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manifesto

 Perché le forze dell'ordine hanno sempre ragione

Marco Bascetta

carlo2C'è una nobile gara tra destra e sinistra nell'esprimere appoggio incondizionato ai tutori dell'ordine pubblico, considerando ogni minimo dubbio sul loro operato un oltraggio, una bestemmia, un tradimento Il sentimento di diffusa precarietà è tradotto dai teorici della toleranza zero in un problema di contenimento e lotta senza quartiere contro le «classi pericolose». Da qui il baratto tra una rinuncia o una limitiazione di alcuni diritti civili 

La virtù cardinale del «moderatismo», nella dialettica politica delle democrazie parlamentari occidentali, è motivata da una presunzione e da una tautologia tra loro intimamente collegate. La presunzione è che in un «paese civile» la posizione moderata sia, per definizione, maggioritaria. La tautologia è che è maggioritaria perché moderata e, viceversa, moderata perché maggioritaria. Orbene, tra i pilastri fondamentali del «moderatismo» politico corrente va annoverato il seguente principio: «la polizia ha sempre ragione», dove per polizia si intendono tutte le forze dell'ordine, dalla polizia di stato ai carabinieri alla guardia di finanza.

Si può sensatamente sospettare che un simile punto di vista non sia affatto condiviso dalla maggioranza, ma è questo uno dei casi in cui la validazione tautologica funziona senza ammettere obiezioni. Che lo stato e i suoi amministratori di turno apprezzino e difendano le loro forze dell'ordine, che queste occupino uno spazio permanente nella retorica ufficiale è una circostanza del tutto normale quando non sconfini, come spesso è accaduto e continua ad accadere, nella copertura di abusi e vessazioni.

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megachip

L'onore perduto

 di Lorenzo Guadagnucci

carloL'onore perduto della polizia italiana: potremmo titolare così il resoconto delle più recenti udienze al processo per i fatti della Diaz. Qualcuno obietterà che l'onore era già perduto, ed è difficile nagarlo, se si pensa alla chiusura corporativa scelta all'indomani del G8 genovese, alla legittimazione di fatto degli innumerevoli abusi compiuti, alle scandalose promozioni dei dirigenti imputati e via elencando. Ad ogni modo, la cronaca è la cronaca, per cui è giusto segnalare le ultime perle.

Dunque, abbiamo visto sfilare in aula:

a) un ex questore di Genova, Francesco Colucci, chiamato come testimone, che inanella una serie imbarazzante di "non ricordo" e di correzioni rispetto a deposizioni precedenti. Interrogato dai pm su chi fosse il massimo responsabile gerarchico della perquisizione alla Diaz (gli imputati sostengono che non ve ne fosse uno), indica Lorenzo Murgolo, ex vice questore di Bologna, l'unico fra i dirigenti inizialmente indagati ad essere stato scagionato in istruttoria. Colucci è stato poi iscritto nel registro degli indagati per falsa testimonianza;

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Rai: scoperta una struttura a difesa del “Segreto di Stato”

Marco Marsili

Ne farebbero parte 50 giornalisti con potere di censura
La notizia emersa durante una riunione dell’Autorità nazionale per la sicurezza

junio borghese congresso 1954 msi.jpgRoma, 22 mag. – La notizia è clamorosa: secondo quanto appreso da fonti dell’intelligence militare, in Rai sarebbe attivo un “organo esecutivo sicurezza” (Oes), alle dirette dipendenze del ministero delle Comunicazioni, con il compito di “vagliare” le notizie da diffondere. Stando a quanto scoperto dalla Voce, farebbero parte di questa struttura segreta circa 50 giornalisti – tra cui alcuni caporedattori – che avrebbero il potere di autorizzare il “Nulla osta di sicurezza” (Nos) sulla divulgazione di notizie sulle reti della tv pubblica. La rivelazione dell’esistenza di un organo preposto alla tutela del segreto di Stato in Rai, sarebbe stata fatta la settimana scorsa, durante una riunione dell’Autorità nazionale per la sicurezza (Ans), da parte del rappresentante del dicastero delle Comunicazioni - attualmente guidato da Paolo Gentiloni della Margherita -, dal cui Organo centrale di sicurezza (Ocs) dipenderebbe la struttura di viale Mazzini.