasmissione di spot radiofonici che sostenevano (falsamente) che l’amministrazione Biden stava perseguendo una serie di politiche progettate per danneggiare gli elettori bianchi a causa della loro razza: «Da quando il razzismo contro i bianchi è diventato OK? Joe Biden ha messo i bianchi all’ultimo posto per i fondi di soccorso CoVid. Kamala Harris ha detto che gli aiuti in caso di calamità dovrebbero andare prima ai cittadini non bianchi. I politici liberali bloccano l’accesso ai farmaci in base al colore della pelle. Le aziende progressiste, le compagnie aeree, le università discriminano apertamente i bianchi americani. Il razzismo è sempre sbagliato. Il bigottismo anti-bianco della sinistra deve finire. Abbiamo tutti diritto alla parità di trattamento ai sensi della legge». Miller avrebbe guadagnato 266.000 dollari dall’AFLF nel 2023.

Miller aveva inoltre contribuito a fondare Citizens for Sanity, un comitato di azione politica (PAC), nel giugno 2022 e ha fatto parte del consiglio di amministrazione. Un’organizzazione che ha pubblicato annunci pubblicitari per un costo di 94 milioni di dollari che attaccavano le politiche dei Democratici sui giovani transgender. Secondo Open Secrets, Citizens for Sanity ha sostenuto cartelloni pubblicitari con messaggi come “Proteggere gli uomini incinti dalla discriminazione climatica” e “I veri progressisti sostengono i criminali violenti nel momento del bisogno”, pubblicati in Massachusetts, Colorado, Arizona, Nevada, Pennsylvania, California, Michigan, Texas, Illinois e Georgia. Il Wall Street Journal ha riportato che 50 milioni di dollari delle donazioni a Citizens for Sanity provenivano da un gruppo esterno a cui Elon Musk aveva donato. Open Secrets fa anche notare che uno spot pubblicitario mostrava immagini inquietanti di “passeggeri della metropolitana spinti sui binari da violenti squilibrati, negozi saccheggiati in pieno giorno, donne anziane brutalmente picchiate per strada”, che il narratore sostiene essere il “risultato di politiche di estrema sinistra”.

Quando Trump ha vinto le elezioni nel 2024, Miller è stato nominato suo vice capo di gabinetto ed è diventato subito chiaro che avrebbe goduto di ampi poteri per superare il tipo di resistenza burocratica che riteneva l’avesse ostacolato la prima volta. In un evento che ha evidenziato la sua nuova autorità, Miller e Kristi Noem, Segretario alla Sicurezza Interna, hanno convocato a Washington a maggio i massimi funzionari dell’immigrazione (l’ICE) per una ramanzina per le loro presunte scarse prestazioni nell’arresto di migranti irregolari. Il tono di rimprovero era familiare a chi lo conosceva durante il primo mandato di Trump. Miller ha sfruttato l’incontro per stabilire una quota giornaliera di 3.000 arresti, un aumento di quattro volte rispetto alla media dei primi mesi del secondo mandato di Trump. In seguito, sono diventati virali i video che mostrano gli agenti dell’immigrazione che sequestrano richiedenti asilo durante le udienze in tribunale e che assaltano i lavoratori giornalieri messicani in attesa di lavoro nei parcheggi della catena di materiali per l’edilizia Home Depot. Con l’aumentare delle proteste, Trump ha schierato la Guardia Nazionale e i Marines a Los Angeles per sedare i disordini (si vedano i nostri articoli qui e qui). Miller ha usato il social X per giustificare la mossa, dichiarando che la città era diventata “territorio occupato”. Ha scritto in una serie di dichiarazioni incendiarie: “Non avete voce in capitolo. La legge federale è suprema e verrà applicata”. Ha definito le manifestazioni di protesta “un’insurrezione contro le leggi e la sovranità degli Stati Uniti”. Ha poi descritto le proteste come una “violenta insurrezione” e ha caratterizzato gli eventi di Los Angeles come “una lotta per salvare la civiltà”.

Alcuni ex colleghi affermano che molte delle cose che sta promuovendo – tra cui la repressione dell’immigrazione illegale, gli attacchi alla cultura woke e alle università d’élite – sono più popolari di quanto pensino i suoi nemici. “Ha questa straordinaria capacità di leggere le foglie del tè su certe cose e capire come reagirà l’elettorato americano più ampio”, ha detto un ex collega della prima Casa Bianca di Trump. “Cose come l’attacco alle istituzioni d’élite in realtà ottengono ottimi risultati al di là delle linee di partito”. Nonostante ciò, Miller ha subito alcune battute d’arresto. Secondo il Congressional Research Service, un ente indipendente, durante i primi 100 giorni di mandato di Trump i tribunali federali hanno emesso 25 ingiunzioni a livello nazionale contro il governo federale, rispetto alle quattro sotto l’amministrazione Biden. “Non sorprende che l’amministrazione Trump stia perdendo in tribunale”, ha detto Perryman. “Sembra che stiano permettendo a qualcuno che non è un avvocato di guidare la loro strategia legale”.

Il giornale inglese The Guardian ha riportato lunedì che Miller, che in passato si era detto favorevole ad attacchi con droni contro migranti disarmati, ha svolto un ruolo di primo piano nel dirigere gli attacchi letali statunitensi contro presunte imbarcazioni della droga venezuelane. In alcuni casi, il suo ruolo ha sostituito quello di Marco Rubio, Segretario di Stato e Consigliere per la Sicurezza Nazionale. Gli attacchi alle imbarcazioni venezuelane presumibilmente adibite al trasporto di stupefacenti, che l’amministrazione ha dichiarato essere stati necessari perché l’interdizione non ha funzionato, sono stati orchestrati tramite il Consiglio per la sicurezza interna (HSC) che Miller guida in quanto consigliere per la sicurezza interna. All’inizio di quest’anno, Miller ha conferito all’HSC il potere di diventare un’entità autonoma durante il secondo mandato di Donald Trump, un cambiamento notevole rispetto alle precedenti amministrazioni, in cui era considerato parte del Consiglio per la sicurezza nazionale e, in ultima analisi, rispondeva al consigliere per la sicurezza nazionale. Di conseguenza, l’HSC ha preso l’iniziativa di colpire le imbarcazioni venezuelane, hanno detto fonti del Guardian, una situazione dimostrata dal fatto che il suo vice, Tony Salisbury, e altri sono i custodi dei dettagli su quale imbarcazione colpire prima che ciò accadesse. È stato il caso, ad esempio, della seconda imbarcazione venezuelana colpita dai missili Hellfire il 15 settembre. Mentre la Casa Bianca era stata informata che il Pentagono aveva identificato l’imbarcazione come un obiettivo potenziale più di quattro giorni prima, molti alti funzionari della Casa Bianca sono venuti a conoscenza dell’imminente attacco solo poche ore prima che avvenisse.

Il ruolo di Miller, finora non reso noto, e la sua enorme influenza sul presidente, spiegano anche perché colpire le imbarcazioni venezuelane sia diventata una priorità assoluta e perché Trump sia stato felice di schierare una forza militare straordinaria nella regione. La presenza militare statunitense comprende attualmente il gruppo anfibio di Iwo Jima, che include la USS San Antonio, la USS Iwo Jima e la USS Fort Lauderdale con a bordo 4.500 marinai, e la 22a unità di spedizione dei marines, con 2.200 marines, come riportato in precedenza dal Guardian. Gli Stati Uniti hanno una storia di oltre un secolo di intromissioni negli affari del Venezuela, uno dei principali produttori di petrolio al mondo. Il ruolo di Miller apre una finestra sulla dubbia giustificazione legale avanzata per gli attacchi, che sono stati oggetto di profonda controversia per le accuse che li equivalgono a 17 omicidi extragiudiziali in acque internazionali. Nel frattempo, un ex alto funzionario delle forze dell’ordine con anni di esperienza nella lotta ai cartelli ha dichiarato al New York Times che la prima imbarcazione colpita a settembre – che ha causato la morte di 11 persone – trasportava più probabilmente migranti, poiché è insolito che un’operazione di contrabbando di droga richieda così tante persone a bordo.

Fin dall’inizio della campagna in Venezuela, i funzionari della Casa Bianca hanno cercato di giustificare gli attacchi internamente ed esternamente, sostenendo che Trump stava esercitando i suoi poteri previsti dall’articolo II della costituzione, che consente al presidente di usare la forza militare per autodifesa in scontri limitati. L’argomentazione di autodifesa ruota attorno alla designazione di Tren de Aragua da parte di Trump come organizzazione terroristica straniera, un’affermazione avanzata da Miller per difendere le deportazioni di decine di venezuelani avvenute all’inizio di quest’anno ai sensi dell’Alien Enemies Act. L’amministrazione ha affermato che Tren de Aragua si era infiltrato nel regime del presidente venezuelano Nicolàs Maduro e che quindi la presenza dei membri del cartello negli Stati Uniti equivaleva a una “incursione predatoria” da parte di una nazione straniera, che avrebbe consentito l’espulsione di qualsiasi cittadino venezuelano. “È un cartello della droga che governa il Venezuela”, ha detto Miller ai giornalisti alla Casa Bianca all’inizio di settembre, definendo Maduro il capo del cartello. “Non è un governo, è un cartello della droga, un’organizzazione di narcotrafficanti che governa il Venezuela”. Ma l’amministrazione non ha ancora fornito prove concrete che Tren de Aragua sia diventato uno strumento del governo venezuelano, e gli esperti legali contattati dal Guardian hanno affermato che la Casa Bianca potrebbe giustificare gli attacchi solo se potesse dimostrarlo. Il 2 settembre, un collegio di tre giudici della corte d’appello degli Stati Uniti per il quinto circuito, ha stabilito che le deportazioni ai sensi dell’Alien Enemies Act erano illegali, perché l’amministrazione non aveva soddisfatto l’onere di dimostrare che Tren de Aragua era un braccio del regime di Maduro.

Assistere all’ascesa di Miller ai vertici del potere politico è stata un’esperienza inquietante per il suo ex compagno di scuola Islas. Inizialmente, vedeva le opinioni estreme di Miller come una sorta di atteggiamento adolescenziale, un modo per ribellarsi allo status quo progressista che prevaleva a Santa Monica tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Ma invece di lasciarle andare, crescendo, sono diventate solo più intense. “Non tutti diventiamo una versione più profonda delle nostre ribellioni infantili”, ha detto. “Ma è quello che è diventato per lui. È totalizzante”.

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Lorenzo
Sunday, 05 October 2025 08:09
Dopo 30 anni di persecuzione woke e antirazzista del libero pensiero fa un gran piacere vedere i persecutori che (appena appena, purtroppo) iniziano ad essere perseguitati a loro volta. Quando un commento omofilo per strada o su Facebook si tradurrà in licenziamento, carcere ed esproprio dei beni del suo autore il conto sarà pareggiato.

Trump, finanziato dall'Internazionale e gran sostenitore del progetto sionista, non ha nulla a che fare con Goebbels e coll'emancipazionismo bianco, ma l'approfondirsi del conflitto politico interno al mostro statunitense consente ad ogni persona per bene di sperare in un suo indebolimento o, meglio, in una seconda guerra civile che spazzi via la pax americana.

Se l'impero del male va in pezzi le cose si faranno interessanti. "Volete mica vivere in eterno maiali?"
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Alfred
Sunday, 05 October 2025 13:14
Puoi dettagliare cosa intendi con
coll'emancipazionismo bianco?
Giusto per avere a che fare non le frasi criptiche e ambigue, ma con la sostanza di quello che ti capita di pensare.
Grazie
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Lorenzo
Sunday, 05 October 2025 20:02
E' un modo non anglizzato di ribattezzare ciò che l'autore chiama suprematismo.

Ma a dire la verità, più della sostanza, in questo caso mi interessava la forma. Usare la goffa, rudimentale vulgata ex-post-sinistrata per designare concetti ad essa avversi è un buon modo per renderne evidente la natura di scioglilingua utilizzabili per sostenere tutto e il contrario di tutto.

L'unica realtà che il vernacolo postsinistrato esprime veracemente è il totale, abissale asservimento della ex-cultura europea all'incultura del suo padrone e conquistatore transoceanico.

Sic transit gloria mundis.
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Alfred
Sunday, 05 October 2025 21:24
In sintesi una supercazzola con scapellamento sinistr destr
Ma potrei sbagliare
Scapellamento alto bass obliquo oblungo? Ma sono dettagli, s'intende
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Alfred
Saturday, 04 October 2025 17:08
Va a prendere leggi del 1700 per deportare migranti?
E tutti gli altri residenti nelle americhe che non furono mai invitati a insediarsi dagli autoctoni?
Quelli che per insediarsi sterminarono gli autoctoni?
Gli usa devono essere restituiti agli indiani confinati nelle riserve che poi decideranno se miller e' utile come immigrato per pulire le latrine, altrimenti via, nel paese dei nonni, con i nonni.
Purtroppo non e' raro che gli psicopatici raggiungano posti di potere e infettino parecchia societa'. Dovrebbero stare in posti ben precisi e essere curati, ma societa' attaccate agli smartphone e ai media non sono piu un grado di riconoscerli. Era gia' difficile in piccole comunita' riuscire a stopparli prima che facessero troppi danni, queste societa' di disadattati sembrano fatte apposta per essere il terreno fertile da scalare. Forse sono cosi proprio perche' forgiate da psicopatici venuti prima. Quelli che sterminarono gli indigeni per esempio. Parenti (se non di sangue di malattia mentale) di quelli che oggi vediamo in azione a gaza e che non a caso sono loro amiconi.
Dopo avere letto mi e' venuta una certa disperazione e un libro
https://www.codiceedizioni.it/libri/psicopatici-al-potere-jon-ronson/
Ma non e' l'unico sull'argomento,
se cercate psicopatici di successo online si apre un mondo, credo che sia il mondo del soggetto di cui si parla e di donald.
Ci siamo anche noi in quel mondo e li subiamo pur essendo personalita' che sono circa l'1% della popolazione ... che l'1% di ricchi e potenti coincida con quell'1% di mancanza di empatia e egoismo assoluto?
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