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Il regime di destra in costruzione, l’assenza dell’opposizione e il ruolo dei comunisti e delle forze anticapitaliste. Editoriale
di Fosco Giannini*

In uno scenario in cui manca una reale opposizione alle forze reazionarie e neofasciste, in cui destra e “sinistra” hanno la stessa agenda politica imperialista, filoatlantista e neoliberista, i comunisti hanno il compito di costruire il nuovo protagonismo delle masse di sfruttati oggi senza voce e depredati della coscienza politica, restituendo loro la speranza in un futuro di liberazione.
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Il governo Meloni entra in carica il 22 ottobre 2022 (la marcia su Roma è dell’ottobre 1922, che assonanze!). Quali sono gli elementi essenziali che lo caratterizzano? Parliamo di elementi essenziali, non di quelli fenomenologici, di superficie, come le apparenti discrasie tra Meloni, Salvini, Tajani, ma di quelli che ne determinano la natura politica e ideologica di fondo, che ne evocano la strategia, anche quella indicibile.
Cerchiamo di portare alla luce queste “essenze” del governo Meloni e dell’alleanza di centrodestra, di cui le forze più importanti sono Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, attraverso i principali fatti concreti che si sono concatenati in questa prima fase governativa, i principali “grumi” politico-ideologici che sono apparsi, come pustole in via di crescita sul corpo ripugnante del centrodestra e capaci di svelare la natura strategica di questa alleanza di governo.
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Violenza sulle donne: perché la propaganda mainstream vince facile
di Luca Busca
Raramente una tematica suscita un fervido dibattito a “sinistra” come ultimamente è accaduto intorno alla questione femminile. Va premesso che con il termine “sinistra”, in questo contesto, tenderei a identificare quella vasta area di dissidenza al neoliberismo che va dai delusi dal voto, né di destra né di sinistra, ai “rossobruni” (termine odioso ma purtroppo appropriato in alcuni casi), dai vetero ai neo comunisti, dagli anarchici ai pacifisti, dai collettivi femministi a quelli della famigerata comunità LGBTQ+. In sostanza la sinistra un po’ persa, un po’ nostalgica ma che ancora crede in quei valori che sono incompatibili con il neoliberismo. Quella sinistra che ancora tenta di dissentire e di svincolarsi dal pensiero unico. Escludo quindi la cosiddetta sinistra di regime ormai schiava della cultura “woke” e, ovviamente, tutto il pensiero destrorso che, anche quando dissente, finisce per essere neoliberista, autoritario, gerarchico e repressivo.
Bene questa sinistra è riuscita a infiammarsi, non per una nuova proposta politica che ormai latita da diversi decenni, ma per la violenza sulle donne. Tema questo su cui si è frammentata nei consueti piccoli pezzettini isolati tra loro. Anche io ho detto la mia, rivolgendomi a quell’ampia schiera destrorsa che, tra governo e illustri pensatori come il Generale Vannacci, sta tentando di allungare le minigonne e rinchiudere le donne in casa nel loro ruolo di mamme. Purtroppo il titolo, "mai discutere con un idiota ti porta al suo livello e ti batte con l'esperienza", ha indotto più di un lettore di sinistra a immedesimarsi. Sfortunatamente, infatti, il fervido dibattito, suscitato da una campagna mediatica mainstream che ha fatto invidia a quella pandemica, ha prodotto una miriade di pareri diversi, alcuni dei quali di stampo palesemente conservatore.
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Un “pacchetto sicurezza” che trasuda paura e infamia
di Dante Barontini
Premessa necessaria. In questo periodo storico, in questo paese, siamo in presenza del minimo storico per quanto riguarda la conflittualità sociale, i fatti di criminalità, rivolte sociali e carcerarie.
Di questi tempi la principale causa di morte violenta è… andare a lavorare. I morti di lavoro del 2023 sono fin qui 1.068 (aumenteranno di certo entro sera, persino in una giornata di sciopero generale). Sul lavoro sono 823, in itinere 245, per una media quotidiana di 3,3. Un “diluvio di Al Aqsa” che si ripete ogni anno…
Se poi andiamo a guardare le statistiche sugli omicidi, in drastico calo da decenni, possiamo facilmente notare come la “tipologia principale” siano ormai i femminicidi: 103, finora, nel solo 2023. Quasi tutti avvenuti “in famiglia”, commessi da chi si conosceva bene, non “per strada nella notte” ad opera di sconosciuti.
Potremmo dunque dire che di tutto si sentiva il bisogno tranne che di un nuovo “pacchetto sicurezza”. Ma un governo para-fascista non ha molti altri argomenti nel suo piccolo “campionario delle idee”, e dunque ha approvato ieri un insieme di norme di dubbia coerenza giuridica, ma “fedeli” ad una mentalità preistorica.
Data la gravità di alcune di esse, sarà però bene prima analizzarle una per una e poi tracciare un giudizio sintetico.
Occupazioni di case
«Chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente, è punito con la reclusione da 2 a 7 anni».
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Menzogne e verità sulla cancellazione del Reddito di Cittadinanza
di Emiliano Gentili, Federico Giusti e Stefano Macera
Il dibattito sull’abolizione del Reddito di Cittadinanza è stato viziato da alcuni elementi che hanno reso difficile comprendere fino in fondo il significato politico della Controriforma
Lo scontro fra chi difendeva il RdC e quanti invece volevano eliminarlo si è svolto soprattutto attorno alla tragedia di quei 130.000 mila nuclei familiari (14,8% sul totale) per i quali il Reddito sarebbe stato cancellato già a fine luglio di quest’anno. Tuttavia, l’effetto di questo processo di Controriforma va ben oltre le sofferenze economiche e di vita alle quali le famiglie in questione dovranno fare fronte… A nostro parere, l’aspetto principale consiste nel tentativo di ridurre il costo del lavoro dei cosiddetti working poor, di quei lavori che già oggi vengono pagati pochissimo, con orari spesso estenuanti, in un contesto di forte deregolamentazione normativa, di ricatto e di assai irrisori e sporadici controlli sulle imprese. In tal senso non possiamo non evidenziare il carattere parziale, e per certi versi fuorviante, del dibattito inscenato in Parlamento nel corso dell’estate. Ci si è concentrati su un solo aspetto (il 14,8% di revoche), guardandosi bene dal discutere dei caratteri complessivi della riforma, sì da evitare che questi acquisissero una proiezione mediatica.
Il silenzio ha poi riguardato anche un altro aspetto, quello della riduzione degli anni di residenza necessari per percepire il Reddito (o, meglio, il sussidio che andrà a sostituirlo) da 10 a 5. Un provvedimento che avvantaggia gli italiani all’estero, certo, ma che in primo luogo viene incontro a lavoratori e lavoratrici immigrati. Tale riduzione non è di certo stata una battaglia “all’ultimo sangue” ingaggiata dal PD in Parlamento, derivando invece dalla promulgazione di una procedura d’infrazione contro l’Italia da parte della Commissione Europea1, 2 soprattutto in quanto il limite di 10 anni comprometterebbe la libera circolazione della forza-lavoro all’interno dell’area comunitaria, disincentivando i cambi di residenza transnazionali dei lavoratori a causa della paura di perdere il sussidio.
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Il pericolo della secessione dei ricchi
di Gianfranco Viesti
E’ in discussione al Senato il disegno di legge che aprirebbe la strada alla concessione di poteri e risorse finanziarie assai più rilevanti alle Regioni che fanno richiesta di autonomia differenziata. Ciò metterebbe a repentaglio l’unità d’Italia e configurerebbe una “secessione dei ricchi”, a partire dalla sanità
Quali sono il quadro e le prospettive del regionalismo italiano, e più in generale lo stato del decentramento politico e amministrativo nel nostro paese? Si tratta di una domanda importante, che riguarda il potere e i diritti dei cittadini in Italia: i livelli di governo che hanno maggiore possibilità, per competenze e risorse economiche, di prendere le decisioni più importanti sulle grandi politiche pubbliche; e come e quanto, a seconda dell’organizzazione del potere, possono essere garantiti i diritti costituzionali dei cittadini nei diversi territori del paese. Temi con una grande valenza politica, che influenzano tanto i principi di parità dei diritti di cittadinanza degli italiani quanto il funzionamento di alcuni grandi servizi pubblici nazionali, a partire dalla scuola.
La questione è analizzata nel mio volume Contro la secessione dei ricchi, le cui tesi di fondo sono due. La prima è che il grande processo di decentramento dei poteri, in particolare a favore delle Regioni – avviato in Italia negli anni Novanta e fortemente consolidato dalla riforma costituzionale del 2001 – ha determinato un quadro assai insoddisfacente, ricco di conflitti e di problemi, che merita senz’altro una paziente e incisiva azione di miglioramento e di riforma, senza eccessivi sbandamenti nelle opposte direzioni di un maggiore accentramento o di un ulteriore decentramento dei poteri.
La seconda tesi è che il dibattito politico degli ultimi anni non è orientato a risolvere questi problemi, ma a crearne di nuovi, gravi. È incentrato sulle richieste di decentramento asimmetrico e di maggiori poteri e maggiori risorse, ai sensi del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione.
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Il ponte dell’estrattivismo
di Antudo
Berlusconi non ha fatto in tempo, non è riuscito a veder posare neppure la prima pietra. Eppure, a dirla con franchezza, se quell’onore – si fa per dire – a qualcuno sarebbe dovuto toccare, è solo per l'ennesima prova di giustizia persecutoria che quel qualcuno non potrà mai più esser lui, il primo tenore tra i cantori delle Grandi Opere per un Grande Paese. In una delle frequenti visite profetiche a Messina, nel lontano 2009, tra l’inaugurazione di un plastico e l’altro, l’Unto del Signore si spinse a dire: “Abbiamo mantenuto l’impegno preso con i siciliani, con i calabresi, con tutto il Sud. Il ponte sullo Stretto da oggi è legge e domani sarà realtà”. È davvero una sorte ria quella che vuole il cavallo di battaglia del cavaliere per antonomasia sia finito oggi nelle mani di una triviale controfigura del tutto incapace di far ridere. Certo, prova a spararle grosse anche lui, quel guitto di quart’ordine: il “ponte degli italiani” sarà “la più grande operazione anti-mafia”. Niente da fare. Dall’ex giovane padano non fuoriesce che una parodia patetica della vecchia inarrivabile canaglia di Arcore che, a suo modo, l’ossessione della gioventù ha cercato di coltivarla fino alla fine dei suoi giorni e che di mafia e antimafia sapeva, lui sì, vita, morte e soprattutto miracoli. In questo articolo, il movimento Antudo sottolinea il carattere estrattivista della grande truffa che Matteo Salvini oggi riprova a cavalcare, armato però solo della consueta rozza propaganda e della bieca retorica che serve a coprire la macchina del bluff di sempre con una dozzina di miliardi.
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L’estrattivismo è una forma di accumulazione del capitale finanziario attraverso l’appropriazione della natura e dei beni comuni per convertirli in beni di consumo. […]
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Per una sanità pubblica e universale
di Chiara Giorgi
Agli ultimi posti Ocse per finanziamenti, il nostro modello di welfare socio-sanitario va rifondato sul benessere delle persone, in termini di salute, di assistenza, di istruzione, di previdenza. Al seminario del Laboratorio su salute e sanità si è iniziato a tracciare un quadro d’azione per rispondere a questa esigenza
La sanità pubblica italiana attraversa tempi molto difficili: è in corso un’accelerazione di quei processi che da tempo stanno minando alcuni principi costitutivi del nostro Servizio sanitario nazionale (SSN), mettendone a repentaglio attività e tenuta. È bene ricordare che quest’ultimo, nato dai conflitti degli anni Sessanta e Settanta, ha segnato il momento di maggiore qualificazione democratica del welfare italiano ed è stato improntato da universalità di copertura, equità di accesso e uguaglianza di trattamento, globalità dell’intervento sanitario, uniformità territoriale, controllabilità e partecipazione democratica, finanziato tramite la fiscalità generale progressiva. I cambiamenti subentrati a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso in Italia e nel contesto internazionale, con la riorganizzazione del capitalismo in chiave neoliberale, hanno segnato una inversione di rotta, le cui conseguenze più gravi sono state portate alla luce dalla pandemia da Covid-19. Quest’ultima ha reso infatti evidenti le inadeguatezze delle condizioni precedenti: i limiti che si sono mostrati nel servizio sanitario pubblico a fronte dell’impatto dell’emergenza sono derivati soprattutto dal suo depotenziamento, dallo spazio lasciato alla sanità privata, dall’indebolimento della medicina territoriale, che aveva informato la fisionomia originaria del SSN.
La pandemia sembrava aver riportato al centro dell’attenzione pubblica il diritto alla salute, fisica e psichica, individuale e collettiva. In questa chiave essa poteva essere l’occasione per tornare a potenziare l’assetto sanitario nazionale sotto più profili, compreso quello essenziale delle attività di prevenzione e delle cure primarie.
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Ustica 2023
di Gaetano Sinatti
Alle ore 20:59 del 27 giugno 1980, il volo civile IH870, operato da un DC9 della compagnia ITAVIA, scompare, con tutti i suoi 81 passeggeri, nel cielo tra Ponza e Ustica. Solo ieri, 2 settembre 2023, il professor Giuliano Amato, esponente di spicco della classe dirigente della prima e della seconda Repubblica, accademico italiano di lungo corso, giurista illustre, con una lunga intervista pubblicata con grande rilievo dal quotidiano La Repubblica, ha ritenuto opportuno prendere posizione pubblicamente a sostegno della tesi, già avanzata da molti anni sia in sede giudiziaria che storica, affermando la responsabilità del governo francese nell’abbattimento del velivolo civile italiano.
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Se fossimo degli ingenui potremmo accontentarci del classico “meglio tardi che mai”. Ingenui purtroppo non possiamo essere, ma convinti che la verità sia ben chiara, sì, come scrivevamo nel 2012 su queste pagine.
Oggi potremmo quindi semplicemente rimandare il lettore di clarissa.it a quanto abbiamo poi scritto anche il 27 giugno del 2020, nel XXXX anniversario di quel terribile evento, presentando le ragioni per cui non vi sono dubbi sul fatto che quell’abbattimento è avvenuto nel contesto di un’azione di guerra non dichiarata, e che tale episodio bellico è riconducibile ad un’operazione di Paesi della NATO contro la Libia.
Oggi, con la dichiarazione del prof. Amato, abbiamo piena conferma infatti di quanto scrivevamo allora:
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Berlusconi e il trentennio inglorioso
di Francesco Sinopoli
La scomparsa di Silvio Berlusconi ci spinge a interrogarci su ciò che è accaduto nel nostro paese in questo lungo trentennio, oggettivamente segnato da un pesante arretramento, sul piano civile, culturale e democratico. Da presidente di una fondazione che ha tra le sue missioni la ricerca nel campo della storia del movimento operaio, oltre che economica e sociale e della formazione sindacale, penso sia nostro compito contribuire alla costruzione di un giudizio complessivo su quello che molti già definiscono il trentennio inglorioso, volutamente contrapposto ai trenta gloriosi, gli anni che dopo la seconda guerra mondiale hanno portato a gran parte delle conquiste sociali e civili, che in questa sede per ragioni di spazio non posso affrontare. Ciò che conta è che progressivamente arretriamo.
Non ho mai pensato che la responsabilità di tutto ciò che è accaduto in questi lunghi anni di crisi fosse esclusivamente sua e degli esecutivi da lui guidati. Molti governi di vario colore, in una fase storica che ha visto una ridefinizione dei rapporti di forza tra capitale e lavoro a vantaggio del primo, hanno contribuito all’arretramento oggettivo sul piano dei diritti del lavoro e dei diritti sociali. Pensiamo Jobs Act renziano, che è riuscito dove non era riuscito Berlusconi. Oppure all’intervento del governo Monti sulle pensioni. Così come mai ho pensato che le vicende giudiziarie potessero rappresentare la cifra sostanziale per leggere la sua stagione politica, uno degli errori strategici dell’antiberlusconismo.
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Benvenuti nel Quarto Reich
di Alessandro Taddei
Alessandro Taddei scava nella memoria: Stato, mafia, Gladio e altre orribili cose vicine a tutte/i noi… che è necessario ricordare (o scoprire). In coda trovate molti link utili
Con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po’ a casaccio perché non ho più memoria …
(Fabrizio De Andrè)
Il concetto di «destabilizzazione italiana-Gladio-P2» andrebbe allargato a un periodo ben più ampio di quello degli anni ’70/’80.
I soggetti coinvolti sotto Gladio, nel corso degli anni, passano dal terrorismo politico-eversivo alla mafia, attraverso attentati dinamitardi nelle piazze (Fontana, Loggia), nei treni e nelle stazioni (Italicus, Gioia Tauro, Bologna), nei luoghi della socialità per poi passare ai magistrati più impegnati e ai luoghi storico-artistici simbolo della «bellezza italica».
Dal 1964 ad oggi – generale De Lorenzo docet – assistiamo a un processo continuativo della «strategia della tensione» in cui cambiano non solo i rapporti “cittadino-violenza-paura” ma anche i soggetti che la perpetuano.
I soggetti utilizzati da Gladio e poi P2 cambiano a seconda del momento storico in cui ci si trova ad operare. Eppure è come se una mano militare invisibile regnasse su tutti indistintamente e allungasse il filo della storia senza mettere mai in discussione questa strategia. Sappiamo dunque che questa Entità oscura non morirà per una vicissitudine economico-politica o nel momento in cui uno “storico” segnerà la fine di un’epoca.
È soprattutto per questo fenomeno sistemico che l’Italia non sta avendo un’evoluzione, in termini sia economici che culturali.
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Cavaliere o pedone?
di Paolo Di Marco
Del lestofante testé morto tutti ricordano l’aspetto esteriore e gli atteggiamenti da guitto ma pochissimi (il solo Fatto) le malefatte; e anche qui con molta discrezione e tutti i distinguo (“la magistratura ha sempre archiviato”…).
E invece mi sembra buona occasione per ricostruire un pezzo significativo di storia patria con tutti i suoi intrecci espliciti e sotterranei.
1- breve cronaca
–Il padre lavora in una piccola banca (Rasini) che si diceva (fonte Sindona) essere avamposto dei ricicli mafiosi; ma ha anche contatti col mondo della borghesia milanese a cui piace tenere i soldi in Svizzera (vizietto che in quegli anni era assai diffuso);
–Quando il piccolo si mette in affari immobiliari -con Milano 2 opera più nota- i soldi arrivano tramite quelle fonti (v. Travaglio et al, ‘L’odore dei soldi’, più recentemente su Il Fatto gli audioarticoli della biografia; sempre sul Fatto l’art di Marco Lillo). Soci principali dell’Edilnord sono Rasini e Rezzonico, commercialista svizzero.
–Colla collaborazione di don Verzè (poi sospeso a divinis) nel ’68 compra i terreni di Segrate; su una parte sorgerà il San Raffaele, sull’altra Milano2; corrompendo dirigenti e piloti Alitalia per spostare le rotte degli aerei che rendevano i terreni privi di valore. Questa volta gli occulti finanziatori svizzeri tirano fuori 3 miliardi.
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Berlusconi, berlusconismo, berlusconisti
di Combat-COC
Riprendiamo molto volentieri dal sito Combat-COC questo articolo, che è di gran lunga il più completo e centrato tra quanti hanno commentato la scomparsa del Cav. nero da un punto di vista di classe. (Red.)
La morte di Silvio Berlusconi ha mandato in onda il solito, vomitevole, falso e interessato teatrino italiano composto da una maggioranza di “pro” ed una – solo per l’occasione – ridotta minoranza di “anti”.
Entrambi gli schieramenti sono abbarbicati sul “personaggio” Berlusconi: sia da parte di chi lo ritiene uno dei più grandi e “longevi” statisti della storia d’Italia; sia da parte di chi fa risalire al suo operato l’origine di tutte le “disgrazie” del nostro vivere civile.
E allora cominciamo col ribadire una cosa: per noi Berlusconi è stato un nemico di classe, in quanto espressione politica della borghesia ai massimi livelli per un trentennio (quattro volte presidente del Consiglio). Classe alla quale tra l’altro ha appartenuto anche fisicamente come imprenditore.
Siamo stati contro Berlusconi così come lo siamo stati (e lo siamo) nei confronti di tutti i padroni, nessuno escluso.
Contro Berlusconi dunque in quanto anti-capitalisti, dal momento che per noi non si tratta di scegliere il padrone “migliore”. Sport che invece ha appassionato in questi decenni le fila dei competitor affezionati al capitalismo “buono”, “onesto” e “democratico” (sic).
Di conseguenza respingiamo tutti i mielosi (e ipocriti) discorsi apparsi in questi giorni sui mezzi di comunicazione relativi al fatto che di fronte alla morte tutte le “animosità” debbano stemperarsi: vuoi per “riconoscenza”, o per “rispetto”, o per “pietà cristiana”.
Per cui, stando sempre ben attenti a non “personalizzare” la politica ed a non “affogare” nell’antiberlusconismo la critica e l’opposizione a tutto il sistema capitalistico (che è internazionale), vogliamo cercare in queste righe di spiegare sommariamente la natura e la portata del “berlusconismo”. Fenomeno che travalica la vita biologica del singolo personaggio.
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Il sorriso del caimano
di Fabio Troncarelli
Fabio Troncarelli si aggira (con l’aiuto di Barthes) fra bambini morti in culla (con il vaccino dei roghi contro le streghe), berlus-cloni, la semiosi e l’ossessionante parola «simpatico»
Per la mia generazione Roland Barthes è stato un punto di riferimento. Ho sempre trovato illuminante il suo metodo: occuparsi di un dettaglio della realtà apparentemente insignificante, che invece è rivelatore, svelando quello che sfugge a un osservatore superficiale. Mi è ritornato in mente quest’uomo mite e triste, che ho avuto il privilegio di conoscere, mentre mi sentivo confuso e frastornato dall’orgia, dal delirio mediatico che si è scatenato intorno alla salma di Berlusconi, prima, durante e dopo i suoi agghiaccianti funerali di Stato.
Cercando di riprendermi dall’overdose di ipocrisia e di isteria che mi ha schiacciato, all’improvviso mi si è fissata in testa una parola, che sembrava il ritornello stupido di una canzonaccia che non riesci a dimenticare, anche se non ti ricordi neppure che cosa voleva dire. Mi ronzava nelle orecchie, come un’ossessione «simpatico… simpatico… simpatico…”» come se mi si fosse appiccicata a partire dai miasmi che mi avevano asfissiato per giorni e giorni.
Per me simpatico è un volto gentile che ci sorride e ci riempie di nostalgia. Ma non era questo il ricordo del viso del defunto.
L’altra mattina, dopo un caffè doppio, mi sono messo al computer e ho fatto una ricerca, digitando la parola-chiave “simpatico” insieme, ovviamente, a “Berlusconi”. Non l’avessi mai fatto! Sono stato sommerso da un diluvio di occorrenze, di citazioni, di frasi memorabili che mi hanno veramente mandato per storto il caffè e la digestione. Vi trascrivo qualche piccolo esempio, pochi per carità, per non annoiarvi.
«La sua simpatia e il suo sorriso sornione sono stati alcuni degli emblemi della Milano da bere degli anni Ottanta. In tanti, all’estero, hanno identificato l’italiano medio con il suo volto. Furbo, simpatico, capace di rimanere sempre in equilibrio»: Paolo Oggioni, “Proiezioni di Borsa”, 12 giugno 2023.
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Il clima e le obiezioni di Gerardo
di Michele Castaldo
La discussione è partita parlando dell’ultimo disastro ambientale in Emilia Romagna, perché c’è da interrogarsi con serietà su un problema così gravoso.
Chi è Gerardo? Uno preso a campione fra i tanti militanti e simpatizzanti della sinistra, pensionato dopo anni di peregrinare tra collegi, seminari, Italia, Germania e Svizzera, di insegnamento e una vita spesa in cultura, che alle mie argomentazioni sul determinismo e la vacuità del libero arbitrio pone la domanda non priva di senso «ma allora siamo degli automi»?
Cercherò di rispondere a questa ed altre domande, ch’essa presuppone, senza ambiguità.
In premessa dico che la domanda di Gerardo presuppone l’uomo come soggetto esclusivo rispetto al movimento generale della materia, dunque alle altre specie della natura. Pertanto se è sbagliata la premessa tutto il ragionamento frammezzato di domande non può che seguire il percorso della premessa.
Distinguiamo due concetti fondamentali da cui partire: fatalismo e determinismo. Per fatalismo si intende una concezione filosofica per cui il mondo è governato da una necessità ineluttabile e del tutto estranea alla volontà e all’impegno dell’uomo. Mentre per determinismo si intende una concezione per cui tutto accade secondo rapporti di causa-effetto.
Il punto da aggredire, perciò, almeno per chi scrive queste note, è lo studio del rapporto causa-effetto in rapporto alla casualità che è anch’essa l’effetto di un rapporto. Dunque siamo in presenza di più fattori confluenti che contribuiscono a determinare un fatto, ovvero il participio passato del verbo fare.
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Liceo Albertelli di Roma e i fondi del PNRR: perché non è andata come ve la racconta Repubblica
di Agata Iacono
La notizia è stata ben censurata dai media di regime, che si concentrano sul caro affitti degli studenti fuori sede in tenda, come se per tutto il resto la scuola italiana non avesse altri problemi, e addirittura Repubblica prova maldestramente a manipolarla.
Tre giorni fa, infatti, Valentina Lupia su Repubblica scrive che il liceo classico Albertelli di Roma rifiuta i fondi del PNRR per il voto contrario di soli due genitori del consiglio d'istituto.
Risponde il liceo classico Albertelli con un comunicato stampa che riportiamo di seguito.
"COMUNICATO STAMPA
Insegnanti, genitori e studenti del Liceo Pilo Albertelli di Roma difendono la scuola pubblica.
Siamo genitori del Liceo Classico Pilo Albertelli di Roma e abbiamo letto l’articolo a firma di Valentina Lupia apparso su la Repubblica di ieri, 15/05/2023, in cui la decisione del Consiglio di Istituto del 4 maggio scorso di non approvare i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Next generation – Labs e Classrooms viene descritta come il risultato di una scelta ideologica fatta da genitori contrari alla tecnologia e agli investimenti nella scuola: vi chiediamo lo spazio di una replica.
Innanzitutto sgombriamo il campo da una mistificazione: non sono stati due genitori a bocciare i progetti del PNRR, ma la maggioranza del Consiglio di Istituto, organo unitario di indirizzo della scuola in cui sono rappresentate tutte le componenti: a favore dei progetti hanno votato solo il dirigente scolastico e un genitore.
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