Immigrazione: una navigazione tra bassa criminalità, calcolato cinismo, falsità e ipocrisia
di Michele Castaldo
Un nuovo fatto di ordinaria criminalità compiuto nei confronti degli immigrati, quello di utilizzare l’episodio della “forzatura del blocco navale” da parte di Carole Rachete con la Sea Watch 3, per attaccare gli immigrati con una violenza pari alle forze politiche di destra, che Salvini ben sintetizza.
Nessuna meraviglia, ci mancherebbe, se una Meloni invoca l’affondamento della nave incriminata; quando si dice che l’animo femminile è più sensibile, più umano, perché materno, ovvero la quota rosa della carognata. Non che ci voglia molto per provare disprezzo per Salvini, Meloni et similia. Qualche domanda andrebbe posta anche al M5S, ma è tempo perso, sono troppo stretti nella morsa che il potere, quello vero, dell’economia del paese, gli ha stretta al collo.
È perfettamente inutile disquisire sulle leggi dei mari e dei porti, sui diritti territoriali o umani, non è mestiere di chi è di parte, da entrambe le parti: tra chi difende comunque il diritto dei più deboli contro chi si affanna a sputare su di essi, a vivere della loro miseria, del loro sfruttamento, del loro lavoro.
Trafficanti di esseri umani?
Si. Ha ragione Salvini: c’è un traffico di esseri umani. Cui prodest? A chi giova l’immigrazione, non certamente agli operai, che si ritrovano un concorrente in casa; non giova ai disoccupati per la stessa ragione. Giova al capitalismo nel suo insieme e ai capitalisti italiani di tutta la scala piramidale: piccoli, medi e grandi di tutti i settori in modo particolare di quelli in crisi. Questa semplice verità non viene mai messa in luce perché è troppo complicato spiegare che molti paesi africani sono stati invasi per decenni e rapinati delle loro risorse e oggi si cerca di scaricare la crisi, che l’Occidente sta attraversando, ancora su di essi alimentando, come in Libia, guerre fratricide con lo scopo di continuare, da un lato, a rapinare il petrolio e, dall’altro lato, favorire l’emigrazione in massa verso i lidi europei in cerca di fortuna. Lungo il cammino di loro vita, per raggiungere il sospirato Occidente, l’Europa o gli Usa, incrociano quelli che si prestano al lavoro sporco di caricarli su barconi di fortuna e arrivare sulle coste più vicine all’”Eldorado” e una parte di essi trova la morte senza mai raggiungere una riva.
A chi giova il lavoro sporco dei “trafficanti di esseri umani” se non ai capitalisti che in quelle condizioni li possono utilizzare al prezzo più basso possibile del mercato corrente, fino a due euro l’ora di lavoro in condizioni squallide.
Al lavoro sporco si aggiunge l’azione delle Ong, che fanno un lavoro diverso, potremmo dire pulito, ma che serve allo stesso scopo: infoltire le metropoli europee di migliaia e decine di migliaia di immigrati per abbassare il costo della mano d’opera. Tanto gli uni quanto gli altri, consapevolmente o meno, assolvono con modalità diverse allo stesso scopo.
Le domande da porsi circa l’azione delle Ong sono molteplici, ma tutte devono sempre essere subordinate alla madre di tutte le altre: cui prodest, a chi giova?
Non ci sogneremmo neppure lontanamente di indiziare Carola Rackete per un lavoro con la finalità di offrire ai capitalisti europei mano d’opera da utilizzare a bassissimo costo. Allo stesso modo non applichiamo uno schema meccanico nei confronti di organismi di sinistra che si danno da fare per fornire agli immigrati servizi che allevino i loro disagi. Materialisti sì, cretini no.
Non sono sullo stesso piano neppure finanziatori e finanziati; sarebbe come equiparare l’industriale di una fabbrica di armi con gli operai che in essa ci lavorano. No. E non stanno sullo stesso piano le strutture organizzate e finanziate e quei centinaia di militanti dell’estremismo politico di sinistra che si dannano l’anima come matti per dare una mano a chi è in difficoltà, e stanno nel mirino del ministro degli interni.
In discussione non è la buona volontà individuale di chi si dedica ad aiutare gli immigrati. La domanda che ci poniamo è: quale ruolo oggettivo assolvono le Ong laiche, come Medici senza frontiere o Emergenzy, per esempio; oppure strutture religiose, come la Chiesa evangelica, che finanzia la Sea Watch, o quella, ben più imponente, come la Chiesa Cattolica? O ancora personaggi alla Soros e organismi a lui subordinati. Perché mossi da umana passione caritatevole verso chi soffre? Certamente c’è anche questo aspetto, non vogliamo appiattire tutto al livello del più becero degrado dell’animo umano. Ma l’8 agosto del 1991 successe un fatto “stranissimo”: fu fatta attraccare una nave proveniente dall’Albania nel porto di Bari con 20.000 persone a bordo. Furono ammassate nello stadio di calcio come bestie e dopo qualche giorno lasciate libere di vagare per il territorio nazionale come massa umana che si offriva per ogni tipo di lavoro al costo che i padroncini italiani ritenevano di offrire loro. Chi organizzò quella partenza, che rimane a tutt'oggi il più grande sbarco di immigrati mai giunto in Italia con un'unica nave; e a che scopo? Un vero e proprio carico d’oro che sbarcava sul “nostro” suolo.
Cominciò subito dopo una schifosa campagna contro gli albanesi, li tacciarono di ogni crimine, con l’intento di indurli all’umiliazione, alla sottomissione, a stare con la schiena piegata, senza diritti sul lavoro e senza nessuna possibilità di ribellione. Assistenza sanitaria per tenerli in salute al lavoro e zitti. A quella nave seguirono tanti sbarchi operati da scafisti senza scrupoli e dopo gli albanesi i polacchi, poi i rumeni, poi gli africani e gli asiatici. Questa la realtà dei fatti.
Ora, che un Salvini si faccia paladino dell’italianità, della sacra sovranità dei confini è materia per il popolo sciocco e impaurito, tanto egoista quanto ignorante nel contempo. Che qualche baldo giovanotto del M5S pensa che «sia dovere di uno Stato proteggere i confini ed espellere chi è irregolare» non fa che rappresentare lo stato d’animo di quel popolo.
A chi si professa marxista (mentre lo stesso Marx non si riteneva tale) ricordiamo che l’autore de Il capitale in una lettera a Sigfried Mayer e a August Vogt del 9 aprile 1870 scriveva: «In tutti i centri industriali e commerciali dell’Inghilterra vi è adesso una classe operaia divisa in due campi ostili», si noti bene: ostili, «proletari inglesi e proletari irlandesi […] Questo antagonismo viene alimentato artificialmente e accresciuto dalla stampa, dal pulpito, dai giornali umoristici, insomma con tutti i mezzi a disposizione delle classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. Esso è il segreto della conservazione del potere da parte della classe capitalistica. E quest’ultima lo sa benissimo». Limpido come l’acqua di una sorgente d’alta quota.
A certi professoroni di sinistra o anche di estrema sinistra va ricordato che si alimenta quel che è vivo, e nella società d’oggi, in Occidente, e per quello che da vicino ci compete, in Europa, l’ostilità tra operai europei e immigrati, tra lavoratori precari e immigrati, tra disoccupati e immigrati è un fatto reale ed è dovuto a quello che sosteneva Marx. È del tutto naturale che i capitalisti sfruttino «questo antagonismo». Salvini oltre che essere il megafono della paura del ceto medio, della rabbia delle periferie metropolitane, è anche il megafono dell’antagonismo operaio contro gli immigrati. Non ci vuole una laurea particolare in chissà quali scienze sociali per capirlo.
Stabilito perciò che siamo in presenza di una vera e propria tratta di neri del XXI secolo, cerchiamo di spiegare in che modo essa procede e quale contributo possono fornire i comunisti materialisti, i quali credono fermamente che questo sistema si avvia verso un caos dagli esiti imprevedibili.
Qual è la reale differenza tra la posizione del megafono Salvini, gran parte dei pentastellati (che ormai gli fanno da coro con la destra), e quella della sinistra governativa o di opposizione, raffigurate tra chi vuole i porti chiusi e chi è salito sulla Sea Watch-3 oppure la Chiesa cattolica che predica disponibilità all’accoglienza?
Si tratta di due facce della stessa medaglia: la destra vuole che arrivino, ma senza la gestione organizzata dello Stato e delle Organizzazioni Non Governative, perché questo vuol dire impiego di uomini, mezzi e strutture, e dunque costi per l’erario statale, ai quali si sottraggono gli altri paesi europei che usufruiscono della massa di mano d’opera a basso costo; mentre la sinistra intende gestire i flussi degli immigrati e magari trattare con gli altri paesi europei per dividere le spese, visto che usufruiscono pure loro di braccia a buon mercato. In buona sostanza: mentre la destra è disposta a reprimere con ogni mezzo l’immigrazione “clandestina” per liberalizzarla; la sinistra, temendo che la non gestione dei flussi possa alimentare disordini che con la crisi andrebbero a dare fuoco alle polveri di un malessere latente, cerca di gestire quello che non si può evitare. È la posizione anche di un Ferruccio De Bortoli del Sole 24, giornale della Confindustria, tanto per fare un esempio, che non sale sulla Sea Watch, ma osserva il gesto di “solidarietà” dei componenti della sinistra contro la volgare arroganza di Salvini che usa un linguaggio e un comportamento che non fa “onore” a un paese europeo civile e democratico.
C’è anche la mano della malavita organizzata che organizza Onlus per la gestione dei fondi statali per gli immigrati? È la classica domanda che contiene la risposta: ovunque c’è affare c’è malavita organizzata, perché dovrebbe fare eccezione un flusso di soldi così importante.
Domanda: sono degli eroi quelli che sono saliti sulla Sea Watch-3? Si, perché sfidano il malcontento popolare per conto del capitale, dei capitalisti e del capitalismo, perché mostrano l’altra faccia della medaglia a chi porta in dote la ricchezza della propria forza lavoro a costi bassissimi. Mentre al popolo – nel quale c’è anche quell’ostilità operaia di cui parlava Marx – la salita sulla nave di Del Rio e compagni rappresenta un vero e proprio affronto. A loro i lavoratori con la tessera della Cgil, e che hanno votato la Lega di Salvini, rimproverano di stare dalla parte dei loro «antagonisti». La pietà? Sentimento d’altri tempi. Solidarietà? Si, a noi! Non a loro. E Mimmo Lucano ha pagato lo scotto di quell’antagonismo e Riace è passato alla destra. È la legge del popolo: egoismo e ignoranza, o – più prosaicamente detto – è l’uomo, per l’occasione occidentale e hobbesiano, che si mostra in tutta la sua abietta vigliaccheria.
E la Chiesa Cattolica? È il vero partito mondiale che ha compreso la gravità della crisi storica del capitalismo e l’importanza di assistere gli immigrati come fattore di stabilità sociale per evitare torbidi nei paesi occidentali che si rifletterebbero nei loro paesi di origine, per un verso, e di mantenere aperta la valvola di sfogo nei loro paesi, per l’altro verso, perché senza questa possibilità aumenterebbero le rivolte con serie ripercussioni in tutto l’Occidente. Sono queste le preoccupazioni di fondo che turbano le menti degli alti prelati, e non solo della Chiesa cattolica, come dimostra il finanziamento della Sea Watch da parte della Chiesa evangelica tedesca.
C’è ovviamente un altro aspetto da mettere in evidenza: fra i paesi europei c’è, da un lato, la necessità di tenere insieme l’Unione europea, dall’altro, contemporaneamente aumenta la concorrenza a tutti i livelli a loro interno, dunque anche nel voler apparire, agli occhi dei migranti, più democratici degli altri, come è successo per gli immigrati siriani da parte della Germania, perché più interessata alle loro specializzazioni. Insomma la concorrenza è l’anima anche della democrazia oltre che delle merci.
Per tornare all’episodio di questi giorni: vi è un rapporto diretto di causa-effetto tra la forzatura per entrare nel porto di Lampedusa da parte della Sea Watch-3 capitanata dalla tedesca Carola Rackete e l’azione del governo di Germania contro l’Italia? Nessuno lo può affermare o negare. Molto spesso le persone sono in balia degli eventi, possono essere spinti da sani sentimenti o ricoprire il ruolo di utili idioti. Quel che si muove alle loro spalle è molto, ma molto più grande della loro volontà e della loro pietà. Vale per la Carola Rackete come per chiunque altro impegnato in operazioni “altamente umanitarie”. Al comunismo materialista spetta il compito di risalire alle cause dei fenomeni e denunciarle, il modo più coerente di stare contro un sistema barbaro e crudele.







































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“Il marxismo sostituisce a ogni nazionalismo l'internazionalismo, la fusione di tutte le nazioni in una unità superiore. (...) Il proletariato non può appoggiare nessun consolidamento del nazionalismo, anzi, esso appoggia tutto ciò che favorisce la scomparsa delle differenze nazionali, il crollo delle barriere nazionali, tutto ciò che rende sempre più stretto il legame fra le nazionalità, tutto ciò che conduce alla fusione delle nazioni” ( Lenin – 1914 , su l’'autodecisione delle nazioni )
“Ogni centro industriale e commerciale in Inghilterra possiede ora una classe operaia divisa in due campi ostili, i proletari inglesi e i proletari irlandesi. L’operaio inglese medio odia l’operaio irlandese come un concorrente che abbassa il suo livello di vita. Rispetto al lavoratore irlandese egli si sente un membro della nazione dominante, e così si costituisce in uno strumento degli aristocratici e dei capitalisti del suo paese contro l’Irlanda, rafforzando in questo modo il loro dominio su lui stesso.
Si nutre di pregiudizi religiosi, sociale e nazionali contro il lavoratore irlandese. La sua attitudine verso di lui è molto simile a quella dei poveri bianchi verso i neri degli antichi Stati schiavisti degli Stati Uniti d’America. L’Irlandese gli rende la pariglia, e con gli interessi. Egli vede nell’operaio inglese nello stesso tempo il complice e lo strumento stupido del dominio inglese sull’Irlanda.
Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. E’ il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere. E questa classe ne è perfettamente cosciente.” ( K.Marx - lettera a Sigfrid Meyer e August Vogt del 9 aprile 1870 )
“Non c’è dubbio che solo l’estrema povertà costringe gli uomini ad abbandonare il proprio paese e che i capitalisti sfruttano nella maniera più disonesta gli operai immigrati. Ma solo i reazionari possono chiudere gli occhi sul significato progressivo di questa migrazione moderna dei popoli. La liberazione dall’oppressione del capitale non avviene e non può avvenire senza un ulteriore sviluppo del capitalismo, senza la lotta di classe sul terreno del capitalismo stesso. E proprio a questa lotta il capitalismo trascina le masse lavoratrici di tutto il mondo, spezzando il ristagno e l’arretratezza della vita locale, distruggendo le barriere e i pregiudizi nazionali, unendo gli operai di tutti i paesi nelle più grandi fabbriche e miniere dell’America, della Germania, ecc.” ( Lenin , 1913 , “Capitalism and Workers’ Immigration” )
“La borghesia aizza gli operai di una nazione contro gli operai di un’altra, cercando di dividerli. Gli operai coscienti, comprendendo l’inevitabilità e il carattere progressivo della distruzione di tutte le barriere nazionali operata dal capitalismo, cercano di aiutare a illuminare e a organizzare i loro compagni dei paesi arretrati.” ( Lenin , 1913 , “Capitalism and Workers’ Immigration” )
“Nella nostra lotta per il vero internazionalismo e contro il “jingo-socialismo” citiamo sempre nella nostra stampa l’esempio dei leader opportunisti del P.S. in America, che sono a favore di restrizioni sull’immigrazione di lavoratori cinesi e giapponesi (specialmente dopo il Congresso di Stoccarda del 1907 e contro le decisioni di Stoccarda). Pensiamo che non si possa essere internazionalisti e allo stesso tempo a favore di queste restrizioni. E affermiamo che i socialisti in America, specialmente i socialisti inglesi, che appartengono alla nazione dominante e degli oppressori, che non sono contrari a qualunque limitazione dell’immigrazione, contro il possesso delle colonie (Hawaii) e per l’integrale libertà delle colonie, ebbene tali socialisti sono in verità dei jingoisti.” ( Lenin , 1915 , Letter to the Secretary of the Socialist Propaganda League )
[ PS Per “jingoismo" si intendeva allora un particolare nazionalismo . I “jingo-socialisti” criticati qui da Lenin potrebbe essere quelli che oggi vengono chiamati rossobruni .]
Da La Costituzione della Repubblica Socialista Federale Sovietica Russa del 1918 :
“Art. 20. In forza della solidarietà dei lavoratori di tutte le nazioni, la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa accorda tutti i diritti politici dei cittadini russi agli stranieri che risiedano sul territorio della Repubblica Russa e che appartengano alla classe operaia oppure ai contadini che non si avvalgano di lavoro altrui, e riconosce ai Soviet locali il diritto di accordare a tali stranieri i diritti della cittadinanza russa senza ulteriori difficoltose formalità.”
“Art. 21. La Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa concede diritto di asilo a tutti gli stranieri perseguitati per reati politici e religiosi.”
“Art. 22. Riconoscendo uguali diritti ai cittadini indipendentemente dalla loro razza o nazionalità, la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa dichiara incompatibile con le leggi fondamentali della Repubblica la costituzione o la tolleranza di privilegi o di preferenze di qualsiasi genere attribuiti in base alla razza o alla nazionalità, come pure qualunque oppressione di minoranze nazionali o la limitazione della loro uguaglianza giuridica”. ( articoli della Costituzione della Repubblica Socialista Federale Sovietica Russa del 1918 )
“I Partiti Comunisti d’America, del Canada e dell’Australia devono condurre una campagna vigorosa contro le leggi restrittive sull’immigrazione e devono spiegare alle masse proletarie in questi Paesi che tali leggi, accendendo l’odio razziale, alla lunga si ripercuoteranno su di loro. I capitalisti sono contro leggi restrittive negli interessi della libera importazione di manodopera di colore a basso costo per ottenere, per suo tramite, l’abbassamento dei salari dei lavoratori bianchi. L’intenzione dei capitalisti di andare all’offensiva può essere affrontata solo in un modo: i lavoratori immigrati devono unirsi ai ranghi dei sindacati esistenti dei lavoratori bianchi. Simultaneamente, si deve avanzare la richiesta che la paga dei lavoratori di colore sia innalzata allo stesso livello di quella dei lavoratori bianchi. Una mossa di questo tipo da parte dei Partiti Comunisti metterà allo scoperto le intenzioni dei capitalisti e allo stesso tempo dimostrerà platealmente ai lavoratori di colore che il proletariato internazionale non ha pregiudizi razziali” ( Lenin , 1922 , “Fourth Congress of the Communist International , The Growth of the Revolutionary Movement in the East )
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PS : Marx e Lenin sono stati a lungo migranti e profughi